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Irlanda trasforma homeless in guide turistiche

Ultimo Aggiornamento: 27/12/2019 21:59
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26/12/2019 20:21

L’Irlanda trasforma i senzatetto in guide turistiche e restituisce loro la dignità

L’iniziativa di Dublino per arginare l’aumento delle persone senza fissa dimora dopo la terribile crisi immobiliare



L’idea è venuta a 3 studenti, sull’esempio di ciò che è accaduto nella vicina Inghilterra. Creare un progetto per dare lavoro ai senzatetto, gli homeless.

Tom Austin, uno studente del Trinity College di Dublino, ispirandosi all’esperienza di Manchester, ha creato un progetto per trasformare i senzatetto in guide turistiche.



La capitale irlandese, come riportato da diversi organi di informazione, è diventata una delle dieci città più costose al mondo dove affittare una casa, davanti a Tokyo, Sydney e Singapore.

Uno studio commissionato dalla banca centrale stima in circa 1800 € mensili il costo medio di un affitto di un bilocale di media categoria.

L’aumento verificatosi a partire dal 2014, quando l’Irlanda attraversò una crisi economica molto forte, è stato di oltre il 30%. Di qui l’aumento dei senzatetto.

Derek McGuire è una delle tante vittime di questo tsunami sociale che si è abbattuto sull’isola di smeraldo.

Dopo la fine di un matrimonio e la crisi lavorativa Derek è diventato un senzatetto.


Derek è un uomo dall’aspetto gentile, quasi timido che, a bassa voce, ricorda il giorno in cui, nel 2014, si trovò sui marciapiedi della città a raccogliere il destino della sua vita.

Ogni angolo del percorso di circa 2,5 chilometri che si snoda dalla Cattedrale di San Patrizio alla Old Library è un tassello di vita che Derek racconta ai suoi ascoltatori.

Per la modica cifra di 10€ l’uomo racconta momenti, pensieri, emozioni vissute per strada, a contatto con una umanità a suo modo ricca di sentimento.

Da quando è diventato una guida, Derek sente di aver riguadagnato il suo senso di identità, il suo scopo. “Vedo tutto questo come un’opportunità per raccontare la mia storia”, rivela.


Ci auguriamo che il percorso di Derek possa essere condiviso da altri senzatetto.

Pensate che solo nella città di Dublino sono oltre 500 le persone costrette a dormire per strada per mancanza di una casa e di un posto nelle strutture di accoglienza.

www.alicanthe.net/irlanda-trasforma-i-senzatetto-in-guide-turistiche/?fbclid=IwAR1geH_ARxLv1nB59tLXlmWjhykdgC_BWSXr3AAJbpQq-952CmZ...
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27/12/2019 00:43

sempre meglio che niente


mi sembra giusto visto la discussione fare un riepilogo della crisi Irlanda


Ebbene, da questi presupposti incominciò all’inizio degli anni ‘90 l’ascesa economica della tigre celtica.

La tigre celtica ruggisce

Il primo elemento della crescita fu un'efficace riduzione della spesa con tagli ad enti pubblici e agenzie. Un secondo elemento di forza del piano d’azione furono poi gli aumenti salariali, in cambio di modeste riduzioni delle imposte sul reddito. Questi sono gli anni del National Recovery Program, un piano economico che coinvolgeva il governo, i datori di lavoro, le banche, i sindacati e gli agricoltori. Questo piano di rilancio ha contribuito a spezzare la spirale di aumenti salariali inflazionistici, assicurando un fertile terreno per il rilancio industriale.

Altro fattore fondamentale è stato inoltre l’assiduo investimento in capitale umano nel corso degli ultimi decenni, così da avere una forza lavoro di lingua inglese e cultura anglosassone ben preparata e con livelli d’istruzione addirittura migliori di quelli presenti negli USA e nel Regno Unito, unitamente ad un livello di tassazione favorevole agli investimenti esteri e allo stanziamento di sussidi alle imprese high-tech. Basti pensare che l’imposta sulla produzione era appena del 10% prima del 1998 per poi si muoversi ad un più elevato tasso del 12,5% fino al 2011.

Certezze di lungo periodo associate a questi bassi tassi sono state la caratteristica fondamentale della politica irlandese, che è stata attuata in modo coerente da tutti i governi durante il boom. Il vantaggio per le imprese, dato dalla bassa pressione fiscale, è stato arricchito da una vasta rete di accordi, dal trattamento favorevole dei dividendi stranieri e dal supporto delle norme amministrative.

Le basse percentuali di tassazione hanno prodotto una sorta di "effetto reddito" , evidente se si guarda alla percentuale relativamente elevata di entrate fiscali ricevute da utili societari: il 30%. A paragone l’imposta sul reddito societario rappresenta solo il 13% di tutte le entrate fiscali in Italia rispetto al 6% negli Stati Uniti, o l’8% nel Regno Unito, 7% in Francia, 3% in Germania, e il 9% in media nei paesi OCSE. Tutti questi fattori hanno portato varie società multinazionali ad utilizzare l’Irlanda come piattaforma di esportazione per servire l’Europa e altri mercati (e.g. Google).

La crisi

Come accennato nell’introduzione, la crisi in Irlanda era già iniziata nel 2007, nel settore edilizio, con lo scoppio della bolla speculativa domestica. Sempre nell’incipit si diceva che le basi di questa crisi sono legate strettamente al periodo di boom degli anni della Tigre celtica; a tal proposito occorre analizzare gli aspetti salienti che hanno portato alla bolla speculativa durante il boom economico: la piena occupazione, la crescita del reddito pro-capite, le politiche fiscali del governo, il comportamento di banche ed investitori, in particolare nel settore immobiliare.

Nel 1989 solo il 31% della popolazione irlandese aveva un lavoro. Era il più basso livello d’occupazione dei paesi OCSE, di ben 15% più basso degli USA o del Regno unito. Con la presenza di buone politiche economiche e di una combinazione di stabilità macroeconomica e crescita, l’economia irlandese è poi diventata una "macchina" di creazione di posti di lavoro arrivando alla piena occupazione.

L’occupazione è cresciuta ad 1,1 milioni di occupati la fine degli anni Ottanta a 2,1 milioni nel 2007 (+91%). Negli anni Novanta questa "macchina" funzionò grazie all’impiego della mole di giovani che in passato si sarebbe avviata verso l’emigrazione o si sarebbe barcamenata tra le difficoltà della disoccupazione.

Già all’inizio del nuovo millennio v’erano diversi sentori che l’era della Tigre celtica fosse al tramonto. Intorno al 2000 la popolazione irlandese aveva un reddito medio molto più alto di quello percepito nei anni Ottanta. Nonostante ciò, molti aspetti strutturali ed economici del paese riflettevano ancora il suo passato povero: ad esempio le scarse infrastrutture stradali ed i limitati servizi di trasporto pubblico, inferiori rispetto agli standard internazionali. In particolare proprio il settore abitativo era uno dei più arretrati, soprattutto in rapporto alle nuove esigenze demografiche, con una popolazione in crescita non più emigrante e per di più arricchita, quindi con esigenze abitative maggiori.

Il livello di superfici delle case e di spazio domestico per famiglia era negli anni Novanta il più basso di tutta l’Unione europea. Soprattutto i giovani, i più avvantaggiati dal boom, avevano maggiori esigenze abitative. Con l’aumento dell’occupazione e dei salari, questi si trovavano presto nella possibilità di acquistare una casa. Ciò, unito all’arretratezza e alla limitatezza abitativa dell’isola, portò il paese ad un boom edilizio senza precedenti.

Nuove case e nuovi quartieri furono costruiti in pochissimi anni. Basti pensare che nel 1991 c’erano 1,2 milioni di abitazioni in Irlanda, gradualmente aumentate a 1,4 milioni nel 2000, e arrivate durante il boom edilizio a 1,9 milioni nel 2008, praticamente quasi raddoppiate in 17 anni. E’ chiaro che anche i prezzi delle case e delle rendite immobiliari si sono mossi proporzionalmente, più che raddoppiando negli stessi anni. Il "mattone" è diventato un settore fondamentale dell’economia. Da qui si sviluppa il boom immobiliare e la successiva bolla speculativa conosciuta come Irish property bubble. Con un’economia in costante crescita e in permanente piena occupazione, molti dei lavoratori impiegati nel settore edile venivano dall’estero, in particolare dai nuovi paesi orientali della Ue (e.g. Polonia). Essi costituivano il primo nucleo di immigrati in Irlanda.

Nell’anno 2007 il settore edilizio-immobiliare occupava il 13,3% della forza-lavoro, il più alto dei paesi membri del OSCE. Ad esclusione della Spagna e Portogallo era di 5 punti percentuali più alto della media dei paesi OSCE stessi.

Data l’alta redditività ed i facili crediti ottenuti dal settore bancario, il mercato immobiliare si era scaldato molto velocemente dopo il 2000, portando ad una crescita dell’offerta smisurata; proprio questa crescita è stata capace, in una prima fase intorno al 1995, di mantenere i prezzi relativamente contenuti nonostante la fortissima domanda nel mercato immobiliare.

In una seconda fase, la costante accelerazione nella crescita della domanda di abitazioni, supportata da una riduzione delle imposte sul reddito, portò ad una situazione di squilibrio del mercato. Il risultato di tutto questo era una forte crescita dei fabbricati e dei prezzi con un’economia sempre di più dipendente dal settore edilizio. La bolla speculativa aveva sganciato i prezzi - nel periodo 1997-2007 - da qualsiasi variabile macroeconomica reale. Questa significativa sopravvalutazione superò il 30% intorno al 2006-2007.

Mettendo insieme i tasselli, possiamo concludere che le cause che portarono allo scoppio della bolla speculativa furono essenzialmente il sopravvalutato valore immobiliare delle abitazioni, il lento declino della crescita demografica dopo il 2000 (quindi in prospettiva il conseguente declino della domanda), ed infine la troppo ottimistica visione circa le prospettive di continua crescita dell’economia irlandese. A tutto ciò va coniugata la forte partecipazione alla speculazione degli istituti bancari irlandesi, oltre ad evidenti errori e ritardi nella gestione politica. La politica è sembra disinteressata e inetta rispetto al mercato immobiliare, a giudicare dai rari ed inefficaci tentativi di raffreddarlo.

Dopo il tonfo dei prezzi seguito alla scoppio della bolla, la crisi è andata ad intaccare il settore bancario e finanziario, quando nel 2008 è iniziata la crisi finanziaria globale.

Interessante è notare che in Irlanda, nonostante la presenza di numerosi istituti finanziari d’investimento internazionali, quei complessi strumenti finanziari detti Mortgage Backed Securities non erano molto diffusi e non hanno quasi preso parte alla crisi bancaria dell’isola: la crisi delle banche irlandesi è stata per lo più un fenomeno legato alla mancanza di controllo e regolamentazione interna sulle concessioni di credito da parte delle banche.

Nel caso irlandese, la scarsa attenzione ha riguardato soprattutto la mancata applicazione delle raccomandazioni contenute nel protocollo di Basilea II circa la vigilanza sulle banche, in relazione alla concentrazione di rischio di credito.

Prestando a interessi minimi e senza reali garanzie, negli anni del boom le banche hanno ingozzato l’economia e gli irlandesi di mutui e di debiti; al sopraggiungere della crisi e della flessione del prezzo delle case, migliaia di debitori si sono scoperti insolventi: è crisi bancaria.

Così il governo di Dublino dopo alcuni tentennamenti, annunciò una ricapitalizzazione da 10 miliardi di euro delle maggiori banche; a fine settembre l’Irlanda è stata uno dei primi paesi a intervenire per arginare la crisi finanziaria annunciando che il Governo avrebbe garantito tutti i depositi bancari per due anni, per una cifra potenziale di 440 miliardi di euro.

La notizia ha inizialmente fatto volare i titoli delle banche irlandesi dopo forti ribassi, ma le critiche degli analisti sulla mancanza di dettagli del piano hanno poi frenato i rialzi. La principale azione in tal senso è stata - all'inizio del 2009 - la nazionalizzazione della Anglo Irish Bank, il terzo istituto di credito in Irlanda, nonché quello maggiormente esposto nel Irish property bubble.

Le conseguenze della crisi susseguitesi nei mesi del 2009 sono state aspre: una recessione al -7,5%; un tasso di disoccupazione al 13,8% nel 2009 (12,5% nel marzo 2010); deflazione al 6,5% nello stesso 2009; un aumento del deficit pubblico da 33,6 miliardi di euro a 40,46 miliardi di euro, per fortuna contenuto da un rapporto debito-PIL del 63,7%, dato il già livello basso pre-crisi. In risposta, lo Stato si è impegnato a tagliare la spesa pubblica per una quota da primato, tra il 15% e il 20% entro il 2014, prospettando difficili scenari per tantissimi cittadini che si trovano nelle fasce più disagiate della società.

Conclusione

Qualcosa si può imparare osservando la situazione irlandese.

In prima analisi la crisi in Irlanda mostra i limiti del sistema finanziario: esso è troppo facilmente soggetto a spirali speculative quando si lo surriscalda eccessivamente.

In seconda battuta il sistema bancario, nell’offrire credito alla mole degli investitori e piccoli risparmiatori, tende a sottovalutare il reale rischio degli investimenti. Preso spesso da una miope euforia creditizia, valuta il rischio su basi troppo di breve periodo. Su questo punto occorrono regole più chiare ed incisive.

Terzo punto: anche gli agenti economici ed i policy makers cadono troppo facilmente in una situazione di illusione miope circa l’andamento economico, basata su un eccesso di fiducia sulla durevolezza di una crescita - soprattutto se è una crescita con “tassi asiatici”, come lo è stata quella irlandese.

Complessivamente si nota la forte tendenza in molti paesi, soprattutto in quelli che fino a ieri si trovavano al margine della vita economica mondiale ed europea, ad attuare politiche opportunistiche mirate al reperimento di ingenti capitali e ad una forte e rapida crescita in poco tempo. Una maggiore attenzione delle dinamiche complessive macroeconomiche e migliori politiche di raffreddamento di spirali speculative sarebbero un mezzo per prevenire meglio, o almeno limitare, gli effetti dannosi di crisi inaspettate come quella irlandese.


Di certo con la UE non ne vengono fuori, visto che la crisi è incominciata nel 2000 a cavallo dell'Euro guarda caso
27/12/2019 00:45

… a buon intenditor, poche parole …


… ecco!
questi sono "Studenti" esemplari e da ammirare per il rispetto e l’aiuto concreto verso i poveri, gli emarginati, gli esclusi, i barboni siano essi per scelta o per circostanze a loro sovrastanti …

bravi ragazzi, bravi, bravi davvero! … [SM=x44477] [SM=x44459] [SM=x44477]
… indirettamente date anche una bella lezione sul vivere civile verso altri vostri coetanei, ma indaffarati soltanto ad essere invece “contro” qualcuno e nell’istigare all’odio, alla divisione, alla cattiveria e al male …

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27/12/2019 01:01

Re: … a buon intenditor, poche parole …
AlcibiadeR, 27/12/2019 00.45:



… ecco!
questi sono "Studenti" esemplari e da ammirare per il rispetto e l’aiuto concreto verso i poveri, gli emarginati, gli esclusi, i barboni siano essi per scelta o per circostanze a loro sovrastanti …

bravi ragazzi, bravi, bravi davvero! … [SM=x44477] [SM=x44459] [SM=x44477]
… indirettamente date anche una bella lezione sul vivere civile verso altri vostri coetanei, ma indaffarati soltanto ad essere invece “contro” qualcuno e nell’istigare all’odio, alla divisione, alla cattiveria e al male …




Alci l'idea è buona

ma li la crisi va oltre e una nazione non si risolleva con le guide turistiche

500 senza tetto nella solo Dublino poi nel resto dell'Irlanda che non è piccola bisogna vedere

cmq sia è un idea che dalle nostre Università Italiane è difficile che esce, il problema per tanti in questo momento è Salvini

e adottare un idea cosi qui in Italia con tutto il patrimonio culturale che abbiamo non sarebbe una cazzata
[Modificato da pliskiss 27/12/2019 01:04]
27/12/2019 03:05

… a buon intenditor, poche parole …
pliskiss, 27/12/2019 01.01:



Alci l'idea è buona

ma li la crisi va oltre e una nazione non si risolleva con le guide turistiche

500 senza tetto nella solo Dublino poi nel resto dell'Irlanda che non è piccola bisogna vedere

cmq sia è un idea che dalle nostre Università Italiane è difficile che esce, il problema per tanti in questo momento è Salvini

e adottare un idea cosi qui in Italia con tutto il patrimonio culturale che abbiamo non sarebbe una cazzata



… piano Piss, andiamo con ordine, che sei persona avveduta

il “problema” non è Salvini o la Meloni, o la Lega, o la destra con i loro presupposto populismo, nazionalismo, o col pericolo di rigurgito al neofascismo, etc, etc … ma chi questo problema lo ha creato di proposito e programmato a tavolino …
… il vero problema è questa agonizzante Sinistra, rappresentata ieri da un Renzi, oggi dal Partito di Bibbiano dello Zingaretti e sia dal Partito 5stelle del Grillo “entropia” … quindi, il problema sono i vari mortadella, i renzi, i calenda, i bersani e quant’altri dello 0,0001% già finiti, passati; tutti costoro, per quanto cerchino di emergere, e per quanto siano oramai dei rottamati nel senso autentico del termine, hanno il problema della sopravvivenza …
… in tal senso, poi, il problema di essere definitivamente cancellati e molto più velocemente dello storico atavico comunismo, è anche dei vari di maio, casaleggio, di battista e il restante dei grillini, come è stato dimostrato nelle ultime consultazioni europee, regionali e comunali …

… è una sinistra che non sa più come arrabattarsi; è una sinistra che da decenni è totalmente staccata dalla realtà, lontana, ignara del popolo concreto se non tentando di abbindolarlo, di mistificarlo, e soprattutto, di impaurirlo tanto da usare la solita obsoleta tattica del riciclaggio … inventarsi i “nuovi” girotondini con la loro parvenza di fresco, di sano, di genuino, di innovatori e di valida promessa per il futuro … cosa falsa, inconsistente, bluff, patacca, menzogna … sfacelo, povertà, male tangibile!

insomma, il solo vero problema è che questa moribonda Sinistra, anche con i suoi decennali malgoverni abusivi, ritenta a spese degli italiani onesti e grazie alla consistente frangia – purtroppo - di italioti opportunisti, l’avvio di una trasformata dirigenza comunistoide composta, stavolta, da un manipolo di sardee spacciatesi per intellettuali, invero, di giovinastri nullafacenti, tra cui i residui dei centri sociali, di abusivi manipolati che, al canto di bella-ciao, diventano manipolatori …

… ritornando al tema centrale di questo thread (perdonami l’invadenza, raggio di luna!) queste giovinastre sardee italiote, imparino dagli universitari irlandesi che, pur con i tanti e urgenti problemi del loro Paese, tuttavia si danno concretamente da fare con tanta passione – e oserei dire: amore – verso i loro concittadini, spendendo il loro tempo, forze, danaro …



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27/12/2019 15:02

ho provato a cercare ma non ho trovato idee o iniziative università italiane per i senza tetto

si bada di più ai bilanci economici
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27/12/2019 20:24

Re: Re: … a buon intenditor, poche parole …
pliskiss, 27/12/2019 01.01:



Alci l'idea è buona

ma li la crisi va oltre e una nazione non si risolleva con le guide turistiche

500 senza tetto nella solo Dublino poi nel resto dell'Irlanda che non è piccola bisogna vedere

cmq sia è un idea che dalle nostre Università Italiane è difficile che esce, il problema per tanti in questo momento è Salvini

e adottare un idea cosi qui in Italia con tutto il patrimonio culturale che abbiamo non sarebbe una cazzata




Sarà una goccia nel mare, ma intanto è utile per ridare dignità e un lavoro che rende autosufficienti tante persone che hanno perso tutto, anche la fiducia in sé stessi, non è poco!

In Italia sarà più difficile, per la burocrazia che abbiamo a queste guide dovrà essere prima di tutto rilasciata una qualche abilitazione, un patentino o qualcosa di simile, altrimenti le altre guide turistiche professioniste plurilaureate e quantaltro sai quante ne direbbero?
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27/12/2019 20:27

Re:
pliskiss, 27/12/2019 15.02:

ho provato a cercare ma non ho trovato idee o iniziative università italiane per i senza tetto

si bada di più ai bilanci economici




Chissà perchè? Forse perchè in Italia pensano che, essendoci la Caritas, non c'è bisogno che altri soggetti privati o parastatali pensino a risolvere i problemi dei senzatetto?
Però la Caritas dà solo assistenza passiva, cibo e letti per dormire, non rimette in piedi i senzatetto come fanno in Irlanda [SM=x44463]
27/12/2019 21:59

Re:
pliskiss, 27/12/2019 15.02:

ho provato a cercare ma non ho trovato idee o iniziative università italiane per i senza tetto

si bada di più ai bilanci economici




... in Italia per i barboni, i clochard e i senza tetto, qui in Italia c'è soltanto l'aiuto della Caritas della Chiesa Cattolica ... e le singole iniziative di alcuni volontari operanti in certe stagioni e nelle festività particolari ...

[SM=x44462] [SM=x44458]




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