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La beffa del bonus per i poveri

Ultimo Aggiornamento: 19/01/2011 10:12
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19/01/2011 10:12


L'Agenzia Entrate chiede a 50 mila famiglie di restituire l'una tantum del 2007: dall'Inps dati sbagliati
ALESSANDRO BARBERA

ROMA
Le lettere sono partite all’inizio dell’anno dalle direzioni regionali dell’Agenzia delle Entrate. Destinatari: circa cinquantamila contribuenti. Il contenuto è lo stesso per tutti e fa più o meno così: caro contribuente, ci devi restituire 150 euro più sanzioni e interessi riconosciuti tre anni fa. Motivo? Non sei fra coloro i quali ne aveva diritto. Totale: 192,90 euro. Possibile? Possibile. Questa non è una delle tante storie di «cartelle pazze», come le definiscono i commercialisti. Non c’è di mezzo un errore di battitura, né la svista di un funzionario. Se Franz Kafka fosse ancora fra noi, ci avrebbe trovato lo spunto per uno dei suoi racconti. Ma a vederla da vicino, qui a dare cattiva prova di sé è anzitutto la politica. La quale, per fretta o mala fede, si fa scudo della burocrazia. Al lettore l’ardua sentenza.

Per raccontare questa storia paradossale occorre tornare indietro di tre anni, all’autunno del 2007. In carica c’è il governo Prodi, alle prese con una maggioranza risicata e la richiesta della sua ala sinistra di aiutare i più poveri. Non avendo molte risorse a disposizione (e quando mai ci sono?) e avendo a destra chi chiede un segnale anche al popolo delle partite Iva, la maggioranza Pds-Verdi-Rifondazione-Udeur prende una decisione salomonica: l’erogazione di un bonus da 150 euro a tutti coloro che guadagnano meno di 50mila euro l’anno. O meglio: l’erogazione di un bonus a tutti coloro che guadagnano meno di quella cifra e però con imposta netta pari a zero. L’Inps li definisce i cosiddetti «incapienti»: si tratta di coloro che, per un motivo o l’altro (figli, familiari a carico) non pagano nemmeno un euro di imposte. Benché si tratti di una cifra simbolica, la faccenda è allettante: il contribuente non deve fare nulla, il bonus viene erogato automaticamente. Pensionati e lavoratori dipendenti lo troveranno in busta paga o nel cedolino Inps della pensione sottoforma di detrazione fiscale, gli autonomi e i precari lo potranno confermare nella successiva dichiarazione dei redditi. L’allora ministro delle Finanze Vincenzo Visco stimò più di 12 milioni di beneficiari e un costo tutt’altro che simbolico: quasi due miliardi di euro. Una cifra con la quale, per venire all’oggi, si può rifinanziare per almeno cinque anni la legge sul cinque per mille.

Tutto bene? Nemmeno per sogno. A distanza di tre anni l’Agenzia delle Entrate scopre l’errore. Quale? Ebbene, il bonus automatico fu riconosciuto dall’Inps sulla base di liste vecchie di anni, e dunque, in molti casi, a persone le quali non ne avevano diritto. Le lettere, partite in questi giorni, sono finite nei centri di assistenza fiscale di mezz’Italia, e in particolare del Nord. Prima in Liguria, poi in Friuli, Veneto, Trentino, Piemonte. Alcune di queste sono famiglie diventate ricche, ricchissime: nei corridoi dell’Agenzia si parla di anche noti personaggi dello spettacolo. Altri si riveleranno grandi evasori. Ma nella rete dei rimborsi finiscono pure insospettabili pensionati ai quali la burocrazia, inevitabilmente, chiede conto di aver pagato qualche euro di tasse a fronte della condizione tassativa posta dalla norma, ovvero quella di non avere imposte da versare. Di fronte alle proteste, il direttore dell’Agenzia Attilio Befera decide qualche concessione: a chi è pensionato, per aver ricevuto il bonus incolpevolmente, non è dovuta alcuna sanzione. Basta restituire (si fa per dire) i 150 euro, anche a rate. Ai dipendenti e agli autonomi che invece avevano colpevolmente confermato il diritto al bonus nella dichiarazione dei redditi, la cifra deve essere restituita con interessi e sanzioni. Tempo a disposizione: trenta giorni.

Fonte

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





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<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

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