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L'INTRUSO di Daniele Fabbri

Ultimo Aggiornamento: 25/05/2006 15:03
11/04/2006 14:10
 
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TITOLO CORTOMETRAGGIO: L'intruso



DURATA:14 Min circa
REGIA: Daniele Fabbri
ATTORI PRINCIPALI: Lorenzo Barchetta - Manola Carbini - Mauro Pertosa
SCENEGGIATURA: Daniele Fabbri (originale)
MUSICHE: Raffaele Pertosa (Originali)
FOTOGRAFIA: Gabriele Pastori
MONTAGGIO: Daniele Fabbri
BREVE SINOSSI:Alessandro è preoccupato, entrando in casa ha sentito dei strani rumori provenire dalla sua stanza. Con l'aiuto di un suo amico cercherà di scoprire cosa si nasconde nella sua stanza.
11/04/2006 22:35
 
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Un giovane riceve la richiesta d’ aiuto di un amico, in seguito alla quale si precipita nell’ appartamento di quest’ ultimo; giunto sul posto, si troverà alla prese col mistero di una stanza chiusa da cui provengono inquietanti lamenti.
Valido dal punto di vista tecnico (belle, infatti, la fotografia e la regia), il lavoro di Daniele Fabbri è penalizzato dalla recitazione degli interpreti e soprattutto da una sceneggiatura poco curata, che non rende giustizia ad uno spunto potenzialmente interessante; sviluppata in maniera superficiale, senza caratterizzazioni e sfumature significative, la storia scivola troppo rapidamente, e con pochi trascurabili sussulti, verso la prevedibile soluzione, inciampando spesso su buchi a volte macroscopici e lasciando l’ amaro in bocca in corrispondenza del finale inutilmente aperto. Un’ occasione mancata.

[Modificato da Flavio Giolitti 11/04/2006 23.48]

12/04/2006 14:14
 
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Be'... l'inizio m'aveva entusiasmato.
Città, notte, una telefonata ambigua... ottimo. E ottima anche la sigla "on the road".
Poi succede l'improbabile. Innanzitutto i personaggi, dotati di comportamenti assolutamenti fuori dal comune, assurdi, senza senso. Uno che chiude in camera qualcosa che "fa rumore" e l'altro che lo aiuta a sigillare la porta con un paio di mandate e poi si fa un goccetto riflettendo sul rapporto con la propria lady... mah, un pò forzato. Immagino a come sarebbe andata la cosa se fosse successo a me e ai miei amici: panico, parolacce, delirio, terrore... ecco cosa sarebbe accaduto.
La regia è buona in alcuni frangenti, e ammetto che il killer è scenicamente molto buono.
Apprezzo molto il fatto che si sia tentato di metter su una storia tra quattro mura, ho sempre amato i misteri delle "camere chiuse" alla vecchia maniera del giallo, ma i personaggi ( Dialoghi, azioni-reazioni ) sono tutti sbagliati.
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"Si staranno preoccupando per noi?"
"No, non ancora. Dovevamo incontrare i camion venti minuti fa; si faranno vedere soltanto fra un'ora e mezza. Alle due, cominceranno a chiedere a
qualcuno se c'hanno visto. Alle tre ci cercheranno nei bar, e verso le quattro si arrabbieranno. Alle cinque, forse qualcuno capirà che ci siamo persi. Alle sei, il capitano penserà di chiamare il comando, e lo farà solo alle sette e mezza. Dal comando risponderanno che è tardi e
che ci penseranno domani."
25/05/2006 15:03
 
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Mi permetto di inserire la mia personale recensione, in quanto presidente della giuria del festival inserirò man mano nel databese del sito e nel forum TUTTE le recensioni dei corti che hanno partecipato.
Mi sembra il minimo per onorare i registi che hanno animato il festival.

Dopo l'esordio con “ La Cassa ”, Daniele Fabbri si presenta con il suo secondo cortometraggio che, come il predecessore, cerca di far leva sull'orrore che si trasmette attraverso la suggestione e sul terrore di ciò che non si riesce a vedere. Alessandro ha paura. Ha paura di qualcosa che sembra nascondersi all'interno di una stanza di casa sua ed emette rantoli e lamenti. Troppo spaventato per muoversi da solo, chiama un suo amico per cercare di capire, assieme a lui, cosa si celi dietro la porta della stanza. Ma c'è davvero qualche presenza spettrale ? Oppure la verità è, come spesso capita, ben più concreta e spaventosa ? A differenza de “ La Cassa ”, Fabbri , in questo corto, decide di esplicare l'orrore con una spiegazione razionale che, da una parte rende logici gli accadimenti, ma dall'altra toglie l'alone inquietante che possedeva il suo precedente lavoro. Forse è questo il principale limite de “L'Intruso” che ha comunque dalla sua ritmo, una certa ricerca fotografica e nel complesso risulta di piacevole visione. A parte qualche imprecisione nel montaggio, sia video che audio, c'è un evidente miglioramento nella tecnica di regia.







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