Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

I SEGRETI di Matteo Tibiletti

Ultimo Aggiornamento: 15/04/2008 20:32
07/04/2008 12:13
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
TITOLO CORTOMETRAGGIO:
"I SEGRETI"

I segreti


DURATA: 13 minuti
REGIA: Matteo Tibiletti
ATTORI PRINCIPALI: Chiara Ferrari,Amina Palma,Davide Palma
SCENEGGIATURA: Matteo Tibiletti
MUSICHE: Penderecki
FOTOGRAFIA: M.Tibiletti
MONTAGGIO: M.Tibiletti
BREVE SINOSSI: Una donna alle prese con un segreto, mentre molti altri misteri si celano dietro una giornata apparentemente anonima

BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA: Nato il 23/10/1978 Matteo Tibiletti frequenta da 5 anni la Scuola di Teatro Città di Varese, scrive, dirige e spesso interpreta i propri cortometraggi od opere teatrali.
Ha vinto nel 2005 il premio del pubblico come miglior corto comico/commedia con "One More night"
Nel 2007 è finalista al "Cortovisione 2007" di Catanzaro con "Diabolica" e "Real Doll"
Vince nel 2007 con "Diabolica" l'"horror film contest" indetto da Allmusic Tv
Si qualifica tra i primi dieci vincendo con "il guidatore designato" l0momnimo concorso indetto da TheBlogTv, in collaborazione con il ministero delle politiche giovanili.
"Portrait" vince il premio del pubblico al recente Cortisonici 2008, nella sezione INFERNO.
10/04/2008 23:25
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.879
Registrato il: 13/11/2004
Utente Master
OFFLINE
Per la mia critica, mi soffermerei prima di tutto sull'interpretazione di Amina Palma, davvero molto brava nella sua parte, seppur forse nelle movenze troppo teatrale. I SEGRETI mi è piaciuto, vuoi per l'interesse che l'opera riesce a catturare, vuoi per l'uso ben riuscito della musica di sottofondo, che forse è la vera anima di questo corto. Punto dolente secondo il mio personale parere è l'uso dei dialoghi, mi si conceda il termine troppo patinati e puliti, forse un gergo più "nostrano" sarebbe stato maggiormente efficace. Complimenti al pluripremiato, come da biografia, Matteo Tibiletti.
11/04/2008 00:47
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 3
Registrato il: 18/03/2008
Utente Junior
OFFLINE
Re:
neffa75, 10/04/2008 23.25:

Per la mia critica, mi soffermerei prima di tutto sull'interpretazione di Amina Palma, davvero molto brava nella sua parte, seppur forse nelle movenze troppo teatrale. I SEGRETI mi è piaciuto, vuoi per l'interesse che l'opera riesce a catturare, vuoi per l'uso ben riuscito della musica di sottofondo, che forse è la vera anima di questo corto. Punto dolente secondo il mio personale parere è l'uso dei dialoghi, mi si conceda il termine troppo patinati e puliti, forse un gergo più "nostrano" sarebbe stato maggiormente efficace. Complimenti al pluripremiato, come da biografia, Matteo Tibiletti.



Vorrei innanzitutto ringraziare Neffa75 per le critiche che si prende la briga di rivolgere a tutti noi...positive o negative...è sempre piacevole sentire ciò che un estraneo pensa del nostro lavoro (almeno per quanto mi riguarda).
Per quanto riguarda i dialoghi...in effetti sono volutamente patinati e puliti...per chi conosce David Lynch infatti sa che i dialoghi un po' retrò o a volte da fotoromanzo sono la regola :) e possono piacere o dar fastidio..ma...sono così.
Il mio corto è in effetti, come altri in passato, un omaggio alla regia spesso nonsense del regista statunitense e mi fa piacere che comunque piaccia...o che comunichi qualcosa, sebbene quel "qualcosa" sia spesso e semplicemente un'interpretazione personale di ciò a cui si è assistito.
Fa molto,davvero, molto piacere sentire che dopo dieci anni di cortometraggi, finalmente i miei lavori vengono apprezzati...e, sul serio, vincere o perdere diventa secondario...erano giorni che aspettavo questa recensione...perchè non ne ho mai ricevuta una sul serio...
Ed è spesso troppo facile sentire parenti e amici che ti dicono "Bravo"...io ho bisogno di qualcosa di più..come questa piccola critica...di una persona che non so nemmeno che faccia possa avere.
A volte basta questo...il resto...spesso anche vincere...è solo il contorno di un successo :)
Ciauuuuu

13/04/2008 16:08
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 2.018
Registrato il: 04/12/2005
Utente Veteran
OFFLINE
Detesto la mancanza di chiarezza, a meno che non sia supportata da immagini tanto suggestive ed inebrianti da farmi abbandonare a mente serena qualsiasi interesse per un filo logico da seguire.
Non è questo il caso, purtroppo.
David Lynch è molto lontano, e fili logici a cui appigliarsi qui non se ne vedono.
I segreti son rimasti segreti, almeno per me.
E l'impressione che mi ha lasciato è quella di una ghost-story dalle tematiche piuttosto banalotte, molto contorta e poco coinvolgente.
Da metà film in poi, non si capisce più niente, nemmeno se la colpa di questo assurdo crescendo di situazioni incomprensibili sia da imputarsi ad un' incapacità a livello di regia, oppure, più a monte, ad un soggetto già nato male.
Tibiletti però sostiene che questo casino di trama sia intenzionale, e parla di Lynch, di regia nonsense, di interpretazione personale da parte del pubblico.
Bah, può essere, anche se il sospetto che semplicemente non sia riuscito a farsi capire attraverso la costruzione filmica degli eventi, aleggia.
Di fatto, le immagini di cui si avvale per trasportarci nel suo caos onirico sono piuttosto banali: lampadine al neon che si spengono e riaccendono, dame bianche in fuga non si sa da che, ombre che passano veloci alle spalle della protagonista, fantasmi pallidi rivolti verso il muro... Insomma, non mi fai capire niente della storia e mi rifili in aggiunta un bel pacchetto di cose già viste.
La cosa non mi entusiasma.
15/04/2008 20:32
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.308
Registrato il: 29/06/2005
Utente Master
OFFLINE
Ecco.



A Natale succede sempre la stessa cosa: che spendo un sacco di soldi per i regali, e li faccio belli, per davvero, ma poi li impacchetto male.
Non so fare i pacchetti. Ammucchio la carta su se stessa, il nastro è sempre troppo lungo, troppo corto, lascio spazi aperti da cui indovinare i segreti doni.

Segreti. I segreti.
Ecco un titolo che parte maluccio. Diretto, elementare, senza piglio.
Potrebbe voler dire qualsiasi cosa, e di fatto vuol dire nulla.
Pare voler solleticare curiosità e mistero, ma è troppo immediato per riuscirci.
Diretto, elementare, senza piglio.
Come una carta da regali con gli alberelli e i fiocchi di neve.
A Natale.

Il pacco che abbiamo di fronte, poi, con su scritto I Segreti, ha ancora diverse pecche.
Intanto, la protagonista fuma.
L'ho già detto che non apprezzo il fumo nei corti amatoriali. E si badi: non è il parere bigotto di un salutista convinto.
Io adoro il fumo. Le centinaia di metri quadri in cui si dice possano estendersi gli alveoli polmonari sono una villa a triplo piano che concedo al signor Winston Blu da diverso tempo.
Adoro il fumo, ma nei corti non lo sopporto. La sigaretta è il rifugio di chi non sappia darsi un'aria riflessiva in modo naturale, senza armamentari.
Una boccata, una sana espirazione trascinata, gli occhi socchiusi da dentro la nuvoletta artificiale, il contare sullo spontaneo accostamento dello spettatore tra fumo e dannazione, ed ecco fatto il personaggio tormentato.
No. Non credo sia così semplice.
E quando non c'è questa intenzione da parte del regista, allora il fumo è solo un modo come un altro di affrontare l'imbarazzo da telecamera.
L'imbarazzo è il miglior amico del tabagismo, fidatevi.
Anche nella vita reale.


Altri problemini col pacchetto...
La tovaglia.
Ora, non prendetemi per pignolo. Non lo sono.
Dico semplicemente che un'atmosfera drammatica e angosciosa come quella presagita dall'incubo iniziale, non può portarmi a una stanza in cui ci sia una tovaglia come quella.
E dico sul serio.
Sembra stia delirando come al solito, ma credetemi: non cerco di fare il simpatico.
Penso sul serio che una ripresa come quella, supportata da una intensa e tristissima musica al pianoforte, immersa in una bluastra luce glaciale, avrebbe meritato una scenografia differente.
E il problema del corto è proprio questo: la scenografia, e il modo di muoversi nella scenografia.
Non la storia, che pare abbia suscitato diverse controversie.
Piuttosto gli ambienti e la maniera di abitarli.
Il pacchetto, non il dono, appunto.

Continuiamo.
Altro esempio lampante di ciò sta nella posizione che assumono le due protagoniste al momento in cui l'ospite inattesa attacca a parlare della Dama.
E' un momento forte, o che dovrebbe essere tale, perché quella donna sta raccontando qualcosa di assurdo, da brivido, che ci farà calare nella vicenda.
E avviene in piedi, nel corridoio, con tanto di citofono in piena vista.
Si poteva cercare un'angolatura diversa, più efficace, anche restando tra le mura di una casa ordinaria.
Inoltre la recitazione non aiuta, né le azioni-reazioni sono credibili.
Il pathos è poco, e non si può giustificare l'assenza di un grido tipo "Ma fuori da casa mia, brutta pazza!" da parte della protagonista.
E se non si può giustificare tale assenza, lo si deve anche alla pochezza del pacchetto. L'ambiente è troppo rassicurante, la posizione nell'ambiente rassicurante troppo banale.

Ma succede pure dopo, di avvertire la stessa miseria scenica.
Al rientro dal balcone, le due stanno per diverso tempo l'una di fronte all'altra, riprese a mezzo busto, a due passi dalla allegra tovaglia, mentre il racconto dell'ospite continua.
L'inquietante racconto.
Eppure il mezzo busto, così poco personale e molto da filmino in piano sequenza durante una festa tra amici, spacca tutta l'atmosfera.
Coadiuvato dall'ambiente tranquillo.

Ma è adesso che arriva il bello.
L'ho trovato perfino, attenzione, geniale, nella sua esagerata bruttezza.
Sto parlando del sig. Oscar.
Lo conoscete? No, non è amico del sig. Winston Blu.
Quest'ultimo è Blu, appunto, mentre il nostro Oscar è d'oro, nel migliore dei casi, di plastica gialla nei casi più comuni.
Se non lo conoscete, ve lo mostro io.
Seguitemi.

Siamo al risveglio della protagonista dopo un orrendo incubo.
La tensione c'è.
E ce ne sta ancora di più quando, aprendo gli occhi, si ritrova nella stanza una figura agghiacciante che le dà le spalle, una figura di donna col velo a coprirle il volto.
E' forte, come scena. Davvero.
La protagonista si alza, va verso l'inquietante presenza... e...
Eccolo là! Lo vedete?
Sull'armadio, farebbe ciao ciao con la manina se non l'avesse incollata al fianco.

Ora, facciamo che mi spiego ancora una volta, per non rischiare di sembrare un emerito idiota.
Il pacchetto è importante.
Quando si regala qualcosa, anche una storia, è bene che il pacchetto sia quello giusto.
Un regista, al pacchetto, deve badarci. Non si può pretendere di imbracciare la telecamera, di ordinare movimenti all'attore, senza aver prima guardato e guardato e guardato la location.
E' essenziale.
Basta un dettaglio, un particolare a cui non si è fatto caso, e tutto crolla nel terremoto del ridicolo.
Quell'oscar fasullo è ridicolo.
E' troppo casa qualunque, troppo camera per ragazzi, troppo vita normale, per supportare una storia come questa.

Perché la storia è strana. E' particolare, magari pure profonda, Lynchiana, assurdamente ricercata.
Una storia simile meriterebbe altra cura estetica.
The Mouth, altro corto in gara, ha un pacchetto striminzito; ma la storia pure, lo è.
Sporca, semplice. Il dono The Mouth sta bene in quel pacchetto.
I Segreti, che storia semplice non è, nel pacchetto I Segreti sta male.
E allora mi chiedo perché non divertirsi a cercare una tovaglia diversa. A togliere quell'oscar, a giocare con primi piani e a scegliere una posizione recitativa differente nelle fasi del dialogo.
Ancora, tanto per sfruttare elementi che abbiamo vicini, pensiamo a Vi Amo, Addio.
La scenografia è azzeccata. Curata fino all'ossessione.
E ci sta da dio.
Da dèa, pardon.
Si lega all'atmosfera che è una meraviglia.


Ma ora ho paura. Ho paura che tu, Matteo, mi dica che la tovaglia, l'oscar e chissà cos'altro erano citazioni da grandi film.
Può essere, e mi scuso per l'ignoranza dimostrata.
Fatto sta che qui, secondo me, stavano male.
Che le citazioni, sempre che lo siano, a volte stonano, se non permettono una perfetta discesa nell'atmosfera regina della storia.

La storia. Peccato, perché non mi sono sforzato tanto a viverla.
Colpa di ciò che le girava attorno.

A Natale, faccio pacchetti orribili.
E credimi: una volta visti quelli, i regali che ci sono dentro, qualunque essi siano, generano sempre sorrisi a metà.












[Modificato da Steveau 15/04/2008 20:36]
----------------------------------------------

"Si staranno preoccupando per noi?"
"No, non ancora. Dovevamo incontrare i camion venti minuti fa; si faranno vedere soltanto fra un'ora e mezza. Alle due, cominceranno a chiedere a
qualcuno se c'hanno visto. Alle tre ci cercheranno nei bar, e verso le quattro si arrabbieranno. Alle cinque, forse qualcuno capirà che ci siamo persi. Alle sei, il capitano penserà di chiamare il comando, e lo farà solo alle sette e mezza. Dal comando risponderanno che è tardi e
che ci penseranno domani."
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:12. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com