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AETERNAE TENEBRAE di Andrea Gentili

Ultimo Aggiornamento: 25/01/2016 10:49
22/06/2015 22:53
 
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TITOLO CORTOMETRAGGIO: Aeternae Tenebrae

[IMG]http://oi62.tinypic.com/2z6b9m9.jpg[/IMG]


DURATA: 23 minuti e 20 secondi
REGIA: Andrea Gentili
ATTORI PRINCIPALI: Nicholas Pensabene, Lorenzo Palleschi, Andrea Gentili, Lorenzo Costa, Laura Menicucci, Davide Pensabene, Livio Macina, Chiara Ferretti
SCENEGGIATURA: Andrea Gentili, Chiara Ferretti
MUSICHE: tracce musicali senza copyright scaricate gratuitamente da internet
FOTOGRAFIA: Andrea Gentili
MONTAGGIO: Andrea Gentili
BREVE SINOSSI: Durante l'estate tre amici (Riccardo, Francesco e Alessandro) passano le loro giornate insieme a divertirsi; da qualche giorno però, Alessandro verso le sei di sera si distacca dagli altri due dicendo che deve andare via, senza rivelare la sua destinazione che deve rimanere segreta. Riccardo e Francesco si incuriosiscono ogni giorno che passa, così il primo propone al secondo di pedinare Alessandro, in modo tale da poter finalmente scoprire dove si reca tutte le volte. Ciò che apprenderanno i due dal loro pedinamento sarà sconvolgente...
BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA: Sono un regista per passione, ma con tanta voglia di imparare. Fino ad ora ho realizzato 6 cortometraggi (5 su 6 di genere horror) e ho diversi progetti nel cassetto. Nonostante gli impegni universitari cerco di portare avanti questa bella attività che riesce a darmi tanta soddisfazione.
LINK DEL CORTO:

23/06/2015 00:48
 
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Scrissi di Andrea Gentili nel 2014 quando si presentò al Fest con il corto in bianco e nero de La Maledizione di Rael, un lavoro non privo di qualche imperfezione, ma totalmente sufficiente, funzionale e, per dirlo senza girarci attorno, davvero guardabile.

Cosa penso del suo prodotto presentato quest’anno, Aeternae Tenebrae?
Che c’è una differenza enorme tra l’effetto che mi ha fatto nel corso della visione e quello che invece mi ha fatto quando mi sono trovato a razionalizzare la vicenda una volta che la visione era terminata, quando ho premuto Stop e iniziato a pensare al quadro generale.

Il corto vuole essere misterioso, fumoso, complottistico, ma secondo me si sfiora spesso il confine tra il dover compiacere il senso di mistero dello spettatore a scapito della credibilità generale della vicenda, della logica del tutto.

In pratica, nella vicenda di quei giorni, cosa c’era in ballo?
C’era una setta che voleva disfarsi di un suo membro non più ritenuto adatto.
La setta allora in quei giorni si stava riunendo senza il suddetto membro (stavano organizzando per farlo fuori), che infatti un giorno viene lasciato al tavolo da poker assieme all’amico ignaro.
Ecco che quindi può scaturire la curiosità, sia da parte dell’amico che non sa niente, per sapere cosa succede, che dell’amico-cultista per sapere cosa c’è in ballo, ma mi sembra molto poco credibile (SAPENDO IN COSA SONO INVISCHIATI) che l’amico-cultista spinga così tanto e sia così ansioso di mettersi a pedinare il loro amico assieme!
Cioè, se anche tu sei un cultista, ci pensi che il "segreto" possano essere quelle riunioni: non è una cosa da poco, essere invischiati in quel genere di cose, deve essere proprio quello il tuo primo pensiero sui continui impegni misteriosi del tuo amico.
Potrai essere curioso del fatto che stiano avvenendo senza di te, ma certamente non coinvolgi il tuo amico ignaro che non sa niente…andando così a creare un testimone per la tua setta.
Andresti a fare il pedinamento da solo.
Non agiresti certo in compagnia comportandoti come se non sapessi niente, portandoti anche appresso uno scomodo testimone.

In quel momento lo spettatore crede che i due ragazzi siano ignari allo stesso modo, e quindi tutta la scena e più in generale tutta la prima parte di corto sembra andar bene fatta così, ma lo sceneggiatore invece lo sa, che quelle due persone sono completamente diverse…e a fine visione lo saprà anche lo spettatore.

Non si possono fare agire i personaggi in un modo che sembra corretto in corso d'opera ma che poi, alla fine dei giochi, si rivelerà illogico. Ed invece per me così è stato fatto.
Quel cultista crea un testimone scomodo per la sua setta, senza motivo.
Tutto per fare il triangolo da mostrare allo spettatore.
Da qui la mia affermazione iniziale tra l’aver percepito una differenza enorme tra ciò che ho pensato del corto mentre lo guardavo (interessante), e quando invece avevo finito di vederlo (l’interesse era dato per lo più da intrecci ad hoc, non troppo razionali).

Purtroppo la sceneggiatura ha dei plot-holes a livello comportamentale dei personaggi secondo me notevoli.
Ma credo di essermi spiegato fin troppo in questo senso.

Ma dimentichiamoli per un istante adesso, sorvoliamo, e parliamo dell’effetto che mi ha fatto il corto “in progress”, ossia guardandolo.

Mi sento di dire che Andrea Gentili si dimostra essere nuovamente ben in grado di portare una videocamera, e la regia è buona. Si è anche migliorati sotto il comparto audio rispetto al suo precedente lavoro, che un po’ soffriva sotto quel frangente.
Buona anche la recitazione che, seppur ad opera di non professionisti, comunque non sfigura mai dato il percepibile impegno.
Direi anzi che un attore mi è proprio piaciuto, parlo del mascherato capo del culto. Poteva essere molto facile infatti ricadere nella “macchietta” dovendo fare lunghi dialoghi di stampo cultistico, ma devo dire che la cadenza di voce, la convinzione, ed anche alcuni dei passaggi propri dei testi l’hanno reso molto convincente.
Provo ad indovinare, forse tra tutti quanti, questo ragazzo ha fatto del teatro?

Piccolo neo forse la location. Mi spiego. L’idea era quella di una pineta raggiungibile dal paese, ma che poi ovviamente si addentrasse un po’ “nel fitto”, perché non si possono certo compiere riti satanici in bella vista, immagino. Ma questo senso di “addentrarsi nel fitto” non si percepisce mai, sembra sempre di essere in strada.
A tratti, quando ci sono solo gli alberi, si può davvero pensare che i ragazzi si siano inoltrati in una pineta, ma poi la scena successiva ci riporta immancabilmente alla realtà: ossia che siamo a 50 metri da strade e case, con un’inquadratura qui e là che immancabilmente tradisce.
Un evento come quello descritto, se svolto troppo vicino ad un centro abitato, perde molto di credibilità, e onestamente spesso e volentieri ho percepito come se il tutto stesse avvenendo a pochi passi dall’abitato, tipo in un parchetto.
Ma siccome alcune inquadrature ho notato che tradiscono tale sensazione molto più di altre, mi sento di dire che la cosa poteva essere evitata stando più accorti nelle riprese.

In conclusione, non darò certo un votaccio a questo lavoro, perché secondo me ha fallato praticamente solo nell’aspetto della sceneggiatura, ed anche in questo settore lo ha fatto solo in qualche “nesso logico” ma non nella sua totalità.
Ecco, in realtà non posso neanche usare la parola sceneggiatura per descrivere quello che non mi è piaciuto, perché l’idea è buona ed interessante, è solo l’esecuzione che non reputo all’altezza.
Per il resto, siamo di fronte ad un prodotto diretto bene, recitato discretamente, e che soprattutto non annoia mai, anzi intrattiene.

Proprio come con la storia di Rael, sono sempre positivamente colpito dai lavori di Gentili per il fatto che si vogliano elaborare sceneggiature non banali e non fare il “solito” slasher, o un torture…con due smazzate in faccia a qualcuno e buona notte, fine a se stesso, proprio no, c’è invece uno sforzo di creare un soggetto originale.
Devo dire però che, a malincuore, nuovamente proprio come con Rael, vi trovo errori di logica. Ma questa volta un tantino più importanti.

Che non si scoraggi però Andrea Gentili, perché questa è solo l'umile opinione di un uomo, uomo che comunque crede che la buona pasta in fondo ci sia tutta.
23/06/2015 09:37
 
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Buongiorno! Innanzitutto volevo ringraziarti per le tue parole, sono sempre molto felice di leggere commenti positivi e negativi (anche perché grazie a quelli cercherò di migliorare in futuro). Una piccola precisazione sulla sceneggiatura:

la prima volta, quando Riccardo e Francesco iniziano a pedinare Alessandro e scoprono che si sta radunando con una setta e che per entrarvi dovrà compiere il sacrificio iniziatico, sembra che entrambi possano essere le possibili vittime. Ma quando poi Francesco viene stordito e si sveglia vedendo Riccardo che lo guarda impassibile si capisce che tutto quello che abbiamo visto fino a quel momento era un piano che vedeva coinvolti sia Riccardo che Alessandro, che avevano già deciso prima del pedinamento di sacrificare Francesco. Il pedinamento stesso non nasce per caso, è infatti Riccardo a proporlo a Francesco, perché è tutto parte di un piano. Poi nella scena successiva si capisce invece che in realtà l'obiettivo era Riccardo perché il capo della setta non si fidava di lui. Quindi Francesco (in modo involontario) è stato solo un'esca per poter uccidere Riccardo (per fare credere a quest'ultimo che il sacrificato fosse proprio Francesco). è vero che in questo modo si crea un testimone scomodo (Francesco), ma è anche vero che il capo della setta gli dice "vattene da qui e non parlarne mai con nessuno, se lo farai ti uccideremo". Infatti nella scena finale si vede proprio questo, cioè che la ragazza con cui Francesco parla è in realtà una spia mandata lì per verificare se egli avesse davvero chiuso la bocca riguardo a tale argomento, cosa che poi non fa.

Ad ogni modo mi fa piacere sapere che provi a scrivere delle sceneggiature originali, però se devo essere sincero credo che questa sia meno caotica di quella del corto dell'anno precedente, anche perché ci abbiamo riflettuto molto, però forse non abbastanza. Comunque, cercherò di migliorare sotto questo aspetto.

Per quanto riguarda gli attori nessuno di noi aveva fatto teatro (neanche il ragazzo mascherato), ma semplicemente ho scelto le parti in relazione ai nostri caratteri, in questo modo ci saremmo trovati più a nostro agio (dato che appunto non siamo attori professionisti). In conclusione ti ringrazio di nuovo per le tue osservazioni e continuerò a fare del mio meglio. C'è tanta strada da fare, ma sono comunque fiducioso :)
23/06/2015 10:15
 
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Rileggendo il tuo commento credo di aver capito che tu abbia confuso alcuni aspetti della vicenda: Riccardo sapeva dove Alessandro andava, non propone a Francesco di pedinarlo così per caso, ma lo fa perché è tutto un piano per sacrificare Francesco. Riccardo recita per tutto il tempo, infatti è sempre lui che propone di fare certe cose, perché anche lui fa parte della setta e sa che Alessandro ha scelto di sacrificare Francesco per entrarvi. Invece, poi si capisce che il piano VERO era quello di uccidere Riccardo, e quindi Francesco si trasforma in un'esca involontaria per sacrificare Riccardo.

Forse ho scritto le stesse cose che ho scritto nell'altro commento, ma penso che in questo modo la vicenda appaia più chiara e meno "sconclusionata". Le altre volte il corto è stato capito per come era effettivamente, ma molto probabilmente non siamo stati abbastanza bravi a metterlo in scena, sennò non ci sarebbero state incomprensioni a livello della trama.

Piano piano migliorerò, però spero che questi chiarimenti possano servire per comprendere bene come è andata effettivamente la vicenda :)

un saluto!
23/06/2015 13:24
 
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Il fatto che io non abbia compreso pienamente tutti i passaggi non imputa per forza un errore da parte tua, magari al corto si può imputare di essere un tantino "macchinoso" ma non per forza errato, stiamo anche a vedere come viene percepito dagli altri giurati, intanto molte grazie per le delucidazioni!
24/06/2015 22:17
 
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Sette sataniche, piani segreti, mistero e trappole mortali. Non manca nulla all'interno di AETERNAE TENEBRAE, cortometraggio no budget di Andrea Gentili che dimostra tutta la sua grande passione per il genere horror, seppur il risultato finale dell'opera non sia esente da difetti.
Tecnici inanzitutto e soprattutto di credibilità non tanto nella logica della vicenda (tollerabile in una produzione autarchica come questa )quanto nella messa in scena. Per esempio : se la setta satanica si muove di giorno può essere un punto a favore, in quanto ad originalità ed atmosfere. Ma se compie sacrifici , ribadisco in pieno giorno, in un posto estremamente vicino a case e palazzi (dalle finestre chiunque potrebbe tranquillamente assistere) allora anche la tensione, la credibilità e le suggestioni crollano completamente. Peccato perchè si riesce a percepire tutto il divertimento, il lavoro e la passione che sta dietro al progetto che, con qualche piccolo accorgimento in più ed una durata leggermente inferiore, avrebbe potuto ottenere risultati decisamente migliori.
24/06/2015 22:36
 
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Ti ringrazio per le tue osservazioni, ne farò tesoro per migliorare con i prossimi progetti :)
25/06/2015 00:33
 
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Una curiosità...dove avete girato il corto?
25/06/2015 08:25
 
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A Marina di Pisa, il paese dove abito. si trova sulla costa vicino a Pisa :)
25/06/2015 12:50
 
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Grazie! [SM=g27811]
25/06/2015 13:12
 
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Figurati, grazie a te per le tue considerazioni! :)
26/06/2015 17:42
 
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Sette sataniche a Marina di Pisa. Tre amici che si troveranno invischiati in un trianglo di tradimenti e sangue. Dopo una partita a poker uno di loro se ne andrà per un impegno inderogabile. Ideona degli altri due sarà quella di seguirlo per scoprire che è un novizio di una setta. La recitazione lascia a desiderare, ma non è questo quello che conta. La fotografia è buona anche se troppo pulita per i miei gusti. Il punto che affossa tutto il corto è la ricerca del colpo di scena a tutti i costi che non fa altro che smontare tutta la trama rendendola senza senso. Peccato



Io Sono Leggenda







26/06/2015 19:27
 
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In realtà la trama ha senso, c'è un intreccio, forse non siamo stati abbastanza bravi a metterlo in scena, ma la trama c'è. Mi dispiace che non sia arrivata, ma dopo tutto sono ancora molto giovane ed ho molto da imparare. Grazie in ogni caso per la tua recensione :)
01/07/2015 00:40
 
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Devo dire che guardando questo corto mi sono molto divertito. Al suo interno, infatti, ho potuto vedere quella passione e quella voglia di fare che accomuna tutti quelli che hanno la passione per l’horror e per i cortometraggi, e che mi piace sempre ritrovare negli autori esordienti.
Si sa: i soldi non ci sono, il tempo manca, i mezzi sono praticamente assenti, ci si riunisce tra amici e si cerca di tirare fuori il massimo dal minimo; e già questo basta per considerare riuscito un prodotto simile. Va considerato anche il tempo speso per mettere insieme una storia decente, e quello necessario a procurarsi tutti gli elementi necessari e girare… per cui – come dico spesso – un prodotto del genere è già vincente in partenza, perché se si è Kubrik ma si sta tutto il tempo sul divano a dormire si vale molto meno di chi si mette in gioco per passione e divertimento.

Due cose, dunque, credo e spero: che i realizzatori del corto si siano divertiti nel farlo, e che si rendano conto che in effetti giusto di divertimento possiamo parlare, perché per il resto Aeternae Tenebrae non ha nulla di professionale al suo interno. Gli attori non sono tali, le riprese sono fatte alla bell’e meglio (c’è anche una terribile “doppia pennellata” iniziale che andrebbe bruciata), e la storia pecca di ingenuità varie e illogicità sparse.

Non vorrei fare troppi spoiler, ma la setta “marinara” che si riunisce in pineta in pieno giorno sfugge a ogni regola di logica e di buon senso, soprattutto se è dedita a sacrifici umani. Avrei capito se il corto si fosse ambientato in un bosco inaccessibile, e non in un bel sentierino che pare quello di Follonica, ma sfido qualsiasi setta religiosa o satanica ad andare a prendere il fresco in un posto simile, verosimilmente molto frequentato. Ma ammettiamo per un attimo che la pineta sia stata DAVVERO un bosco oscuro – e tralasciamo il pittoresco coltello molto simile a quelli venduti nelle botteghine del mare, o il calice di cristallo che pare uscito da quei vecchi set che le nonne conservano nelle vetrinette. Cosa resta? La storia; e anche la storia fa acqua da tutte le parti.

Punto primo: se io scopro che un mio amico se la fa coi satanisti e mi vuole uccidere non vado a infilarmi tra le braccia del nemico (sebbene io sia spinto a farlo con l’inganno), ma chiamo SUBITO la polizia.
Punto secondo: se io sono un membro della setta e devo ammazzare l’amico X, non mi invento una storia complicatissima in modo da far venire nel bosco l’amico Y solo come scusa per far morire l’amico X – che tra l’altro è mio alleato e quindi all’oscuro di ogni cosa… e quindi pronto a cadere in qualsiasi trappola io posso inventarmi senza dover per forza coinvolgere altra gente.
Punto terzo: se io sono una setta satanica e ammazzo la gente, il testimone non lo coinvolgo affatto, e se lo coinvolgo non lo lascio poi andare con un semplice ammonimento a star zitto. Anche perché non ho dato a tale testimone prove necessarie a fargli credere che sono davvero così potente come dichiaro di essere.
Punto quarto: non consiglio a quello stesso testimone di lasciare il paese così, senza dir nulla a nessuno, proprio perché un comportamento del genere farebbe sorgere parecchie domande (senza contare il fatto che il trasferimento avverrebbe oltretutto dopo la morte di un caro amico, a meno che questo non possa essere considerato come finto alibi), e anche perché è più facile sorvegliare un tizio che ti abita vicino piuttosto che uno che va non si sa dove.
Punto quinto: se io setta satanica ho scelto di lasciar vivere un testimone, non passo poi il mio tempo a sorvegliarlo, addirittura facendolo innamorare di una ragazza- spia che lo sorvegli (quanto tempo ci sarà voluto?) per assicurarmi che stia davvero zitto? Se il fatto che egli parli mi fa paura o mi fa perdere così tante energie da spingermi a sorvegliarlo, perché allora non l’ho fatto fuori subito?

Insomma, mi piange il cuore dirlo, ma se la regia è debole, la storia è davvero amatoriale, messa in piedi così come si mette in piedi un castello di carte. E senza storia – soprattutto se non si ha niente altro che possa vagamente sostituirla (come ad esempio enormi robot trasformabili che combattono in piena Manhattan per il destino dell’umanità intera) – ogni corto cade inesorabilmente.

Ho parlato dell’importanza di una storia fin dalle mie prime recensioni qui al Reign, 3 o 4 anni fa: avere una storia valida è importante, importantissimo; soprattutto per i registi amatoriali, che spesso non hanno i mezzi, ergo hanno bisogno più di tutti gli altri di un elemento valido per far presa sui propri spettatori.
E’ inutile mettere in scena una enorme e spaventosa e potentissima setta satanica se quello che ci ritroviamo in mano sono un calice di cristallo, un coltello da nerd e 4 tonache; e non lo dico perché sia sbagliato farlo, ma perché in questo modo ci si boicotta da soli! Prima di mettere in piedi un corto bisognerebbe mettersi a tavolino e fare l’elenco di tutte le cose “utilizzabili” che uno ha a disposizione. La casa di un amico? Un posto particolare? Un luogo macabro? Una collezione di figurine dei calciatori? Ottimo: si inventa una storia riguardo un collezionista di figurine di calciatori che un bel giorno, mentre è a casa, apre un album e scopre che…etc etc etc. Oppure lo stesso collezionista scopre che c’è un tizio che ha l’unica figurina che gli manca, ed è disposto a tutto per averla, ma l’altro tizio non gliela vuole vendere perché etc etc. E allora il tizio…

Insomma: ecco fatto un corto con una casa e un album di figurine. A che serve dunque tirar fuori sette sataniche che non si è in grado di gestire?

Gli autori di Tenebrae siano rassicurati: faccio questo discorso più che altro in senso generale, e non certo per deriderli o parlar male di loro. Come ho detto all’inizio, non ho rimpianto il tempo usato per vedere il loro corto, e apprezzo moltissimo le persone come loro, che si mettono in gioco creando un prodotto completo. Posso anche dire che il corto, sebbene superi i 20 minuti, si lascia guardare con disinvoltura, senza risultare pesante, e a loro quindi va tutto il mio affetto e il mio incoraggiamento a continuare.

Dato che però in un concorso non si va avanti con affetto ma con tecnica, sono stato costretto a mettere in luce anche i difetti di un’opera che nasce amatoriale e rimane tale. Buona per divertirsi, ma carente praticamente in tutto il resto.
14/07/2015 10:28
 
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Ti ringrazio per la tua recensione sempre prolissa e dettagliata! Sono felice che comunque il corto abbia saputo intrattenerti, faremo un lavoro migliore la prossima volta :)
05/12/2015 01:57
 
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Si parte subito male con la partita di poker:
1) è anomalo che i giocatori abbiano tutti le stesse chips a meno che non sia la prima mano.
2) quando tutti i giocatori vanno allin si fa lo show-down, ovvero ciascun giocatore gira prima le proprie carte e solo dopo il "mazziere" avrebbe dovuto girare il "turn" e il "river" (quarta e quinta carta).
3) quello che vince la mano dice "scala reale", ma in realtà ha una semplice scala. La scala, per essere definita reale (il punto più forte del poker), deve essere composta sì da una scala che va dal 10 all'asso, ma tutte le carte devono essere dello stesso seme.

Non giudico il modo di giocare idiota dei protagonisti perchè ho capito che mancano proprio le basi, la prossima volta falli giocare a briscola che è meglio.

A quel punto il tizio dal codino orribile sì ricorda: "feeega, sono in ritardo per il sabba!!!!!!".
Corre in pineta dove in pieno giorno si svolge un rituale senza senso che ricorda un po' la messa dei frati francescani.
Mi aspettavo di veder sbucare da un momento all'altro una signora che portava il cane a pisciare.

I due amici però lo seguono di nascosto e scoprono che uno di loro verrà fatto fuori l'indomani alle 18.
Saranno corsi dalla polizia? No.
Saranno corsi da Wanna Marchi a comprare qualche amuleto che li protegga? No.
Decidono di tornare in pineta armati di tubo arrugginito. Avranno pensato "Li uccideremo prima noi con il tetano".

Da qui iniziano tutta una serie di colpi di scena senza senso che mi viene anche difficile raccontarli.
Ma perchè cazzo il ricciolino ha convinto l'idiota a seguire quello con il codino e a fargli scoprire tutta la storia?
Perchè cazzo l'idiota viene lasciato vivere con il rischio che denunci tutto alle autorità?
Perchè l'idiota, invece che bombarsi la ragazza - palese seguace della wicca - le racconta una raccapricciante storia di satanismo, sacrifici umani e violenza?
"Così il mio migliore amico con il codino orribile ha sgozzato davanti ai miei occhi l'altro mio migliore amico, prima di berne l'aranciata sanpellegrino che gli sgorgava dalla carotide in un calice di plastica comprato all'eurospin di Marina di Pisa".
"Va beh, baciamoci".

Comunque buon compleanno.
[Modificato da Mr.Perfect 05/12/2015 02:07]
La perfezione esiste
05/12/2015 10:14
 
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Trovo del tutto inutile il tuo commento perché non mi arricchisce minimamente. Se la sceneggiatura non ti è piaciuta o l'hai trovata poco "realistica" lo puoi dire tranquillamente in un altro modo, senza fare un commento così (o magari lo hai fatto per fare il figo?). In ogni caso, per me, è una mancanza di rispetto perché noi ci abbiamo messo tutti noi stessi per fare questo lavoro e ti dirò di più, io sono orgoglioso di quello che ho fatto. Non abbiamo né le competenze né i mezzi per realizzare qualcosa di "meraviglioso" (e si vede), quindi penso sempre che i lavori debbano essere guardati anche da una certa prospettiva. Poi sinceramente questo corto è stato dipinto come una cosa orribile, ma almeno noi abbiamo cercato di proporre una trama un pochino diversa da quelle che si vedono di solito. Non è andata bene, pace. Aspetto comunque di vedere un tuo lavoro, così magari lo valuterò con il tuo stesso metro di giudizio.

Buona giornata e grazie per gli auguri.
05/12/2015 10:41
 
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Titolo alternativo del corto... Il cartaio 2?


*****************************

"Quanta benzina abbiamo?"

"Non molta."

"Okay..."


05/12/2015 12:51
 
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Re:



Zeder92, 05/12/2015 10:14:

Trovo del tutto inutile il tuo commento perché non mi arricchisce minimamente.



Una persona intelligente avrebbe capito quanto è prezioso il mio commento. Poi ti spiego anche perchè. Continua a leggere e (forse) capirai anche tu.

Zeder92, 05/12/2015 10:14:

Se la sceneggiatura non ti è piaciuta o l'hai trovata poco "realistica" lo puoi dire tranquillamente in un altro modo, senza fare un commento così (o magari lo hai fatto per fare il figo?).



Se hai problemi con il mio stile di espressione farò uno sforzo per cambiare:
Che la sceneggiatura mi sia piaciuta o meno non è rilevante.
(Pssss, che resti tra di noi, la storia mi fa proprio cagare).

Il vero problema è che, a meno che lo spettatore non abbia dei buchi nel cervello, non può non accorgersi di quanto la storia non abbia il minimo senso logico.


In ogni caso, per me, è una mancanza di rispetto perché noi ci abbiamo messo tutti noi stessi per fare questo lavoro e ti dirò di più, io sono orgoglioso di quello che ho fatto.


Non capisco in che modo un'analisi logica e sincera di quello che ci hai mostrato nel tuo video possa essere considerata una mancanza di rispetto.
Non metto in dubbio che vi siate impegnati, ma che abbiate dato il massimo è totalmente irrilevamente.
Io posso dare tutto me stesso nel canto, ma se poi qualcuno mi dice che sono stonato, che non ho metrica o vattelappesca, non è lui che è stronzo, ma forse sono io che mi dovrei dedicare ad altro.

Sei orgoglioso di quello che hai fatto?
E' un male. Sei soddisfatto di un lavoro totalmente insufficiente. Non parlo dal punto di vista tecnico - che evito di commentare non avendo competenze per farlo - ma a livello di trama provo imbarazzo per voi.

Quello che non capisco è come sia possibile che nel vostro gruppetto di 4-5 teste (o quanti ne siete) non ci sia stato uno che abbia alzato la manina per dire "ehm, ragazzi, non vorrei passare per il cagacazzi di turno, ma vi rendete conto che la storia non ha alcun senso, vero?".


Non abbiamo né le competenze né i mezzi per realizzare qualcosa di "meraviglioso" (e si vede)


Nessuno si aspetta qualcosa di meraviglioso. Di certo non me lo aspetto io, anzi. Le mie aspettative erano talmente basse che quando ho schiacciato "play" mi son detto tra me e me: "ma sì, buttiamo via 20 minuti della mia vita, tanto non ho sonno".

Dici che non avete i mezzi. Ma qua l'unico mezzo che serviva per evitare l'escalation di cazzate che ho elencato nel mio primo commento era solo uno: un cervello. Funzionante.


quindi penso sempre che i lavori debbano essere guardati anche da una certa prospettiva.


Se sei un bambino handicappato posso anche dirti bravo per farti felice. Se vuoi ti faccio anche vincere a braccio di ferro.
Io non so come cazzo vi hanno cresciuti i vostri genitori, probabilmente a carezze e a suon di "bravo" ogni volta che riuscivate a pisciare dentro il water, ma il mondo reale è un po' diverso.
Dammi retta, anche se ti fanno credere il contrario, sei già grande, smetti di andare all'oratorio, esci dalla tua cameretta a Marina di Pisa e scontrati un po' con il mondo se vuoi crescere.


Poi sinceramente questo corto è stato dipinto come una cosa orribile


Io non ti ho detto che è orribile.
L'unica cosa che ho definito "orribile" è il codino del tuo amico, ma quella è questione di gusti personali. Magari tira su solo della gnocca grazie a quel codino, non lo so e non mi interessa, a me fa ridere.


ma almeno noi abbiamo cercato di proporre una trama un pochino diversa da quelle che si vedono di solito.


Altra reazione infantile. Puntare il dito contro gli altri per giustificare il proprio fallimento.
Male, amico mio, male.


Non è andata bene, pace.


Esatto, non è andata bene. Se ti rendi conto davvero di questo senza fare la primadonna permalosa, allora potrai migliorare nel tuo prossimo lavoro se la tua intenzione è quella di arrivare a fare qualcosa di decente.
Se invece vuoi solo cazzeggiare con i tuoi amici per divertirti, allora puoi continuare così.


Aspetto comunque di vedere un tuo lavoro, così magari lo valuterò con il tuo stesso metro di giudizio.


Nel caso ti ringrazierei per la sincerità, non hai idea di quanto io apprezzi i giudizi severi.
Odierei invece di sentire qualcuno che cerca di indorare la pillola, o - ancora peggio - sentirmi fare complimenti ipocriti.

Spero di essere stato chiaro.
La perfezione esiste
05/12/2015 13:16
 
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Tu parli di reazioni infantili e da persona permalosa? Anche gli altri giurati hanno scritto cose non positive, ma non mi sembra che abbia risposto così, questo per farti capire che il tuo commento era, per me, completamente fuori luogo. Se volevi farmi capire che la trama era fatta male ci avevano pensato già gli altri giurati a dirmelo, in modo molto più intelligente del tuo commento da quattro soldi. Quindi risparmia il fiato e vedi di crescere te, perché io non sono un frustrato che va a commentare in questo modo i lavori degli altri. Qui chiudo e non rispondo più, buona vita.
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