Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.


 
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scetti casteddu!

Ultimo Aggiornamento: 27/08/2007 11:48
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04/10/2006 17:28
 
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quì si parla solo di cagliari calcio e delle situazioni che lo interessano. quest'articolo del sardegna dice che massimeddu sta colonizzando l'america con una scuola calcio per portarne talenti a cagliari, tra le altre cose dice anche che con la primavera del cagliari si sta allenando un certo Marco francescoli (indovinate di chi è figlio).

¦ Se sbarcate negli States e
chiedete di vedere una partita
di calcio, fate attenzione. Non
parlate di football, vi trovereste
a seguire una ovale. Qui lo chiamano
“soccer”, ma preferiscono
di gran lunga i giganti del basket
o del baseball. O appunto
del football. Eppure, tra i giovani
ha grande seguito. In questo
mondo a parte, dove lo sport più
amato del mondo resta una disciplina
di nicchia, sbarca il Cagliari.
minante l'amicizia tra Enzo e
Cellino - spiega Poddighe -. Marco
è un ottimo ragazzo, lo conosco
bene. Impossibile fare paragoni
con il padre, ma ha qualità
importanti. Ora deve adattarsi
al calcio italiano». Penalba,
Francescoli jr. E poi l'idea: costruire
a Miami una scuola calcio
del Cagliari. «Un'idea innovativa
- spiega Poddighe -. Con
Cellino ci siamo conosciuti a
Miami e abbiamo iniziato a lavorare
con entusiasmo a questo
progetto. Ora si parte». Da lunedì
sono iniziate le selezioni
dei giovani calciatori: «Sono ar-

rivati dirigenti e tecnici del Cagliari
(l'allenatore Giorgio Melis
e il preparatore dei portieri
Maurizio Franzone, ndr) per selezionare
giocatori e tecnici. Al
primo giorno si sono presentati
in 100. Alla fine sceglieremo
30/40 under 17. Il Cagliari seguirà
con attenzione questi ragazzi,
molti dei quali originari del
Sud America. Miami è una terra
di confine, ci sono tanti emigrati
». L'iniziativa ha suscitato entusiasmo
e interesse: «Ne hanno
parlato tv e giornali. Il calcio
italiano è conosciuto, ma il Cagliari
è la prima società a portare
avanti un'idea del genere».
Il soccer è ancora indietro,
«specie a livello professionistico.
Manca il background, la tradizione,
per arrivare ai livelli
degli sport più amati».Ma il Cagliari
calcio-Miami Strike Force
(l'accademia di calcio, partner
della società rossoblù nell'iniziativa)
è pronto a partire: «Verranno
fatti crescere i ragazzi,
con i migliori che, un giorno, potranno
sbarcare in Italia. Nel
Cagliari, naturalmente. Ma si
tratta di un progetto a lungo termine
». Un'altra scomessa di
Cellino: «Il mercato nord americano
è dominato dai club inglesi
e olandesi. Ma nessuno
aveva mai provato un'avventura
simile». In futuro, ci potrà essere
una tournée, «intanto - ricorda
Poddighe - arriva Suazo
con l'Honduras». E l'America
inizia a conoscere i nuovi colonizzatori.
In maglia rossoblù.¦
A Miami, in Florida, il
presidente Massimo Cellino ha
posto la sua residenza. E qui ha
conosciuto Gianluca Poddighe,
35 anni, chiare origini sarde e
agente Fifa.
È NATA un'amicizia, suggellata
dall'acquisto dell'argentino Gabriel
Penalba, rappresentato
proprio da Poddighe: «È cresciuto
nelle giovanili del Boca -
ricorda l'agente -. Ha esordito in
A giovanissimo ed era seguito
da altri due club italiani. Ma abbiamo
scelto Cagliari, l'ambiente
giusto per crescere tranquillo.
Gabriel è un centrale molto
tecnico, nonostante l'altezza.
Unparagone?Un Vieira più tecnico
e offensivo. Senza dimenticare
chi è Vieira». Il filo tra
Miami e Cagliari ha portato in
Sardegna anche Marco Francescoli,
figlio del grande “Flaco”,
che si allena con la Primavera
rossoblù.«Ma qui è stata deter
l'amicizia tra Enzo e
Cellino - spiega Poddighe -. Marco
è un ottimo ragazzo, lo conosco
bene. Impossibile fare paragoni
con il padre, ma ha qualità
importanti. Ora deve adattarsi
al calcio italiano». Penalba,
Francescoli jr. E poi l'idea: costruire
a Miami una scuola calcio
del Cagliari. «Un'idea innovativa
- spiega Poddighe -. Con
Cellino ci siamo conosciuti a
Miami e abbiamo iniziato a lavorare
con entusiasmo a questo
progetto. Ora si parte». Da lunedì
sono iniziate le selezioni
dei giovani calciatori: «Sono arrivati dirigenti e tecnici del Cagliari
(l'allenatore Giorgio Melis
e il preparatore dei portieri
Maurizio Franzone, ndr) per selezionare
giocatori e tecnici. Al
primo giorno si sono presentati
in 100. Alla fine sceglieremo
30/40 under 17. Il Cagliari seguirà
con attenzione questi ragazzi,
molti dei quali originari del
Sud America. Miami è una terra
di confine, ci sono tanti emigrati
». L'iniziativa ha suscitato entusiasmo
e interesse: «Ne hanno
parlato tv e giornali. Il calcio
italiano è conosciuto, ma il Cagliari
è la prima società a portare
avanti un'idea del genere».
Il soccer è ancora indietro,
«specie a livello professionistico.
Manca il background, la tradizione,
per arrivare ai livelli
degli sport più amati».Ma il Cagliari
calcio-Miami Strike Force
(l'accademia di calcio, partner
della società rossoblù nell'iniziativa)
è pronto a partire: «Verranno
fatti crescere i ragazzi,
con i migliori che, un giorno, potranno
sbarcare in Italia. Nel
Cagliari, naturalmente. Ma si
tratta di un progetto a lungo termine
». Un'altra scomessa di
Cellino: «Il mercato nord americano
è dominato dai club inglesi
e olandesi. Ma nessuno
aveva mai provato un'avventura
simile». In futuro, ci potrà essere
una tournée, «intanto - ricorda
Poddighe - arriva Suazo
con l'Honduras». E l'America
inizia a conoscere i nuovi colonizzatori.

-Il dato
La storia della MLS
¦¦ La MLS (Major League
Soccer) è la Federazione
Professionistica del Nord
America. Fondata nel '93 da
Alan Rothenberg in vista dei
Mondiali americani del '94. Il
primo campionato è partito
nel '96, con 10 club divisi in
due “co n fe re n ces ”, uno
orientale l'altro occidentale,
come da tradizione. Nel '98 si
aggiunsero altre due società,
fino ad arrivare alle attuali 16.
Gli inizi, dal punto di vista
economico, sono stati difficili,
con perdite di circa 350 milioni
di dollari. Ma la copertura
televisiva garantita da Fox
Soccer Channel, ESPN, ABC,
ESPN2 ha migliorato la
situazione e soprattutto
potrebbe tirar fuori il “soccer”
dal ruolo di sport di nicchia.
"ces sta piovendo...mo' ne escono i boveri."...RODS CAGHINI!
RODS A CANE!
04/10/2006 17:32
 
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SAI CHI E' QUEL PRESIDENTE CHE...TIRA LA COCA E A NOI NON CE NE DA'!

MASSIMOOOO CELLINOOO MASSIMOOO!!!!





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17/10/2006 20:29
 
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zola attaccando briga con murigno alla vigilia della sfida chelsea barcellona.

"ces sta piovendo...mo' ne escono i boveri."...RODS CAGHINI!
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20/10/2006 10:30
 
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IN INGHILTERRA INSULTAVA IN SARDO.

"I gol? Basta un piede"
Dario Silva non ricorda nulla dell'incidente che gli è costato l'amputazione di una gamba: "Quello che conta è avere il coraggio per andare avanti. La vita è comunque un dono meraviglioso"
Dario Silva, 33 anni, con la maglia della Celeste. Reuters
Dario Silva, 33 anni, con la maglia della Celeste. Reuters
MILANO, 19 ottobre 2006 - Dario Silva, la sfida più dura. Ricominciare con una gamba amputata, dopo aver rischiato la vita in un incidente stradale. «Quando mi sono accorto che la gamba non c’era più, non volevo più vivere. Dopo 15 minuti però avevo già cambiato idea perché mi ero accorto di quanto avessero sofferto i miei familiari».
Cosa ricorda dell’incidente?
«Nulla. So però che in tutto il mondo erano preoccupati per la mia salute. Tanti mi hanno cercato al telefonino e devo rispondere ancora a 780 mail».
Che cosa l’ha sorpresa di più in quei giorni?
«Potevo aspettarmi solidarietà in Italia, Spagna e Inghilterra, dove ho giocato. Ma non pensavo che una squadra a Shangai potesse dedicarmi uno striscione di incoraggiamento»
Le ha telefonato anche Maradona...
«Per me sapere di quella telefonata è stata il massimo, perché Diego è il mio mito. Ma mi hanno cercato dalla Spagna anche Ayala e Roberto Carlos, con i quali non ho mai giocato».
Verrà in Italia per la protesi?
«Prima farò una protesi temporanea così arriverò camminando senza problemi. Il mio agente Paco Casal, mi ha detto che in Italia ci sono centri molto attrezzati. Quando verrò, ne approfitterò per visitare Cagliari, una città che amo».
Che cosa ricorda degli anni in Sardegna?
« Mi sono trovato benissimo, Cagliari è una città dove mi sarebbe piaciuto vivere. I sardi mi ricordano tanto gli uruguaiani, sono tranquilli e aperti. Ho persino imparato il dialetto sardo, che non è mica facile. Poi, in Spagna e in Inghilterra, quando volevo insultare gli arbitri, li insultavo proprio in sardo. Le cose che dicevo! Se qualcuno fosse stato figlio di sardi, mi avrebbe ammazzato».
Sua figlia è nata a Cagliari, sarebbe l’occasione per farle vedere da dove viene.
«Infatti, lei non si ricorda proprio nulla, ma quest'anno ha iniziato la scuola italiana a Montevideo e la sua insegnate, tra l’altro, è nata proprio a Cagliari».
Come ha fatto a superare un momento così difficile?
«Ho capito che la vita è una sola e io sono felicissimo di essere sopravvissuto per godermi l’amore di mia moglie Adriana e dei miei figli Elina, di 9 anni, e Diego Dario che ne ha solo 3. Non è stato facile accettare di aver perso proprio una gamba, strumento del mio lavoro. E’ come se a un tennista amputassero le braccia».
Come ne è uscito?
«Ho capito che i medici avevano fatto la scelta giusta. Con la gamba in quelle condizioni, rischiavo di morire».
Come sarà il ritorno alla vita normale?
«Entro un paio di mesi mi vedrete camminare con i miei amici, monterò a cavallo e magari tornerò su un campo di calcio. Se la gamba nuova funzionerà bene, non avrò paura a provarci. Potrei anche lavorare per la tv, mi hanno proposto anche di allenare ma, per il momento, la cosa non mi interessa».
La sua storia è un esempio per tutti.
«Alla fine quello che conta è avere il coraggio per andare avanti. La vita è un dono meraviglioso, anche con una gamba sola».
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20/10/2006 11:05
 
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Grande Dario.
__________________________
Inganno Globale
11 settembre : 9/11 Press For Truth
PS: Barros Bagasse!
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21/10/2006 11:27
 
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"Una bomba!": voleva rinviare gara
Denunciato mitomane tifoso del Cagliari

Un tifoso 37enne del Cagliari è stato denunciato dalla Digos della Questura del capoluogo sardo per aver tentato di rinviare la gara de 6 gennaio 2005 fra i rossoblu e il Messina annunciando anonimamente la presenza di una bomba al Sant'Elia. Al termine delle indagini gli agenti hanno individuato il mitomane scoprendo che voleva far saltare la gara perché impossibilitato a recarsi allo stadio per impegni di lavoro.



Cosa non si fa per la propria squadra del cuore! E questo 37enne tifoso del Cagliari ne è l'esempio lampante, vero cuore rossoblu, anche se ha un pochino esagerato nel manifestare il proprio amore. I fatti risalgono allo scorso 6 gennaio 2005, quando i sardi dovevano ospitare il Messina.
Una gara non di cartello, ma vallo a spiegare ad un ultra, per il quale ogni gara va vissuta dal primo all'ultimo secondo sostenendo la propria squadra. Peccato che questo 37enne quel 6 gennaio proprio non potesse andare allo stadio, impegni di lavoro lo tenevano lontano dal "Sant'Elia". Ecco quindi la geniale idea di chiamare anonimamente e denunciare la presenza di una bomba in campo. Lo scopo, ovviamente, quello di far saltare la gara e poter programmare i turni di riposo per assistere al recupero.

Purtroppo per lui, la Digos della Questura del capoluogo sardo non l'ha preso come semplice attaccamento ai colori dell'amata e, dopo un anno di indagini, ha individuato il mitomane denunciandolo. Per la cronaca, la partita si svolse poi regolarmente e il Cagliari vinse per 2-1.

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22/10/2006 14:36
 
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22/10/2006 12.21


Alle Hawaii un club del Cagliari (Gazzetta dello Sport)

Cellino allo stadio con una stampella: si è rotto un piede.


E' un Cagliari sempre più internazionale: nelle Hawaii è stato fondato il «Cagliari club Maui». Conta già venti soci, ma il numero è destinato a salire in breve. L'idea è del giornalista cagliaritano Pietro Porcella, presidente del club, mentre i vicepresidente sono i figli Francisco e Niccolò, apprezzati campioni di windsurf e kitesurf. A Maui le gare della squadra rossoblù si seguono soltanto via internet, ma i soci del club non ne perdono una.

L'altra curiosità del Cagliari riguarda il presidente Massimo Cellino, che vive dallo scorso anno a Miami. Ieri era regolarmente allo stadio per vedere la partita con il Torino, con una stampella. All'aeroporto di Roma, nel primo pomeriggio, qualcuno si è allarmato vedendolo su una sedia a rotelle. Motivo? Una banale caduta gli ha procurato una frattura al piede.
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31/10/2006 00:25
 
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Zola: l'Australia sogna di rivederlo in campo

19:05 del 30 ottobre


Secondo la stampa australiana, Gianfranco Zola potrebbe tornare a giocare. Il 'Sydney Morning Herald' scrive che ben tre squadre (Sydney FC, Melbourne Victory e Perth Glory) si stanno interessando al 40enne attaccante ex Napoli, Parma, Chelsea e Cagliari, attualmente vice di Casiraghi nell'Italia Under 21.
Il direttore generale del Sydney FC, George Perry ha commentato: "Non lo abbiamo ancora contattato, ma sarebbe un onore poter accogliere Zola nella nostra squadra. Speriamo anche nel ritorno di Benny Carbone".
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08/11/2006 13:05
 
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Moriero verso la Costa d'Avorio


L'ex-interista sul punto di cominciare la sua carriera di allenatore con l'Africa Sports National di Abidjan. Contratto biennale, nel suo staff tecnico anche Nobile

LECCE, 8 novembre 2006 - Per il momento, l’Italia può attendere. Checco Moriero vuol portare la sua fantasia calcistica in Africa: per cominciare la sua avventura di allenatore, sarebbe pronto a lanciare una scommessa alla guida dell’Africa Sports National, che ha sede ad Abidjan, capitale della Costa d’Avorio. Avendo vinto 14 scudetti, 14 coppe nazionali e due Supercoppe, è considerata la Juventus del calcio ivoriano: di recente è cambiata la proprietà e il nuovo patron è Narcisse Kuyo Tea, zio di Cyril Domoraud, il difensore che, nella sua brevissima parentesi all’Inter, è stato compagno di squadra di Moriero.
"Aspettiamo ancora qualche giorno, poi potremo dare l’annuncio ufficiale - dice l’ex tornante della Nazionale, 37 anni, che ha giocato anche con Lecce, Cagliari, Roma e Napoli -. Entro fine mese dovrei trasferirmi ad Abidjan con il mio staff tecnico, nel quale il "secondo" sarà Totò Nobile, anche lui ex interista. Cosimo Conte e Marco Petrucci saranno il preparatore dei portieri e quello atletico. Ci legheremmo con un contratto biennale; lì il campionato scatterà a gennaio. A luglio ho finito il master a Coverciano, conseguendo il patentino di allenatore di prima categoria: ho avuto proposte da club di serie C1, ma preferisco cominciare all’estero. In particolare, mi intriga il calcio africano, che considero una preziosissima miniera, alla quale tra qualche anno attingeranno tutte le società più blasonate a livello mondiale".
Scelta coraggiosa, quella di Moriero, che accetterebbe di compiere un percorso al contrario, nel suo viaggio di allenatore. E al suo fianco avrà anche Fabio Cordella, originario di Copertino, ex nazionale dilettanti ormai inserito a certi livelli nel settore abbigliamento. Cordella avrebbe l’incarico di d.g. dell’Africa Sports National. "Conclusa l’attività di calciatore, ho pensato di restare nel mondo del pallone come procuratore, collaborando con Alessandro Moggi, che mi ha assistito quando giocavo - fa notare Checco -. Ma mi manca troppo il campo, il profumo dell’erbetta: così, ho deciso di andare in panchina. Durante l’estate, sono stato sul punto di trasferirmi all’Atletico Maracaibo in Venezuela, poi in Panama, Portorico, Honduras e sono stato in ballo anche per la Nazionale ivoriana".
"Tra qualche giorno, chissà, finalmente inizierò a trasmettere le mie idee tattiche - prosegue - portando in Costa d’Avorio la professionalità e la fantasia del nostro calcio. E se Domoraud, ancora impegnato in Francia, vorrà darmi una mano, lo accoglierò con gioia". Reduce da diverse esperienze alla guida di società dilettantistiche pugliesi, Totò Nobile, 42 anni, salentino di Copertino, farebbe coppia con Moriero. "Ho piacevolmente scoperto in Checco un ragazzo maturo, più di quanto dica la sua età - sottolinea l’ex-terzino sinistro, due stagioni nell’Inter di Trapattoni -. E’ entusiasta, non vede l’ora di intraprendere questa avventura con l’Africa Sports National: anch’io sono convinto che due anni nel calcio africano ci arricchirebbero, varrebbero almeno quanto 5 stagioni di lavoro in club italiani di serie C".
______________________________________
chi cavalca un bovere ha paura di scendere (a.p.c.)
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12/11/2006 12:40
 
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DOBBIAMO ANDARE A VEDERLA LA PARTITA OGGI???
__________________________________________________________________
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12/11/2006 15:57
 
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IO NON VENGO


DATEMI UNO STUZZICADENTI CHE NE SGUSCIO DUE BOVERI
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13/11/2006 11:44
 
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SVISATE LE MOVENZE CHE NOI TIFOSI CASTEDDAI ERAVAMO ABITUATI A VEDERE AL SANT'ELIA.

"ces sta piovendo...mo' ne escono i boveri."...RODS CAGHINI!
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13/11/2006 11:57
 
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NON è UNA NEWS MA RIVEDERLA MI DA SEMPRE UNA CERTA EMOZIONE E NON ESCLUDO CHE INQUADRINO I "BOCCONI" DI ALLORA FACENDO GHIGNI A RAFFICA. STATE ZITTI JUVENTINI RECITAVA IL BUON BRUNO.

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13/11/2006 12:11
 
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cess allokkiareddu


DATEMI UNO STUZZICADENTI CHE NE SGUSCIO DUE BOVERI
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13/11/2006 12:13
 
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Re:

Scritto da: BoveriMaccu 13/11/2006 11.57
NON è UNA NEWS MA RIVEDERLA MI DA SEMPRE UNA CERTA EMOZIONE E NON ESCLUDO CHE INQUADRINO I "BOCCONI" DI ALLORA FACENDO GHIGNI A RAFFICA. STATE ZITTI JUVENTINI RECITAVA IL BUON BRUNO.



STATE ZITTI JUVENTINI
IO HO AGGIUNTO DI MERDAAAAAAAAAAAAAAAAAA


DATEMI UNO STUZZICADENTI CHE NE SGUSCIO DUE BOVERI
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15/11/2006 10:17
 
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Re: Moriero verso la Costa d'Avorio

Scritto da: BOVERIINCRAZOLLA 08/11/2006 13.05


L'ex-interista sul punto di cominciare la sua carriera di allenatore con l'Africa Sports National di Abidjan. Contratto biennale, nel suo staff tecnico anche Nobile

LECCE, 8 novembre 2006 - Per il momento, l’Italia può attendere. Checco Moriero vuol portare la sua fantasia calcistica in Africa: per cominciare la sua avventura di allenatore, sarebbe pronto a lanciare una scommessa alla guida dell’Africa Sports National, che ha sede ad Abidjan, capitale della Costa d’Avorio. Avendo vinto 14 scudetti, 14 coppe nazionali e due Supercoppe, è considerata la Juventus del calcio ivoriano: di recente è cambiata la proprietà e il nuovo patron è Narcisse Kuyo Tea, zio di Cyril Domoraud, il difensore che, nella sua brevissima parentesi all’Inter, è stato compagno di squadra di Moriero.
"Aspettiamo ancora qualche giorno, poi potremo dare l’annuncio ufficiale - dice l’ex tornante della Nazionale, 37 anni, che ha giocato anche con Lecce, Cagliari, Roma e Napoli -. Entro fine mese dovrei trasferirmi ad Abidjan con il mio staff tecnico, nel quale il "secondo" sarà Totò Nobile, anche lui ex interista. Cosimo Conte e Marco Petrucci saranno il preparatore dei portieri e quello atletico. Ci legheremmo con un contratto biennale; lì il campionato scatterà a gennaio. A luglio ho finito il master a Coverciano, conseguendo il patentino di allenatore di prima categoria: ho avuto proposte da club di serie C1, ma preferisco cominciare all’estero. In particolare, mi intriga il calcio africano, che considero una preziosissima miniera, alla quale tra qualche anno attingeranno tutte le società più blasonate a livello mondiale".
Scelta coraggiosa, quella di Moriero, che accetterebbe di compiere un percorso al contrario, nel suo viaggio di allenatore. E al suo fianco avrà anche Fabio Cordella, originario di Copertino, ex nazionale dilettanti ormai inserito a certi livelli nel settore abbigliamento. Cordella avrebbe l’incarico di d.g. dell’Africa Sports National. "Conclusa l’attività di calciatore, ho pensato di restare nel mondo del pallone come procuratore, collaborando con Alessandro Moggi, che mi ha assistito quando giocavo - fa notare Checco -. Ma mi manca troppo il campo, il profumo dell’erbetta: così, ho deciso di andare in panchina. Durante l’estate, sono stato sul punto di trasferirmi all’Atletico Maracaibo in Venezuela, poi in Panama, Portorico, Honduras e sono stato in ballo anche per la Nazionale ivoriana".
"Tra qualche giorno, chissà, finalmente inizierò a trasmettere le mie idee tattiche - prosegue - portando in Costa d’Avorio la professionalità e la fantasia del nostro calcio. E se Domoraud, ancora impegnato in Francia, vorrà darmi una mano, lo accoglierò con gioia". Reduce da diverse esperienze alla guida di società dilettantistiche pugliesi, Totò Nobile, 42 anni, salentino di Copertino, farebbe coppia con Moriero. "Ho piacevolmente scoperto in Checco un ragazzo maturo, più di quanto dica la sua età - sottolinea l’ex-terzino sinistro, due stagioni nell’Inter di Trapattoni -. E’ entusiasta, non vede l’ora di intraprendere questa avventura con l’Africa Sports National: anch’io sono convinto che due anni nel calcio africano ci arricchirebbero, varrebbero almeno quanto 5 stagioni di lavoro in club italiani di serie C".



Arrestato ex calciatore Moriero
Lecce, è accusato di truffa

L'ex calciatore della Nazionale e, tra gli altri, del Lecce, dell'Inter e del Napoli, Francesco Moriero, 37 anni, è stato arrestato a Pomezia. L'accusa per lui e altre sei persone è di truffa. Moriero avrebbe fatto parte di un'organizzazione che comprava in Germania, Belgio, Olanda e Austria, vetture di grossa cilindrata e di lusso senza pagare l'Iva mediante l'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Il provvedimento restrittivo è stato notificato dai finanzieri del Comando provinciale di Roma, che hanno svolto le indagini durate un anno. Nell'inchiesta condotta dalla Procura di Velletri sono indagate altre 83 persone.

Le vetture erano vendute poi a prezzi concorrenziali a direttori di banca, imprenditori, professionisti e uomini del mondo dello spettacolo e del cinema. Tutto ha preso il via con una verifica nella società di Moriero, che ha sede a Pomezia, e in un'altra di Ardea.
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Re: Re: Moriero verso la Costa d'Avorio

Scritto da: BoveriMaccu 15/11/2006 10.17


Arrestato ex calciatore Moriero
Lecce, è accusato di truffa

L'ex calciatore della Nazionale e, tra gli altri, del Lecce, dell'Inter e del Napoli, Francesco Moriero, 37 anni, è stato arrestato a Pomezia. L'accusa per lui e altre sei persone è di truffa. Moriero avrebbe fatto parte di un'organizzazione che comprava in Germania, Belgio, Olanda e Austria, vetture di grossa cilindrata e di lusso senza pagare l'Iva mediante l'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Il provvedimento restrittivo è stato notificato dai finanzieri del Comando provinciale di Roma, che hanno svolto le indagini durate un anno. Nell'inchiesta condotta dalla Procura di Velletri sono indagate altre 83 persone.

Le vetture erano vendute poi a prezzi concorrenziali a direttori di banca, imprenditori, professionisti e uomini del mondo dello spettacolo e del cinema. Tutto ha preso il via con una verifica nella società di Moriero, che ha sede a Pomezia, e in un'altra di Ardea.



per quello voleva andare in Africa [SM=g27964]
Dio perdona...io scarraffio!!!!
16/11/2006 21:05
 
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CAGLIARI - PALERMO MERDA

CI SEUSU? SE MI CHIAMATE SONO NEL PIAZZALE DEI DISTINTI CON UNA CASSA DI BIRRA (FORSE 2) PASSATE CHE VI CUMBIRO
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NOI CI SIAMO SEMPRE. MA DI SOLITO ARRIVIAMO A OR'E PONNI. VEDIAMO IL GIORNO.
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conti
IL RAGAZZO DIVENTA SEMPRE PIù UNA BANDIERA NONOSTANTE I MURRUNGI DI CRAZZOLLA. E' RARO SENTIRE UNO COSI' ATTACCATO ALLA CITTA' E LA MAGLIA.

di FABIANO GAGGINI Ha smesso di essere il figlio di Bruno e basta. Ora il suo nome si pronuncia tutto d'un fiato: Danieleconti. «Suona meglio, no?». Ci scherza su, quanta fatica, però, staccare l'etichetta del raccomandato. Ma anche quella del predestinato. Come un boomerang, entrambe, lo hanno aiutato alla partenza e frenato alla stazione successiva. «Dovevo sempre dimostrare di essere all'altezza di mio padre. Ma io non sono un fuoriclasse come lui». Per questo si è lasciato alle spalle Roma e la Roma con la quale ha esordito in serie A ai tempi di Zeman. Ha scelto il Cagliari per mettersi in discussione. E provare così a ritagliarsi uno spazio tutto suo nel calcio. Era poco più di un ragazzino. Strada in salita, perché la vittoria della Nazionale di Bearzot in Spagna nell'82 ha lasciato un segno indelebile in tutta Italia, isole comprese. Eppure promessa lo è sempre stato. Classe sopraffina, troppo discontinuo certo, il carattere poi. Otto anni dopo, però, può finalmente dire di esserci riuscito. I fischi del Sant'Elia si sono trasformati in applausi. Se non è diventato una bandiera, poco ci manca. È maturato, nella testa e nei piedi. Al punto che lui e il centrocampo rossoblù sono diventati una cosa sola, squalifiche permettendo. Perché il suo rendimento sarebbe addirittura superlativo se non fosse per quei cartellini (gialli e rossi come lo era prima il suo cuore) che spesso macchiano prestazioni impeccabili. Adesso, però, ha trovato il modo di farsi perdonare pure quelli: con i gol. E i tifosi hanno imparato ad apprezzarlo e coccolarlo. «Forse hanno capito quanto sono legato a questa maglia». Conti, fosse un arbitro, si ammonirebbe ogni tanto? «Ogni tanto sì, non così spesso come accade, però». Mai fatto il conto dei cartellini collezionati in carriera? «Meglio che non lo faccia». Questione di temperamento o cos'altro? «Lottando in ogni azione, cerco sempre di entrare deciso sulla palla. Certo, a volte esagero pure con le proteste». All'Olimpico contro la Lazio cosa ha detto all'arbitro di così grave per farsi addirittura espellere? «Ti devi vergognare». Pesa giocare con la diffida sulle spalle? «Non è il massimo, ma quando entro in campo penso solo a vincere». Cosa fa la domenica quando non gioca? «Soffro davanti alla tv assieme a mio figlio Bruno». E a suo figlio che dice? «Che l'arbitro mi ha buttato fuori un'altra volta». Bruno come il nonno, farà pure lui il calciatore da grande? «La scelta sarà solo sua. Io certo non lo spingerò, come non lo hanno fatto i miei con me». Nel caso avrà una doppia etichetta da scrollarsi di dosso. «Per me non è stato facile. Il paragone tra me e mio padre, poi, è stato assurdo: lui era un fuoriclasse, io un giocatore normale che da anni gioca ad alti livelli. In questi casi o sei Paolo Maldini o fatichi». Quando è stata la sua svolta? «Con Arrigoni ho fatto il girone di ritorno alla grande. Dall'anno scorso, poi, ho trovato la continuità che cercavo». Suo padre dice che il vero fenomeno di famiglia fa l'attaccante nel Lanciano. «Concordo. E se non avesse dovuto fare i conti con gli infortuni, mio fratello Andrea avrebbe fatto tanta strada». Perché ha lasciato Roma? «Non potevo lavorare dove c'era mio padre. Dovevo mettermi in discussione il più lontano possibile». Il distacco è stato traumatico? «Sono andato via di casa a 19 anni, ma i cagliaritani sono stati subito calorosi con me. E devo ringraziare il mio amico Giorgio, che mi ha aiutato a inserirmi. E ora adoro questa città, sembra fatta apposta per me, senza il traffico che odio». Si ricorda il primo giorno in Sardegna? «Sono andato a vedere la casa in via della Pineta che Muzzi aveva appena lasciato. Ero un po' spaesato». La prima partita con la maglia rossoblù? «All'Olimpico contro la Lazio. Facemmo una bella gara, purtroppo perdemmo. Ma quella era una grande Lazio». Cosa è cambiato da allora? «Ho 27 anni e penso di essere più maturo e responsabile». Perché ha sempre rifiutato la fascia di capitano? «Non l'ho rifiutata. È giusto che la indossi chi è più anziano. A me poi non piace la copertina». Il miglior Cagliari in cui ha giocato? «Al di là dei miei problemi, quello di Zebina, Macellari, O'Neill, De Patre, 'Mboma e Beretta non era male». L'allenatore a cui è rimasto più legato? «Sonetti. Mi ha dato davvero tanto». Quello che non ha mai digerito? «Ulivieri. Mi ha messo fuori rosa a 19 anni». Il compagno che avrebbe voluto avere sempre al suo fianco? «Forse O'Neill». Si sente un intoccabile? «No». E allora perché gioca sempre? «Magari gli allenatori si rendono conto che do sempre il massimo». Quanto è importante il ruolo del regista nel calcio moderno? «Molto. Il regista dà equilibrio alla squadra. Detta i tempi di gioco e allo stesso tempo deve distruggere la manovra avversaria». Si trova più a suo agio in un centrocampo a tre o a quattro? «In entrambi. Forse in quello a tre, però, sono più esperto». Con o senza Budel? «Con Alessandro mi sono sempre trovato bene. Quando c'è, io ho la possibilità di spingermi in avanti perché lui mantiene la posizione e sa far girare la squadra». Si è accorto che i tifosi del Sant'Elia non la fischiano più, anzi. «Certo, e mi fa piacere. Ricordo l'anno più brutto dopo la rottura del crociato. Tornai in campo dopo sei mesi. Troppi malintesi». Si sente un leader nello spogliatoio? «Un leader no, ma se c'è da parlare, dico sempre la mia». Meglio due assist o un gol? «Due assist, almeno segniamo due volte». Alla Nazionale ci pensa ogni tanto? «Non mi passa per l'anticamera del cervello, lo giuro sui miei figli. Mi sento un buon giocatore ma non da Nazionale. Il Cagliari mi basta e avanza. La mia maglia azzurra è quella rossoblù». Sbaglia Totti a dire no a Donadoni? «La sua scelta va rispettata. Poi mi risulta che si siano chiariti». Ma lei si sente ancora un romanista? «Non più. Con la Roma ho fatto le giovanili e segnato il primo gol in serie A. Ma dopo questi otto anni, sento troppo mia la maglia rossoblù». Il 5 che porta sulle spalle è in onore di Falcao? «Macché. All'epoca c'erano disponibili il 4 e il 5 e ho fatto scegliere a mio figlio». Il giocatore che più apprezza? «De Rossi, in questo momento è il centrocampista più forte al mondo». Punta a giocare in una grande squadra? «L'anno scorso ero in scadenza è ho avuto un'offerta importante. Ma se ho aspettato e scelto il Cagliari ci sarà pure un motivo». Che idea si è fatto di Giampaolo? «Parla poco, lavora molto e non ti mette l'ansia. Mai visto un allenatore che prepara le partite come lui». Perché il Cagliari subisce meno gol rispetto al passato? «Merito del mister, appunto. Ha focalizzato subito il problema e lo ha risolto. Ora i centrocampisti coprono di più e difendono anche gli attaccanti». Potete diventare la squadra rivelazione del campionato? «Secondo me sì. Siamo competitivi e l'abbiamo dimostrato, ma dobbiamo tenere i piedi per terra». Perché Conti viaggia a mille? «Quando fai bene ti autoconvinci di poter fare ancora meglio. È quello che sta succedendo a me». Nella Coppa Uefa ci spera? «Prima la salvezza, poi si vedrà». Cosa farà dopo il calcio? «Spesso ci penso, ancora non l'ho capito». Ora che fa senza pallone? «Mi godo la famiglia, faccio shopping, ascolto musica e mangio». Sa cucinare il maialetto? «Macché, non so cucinare nemmeno una minestrina. Però il maialetto lo mangio volentieri, da buon sardo acquisito». La parola in sardo che ripete più spesso? «Diciamo eia. Le altre non si possono scrivere sul giornale».

"ces sta piovendo...mo' ne escono i boveri."...RODS CAGHINI!
RODS A CANE!
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