Prima che Perfect faccia qualche colpo di testa sminchiandosi la firma in modo irreversibile, eccomi ad aprire il topic del film L'orafo, conosciuto in Russia come "Don't breathe: game survival" (Не дыши: Игра на выживание).
Del resto, come dargli torto, a sti russi: l'idea della home invasion all'incontrario è tornata in auge negli ultimi anni proprio grazie al film di Alvarez, anche se poi L'orafo ricalca più fedelmente la trama di The Owners, che a sua volta si ispirava a Don't breathe, che a sua volta si ispirava a La casa nel tempo, che al mercato mio padre comprò.
Insomma, niente di nuovo all'orizzonte, il che già di per sé non è una novità.
Ma c'è da dire che questo è l'ultimo dei problemi.
Perfect ravvisava "un'aria di amatorialità strutturata", che non so che cazzo voglia dire, ma secondo me forse intendeva che il film non è proprio brutto brutto come un corto del TROHSMFA, nonostante la messa in scena squallidissima e il livello di recitazione infimo.
I tre delinquentelli che si avventurano nella casa dei vecchietti per rubare l'oro, più un quarto di cui non posso dirvi nulla perché protagonista di un twistone mica da ridere, sono le classiche braccia rubate all'agricoltura a cui qualche pazzo deve aver messo in testa l'idea perversa di lasciare i campi per intraprendere la carriera di attori. A meno che invece non siano impiegati del minimarket dove va Ricchiuto a fare la spesa, che dietro insistenza dello stesso, un po' per pietà un po' per sfinimento, alla fine hanno accettato di coprirsi di ridicolo aggratis.
Sempre restando nell'ambito del cast, le cose dovrebbero andare decisamente meglio con i due anziani protagonisti, interpretati da due professionisti di lunga data come Pambieri e la Casini.
E invece no, ci si solleva a malapena di mezza tacca dalla completa mediocrità, vuoi per i dialoghi pietosi che non aiutano, vuoi per un'evidente incapacità nella direzione degli attori, o forse più semplicemente perché lunghe carriere non sono necessariamente sinonimo di bravura (vedi filmografia di Christian De Sica).
La Casini, che avrei preferito ricordare nei panni di Sara che fa la linguaccia a Olga negli spogliatoi dell'accademia di danza, per qualche inspiegabile motivo sembra trarre ispirazione per il suo personaggio da Rosa Bazzi, e infatti parla e si atteggia come lei. Che si tratti di un suggerimento velato per la scelta della protagonista (ormai attempata) di un ipotetico futuro biopic sulla coppietta di Erba? Chissà. Purtroppo Pambieri non le dà man forte calandosi nel personaggio di Olindo e quindi l'operazione, anche da questo punto di vista, non è un successo.
La sceneggiatura, per quanto fortemente derivativa, riesce comunque ad essere misera e sciatta.
Oltre ai brutti dialoghi, i personaggi risultano tratteggiati con superficialità e la storia è di una banalità disarmante.
Se esiste un'aspirazione di qualsivoglia sottotesto, l'unico messaggio profondo che il film riesce a veicolare è più o meno "amici, amici, poi ti rubano la bici".
Quel poco di suspense che si viene a creare nel corso della vicenda, viene smorzato da uno spiegone raffazzonato e poco convincente.
Il momento torture-porn è forse l'unico elemento salvabile, anche se poi quando si tratta di osare con la creatività laddove il budget non può arrivare, si sceglie pavidamente di lasciare l'azione fuori campo.
Cazzo, se fai un horror con gli occhi estirpati (ops, spoiler), guardateli due film di Fulci.
Finale ridicolo.
Insomma, avrà anche vinto il premio Best Screenplay al Grimmfest 2022 (il che la dice lunga su questo festival), ma secondo me come qualità siamo dalle parti di Paura 3D.
Mi permetto inoltre di osservare che solo un bambino sordo/cieco dalla nascita non coglierebbe la sostanziale differenza tra un prodotto del genere e un film come Piove.
L'unica affinità che ravviso tra i due registi è la peculiarità del cognome, e comunque personalmente preferirei tutta la vita chiamarmi Strippoli piuttosto che Ricchiuto.