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La polizia italiana!!

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2014 08:39
03/05/2012 15:50
 
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«Ecco come pestavamo i detenuti in carcere»
ROMA - La falange del dito destro l'hanno cercata tutto il giorno in cella. Era nello stomaco del detenuto assieme ai tendini strappati alla guardia penitenziaria. A.P. era intervenuto per sedare una rissa nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto. Lui, piccolo, magro, contro un extracomunitario due volte la sua altezza, rinchiuso in una piccola cella da chissà quante ore. Esasperato, non ci ha visto più e l'ha aggredito. I colleghi, i sindacati, la stampa sono intervenuti per sottolineare la gravità del fatto, la violenza che si vive quotidianamente in carcere. Tra l'altro anche la beffa giudiziaria di vedere assolto il proprio aggressore.

Ma la violenza in carcere ha tante facce. Quella più oscura è quella sui detenuti, difficile da trattare, da dimostrare e persino da ipotizzare. Quello che avviene all'interno del carcere resta chiuso tra quattro mura. Nessuno denuncia niente. O si trova il modo di fargli cambiare idea. «A Sollicciano, il carcere fiorentino, i detenuti si stavano rivoltando per i pestaggi. Le rivolte sono state sedate con la semplice promessa che li avrebbero fatti lavorare e guadagnare qualche soldo in carcere» racconta Alessio Scandurra dell'associazione Antigone. Andiamo a Poggioreale. Da qui ci giungono la maggior parte di segnalazioni di violenze, pestaggi, vessazioni. «Non credete a quello che vi fanno vedere. Sicuramente vi porteranno nei reparti migliori come l'Avellino. Ma negli altri reparti i detenuti malmenati non si contano». Lo scrive la moglie di un ragazzo detenuto a Poggiorele da quattro anni. Quasi una veggenza.
Il giorno dopo ci portano a visitare il padiglione Avellino e quello Venezia. Tutto pulito e nuovo. I detenuti all'interno non ci sono. Solo televisori accesi. Non ci permettono di parlare con nessuno. La nostra domanda è sempre la stessa: «Vi risultano violenze in carcere?». Quando un anziano si avvicina alle sbarre e inizia a raccontare qualcosa, il capitano delle guardie penitenziarie di Poggioreale ci spintona via, cerca di strapparci la telecamera di mano. «Se non chiudi 'sta telecamera te la spacco in testa». La visita finisce lì.

Ma è ad Asti che capiamo bene cosa davvero può succedere in un carcere. Le intercettazioni di un processo descrivono cinque guardie dedite quotidianamente al pestaggio. Ma la scoperta avviene per caso. Gli inquirenti se ne accorgono seguendo il filone della droga che gira in quel carcere. Troppa. Tanti detenuti, anche non tossicodipendenti, risultato positivi ai test durante le visite mediche. Sono gli agenti che la portano, insieme con i superalcolici ed altro. Si scopre uno strano scambio di favori tra guardie e detenuti che consigliano dove comprare la cocaina. Da qui vengono fuori pestaggi gratuiti, ingiustificati, coperti dall'omertà degli altri agenti, il digiuno forzato (fin anche una settimana) e poi le celle. Quelle di isolamento. «Le chiamavamo una estiva e l'altra invernale» racconta Andrea Fruncillo, una ex guardia penitenziaria cacciata dal corpo per favoreggiamento ai detenuti e altri reati. Lui era tra quelli che assistevano ai pestaggi, per non dissociarsi girava la faccia dall'altra parte. «Nella invernale li portavamo quando faceva freddo perché alle finestre non c'erano i vetri. In quella estiva quando era troppo caldo. La finestra c'era ma era sigillata con una lamiera e solo due buchi per far passare l'aria». I particolari che racconta sono agghiaccianti. Tutti riscontrati nel processo di primo grado conclusosi a fine gennaio scorso. «Tutti assolti» scrive il giudice. Secondo il magistrato i comportamenti delle guardie configurerebbero il reato di tortura e in Italia sono anni che si tenta di introdurlo nel nostro ordinamento. L'udienza di appello è stata fissata il 21 maggio prossimo. «Prima che un'altra sentenza di Stato racconti una verità di carta - dice Fruncillo - voglio che la gente sappia cosa avviene in quel carcere e penso in tanti altri posti. Sono stanco di vedere davanti agli occhi gente pestata. Vivo con il rimorso di non aver denunciato prima. E' ora che se ne parli e si inizi a parlare di questo strazio».

Antonio Crispino

corriere.it
17/08/2012 11:00
 
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06/10/2012 02:52
 
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uomini che rappresentano lo stato
Diaz, nessuno sconto a chi rappresenta lo Stato
di Filippo Rossi | 5 ottobre

Qualche parola sulla Diaz, oggi che Gianfranco Fini ha detto, testuali parole, che quanto accaduto a Genova durante il G8 del 2001 è stata «un’ombra per la democrazia». È l’occasione per ribadire quel che penso su quelle vicende e su un nodo fondamentale per una democrazia occidentale come la nostra: il rapporto tra forze dell’ordine e cittadini. Quando un poliziotto sbaglia, sbaglia due volte. Perché, oltre al reato, c’è l’infangamento della divisa che porta, c’è il tradimento delle istituzioni che dovrebbe rappresentare. È successo quella notte oscura a Genova, è successo per il povero Stefano Cucchi è successo in tanti altri casi più o meno noti.

È per questo che da anni penso che sia profondamente “di destra” – per quel che ancora può significare la destra, dopo venti anni di berlusconismo e di sfaceli culturali- non fare sconti agli uomini che per lavoro (e per scelta) rappresentano lo stato. Perché chi è deputato a far rispettare le regole deve essere il primo a rispettarle fino in fondo. Anzi deve essere il primo ad averne di più rigide, di più restrittive. Una politica che difende “a prescindere” l’operato degli uomini in divisa non prevede il diritto delle persone più deboli, non prevede le garanzie minime che salvaguardano le libertà individuali. Una politica del genere è figlia di un atteggiamento sostanzialmente e intrinsecamente anti-democratico.

Montanelli diceva che gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello. Purtroppo aveva mille volte ragione. Ma forse è arrivata la volta buona per cercare di modificare questo malattia culturale e politica.
11/10/2012 09:10
 
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alcappone, 11/10/2012 09.10:





www.cadoinpiedi.it/2012/10/11/shock_a_padova_bimbo_portato_via_con_la_forza_dai_poliziotti_-_vi...

Forza Ravenna

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12/10/2012 14:00
 
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Re:
alcappone, 17/08/2012 11.00:


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olè!


Mi innamoro solo se.. vedo giocare il Ravenna..

13/11/2012 15:53
 
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alcappone, 17/08/2012 11:00:


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spettacolare



N.P.L.D.S.R.
U D S


14/11/2012 17:09
 
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Re:
alcappone, 15/11/2012 09:58:

http://www.poliziotti.it/public/polsmf/index.php?topic=18563.0




Che eroi, che uomini tutti d'un pezzo....

15/11/2012 15:25
 
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non so proprio a che pensare...

Forza Ravenna

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16/11/2012 15:27
 
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quanti interrogativi irrisolti..
www.romagnanoi.it/news/italiaestero/738567/Lacrimogeni-lanciati-sulla-folla-dal-Ministero-della-Giusti...

Forza Ravenna

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16/11/2012 17:04
 
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Lacrimogeni dal ministero, nuovo video
Un altro video. E la dinamica sembra la stessa. «Lacrimogeni lanciati dal ministero della Giustizia». Immagini, trasmesse da Tgcom, che sembrano così smentire le parole del questore di Roma, Fulvio Della Rocca: «Sono stati sparati "a parabola" non diretti sui manifestanti. La traiettoria è stata deviata perchè hanno urtato sull'edificio». Per poi aggiungere: «Se ad un certo punto veniamo aggrediti militarmente è chiaro che dobbiamo reagire». Intanto per fare ulteriore chiarezza il ministro Paolo Severino «ha dato disposizione che il video sia sottoposto all'esame del Racis per una verifica puntuale sulla traiettoria dei lacrimogeni», oltre ad aver già avviato un'indagine interna. Il Guardasigilli ha espresso «inquietudine e preoccupazione».

LE IMMAGINI- Il nuovo video sembra così sgombrare ogni dubbio: i lacrimogeni dal momento in cui sono sparati fanno fumo e, se fossero stati lanciati dal basso, si vedrebbe, appunto, una scia. La telecamera però non la riprende. Anzi sembra che lo sparo arrivi proprio dal ministero. Severino prende tempo e ha aveva anche spiegato che in base ai primi accertamenti sembra che quelli sparati siano «lacrimogeni a strappo che non sono in dotazione al reparto di polizia penitenziaria di via Arenula».

LA POLEMICA- Così, mentre si cerca di fare chiarezza, infuria la polemica. Il Sappe chiede le dimissioni del ministro, «non ha il controllo della situazione». Il Pd ha annunciato n'interrogazione parlamentare sulla vicenda al ministro Cancellieri. «Serve chiarezza: la verità è nell'interesse dei manifestanti, degli agenti e dell'opinione pubblica». Richiesta simile dall'Idv: «Il governo riferisca in Aula». Mentre Angelo Bonelli, Verdi, chiede l'intervento della Ue: «Non vogliamo una nuova Genova». Cauto, invece, Maurizio Gasparri (Pdl): «Bisogna capire se ci sono responsabilità. Però i manifestanti sono stati violenti». Secondo Castelli il corteo «voleva assaltare il ministero».

www.corriere.it/politica/12_novembre_16/Lacrimogeni-ministero-Severino-apre-indagine-interna_3bc6acc6-2fdb-11e2-9676-750af71025...

toh chi si rivede...e che fantasia!
21/11/2012 17:23
 
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gli abusi di potere.....
Antonio Manganelli, intervistato ieri a Ballarò, si è detto convinto che nel 90% dei casi nelle manifestazioni di piazza non c’è abuso da parte delle forze dell’ordine. Considerato che Antonio Manganelli è il capo della Polizia, tendo a dare per scontato che la percentuale da lui riferita sia verosimile. Se questa percentuale dev’essere in qualche modo ritoccata tendo altresì a pensare che, per il corso naturale delle cose, si tratti di una stima in eccesso, cioè i casi in cui non c’è abuso da parte delle forze dell’ordine sono forse qualcosa di meno del 90% del totale. Considerato che qui non si tratta di fare la media tra i dati degli organizzatori e quelli della questura farò in modo di attenermi al dato riportato da Antonio Manganelli.

Ebbene, stando a questo dato, si deduce quanto segue:

Un poliziotto su dieci compie abusi di potere;
Una manganellata su dieci è illegittima (sulla legittimità delle altre nove si può discutere);
Una manifestazione su dieci finisce con un’aggressione da parte della polizia ai manifestanti;
Un arresto su dieci è immotivato.
Penso che se sia utile osservare le cose sotto molteplici prospettive, è la ragione per cui ho pensato di riscrivere i quattro punti in un altro modo. Dunque, secondo quanto riferito dal capo della polizia, nella gestione dell’ordine pubblico normalmente accade questo:

Cento poliziotti su mille compiono abusi di potere;
Cento manganellate su mille sono illegittime (sulla legittimità delle altre novecento si può discutere);
Cento manifestazioni su mille finiscono con un’aggressione da parte della polizia ai manifestanti;
Cento arresti su mille sono immotivati.
In genere tendo a considerare il buono delle cose, ragione per cui ritengo che la dichiarazione di Manganelli sulla fallibilità dell’operato delle forze dell’ordine rappresenti un fatto importante. Come è importante sapere che il 90% degli agenti di polizia svolge il proprio lavoro con professionalità e competenza. Che esista una percentuale “fisiologica” di abusi da parte della polizia è una realtà che qualsiasi democrazia è giocoforza tenuta a sobbarcarsi. Che questa percentuale si attesti al 10% credo sia allarmante. Sono dati – penso – ai quali il ministro degli interni Anna Maria Cancellieri, quando domani riferirà nell’Aula del Senato sugli scontri dei giorni scorsi, dovrebbe dedicare un minimo di attenzione.

manganelli...fat inc.......!!!!alè
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