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La sessualità nell’Antico Testamento - Spunti esegetici di riflessione e dibattito

Ultimo Aggiornamento: 09/02/2009 03:22
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09/02/2009 03:22

La sessualità nell’Antico Testamento - Spunti esegetici di riflessione e dibattito

L'idea di questo articolo è quella di provare ad illustrare, alcune linee esegetiche riguardo alla questione omosessuale, soprattutto in riferimento all’Antico Testamento nel tentativo di far nascere un dibattito.
Penso che ciò sia utile per comprendere da quali domande partiamo nell’analisi dei testi biblici e per fare alcune precisazioni di carattere storico-sociologico, che ci permettono di evitare alcune ambiguità tipiche di quando si parte da una problematica "contemporanea" e si cerca nel testo biblico una risposta. L’elenco delle seguenti argomentazioni cercherà anche di valorizzare un percorso di riflessione che non inizia oggi e che potrà continuare anche attraverso le pagine del nostro bollettino


1. Sebbene il cristianesimo nei suoi duemila anni di storia abbia in diversi modi legato il tema della sessualità all'etica, basterebbe un rapido sguardo ai catechismi, ai testi di pastorale o ai documenti del Concilio Vaticano II o dei sinodi, per poter dire che da sempre questo è un tema all'ordine del giorno in ambito ecclesiastico.
Penso vada sottolineata l'urgenza che proviene da una domanda di accoglienza, posta per esempio da persone omosessuali che sono emarginate o non riconosciute pienamente in molte comunità ecclesiali, o dalla lettura della Bibbia fatta da molte donne che, partendo dalla propria condizione di sofferenza o di esclusione da alcuni ruoli, hanno costretto la supposta “teologia neutrale” elaborata dagli uomini a rivedere sia le molte sue interpretazioni.

2. Il tema dell'accoglienza ci costringe a discutere anche la nostra prassi a livello di vita comunitaria, negli atti liturgici e nella predicazione. In particolare alcune richieste riguardanti la possibilità di esercitare il ministero pastorale da parte di persone dichiaratamente omosessuali, oppure la richiesta di matrimoni da parte di coppie omosessuali costringono attualmente le chiese protestanti a rivedere le proprie visioni in materia e a sforzarsi di cercare una prassi ecclesiale diversa. Su questi temi ma anche su altri, ad esempio il ministero femminile, si misura in campo ecumenico la possibilità di un dialogo maggiore tra le varie chiese dell'ecumene cristiana.

3. In quasi tutte le culture la sessualità è collegata al tema della religione, sia nei comportamenti individuali sia nelle scelte politiche. E' necessaria quindi una riflessione sulle interpretazioni e le affermazioni che le chiese hanno fatto nel passato, che non si sottragga alle domande più attuali.

4. In ultimo, penso sia importante, anche attraverso una riflessione che parta dai testi biblici, riuscire a comprendere di nuovo tutto ciò che riguarda la sessualità, componente fondamentale della propria identità, nella dimensione del dono.
Penso che questo punto andrebbe in realtà situato al primo posto di quest’elenco, ma mi sembra che la richiesta d'accoglienza da una parte e i problemi che ancora sorgono nelle chiese rispetto ai temi che riguardano la sessualità dall’altra, siano ciò che davvero ci chiama a lavorare su questo tema.

Date queste premesse è necessario fare due precisazioni, a cui più avanti fornirò dei riscontri nei testi biblici.

09/02/2009 03:22

A. Sia le modalità con le quali interroghiamo i testi, sia i problemi da cui partiamo, come abbiamo visto, non sono certo nuovi, si potrebbe anzi dire che appartengono alla natura stessa del produrre teologia; per esempio molti testi di carattere legale dell'AT nascono come risposta a domande simili alle nostre. Questo non deve farci dimenticare che le nostre categorie attuali e molte delle nostre domande non sono le stesse alle quali rispondeva il testo biblico. Solo per fare alcuni esempi:
- L'interesse predominante di molti testi legali (Levitico 18-20, per esempio) è il mantenimento dell'unità del clan familiare a struttura patriarcale;
- I testi legali sono rivolti e redatti avendo come referente l'uomo maschio adulto. A lui e ai suoi figli maschi è rivolta la gran parte delle leggi dell'antico Israele;
- La categoria della sessualità come è intesa oggi, cioè svincolata dal matrimonio e dalla procreazione, è assente da questi testi e forse viene presupposta solo in testi quali il Cantico dei Cantici;
- La struttura patriarcale e il matrimonio visto come atto civile di solito slegato, o comunque non necessariamente legato ad una relazione d'amore tra due individui, ci deve mettere sull'avviso rispetto a possibili errori di interpretazione dei testi, per esempio sul rapporto tra uomo e donna oggi e nell'antico Israele;
- L'atto sessuale in quanto tale difficilmente viene tematizzato al di fuori dei testi legali. Molte informazioni le ricaviamo da narrazioni dove sono applicate alcune di queste leggi che regolano la struttura del clan familiare (Il libro di Rut, il ciclo di Giacobbe (Genesi 27-36), la storia di Tamar e Giuda (Genesi 38), la storia di Dina (Genesi 34), il racconto drammatico di Giudici 19, ecc...). Per questo motivo è bene ampliare la riflessione ai temi della purità e del culto. In Lv 18,21; 20,1-6 le prescrizioni sul comportamento sessuale sono messe in strettissima connessione con la necessità per Israele di distinguersi dai popoli che offrivano il loro culto al dio pagano Moloc, culto nel quale probabilmente venivano sacrificati figli di unioni avvenute durante orge cultuali con prostitute sacre. Per comprendere queste prescrizioni bisogna dunque calarsi in quel contesto e non proiettare su di esse le nostre problematiche del XXI° secolo;
- L'omosessualità intesa come identità personale particolare, è una categoria che nasce nel XIX° secolo. Il testo biblico ne parla come un atto impuro fra i tanti e lo stigmatizza all'interno delle varie abominazioni dalle quali Israele si deve astenere. (Lv 20,13[1])
- Le diverse conoscenze biologiche del tempo fanno sì che nell'Israele di epoca biblica non fosse concepibile l'idea di una sterilità maschile; il seme maschile veniva, da solo, considerato responsabile dell'azione generativa. Il "gettare il seme a terra" di Onan (Gn 38,9) viene quindi interpretato per questo come rifiuto di dare una discendenza alla moglie del fratello e quindi una trasgressione della legge del levirato (Dt 25,5-6[2]). - Rispetto al divorzio dobbiamo confrontarci con una cultura che prevede solo il ripudio da parte maschile, e possibile solo in determinati e codificati casi. All'interno quindi di una cultura nella quale la moglie "appartiene" al marito (e in questo senso sono pensate le pene per gli adulteri) possiamo però trovare delle norme che proteggono la donna (cfr. Deuteronomio 22, 25-29).

B. I testi dell'Antico Testamento vanno interrogati sia per un interesse per quello che ci dicono in quanto tali, sia per comprendere lo sfondo culturale sul quale si collocano i testi del Nuovo Testamento, quali ad esempio alcune affermazioni di Paolo che fanno riferimento alla categoria della purità (I Cor 6,12-8,13)
Un eventuale documento sulla sessualità penso debba partire dall'Antico Testamento, ma non può sicuramente sottrarsi da una riflessione che tenga conto di entrambe le parti della nostra Bibbia.

Fatte queste precisazioni penso si possano definire degli obiettivi principali :

1. Attraverso un'esegesi di tutti i testi connessi con il tema della sessualità possiamo mostrare i molteplici significati che i testi possono avere; questo, non per trovare delle norme da rispettare secondo un approccio letteralistico, ma per mettere in discussione le interpretazioni di testi più o meno conosciuti sulle quali si sono basati coloro che hanno attuato una lunga prassi discriminatoria nei confronti dei soggetti più deboli.
2. In tal modo è possibile valorizzare testi meno conosciuti per recuperare un visione della sessualità più profana e meno legata al sacro. Legame, quello tra sessualità e sacro, evidenziato ancora oggi dal bisogno di molti di dare una veste religiosa all'unione matrimoniale anziché privilegiane l'aspetto civile (pensiamo, per esempio, al dibattito sull'unione di coppie omosessuali o al numero di matrimoni religiosi con valore civile).
3. In terzo luogo si potrà così approfondire la questione dell'alterità della donna e dell'uomo in quanto creature create diverse in rapporto all'alterità di Dio.
4. Propongo alcune linee di riflessione che aiutino le chiese a sviluppare una prassi ecclesiale rispetto alle domande poste all'inizio (liturgie di benedizioni, matrimoni, ecc) e che interroghino la nostra personale visione della sessualità.

I testi sui quali sarebbe secondo me opportuno lavorare sono presenti in tutte e tre le parti dell'Antico Testamento, in particolare:

- Genesi 1-3, con particolare riferimento al racconto della creazione dell'uomo e della donna e alla cacciata dal giardino dell'Eden.

- I testi legali di Lv 18-20; Dt 22-25; Es 20-22; Dt 5.

- I racconti che includono storie legate al tema della sessualità o alle leggi citati in questi codici legali (ad esempio il ciclo di Giacobbe, Gn 38, Gd 19, i racconti di nascite e di unioni dei figli dei patriarchi, il racconto di Sodoma e Gomorra, ecc..)

- I numerosi testi profetici che utilizzano metafore sessuali-matrimoniali per parlare del rapporto di Dio con Israele.

- Alcuni testi sapienziali come Proverbi 31

- Il Cantico dei cantici

- Altre narrazioni che ci propongono una particolare visione delle relazioni all'interno di Israele (esempio il rapporto tra Davide e Gionata in 1Sam 18-19 e 2Sam 1,1ss.)

A titolo di esempio vorrei proporre ora alcune riflessioni su tre di questi testi:

Gn 1-3.Questo testo è stato spesso nella storia utilizzato per fondare la superiorità maschile e l'istituzione del vincolo matrimoniale (in alcuni casi diventato sacramento). Su Gn 1,27[3] l’esegeta anglosassone Phillis Trible[4] afferma invece che l'aver creato l'umanità a sua immagine da parte di Dio e dire successivamente che Li creò maschio e femmina, sottolinea l'alterità di Dio rispetto alle creature e la loro diversità. Non per questo siamo obbligati a sacralizzare l'unione di un uomo e donna (come alcuni commentatori fanno in base a Gn 2,24[5]) Vi è certamente un'analogia di relazione, ma non è detto che vi sia una complementarietà tra i due generi. Il testo di Gn 2,24 viene interpretato come la descrizione del mistero dell'attrazione tra uomo e donna: l'uomo lascerà il suo clan familiare e si unirà a lei. Contrariamente alle leggi, inoltre, è l'uomo a spostarsi: anche per questo è difficile vedere in questo testo qualche riferimento alle prescrizioni sul matrimonio presenti nel Levitico e nel Deuteronomio. L'analisi della narrazione utilizzata da Trible evidenzia inoltre come il culmine del racconto della creazione giunga in Gn 2,23 quando viene creata la donna, e come l'uomo, con le sue prime parole, esprima la soddisfazione per colei che Dio ha creato, confermando l'essere della donna della stessa natura dell'uomo. Nel v.24 viene descritto ciò che avviene, cioè un atto sessuale: il punto nodale è dato dal "sua" moglie che farebbe pensare ad un matrimonio monogamico, o perlomeno ad una sorta di fidanzamento. Bisogna però notare il carattere non legale di questo testo e quindi si può difficilmente pensare ad una redazione posteriore che abbia voluto così istituire sin dalla creazione il matrimonio monogamico. La situazione di Israele, inoltre, mostra molto chiaramente un contesto dove è possibile avere più di una moglie. E' detto non commettere adulterio, ma quasi tutte le norme del Levitico fanno riferimento ad una situazione nella quale un uomo è sposato con più donne. Ci si può limitare ad affermare, in modo più descrittivo, che all'interno della creazione vige una relazione che non si espime attraverso una supremazia dell'uomo (condizione invece espressa nel racconto della cacciata, in Gn 3,16[6]) e che nell'ambito di questa relazione esiste un rapporto, che comporta anche una dimensione sessuale, senza che questa relazione sia necessariamente collocata all'interno del matrimonio così come lo concepiva Israele.

Il libro del Cantico dei Cantici è un testo che descrive una relazione non necessariamente matrimoniale tra un uomo e una donna. In CdC 8,2[7], ad esempio si narra dell’uomo che si introduce nella casa della madre della donna da parte dell'uomo, situazione che certo non prevede il matrimonio. Anche se l'accettazione di questo libro nel canone è stata fortemente e lungamente contestata, possiamo basarci sulla classica interpretazione allegorica di questo testo, che vede nel rapporto tra i due giovani una figurazione del rapporto tra Dio e la sua sposa Israele. Coloro che sostengono questa ipotesi lo fanno anche perché questa lettura darebbe ragione dell'inserimento nel canone. Le debolezze di questa posizione sono diverse:
- la metafora di Israele come sposa di Dio è utilizzata di solito nei testi profetici in negativo per parlare dell'infedeltà di Israele.
- Dio non é citato nel libro, diversamente dai casi succitati.
- Vi è nel testo un rapporto paritario che vede la donna attiva e passiva nel dire e nell'agire tanto quanto l'uomo; anche questo elemento non rispecchia la possibilità di una sua lettura allegorica
Se accettiamo di valorizzare l'interpretazione del testo per la quale esso è entrato a far parte del canone, allora forse si deve pensare alla volontà di inserire nella Bibbia ebraica un testo che parla di amore profano tra due giovani, una sorta di commento al testo di Gn 2,24; l'amore e la sessualità come doni di Dio alle creature. Interpretazione avvalorata anche da CdC 7,11[8], che riutilizza la parola "teshuka" (desiderio) presente altrove nell'AT solo in Gn 3,16 e Gn 4,7. Alcuni, come P. Trible, suggeriscono un'interpretazione che nel termine "desiderio" (che in Gn 3,16 è della donna verso l'uomo il quale dominerà su di lei come conseguenza della cacciata e in CdC 7,11 dell'uomo verso la donna) individuano la parola chiave attraverso la quale si può operare un collegamento, una sorta di ristabilimento della parità tra uomo e donna. Resta la proposta affascinante di leggere il Cantico come il dono di un amore e una sessualità da vivere liberamente di fronte a Dio e nel rispetto reciproco in una relazione che ci è data in promessa.
Il testo di Lv 18,21-23[9] ci offre interessanti spunti per approfondire il rapporto tra sessualità, purità e culto in Israele. E' possibile che in Israele ci fosse la concezione di un legame tra l'idea di purità e il sangue sia umano che animale. La prescrizione di non mangiare sangue, data dopo il diluvio (Gn 9,4) crea un legame tra sangue e vita, intesa come dono di Dio e limite creaturale da non valicare. Le complesse leggi presentate in questa sezione del libro del Levitico (cap. 18 e 20), sono precedute entrambe da un riferimento al culto di Moloc al quale il Signore non vuole che Israele si conformi. La preoccupazione principale è di ordine cultuale e quindi di fedeltà al primo comandamento. L'uccisione dei figli (questo era il tipo di sacrificio previsto in alcuni casi) nati da culti che probabilmente prevedevano l'accoppiamento con prostitute sacre è il peccato più grave che Israele possa commettere. E' una linea di pensiero presente per esempio anche in Ez 20,30-31, dove si allude probabilmente al bruciare i figli. Vi è quindi, alla base di questi codici, una preoccupazione cultuale e non di precettistica morale.
La collocazione del precetto contro l'omosessualità maschile (v.22) in questo contesto ci dice alcune cose:
- la purità è legata al "genuino", al suo significato primario di non mescolato. Questo può spiegare sia il divieto di mescolare natura umana e animale (v.23; 24-30), sia probabilmente anche quello contro l'omosessualità maschile vista come un mescolamento di seme (elemento vitale) e feci (elemento impuro). Questo spiegherebbe forse anche perché l'omosessualità femminile non viene considerata come problema.

Questi tre esempi, pur nella loro estrema parzialità, penso siano sufficienti a mostrare come sia importante avere sia una pluralità di letture come metodologia, sia la necessità, soprattutto in materia di sessualità, di non fermarci ad una lettura che cerchi nella Bibbia una risposta normativa ai nostri problemi contemporanei.
I risultati di un'esegesi, magari più attenta di quella che vi ho brevemente presentato, vanno comunque ricollocati all'interno delle nostre domande iniziali e all'insieme del testo biblico, non limitandosi ai brani proposti.
Questo è necessario per evitare risposte normative che portino a delle chiusure e blocchino il dialogo e la riflessione, risposte che in molti casi hanno portato ad imporre la nostra ideologia o quella dominante sul testo biblico, rendendolo strumento e giustificazione di oppressione anziché parola di liberazione.

Credo che la nascita del gruppo di lavoro sull’omosessualità BMV (G.L.O.M.) nata inseguito all’Assemblea Sinodo 2000 sia un fatto molto positivo, che si inserisce in uno dei dibattiti più scottanti sia all’interno delle nostre comunità, sia in ambito ecumenico.


Davide Rostan (fonte www.refo.it)





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[1]Se uno ha con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna, ambedue hanno commesso cosa abominevole; dovranno esser messi a morte; il loro sangue ricadrà su loro

[2]Quando dei fratelli staranno assieme, e uno di essi morirà senza lasciare figli, la moglie del defunto non si mariterà fuori, con uno straniero; il suo cognato verrà da lei e se la prenderà per moglie, compiendo così verso di lei il suo dovere di cognato; e il primogenito che ella partorirà, succederà al fratello defunto e ne porterà il nome, affinché questo nome non sia estinto in Israele

[3]E Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina

[4]Trible, P., God and the rethorical of sexuality

[5]Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e saranno una stessa carne

[6]Alla donna disse: ‘Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figliuoli; i tuoi desideri si volgeranno verso il tuo marito, e egli dominerà su te’

[7]Ti condurrei, t’introdurrei in casa di mia madre, tu mi ammaestreresti, e io ti darei da bere del vino aromatico, del succo del mio melograno

[8]Io sono del mio amico, e verso me va il suo desiderio

[9]Non darai dei tuoi figliuoli ad essere immolati a Moloc; e non profanerai il nome del tuo Dio. Io sono l’Eterno. Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole. Non t’accoppierai con alcuna bestia per contaminarti con essa; e la donna non si prostituirà ad una bestia: è una mostruosità. Non vi contaminate con alcuna di queste cose; poiché con tutte queste cose si son contaminate le nazioni che io sto per cacciare dinanzi a voi
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