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29/03/2018 08:10 | |
da Il Fatto Quotidiano
Italia stillicidio di mediocrità: commissari in Figc, traghettatori in panca e vecchie bandiere in campo. Futuro può attendere
L'eliminazione dai mondiali non ha insegnato nulla. Il calcio italiano è ancora ostaggio del solito giochino del cambiare tutto per non cambiare niente: non c'è un vero ct, non c'è un presidente federale, non c'è un'idea di progetto. Dalla Svezia a oggi, tutto tempo perso. Una sconfitta netta con le riserve dell’Argentina, che contro di noi sembravano fenomeni ma poi dopo due giorni sono state umiliate dalla Spagna (è vero che i sillogismi non funzionano nel pallone, ma il 6-1 rifilato dalle Furie Rosse fa un po’ capire i reali valori degli avversari). Poi un pareggio stentato contro l’Inghilterra, arrivato a tempo scaduto e grazie a un rigore generoso del Var, buono solo per salvare la faccia. Ma il punticino di Wembley non illuda nessuno (tantomeno il ct pro tempore Di Biagio: il suo ciclo deve finire prima di cominciare): l’Italia va rifondata. E dopo l’allenatore Ventura e il presidente Tavecchio, protagonisti della disfatta Mondiale, adesso bisogna cambiare pure i giocatori. Alla vigilia lo avevamo pensato un po’ tutti, visti i presupposti, e il campo non ha fatto altro che confermarlo: la sosta del campionato e la doppia amichevole di lusso sono state solo tempo perso. Due partite programmate quando pensavamo ancora che ci saremmo qualificati per la Russia, e diventate perfettamente inutili dopo l’eliminazione. Potevano essere l’occasione per avviare il nuovo ciclo, invece ci siamo arrivati nella maniera sbagliata, con una Federazione nel caos (il commissariamento è in alto mare) e un traghettatore anonimo e inadatto in panchina.
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