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SHADOW di Edo Tagliavini

Ultimo Aggiornamento: 01/07/2015 00:45
22/06/2015 22:59
 
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TITOLO CORTOMETRAGGIO: SHADOW
LOCANDINA DEL CORTOMETRAGGIO:

[IMG]http://oi58.tinypic.com/15xwxom.jpg[/IMG]

DURATA:11'.36"
REGIA: Edo Tagliavini
ATTORI PRINCIPALI:Lumi Tagliavini, Rita Fedozzi
SCENEGGIATURA: Edo Tagliavini -liberamente tratto da Shadow di E.A.Poe
MUSICHE:Sara Ardizzoni, Lumi Tagliavini
FOTOGRAFIA: Edo Tagliavini
MONTAGGIO:Edo Tagliavini
BREVE SINOSSI:Una bimba e la strana amiciazia con la sua ombra...
BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA:Nato nel '71, ex campione di skate e "viaggiatore professionista", si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1999: fra i suoi lavori più conosciuti TAO (1999), L'Uomo più buono del Mondo (finalista ai Nastri d'Argento 2004), No Smoking Company (Globo d'Oro 2007), Bloodline (2010)... Shadow fa parte del film collettivo "Poe 3: Pieces of Eldritch".
FINESTRA player DOVE VISUALIZZARE IL CORTO O EVENTUALE LINK UTILE DOVE POTER VISIONARE IL CORTO:

23/06/2015 01:32
 
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Per chi vi scrive, Edo Tagliavini è un regista ormai noto qui al Festival di The Reign e, con Assuefazione e Perdita di Fiato, si è dimostrato in passato essere in grado di raccontare storie con un taglio registico dai toni claustrofobici e ritmi in grado di mettere “a disagio” lo spettatore.

Anche con lo Shadow di quest’anno devo dire che si è mantenuto questo stile di regia.
La storia ci racconta di una ragazzina che si trova a stringere un’amicizia molto particolare con la sua ombra, amicizia che evolverà e che verrà snocciolata a poco a poco dal regista che, per farlo, utilizzerà in certi frangenti inquadrature particolarmente metodiche (penso alle scene casalinghe, con un richiamo all’orologio ogni 5 secondi, ma anche a quel maledetto televisore) che rendono davvero inquieto chi guarda, facendo capire quanto il personaggio sia a disagio in quell’ambiente, semplicemente mettendo a disagio lo spettatore stesso.
Del tutto diversa infatti è l’aria che si respira quando la ragazzina è fuori di casa, quando gioca e salta, seppur da sola (ma mai veramente sola), con un’atmosfera che cambia totalmente.

Piccole chicche accompagnano la visione, per esempio l’originale caratterizzazione del personaggio della nonna, una metafora della figura del “genitore assente” resa benissimo.

Tutto sommato quindi siamo di fronte ad un buon corto, anche se, per puro gusto personale, ho preferito di più entrambi i lavori precedentemente presentati al Fest. Forse perché dotati di finale più ad impatto, mentre qui abbiamo una risoluzione sicuramente coerente, ma un tantino scontata, il punto meno forte del corto.

In ogni caso, giudicandolo complessivamente, siamo di fronte ad un lavoro ben oltre la sufficienza. La regia è solida e capace, e si concede della varietà nello stile di ripresa. Buona la recitazione (i dialoghi non sono particolarmente studiati dovendo rimanere in un inglese fruibile, ma non è una storia che necessita molto del parlato, quindi non ne risente) e ottimo l’uso delle musiche.

Quindi, nonostante abbia preferito le sue opere precedenti, siamo comunque di fronte ad un buon cortometraggio, in pieno stile registico Tagliavini.

Consigliabile.
25/06/2015 13:44
 
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Tagliavini, nei suoi corti, si focalizza sulle ossessioni e sulle conseguenze estreme che esse portano. Non fa eccezione questo SHADOW che vede una bambina, senza amici e con un rapporto inesistente con la nonna (che fissa continuamente una televisione che manda segnali psichedelici), fare amicizia con la propria ombra e condividere tutto con essa. Anche la rabbia, la gelosia e la vendetta.
Tagliavini sperimenta visivamente e fa utilizzo massivo di super grandangoli e gopro dando un taglio molto dinamico, bizzarro ed ossessivo al suo racconto.
Molto brava la piccola protagonista (deduco, dal cognome, figlia del regista stesso)e credibile nel suo ruolo.
Probabilmente il canovaccio della vicenda rusulterà prevedibile ai più smaliziati (forse unico limite dell'opera in questione) ma è innegabile vi siano almeno un paio di momenti di grande effetto nel corto.
Lampante esempio di come, senza bisogno di particolari mezzi o budget, ma solo con stile (qualche lieve e calzante accorgimento in CG) e capacità narrativa si possa ottenere un cortometraggio di buon valore.
[Modificato da The Reign of Horror 25/06/2015 13:44]
26/06/2015 17:30
 
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Corto di livello, con una storia bella e a tratti profonda, recitato in inglese e realizzato pregevolmente. Protagonista una bambina che vive con la nonna che non si stacca dalla tv ed è quindi costretta a fare tutto da sola, dal vestirsi al farsi da mangiare. Presa di mira da alcuni uomini più grandi, l' unica compagnia che ha è la sua ombra. La fotografia è semplice ma mi è piaciuta molto, uso ottimo della cg, quasi da far invidia a produzioni più blasonate. Il rapporto tra la nonna e la bambina è stato reso egregiamente, con l' anziana ridotta a vegetale davanti alla tv che trasmette un turbinio di voci. Ottimi i momenti della bambina in cui ci viene mostrata la sua solitudine ed emarginazione, per poi sfociare nel giusto finale.



Io Sono Leggenda







26/06/2015 19:33
 
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Ciao,
mi fa molto piacere che abbiate apprezzato il mio piccolo corto: la verità è che molte volte in mancanza di mezzi, si fa quel che si può, ma si punta a far del difetto il pregio (o almeno ci si prova).
Questo per dire che, avendo Lumi (la mia bimba) in Italia per una settimana, un'oretta al giorno abbiamo registrato i momenti salienti del corto, io e lei (e mia mamma nelle tre ore girate in cucina), con la Go Pro e senza luci, e senza audio (a parte le battute in inglese di "presa diretta", tutto il resto, passi, cigoli etc, li ho aggiunti in montaggio)...
Tutte le riprese sono dal "vero", senza CG, semplicemente montando con mascherini diverse inquadrature, ovviamente tenendo lo stesso punto macchina, sempre che la GO PRO la si possa chiamare macchina :)
Mi fa piacere arrivi il disagio della televisione: per curiosità vi dico che il parlato che si sente è un montaggio sonoro di dialoghi di grandi assassini e dittatori (Da Hitler a Mussolini, a Gheddafi, passando per insulti televisivi)... essendo liberamente tratto da Poe (il racconto omonimo), dove un gruppo di persone fanno un'orgia indifferenti alla morte attorno, ho "trasmutato" l'orgia nel messaggio televisivo, "pornografandone" l'audio, capovolgendo il concetto che è chi guarda che in un certo senso è "morto" (la nonna lobotomizzata)...
Ovvio che avrei voluto giocare fotograficamente con più cura, ma avevo a disposizione due soli faretti, e quindi, per riprendere il discorso iniziale, ho provato a fare del difetto il pregio... o almeno ci ho provato.
La musica è di Sara Ardizzoni (aka Dagger Moth: saraardizzoni.wix.com/dagger-moth) e il suono "arpeggiato" composto da Lumi stessa con il Cantele, uno strumento finlandese...
E nulla, grazie ancora per i vostri bei commenti, lieto vi abbia intrattenuto :)
01/07/2015 00:45
 
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Che “strana” regia usa Tagliavini per questo suo nuovo corto, che vede protagonista una “cenerentolina” che cade vittima di un gioco più grande di lei! Una regia molto basica, documentaristica quasi, assolutamente non filtrata, il più realistica possibile, che segue in maniera quasi sempre fissa le mosse della sua protagonista, concedendo al resto del mondo solo poche, semplici comparsate.
In un certo senso questa regia – e questi temi – non ci erano nuovi, e quasi quasi Poe sembra un pretesto per narrare un incubo molto quotidiano, tanto inquietante che pare finire proprio quando il mostro è definitivamente arrivato, cioè in un finale che mi aspettavo più denso, forse più surreale, ma che invece si è ripiegato in una semplice “constatazione amichevole” della presenza del male.

Va subito detto, comunque, che la regia molto “terrena” non toglie un grammo all’inquietudine che si prova nelle scene più macabre. E chi lo avrebbe mai detto che l’ombra di una bambina, evocata in modo più o meno riuscito da effetti speciali un po’ casalinghi, ai quali eravamo certi di arrivare con la giusta preparazione emotiva, potesse essere così spaventosa?
Eppure è così, forse grazie a una certa empatia, un’immedesimazione che nasce proprio dal fatto che ciascuno di noi può immedesimarsi in una bambina solitaria che gira per la città in bici, e che ognuno di noi ha presto o tardi guardato alle ombre con un po’ di timore.

E la pellicola, più che per il mostro, vince proprio per questo, per la capacità di mettere in piedi un’atmosfera malata e inquieta con apparente semplicità, con un montaggio sempre azzeccato, con inquadrature molto improvvisate, e con un mondo che profuma di vero, e non di set artificiale. Ed è indubitabilmente questo – insieme alle indiscusse capacità rappresentativi di Tagliavini, che il suo mestiere lo sa fare, è uno di quei “registi McGyver” che con un niente ti creano un mondo di terrore - uno dei motivi per i quali l’irruzione improvvisa del soprannaturale fa il suo bell’effetto, spaventa e inquieta. Sinceramente, questo soprannaturale ci ha fatto davvero paura, e proprio non lo volevamo vedere! Povera Cenerentolina!

Detto ciò, mi pare sia mancata quella pur necessaria transizione tra la paura che la bambina prova quando il Male offre i primi segni di sé, e il momento in cui invece lo accetta a piene mani. Scena troppo veloce? Ombra troppo macabra agli occhi di noi spettatori adulti ma forse più facilmente accettabile dalla piccola protagonista, meno conscia di noi della differenza tra bene e male? Chissà, può essere. Direi comunque che il corto finisce proprio quando – a mio parere – avrebbe avuto speranza di iniziare (RE – iniziare) davvero. La misteriosissima e inquietantissima ombra, che pare avere un’idea tutta sua riguardo l’amicizia, che pure era lentamente venuta alla luce (mi si perdoni il gioco di parole) portando con sé affascinanti insoluti, termina la sua esistenza ripiegandosi su se stessa nel ruolo di spauracchio, di cane cattivo da scatenare sui bulli del campetto.
Chissà, forse l’ombra è felice così, e anche la bambina – della quale però non sospettavamo il lato così crudele – ma non saprei se la stessa cosa vale per lo spettatore.

Comunque, doti di creatore di inquietudine confermate per Tagliavini, autore che non delude, e che è sempre un piacere rivedere all’opera.
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