Difficile trovare aspetti negativi in questo corto.
Divertente, corre sul filo tra commedia e dramma, con attori azzeccati ( la vittima assomiglia simpaticamente a Bruce Campbell ) , con una regia puntuale e per nulla preoccupata di nasconderci i macabri dettagli della peggiore situazione horror immaginabile: sei bloccato su una sedia, e un pazzo vuole farti a pezzi. Punto.
E lo fa in una stanza piena di luce, come fosse la cosa più normale del mondo, all’interno di un esercizio pubblico, senza bisogno di caverne o case abbandonate, col sorriso sulla faccia. In questo caso, la fotografia non troppo arzigogolata è perfettamente in sincronia col personaggio. Limpida.
La vittima vuole un film “vicino alla realtà”. Una questione tutt’altro che risolta nella psicologia dell’horror dipendente, sempre alla ricerca di effetti verosimili. La storia diventa allora importante, laddove ci domanda fino a che punto ci spingeremmo, laddove ci mette di fronte alle critiche di chi si trastulla con pellicole più “normali” , di chi ci vede fin dalla notte dei tempi come “sadici” o peggio “malati”, patologicamente vogliosi di sofferenza e terrore.
Quand’è che la nostra fame di orrore supera il limite dell’accettabile?
L’assassino è il gestore della videoteca, colui che realizza i nostri sogni, il ponte di collegamento tra produzione e consumo artistici. Ma qui, allo stesso tempo, è la personificazione delle nostre richieste che ci si rivoltano contro, in un attimo la nostra brama di sangue si nutre di se stessa, siamo protagonisti condannati a realizzare il prodotto che desideriamo.
Volevi l’horror realistico? Bene. Muori tu, allora.
Il corto che ho votato per la vittoria.
[Modificato da Steveau 11/04/2006 20.07]
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"Si staranno preoccupando per noi?"
"No, non ancora. Dovevamo incontrare i camion venti minuti fa; si faranno vedere soltanto fra un'ora e mezza. Alle due, cominceranno a chiedere a
qualcuno se c'hanno visto. Alle tre ci cercheranno nei bar, e verso le quattro si arrabbieranno. Alle cinque, forse qualcuno capirà che ci siamo persi. Alle sei, il capitano penserà di chiamare il comando, e lo farà solo alle sette e mezza. Dal comando risponderanno che è tardi e
che ci penseranno domani."