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Bones and all [2022]

Ultimo Aggiornamento: 05/04/2023 08:48
04/01/2023 12:00
 
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Premetto che dal punto di vista registico non gli si può dire niente, a Guadagnino, che anche stavolta confeziona un film visivamente ineccepibile, fatto di immagini talmente belle e ricercate da incollarti allo schermo per le oltre due ore di durata.
Il tema trattato forse lo conoscete già, giacché se ne parla un po’ ovunque.
E’ la storia di una ragazza cannibale (poi ci torniamo) che a 18 anni viene abbandonata dal padre (André Holland, che Perfect ricorderà in Ronaoke), il quale non ne può più di stravolgere la propria vita ogni volta che la figlia si lascia andare ad istinti a quanto pare insopprimibili. Le lascia in eredità soltanto pochi dollari, un’audiocassetta (siamo negli anni ’80) e il certificato di nascita della madre.
Il film diventa a questo punto una sorta di coming of age/road movie che si sviluppa attraverso le varie tappe geografiche in cui la protagonista cercherà di ricostruire il suo passato e trovare la propria collocazione in un mondo in cui non può che essere diversa e reietta. Sul suo cammino incontrerà diversi curiosi personaggi (tra cui, come si evince dalla locandina, Timotè Scialamè, musa del regista e idolo delle ragazzine) e scoprirà, oltre al primo amore, di non essere l’unica nel suo genere.
E per me la nota più stonata sta proprio qui, nella definizione di questo “genere”, perché non è affatto chiaro cosa siano questi “cannibali”.
Non voglio entrare nei particolari, per evitare qualsivoglia spoiler, anche se il film non è certo costruito sui colpi di scena, ma, forse perché habitué del genere horror, mi ha infastidita la mancanza di regole precise che definiscano questi particolari esseri umani, che in realtà per certi versi più che cannibali a volte sembrano vampiri, e nel corso del film smentiscono le iniziali premesse a proposito della loro particolare natura. In sostanza: sti impulsi sono incontrollabili o no? Cosa succede se non li assecondi? Boh.
A Guadagnino evidentemente il genere non interessa, infatti utilizza una tematica horror senza realizzare un film horror, questo deve essere ben chiaro. Anche se certe sequenze non lesinano col sangue e i particolari macabri (non sempre fuori campo), non si respira mai un’atmosfera realmente disturbante o malata, non ci si sente mai a disagio, non si prova mai non dico paura (ché ormai trovalo, un horror che riesca ad incuterla), ma quantomeno un brivido.
È evidente che il cannibalismo non è altro che una metafora, così come la collocazione temporale eighties non è che un pretesto per evitare internet e innescare parallelismi con aids, edonismo reaganiano ecc., ma di fatto il risultato è una sorta di Chiamami col tuo nome sanguinolento.
E come in quel film, di cui ritroviamo il tema del passaggio all’età adulta, e, oltre al già citato Chalamet, Michael Stuhlbarg nel ruolo dell’unico personaggio veramente inquietante (a cui purtroppo è dedicato pochissimo spazio), la sensazione è quella di assistere ad uno spettacolo con una messa in scena strepitosa e attori superlativi, ma sostanzialmente privo di anima.
Ecco, non trovo emozione nel cinema di Guadagnino, né quando parla di amore né quando parla di morte né quando li vuole fondere insieme.
Può essere che sia un problema tutto mio, resta il fatto che di sicuro per me non è stato il pasto completo promesso dal titolo.



30/03/2023 14:55
 
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Stavo per schiacciare play poi ho visto che il regista è uno con il nome italiano e ho soprasseduto.

Ci tenevo a dirvi che faccio troppa fatica ad andare oltre questo pregiudizio.

La perfezione esiste
05/04/2023 08:48
 
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Re:
Mr.Perfect, 30/03/2023 14:55:

Stavo per schiacciare play poi ho visto che il regista è uno con il nome italiano e ho soprasseduto.

Ci tenevo a dirvi che faccio troppa fatica ad andare oltre questo pregiudizio.




Sì, ma ne hai troppi di pregiudizi, amico mio.
Ci credo che poi Orso Cocainomane ti sembra un film da 6.04.


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