Chi comanda ora in Vaticano? (Tutti gli uomini di Ratzinger)

Ultimo Aggiornamento: 14/03/2013 10:07
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05/03/2005 16:06

Re:

Scritto da: Franco.Firenze 05/03/2005 15.48
state dicendo delle cazzate ipergalattiche tra tutti

Putin,Bush, Berlusconi,
questa gente non è nessuno al cospetto del papa e credo ke le loro parole contino meno di zero x l'elezione del prossimo papa



La Fonte giornalistica di quanto sopra detto è il mensile PANORAMA......

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06/03/2005 17:22

Re:

Scritto da: Franco.Firenze 05/03/2005 15.48
state dicendo delle cazzate ipergalattiche tra tutti

Putin,Bush, Berlusconi,
questa gente non è nessuno al cospetto del papa e credo ke le loro parole contino meno di zero x l'elezione del prossimo papa



Ma tu Franco prima di dire che diciamo cazzate informati e leggi qualcosina, forse in P.S. non vi danno niente da leggere?

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Oscar Wilde




07/03/2005 16:02

Re: Re:





Panorama è diventato mensile? Da quando??? [SM=x44456]
E in ogni caso, mi sembra che per diventare Papa bisogna essere Cardinale prima... ora Buttiglio e Bondi non sono neanche preti!!! [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]



[Modificato da Nikki72 07/03/2005 16.03]

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07/03/2005 18:22

Re: Re: Re:

Scritto da: Nikki72 07/03/2005 16.02



Panorama è diventato mensile? Da quando??? [SM=x44456]
E in ogni caso, mi sembra che per diventare Papa bisogna essere Cardinale prima... ora Buttiglio e Bondi non sono neanche preti!!! [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]



[Modificato da Nikki72 07/03/2005 16.03]




E' dal 1500 in effetti che per diventare papa occorre prima essere stato consacrato vescovo.
Nella storia della chiesa sono successe però un sacco di cose strane, ad esempio Ambrogio divenne vescovo di Milano dietro acclamazione popolare e non era nemmeno consacrato, cioè nemmeno prete.
Anche per l'elezione a pontefice comunque c'è una possibilità di questo tipo e succede nel caso in cui tutti i cardinali riuniti in conclave pronunzino contemporaneamente lo stesso nome; in questo caso, essendo considerato questo un evento dovuto allo spirito santo, la persona in tal modo nominata diventa papa senza votazione alcuna. (queste sono riminiscenze del corso di diritto canonico ripetuto per 3 volte...[SM=x44472] )

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Re: Re: Re:

Scritto da: Nikki72 07/03/2005 16.02



Panorama è diventato mensile? Da quando??? [SM=x44456]
E in ogni caso, mi sembra che per diventare Papa bisogna essere Cardinale prima... ora Buttiglio e Bondi non sono neanche preti!!! [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]



[Modificato da Nikki72 07/03/2005 16.03]




Non mi dirai che Panorama esce con cadenza settimanale?
Quanta carta sprecata [SM=x44472]
E comunque vedi che Peppinox ci spiega che c'è una possibilità per miracolare anche un pretino come Buttiglione!? [SM=x44461]

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07/03/2005 19:58

Mi sembra che anche con Celestino V avvenne qualcosa di simile...
Il Re di Napoli "agevolò" la discesa dello Spirito Santo sul Conclave riunito a Perugia...

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03/04/2005 19:21

Re:

Scritto da: Etrusco 28/02/2005 13.38
MANOVRE INTERNAZIONALI PER IL CONCLAVE

I paesi di lingua ispanica vogliono contare di più. E intanto, dall'Africa...


Se tutte le strade portano a Roma, i grandi intrighi geo-politici tornano a concentrarsi nel piccolo Stato della Città del Vaticano.
Oggi tutti i riflettori internazionali sono puntati su quella Basilica di San Pietro e sui Sacri palazzi circostanti che Giovanni Paolo II ha trasformato nei 26 anni di pontificato in un formidabile centro di potere dal quale si possono influenzare i destini del mondo.
Ambasciate, gruppi d'interesse, potenti lobby religioso-economiche sono mobilitati per ispirare le scelte dei 120 cardinali di 55 differenti paesi che parteciperanno al futuro conclave.
Con quale successo non si sa, perché, avverte l'ambasciatore Carlo Marullo Condojanni del Sovrano militare ordine di Malta, uno dei più attenti osservatori all'interno del Vaticano, «anche nei tempi della realpolitik, e quando sembra essere passato di moda l'intervento dello Spirito Santo, alla fine davvero le lobby contano poco o niente, al di là degli stessi auspici delle singole Chiese, italiana e latinoamericana in particolare».

Sta di fatto però che, man mano che peggiorano le condizioni del Papa, si riscalda il clima preelettorale per la successione, che non riguarda solo le correnti interne alla Chiesa, ma i complessi equilibri internazionali.

Cominciamo dagli Stati Uniti.
L'invasione dell'Iraq e la campagna ideologica che la precedette hanno creato un vulnus nei rapporti fra Usa e Santa Sede. Dopo un periodo di reciproche diffidenze, coinciso con le dichiarazioni pacifiste dell'osservatore della Santa Sede all'Onu, Renato Martino, e con le prese di posizione anti guerra preventiva del cardinale francese Jean-Louis Tauran, il Vaticano ha riequilibrato la propria politica estera.
Lo ha fatto nominando al Palazzo di Vetro il pragmatico e prudente Celestino Migliore, e segretario per i Rapporti con gli stati Giovanni Lajolo, una delle menti più raffinate della diplomazia vaticana. Tutt'e due sono stati attenti a ricucire lo strappo con gli Stati Uniti.

Il disgelo successivo ha portato il presidente George W. Bush a prestare un occhio meno impaziente a quel che accade in Vaticano.
Il nome che è stato ripetuto a Bush con più insistenza dai circoli cattolici americani come possibile candidato alla successione di Papa Wojtyla è quello del cardinale tedesco Walter Kasper, 72 anni, già docente di teologia all'Università cattolica di Washington, attualmente presidente del Consiglio pontificio per la promozione dell'unità dei cristiani e responsabile per le relazioni con gli ebrei.

Di tutt'altro avviso Vladimir Putin.
Sotto pressione da parte del patriarca ortodosso di Mosca, Alexei II, che ha chiesto aiuto e consigli all'Fsb, l'ex Kgb, interessato alla stabilità interna, il capo del Cremlino sta puntando su candidati meno ostili e più ecumenici, soprattutto ora che le aree di influenza si stanno restringendo. Non è un mistero che l'ambasciata russa a Roma veda assai di buon occhio il cardinale Martino, in quanto lanciere delle posizioni antiamericane, ma soprattutto Giovanni Battista Re, considerato un iperrealista con enorme influenza sull'intero corpo dei vescovi.

Non mancano ovviamente altre aspirazioni.
Le ambasciate arabe, per esempio, fanno fuoco di sbarramento contro il cardinale Carlo Maria Martini, giudicato troppo vicino all'Ebraismo.
Ma la vera novità è la crescente mobilitazione dei paesi di lingua ispanica, che formano un blocco compatto e che ora vorrebbero a tutti i costi un loro rappresentante al vertice della Chiesa. Il cardinale più gettonato è l'arcivescovo dell'Honduras Oscar Rodriguez Maradiaga, 62 anni.
Contro i paesi latinoamericani si schierano quelli del Terzo mondo africano e, in parte, asiatico. Per loro l'unico principe della Chiesa in grado di far crescere ancora il numero dei battezzati nel mondo è Francis Arinze della Nigeria, 72 anni, una lunga permanenza nella curia e un grande carisma. Sarebbe il primo papa nero.



Pino Buongiorno per Panorama



UP
giusto per riassumere il quadro della situazione...

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24/09/2005 02:30

VATICAN REPORT
IL DIARIO DI UN CARDINALE CHE SVELA I SEGRETI DELL’ELEZIONE DI RATZINGER.
“MARTINI SENZA CHANCE,
IL SOLO A CONCORRERE FU L’ARGENTINO BERGOGLIO”

“MAN MANO CHE SI SVOLGE LO SPOGLIO, RATZI ANNOTA I VOTI CON CURA, SUL SUO FOGLIO…”


Lucio Brunelli per “La Repubblica”

Domenica 17 aprile.
«Nel pomeriggio ho preso possesso della camera alla Casa Santa Marta. Posati i bagagli ho provato ad aprire le persiane, perché la stanza era buia. Non ci sono riuscito. Hanno spiegato che le persiane erano state sigillate. Clausura del conclave…».

Inizia così il diario di un autorevole porporato che nel suo quaderno ha appuntato non solo impressioni e notazioni di colore ma anche l´esito delle quattro votazioni che hanno portato all´elezione di Benedetto XVI.
Un documento di cui, ovviamente, non possiamo svelare l´autore. Ne emerge un quadro inedito, più mosso, della elezione del cardinale Joseph Ratzinger: al terzo scrutinio la minoranza riluttante a votare l´ex prefetto della fede aveva fatto blocco sul cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, raggiungendo l´obiettivo dei 40 voti: troppo pochi per eleggere il primo papa latinoamericano della storia, ma sufficienti a impedire, in termini astratti, puramente aritmetici, il raggiungimento del tetto minimo dei 77 voti necessari per eleggere il papa (115-40= 75).

E l´obbligo del segreto?
È stato deciso dai papi innanzitutto per tutelare la libertà del conclave: una fuga di notizie prima o durante il conclave, con i "seggi" nella Sistina ancora aperti, potrebbe condizionare le successive votazioni. Altra cosa, meno grave, crediamo, è una violazione del segreto post factum.

Lunedì 18 aprile, ore 16,33.
«La lenta processione dei cardinali dall´Aula delle Benedizioni inizia a muoversi verso la Cappella Sistina...
I 115 cardinali – il più affollato conclave della storia moderna! - si dispongono nei sei grandi tavoli sistemati ai lati della cappella. Vengono distribuite le schede. Nel suo diario la nostra fonte trascriverà solo i voti andati alle personalità più in vista, tralasciando i numerosi voti dispersi. Il conclave si apre con un´unica candidatura "organizzata" e in grado di contare su un blocco di voti predefiniti, quella del cardinale Ratzinger. Le previsioni dei vaticanisti più informati oscillavano tra i 30 e i 50 voti già sicuri per l´ex prefetto della congregazione per la dottrina della fede. Ne ottiene infatti 47. Un´ottima base di partenza, ma a Ratzinger mancano ancora 30 voti per raggiungere i due terzi necessari per l´elezione.

Molto inferiori alle stime ipotizzate sono invece le preferenze raccolte dal cardinale Martini. Diversi organi d´informazione hanno immaginato un testa a testa nel primo scrutinio fra le due eminenti personalità e qualcuno (nei giorni successivi) si è spinto a sostenere che Martini abbia addirittura sopravanzato Ratzinger nella prima votazione. Lo scarto è stato invece molto ampio e netto. La vera sorpresa del primo scrutinio è il cardinale argentino Bergoglio. Anche lui gesuita, come Martini, sebbene fra i due confratelli non vi sia sempre stata una perfetta sintonia: negli anni Settanta, al tempo del generalato Arrupe e degli infuocati dibattiti sulla teologia della liberazione, Bergoglio si era dovuto dimettere da provinciale della Compagnia di Gesù perché non condivideva la linea "aperturista" dei vertici dell´ordine ignaziano.

L´arcivescovo di Buenos Aires si è però guadagnato specialmente negli ultimi anni una diffusa fama d´uomo di Dio.
Sicuro sul piano dottrinale, aperto su quello sociale, insofferente sul piano pastorale verso la rigidezza mostrata da alcuni collaboratori di Wojtyla sui temi d´etica sessuale ("Vogliono mettere tutto il mondo in un preservativo", commentava con gli amici alla vigilia del conclave). Caratteristiche che, in mancanza di un vero candidato di "sinistra", alternativo alla linea Ratzinger, faranno di Bergoglio l´uomo di riferimento per l´intero gruppo dei cardinali più riluttanti a votare il decano del sacro collegio. Da notare, in questa prima votazione, la manciata di voti ottenuti da Ruini (6) e Sodano (4).
Risultato numericamente modesto, ma "politicamente" non privo di rilevanza.

Lunedì sera. La cena è alle 20 e 30. «Si conversa a tavola, scambiandosi le impressioni sulla prima votazione andata a vuoto. Altri colloqui, con la massima discrezione, avvengono dopo cena nelle camere. Piccoli gruppi, due-tre persone, non ci sono maxi riunioni. Come in tutti gli alberghi, ai mille divieti già esistenti si aggiunge quello del fumo. Il cardinale portoghese José Policarpo da Crux, fama di fumatore incallito, non resiste ed esce all´aperto per accendersi un buon sigaro».


(I cardinali Camillo Ruini e Bernard Law)



In queste poche ore, con gran riservatezza, prendono forma le strategie dei diversi schieramenti per la mattina successiva. I sostenitori di Ratzinger si concentrano sul vasto blocco degli incerti: oltre una trentina le preferenze disperse.
Gli amici del cardinale Ruini fanno sapere che il loro piccolo pacchetto di voti (6) si riverserà sul cardinale decano.
Sul fronte opposto, prevale l´orientamento a fare blocco su Bergoglio.
Anche i cardinali che hanno votato Martini si convincono a puntare sull´arcivescovo di Buenos Aires.
Sarebbe il primo papa latinoamericano della storia, e sicuramente almeno una parte dei 20 cardinali provenienti dall´America latina lo sostiene.
Una parte. È noto a tutti i partecipanti al conclave, infatti, che almeno due cardinali dello stesso continente sono schieratissimi con Ratzinger: il colombiano Alfonso Lopez Trujillo, aspro avversario della teologia della liberazione, e il cileno Jorge Arturo Medina Estevez, già responsabile dell´edizione cilena della rivista Communio, creatura teologica di Ratzinger.

L´obiettivo realista dello schieramento di minoranza che intende sostenere Bergoglio è creare una situazione di stallo, che porti al ritiro della candidatura Ratzinger.
In termini concreti centrare tale obiettivo significa sfondare il muro delle 39 preferenze. Ovvero un terzo più uno dei voti. In modo da rendere matematicamente impossibile, al candidato più forte, di raggiungere i 77 voti. Poi si vedrà. I giochi si potrebbero riaprire.

Martedì 19 aprile.
La sveglia suona alle 6 e 30.Le votazioni iniziano alle 9 e 30. Anche questa volta, la nostra fonte tralascia i voti dispersi che però si riducono sensibilmente (sono 9). Come previsto Ratzinger sale ancora (65), ma resta a 12 punti dalla vetta. I voti guadagnati rispetto al primo scrutinio sono 18: in parte gli arrivano dai sostenitori di Ruini (6), in parte dagli indecisi (12).
Non convergono ancora sul suo nome, invece, i sostenitori di Sodano (4). Distaccato di 30 punti ma in netta crescita è Bergoglio, che aggiunge altri 25 voti alla sua dote iniziale. Sul suo nome confluiscono come previsto i sostenitori di Martini (9), che infatti non ottiene alcuna preferenza, e anche un discreto numero di cardinali che la sera precedente avevano disperso il loro voto (16). Il gesuita argentino è ad un passo dalla soglia numerica dei 39 voti che, teoricamente, può consentire ad una minoranza organizzata di bloccare l´elezione di qualsiasi candidato.

Alle 11 si procede alla seconda votazione del mattino prevista dal regolamento. E le speranze della minoranza sembrano sul punto di diventare realtà. Ratzinger cresce ancora, da 65 a 72. Gli mancano appena 5 voti per diventare il 264° successore dell´apostolo Pietro. Ma anche Bergoglio cresce, da 35 a 40. Supera di poco, ma la supera, la soglia che rende matematicamente impossibile l´elezione di Ratzinger. Se i sostenitori dell´arcivescovo di Buenos Aires decidessero compatti di resistere ad oltranza, alzando le barricate a quota 40, il cardinale tedesco potrebbe raggiungere al massimo 75 voti. E vedrebbe così sfumare l´elezione per appena due voti.

" Grande preoccupazione fra i porporati che auspicano l´elezione del cardinale Ratzinger...».
Trujillo è visto da molti avvicinare in particolare i cardinali latinoamericani; cerca di convincerli che non ci sono vere alternative a Ratzinger.

Sull´altro fronte inizia a farsi strada un cautissimo ottimismo sulla possibilità di bloccare, a pochi metri dal traguardo, la corsa del cardinale bavarese.
«Domani grandi novità», sussurra il cardinale Martini con un sorriso sibillino a un suo collega, durante la pausa del pranzo. Richiesto un chiarimento Martini confida di prevedere un cambiamento di candidati la mattina del giorno seguente, nel caso in cui anche le due prossime votazioni del pomeriggio si concludessero con un nulla di fatto. L´arcivescovo emerito di Milano compie persino qualche sondaggio informale alla ricerca di nuovi possibili candidati del giorno dopo. Alcuni testimoni lo vedono accostare il cardinale portoghese Jose Saraiva Martins: i due si conoscono dagli anni Settanta, quando erano entrambi rettori di università pontificie a Roma.

Ma la condizione perché i piani della minoranza riescano è che non si aprano crepe nel blocco che si è formato attorno alla candidatura Bergoglio. Invece una crepa, e nemmeno tanto piccola, si sta per aprire. Quando i 115 elettori, alle ore 16, tornano nella Sistina, l´esito del conclave è già deciso.

Martedì 19 ore 16 e 30.
Il risultato dell´ultima e decisiva votazione del conclave: Ratzinger 84 voti, Bergoglio 26. Nel grafico sullo scrutinio, la nostra fonte ha anche annotato, perché "curiose", le preferenze ottenute dai cardinali in pensione Bernard Law, già arcivescovo di Boston costretto alle dimissioni per lo scandalo del clero pedofilo, e Giacomo Biffi, battagliero arcivescovo emerito di Bologna.
Questi gli ultimi ricordi nel diario: "Anche il cardinale Ratzinger, man mano che si svolge lo spoglio delle schede, annota i voti con cura, sul suo foglio.
Poi quando alle 17 e 30 ha superato il quorum dei 77 voti, nella Sistina c´è un momento di silenzio, seguito da un lungo cordiale applauso".


Dagospia 23 Settembre 2005

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24/09/2005 14:12

Molto interessante[SM=x44458] [SM=x44458] [SM=x44462]

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24/09/2005 17:32

Chi comanda adesso in Vaticano?


Scritto da: Etrusco 24/09/2005 2.30
VATICAN REPORT
IL DIARIO DI UN CARDINALE CHE SVELA I SEGRETI DELL’ELEZIONE DI RATZINGER.
“MARTINI SENZA CHANCE,
IL SOLO A CONCORRERE FU L’ARGENTINO BERGOGLIO”

“MAN MANO CHE SI SVOLGE LO SPOGLIO, RATZI ANNOTA I VOTI CON CURA, SUL SUO FOGLIO…”


Lucio Brunelli per “La Repubblica”

[...]







L’attenta e coscienziosa obiettività della persona ragionevole, rende inevitabilmente scettica la lettura di certo giornalismo laicista e i commenti dei suoi sostenitori, poiché risulta essere spesso un attivissimo frenetico per alimentare la cultura del sospetto anziché la propensione a promuovere la sana cultura della riflessione onesta o, in ogni caso, buona per il confronto sulle diverse tematiche che riguardano il contesto religioso e ideologico pluralista e che, sono pur sempre soggetti opinabili e discutibili.

Appurato l’evidente dubbio sulla veridicità e quindi sull’autorevolezza della fonte verso la quale, appunto dopo la dovuta visione, è legittimo disporsi razionalmente con la massima ritrosia proprio perché quest’articolo specifica di postularsi su: “un documento di cui, ovviamente, non possiamo svelare l’autore , va pure confermato che il dott. Lucio Brunelli, cronista anche di La Repubblica e vaticanista di Rai2, col mezzo di questo suo lungo intervento si spreca in una disputa inefficace o quanto meno superficiale anche per chi, volendo, la raccoglie con riserva acritica per avviare poi l’autentica riflessone e discussione. Tutto il suo argomentare, infatti, risulta essere inutile o solamente adatto alla polemica sterile poiché improntato su congetture, ipotesi e pretestuose forzature non degne d’alcuni seri e possibili sviluppi costruttivi se non alle esilaranti gossip mondane.

È così, ed è proprio attraverso questo stesso meschino “laicismo” giornalistico ed ecceduto nelle diverse occasioni che, non si manca mai di condannare l’invadenza e quella presunta “intromissione” della Chiesa Cattolica nelle “cose” dello Stato laico italiano ma che, a sua volta, ritiene doveroso per sé il diritto-dovere in base alla libertà di parola, di potersi introdurre liberamente negli affari della Stessa e, in questo caso, di decantare e intromettersi in maniera indebita sull’andamento e gli esiti dell’ultimo Conclave. Il quale, è soltanto il “segreto” della Chiesa Cattolica e che riguarda l’autorità esclusiva dell’azione dello Spirito Santo indirizzata unicamente alla specifica competenza della Tradizione, del Collegio cardinalizio e del Magistero apostolico vescovile e petrino.

Facciano dunque bene il loro mestiere di giornalismo “laico”! Lo facciano sulla verità dei fatti e sulla propria coscienza non sul giudizio precostituito o la gratifica del plauso. Obiettino adeguatamente questi servitori del facile consenso e redattori saccenti vaticanisti con i loro asserviti chiosatori laicisti, oppure, si diano al solito spettacolo all’italiana: vuoi con i politologi e gli eminenti leader politici di parte o vuoi con i normali e gli abituali cittadini bovari, tutti così tanto camaleontici!

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Bestion, non puoi farmi la grazia di essere un pochinino più sintetico?
[SM=x44476]

Comunque per quanto dici credo che il giornalista, pur non potendo divulgare a tutti la sua fonte, potrà rivelarla in separata sede qualora fosse necessario.
E' La Repubblica, dopotutto, mica il giornalino di Giamburrasca [SM=x44461]

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Scritto da: Etrusco 24/09/2005 18.50
Bestion, non puoi farmi la grazia di essere un pochinino più sintetico?
[SM=x44476]

Comunque per quanto dici credo che il giornalista, pur non potendo divulgare a tutti la sua fonte, potrà rivelarla in separata sede qualora fosse necessario.
E' La Repubblica, dopotutto, mica il giornalino di Giamburrasca [SM=x44461]





[SM=x44467] Non dubito sulla serietà della testata La Repubblica o de Il Corriere della Sera con i suoi collaboratori, come riconosco l’autorevolezza di un qualsiasi giornalino locale o di un pinco pallino qualsiasi.
Sono invece assai critico sul modo di gestire quel giornalismo pubblico dei risaputi mass-media quando imposta certo suo argomentare “laicista” avvalendosi di fonti private impossibili da riscontrare e che, in ogni caso, dovrebbero essere semplicemente alla portata di tutti e attendibili per l’autentica conoscenza, prima dei fatti reali, successivamente, delle utili opinioni e dibattiti.

Io non ritengo per niente opportuno, quanto al favore di chiedermi un discorso “sintetico”, quando devo intervenire sui temi che m’interessano in modo particolare. Anzi, per me è piuttosto necessaria l’esplicazione più ampia possibile del discorso che voglio affrontare; ciò per evitare al meglio, qualsiasi fraintendimento o il dubbio dei “se” e dei “ma”…
In questo, non chiedo sicuramente il permesso a nessuno e ti prego la gentilezza di non fartene un motivo personale! (grasssie…[SM=x44476] ).
Anche perché, nessuno è obbligato leggere i miei lunghi e noiosi interventi.[SM=x44464]





[SM=x44461] [SM=x44475]

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Re:

Scritto da: Bestionn 24/09/2005 21.11




[SM=x44467] Non dubito sulla serietà della testata La Repubblica o de Il Corriere della Sera con i suoi collaboratori, come riconosco l’autorevolezza di un qualsiasi giornalino locale o di un pinco pallino qualsiasi.
Sono invece assai critico sul modo di gestire quel giornalismo pubblico dei risaputi mass-media quando imposta certo suo argomentare “laicista” avvalendosi di fonti private impossibili da riscontrare e che, in ogni caso, dovrebbero essere semplicemente alla portata di tutti e attendibili per l’autentica conoscenza, prima dei fatti reali, successivamente, delle utili opinioni e dibattiti.

Io non ritengo per niente opportuno, quanto al favore di chiedermi un discorso “sintetico”, quando devo intervenire sui temi che m’interessano in modo particolare. Anzi, per me è piuttosto necessaria l’esplicazione più ampia possibile del discorso che voglio affrontare; ciò per evitare al meglio, qualsiasi fraintendimento o il dubbio dei “se” e dei “ma”…
In questo, non chiedo sicuramente il permesso a nessuno e ti prego la gentilezza di non fartene un motivo personale! (grasssie…[SM=x44476] ).
Anche perché, nessuno è obbligato leggere i miei lunghi e noiosi interventi.[SM=x44464]





[SM=x44461] [SM=x44475]



Beh, questi sono pettegolezzi e daltraparte rivelare la fonte potrebbe creare non poche noie legali e diplomatiche con la santa sede...
comunque non sono affatto noiosi i tuoi interventi,
solo che spesso nel leggerli mi è già capitato di estraniarmi dalla dimensione spazio-tempoorale e di far poi tardi su alcuni appuntamenti e scadenze [SM=x44472]

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24/09/2005 23:01


Scritto da: Etrusco 24/09/2005 22.19


Beh, questi sono pettegolezzi e daltraparte rivelare la fonte potrebbe creare non poche noie legali e diplomatiche con la santa sede...
comunque non sono affatto noiosi i tuoi interventi,
solo che spesso nel leggerli mi è già capitato di estraniarmi dalla dimensione spazio-tempoorale e di far poi tardi su alcuni appuntamenti e scadenze [SM=x44472]





[SM=x44458] Vedi che sai essere in gamba nel dire, appunto, che quelli sono soltanto “pettegolezzi”!!!

… quindi quei dottori professionisti, facciano bene il loro mestiere di giornalisti e si assumano le proprie responsabilità con le eventuali noie legali, invece di blaterale con la solita protervia e per il ca….volo![SM=x44454]


[SM=x44461] Bondì beo!
([SM=x44451] e no desmentegarte che da ti vanxo sempre chel bon sprissseto [SM=x44500] )

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Re:

Scritto da: Bestionn 24/09/2005 23.01
[SM=x44458] Vedi che sai essere in gamba nel dire, appunto, che quelli sono soltanto “pettegolezzi”!!!

… quindi quei dottori professionisti, facciano bene il loro mestiere di giornalisti e si assumano le proprie responsabilità con le eventuali noie legali, invece di blaterale con la solita protervia e per il ca….volo![SM=x44454]


[SM=x44461] Bondì beo!
([SM=x44451] e no desmentegarte che da ti vanxo sempre chel bon sprissseto [SM=x44500] )



Ovvio, ma qui si parla prevalentemente di gossip e di spettegolezzi [SM=x44500]
in maniera un po' goliardica [SM=x44501]
comunque... in vino veritas [SM=x44452]

ma per quello sprissseto temo che dovrai scendere di latitudine per gustartelo senza aspettare tempi biblici [SM=x44464]

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25/09/2005 11:17


Scritto da: Etrusco 25/09/2005 4.27


Ovvio, ma qui si parla prevalentemente di gossip e di spettegolezzi [SM=x44500]
in maniera un po' goliardica [SM=x44501]
comunque... in vino veritas [SM=x44452]

ma per quello sprissseto temo che dovrai scendere di latitudine per gustartelo senza aspettare tempi biblici [SM=x44464]





Uauhhh… non parare con una seriosa battuta in latino: quei giornalai gossipiani - de sto per de bae [SM=x44453] - non meritano sicuramente l’onore di citazioni classiche! [SM=x44451]


PS. Eih Etrusco, hai avvisato la nostra amica Piperitapatty ([SM=x44484] ) di poter postare alle 4 e mezza di mattina? [SM=x44497] ....... [SM=x44457]
L’ultima volta che l’ho fatto io, ed erano appena le 2 di notte, mi ha tirato fuori il cartellino giallo!... [SM=x44470]

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25/09/2005 19:24

Re:

Scritto da: Bestionn 25/09/2005 11.17

PS. Eih Etrusco, hai avvisato la nostra amica Piperitapatty ([SM=x44484] ) di poter postare alle 4 e mezza di mattina? [SM=x44497] ....... [SM=x44457]
L’ultima volta che l’ho fatto io, ed erano appena le 2 di notte, mi ha tirato fuori il cartellino giallo!... [SM=x44470]



ma de che?
forse xe mejo se te parlo in diaeto, parchè in itaian me par mia che te me capissi
ah, sono astemia, per lo spritz ti lascio un tete a tete con il mio avvocato
saluti beo
[SM=x44475]

[Modificato da piperitapatty 25/09/2005 19.25]

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26/09/2005 00:34

Re:

Scritto da: Bestionn 25/09/2005 11.17




Uauhhh… non parare con una seriosa battuta in latino: quei giornalai gossipiani - de sto per de bae [SM=x44453] - non meritano sicuramente l’onore di citazioni classiche! [SM=x44451]


PS. Eih Etrusco, hai avvisato la nostra amica Piperitapatty ([SM=x44484] ) di poter postare alle 4 e mezza di mattina? [SM=x44497] ....... [SM=x44457]
L’ultima volta che l’ho fatto io, ed erano appena le 2 di notte, mi ha tirato fuori il cartellino giallo!... [SM=x44470]



beh, noi abbiamo la licenza poetica
e poi in quel caso ero di rientro dalla Notte Bianca [SM=x44451]

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TUTTI GLI UOMINI DI RATZINGA


– BERTONE, LEVADA, DIAS, TRUJILLO.
LA NUOVA NOMENCLATURA È FATTA DI UOMINI FEDELI AL PONTEFICE TEDESCO

- L’ERA WOJTYLA È ORMAI SEPOLTA.
ECCO CHI SALE E CHI SCENDE, CHI DECIDE. E COME…



(La copertina di LEFT dedicata a Papa Ratzinger)


La promozione di padre Federico Lombardi a portavoce papale è la conferma della stima di Ratzinger nei confronti dei gesuiti.
Ma l’uscita di scena di NavarroValls non va interpretata come uno sgambetto all’Opus Dei. A ogni papa il suo codice. E il suo portavoce…
[24-11-2006]



Giuseppe Di Leo per “Left - Avvenimenti”


Chi sale e chi scende nella Chiesa di Joseph Ratzinger? Chi sono gli uomini che contano nella nuova curia disegnata da Benedetto XVI? Chi sono i delusi e gli scontenti? Quali sono i criteri che ispirano l’attuale papa nella scelta dei suoi collaboratori? E quale idea di Chiesa e del mondo ha in mente il pontefice? Sono domande che si fanno in tanti. Ovvio che sia così. Il Vaticano - insieme agli Stati Uniti, ultima superpotenza - è l’unico attore politico internazionale che ha gli strumenti per “pensare il mondo”. Perciò è importante capire chi entra nella stanza dei bottoni e chi ne esce.


Promosso a principale collaboratore del papa (insieme ovviamente al suo segretario don Georg Gaenswein) è il cardinale Tarcisio Bertone (72 anni), che guida la Segreteria di Stato in un momento di grandi tensioni internazionali.
Non è un diplomatico di carriera e ciò ha procurato più di qualche mal di pancia in curia. A cominciare dal segretario di Stato uscente, il cardinale Angelo Sodano (78 anni). Bertone conosce il francese e lo spagnolo e se la cava con il tedesco.

Altro uomo in ascesa è il cardinale William Joseph Levada (71 anni). Fedelissimo di Ratzinger, che lo ha premiato alla guida della Congregazione per la dottrina della fede (ex Sant’Uffizio).
Prima di approdare nelle stanze del potere vaticano, Levada ha guidato la diocesi di San Francisco.
La sua promozione si spiega anche per il fatto che Benedetto XVI ammira il cattolicesimo statunitense «diventato una forza decisiva nel quadro della Chiesa mondiale».

Un altro promosso è il cardinale indiano Ivan Dias (70 anni), che ora è prefetto della strategica Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli (tanto strategica che viene definito «il papa rosso»).
Dias conosce la realtà delle Chiese in Asia e parla molte lingue asiatiche.
Ratzinger sa bene che nei prossimi anni India e Cina saranno un impero demografico, economico e politico di prima grandezza, e tutto ciò non può trovare impreparata la Chiesa di Roma.

Nel conclave che ha eletto Ratzinger, la Chiesa sudamericana ha avuto un ruolo non trascurabile.
La promozione del cardinale brasiliano Claudio Hummes (72 anni) alla guida della Congregazione per il clero ne è il riconoscimento esplicito.

Non è una nomina antiamericana. Piuttosto, la presa d’atto che la Chiesa cattolica sudamericana dovrà consolidare, anche attraverso la formazione del suo clero, il ruolo di coscienza critica della società latinoamericana.

Di ausilio alla Segreteria di Stato è il Pontificio consiglio per la giustizia e la pace. A guidarlo è il cardinale salernitano Renato Raffaele Martino(74 anni),
le cui uscite talvolta hanno lasciato perplesso più d’uno in Vaticano.
Ratzinger lo ha comunque lasciato al suo posto. Sebbene il papa non condivida il suo entusiasmo nei confronti delle Nazioni unite.
Per Martino l’Onu è quasi un simulacro sacro, soprattutto contro l’unilateralismo di George W. Bush.

Ma la Santa Sede esprime la sua voce ufficiale al Palazzo di Vetro attraverso l’osservatore permanente monsignor Celestino Migliore, convinto onusiano ma senza fondamentalismi.


(Vaticano: Chi sale e chi scende... secondo LEFT)


Altro uomo-chiave dell’organigramma ratzingeriano è il cardinale portoghese José Saraiva Martins (74 anni), prefetto della Congregazione dei santi.
Ratzinger, a differenza di Wojtyla, non partecipa alle beatificazioni ma solo alle canonizzazioni dei nuovi santi.
E Saraiva Martins è interprete fedele dell’equilibrio che per Benedetto XVI deve esserci fra le ragioni della storiografia e quelle della Chiesa, soprattutto nei casi controversi (il caso Pacelli su tutti).

Altri collaboratori confermati al loro posto da Ratzinger sono il cardinale tedesco Walter Kasper (73 anni) per le problematiche ecumeniche,
il cardinale francese Paul Poupard (76 anni) per i rapporti con i musulmani e i rapporti fra Chiesa e mondo della cultura,
e il cardinale Francis Arinze (74 anni) per i temi della riforma liturgica.

Uomo forte nella curia vaticana è il cardinale Giovanni Battista Re (72 anni), anche lui confermato da Benedetto XVI alla Congregazione per i vescovi.

Re conosce i meccanismi curiali come pochi, ma sarà importante valutare se i criteri delle nomine episcopali, soprattutto per le diocesi più importanti, seguiranno la richiesta delle Chiese locali di tenere in maggior considerazione le loro designazioni.

Altro pilastro della curia ratzingeriana è il cardinale Alfonso Lopez Trujillo (71 anni), presidente del Pontificio consiglio per la famiglia. [SM=x44497]
Inflessibile sulle tematiche dell’aborto e della morale sessuale, il porporato colombiano ha trovato il modo, qualche mese fa, di polemizzare con le proposte del cardinale emerito Carlo Maria Martini (ormai fuori da qualsiasi influenza sulle decisioni importanti), il quale aveva ipotizzato in un’intervista concessa al medico cattolico Ignazio Marino di poter utilizzare gli embrioni congelati a favore delle coppie.


Uomo di Ratzinger è il cardinale messicano Javier Lozano Barragan (73 anni), ministro della salute della Santa Sede.
Di recente Barragan ha accusato l’amministrazione Bush per l’edificazione di un muro lungo tutta la frontiera con il Messico.
Non meno duro è stato il suo giudizio sulla proposta di un vescovo anglicano di procedere all’eutanasia nei confronti di bimbi disabili vittime di dolori lancinanti e senza possibilità di cura.

In ascesa è la figura del cardinale italiano Attilio Nicora (69 anni), presidente dell’Apsa (organismo che amministra il patrimonio della Santa Sede).
È un giurista attento alle problematiche sull’esecuzione del regime concordatario fra Italia e Santa Sede.


Per ragioni di età stanno per uscire di scena
i cardinali Ignace Moussa I Daoud (76 anni) e Julian Herranz (76 anni).
Il primo è il prefetto della Congregazione per le Chiese orientali.

Sarà interessante capire a chi affiderà l’incarico Benedetto XVI.
Il cardinale Herranz, appartenente all’Opus Dei, è il responsabile per l’interpretazione dei testi legislativi
ed è quindi considerato per la sua funzione il giurista del papa.

È da segnalare la posizione che assunse nell’ultimo sinodo di vescovi a favore della possibilità di concedere la comunione anche ai divorziati.

Fra i cardinali di diocesi, in ascesa sono Christoph Schoenborn (61 anni), Vinko Puljic (61 anni), Peter Erdo (54 anni) e, fra gli italiani, Angelo Scola (65 anni) e Carlo Caffarra (68 anni).

Schoenborn è arcivescovo di Vienna ed è un allievo di Benedetto XVI e del grande cardinale Franz Koenig, uno dei protagonisti dell’ostpolitik di Paolo VI.

Puljic è arcivescovo di Sarajevo e con il mondo musulmano è costretto ad avere un approccio difficile.
All’inizio dell’estate il porporato bosniaco è stato costretto a denunciare in Vaticano le difficoltà in cui versano le condizioni dei cristiani di Bosnia-Erzegovina a causa della maggioranza musulmana e papa Ratzinger ne è rimasto molto colpito.

Il cardinale Erdo è primate della Chiesa ungherese ed è stato eletto qualche settimana fa presidente del Consiglio delle conferenze episcopali europee.
È un canonista finissimo ed è uno dei porporati più giovani del collegio cardinalizio.

Caffarra, arcivescovo di Bologna, in qualità di teologo morale gode della stima di papa Benedetto XVI ed è uno degli astri della Chiesa italiana.
Non poche volte ha criticato la giunta Cofferati.

In ascesa anche Bruno Forte (62 anni) e Vincenzo Paglia (61anni), il primo vescovo di Chieti e il secondo vescovo di Terni (Ndr. dove lavora all'interno del CDA di un gruppo di ricerca sulle cellule staminali).

Caso a parte quello del nuovo arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe.
Ratzinger non solo non lo ha accontentato nell’aspirazione a scalare la Segreteria di Stato,
ma lo ha spostato dalla felpata guida della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli alla frontiera difficile di Napoli.

Eppure Benedetto XVI ripone fiducia sul fatto che Sepe sappia dare nuova linfa alla Chiesa partenopea dopo la lunga parentesi opaca del suo predecessore Michele Giordano.
Con il convegno ecclesiale di Verona in discesa appare la candidatura di Dionigi Tettamanzi (72 anni), arcivescovo di Milano, alla guida della Cei.

La promozione di padre Federico Lombardi, che da molti anni è direttore di Radio Vaticana,
a portavoce papale è la conferma della stima di Ratzinger nei confronti dei gesuiti.

Ciò non significa affatto che l’uscita di scena di Joachin NavarroValls sia da interpretare come uno sgambetto all’Opus Dei.
Anche se non tutti in Vaticano hanno gradito che l’ex portavoce papale abbia cominciato a pontificare dalle colonne di giornali zapateriani,
attribuendo pagelle di cattolicità a destra e a manca.
A ogni papa il suo codice. E il suo portavoce.


Dagospia 24 Novembre 2006

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25/11/2006 15:11

[SM=x44462] [SM=x44462]

Ottimo lavoro, come sempre, Etrù!!!

Leggendo i nominativi e le mansioni di questi rispettabili dipendenti del Vaticano, il primo pensiero è stato:
"meno male che appartengono ad un altro Stato e quindi nn gravano sul ns bilancio..."

Poi...ho riflettuto...e mi vien da piangere [SM=x44471]
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