Aggiornamento WWW.ALEXVISANI.COM del 02/03/2012

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The Reign of Horror
00venerdì 2 marzo 2012 00:19

Inserite le recensioni di tre film :



ATM - TRAPPOLA MORTALE di David Brooks (by Luca Zanovello)
http://www.alexvisani.com/rec_film/atmtrap.htm



THREE...EXTREMES di Fruit Chan, Park Chan-Wook & Takashi Miike (by Emma Cacciatori)
http://www.alexvisani.com/rec_film/3extremes.htm



PAURA.COM (FEARDOTCOM) di William Malone (by Filippo Fassino)
http://www.alexvisani.com/rec_film/pauracom.htm

è tutto per ora...BUONA LETTURA!
boskoz
00venerdì 2 marzo 2012 02:39
A me piace l'horror a location singole, dove si sviulppa tutta la vicenda in un solo posto come questo ATM (Buried, Frozen) ma stando al trailer del suddetto film devo dire che mi sembrava proprio una cazzatina, e tutti i miei dubbi sono stati in qualche modo confermati dalla recensione. Poco interessante anche come location dopotutto.
Credo lo eviterò quindi, o al massimo lo vedrò in futuro quando sarò molto a corto di materiale.

Three Extremes l'ho visto un secolo fa, ma è un gran lavoro, mi colpì positivamente.

Paura.com non ho mai avuto lo stimolo per vederlo, sarà il titolo, non so.... [SM=g27828]
MD-MAniak
00venerdì 2 marzo 2012 05:34
Mi son perso ATM (tra l' altro non solo a Milano come scritto nella rece, ma anche nella mia ex città italiana, ovvero Torino, la sigla evoca l' inefficente azienda trasporti locale) e credo che continuerò così, di 3 extremes ricordo con piacere Cut, con indifferenza l' episodio dei feti e senza entusiasmo quello di Miike con cui proprio non lego quasi mai, mentre Paura.com lo vidi al cinema e un sito pubblicò qst mia rece con in calce un voto prossimo al 5:


Il titolo non lascia alcun dubbio circa il contenuto di questa pellicola, in uscita nel bel mezzo di un'annata cinematografica sempre più all'insegna del binomio orrore/Internet, oltre che del Grande Fratello e del dilagante interesse per le produzioni orientali.
Perché quattro persone, rinvenute morte in circostanze misteriose, presentano evidenti segni di sanguinamento dal naso e dagli occhi? Una studiosa di malattie infettive,convocata d'urgenza dalla polizia, cerca la risposta nella presenza di un virus affine all'ebola ma ovviamente sbaglia; sarà infatti un'esperta in informatica, mettendo a confronto gli hard-disk dei computer delle vittime, a scoprire un preciso legame con Feardotcom, un sito web dai contenuti snuff in grado di causare allucinazioni e di indurre stati deliranti negli incauti visitatori, ai quali un colpo apoplettico, con conseguente distruzione del tessuto cerebrale, procura poi inevitabilmente la morte dopo due giorni esatti dal momento del primo accesso. Il solito impavido investigatore indaga, per scoprire alla fine una verità che ha radici in uno stabilimento abbandonato e in un antico fatto di sangue che vi si consumò.
William Malone, responsabile di due cloni di ALIEN diretti in rapida successione all'inizio degli anni Ottanta (SCARED TO DEATH e CREATURE) e del remake di un film di William Castle realizzato alla fine del decennio successivo (Il mistero della casa sulla collina), conferma un'assai scarsa propensione all'originalità associando nuovamente il proprio nome ad un plagio: il riferimento è questa volta a The ring, del quale tutto il meglio è però andato qui perduto. La prima trentina di minuti, ove ancora aleggia un'atmosfera misteriosa di un certo spessore, fa in verità ben sperare, anche perchè Malone affianca ad elementi piuttosto comuni nell'horror contemporaneo (le riprese in digitale, la fotografia da videoclip, gli innesti metal nella colonna sonora) alcune inaspettate citazioni del cinema italiano di genere dei bei tempi che furono,tipo un'immersione in un sotterraneo allagato con tanto di cadavere a bagno che ricorda Inferno di Dario Argento e, soprattutto, le apparizioni di una bambina fantasma vestita di bianco che gioca con la palla, direttamente derivate da Operazione paura di Mario Bava e da Toby Dammit di Fellini; ma è quando scopre finalmente le proprie carte che il film diventa davvero insopportabile: mentre la noia regna sovrana, gli sceneggiatori ed il regista sembrano infatti dimenticare che anche un horror, per quanto condotto sul piano del soprannaturale, deve sottostare a regole ben precise, e, accumulando incongruenze e contraddizioni, compromettono progressivamente la coerenza del racconto, evidentemente troppo presi dalla frenesia di ricalcare il celebre modello in ogni sua parte per rendersi conto della crescente inverosimiglianza delle situazioni e dei dialoghi.
La produzione ha sorprendentemente attinto risorse e mezzi un po' dovunque, da paesi sia americani (Stati Uniti e Canada) che europei (Regno Unito, Germania e Lussemburgo), ma nonostante ciò, e malgrado anche i fior di nomi coinvolti nell'operazione (Nicholas Pike alle musiche, il KNB Efx Group al trucco, Stephen Dorff, Natasha McElhone, Stephen Rea, Jeffrey Combs e persino Udo Kier nel cast), nemmeno la qualità tecnica risulta in fin dei conti particolarmente elevata.

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