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TIME LAPSE END (TRANSITUS 2) di Alceo Positano

Ultimo Aggiornamento: 07/07/2015 17:54
23/06/2015 01:02
 
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Sono tre edizioni che vedo (e mi permetto di esprimere pareri su) lavori di Alceo Positano, e sono tre edizioni che vengo senza dubbio emozionato, ma non riesco mai ad uscirne con un parere univoco.
Sono sempre combattuto con me stesso, e lo sono anche stavolta, con questa nuova opera in concorso dal nome Time Lapse End (TRANSITUS 2).

Ci sono innegabili pregi, per inventiva ed atmosfera, in primis, ma anche qualche difetto.

L’opera si pone come una seconda sequenza del TRANSITUS del 2013, un corto molto misterioso, tendente al weird, nel quale seguivamo la strana odissea di una ragazza che, dopo essersi risvegliata in una cassa, scopriva di essere sospesa nel vuoto, in un territorio da incubo. Dopo aver incontrato creature mostruose (amiche e nemiche) e aver vagato in una nebbia fitta e oscurità raggelante, raggiungeva infine uno strano castello, dove era in corso un qualche rituale che la portò a scoprire…non si sa.
Il corto infatti terminò così, un tantino troncato, lasciandomi con l’amaro in bocca e con ipotesi sul viaggio infernale (o sogno, o trapasso, o cos’altro) della ragazza.

Un buon corto però, tutto sommato, che oggi (inaspettatamente, non credevo avrei mai visto il due) vedo continuare in questo TRANSITUS 2.

La trama viene arricchita con spunti che possono far compiere delle serie ipotesi allo spettatore interessato (per esempio me).

In questo TRANSITUS 2 (per come l’ho inteso io ovviamente, siamo di fronte ad un’opera dall’interpretazione molto aperta infatti) vediamo un’evolversi della trama, che ci mostra l’introduzione nella vicenda di un nuovo protagonista, un uomo, che viene “pescato” dalla nostra realtà dall’infido mostriciattolo Alieno per essere condotto (tramite una sequenza veramente evocativa che ci mostra una sorta di “tunnel dimensionale”, se vogliamo) nella stessa dimensione da incubo in cui si trova la ragazza. Addirittura già nel castello, che avevamo visto nell’episodio 1.
Nel frattempo la giovane donna svolazza ancora in giro con il suo fido aquilotto, ma la sua storyline non viene approfondita ulteriormente in questo episodio, più focalizzato sull’introduzione del nuovo personaggio (probabilmente la ragazza la rivedremo meglio in un eventuale episodio 3?), in ogni caso ci viene fatto vedere per lo meno che è ancora parte dei giochi.

In questo nuovo capitolo capiamo che è l’Alieno a tenere le redini di tutta questa oscura faccenda, lo vediamo infatti manipolare strani marchingegni misteriosi, nella nostra dimensione, e consultare un’altrettanto misterioso specchio magico, nella sua.
Forse l’alieno rapisce esseri umani dal pianeta Terra per portarli in quella strana dimensione al fine di condurre qualche strano esperimento, ricerca, o per perseguire qualche altro oscuro scopo, non lo sappiamo per certo, ma sappiamo invece che con la sua condotta egli ha fatto infuriare qualcuno, un demonio (o la Morte stessa?) che si vendicherà in modo glaciale, non dandogli scampo.

Si potrebbe altresì riconfermare, in tutta questa avventura, l’ipotesi dell’aldilà.
Il fatto che quanto vediamo possa essere una sorta di rappresentazione dell’aldilà (la ragazza era in una cassa da morto dopotutto, il ragazzo potrebbe essersi impiccato, come vediamo) e TRANSITUS potrebbe significare luogo di “transizione”, una sorta di oscuro purgatorio, e quindi il corto essere allegorico, parlarci della morte. Forse l’Alieno non è un alieno, ma solo un servo dell’oscura mietitrice…uno “troppo zelante”, magari?

Non lo sappiamo per certo, questa come tante altre cose, ma anche questo è il bello della serie di corti di Alceo.

Ora che anche l’uomo si trova la, incontrerà magari l’altro essere sperduto in quel luogo disperato, ossia la ragazza? E se i due si dovessero incontrare, cosa succederà?

Ovviamente rimaniamo con un palmo di naso anche questa volta, come la prima, avvolti dal fumoso mistero generale di una vicenda non ancora conclusa, con la sensazione che un eventuale TRANSITUS 3, prima o poi, potrebbe decidere di approdare sui nostri schermi.

Mettendo da parte la trama e l’atmosfera, che funzionano, la cosa che ho apprezzato di meno di questo sequel, sono costretto a dirlo, ricade in un ambito prettamente di produzione. Voglio essere onesto, con la schiettezza che mi contraddistingue: Non si possono mettere dei titoli di testa così invasivi (a schermata piena) per ben TRE minuti di video, in un video che ne dura sei.

Sembra che il lavoro non inizi mai per davvero, e quando finalmente inizia…si è già a metà!

Devo dire infatti che il mio giudizio era particolarmente dubbioso, fino a quando poi finalmente la vicenda ha cominciato ad ”ingranare”, iniziando più fluidamente a prendere piede, a raccontare, superati i titoli di testa introduttivi, e ad immergere lo spettatore nel suo mistero..un’immersione che però, diciamolo, poi dura davvero poco.
Ad oggi reputo che il miglior lavoro di Alceo Positano risieda nel TRANSITUS di due anni fa.
Erano 10 buoni minuti di avventura dark, densi di significati criptici da elaborare e da scoprire, mentre questo sequel dura la metà, e per i primi 3 minuti (a parere di chi vi scrive) non si parte mai per davvero. Quando si parte però lo si fa con grande stile, ripeto, bellissima la scena del tunnel, così come pure la sequenza del confronto tra Alieno e Morte, e gli istanti di chiusura del video, con l’uomo che potrebbe aver realizzato di essere morto, trovandosi di fronte alla scena della sua stessa dipartita.

Questo non è un cattivo corto tutto sommato, è un degno continuo dell’avventura di TRANSITUS, serie che, come capirete, mi appassiona. Questo progetto vorrei vederlo continuare in futuro, ma magari riproponendo lo stile di produzione più “ingenuo” del primo capitolo, catapultando subito lo spettatore nella vicenda, relegando le note di produzione a qualcosa di più modesto e meno invasivo, alla fine, oppure dove si desidera, sia chiaro, ma a patto di dosarle in tempi e modi adatti alla durata del video che si propone.
Non scherzo quando dico che questo video sembra durare più 3 minuti che 6.

Nel caso dovesse esserci, non vedo l’ora di poter posare nuovamente gli occhi su un ennesimo capitolo del TRANSITUS di Alceo Positano, ma anche su qualcosa di originale, perché no, in quanto lo stile di queste produzioni certamente non si discute.

Time Lapse End, seppur nella sua brevità, merita la visione anche solo per un paio di “scene madri” che chiamerei notevoli.
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