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Diaz, l´ultima immagine dello scandalo ecco l´uomo che porta le molotov!

Ultimo Aggiornamento: 19/05/2010 15:27
12/11/2008 13:50
 
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una ricostruzione della Bbc si vede un uomo che introduce nella scuola le bottiglie incendiarie
di Massimo Calandri
Eccola la fotografia-simbolo di quella notte maledetta . Inedita. Oscura. Inquietante. È stata estrapolata da un filmato girato da un operatore Rai e depositato dalle parti civili il mese scorso. Nel mosaico riportato qui a fianco, è il quadrato sulla destra in alto. Si riconoscono il cortile della scuola Diaz, le sagome dei funzionari di polizia che si allontanano dopo aver chiacchierato a lungo intorno al sacchetto azzurro con le due bottiglie incendiarie. Sullo sfondo le grandi finestre dell´istituto, le stanze illuminate. E a sinistra - piccolino, cerchiato di rosso - il profilo di un uomo sulla soglia dell´ingresso laterale. È di spalle, in borghese, indossa un casco protettivo. Nella mano sinistra stringe qualcosa. Sì. È il sacchetto azzurro delle molotov. Accanto riporta una didascalia in inglese, perché l´immagine fa parte di un´inchiesta giornalistica della Bbc di prossima pubblicazione: «Naples Digos Inspector entering Diaz Pertini». Si tratta cioè del fantomatico ispettore della Digos di Napoli che introduce materialmente nella scuola le molotov della vergogna, una della prove fasulle - la "regina" delle prove false - con cui la Polizia di Stato avrebbe voluto "giustificare" il massacro e le manette ai 93 no-global.

Il documento è paradossalmente eccezionale. Perché da un lato rappresenta il punto di non ritorno della vicenda: ecco come le forze dell´ordine hanno truccato le carte, barato, mentito fin dalla prima ora di quella notte dannata. È tutto vero: fu un pestaggio cinico e bestiale, e i servitori dello Stato preferirono raddoppiare l´orrore - aggiungendo alla carneficina l´ingiustizia della prigione - piuttosto che ammettere le proprie responsabilità, il fallimento. Ma d´altro canto, quella spaventosa bugia è così chiara, solare, che persino alcuni avvocati della difesa nella loro recente arringa la davano per scontata. Alla Diaz abbiamo imbrogliato, embé?
La catena è stata definitivamente ricostruita nel corso di quasi quattro anni di dibattimento e centocinquanta udienze.

L´agente Michele Burgio prende le due molotov - che erano state sequestrate nel pomeriggio durante gli scontri di corso Italia dal vice-questore Pasquale Guaglione, e da lui affidate a Valerio Donnini, padre degli specialissimi nuclei anti-sommossa e capo di Burgio - e nel cortile della scuola le consegna al vice-questore Pietro Troiani. Il funzionario le mostra al collega Massimiliano Di Bernardini. Poi entra in ballo Gilberto Caldarozzi, l´uomo che qualche anno dopo avrebbe partecipato alla cattura di Bernardo Provenzano. Qualche minuto più tardi, il sacchetto azzurro delle molotov è impugnato da Giovanni Luperi e mostrato agli altri super-poliziotti che gli si fanno intorno. E questa, di immagine, la conosciamo bene. Quello che succede dopo ce l´hanno raccontato gli stessi protagonisti in negativo del blitz. Luperi, attuale direttore dell´ex Sisde, ricorda di aver chiamato una funzionaria che stava all´esterno della scuola. Perché mai? Per affidarle il reperto, che pure in quel momento - visti gli sviluppi successivi - aveva una straordinaria importanza investigativa. Bene: Luperi chiama Daniela Mengoni e le dice di avere cura delle molotov. E la Mengoni che fa? A sua volta chiama un sottufficiale. «Credo fosse un ispettore della Digos di Napoli».

Credo, dice. Non ne conosce il nome, non è in grado di riconoscerlo. Nessuno degli ispettori Digos napoletani, rintracciati anni dopo dai magistrati, corrisponde a quello indicato dalla donna. E dunque, con lui e il sacchetto si avvicina all´entrata secondaria della scuola Diaz. Chissà perché. Si avvicina, e gli affida la prova «regina». Le molotov, che il nostro codice equipara ad armi da guerra. La prova intorno alla quale avrebbero poi giustificato l´intera operazione. «Tienile un momento, che devo fare una cosa». Lo molla lì. Quando torna, le bottiglie incendiarie saranno allineate sul lenzuolo che ospiterà il resto dell´"arsenale" sequestrato ai fantomatici Black Bloc della Diaz: i coltellini multiuso, le sottile anime in alluminio degli zaini fatte passare per spranghe, gli assorbenti femminili, la biografia del reverendo Jesse Jackson fatta passare per materiale "eversivo". E i picconi, le mazze rubate da un vicino cantiere.
Alla storia si aggiunge oggi quest´ultima immagine. Quella dell´ispettore Digos di Napoli (?) che entra nella scuola. C´è poi un altro fotogramma che ritrae lo stesso uomo mentre esattamente cinque minuti prima entra nella scuola, un camicione blu fuori dai pantaloni di colore beige. È quello in basso a sinistra. A fianco, nel terzo riquadro, l´ispettore leaving - che la lascia - la Diaz. La visiera del casco ben calata a nascondere il volto. Sono trascorsi altri quattro minuti. Nove in tutto. Per entrare, piazzare le bottiglie e andarsene. Ma tornando al riquadro lassù in alto, quello dell´ingresso delle molotov nella scuola, vale la pena di sottolineare i due funzionari indicati dalla Bbc.

Uno è appunto Luperi, oggi ai vertici del ministero dell´Interno. Nel processo ha rifiutato di essere interrogato, preferendo le "dichiarazioni spontanee". Senza contraddittorio. Ha spiegato che quella sera lui era tutto sommato rimasto ai margini dell´operazione. Era soprattutto preoccupato di portare i colleghi a cena, ricordava. L´altro era Spartaco Mortola, adesso questore vicario a Torino, allora capo della Digos di Genova. L´ufficio cui vennero affidate per la custodia le molotov, il reperto trasformatosi in un boomerang per la Polizia di Stato. Le bottiglie furono "accidentalmente" distrutte dagli stessi agenti. Questa è un´altra storia, verrebbe da scrivere. Ma purtroppo la storia è sempre la stessa

Le immagini:

www.kataweb.it/multimedia/media/3649204

repubblica.it

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12/11/2008 13:57
 
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12/11/2008 14:03
 
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[SM=x374924] ...E sti pagliacci dovrebbero rappresentare la legge??? [SM=x374924]
[SM=x374907] [SM=x374907] [SM=x374907]
12/11/2008 14:05
 
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Re:
gabbiano giallorosso, 12/11/2008 14.03:

[SM=x374924] ...E sti pagliacci dovrebbero rappresentare la legge???
[SM=x374907] [SM=x374907] [SM=x374907]



L'allora vice presidente del consiglio li addestro' bene per l'occasione... [SM=x374895]


12/11/2008 14:43
 
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E questi sono i vertici che dovrebbero difendere la giustizia ....... [SM=x374917]

[SM=x374924]

VERGOGNA !!!!!!!!!!!!!!!

12/11/2008 21:23
 
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Fanno schifo..


Mi innamoro solo se.. vedo giocare il Ravenna..

13/11/2008 09:21
 
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Al TG non hanno detto niente...
13/11/2008 10:20
 
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Si chiude oggi il processo a carico d poliziotti e dirigenti del ministero dell’Interno
G8, ultimo giorno per la verità sulla Diaz
Secondo l'accusa la vicenda è contrassegnata da una serie di violenze, menzogne e false ricostruzioni concordate


GENOVA - Quella di oggi è l’ultima tappa del processo di primo grado a carico dei 29 poliziotti e dirigenti del ministero dell’Interno per le violenze alla scuola Diaz del 21 luglio 2001, durante il G8 di Genova. Dopo sette anni d’attesa e oltre 200 udienze, la giornata finale si è apre, nell’aula bunker del tribunale genovese, con le ultime due repliche. Poi il collegio giudicante della prima sezione del tribunale, presieduto da Gabrio Barone, si ritirerà in camera di consiglio per pronunciarsi, forse già in serata, sulle richieste dei pubblici ministeri Francesco Cardona Albini e Enrico Zucca: oltre cento anni complessivi di reclusione per reati come calunnia, falso ideologico, lesioni, arresto illegale e violenza privata.

IMPUTATI E ACCUSA - Tra gli imputati eccellenti figurano, tra gli altri, Giovanni Luperi (ex dirigente Cesis, oggi Dis), Francesco Gratteri (oggi direttore della Direzione anticrimine) e Gilberto Caldarozzi (dirigente dello Sco e tra i protagonisti della cattura di Bernardo Provenzano). Secondo la tesi dei pm la vicenda è contrassegnata da una serie di violenze, menzogne e false ricostruzioni concordate che, tra l’altro, ha portato alla nascita di altri filoni d’indagine per la misteriosa sparizione di due bottiglie molotov e per la presunta falsa testimonianza dell’ex questore di Genova. Un procedimento, quest’ultimo, che coinvolge anche l’ex capo della polizia, Gianni De Gennaro.

SESSANTA FERITI - Nella sera dell’irruzione la tensione in città era già altissima per per la morte, avvenuta il giorno prima, di Carlo Giuliani, il manifestante ucciso in piazza Alimonda da un proiettile sparato dal carabiniere Mario Placanica. Intorno alle 23 la scuola, destinata dal comune di Genova al Genoa Social Forum prima come sede del media center poi come dormitorio a causa dell’evacuazione di alcuni campeggi, era occupata da manifestanti no-global provenienti da tutta Europa. Gli agenti entrarono in tenuta antisommossa, arrestarono 93 persone, poi tutte prosciolte, e 60 ragazzi rimasero feriti, alcuni in modo grave. La perquisizione portò anche al sequestro di due bottiglie molotov che, per l’accusa, erano state portate all’interno della Diaz dalla polizia per giustificare gli arresti di massa senza mandato di cattura. Nonostante la probabile presenza domani di numerosi manifestanti provenienti anche dall’estero, tra cui alcune parti lese, la questura genovese si prepara alla sentenza in un clima di sostanziale normalità anche se con misure di sicurezza rafforzate. All’interno dell’aula bunker verranno create tre zone specifiche per dividere il pubblico, i media e le aree dove si trovano pm, parti civili e difensori.

corriere.it

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13/11/2008 23:28
 
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che vergogna...... mamma mia.. che vergogna [SM=x374913]
13/11/2008 23:29
 
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Diaz, assolti i vertici di polizia
condannati agenti del Settimo nucleo

In tutto, il tribunale presieduto da Gabrio Barone ha comminato tredici condanne e sedici assoluzioni per un totale di 35 anni e 7 mesi di condanna complessiva rispetto ai 110 anni di condanna chiesti dai pm per i 29 imputati nel processo per l’irruzione alla scuola genovese durante il G8. Grida 'vergogna vergogna' dal pubblico che assisteva

G8 di Genova, le sagome dei poliziotti in assetto antisommossa (Infophoto) Genova, 13 novembre 2008 - Sono stati assolti per i fatti del 2001 alla scuola Diaz durante il G8 di Genova i funzionari al vertice della Polizia di Stato 7 anni fa: Gianni Luperi, all’epoca vicedirettore Ucigos e oggi capo dipartimento analisi Aisi - agenzia informazione sicurezza interna ex sisde, per il quale il pm aveva chiesto la pena di 4 anni e 6 mesi; Francesco Gratteri, nel 2001 direttore Sco, oggi capo dell’Anticrimine; e Gilberto Caldarozzi, nel 2001 vicedirettore Sco, oggi capo del servizio centrale operativo.

Tensione in aula al momento della sentenza che ha assolto i vertici della Polizia per i fatti della scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001. Dalle parti civili e le parti offese, ma anche dal pubblico, si è levato il grido di "vergogna, vergogna".

In tutto, il tribunale presieduto da Gabrio Barone ha comminato tredici condanne e sedici assoluzioni per un totale di 35 anni e 7 mesi di condanna complessiva rispetto ai 110 anni di condanna chiesti dai pm per i 29 imputati nel processo per l’irruzione alla scuola Diaz.

Tutti condannati gli agenti e i dirigenti appartenenti al Settimo nucleo. Questa, in estrema sintesi, la condanna letta questa sera alle 21,15 nell’aula bunker del tribunale di Genova.

La condanna più pesante a 4 anni di reclusione è stata inflitta a Vincenzo Canterini, nel 2001 comandante del settimo nucleo sperimentale di Roma. Il suo vice Michelangelo Fournier, è stato condannnato a 2 anni di reclusione. Pena di 3 anni, invece, per gli otto capisquadra al comando di Canterini: Fabrizio Basili, Ciro Tucci, Carlo Lucaroni, Emiliano Zaccaria, Angelo Cenni, Fabrizio Ledoti, e Pietro Stranieri e Vincenzo Compagnone. Le altre condanne riguardano Pietro Troiani,all’epoca dei fatti vicequestore aggiunto di Roma, condannato a 3 anni,e Michele Burgio, suo assistente, a 2 anni e sei mesi, ritenuti i protagonisti della vicenda delle due bottiglie molotov. (AGI)


Mi innamoro solo se.. vedo giocare il Ravenna..

13/11/2008 23:47
 
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VERGOGNA !!!!!!!!!!!!
14/11/2008 00:08
 
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W l'Itaglia!!!!!!!!!!

Forza Ravenna!! Dalla B alla D nessuna differenza!!


14/11/2008 00:38
 
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...Provo sempre piu' disprezzo per il tricolore... [SM=x374905] [SM=x374940] [SM=x374901]
14/11/2008 10:23
 
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Nessuna condanna per i dirigenti che firmarono il verbale di perquisizione
Gratteri, Luperi e Calderozzi. Riconosciuti colpevoli i componenti del Settimo nucleo mobile
Sentenza Diaz, assolti i vertici della polizia
Tredici condanne. L'aula grida: "Vergogna"
L'avvocato Biondi difensore di due imputati: "Sconfitto il teorema della procura"


GENOVA - Sono stati assolti i vertici della polizia per le violenze del 21 luglio 2001, durante il G8 di Genova, all'interno della scuola Diaz. Nessuna condanna, dunque, per Giovanni Luperi, attuale capo del Dipartimento di analisi dell'Aisi (ex Sisde), nel 2001 vice direttore dell'Ucigos, e per Francesco Gratteri, attuale capo dell'Anticrimine, all'epoca dei fatti direttore dello Sco, e Gilberto Calderozzi, oggi capo dello Sco. Dei 29 imputati, 13 sono stati condannati e 16 assolti. Il tribunale di Genova ha inflitto pene per complessivi 35 anni e sette mesi, di cui 32 anni e sei mesi condonati. L'accusa aveva chiesto condanne per un totale di oltre 108 anni.

La difesa. "E' sconfitto il teorema della procura", ha commentato a caldo l'avvocato Alfredo Biondi, difensore del vicequestore Pietro Troiani e del funzionario di polizia Alfredo Fabbrocini. Il pm non ha voluto quando gli è stato chiesto se presenterà ricorso contro la sentenza.

Gli assolti. Il collegio presieduto da Gabrio Barone ha deciso di emettere 13 condanne, esclusivamente nei confronti dei responsabili delle violenze all'interno della scuola. Assolti, dunque, i funzionari di polizia che firmarono il verbale di perquisizione e cioè Gratteri, Luperi e Calderozzi. E insieme a loro Filippo Ferri, Massimiliano Di Bernardini, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco Mortola e Carlo Di Sarro. Per ognuno di loro la pubblica accusa aveva chiesto quattro anni e mezzo ritenendoli colpevoli di calunnia, falso ideologico e arresto illegale.

Il tribunale ha assolto inoltre per non aver commesso il reato o perché il fatto non sussiste Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi e Davide Di Novi. Per loro la pubblica accusa aveva chiesto quattro anni ritenendoli colpevoli di calunnia, falso ideologico e arresto illegale. Assolti da ogni responsabilità anche Massimo Nocera, Maurizio Panzieri e Salvatore Gava. Nocera era accusato di aver simulato un finto accoltellamento e il pm aveva chiesto per lui quattro anni di carcere.

I condannati. La totalità delle condanne riguarda i componenti del Settimo nucleo mobile di Roma. Quattro anni (di cui tre condonati) al suo capo dell'epoca Vincenzo Canterini, accusato di calunnia, falso ideologico e lesioni. Tre anni ai suoi sottoposti Fabrizio Basili, Ciro Tucci, Carlo Lucaroni, Emiliano Zaccaria, Angelo Cenni, Fabrizio Ledoti e Pietro Stranieri, accusati di lesioni aggravate in concorso. Il vice di Canterini, Angelo Forniè, è invece stato condannato a due anni di reclusione.

Per la vicenda delle molotov introdotte all'interno della scuola (LE IMMAGINI), invece, Pietro Troiani è stato condannato a tre anni e Michele Burgio a due anni e 6 mesi. Ambedue erano imputati di calunnia, falso ideologico e violazione della legge sulle armi. Infine Luigi Fazio è stato condannato a un mese di reclusione.

Pene accessorie. Il tribunale ha anche comminato la pena accessoria di sospensione nei pubblici uffici a tutti gli imputati condannati per l'ammontare della stessa pena e a un anno per Fazio. Al ministero dell'Interno è stata poi comminata una provvisionale a favore delle oltre 70 parti civili per le lesioni riportate dai ricorrenti da un minimo di 5.000 a un massimo di 50.000 euro.

"Vergogna". Alla lettura della sentenza, dopo 11 ore di camera di consiglio, si è levato il grido "Vergogna, vergogna!" dai settori del pubblico che affollava l'aula. Presenti anche gli altri magistrati della procura di Genova: tra loro i pm del processo per i fatti di Bolzaneto, Petruzziello e Ranieri Miniati, oltre ad altri quattro che si sono occupati della Diaz. In aula c'era solo un imputato: il capo della squadra mobile di Parma Alberto Fabbrocini per il quale i pm hanno chiesto l'assoluzione.

Tra il pubblico erano presenti anche Mark Covell, giornalista inglese di 40 anni presente nella scuola durante l'irruzione della polizia, e il sindaco di Genova Marta Vincenzi. "Spero che con questa sera si chiuda una ferita che è rimasta aperta per sette anni", aveva detto il primo cittadino del capoluogo ligure prima della lettura della sentenza.

Gli altri processi. Ora restano da discutere alcuni processi-satellite. Il primo è quello a carico di Canterini, imputato di lesioni personali aggravate e di violenza privata per aver spruzzato gas urticante contro alcune persone radunate in corso Buenos Aires.

Il secondo riguarda la carica avvenuta in quei tragici giorni in piazza Manin: in questo processo sono imputati quattro poliziotti del reparto mobile di Bologna. Un terzo processo riguarda l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, accusato di aver istigato l'ex questore di Genova a rendere false testimonianze nel corso della deposizione al processo sull'irruzione alla Diaz. Con lui sono indagati l'ex capo della Digos di Genova Spartaco Mortola e l'ex questore Francesco Colucci. In questo caso l'udienza preliminare è fissata per il 25 novembre.

I processi già celebrati. Il primo processo ad essere celebrato per i fatti del luglio 2001 è stato quello per le violenze di strada che si è concluso il 14 dicembre 2007 con la condanna a pene tra i cinque mesi e gli 11 anni per 24 no global. Il secondo è stato invece quello per le violenze e i soprusi avvenuti nella caserma di Bolzaneto. In questo caso, il 14 luglio 2008 il tribunale ha condannato 15 persone (tra poliziotti e civili) a pene variabili tra cinque mesi e cinque anni.

[SM=x374919]

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14/11/2008 10:26
 
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E Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, dichiara: «Siamo lieti che la giustizia ordinaria riconosca una verità nota a tutti gli italiani e cioè che al vertice della Polizia di Stato in Italia ci sono stati e ci sono autentici galantuomini e servitori delle istituzioni. Il tentativo di criminalizzare, per i fatti del G8 di Genova, i vertici delle forze dell'ordine si è rivelato per quello che era: un'autentica persecuzione». Haidi Giuliani, madre di Carlo, il giovane ucciso durante gli scontri del G8, parla di «mancanza di dignità e di coraggio». «In quest'aula - prosegue - ho visto persone coraggiose che hanno testimoniato e pm coraggiosi, ma non ho visto altri atti di coraggio e neppure rispetto per la nostra Costituzione».

Nausea
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