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Derivatività di Squid Game

Ultimo Aggiornamento: 17/03/2022 23:08
13/03/2022 13:56
 
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Come da indicazioni di Maniak, ecco qui il topic.

Premesso che io Squid Game l’ho trovato piuttosto divertente, non posso negare che la sensazione di deja-vu non mi ha mollato un attimo da quando “si svelano i giochi”.
Il primo pensiero è andato subito a Stephen King e a due romanzi letti in età giovanile, “La lunga marcia” e “L’uomo in fuga”, rispettivamente del ’79 e dell’’82 (dal secondo venne tratto il film “L’implacabile” con Schwarzenegger, sempre negli anni ’80, ma non l’ho mai visto).
Entrambi ambientati in un futuro distopico, cioè la realtà che viviamo oggi, in cui la gente è completamente lobotomizzata da programmi tv senza scrupoli (tipo Masterchef o Nudi e crudi) che mostrano i concorrenti sfidarsi letteralmente fino alla morte in generi diversi di survival games, quei romanzi probabilmente allora sì che scioccarono i lettori (me sicuramente), per il concetto originale del “cosa sei disposto a fare per sfuggire alla tua condizione sociale ed accedere anche tu ai benefici e agli agi che solo la casta possiede?”.
Morire, è la risposta. La morte fa parte del regolamento, e implacabilmente viene messa in atto se non ti attieni alle regole o se perdi. Anni ’80. Ero in pre-adolescenza e quelle letture, insieme ad altre, si fusero con il mio dna e il concetto in sé di survival game che incontrai i seguito tante altre volte nel cinema e in letteratura non fu più motivo di stupore.

In campo cinematografico, Flavio potrebbe citarti molti più titoli ma fa il prezioso.
Il primo che mi è venuto in mente è stato “13 Tzameti”, che se non hai visto ti consiglio di recuperare e quindi evito di spoilerarti, anche se vabbè a sto punto hai già capito. Lì comunque ci trovi tutto: il protagonista povero, gli scommettitori ricchi e debosciati, il gioco mortale, la critica feroce alla società…

Impossibile poi non pensare al giapponese Battle Royale, dove i protagonisti del gioco al massacro sono studenti liceali. Qui le motivazioni sono altre, se non ricordo male il gioco è una sorta di programma messo in atto per legge allo scopo di contrastare il dilagare della violenza tra i giovani (!) ma il meccanismo alla fine è il medesimo ed è occasione, anche qui, per un’analisi dell’animo umano calato in un contesto di sopravvivenza.

Altro titolo a cui ho pensato è The Circle, del 2015, che a suo tempo sottotitolai, e che ora si trova su Netflix. Qui le cose si fanno un po’ diverse, nel senso che non sappiamo (e neanche lo capiamo alla fine, o per lo meno, io non l’ho capito) il motivo per cui questi 50 individui si ritrovino in una stanza dove ogni 5 minuti uno di loro viene seccato da una scarica elettrica. Esperimento sociale? Può essere, perché sta proprio ai 50 sconosciuti mettersi d’accordo fra loro e decidere chi sarà la prossima vittima sacrificabile.
Anche qui, dunque, pur con tutte le differenze del caso, la fa da padrone il tema dell’animo umano nel contesto lotta per la sopravvivenza.
Di conseguenza, possiamo infilarci a diritto anche i vari The Cube, i Saw per certi versi, e tanti altri che verranno in mente anche a te.
E in tema di ricconi che guardano morire i poveracci come non pensare ad Hostel, tanto per citarne uno famoso a caso?

Personalmente, poi, non ho potuto fare a meno di accostare il protagonista, un po’ tonto, buono e sfigatissimo, alla famigliola di losers (in particolare il papà ossigenato della bambina rapita dal mostro) di The Host di Bong Joon-ho. Coreano pure lui.

Alla fine, comunque, lungi da me la volontà di denigrare Squid Game che, ripeto, non mi è dispiaciuto affatto, ma anch’io, come Gioli, mi sono chiesta il perché di tutto questo clamore, questo gridare al miracolo come se fosse sbarcata su Netflix la novità del secolo a stravolgere per sempre i canoni del cinema per come l’abbiamo visto finora. Forse, azzarderei, per come l’avete visto voi finora. Non parlo di te, Perfect, ma di un pubblico che probabilmente la cosa più estrema ed innovativa a cui ha assistito è La casa di carta (a proposito, che dire di quelle tutine rosse?).

P.S. Un’altra analogia, a cui non ho potuto fare a meno di pensare ridendo un po’, è Takeshi’s Castle.
13/03/2022 14:02
 
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Ma esiste la parola "derivatività" o mi hai fatto scrivere una cazzata?
13/03/2022 14:27
 
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Re:
po-yee, 13/03/2022 13:56:





In campo cinematografico, Flavio potrebbe citarti molti più titoli ma fa il prezioso.




Macchè, io posso vivere di rendita grazie al copiaincolla di un mio commento pubblicato altrove, quindi ho concesso l' apertura ed entro in gioco adesso:

"Senza scomodare ogni precedente ispirato direttamente o meno ai modelli letterari di Sheckley e King, e limitandosi strettamente a quelli asiatici, il gioco estremo messo in scena in questa serie sudcoreana pesca almeno da Red room, Battle Royale, 13 beloved e As the gods will: se gli appassionati si sono divertiti (o annoiati) a individuare i riferimenti, ai profani spetterebbe ora il compito di scoprire queste fonti e di ammettere di avere decretato il successo di un prodotto per nulla innovativo.

MEMORABILE: Il gioco delle formine; L' innocente figlioletta del protagonista, i cui sentimenti puri consentono ancora di sperare in una umanità migliore."

P.S.:

Sheckley sta a monte pure di King: suo infatti La settima vittima, trasposto in Italia come La decima vittima, e di cui feci un topic qua su Altro cinema.

La riduzione di Running man è edulcorata e dimenticabile: per dire, il protagonista del romanzo era nero, mingherlino e tisico...nel film ci hanno schiaffato Schwarzenegger.

Occhio a 13 tzameti, perchè il rischio è quello di imbattersi nel remake, di cui si parla male; l' originale, invece, malaccio non è.

Altri film significativi del filone sono: I guerrieri dell' anno 2072 (dove Fulci adatta Running man prima della riduzione ufficiale), Contenders serie 7 (abbastanza in linea con Sheckley), Slashers (di Deveraux, coi giocatori calati in un' arena ammazzatutti), la serie Hunger games (altro successo di pubblico, decretato da chi probabilmente non conosceva Battle royale).




*****************************

"Quanta benzina abbiamo?"

"Non molta."

"Okay..."


13/03/2022 14:29
 
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Re:
po-yee, 13/03/2022 14:02:

Ma esiste la parola "derivatività" o mi hai fatto scrivere una cazzata?




credo esista


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"Quanta benzina abbiamo?"

"Non molta."

"Okay..."


13/03/2022 14:46
 
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Mi sa che ho fatto un mischione di ricordi fra 13 Tzameti e 13 beloved.
Tocca scaricare tutti e due e riguardarli.
13/03/2022 14:49
 
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Re:
po-yee, 13/03/2022 14:46:

Mi sa che ho fatto un mischione di ricordi fra 13 Tzameti e 13 beloved.
Tocca scaricare tutti e due e riguardarli.



pure di 13 beloved esiste anche un remake Usa: 13 sins

Ad ogni modo tzameti è quello con la roulette russa, beloved quello asiatico con le prove estreme

[Modificato da MD-MAniak 13/03/2022 14:52]


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"Non molta."

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13/03/2022 14:57
 
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Re: Re:
MD-MAniak, 13/03/2022 14:49:



pure di 13 beloved esiste anche un remake Usa: 13 sins

Ad ogni modo tzameti è quello con la roulette russa, beloved quello asiatico con le prove estreme



Sì, sì, ora è chiaro.
Mi tengo comunque alla larga dai remake, come sempre.
Tra l'altro leggo che quello di Tzameti l'ha girato lo stesso regista, 5 anni dopo.
Ste cose proprio non le capisco, come Haneke con Funny Games.


13/03/2022 15:06
 
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Re: Re: Re:
po-yee, 13/03/2022 14:57:


Sì, sì, ora è chiaro.
Mi tengo comunque alla larga dai remake, come sempre.
Tra l'altro leggo che quello di Tzameti l'ha girato lo stesso regista, 5 anni dopo.
Ste cose proprio non le capisco, come Haneke con Funny Games.





Uno dei primi, forse il primo, a farlo negli States fu Sluizer con Vanishing.

Credo l' avesse fatto anche Bornedal col Guardiano di notte.

Shimizu, come citato stamane nel topic di Volo 7500, lo fece sicuramente col franchise di Ju-On.

E a Nakata fecero fare il sequel del remake di Ringu!

Ma è una cosa che prescinde da questi esempi recenti: ad esempio Margheriti rifece il proprio Danza macabra come Nella stretta morsa del ragno.

Ovviamente da quando si è messa di mezzo Hollywood, la cosa è sfuggita di mano.



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14/03/2022 00:13
 
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Re:
po-yee, 13/03/2022 13:56:




Altro titolo a cui ho pensato è The Circle, del 2015, che a suo tempo sottotitolai, e che ora si trova su Netflix. Qui le cose si fanno un po’ diverse, nel senso che non sappiamo (e neanche lo capiamo alla fine, o per lo meno, io non l’ho capito) il motivo per cui questi 50 individui si ritrovino in una stanza dove ogni 5 minuti uno di loro viene seccato da una scarica elettrica. Esperimento sociale? Può essere, perché sta proprio ai 50 sconosciuti mettersi d’accordo fra loro e decidere chi sarà la prossima vittima sacrificabile.
Anche qui, dunque, pur con tutte le differenze del caso, la fa da padrone il tema dell’animo umano nel contesto lotta per la sopravvivenza.
Di conseguenza, possiamo infilarci a diritto anche i vari The Cube, i Saw per certi versi, e tanti altri che verranno in mente anche a te.
E in tema di ricconi che guardano morire i poveracci come non pensare ad Hostel, tanto per citarne uno famoso a caso?





Dopo avere riflettuto, tutta qst parte mi è parsa una pisciata fuori dal vaso: detto senza offesa, xke son qui x discuterne ed agomentare.

Tralascio Circle (ke non ho visto xke lo scopro ora) e Cube (ke non ricordo bene), anche se mi sembra si sconfini della pura sci-fi (da ciò che ho letto del primo, e da ciò che rammento del secondo).

Ma la saga di "Saw" cosa c' entra col concetto di gioco estremo? Abbiamo un serial-killer malato terminale che uccide persone le quali non amano abbastanza la vita. Almeno, questo era l' assunto sino più o meno al 4, poi mollai e quindi non so se dopo si siano aggiunte altre tematiche più vicine a Sheckley & co., ma insomma...

Hostel, poi, meno che meno. In un gioco sono tutti sono potenziali vittime messe in competizione tra loro, negli Hostel invece non vedo sfida ma solo vittime e carnefici con ruoli ben definiti, ed il senso è quello di un live-snuff. L' esempio più calzante, in questo senso, sarebbe invece proprio quello dei Red room giapponesi citati da me, dove ci sono sì punti di contatto col torture-porn (e ben prima degli Hostel) ma dove i giocatori si sfidano torturandosi reciprocamente a turno, e dove saltano fuori parecchi spunti che, casualmente o meno, ritroveremo in Squid game (e che non cito x non spoilerare).

A questo proposito ho volutamente omesso tutti gli esponenti di quel filone iniziato con La pericolosa partita e sviluppatosi in decine di evoluzioni (Turkey shoot & remake, Deadly prey & sequel, Sopravvivere al gioco, ecc...) sino al recente The hunt, dove cacciatori braccano prede umane, ma sempre con ruoli ben definiti; forse giusto la variante Death race 2000 (parlo dell' originale di Bartel con Stallone nel cast) potrebbe rientrare di striscio nella nostra disamina, ma salomonicamente non l' ho citato lo stesso, prima di adesso.




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14/03/2022 01:28
 
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Re:
po-yee, 13/03/2022 13:56:

Come da indicazioni di Maniak, ecco qui il topic.

Premesso che io Squid Game l’ho trovato piuttosto divertente, non posso negare che la sensazione di deja-vu non mi ha mollato un attimo da quando “si svelano i giochi”.
Il primo pensiero è andato subito a Stephen King e a due romanzi letti in età giovanile, “La lunga marcia” e “L’uomo in fuga”, rispettivamente del ’79 e dell’’82 (dal secondo venne tratto il film “L’implacabile” con Schwarzenegger, sempre negli anni ’80, ma non l’ho mai visto).
Entrambi ambientati in un futuro distopico, cioè la realtà che viviamo oggi, in cui la gente è completamente lobotomizzata da programmi tv senza scrupoli (tipo Masterchef o Nudi e crudi) che mostrano i concorrenti sfidarsi letteralmente fino alla morte in generi diversi di survival games, quei romanzi probabilmente allora sì che scioccarono i lettori (me sicuramente), per il concetto originale del “cosa sei disposto a fare per sfuggire alla tua condizione sociale ed accedere anche tu ai benefici e agli agi che solo la casta possiede?”.
Morire, è la risposta. La morte fa parte del regolamento, e implacabilmente viene messa in atto se non ti attieni alle regole o se perdi. Anni ’80. Ero in pre-adolescenza e quelle letture, insieme ad altre, si fusero con il mio dna e il concetto in sé di survival game che incontrai i seguito tante altre volte nel cinema e in letteratura non fu più motivo di stupore.

In campo cinematografico, Flavio potrebbe citarti molti più titoli ma fa il prezioso.
Il primo che mi è venuto in mente è stato “13 Tzameti”, che se non hai visto ti consiglio di recuperare e quindi evito di spoilerarti, anche se vabbè a sto punto hai già capito. Lì comunque ci trovi tutto: il protagonista povero, gli scommettitori ricchi e debosciati, il gioco mortale, la critica feroce alla società…

Impossibile poi non pensare al giapponese Battle Royale, dove i protagonisti del gioco al massacro sono studenti liceali. Qui le motivazioni sono altre, se non ricordo male il gioco è una sorta di programma messo in atto per legge allo scopo di contrastare il dilagare della violenza tra i giovani (!) ma il meccanismo alla fine è il medesimo ed è occasione, anche qui, per un’analisi dell’animo umano calato in un contesto di sopravvivenza.

Altro titolo a cui ho pensato è The Circle, del 2015, che a suo tempo sottotitolai, e che ora si trova su Netflix. Qui le cose si fanno un po’ diverse, nel senso che non sappiamo (e neanche lo capiamo alla fine, o per lo meno, io non l’ho capito) il motivo per cui questi 50 individui si ritrovino in una stanza dove ogni 5 minuti uno di loro viene seccato da una scarica elettrica. Esperimento sociale? Può essere, perché sta proprio ai 50 sconosciuti mettersi d’accordo fra loro e decidere chi sarà la prossima vittima sacrificabile.
Anche qui, dunque, pur con tutte le differenze del caso, la fa da padrone il tema dell’animo umano nel contesto lotta per la sopravvivenza.
Di conseguenza, possiamo infilarci a diritto anche i vari The Cube, i Saw per certi versi, e tanti altri che verranno in mente anche a te.
E in tema di ricconi che guardano morire i poveracci come non pensare ad Hostel, tanto per citarne uno famoso a caso?

Personalmente, poi, non ho potuto fare a meno di accostare il protagonista, un po’ tonto, buono e sfigatissimo, alla famigliola di losers (in particolare il papà ossigenato della bambina rapita dal mostro) di The Host di Bong Joon-ho. Coreano pure lui.

Alla fine, comunque, lungi da me la volontà di denigrare Squid Game che, ripeto, non mi è dispiaciuto affatto, ma anch’io, come Gioli, mi sono chiesta il perché di tutto questo clamore, questo gridare al miracolo come se fosse sbarcata su Netflix la novità del secolo a stravolgere per sempre i canoni del cinema per come l’abbiamo visto finora. Forse, azzarderei, per come l’avete visto voi finora. Non parlo di te, Perfect, ma di un pubblico che probabilmente la cosa più estrema ed innovativa a cui ha assistito è La casa di carta (a proposito, che dire di quelle tutine rosse?).

P.S. Un’altra analogia, a cui non ho potuto fare a meno di pensare ridendo un po’, è Takeshi’s Castle.





Sì ma stai calma.

Comunque a questo punto aggiungiamo anche “The Condemned” dove alcuni condannati a morte vengono mandati su un’Isola a farsi fuori a vicenda in diretta streaming.

Anche se secondo me con questo genere di film siamo un po’ fuori tema.

Tra l’altro so che ne hanno fatto una parodia porno, così, tanto per fare anche io l’esperto della situazione.

A me di Squid Game, per assurdo, la parte che è piaciuta di più è quella PRIMA che vengano reclutati per il gioco.
Mi ha trasmesso un’angoscia totale per la situazione del protagonista che sembra davvero senza via d’uscita.

Poi da lì in poi è stato abbastanza un calo: il primo gioco figo, poi tra ladri di organi, risse notturne e la consapevolezza che non sarei mai sopravvissuto al secondo gioco, ha smesso di entusiasmarmi.

Spero in un sequel dove vedere “strega comanda colore”, “palla asino” e la corsa nei sacchi.


La perfezione esiste
14/03/2022 08:34
 
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Re: Re:
Mr.Perfect, 14/03/2022 01:28:



Comunque a questo punto aggiungiamo anche “The Condemned” dove alcuni condannati a morte vengono mandati su un’Isola a farsi fuori a vicenda in diretta streaming.

Anche se secondo me con questo genere di film siamo un po’ fuori tema.





Sicuramente Squid game non è completamente identico a nessuna della numerose ipotetiche fonti citate, però sembra avere preso in prestito parecchie componenti da ognuna ed averle assemblate.

Sarebbe sicuramente sbagliato dire che Squid game e Battle royale sono la stessa cosa, tra l' altro il confinare i concorrenti su di un' isola è un espediente che risale già ai vari Most dangerous game, Turkey shoot & co., ed è tra l' altro una scelta piuttosto ovvia, quasi obbligata (quale posto è migliore di un' isola x eliminare le possibilità di fuga?): però quando ai giocatori intrappolati sull' isola viene data la sveglia con brani di musica classica, viene da pensare che BR il regista lo abbia visto e lo voglia quantomeno omaggiare, se non proprio copiare.

Idem x As the gods will: quello di Miike è un altra cosa, tra l' altro di genere strettamente fantasy, però tutta la sequenza dell' Un due tre stella diventata iconica in Squid game la si era già vista praticamente identica in quel film là.

E così via.

Che poi non è necessariamente un male avere assemblato vari spunti (Tarantino in questo modo ha realizzato buona parte della propria filmografia, spesso dichiarandolo apertamente come nel caso di Kill Bill), ciò che fa storcere il naso è che lo spettatore medio di Netflix abbia commentato: oooh che figata la musica classica, oooh che genialata l' un due tre stella, e così via... insomma, qui, come affermato pure dalla poppa, non è che ci sia nulla di cosi' rivoluzionario.


[Modificato da MD-MAniak 14/03/2022 08:39]


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14/03/2022 08:48
 
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Re: Re:
Mr.Perfect, 14/03/2022 01:28:




A me di Squid Game, per assurdo, la parte che è piaciuta di più è quella PRIMA che vengano reclutati per il gioco.
Mi ha trasmesso un’angoscia totale per la situazione del protagonista che sembra davvero senza via d’uscita.





Vero, la prima parte è quella che più vale, se non altro xke crea aspettative... poi in larga parte disattese successivamente, come hai già sottolineato tu.

Ma già durante quella prima parte una certa prevedibilità faceva cmq capolino: per dire, durante quella prima sfida nella metro, avevo previsto che dopo avere preso cinquanta schiaffi in faccia, il protagonista si sarebbe scordato del denaro ed il suo primo impulso sarebbe stato quello di mollarne uno a propria volta.

E poi, quando specialmente nel proseguio si riuscirà a sorprendere, lo si farà in maniera spesso sleale: esemplare la sorte del vecchietto, ad esempio.

Vedremo, forse, cosa si riuscirà a combinare nella ventilata seconda stagione.


[Modificato da MD-MAniak 14/03/2022 09:27]


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14/03/2022 13:35
 
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Guarda poppa, dopo avere approfondito ho scoperto che potrei effettivamente averti indotta a scrivere una parola inesistente: ma non preoccuparti, xke magari ci penserà il nostro bot 404 a correggere.


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Re: Re:
MD-MAniak, 14/03/2022 00:13:



Dopo avere riflettuto, tutta qst parte mi è parsa una pisciata fuori dal vaso: detto senza offesa, xke son qui x discuterne ed agomentare.

Tralascio Circle (ke non ho visto xke lo scopro ora) e Cube (ke non ricordo bene), anche se mi sembra si sconfini della pura sci-fi (da ciò che ho letto del primo, e da ciò che rammento del secondo).

Ma la saga di "Saw" cosa c' entra col concetto di gioco estremo? Abbiamo un serial-killer malato terminale che uccide persone le quali non amano abbastanza la vita. Almeno, questo era l' assunto sino più o meno al 4, poi mollai e quindi non so se dopo si siano aggiunte altre tematiche più vicine a Sheckley & co., ma insomma...

Hostel, poi, meno che meno. In un gioco sono tutti sono potenziali vittime messe in competizione tra loro, negli Hostel invece non vedo sfida ma solo vittime e carnefici con ruoli ben definiti, ed il senso è quello di un live-snuff. L' esempio più calzante, in questo senso, sarebbe invece proprio quello dei Red room giapponesi citati da me, dove ci sono sì punti di contatto col torture-porn (e ben prima degli Hostel) ma dove i giocatori si sfidano torturandosi reciprocamente a turno, e dove saltano fuori parecchi spunti che, casualmente o meno, ritroveremo in Squid game (e che non cito x non spoilerare).

A questo proposito ho volutamente omesso tutti gli esponenti di quel filone iniziato con La pericolosa partita e sviluppatosi in decine di evoluzioni (Turkey shoot & remake, Deadly prey & sequel, Sopravvivere al gioco, ecc...) sino al recente The hunt, dove cacciatori braccano prede umane, ma sempre con ruoli ben definiti; forse giusto la variante Death race 2000 (parlo dell' originale di Bartel con Stallone nel cast) potrebbe rientrare di striscio nella nostra disamina, ma salomonicamente non l' ho citato lo stesso, prima di adesso.




Vabbè, che precisetti, sono andata avanti per associazione di idee, mica ho detto che è tutto uguale.
Volevo mettere in evidenza il fatto che di nuovo e originale stringi stringi in Squid Game c'è ben poco.
Il tema delle reazioni e relazioni umane di fronte alla scelta di vita e di morte in un gioco (quale che sia il motivo che muove il burattinaio) è presente in parecchi film, tra cui anche Saw (ora non chiedermi in quanti e quali perché proprio non saprei inquadrarli in nessun ordine logico o cronologico).
Il paragone con Hostel l'ho fatto invece solo per accostare i ricconi che si comprano le vittime da torturare e i ricconi che si godono lo spettacolo e scommettono su chi sopravvivrà.

Vuoi dirmi anche che Takeshi's Castle è diverso, perché lì non muore nessun concorrente? 😑


14/03/2022 17:15
 
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Re:
MD-MAniak, 14/03/2022 13:35:

Guarda poppa, dopo avere approfondito ho scoperto che potrei effettivamente averti indotta a scrivere una parola inesistente: ma non preoccuparti, xke magari ci penserà il nostro bot 404 a correggere.


Lo sapevo.
Meno male che non c'è Steveau.

14/03/2022 19:55
 
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Re: Re:
po-yee, 14/03/2022 17:15:



Meno male che non c'è Steveau.





Un tempo avresti detto il contrario!

Si macchiò forse di qualche abuso dopo averti resa incosciente mediante alcool e ghb??


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14/03/2022 20:10
 
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Re: Re: Re:
MD-MAniak, 14/03/2022 19:55:




Un tempo avresti detto il contrario!

Si macchiò forse di qualche abuso dopo averti resa incosciente mediante alcool e ghb??


Ma che dici, a quei tempi avrebbe potuto tranquillamente abusarmi senza bisogno di alcol e droghe.
14/03/2022 20:40
 
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Re: Re: Re: Re:
po-yee, 14/03/2022 20:10:


Ma che dici, a quei tempi avrebbe potuto tranquillamente abusarmi senza bisogno di alcol e droghe.




eh ma senza sostanze dubito che tu saresti riuscita a stare ferma immobile x soddisfare le sue fantasie necrofile.

io invece nemmeno con tutte le droghe del mondo potrò mai capire come lui riuscì a far colpo con una frase oscena che peraltro aveva già scordato il giorno dopo.


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Re: Re: Re: Re: Re:
MD-MAniak, 14/03/2022 20:40:




eh ma senza sostanze dubito che tu saresti riuscita a stare ferma immobile x soddisfare le sue fantasie necrofile.

io invece nemmeno con tutte le droghe del mondo potrò mai capire come lui riuscì a far colpo con una frase oscena che peraltro aveva già scordato il giorno dopo.



Su di me fece colpo con una frase? Quale?
14/03/2022 20:48
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
po-yee, 14/03/2022 20:42:



Su di me fece colpo con una frase? Quale?




ah, come non detto, scusa






*****************************

"Quanta benzina abbiamo?"

"Non molta."

"Okay..."


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