A.A.A. VENDESI ROMA
– I SENSI: “PRONTI A LASCIARE, MA NON AL PRIMO VENUTO”
- SOROS IN POLE, GLI SCEICCHI RIDOTTI A UN MIRAGGIO
– POSSIBILE ANCHE UN PIANO “B”: INGRESSO “DOLCE” IN SOCIETÀ DEL MAGNATE USA…
Marco Mensurati per “la Repubblica”
La famiglia Sensi ha deciso: la Roma si vende.
Non al primo venuto. Non a qualunque costo. Ma si vende.
Le spaccature interne, dunque, sono state superate. Le sorelle si sono messe d´accordo e l´antico veto del capostipite è caduto di fronte a una situazione economica quanto mai complicata. E´ questo il dato principale che emerge dalla giornata ieri. Una giornata in cui la società di Trigoria è stata costretta a fare i conti con la propria condizione di società quotata in borsa (e per di più inserita dalla Consob nella famigerata black list, l´elenco di quelle società finanziariamente malconce che l´autorità di vigilanza costringe a una gestione particolarmente trasparente) e ad uscire allo scoperto, quanto meno circa le proprie intenzioni.
La giornata si apre alle 10,45 quando, prima che la Borsa cominci a trattare il titolo, la Compagnia Italpetroli (controllante) e l´As Roma (controllata) emettono congiuntamente
un comunicato che esclude in maniera quanto mai chiara la presenza di un´offerta alternativa a quella del magnate americano George Soros.
Domenica da Pechino, lo sceicco del Dubai aveva dichiarato di avere intenzione di acquistare la Roma e di essersi messo già in contatto con la società. Che però ieri, appunto, ha smentito.
Altrettanto categorico l´intervento della banca Unicredit, secondo alcuni, advisor per conto degli arabi: mai sentiti.
Ridotti gli sceicchi a un miraggio, Rosella Sensi e il suo staff si presentano in Consob dove erano stati convocati nei giorni scorsi.
Oggetto dell´incontro, il comportamento della Roma in tutta questa vicenda.
Di fronte all´autorità di vigilanza – decisamente contrariata per la gestione delle informazioni al mercato da parte della società – i dirigenti giallorossi spiegano finalmente la situazione comunicando la loro
intenzione di vendere – per fare fronte al debito con Unicredit – e descrivendo in maniera più precisa il tipo di incontro "interlocutorio ed esplorativo" avuto mercoledì scorso con gli emissari di George Soros, i rappresentanti della Inner Circle Sports, Steven Horovitz e Phill Hall.
George Soros
© Foto La Presse
Il contenuto dell´incontro con la Consob viene poi riassunto in comunicato e divulgato a mercato chiuso (il titolo sta vivendo momenti di gloria, in questi giorni e ieri ha segnato un +13,95%): "Qualsiasi scelta dovesse essere assunta in futuro in merito alla partecipazione in questione, terrà debitamente conto, come sempre in passato, degli interessi di As Roma e dei soci di minoranza", è la conclusione, abbastanza significativa, del comunicato.
Mentre la Roma chiarisce e si chiarisce le idee, la trattativa con Soros è sospesa. Momentaneamente, però. Perché presto ripartirà: in attesa di una chiamata da Roma, gli uomini del magnate americano stanno valutando la situazione. A quanto pare sta prendendo piede anche l´idea di una sorta di p
iano B:
puntare a un ingresso "dolce" nella società, intervenendo cioè nella proprietà in maniera graduale.
Una scelta che sarebbe stata consigliata anche dall´incertezza politica, con il sindaco di Roma ancora da eleggere, e con i non pochi dubbi amministrativi sulla possibilità di
costruire, in tempi brevi, un nuovo stadio, punto fondamentale del progetto di Soros. A tale proposito va registrata l´uscita del candidato Rutelli che ieri, dopo Alemanno, si è detto possibilista circa l´ipotesi di costruzione del nuovo impianto.
Marco Mensurati per “la Repubblica” - 22 Aprile 2008
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.