Il Mantova acquistato da stranieri senza volto
Intesa per la cessione, firma in 48 ore. Il fiduciario è Tarocco: «Per conto di un mantovano»
di Massimo Biribanti
MANTOVA. Se uno sceneggiatore avesse scritto la trama di un romanzo sportivo, non sarebbe mai riuscito ad eguagliare l’estate biancorossa. Premesso ciò, ecco la notizia: dopo 4 ore di faccia a faccia, è stato raggiunto l’accordo per la cessione del 100% del Mantova. A chi? A una fiduciaria estera, il cui rappresentante è il 58enne mantovano Claudio Tarocco, ex portiere biancorosso negli anni Settanta, attualmente impiegato di banca alla Cariparma di via Oberdan. L’Acm si è presa 48 ore per verificare le garanzie economiche presentate dagli acquirenti e, se tutto sarà a posto, in settimana l’affare diventerà ufficiale.
A raccontare i dettagli dell’intesa è il consigliere delegato dell’Acm, Federico Bosi: «Oggi (lunedì, ndr) c’è stato un incontro al quale abbiamo partecipato io e l’avvocato Carlo Pegoraro in rappresentanza del Mantova e Antonio Recchi e Claudio Tarocco per la controparte. È stata ritoccata la proposta d’acquistogià formulata in precedenza e a supporto di questa è stato presentato un assegno bancario come caparra. Ci siamo presi 48 ore per verificare che le garanzie economiche siano a posto e, se tutto andrà bene, formalizzeremo nel giro di due giorni l’accordo per la cessione del 100% della società».
Lodi: «Se non cederemo garantisco che perfezionerò l’iscrizione personalmente. Ma non sarò più presidente, sono stanco e amareggiato per gli insulti ricevuti»
In sostanza, è tutto fatto. A meno che il Mantova scopra che le garanzie economiche non ci sono. Ma sarebbe davvero la barzelletta dell’anno.
Sull’altro versante, ecco la versione di Claudio Tarocco, che 24 ore prima la Gazzetta aveva individuato come possibile mediatore dell’affare: «Ma ho dovuto negare tutto in modo convincente e me ne scuso con voi, ma avevo l’obbligo di mantenere la riservatezza e non potevo fare altrimenti».
Adesso che il velo è caduto, ecco come Tarocco racconta chi c’è dietro questa operazione: «Il Mantova sarà acquisito da un gruppo finanziario estero, ma non svizzero.
La proprietà resterà sempre anonima, sarò io a rappresentarla a Mantova e il ds Antonio Recchi sarà il mio braccio destro».
Tarocco racconta poi dell’altro, aggiungendo che dietro questo gruppo c’è comunque un mantovano: «Io ho giocato a calcio, anche nel Mantova, ma da almeno vent’anni (precisamente da Mantova-Chievo 2-0) non vedo una partita e non seguo nulla. Lavoro in banca, tutto qui. Mi trovo al centro di questa storia per una casualità incredibile: un giorno feci una scommessa con un mio amico che ha un’agenzia di viaggio e la vinsi. Mi spettò così un viaggio in un villaggio dall’altra parte del mondo. E lì una persona mi avvicinò, chiedendomi se ero davvero mantovano: era il proprietario. Dopo tanto tempo, quest’uomo mi ha chiamato e ha detto che voleva fare qualcosa di bello per la sua città. È una persona di umili origini, che vive all’altro capo del mondo e ha deciso attraverso il calcio di riaccendere l’orgoglio mantovano. Lo farà da lontano, senza mai venire qui e senza esporsi: io sarò i suoi occhi in città».
E questo progetto per Mantova, eccolo spiegato da Tarocco: «Sarà un progetto sportivo che amo definire etico: il rispetto, i comportamenti saranno basilari per noi. La gente magari si aspetta dei grandi propositi, degli annunci in pompa magna, ma a mio avviso la fiducia va invece conquistata giorno dopo giorno. Certo, sarà anche un progetto importante e punterà a dei risultati, perché anche attraverso quelli si risveglierà l’orgoglio mantovano. Ma le attenzioni maggiori saranno dedicate al sociale: attraverso il settore giovanile e i tifosi, che saranno un po’ coccolati. Abbiamo tanti progetti al riguardo e tengo a dire una cosa: per me i riscontri dai bambini e dai genitori del vivaio saranno più importanti di quelli che possono arrivare dai professionisti».
Tarocco nel Mantova rivestirà il ruolo di amministratore delegato, mentre ad Antonio Recchi andrà l’area tecnica: «Io sarò il riferimento della proprietà, mentre sulla figura del presidente non abbiamo ancora preso una decisione. La mia fiducia piena andrà ad Antonio Recchi: anche lui l’ho conosciuto per caso, come cliente occasionale della banca in cui lavoro, per poi scoprire che era il figlio del portiere Angelo, il mio idolo da bambino. Per me è il miglior ds possibile».
E i due ds (Sensibile e Pelliccioni) che sono già sotto contratto, il dg Dusi e lo staff tecnico guidato da Ivan Juric appena ingaggiato dalla società che fine faranno? «Di questo non abbiamo ancora discusso io e Recchi, quando sarà formalizzato l’accordo lo faremo. Ovviamente con il massimo rispetto per tutti quelli che lavorano - conclude Claudio Tarocco - e che hanno portato il Mantova fino a qui».
Uno che si chiama Tarocco non poteva non scegliere come DS lo specialista delle promozioni Antonio Recchi...
Voto 4 al Moggi de noantri Recchi che ha riciclato la fantomatica storiella dell'emigrante divenuto ricco dall'altra parte del mondo: il non-compianto Aletti, in combutta con il bell'Antonio, l'aveva già utilizzata nel tentativo di salvataggio dal fallimento della Triestina richiesto dalla magistratura; in quel caso, per la cronaca, il riccone era un triestino emigrato in Australia.
Ma certa gente non muore mai? ma come si può dare credito a personaggi di questo tipo dopo che basta digitare su Google il nome Antonio Recchi per vedere una sfilza così di articoli di cronaca giudiziaria... Recchi vatascianté in tun platano, maledetto
[Modificato da Karlitosss 07/07/2014 15:56]
Detto Talebanosss... Siamo su Televideo!