Dirò forse cose che appariranno ovvie, nella migliore delle ipotesi, o buffe, addirittura sceme, probabilmente.
Ma pensate agli adulti.
Quanti adulti avete visto nei film amatoriali?
Molti?
Non ci credo. Io ne ho sempre visti pochi, perché pochi ce ne sono.
Se ce ne sono, spesso, è perché chi ha girato il corto è adulto a sua volta, e si è limitato a coinvolgere amici e conoscenti.
In questo caso, alla presenza di adulti, di persone "mature", corrisponde una totale assenza di giovani, ragazzi, ragazzine.
E ora ditemi: quante ambientazioni ci sono generalmente in un corto amatoriale?
Poche. Per lo più, siamo in case-italiane.
E ditemi ancora: quanta cura estetica c'è in un corto, generalmente? Mi riferisco in particolare a: quanta cura dell'abbigliamento trovate?
Non è forse vero che, per lo più, gli attori si gettano in scena così come sono usciti di casa per andare nella casa-italiana dell'amico a fare il corto?
ORCE è proprio il corto che cercavo.
Stabilisco subito che la storia non mi piace. CHe non mi piacciono i dialoghi (anche se ho apprezzato molto l'idea del sottotitolo), le interpretazioni, la fotografia poco personale.
Insomma: il lavoro tecnico e narrativo regala qualcosa di già visto e poco emozionante.
Ma ORCE è grande. Anzi: GRANDE.
Finalmente c'è qualcuno in grado di presentare un'opera che osa. Un'opera che prova in tutto e per tutto a fare un film.
ORCE non ha alcun limite, nelle intenzioni.
Mescola sullo schermo la presenza di adulti e ragazzi, perché adulti e ragazzi servivano per la storia che si andava a raccontare.
Ci si muove lungo un filo spazio-temporale ampio, perché la storia era estesa su un filo spazio-temporale ampio.
Ci si organizza per abbigliare i protagonisti in modo particolare, perché, ancora una volta, così voleva la storia.
ORCE vuole raccontare qualcosa, e allora va contro ogni logica di risparmio, e la racconta come meglio può.
Questo è entusiasmo.
Questo è dire: "Io voglio raccontare determinati eventi. E lo faccio così come li ho immaginati".
Ora che trovo un corto che riassume in sé quelle caratteristiche di ardore, pasione, euforia tipici di un pretendente artista, sono felice.
E triste, perché dovrebbe essere cosa comune.
Bravissimi.
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"Si staranno preoccupando per noi?"
"No, non ancora. Dovevamo incontrare i camion venti minuti fa; si faranno vedere soltanto fra un'ora e mezza. Alle due, cominceranno a chiedere a
qualcuno se c'hanno visto. Alle tre ci cercheranno nei bar, e verso le quattro si arrabbieranno. Alle cinque, forse qualcuno capirà che ci siamo persi. Alle sei, il capitano penserà di chiamare il comando, e lo farà solo alle sette e mezza. Dal comando risponderanno che è tardi e
che ci penseranno domani."