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UNA SERATA TRA AMICI di Daniele Trani

Ultimo Aggiornamento: 15/06/2014 18:13
30/05/2014 20:00
 
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TITOLO CORTOMETRAGGIO: Una serata tra Amici

DURATA: 18'28"

REGIA: Daniele Trani

ATTORI PRINCIPALI: Marco Tizianel, Adriano Giraldi

SCENEGGIATURA: Daniele Trani

MUSICHE: Burnite

FOTOGRAFIA: Daniele Trani

MONTAGGIO: Daniele Trani

BREVE SINOSSI: Max ed Eric sono due uomini sulla soglia dei quarant’anni con un approccio molto diverso verso la vita: idealista e romantico Max, cinico e sprezzante Eric. Ma con una passione in comune, molto, molto particolare...

BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA: Daniele Trani è nato a Trieste l’11 dicembre 1977. Nel 2003 consegue il diploma di laurea presso l' “Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell’Immagine” dell’Aquila. E' operatore e direttore della fotografia di diversi cortometraggi, molti dei quali vincitori di importanti premi (tra gli altri, si può citare “Interno 9” di Davide del Degan, vincitore del Fano Film Festival 2003 e del premio della stampa straniera al Golden Globe 2004, candidato al David di Donatello 2004). Nel 2007 debutta nel lungometraggio con il poetico “Il sole di Nina” di Marco Arturo Messina, al quale seguono, per citare i più importanti, “L'Eredità di Caino” (2008) di Sebastiano Montresor, film sperimentale che vede il debutto di Filippo Timi come attore protagonista, e l'horror “Oltre il Guado” (2013) di Lorenzo Bianchini, anch'esso vincitore di diversi premi in Italia e all'estero. E' inoltre direttore della fotografia di diversi documentari e di installazioni video-artistiche. “Una Serata tra Amici” è il suo primo lavoro come regista.

FINESTRA player DOVE VISUALIZZARE IL CORTO O EVENTUALE LINK UTILE DOVE POTER VISIONARE IL CORTO:
31/05/2014 15:25
 
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state pure seduti
Maglietta Bianca e Cappellino Verde sono due amici con il vizio di uccidere donne e scoparsele. Questo però non li rende immuni ai problemi della vita di tutti i giorni, le delusioni d’amore, il senso di vuoto, le sconfitte, la crisi dei quarant’anni; di fronte alle quali l’aver ucciso una ragazza diventa – per loro – una cosa di nessuna importanza, roba che non vale nemmeno la pena di discutere se non per fare qualche apprezzamento a proposito degli occhi e delle gambe della loro vittima, oggetto in tutto e per tutto, neppure degna del ruolo di “agnello sacrificale” grazie al quale punire il “mondo crudele”. No: la ragazza che sta nel bagagliaio della loro auto è semplicemente un passatempo neppure tanto divertente, è qualcosa da fare quando ci si annoia un po’, e nemmeno con troppa convinzione.
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Contenuto elegante, sottile, simpatico, promettente – inserito in un corto tecnicamente ben realizzato, con una bella cura dedicata a luci e montaggio, con i due bei inserti paesaggistici iniziali e finali, e la MOLTO simpatica scelta dei titoli di coda subacquei. Bravi anche gli attori – anche se a dire il vero a volte davano l’impressione di essere Aldo, Giovanni e Giacomo senza Aldo, o una coppia di vecchie checche (scusate tanto…cerco solo di essere sincero, senza voler fare polemica o stupida ironia a spese di persone che si impegnano in ciò che fanno).
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Il problema qual è? Beh, il problema è che qui abbiamo 18 minuti di corto composto esclusivamente da due personaggi seduti in un’auto che – a volte in modi didascalici e poco realistici – parlano della loro vita in maniera da mettere in luce i loro rispettivi punti di vista. E stop.
Poteva andare bene per tre minuti. Forse per cinque. Ma NON per diciotto. Se invece di DESCRIVERE la loro vita i due l’avessero VISSUTA, se invece di restare seduti avessero compiuto delle azioni – e tramite quelle azioni avessero dimostrato che tipo di persone erano e come la pensavano – allora forse il corto sarebbe stato davvero ottimo, e soprattutto la storia avrebbe meritato di essere narrata per immagine, cosa che invece non è.
Se infatti si chiudono gli occhi e ci si limita ad ascoltare il corto, esso risulta completamente comprensibile. Narrato, scritto su una pagina, sarebbe stato ugualmente comprensibile. E dunque a cosa è servito usare le immagini per raccontare una storia fatta di parole?
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Non so se sono stato chiaro, ergo mi spiegherò con un esempio.
Esempio 1: Mario e Ciccio sono due amici. Incontrano una donna per strada. Quando lei passa davanti a loro, Mario lancia un fischio d’ammirazione. La donna si gira, espressione offesa in volto. Mario ride, tira fuori la lingua e la muove vorticosamente simulando di leccare qualcosa. Ciccio, vedendolo, gli molla uno spintone e sorride alla ragazza facendo spallucce. Mario si offende, va dall’amico e gli molla un pugno. Ciccio si piega in due, senza fiato, e cade a terra. Mario lo guarda con disgusto, e poi si gira verso la donna, le sorride e le fa l’occhietto. La donna spaventata corre via.
Esempio 2: Mario: “oh, a me la figa mi piace. Mi piacciono le donne e la figa. Non sono come te che sei sempre tutto serio e castigato. Quando passa una donna fai tutto il cavaliere, quando invece dovresti palparle il culo. Alle donne piace, son tutte troie!”
Ciccio: “Dai, lascia perdere, lo sai che a me non piacciono queste cose.”
Mario:” Eh già, tu sei un signore. Il signor Stronzo!”
Ciccio: “e smettila di usare queste parole, per favore. Lo sai che non lo sopporto. Cosa credi di dimostrare comportandoti in questa maniera? Credi forse di renderti simpatico? Ebbene, non è così, sappilo!”
Mario: “Cosa dimostro? Che io scopo, e tu no!”
(ripetere frasi simili a queste per 20 minuti)
..
Due esempi, due modi di narrare, lo stesso risultato: Mario è un burino volgare e violento. Mario è serio e signorile. Solo che nel secondo esempio i personaggi si sono limitati ad agire, descrivendosi velocemente e nello stesso tempo portando avanti l’azione (le due cose avvengono in contemporanea), e nel primo caso sono stati immobili per un tempo interminabile a descriversi usando le parole, senza fare praticamente nulla.
Come ripeto: può andare più che bene per un libro, ma per il cinema è decisamente poco. Personalmente, capite le psicologie dei personaggi e quello che cercavano di dimostrare con i dialoghi, ho faticato a continuare la visione, mentre mi sarei di certo divertito di più se il corto avesse raccontato TUTTA la storia, dal momento in cui i due si incontrano, vanno dalla donna, la adescano, la portano in un luogo nascosto e poi---colpo di scena!--- la fanno fuori e se la trombano con violenza e sangue! In questo caso i personaggi si sarebbero descritti da soli con pochi dialoghi ma soprattutto con i loro modi di reagire durante l’incontro, l’adescamento, l’omicidio, la violenza. Sarebbe bastato all’autore mettere i due in situazioni che avrebbero facilitato ad entrambi l’espressione del proprio carattere: uno che uccide con gusto, l’altro che lo fa quasi annoiato, continuando a parlare della moglie che lo ha lasciato mentre il sangue scorre e l’altro gli dice di darsi una mossa e tenerla ferma quella TROIA!.
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Ecco: se fosse stato così il corto avrebbe avuto una storia, uno svolgimento, sarebbe stato interessante, avrebbe riservato anche qualche colpo di scena, sarebbe stato più d’impatto, più potente e suggestivo. Così, invece, dobbiamo accontentarci di due persone sedute in un auto. Un po’ poco per un corto realizzato con grandissima cura, con una regia valida, con qualche buona idea, con due personaggi in ogni caso ben descritti, con intelligente ironia e con qualche trovata di classe.

Non sono comunque in dubbio le doti del regista: spero di rivederlo presto con un altro lavoro.

Un saluto!
31/05/2014 17:55
 
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Eccellente
Una serata tra amici di Daniele Trani é un cortometraggio che ha il suo miglior pregio nei dialoghi e nelle interpretazioni dei due attori. Il corto scorre velocemente senza mai annoiare lo spettatore, merito di una sceneggiatura scritta ottimamente e di un'altrettanto eccellente regia. La fotografia, curata dallo stesso regista, é ottima e contribuisce a creare la giusta atmosfera. Nel complesso si tratta di un eccellente cortometraggio. Mi auguro di vedere presto un nuovo lavoro del regista!
31/05/2014 20:20
 
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Ho trovato Una serata tra Amici di Daniele Trani una visione particolarmente piacevole, scorrevole, in grado di intrattenere lo spettatore nonostante la durata non proprio breve, 18 minuti, e il fatto che tutto sia girato in un abitacolo di un’automobile con due soli attori. Riuscire con questi mezzi a proporre qualcosa di interessante si può già ritenere un successo, e qui vi si è riusciti.

Questo corto, molto discorsivo, denota una dote registica non indifferente da parte di Trani e presenta una storia per molti versi non convenzionale. Il deviato sessuale si era già visto, il serial killer pure, ma che due misogini (nonché assassini) siano amici e parlino delle loro gesta con questa disinvoltura, l’ho trovato particolare ed interessante.

Ogni persona al giro di boa dei 40 anni, ma anche prima, si mette a riflettere prima o poi sulla propria vita. Cosa ho combinato fino ad ora? Il cosiddetto tran-tran quotidiano, spesso formato da un lavoro che permette a malapena di mangiare e pagarsi la benzina necessaria per tornare a lavoro il giorno successivo, si può chiamare vita “vera”? Quindi perché, oltretutto, incatenarsi anche a convenzioni sociali quali il matrimonio, ma anche solo al corteggiamento, per avere la possibilità di svagarsi un po’ in quegli istanti che la vita a volte ti concede? Unite questo concetto ad uno scarso rispetto per la donna, vista quasi come un pezzo di carne che può essere scelto al bancone del macellaio, ed otterrete Una Serata tra Amici.
Un prodotto maturo, quanto l’età dei protagonisti, che propone riflessioni che ogni uomo tende effettivamente a fare nel corso della propria vita, il tutto però riletto in chiave horror, ascoltando le opinioni in merito di due menti deviate.

Marco Tizianel e Adriano Giraldi, non se la cavano affatto male. Fisicamente adatti al ruolo, smentiscono a tratti la bontà della performance calcando un po’ troppo la mano nella recitazione, che comunque seppur non perfetta non reputo affatto amatoriale: se la sono cavata bene.

Nota simpatica ma non importante: Nell’ombra dell’abitacolo, il più turbato dei nostri due protagonisti a tratti rassomigliava parecchio il noto attore Ben Kingsley, cosa che, non nascondo, mi ha fatto una certa impressione.

Mi hanno strappato quasi un applauso in solitaria i titoli di coda “stampati” sul corpo alla deriva della povera vittima, una trovata molto bella, cose di questo genere sono in uso sempre più spesso soprattutto nelle Serie Tv, anche internazionali, che ormai lavorano sulle opening e sui titoli di coda con inventiva sempre maggiore. Questa potrebbe competere.

Un ottimo lavoro su vari livelli.
15/06/2014 18:13
 
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Non era facile arrivare ai diciotto minuti di durata con questo materiale a disposizione.
"Una serata tra amici" è un cortometraggio molto discorsivo ( forse anche troppo ) con alcuni momenti particolarmente intensi rovinati forse da qualche pecca di didascalismo e qualche ripetizione.
La forma è ottima: la regia di Daniele Trani, essenziale ma allo stesso tempo elegante, si incentra sui personaggi e risparmia allo spettatore certi dettagli. Marco Tiziadel e Adriano Giraldi sono bravi nei ruoli sono assegnati, di persone ( evidentemente serial killer ) che uccidono non tanto per il piacere di farlo ma solo per scoparsi le loro vittime.
Il loro difetto nella recitazione è dato solo da una certa evidente "forzatura" impressa nei loro personaggi. In altre parole, seppure attori validi, appaiono a tratti non del tutto sciolti e rilassati ma un tantinello "macchinosi".
Probabilmente "Una serata tra amici", con qualche sforbiciata, potrebbe essere un interessante prologo a un lavoro più sviluppato.
Geniali i titoli di coda.
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