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Giulio Regeni - Egitto azzera i diritti civili

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2023 16:40
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29/04/2016 00:12

Re:
Aggredire il declino, 28/04/2016 23.35:

Quindi tutta questa macchinazione per togliere le concessioni all'Eni?
Robert - W la... foiga!, 28/04/2016 14.36:

Regeni in UK studiava all'Università, quindi frequentava altri studenti e ovviamente i professori: l'Università manda Regeni in Egitto... e chi decise di mandare Regeni in Egitto?

Il suo professore, cioè i servizi britannici per interposta persona: Regeni quindi era il classico "agente inconsapevole", un burattino manovrato dalla sua Università (cioè dal suo professore amico dei servizi) su ordine dei servizi: in un certo senso, l'Università fa il casting, i servizi scelgono chi arruolare, ma il diretto interessato (Regeni) non se ne rende conto e quindi si fa ammazzare consentendo ai servizi britannici di ottenere quello che loro volevano (con la morte di Regeni si apre la "crisi Italia-Egitto" e si danneggia Al Sisi)


scenarieconomici.it/in-una-tabella-la-spiegazione-dellattacco-agli-interessi-italiani-in-libya-e-del-litigio-con-legitto-indotto-dallestero-e-probabilmente-anche-dei-recenti-attacchi-al... questo articolo spiega le vicende legate all'ENI che è sotto attacco da parte delle multinazionali franco-britanniche in Egitto (vedi Caso Regeni) e in Libia (nel post-Gheddafi)
[Modificato da Robert - W la... foiga! 29/04/2016 00:16]

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25/01/2018 10:34

Regeni, videomessaggio dei genitori a due anni dalla morte: “È con la verità completa che si arriva alla giustizia”.

A due anni dalla morte di Giulio Regeni, i genitori del ricercatore trovato senza via al Cairo il 3 febbraio del 2016 pubblicano un videomessaggio su Facebook.
Un nuovo appello alla verità e alla giustizia, non solo per il figlio, ma per “tutti i Giulio del mondo”. Nostro figlio, dicono, “ha subito un’inenarrabile violazione dei diritti umani. la sua barbara uccisione ha riflesso un mondo che molti era oscurato o appena illuminato. In questi due anni di dolore ci ha accompagnato l’affetto delle persone che ci circondano. Le innumerevoli iniziative nate per dire che non ci stiamo che vogliamo verità e giustizia per Giulio e per tutte le persone che giornalmente subiscono violazione dei diritti umani”. “Speriamo – conclude la madre – che a breve venga si aggiunga la data in cui verrà consegnata la verità vera e completa su tutto il male del mondo che si è abbattuto su Giulio. Sulle responsabilità di chi ha agito, quel male, di chi ha consentito consentito e di chi ha coperto per tanto tempo. È con la verità che si arriva alla giustizia”




di F. Q. | 25 gennaio 2018

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25/01/2018 10:46

Regeni, due anni fa la scomparsa: quello che sappiamo e il passaggio ancora da compiere


Regeni, due anni fa la scomparsa: quello che sappiamo e il passaggio ancora da compiere
(ansa)

Appello dei genitori: "Tre date sul nostro calendario, aspettiamo di conoscere quella della verità". Il nodo da chiarire sui mandanti

di CARLO BONINI e GIULIANO FOSCHINI - 25 gennaio 2018
La verità su Giulio Regeni resta affare di Stato



Dicono oggi Paola e Claudio Regeni: "Il nostro calendario mensile ha l'evidenza su tre date principali: il 25, la scomparsa di Giulio, il 3, giorno del ritrovamento del suo corpo, il 14, punto sulla situazione della scorta mediatica. Questo significa che i tutti i cittadini che chiedono con noi verità e giustizia per Giulio, seguono attentamente tutto ciò che succede e tutte le scelte che vengono fatte per arrivare alla verità. Speriamo che a breve si aggiunga a queste tre date quella in cui ci verrà consegnata la verità 'vera' e completa sulle  responsabilità della barbara uccisione di nostro figlio".

Due anni sono un tempo lungo per un padre e una madre che continuano a chiedere con resilienza e dignità Giustizia e verità. E lo sono, a ben vedere, anche per un Paese, il nostro, che di questo caso ha fatto una prova di partecipazione civile e sovranità politica. E tuttavia va riconosciuto, come peraltro legittimamente ricorda oggi su Repubblica la lettera aperta del Procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, che questi due anni hanno avvicinato, piuttosto che allontanarla, quella quarta "data" che oggi Paola e Claudio Regeni auspicano di cerchiare presto nel loro - non solo loro - calendario.


Caso Regeni, i genitori a due anni dalla scomparsa: "E' con la verità che si arriva alla giustizia"








L'EDITORIALE Resta un affare di Stato di MARIO CALABRESI

Non è poco. Non fosse altro perché queste certezze, sono ormai depositate in un atto giudiziario.
Un'informativa dello Sco della Polizia e del Ros dei Carabinieri consegnata e condivisa dalla Procura generale del Cairo, nel dicembre scorso,
che identifica 9, tra poliziotti e agenti dei Servizi, che aldilà di ogni ragionevole dubbio, furono coinvolti quantomeno nel sequestro di Giulio.
E che, dunque, possono portare alle responsabilità all'interno del Regime e dei suoi apparati, dei mandanti e degli autori materiali dell'omicidio.
E' questo ulteriore passaggio, evidentemente, il tratto di strada, tutt'altro che agevole o scontato, che manca per arrivare alla "verità vera",
per dirla con Paola e Claudio Regeni. Per percorrerlo è necessario che la sostanziale compattezza dimostrata in questi due anni da opinione pubblica,
Parlamento, magistratura non si incrini. E' necessario anche che ciascuno faccia la propria parte portando alla causa della verità qualunque elemento o
dettaglio in grado di ricostruire ogni aspetto di questa vicenda, anche quelli non necessariamente di rilevanza penale.
E' quanto accaduto negli ultimi mesi con la pressione esercitata dalla procura di Roma sull'Università di Cambridge e sulla Professoressa Maha Abdelrhaman, tutor di Giulio.
Sarebbe dunque auspicabile che l'Accademia non si raccontasse ciò che non è, alimentando guerre di religione (sulla libertà di insegnamento)
che nulla hanno a che vedere con questa vicenda.

Sarebbe infine auspicabile, perché cruciale nell'economia di ciò che può ancora accadere, che la politica, a prescindere dall'assetto che daranno le prossime elezioni politiche,
continui ad avere Giulio in cima alla sua agenda. Impegnandosi a implementare la pressione sul regime di Al Sisi e avere il coraggio di farne ciò che non è stato sin qui.
Una storia che riguarda l'Europa, e le sue istituzioni, a partire dal parlamento europeo che continua a fingere di non vedere quello che Giulio era: un cittadino del mondo, un cittadino europeo.

Fonte: La Repubblica, 25 Gennaio 2018
[Modificato da Etrusco 25/01/2018 10:49]

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25/01/2018 13:45

Gli egiziani hanno fatto sempre come gli pare, poi ora che hanno l'appoggio degli Usa faranno pure peggio
e infatti la storia di Regeni grida vendetta!
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26/01/2018 20:05

La mia solidarietà va innanzitutto ai genitori che nonostante il dolore per la perdita di Giulio, riescono comunque a trovare le energie per lottare in questa richiesta di giustizia per il figlio, Giustizia che sarebbe scontata e dovuta a prescindere in una democrizia che vorrebbe dirsi matura, ma per la particolare situazione in cui viviamo non c'è nulla di scontato.
25/01/2020 17:40



Quattro anni senza Giulio Regeni:

fiaccolate in molte città.

La madre: "Grazie di cuore"


Per il presidente della Camera Fico la verità sulla sua fine "è una questione di Stato". Amnesty International: "Pochi avanzamenti concreti sono stati compiuti nelle indagini". Stasera il ricordo in molte piazza d'Italia. La famiglia sarà a Fiumicello


ROMA - Fiaccole, tante, per illuminare il silenzio attorno alla sparizione del ricercatore triestino Giulio Regeni al Cairo, in Egitto. Alle 19.41 di oggi "migliaia di luci in tutta Italia saranno pronte ad accendersi" in occasione del quarto anniversario della sua scomparsa. "Un anno fa, in oltre cento piazze, chiedevamo verità per Giulio Regeni, speranzosi che - ha detto Emanuele Russo, presidente di Amnesty International Italia - non ci sarebbe stato un altro 25 gennaio. Oggi constatiamo che, nonostante le importanti rivelazioni emerse sulla dinamica dell'omicidio, l'istituzione di una Commissione monocamerale d'inchiesta e le dichiarazioni del nuovo governo Conte, pochi avanzamenti concreti sono stati compiuti nelle indagini. Nel frattempo, però, sono stati conclusi importanti accordi commerciali ed economici con l'Egitto. Torneremo in piazza a chiedere verità ad entrambi i governi, determinati a far sì che si possa, finalmente, vedere la luce". La madre di Giulio, Paola Deffendi, ha scritto su Facebook "25 gennaio 2016 - 25 gennaio 2020...4 anni ... grazie di cuore a chi ci sta vicino...!!!!".

La famiglia Regeni è attesa a una fiaccolata in programma stasera a Fiumicello (Udine), il paese dove Giulio è cresciuto. Ci sarà anche il presidente della Camera Roberto Fico, per il quale la verità sull'uccisione di Giulio Regeni "è una questione di Stato" per la quale le istituzioni devono parlare "con una sola voce". "Anche quest'anno - ha aggiunto la terza carica dello Stato - abbiamo lavorato per giungere a delle soluzioni, che però non ci sono state perché l'Egitto non comincia nemmeno un processo, nonostante la nostra procura - che sta facendo un lavoro eccezionale - abbia iscritto nel registro degli indagati cinque ufficiali della National security egiziana. Il governo e le istituzioni devono coordinarsi per portare avanti con una sola voce questa questione che è una questione di Stato che non sarà mai abbandonata finché non otterremo i colpevoli". "In Europa - ha ricordato il presidente della Camera - sono sono andato dal Presidente del Bundestag Schauble, ho portato la questione all'attenzione dell'Ue; il Parlamento europeo infatti ha poi approvato una risoluzione molto importante sull'Egitto. Quindi la questione ora è anche in Europa; questo è un passo avanti, ma dobbiamo accelerare ed io spero che il 2020 sia l'anno in cui otterremo più risultati per Giulio Regeni, in tal senso il 2020 deve essere l'anno di Giulio".

Alla domanda se l'Italia dovrebbe ritirare l'ambasciatore dall'Egitto, Fico ha replicato: "Questa non è una decisione che attiene a me, al presidente della Camera ma al Ministro degli Esteri. E' chiaro che è una riflessione importante perché dobbiamo avere dei risultati", ha auspicato che "il 2020 sia l'anno di Giulio Regeni".

Giulio Regeni è stato ucciso in Egitto tra gennaio e febbraio 2016. Aveva 28 anni. Era lì come ricercatore dell'Università di Cambridge. Venne rapito il 25 gennaio 2016, giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir e ritrovato cadavere il 3 febbraio successivo nei pressi di una prigione dei servizi segreti egiziani, in un fosso lungo l'autostrada che porta ad Alessandria d'Egitto. Sul suo corpo c'erano evidenti segni di torture. Le autorità egiziane pensano di chiudere il caso come incidente stradale. Ma non è così. Lui studiava su incarico della sua Università il mondo del lavoro in Egitto, e quindi le condizioni del lavoratori egiziani, e per questo aveva preso contatti con varie persone del settore. Tra queste un sindacalista che - insospettito dalla sua indagine - prima lo pedina a lungo e infine lo consegna ai suoi carnefici.

Dove sono le fiaccolate
Le fiaccolate per chiedere verità e giustizia sulla morte di Giulio Regeni si terranno in diverse città e paesi: a Roma in piazza della Rotonda, davanti al Pantheon; a Torino, in piazza Castello; a Milano, in piazza della Scala; a Firenze, in piazza San Marco; a Bologna, in piazza Ravegnana; a Napoli, in piazza del Gesù Nuovo; a Palermo, in piazza Pretoria; a Trieste, in piazza della Borsa. Alle fiaccolate hanno aderito: A buon diritto, ADI-Associazione dottorandi Italia, Aitr, Aantigone, Arci, Articolo 21, Associazione Diffondiamo Idee di Valore, Associazione Nazionale Giuristi Democratici, Assostampa Fvg, CGIL, Cild-Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili, Conversazioni sul futuro (Lecce), Europa Now!, Federazione Nazionale Stampa Italiana-Fnsi, GiulioSiamoNoi, Nexus Emilia Romagna, Pressenza, Rete della pace.



Fonte


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15/12/2020 20:54

Dopo le ultime mosse dell'Egitto, da parte delle sue più alte cariche istituzionali, sembra che l'Egitto si diverta a prendere in giro l'Italia e con essa tutta l'UE di cui è membra.
Nemmeno dinanzi agli ormai dimostrati reati degli ufficiali del suo servizio segreto sembra voler prendere una posizione degna di un paese civile.
Ma tant'è. Abbiamo capito ormai inequivocabilmente che in Egitto i diritti civili non esistono e non hanno nemmeno un'etica degna di uno Stato civile.
Che degrado, quanto sono caduti in basso dal periodo in cui regnavano i faraoni... [SM=x44463]
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15/12/2020 23:40

Re:
Arcanna Jones, 15/12/2020 20:54:

Dopo le ultime mosse dell'Egitto, da parte delle sue più alte cariche istituzionali, sembra che l'Egitto si diverta a prendere in giro l'Italia e con essa tutta l'UE di cui è membra.
Nemmeno dinanzi agli ormai dimostrati reati degli ufficiali del suo servizio segreto sembra voler prendere una posizione degna di un paese civile.
Ma tant'è. Abbiamo capito ormai inequivocabilmente che in Egitto i diritti civili non esistono e non hanno nemmeno un'etica degna di uno Stato civile.
Che degrado, quanto sono caduti in basso dal periodo in cui regnavano i faraoni... [SM=x44463]




Arcà manca poco e ci mangiamo la Faraona [SM=x44458]


Se Regeni stava a casa sua magari la mangiava pure lui

Egitto ?

è pericoloso fare il Turista figurarsi ad andare ad occuparsi di Politica li'


bisogna vedere chi l'ha fatto ammazzare e a che piano si arriva, più si sale e più tutta la storia si ferma


per la serie " copro gli aguzzini mica che si cantano qualche nome importante"""


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16/12/2020 20:51

Re: Re:
pliskiss, 15/12/2020 23:40:


per la serie " copro gli aguzzini mica che si cantano qualche nome importante"""






Intanto sembra che uno degli agenti segreti che lo ha torturato e brutalizzato fino alla morte
è stato fatto sparire, non si capisce se eliminandolo fisicamente o fornendogli una nuova identità ed un nuovo lavoro altrove... [SM=x44473]

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Re: Re: Re:
Etrusco, 16/12/2020 20:51:




Intanto sembra che uno degli agenti segreti che lo ha torturato e brutalizzato fino alla morte
è stato fatto sparire, non si capisce se eliminandolo fisicamente o fornendogli una nuova identità ed un nuovo lavoro altrove... [SM=x44473]




si Etrù gli hanno trovato un lavoro all'interno di una Piramide e poi hanno cementato le porte di uscita, dentro li non parla o perlomeno parla con le mummie [SM=x44458]
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Re: Re: Re: Re:
pliskiss, 17/12/2020 00:09:




si Etrù gli hanno trovato un lavoro all'interno di una Piramide e poi hanno cementato le porte di uscita, dentro li non parla o perlomeno parla con le mummie [SM=x44458]




[SM=x44457]

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Re: Re: Re: Re: Re:
Etrusco, 17/12/2020 22:47:




[SM=x44457]




Etrù te ne dico un altra


Quell'altro li' Zaky, te lo rimandano a casa se molli la storia Regeni

Avanti con Regeni niente Zaky

allenti per Regeni torna Zaky

Quelli sono abituati a trattare Cammelli"" tu dare me Cammello giovane io dare te 3 Cammelli due mezza età e uno malato che tu devi curare"""

a quel punto devi fare un bel calcolo durata Cammelli, loro hanno quello giovane e tu rischi di ritrovarti senza Cammelli""
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20/12/2020 00:01

Re: Re: Re: Re: Re: Re:
pliskiss, 19/12/2020 01:38:




Etrù te ne dico un altra


Quell'altro li' Zaky, te lo rimandano a casa se molli la storia Regeni

Avanti con Regeni niente Zaky

allenti per Regeni torna Zaky

Quelli sono abituati a trattare Cammelli"" tu dare me Cammello giovane io dare te 3 Cammelli due mezza età e uno malato che tu devi curare"""

a quel punto devi fare un bel calcolo durata Cammelli, loro hanno quello giovane e tu rischi di ritrovarti senza Cammelli""




Scusa, sono rimasta indietro, ma una volta non scambiavano cammelli per giovani vergini da aggiungere alla collezione dell'harem? [SM=x44452]


Comunque Zaki non si tocca, con o senza le pressioni dell'Italia, visto che ormai anche l'UE e gli attori di Hollywood stanno iniziando a perorare la sua causa, gli egiziani si stanno mostrando per quello che sono, lo stanno capendo anche in tutto il resto del mondo... [SM=x44504]
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Arcanna Jones, 20/12/2020 00:01:




Scusa, sono rimasta indietro, ma una volta non scambiavano cammelli per giovani vergini da aggiungere alla collezione dell'harem? [SM=x44452]


Comunque Zaki non si tocca, con o senza le pressioni dell'Italia, visto che ormai anche l'UE e gli attori di Hollywood stanno iniziando a perorare la sua causa, gli egiziani si stanno mostrando per quello che sono, lo stanno capendo anche in tutto il resto del mondo... [SM=x44504]



Arcà

mai dire gatto finchè non ce l'hai nel sacco

da qui a 3 anni ho capito una cosa

" non credere nella stampa"


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30/04/2023 16:18

"Gli assassini di Giulio Regeni sono loro”. Ecco i volti degli imputati fantasma [SM=x44465]


Sopra: il colonnello Husan Helmi. A sinistra: il colonnello Athar Kamel. A destra: si ritiene essere il maggiore Abdelal Sharif

L’Egitto li ha coperti. Rogatoria agli Usa per identificarli anche grazie ai social

Avevamo i loro nomi, i numeri dei tesserini di identificazione militare. Le date di nascita. Non conosciamo ancora i loro indirizzi. Ma abbiamo trovato i loro volti. Le facce dei presunti sequestratori, torturatori e assassini di Giulio Regeni. Dopo sei anni di indagini, sono state depositate in un fascicolo giudiziario le fotografie del colonnello Husan Helmi, nato nel 1968, documento di identificazione militare 5/89.

www.repubblica.it/cronaca/2022/04/13/news/regeni_gli_assassini_di_giulio_sono_loro_ecco_i_volti_degli_imputati_fantasma-34...

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30/04/2023 16:40



www.open.online/2019/01/24/i-volti-e-i-ruoli-di-chi-ha-rapito-regeni-es...

Generale Tariq Sabir,
Colonnello Athar Kamel Mohamed Ibrahim,
Colonnello Uhsam Helmi,
Maggiore Magdi Ibrahim Abdelal Sharif

Sono i 4 imputati nel processo per sequestro tortura e omicidio di Giulio Regeni.

Ma chi sono i cinque indagati per concorso in omicidio?

Le verifiche dei carabinieri del Ros (che hanno svolto le indagini assieme allo Sco della Polizia di Stato) hanno identificato con certezza, oltre alle generalità, due dei cinque volti che ora Open pubblica per la prima volta. Nelle indagini si è anche capito con certezza, sulla base di tabulati e deposizioni incrociate, chi avrebbe fatto cosa.


Colonnello Mohamed Ibrahim Kamel Athar

Attualmente è il Direttore di Ispezione presso la Direzione della Sicurezza di Wadi al-Jadid, ma all’epoca dei fatti era Capo delle Investigazioni Giudiziarie del Cairo. Attualmente ha 49anni. È il personaggio chiave dell’indagine
, perché è lui a girare le informazioni raccolte sul conto di Giulio Regeni alla National security, ovvero ai servizi segreti egiziani. Appare sulla scena quasi subito: com’è noto, Giulio finisce nelle mire dell’ambulante e informatore della polizia Mohammad Abdallah dopo aver ricevuto l’incarico dall’università di Cambridge di concentrarsi, nell’ambito della sua ricerca accademica, sul ruolo del sindacato degli ambulanti nella città del Cairo. Abdallah lo avvicina a novembre 2015 e quando il ricercatore italiano gli fa capire che il suo interesse è puramente accademico e gli unici soldi che può aiutarlo a ricevere sono quelli di una borsa di studio a cui Abdallah potrebbe fare domanda, quest’ultimo decide di denunciare il ragazzo. E si rivolge proprio a Kamel (o Kamal) Athar.

Cosa avrebbe fatto?

Prima di tutto, scrivono gli investigatori, Athar mette in contatto il sindacalista che ha denunciato Regeni con la National Security e partecipa agli incontri di quest’ultimo con il generale Tareq, il colonnello Helmi e il maggiore Sharif. Visto che l’idea iniziale è quella di incastrare Regeni, che secondo il sindacalista è in realtà una spia, organizza le attività di preparazione della videoregistrazione dell’incontro tra i due, registrato il 7 gennaio: il video è stato diffuso anni fa e il ricercatore italiano diceva chiaramente di non essere disposto a pagare Abdallah.

Quando Giulio è già morto (lo trovano il 6 febbraio) e nasce il primo depistaggio – quello nel corso del quale i suoi documenti vengono trovati a casa di un gruppo di rapinatori tutti uccisi in un conflitto a fuoco – Athar ha contatti diretti, tra febbraio e marzo 2016 con i due ufficiali protagonisti dell’indagine fasulla, poi accusati degli omicidi premeditati e di falso. Nei suoi riguardi c’è forse la prova regina: una settimana prima del depistaggio Athar contatta direttamente l’ufficiale che ha fatto ritrovare, nella casa dei criminali uccisi, il passaporto di Giulio.

Cosa risponde a verbale?

Ha dichiarato di aver solo accompagnato il sindacalista Abdallah negli uffici degli 007 e di non aver mai partecipato ad indagini su Giulio Regeni.


Generale Sabir Tariq (o Tareq)

Sabir Tariq, generale della Polizia presso il Dipartimento di Sicurezza Nazionale, 54 anni ora.


Quali sono le accuse?

È a capo della catena di comando (di cui fanno parte il colonnello Helmi, il maggiore Sharif e il suo assistente, Najem) che riceve a dicembre 2015 il colonnello Athar quando si presenta con l’ambulante Abdallah. C’è anche lui quando tra il 5 e il 6 gennaio 2016 viene pianificata la registrazione con telecamera nascosta che deve “incastrare” Regeni.

Cosa dice?

Che le indagini su Giulio si sono interrotte il 7 gennaio, dopo che il video ha dimostrato la buona fede del ragazzo.


Uhsam Helmi

Attualmente in servizio presso la Direzione Passaporti e Immigrazione, ma all’epoca dei fatti in forza presso la Direzione di Sicurezza Nazionale (ovvero la National Security). Ha 49 anni.


Cosa fa a Giulio?

Oltre ad essere presente alla riunione iniziale con Abdallah e Athar, il 15 dicembre 2015 incarica il suo collaboratore Najem di chiedere al portiere dello stabile in cui vive il ricercatore, una copia del passaporto di Giulio. Partecipa anche alla riunione per videoregistrarlo. Nei suo confronti le accuse sono gravi: Helmi ha fatto parte del team di indagine Egitto – Italia che ha lavorato sulla morte di Giulio. Insomma, uno dei sospettati di oggi era lì, con gli investigatori, e conosceva l’andamento delle indagini. Non ha mai detto ai colleghi il suo ruolo precedente.

Cosa dice?

Helmi ha sempre negato di essersi mai occupato di Giulio in vita.



Maggiore Madgi Ibrahim Abdelal Sharif

Lavora alla Sicurezza Nazionale ancora oggi ed ha 35 anni, all’epoca dei fatti era poco più grande di Giulio.


Cosa avrebbe fatto?

Oltre alle riunioni principali, il 7 dicembre chiede ad Abdallah di portare Giulio al mercato di Masr Al Giadida, dove viene pedinato. Il 18 dicembre è Sharif a dire ad Abdallah di informarsi della borsa di studio, da 10mila sterline, che secondo l’ambulante avrebbe dovuto rappresentare un tentativo di corruzione. Sharif è quello su cui ci sono più prove anche nei giorni a ridosso del rapimento. Dal 8 al 21 gennaio, sente Abdallah 13 volte e il 22 gennaio gli fa capire che Giulio sarà tenuto sotto controllo per capire cosa farà il 25 gennaio (Regeni è stato sequestrato la sera dell’anniversario della rivoluzione del 2011).

Cosa dice?

Dice di non conoscere neppure il suo superiore, Helmi, di non aver mai indagato su Giulio ma di essersi limitato a ricevere le dichiarazioni di Abdallah.



Agente Mahmoud Najem

In servizio presso la Direzione di Sicurezza Nazionale di Giza. È l’assistente di Sharif, qualunque cosa abbia fatto il maggiore, lui o lo sa o era presente e si è occupato di avvicinare il portiere di Giulio.

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