Allora, film potente, dicevo: x me una delle prove migliori di Noè tra le sue sinora viste, e qui effettivamente dimenticai che pervers dovrebbe superare pure il trauma di Climax prima di vedere Vortex...ma ne varrebbe la pena.
Noè non mi ha mai esaltato troppo, nemmeno con l' estremo Irreversible: in quello si diceva che l' ipocrisia borghese nasconde i peggiori vizi, e che la vendetta non solo spesso non raddrizza i torti ma anzi talvolta peggiora le cose. Okay...e cosa disse di nuovo?
Vortex dice che la vecchiaia è spesso una tragedia: nulla di nuovo, ma nel cinema non lo si ribadisce mai abbastanza, mentre lo si fa alla nausea con gli altri punti di cui sopra.
Perché? Perché i vizi borghesi sono fatti di tradimenti coniugali, swinging party, arricchimenti illeciti, orge, strisce bianche su vassoi d' argento: roba con un suo appeal, insomma; idem la vendetta: perché messa sullo schermo delizia i gorehound (vedi quando un cranio viene frantumato a colpi di estintore), e quindi può piacere anche quando è sgradevole. Mettiamoci anche lo stupro anale dettagliato di una bella figa, ed ecco servita pure le ciliegina sulla torta che da un lato ci fa sentire in colpa ma dall' altro ci attrae. In una parola: guilty pleasure.
In questo film, invece, di attraente non c' è nulla: dura quasi due ore e mezza ed è sgradevole dall' inizio alla fine.
C'è un marito anziano reduce da un attacco cardiaco, c'è una moglie anziana afflitta da Alzheimer e c'è un figlio (a propria volta padre) di mezza età schiavo della droga peggiore.
Nella situazione ho rivisto me stesso durante l' ultima visita a mio padre, fine 2019, pre-covid. Premetto subito che ho poco da spartire col figlio: non sono padre, non sono separato, ho un mestiere che esercito, non ho mai sfiorato la roba, anzi manco nemmeno vista. È la droga peggiore xké non lascia scampo da dipendenza fisica e psicologica, compromette le endorfine al punto di provocare crisi di astinenza mortali ed induce a non affrontare i problemi: Trainspotting, tra gli altri, insegna che tutto attorno a te può andare a rotoli e tu te ne freghi; gli stimolanti saranno una merda ma almeno non uccidono l' iniziativa: non saranno il modo migliore x affrontare i problemi, ma almeno lasciano spazio x provarci, quando addirittura non danno una spinta in tal senso.
Ciò doverosamente detto, il resto incastra abbastanza. Mio padre sopravvisse ad un infarto anni prima quando io già stavo all' estero, ed all' epoca della mia ultima visita accudiva in casa propria la compagna storica debilitata dall' Alzheimer, con cui mai convisse prima d' allora e che venne gentilmente scaricata lì dai figli... dopo avere fatto da babysitter x la figlia a due nipoti ormai cresciuti. Tralascio ulteriori giudizi morali su di essi, anche x evitare che la morale venga fatta magari pure a me...del resto dall' esterno non è mai facile giudicare, xké si è all' oscuro di cose successe a monte. La casa era ovviamente un tripudio di medicine destinate ad entrambi, ed attorno girava una sedicente badante che era poi l' amante più giovane di mio padre: amante più che altro nella testa di qst ultimo, e tra l'altro ben pagata, come io sapevo dato che un accesso al cc di mio padre l' avevo... ciò all' insaputa della tipa, che rimase spiazzata quando poi dall' estero bloccai la carta che stava usando x fottere soldi a mio padre in coma (mi andava bene che mio padre spendesse o buttasse i propri soldi come volesse, quindi mai mi permisi di mettere bocca prima, ma a quel punto...insomma); in Vortex non manca neppure una figura del genere, rappresentata dall' ex amante di marito/Argento che non si rassegna alla fine di una relazione con una donna più giovane, anche se ormai più idealizzata che altro.
Insomma, questa è la vecchiaia, ovvero l' età che più di ogni altra mette a nudo impietosamente limiti e debolezze umane.
Ad un certo punto il figlio della coppia ed altri compari tossici si domandano se sia meglio scegliere l' overdose o la vecchiaia; a volte me lo chiedo anche io: il problema è che, come loro dicono, spesso non lo si sceglie neppure, e ci si becca l' opzione che tocca.
Capitolo Alzheimer: malattia galoppante e subdola, trattata oggidì con farmaci efficaci tanto quelli per la calvizie (acqua fresca, si dice nel film), e descritta nel film in maniera fin troppo edulcorata.
Cito tre cose che notai nella ex compagna di mio padre (la quale finì in struttura dopo il decesso di mio padre, e di cui non so più nulla):
1) mi chiedeva se in Australia parlassero pure francese (lei visse a Parigi in gioventu'): le rispondevo semplicemente di no...ogni giorno, perché me lo chiedeva tutte le mattine
2) avevo riposto in cucina un libro in inglese che mi portai appresso: una volta inizio' a sfogliarlo e mi disse di averlo comprato per leggerlo, ed aggiungendo poi "ah ma è scritto in inglese, pazienza lo imparerò"
3) le inutili medicine di cui sopra venivano erogate da un tamburo rotante con timer x evitare di scordarle, io iniziai a trovarle in giro e a raccoglierle in bustine trasparenti che strategicamente porto sempre nel portafogli, che non si sa mai: le mostro dopo un po' a mio padre, che inizialmente stupito chiede poi alla compagna se le stesse prendendo oppure no; lei risponde assente di sì, e segue sguardo sconsolato da parte di mio padre. Praticamente la tipa si scordava di doverle inghiottire subito dopo averle lasciate sul tavolo o sul comò per andare a prendere un bicchiere d'acqua...
Morale: la vecchiaia già non è facile, e bisogna pure sperare che non arrivi quella bestia a fottere il cervello. Ah, e si va a culo, perché da quanto so la ex compagna di mio padre non aveva mai bevuto, mai usato droghe, mai fumato, mai lavorato a contatto con sostanze nocive, mai subito traumi cranici né shock.
Non ho usato ironia in questo post, contrariamente al solito
E consiglio il film; anche x la sensibilità con cui Noè, in nome della massima ineluttabile e a lui cara secondo cui il tempo distrugge tutto, rende omaggio al padre (putativo) Argento ed al tempo stesso ne celebra il funerale (artistico).
Dreaming dreams no mortal ever dared to dream before, è l' epitaffio di Poe che Argento scelse x aprire Due occhi diabolici, tributo al suo mito d' infanzia; qui invece Noè riesuma di Poe una citazione che già fece capolino in Fog di Carpenter, ovvero quello della realtà (o presunta tale) vista come un sogno dentro il sogno, e fa assistere al suo impietoso dissolvimento.
[Modificato da MD-MAniak 28/02/2024 02:55]
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"Quanta benzina abbiamo?"
"Non molta."
"Okay..."