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Etrusco per tutti

Ultimo Aggiornamento: 28/07/2007 21:59
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Haeresiarca
04/07/2007 18:27

Come rendersi chic conoscendo una lingua morta...
Iperlinguisti ( [SM=x44451] ), cafoni della filologia...benvenuti al corso di Etrusco!
Imparate anche voi, e bullatevi in ufficio con i colleghi! Basta con i noiosi corsi di spinning e yoga, dimenticate il sudore del fitness; padroneggiate una bella lingua morta, con un ridottissimo vocabolario, ma con un millenario fascino a tutt'oggi ineguagliato!
Volete mettere lo stupore del partner, quando, al primo appuntamento, ordinerete da bere come avrebbe fatto un lucumone del V secolo avanti Cristo? [SM=x44451]

Corso di etrusco

Prima di iniziare, dobbiamo rendere lo stupido macchinario sotto le nostre dita in grado di leggere i caratteri dell'alfabeto: qui potete trovare un discreto font da installare, pronto all'uso.

Ora, nella mia infinità generosità vi doterò di un ulteriore gadget.
Qui ho uploadato un piccolo file audio, con la pronuncia delle lettere dell'alfabeto (abbinate alla I per comodità); scaricatelo e godetevelo, vi farà da guida. [SM=x44499]

Prima Lezione

Ora che siete dotati del necessaire, passiamo ad introdurre la lingua con un veloce punto della situazione.

Avrete spesso sentito parlare del mistero etrusco, che, soprattuto nei mesi estivi, torna prepotentemente alla ribalta. Contrariamente alla diffusa vulgata, siamo in grado di leggere perfettamente l'etrusco, e non vi è nessun problema di interpretazione.
L'alfabeto etrusco era di derivazione greco-occidentale, adattato foneticamente alla lingua eliminando alcune lettere non necessarie e inserendone altre.
Il problema non è quindi "leggere" le parole, ma "capire" cosa diavolo significhino quelle parole.

La difficoltà ci deriva soprattutto dalla povertà di testi, o meglio di scritti, ritrovati e dall'isolamento pressoché totale della lingua etrusca nel contesto delle lingue mediterranee, anzi mondiali (se si eccettua la lingua della Stele di Lemno). In verità la produzione letteraria etrusca pervenutaci è notevole (circa tredicimila iscrizioni) ed è la maggiore di tutte le lingue dell'Italia antica, fatte salve ovviamente la greca e la romana, ma non ci sono giunte opere letterarie, storiche o filosofiche, intere o frammentarie, bensì dediche ed incisioni su lastre votive, su statue e su oggetti funerari. Pertanto si tratta di frasi standard, frasi fatte, monotonamente ripetute e che non permettono di far luce sul mistero della lingua. E' la stessa difficoltà, è stato giustamente detto, che potrebbe incontrare qualsiasi persona che decidesse di studiare una lingua straniera leggendo gli annunci funebri di un giornale (o quelli erotici, più consoni su questo forum [SM=x44451] ). Gli studiosi hanno provato vari metodi di studio, ma non sono riusciti a fare grandi cose: poche centinaia sono le parole tradotte, molte sono ancora sconosciute. Ed anche se si riuscisse a tradurre tutte le parole in nostro possesso, l'etrusco rimarrebbe ben lontano dall'essere conosciuto: resterebbero comunque escluse le parole di uso quotidiano, i nomi di cose, il linguaggio familiare.

Quindi: allegri, il corso sarà breve. [SM=x44452]

L'Alfabeto

L'alfabeto etrusco è una derivazione dell'arcaico euboico (una forma di greco). I testi vanno letti in maniera bustrofedica (ossia dall'alto in basso e viceversa o da destra a sinistra e viceversa alternativamente) nei casi maggiormente antichi, mentre le iscrizioni classiche hanno l'andamento verso sinistra come nel punico (al che mi direte...sticazzi!). Poche iscrizioni seguono l'andamento da sinistra a destra, e in tal caso i caratteri etruschi sono riflessi (iscritti come in uno specchio).
Come per molte lingue antiche, non esisteva lo spazio, che veniva rappresentato con un punto.



Riguardo ai suoni e alla pronuncia, sappiate che nella lingua etrusca non sono presenti la vocale o e i suoni : b, c (di ciao), d , z dolce (ds), g . Invece sono presenti i suoni a ('sci' di sciabola) e z dura (ts) , e molti suoni aspirati : h (aspirata), ph , kh , fh , th . Le vocali i e u hanno anche la funzione consonantica.

Suoni

Suoni elementari nella lingua etrusca paiono essere:

- quattro vocali: a, e, i, u
- una semivocale: v
- una aspirazione: h (qui lascio a voi immaginare l'influenza sulla c aspirata del toscano attuale... [SM=x44461] )
- sei consonanti occlusive rispettivamente della serie velare, dentale e labiale: k, t, p (sorde), c, j, f (aspirante)
- una presumibile affricata dentale: z
- due sibilanti: s, s
- una presumibile spirante labiodentale: f
- due liquide: l, r
- due nasali: m, n

Per oggi direi che ci possiamo fermare. L'orario di ricevimento è il martedi dalle 9 alle 10, precedenza alle fanciulle. [SM=x44452]

P.S. Alla fine del corso esami per tutti, vi darò una bella epigrafe. [SM=x44515]
[Modificato da -Asmodeus- 04/07/2007 18:29]

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04/07/2007 19:30

[SM=x44466]

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seguimi ..........

Saper mettere un punto e andare a capo è uno dei segreti di ogni storia della vita. Se lo ritardi, la rovini; se l'anticipi, la bruci; e se lasci che sia l'altro a mettere il punto al posto tuo, vuol dire che tu eri già uscito dalla storia.
Gli addii non si annunziano, si compiono, e la loro violenza è inevitabile come quando si muore: la violenza del silenzio che seguirà.


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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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04/07/2007 21:58

Re:
eevee, 04/07/2007 19.30:

[SM=x44466]



E non hai ancora visto il meglio! [SM=x44455]

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04/07/2007 23:31

Re: Re:
-Asmodeus-, 04/07/2007 21.58:



E non hai ancora visto il meglio! [SM=x44455]





ho terrore di vedere il seguito [SM=x44457]

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BROCCOLO D'ORO 2008
05/07/2007 15:57

ma che figata! [SM=x44509] [SM=x44427]

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And love was there in vain, PROFOUND and deep but traced with pain - too early for a child of TEN
Loving the pure and sane he sought the goddess unstained - watching them turn to flesh again
HUNGRY for both the PURITY and SIN
Life seemed to him merely like a GALLERY of how to be
And he was always much more HUMAN than he wished to be
But there is a LOGIC to his world, if they could only see
(Pain of Salvation - Beyond the pale)
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Haeresiarca
09/07/2007 17:12

Le conoscenze linguistiche

Come abbiamo visto, la scarsità di fonti rende impossibile la ricorstruzione di una "grammatica" della lingua etrusca nel senso generalmente inteso.
Esistono ancora troppe lacune e incertezze di fondo per consentire un discorso che vada oltre i limiti di una prudente delineazione dei dati acquisiti con maggiore evidenza e dei problemi che restano aperti alla discussione: ciò che costituirà la materia tratteremo ora (quanto mi piace usare questo tono ufficiale... [SM=x44499] ).

Indiscutibilmente, fra tutti gli aspetti che concorrono alla conoscenza dell'etrusco, lo studio dei fenomeni riguardanti i suoni e la loro rappresentazione grafica - cioè la fonologia e la scrittura - costituisce al momento attuale il settore
d'indagine più avanzato per approfondimento critico e per solidità ed estensione dei risultati. Ciò dipende dal fatto che questo studio, per la natura stessa dei suoi obiettivi, è sostanzialmente indipendente e non condizionato dalle difficoltà d'interpretazione o dalla problematicità e lacunosità delle cognizioni morfologiche e lessicali.
Consideriamo in primo luogo la scrittura. Come per ogni lingua morta il solo mezzo per tentare la ricostruzione del sistema dei suoni è l'analisi del sistema dei segni.
Nel caso specifico della lingua etrusca questo mezzo ci è offerto dalla peculiare scrittura alfabetica in uso fra il VII e il I secolo a.C. in Etruria e nei territori dominati o influenzati dagli Etruschi (eccezionale e pressochè trascurabile è il contributo di dati ricavati dalle poche epigrafi etrusche o parzialmente etrusche scritte in alfabeto latino, dalla tascrizione o riduzione di parole etrusche in fenicio, in greco, in latino, e più particolarmente dalle glosse).
L'identificazione e la lettura dei segni dell'alfabeto etrusco non presenta praticamente difficoltà. I loro valori si andarono stabilendo man mano, già a partite dal Rinascimento, e poi soprattutto tra il secolo XVIII e il principio del XIX, sulla base del confronto con l'alfabeto latino e con l'alfabeto greco. Da quando nel 1833 R. Lepsius fissò il valore della lettera etrusca z = z, il ciclo delle ricerche alfabetiche potevan dirsi concluso: la retta e completa lettura delle iscrizioni era garantita. Non sono mancate tuttavia dalcune più recenti precisazioni marginali, ma per ora non ci interessano.

L'origine dell'alfabeto etrusco provocò in passato molte discussioni, oggi in parte superate. Escluse talune ipotesi più o meno fantasiose su remote e dirette trasmissioni di sistemi grafici dal Vicino Oriente e dall'Egeo, è ormai appurato che la scrittura alfabetica fu introdotta nell'Italia centrale tirrenica e in particolare in Etruria dai colonizzatori greci del mezzogiorno della penisola, con particolare riguardo ai coloni provenienti dall'isola di Eubea (Calcidesi ed Eretrii) installati a Pitecusa e Cuma: come provano la sostanziale apparteneza dell'alfabeto etrusco al tipo degli alfabeti greci occidentali o "rossi" per la funzione dei cosiddetti segni complementari, e l'esistenza di affinità formali con la più antica epigrafia pitecusana.

Il modello ideale dell'alfabeto è comunque rappresentato da una serie alfabetica, o alfabetario, di 26 lettere incisa sul bordo di una tavoletta scrittoria d'avorio da Marsiliana d'Albegna (databile all'incirca poco prima della metà del VII secolo) e riprodotta più o meno integralmente su diversi altri oggetti: testimonianza di un più completo repertorio di segni alfabetici presumibilmente già esistente e diffuso nel mondo greco, dove esso fu utilizzato parzialmente e in diverso modo nei diversi centri. Non si può del resto escludere che qualche singolo elemento formale (tipo l'uso del sigma del tipo con più di tre tratti) sia penetrato in Etruria da ambienti estranei a quello euboico.

L'alfabeto di Marsiliana:


Mi raccomando...si avvicinano gli esami. [SM=x44452]
[Modificato da -Asmodeus- 09/07/2007 17:16]

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Haeresiarca
28/07/2007 18:37

La struttura grammaticale: forme, funzioni, sintassi

I problemi della morfologia etrusca sono inseparabili dal concetto stesso di "struttura" della lingua, che investe la natura delle parole, le loro modificazioni, le loro funzioni e i loro rapporti nella costruzione della frase: materia conoscibile soltanto parzialmente, mancando, come sappiamo, la possibilità di avvalerci di un qualsiasi valido modello comparativo esterno.
L'istintiva utilizzazione di schemi e di categorie grammaticali delle lingue indoeuropee, in particolare del greco e del latino, anche se non del tutto errata, può risultare furoviante.
Considerando le parti del discorso, cioè le parole nella loro classificazione tradizionale, la classe più evidente, studiabile e studiata, è ovviamente quella dei nomi, a partire dalla base conoscitiva che ci viene offerta dai nomi propri. Esistono tipi semplici equivalenti a una radice monosillabica (Vel prenome maschile; Tin dio, clan figlio) e tipi più complessi formati con un elemento vocalico (Velu nome gentilizio; Uni dea; apa padre; suji tomba), consonantico (larj prenome maschile, Turan dea; zilc o zil0 titolo; avil anno), sillabico (Larice, Larece, Larce prenome maschile; Qalna dea; zusle probabile offerta sacrificale; mut(a)na sarcofago), o costruiti con una sovrapposizione di più suffissi (Ravnj prenome femminile; Fufluns dio, marunu0va derivato dal titolo maru).
Di alcuni suffissi semplici o complessi è possibile riconoscere il valore o una certa specializzazione d'impiego: così le diffusissime formazioni in -na caratterizzano derivati di pertinenza o specificazione, di tipo aggettivale (sujina "tombale, oggetto destinato alla tomba", da suji "tomba"), e conseguentemente, cioè per la loro natura di derivati, gran parte dei nomi gentilizi (Alejna, Marcna, Spurina, ecc.): ma per questa funzione esiste anche una parziale concorrenza del suffisso -ie (ricollegabile all'indoeuropeo -io); più particolarmente la derivazione geografica è indicata, oltre che dai suffissi -na (Kalaprena) e -ie (Latinie), anche dai suffissi -a0 (Ruma0, Roma).

Il seguito alla prossima lezione. [SM=x44462]

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28/07/2007 21:59

cheffigataaaaa
uuuh quando ci ho n'attimo me lo studio per benino
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