ASSUEFAZIONE di Edo Tagliavini

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The Reign of Horror
00sabato 31 maggio 2014 00:58
TITOLO CORTOMETRAGGIO: Assuefazione
LOCANDINA DEL CORTOMETRAGGIO:

[IMG]http://oi59.tinypic.com/dev90n.jpg[/IMG]

DURATA: 5.17
REGIA: Edo Tagliavini
ATTORI PRINCIPALI: Gerardo Lamattina, Sara Ardizzoni
SCENEGGIATURA: Edo Tagliavini
MUSICHE: Edo Tagliavini
FOTOGRAFIA: Edo Tagliavini
MONTAGGIO: Edo Tagliavini
BREVE SINOSSI: Un uomo prigioniero del letto di un ospedale e un infinito interminabile pianto di neonato...
BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA: Nasco nel 1971 e mi laureo al C.S.C. nel 1999, da allora rokkenroller baby :)
FINESTRA player DOVE VISUALIZZARE IL CORTO O EVENTUALE LINK UTILE DOVE POTER VISIONARE IL CORTO:

ASSUEFAZIONE from Edo Tagliavini on Vimeo.

osmanspare
00sabato 31 maggio 2014 14:33
elogio della pazienza.
Due cose devo assolutamente dire di questo corto:

1.Tagliavini mi ha fatto passare la voglia di avere bambini.

2. Sulla pagina VIMEO nella quale è ospitato il corto, mi appariva sotto lo schermo la pubblicità “Acufon batte la sordità”. Che dire… involontariamente perfetto.

Sciocchezze a parte, “Assufazione” è davvero un corto semplice ma interessante, dalla trama esile eppure valida, che sfrutta come motore dell’orrore più profondo un’apparente normalità (il famoso “perturbante” Jungiano) portata all’ennesima potenza, e alle più nefaste conseguenze.

Che cosa c’è infatti di più inquietante del pianto di un bambino che non si sa dove sia, cos’abbia, e soprattutto che non si riesce a fermare? Inquietante, inquietantissimo, praticamente insopportabile…proprio perché è una cosa relativamente “normale”, qualcosa che fa parte – o potrebbe far parte – della nostra quotidianità, che potrebbe capitare a tutti, che fa riferimento a situazioni del vivere comune. E proprio per questo è più terrorizzante di tanti mostri di cartapesta (oggi in “CGI”) che vediamo nei film.

Appare chiaro (almeno credo) che l’uomo che pensa di essere in ospedale è in realtà all’inferno, e quella che sta subendo è solo la punizione che gli è toccata in sorte per chissà quali peccati commessi in vita. Questo contribuisce anche a rendere plausibili o quantomeno accettabili delle parti che lo sarebbero meno se il corto fosse ambientato nella nostra realtà: ad esempio l’approssimazione con la quale è ricreata la stanza d’ospedale, e le azioni un po’ strane dell’infermiera, la quale non parla mai, si presenta misteriosamente con la mascherina e oltretutto assume un ruolo che solitamente non compete a chi fa il suo mestiere, cioè quello di dare da mangiare ai malati.

Esiste, a dire il vero, un’altra possibilità; e cioè che l’uomo sia pazzo, e la voce sia solo nella sua testa – venga da DENTRO di lui, come l’ultima immagine sembra suggerire – ma personalmente io “voto” per l’ Inferno, per le ragioni espresse qui sopra. Se il corto fosse ambientato nel nostro mondo la parte sanitaria sarebbe troppo semplicistica e stereotipata, risultando dunque un difetto che abbasserebbe il valore dell’opera.

Le uniche cose che mi verrebbe da chiedermi sono, credo, un paio. La prima, come mai l’uomo (vista la situazione e l’apparente ostilità dell’infermiera) aspetti addirittura UN MESE prima di eliminare definitivamente l’odiato pianto ( come ha resistito? Io sarei diventato pazzo dopo cinque giorni, anzi TRE!) e come mai abbia come unica idea quella di menomare se stesso. Come mai infatti prima di mutilarsi non rivolge la sua rabbia verso l’infermiera aggredendo lei, o rifiutandosi di mangiare a meno che il bambino non venga zittito, o urlandole contro?

Seconda domanda: non mi è ben chiaro il riferimento all’ASSUEFAZIONE presente nel titolo. In effetti il protagonista tutto fa meno che assuefarsi al pianto…mi chiedo quindi come mai la scelta di questa parola, e quale ne è il significato alla luce della storia che ci è stata narrata.

Comunque, detto questo c’è poco da aggiungere. Tagliavini riesce a mostrare molto bene il percorso dell’uomo verso l’abisso, e il suo corto offre ottimi risultati con il minimo spiegamento di mezzi. Devo dire che, tra mostri, mostrazzi e demoni vari, il pianto di quel bambino invisibile è stato forse l’unico elemento di tutto questo concorso che mi ha fatto davvero venire la pelle d’oca.

Ben fatto, ottimo lavoro.
F.Hannibal
00domenica 1 giugno 2014 15:03
Inquietante
L'opera di Tagliavini è incentrata sulla lenta discesa di un uomo nella follia totale. Il protagonista è molto bravo e risulta credibile in un ruolo non facile. Il corto nell'arco dei suoi 6 minuti di durata riesce ad essere inquietante pur non mostrando nulla. Quindi, promosso a pieni voti!
boskoz
00lunedì 2 giugno 2014 17:44
Assuefazione di Edo Tagliavini (già dimostratosi regista capace con Perdita di Fiato nell’edizione precedente) è un corto che ti fa stare davvero scomodo sulla sedia, nonostante la breve durata.

Non se ne può davvero più di quel pianto e la sofferenza, nonché totale impotenza, del paziente viene espressa benissimo.
Se ne percepisce l’esaurimento delle energie e della pazienza.
Io personalmente sono molto insofferente al martellamento uditivo obbligatorio, per esempio disattivo l’audio della TV appena sento Simona Ventura dire “pittarosso” la prima volta nel corso dello spot, per riaccenderlo quando ricomincia il programma che stavo seguendo. Non scherzo. In questa situazione sarei morto ben prima del 27esimo giorno.

Colpo di scena finale (anzi diciamo “risoluzione”) che si intuisce già quando i tappi di carta non hanno sortito l’effetto desiderato, ma non di meno era il finale migliore che si potesse creare per dare un senso alla vicenda.

Un buon corto breve, con un filo logico, ben diretto e ben recitato.
Bravo.
GIOLE
00sabato 7 giugno 2014 16:43
Questa è la recensione più breve che abbia mai fatto:

splendido.

Non aggiungo altro.
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