AGONIA di Stefano Visintin

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The Reign of Horror
00lunedì 20 aprile 2009 01:19
TITOLO CORTOMETRAGGIO:AGONIA
LOCANDINA DEL CORTOMETRAGGIO:Image Hosted by ImageShack.us

DURATA:11.40
REGIA:Stefano Visintin
ATTORI PRINCIPALI:Stefania Gatti,Alessio Di Paola,Mara Gavazzi.
SCENEGGIATURA:Stefano Visintin
MUSICHE:Artisti vari
FOTOGRAFIA:Stefano Visintin
MONTAGGIO:Stefano Visintin
BREVE SINOSSI:Un serial killer si finge morto sulle strade per attirare le sue vittime.
BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA:
2007: "VITTIMA DEL DESIDERIO UMANO"
2007: "DIMENSIONI"
2007: "TUTTO MUORE"
2008: "DIMENSIONI pt.2"
2009: "AGONIA"
FINESTRA player DOVE VISUALIZZARE IL CORTO O EVENTUALE LINK UTILE DOVE POTER VISIONARE IL CORTO:AGONIA


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Kissoon
00lunedì 20 aprile 2009 02:08
Non male questo agonia, anche se ho avuto la sensazione di un omaggio ad alcuni film recenti, ma forse era solo una cosa mia.
Passando al film, la fotografia non è male e la regia anche.
Ottima la canzone inizale(deeper underground), e brava anche la protagonista.
Il fatto è che il coinvolgimento è poco, soprattutto a causa della trama poco stimolante, naturalmente dovuta anche ai pochissimi mezzi a disposizione.
Complessivamente discreto.
El-Guero
00mercoledì 22 aprile 2009 22:54
Recensione
Una sorridente ragazza dai tratti aggrazziati e una sua amica tornano da una di quelle classiche serate dove una persona si trova a scegliere fra la pizza e la birra a casa, davanti all'ennesimo film affittato da Blockbuster, e un'uscita fra amici dove spesso qualche culo viene plapato e, spesso, qualche bicchere di troppo viene mandato giu. Il secondo caso interessa la sovracitata carina di turno che, dopo aver riaccompagnato una sua amica, si appresta a tornare a casa. Sfortunatamente sulla via del ritorno incappa in un'ostacolo fatto di carne ossa e una enorme ascia da taglialegna..

Si sa, l'atmosfera in bianco e nero e il bosco sperduto hanno sempre conquistato il cuore anche dello spettatore più scettico e hanno spesso suscitato, anche nel critico più aspro, anche la benchè minima reazione di velata positività. Fortunatamente non dovrò essere cattivo in questo caso parlando di Stefano Visintin e del suo prodotto "Agonia", ma ci mancava poco. La sincope (visiva e musicale) la fa da padrone, trovandosi come ottima partner una protagonista dall'espressività amatoriale ma non troppo, probabilmente per una generale infarinatura di recitazione teatrale presa al liceo o in tempi spensierati; continuando poi le danze dirette da un antagonista dalle movenze rivedibili ma dall'espressività apprezzabile ed eloquente. Dunque a livello recitativo niente da dire, considerando la totale assenza iniziale di battute o gemiti di alcun tipo. Come detto prima una soffocante e frenetica intermittenza di tracce musicali, ben selezionate ma miscelate con criterio pressocchè annoiato, tiene in pugno la scena, togliendo la possibilità allo spettatore di distogliere lo sguardo (ma non le attenzioni) dalle immagini che assemblano questa "storia". La fotografia è il punto di forza di questo componimento, dove inaspettate inquadrature complessive ed esterne maestose, rendono la visione dei primi cinque minuti decisamente piacevole e digeribile. Molto aristocratica la scena della preghiera, dove la ragazza e il presunto monaco pregano uno dinnanzi all'altro. Gli effetti di montaggio sono a volte troppo grossolani e infastidiscono gli occhi sopratutto per il continuo cambio di luce e prospettiva, immaginando diverse limitazioni che il regista ha dovuto subire però, la lode alla fotografia resta senz'altro con grande sincerità. Visentin non presta però attenzione a una delle principali mancanze che un buon regista dovrebbe scartare a priori in relazione di ogni suo pensiero divulgativo: il dialogo non deve esistere se si considera un prodotto incentrato sulle
atmosfere a grossi volumi. Difatti il cortometraggi viene completamente logorato dall'entrata in scena della voce, degli accenti e delle tonalità stanche e aride. Il finale poteva essere costruito con qualche pennellata di originalità in più, così come si presenta lascia in bocca un gusto fragrante ma che al minimo squilibrio "stucca": il visto e rivisto che piace.

Giulio Guarino.
Sentencedxx
00giovedì 23 aprile 2009 20:28
Questo corto soffre a causa di una sceneggiatura sostanzialmente molto poco intrigante. Regia, montaggio, protagonisti si attestano su livelli buoni, ma gli 11 minuti scorrono via senza destare il minimo interesse. Belle alcune immagini come quella del frate vicino alla vasca grondante sangue. I mezzi ci sono, la prossima volta spendete più tempo in fase di screenplaying, il balzo in avanti sarà notevole.
RainbowSix666
00domenica 26 aprile 2009 07:57
AGONIA
Un saluto ai giurati di questa edizione e grazie per le vostre critiche e considerazioni, sempre utili per i prossimi passi.

AGONIA è un lavoro realizzato nella piena consapevolezza della storia vista e rivista che piace.
Questa scelta è dovuta al fatto che ero stufo di dover sempre spiegare trame complicate (o prontamente fraintese) e psicologiche a chiunque si avvicinasse ad un mio lavoro, (ad esempio DIMENSIONI e TUTTO MUORE), ho voluto così, oltre che a rendere il mio lavoro semplice e d'impatto, togliermi lo sfizio del classico survival horror.
Sapevo bene che le recensioni e critiche sarebbero state un coro unico di..."storia già vista", "nulla di originale", ecc...

Sono comunque abbastanza soddisfatto, diciamo al 70%, purtroppo lavorando con pressioni che la gente ti mette addosso per il poco tempo che ti dedicano è sempre uno svantaggio enorme da costringerti alla "buona la prima" ed un ovvio livello inferiore di riuscita.
Sono contento di aver girato un classico, mi è piaciuto e lo rifarei sicuramente, mi dà soddisfazione il fatto di aver vinto la sfida di aver girato di notte in locations davvero ardue considerando il budget zero assoluto.

Sarà anche stravista una sceneggiatura come la mia, ma girata a livelli amatoriali non si era mai vista.

In bocca al lupo (mannaro) a tutti i lavori in concorso e complimenti per l'ottima organizzazione del concorso. [SM=g27811]

Stefano.

WWW.MYSPACE.COM/STEFANOVISINTIN
Steveau
00domenica 26 aprile 2009 12:55
Come ho spesso detto, credo che i titoli di testa siano l’elemento che negli amatoriali viene meno considerato.
Sarà che sono destinato a stancarmi presto e di tutto, dannazione mia, questa, ma certo è che subire due minuti con una macchina che va da qui a là è snervante.
Ma perché, dico, non metterli alla fine, i titoli? Il cortometraggio è una botta, un colpo, uno sparo. Deve arrivarti secco, subito, gettarti nella storia, anche se d’atmosfera, e gettartici all’istante.
Uno sparo, dicevo. Ed è bene che arrivi in faccia.
Qui, invece, lo sparo è a salve e sparato da una pistola che mira al massimo a una gamba. Non c’è emozione, in questo lavoro.
Trovo buona la capacità del regista di mettersi nelle giuste posizioni con la camera. Succede raramente che l’occhio che i registi amatoriali scelgono debba appartenermi, mi aggradi.
Un bravo, dunque, a te che sei stato sempre dalla parte giusta, facendomi vedere quello che volevo.
E un bravo al tizio con l’ascia , che fa il suo mestiere degnamente.
Il problema principale, tuttavia, a me che il lato tecnico compete poco, è la dinamica comportamentale della protagonista.
Premetto che il significato ultimo della storia mi è rimasto oscuro. Una storia sulla cui banalità, tra l’altro, non mi soffermerò, considerate le spiegazioni date dal regista.
Parlo quindi concentrandomi sul fatto che una scappa perché c’è uno con l’ascia. Punto.
Allora, vediamo se è possibile seguirmi un momento.
C’è una che scappa da uno con l’ascia, e scappa da uno con l’ascia in un bosco, tra l’altro.
Come minimo avrà paura pure della sua ombra. Ha paura degli alberi, dei cespugli, delle foglie sotto le scarpe. Mentre corre, ha paura talmente che, ogni volta che le battono i capelli sulle spalle e sulle guance, rischia l’infarto fulminante.
Questa tizia arriva in una casa. Casa decisamente tetra, aggiungo.
Entra, c’è vuoto e silenzio. Piagnucola, s’aggira per le stanze.
D’un tratto le arriva da dietro un tipo che nasconde la testa in un cappuccio. Ma proprio così: d’un tratto. Uno sparo in faccia, appunto.
E quanto ci scommettete che, nei suoi panni, avremmo come minimo lanciato il grido più allucinante della storia, e saremmo scappati, di corsa, di nuovo di corsa, e che forse, i più coraggiosi e assieme isterici di noi, avrebbero menato pugni e calci e morsi e graffi?
Quanto ci scommettete?
Io tutto quello che ho. Che non è molto, temo.
Comunque: nessuno avrebbe detto “padre mi aiuti”. Nessuno.
Nemmeno se quello fosse stato un padre normale, rassicurante, e non il losco individuo che è nel video.

Io non so, direi che a queste cose dovremmo cominciare a pensarci.
Certo, prendiamoci cura del lato tecnico del corto. Facciamolo bene, mettiamoci musiche fiche e inquadrature toste. Curiamo l’audio.
Poi chissenefrega se i personaggi sembrano marionette. Se si muovono e agiscono secondo comportamenti improbabili, fuori di logica, propri di istinti e ragionamenti sconosciuti all’umana concezione.
Chissenefrega?
No. Perché così mi allontani. Mi fai venir voglia di guardare altro.
Certe leggerezze sono sintomo di fretta e incapacità empatica. Bisogna spremersi per mettere in scena personaggi veri. O falsi, per carità, ma in una storia in cui la falsità abbia un senso.
Quando la tizia si avvicina all’altare, e il padre prende il rosario, guardatela. Guardatela attentamente.
Immobile, braccia lungo i fianchi. Ferma.
Forse mi sono perso qualcosa, forse si voleva dire che la tizia era succube psicologicamente dell’uomo che aveva di fronte, soggiogata, ipnotizzata per qualche ragione.
Ma non s’è capito troppo bene.
Immobile, braccia lungo i fianchi. Ferma.
Sembra una che faccia la fila al supermercato, e che ci stia bene, anche, nella fila. Perché non ha nient’altro da fare.
Mica sta scappando da un pazzo con l’ascia.

Di nuovo bravo per la regia.
RainbowSix666
00domenica 26 aprile 2009 15:13
Sarà che sono destinato a stancarmi presto e di tutto, dannazione mia, questa, ma certo è che subire due minuti con una macchina che va da qui a là è snervante.


Penso che una recensione debba essere obbiettiva e non data dal gusto personale.
Che sia "snervante" mi sorprende molto, su oltre 5000 visioni che ha avuto sei il primo a fare questa osservazione. [SM=g27818]


Premetto che il significato ultimo della storia mi è rimasto oscuro.


Come dice la sinossi nella scheda del film : Un serial killer si finge morto sulle strade per attirare le sue vittime.
Chiedimi pure ciò che non hai capito sarò felice di darti chiarimenti... [SM=g27811]


Parlo quindi concentrandomi sul fatto che una scappa perché c’è uno con l’ascia. Punto.
Allora, vediamo se è possibile seguirmi un momento.
C’è una che scappa da uno con l’ascia, e scappa da uno con l’ascia in un bosco, tra l’altro.
Come minimo avrà paura pure della sua ombra. Ha paura degli alberi, dei cespugli, delle foglie sotto le scarpe. Mentre corre, ha paura talmente che, ogni volta che le battono i capelli sulle spalle e sulle guance, rischia l’infarto fulminante.
Questa tizia arriva in una casa. Casa decisamente tetra, aggiungo.
Entra, c’è vuoto e silenzio. Piagnucola, s’aggira per le stanze.
D’un tratto le arriva da dietro un tipo che nasconde la testa in un cappuccio. Ma proprio così: d’un tratto. Uno sparo in faccia, appunto.
E quanto ci scommettete che, nei suoi panni, avremmo come minimo lanciato il grido più allucinante della storia, e saremmo scappati, di corsa, di nuovo di corsa, e che forse, i più coraggiosi e assieme isterici di noi, avrebbero menato pugni e calci e morsi e graffi?
Quanto ci scommettete?
Io tutto quello che ho. Che non è molto, temo.
Comunque: nessuno avrebbe detto “padre mi aiuti”. Nessuno.
Nemmeno se quello fosse stato un padre normale, rassicurante, e non il losco individuo che è nel video.
Io non so, direi che a queste cose dovremmo cominciare a pensarci.
Certo, prendiamoci cura del lato tecnico del corto. Facciamolo bene, mettiamoci musiche fiche e inquadrature toste. Curiamo l’audio.
Poi chissenefrega se i personaggi sembrano marionette. Se si muovono e agiscono secondo comportamenti improbabili, fuori di logica, propri di istinti e ragionamenti sconosciuti all’umana concezione.
Chissenefrega?
No. Perché così mi allontani. Mi fai venir voglia di guardare altro.
Certe leggerezze sono sintomo di fretta e incapacità empatica. Bisogna spremersi per mettere in scena personaggi veri. O falsi, per carità, ma in una storia in cui la falsità abbia un senso.
Quando la tizia si avvicina all’altare, e il padre prende il rosario, guardatela. Guardatela attentamente.
Immobile, braccia lungo i fianchi. Ferma.
Forse mi sono perso qualcosa, forse si voleva dire che la tizia era succube psicologicamente dell’uomo che aveva di fronte, soggiogata, ipnotizzata per qualche ragione.
Ma non s’è capito troppo bene.


Esatto, qui hai capito bene era proprio così, che poi non sia abbastanza chiaro è un peccato.


Immobile, braccia lungo i fianchi. Ferma.
Sembra una che faccia la fila al supermercato, e che ci stia bene, anche, nella fila. Perché non ha nient’altro da fare.
Mica sta scappando da un pazzo con l’ascia.


Per tutto il resto a cui ti riferisci riguardo alla ragazza ho descritto nel mio post precedente le difficoltà dovute alla mancanza di tempo e disponibilità della gente costringendomi a girare "buona la prima".
A questi livelli ed essendo solo è veramente impossibile star dietro a tutto e tirar fuori recitazioni da oscar da chi non ha mai fatto nulla nel campo.
Penso che potrai capirmi se hai girato qualcosa.

Di nuovo bravo per la regia.

Grazie mille per i complimenti sulla regia. [SM=g27811]

WWW.MYSPACE.COM/STEFANOVISINTIN
Steveau
00domenica 26 aprile 2009 20:54
Re:
RainbowSix666, 26/04/2009 15.13:

Sarà che sono destinato a stancarmi presto e di tutto, dannazione mia, questa, ma certo è che subire due minuti con una macchina che va da qui a là è snervante.


Penso che una recensione debba essere obbiettiva e non data dal gusto personale.
Che sia "snervante" mi sorprende molto, su oltre 5000 visioni che ha avuto sei il primo a fare questa osservazione. [SM=g27818]


Premetto che il significato ultimo della storia mi è rimasto oscuro.


Come dice la sinossi nella scheda del film : Un serial killer si finge morto sulle strade per attirare le sue vittime.
Chiedimi pure ciò che non hai capito sarò felice di darti chiarimenti... [SM=g27811]


Parlo quindi concentrandomi sul fatto che una scappa perché c’è uno con l’ascia. Punto.
Allora, vediamo se è possibile seguirmi un momento.
C’è una che scappa da uno con l’ascia, e scappa da uno con l’ascia in un bosco, tra l’altro.
Come minimo avrà paura pure della sua ombra. Ha paura degli alberi, dei cespugli, delle foglie sotto le scarpe. Mentre corre, ha paura talmente che, ogni volta che le battono i capelli sulle spalle e sulle guance, rischia l’infarto fulminante.
Questa tizia arriva in una casa. Casa decisamente tetra, aggiungo.
Entra, c’è vuoto e silenzio. Piagnucola, s’aggira per le stanze.
D’un tratto le arriva da dietro un tipo che nasconde la testa in un cappuccio. Ma proprio così: d’un tratto. Uno sparo in faccia, appunto.
E quanto ci scommettete che, nei suoi panni, avremmo come minimo lanciato il grido più allucinante della storia, e saremmo scappati, di corsa, di nuovo di corsa, e che forse, i più coraggiosi e assieme isterici di noi, avrebbero menato pugni e calci e morsi e graffi?
Quanto ci scommettete?
Io tutto quello che ho. Che non è molto, temo.
Comunque: nessuno avrebbe detto “padre mi aiuti”. Nessuno.
Nemmeno se quello fosse stato un padre normale, rassicurante, e non il losco individuo che è nel video.
Io non so, direi che a queste cose dovremmo cominciare a pensarci.
Certo, prendiamoci cura del lato tecnico del corto. Facciamolo bene, mettiamoci musiche fiche e inquadrature toste. Curiamo l’audio.
Poi chissenefrega se i personaggi sembrano marionette. Se si muovono e agiscono secondo comportamenti improbabili, fuori di logica, propri di istinti e ragionamenti sconosciuti all’umana concezione.
Chissenefrega?
No. Perché così mi allontani. Mi fai venir voglia di guardare altro.
Certe leggerezze sono sintomo di fretta e incapacità empatica. Bisogna spremersi per mettere in scena personaggi veri. O falsi, per carità, ma in una storia in cui la falsità abbia un senso.
Quando la tizia si avvicina all’altare, e il padre prende il rosario, guardatela. Guardatela attentamente.
Immobile, braccia lungo i fianchi. Ferma.
Forse mi sono perso qualcosa, forse si voleva dire che la tizia era succube psicologicamente dell’uomo che aveva di fronte, soggiogata, ipnotizzata per qualche ragione.
Ma non s’è capito troppo bene.


Esatto, qui hai capito bene era proprio così, che poi non sia abbastanza chiaro è un peccato.


Immobile, braccia lungo i fianchi. Ferma.
Sembra una che faccia la fila al supermercato, e che ci stia bene, anche, nella fila. Perché non ha nient’altro da fare.
Mica sta scappando da un pazzo con l’ascia.


Per tutto il resto a cui ti riferisci riguardo alla ragazza ho descritto nel mio post precedente le difficoltà dovute alla mancanza di tempo e disponibilità della gente costringendomi a girare "buona la prima".
A questi livelli ed essendo solo è veramente impossibile star dietro a tutto e tirar fuori recitazioni da oscar da chi non ha mai fatto nulla nel campo.
Penso che potrai capirmi se hai girato qualcosa.

Di nuovo bravo per la regia.

Grazie mille per i complimenti sulla regia. [SM=g27811]

WWW.MYSPACE.COM/STEFANOVISINTIN




Innanzitutto: ciao, e benvenuto.

Le recensioni obiettive, per venire a noi, appartengono a un mondo mitico di macchinari infallibili in cui sinceramente, come "artista", non vorrei mai passare nemmeno una villeggiatura.
Dio mi guardi dall'incontrare un recensore che non senta il proprio stomaco. Un recensore che dimentichi di essere prima di tutto spettatore.

Le 5000 visioni silenti sul problema titoli-di-testa, per carità, non mi sorprendono: da sempre ho il dono dell'originale.
Mentre a te, pare, a te che mi enumeri pareri opposti sottointendendo che ho detto cosa errata, manca evidentemente il dono dell'ascoltare.

Per il resto, quello che posso dirti è che non è propriamente corretto mostrare un corto e poi appellarsi, per affrontare giudizi, alla pochezza del tempo avuto, alla mancanza delle possibilità.
Atteggiamento comune anche nelle passate edizioni del Festival, questo di presentare la condizione di deficienza amatoriale come argomento da contraddittorio.
Nessuno mette in dubbio che sia difficile. Nessuno mette in dubbio che tu, come tutti, abbia avuto delle difficoltà.
Ma se si hanno, allora ci deve stare che qualcuno le faccia liberamente notare.
Credo si debba evitare di tirare in ballo tutti gli intoppi avuti, se non per pura conversazione.
Perché gli intoppi capitano a tutti. Qualcuno però è più bravo di altri a evitarli. E qualcuno, sapendo che ne ha avuti, accetta poi di sentirseli sciovinare.
Perfino quelli più orginali.





RainbowSix666
00lunedì 29 giugno 2009 09:04
AGONIA vincitore del premio "Miglior film a budget zero"
MIGLIOR FILM BUDGET ZERO: Agonia

La dimostrazione che anche senza soldi è possibile portare a casa un lavoro egregio. Un allucinante viaggio nella follia della mente umana senza la pretesa di trovare spiegazioni e giustificazioni. Realizzare un film del genere a budget zero è davvero ammirevole considerate le difficoltà che il regista avrà dovuto affrontare viste le difficili locations e il fattore notturno.
)bloody(
00mercoledì 9 settembre 2009 19:31
Re: AGONIA vincitore del premio "Miglior film a budget zero"
RainbowSix666, 29/06/2009 9.04:

MIGLIOR FILM BUDGET ZERO: Agonia

La dimostrazione che anche senza soldi è possibile portare a casa un lavoro egregio. Un allucinante viaggio nella follia della mente umana senza la pretesa di trovare spiegazioni e giustificazioni. Realizzare un film del genere a budget zero è davvero ammirevole considerate le difficoltà che il regista avrà dovuto affrontare viste le difficili locations e il fattore notturno.


grande stefano sono gigi di The providence, bravissimo!!!


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