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Storico voto sulla Palestina all'Onu

Ultimo Aggiornamento: 27/01/2024 10:45
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30/11/2012 00:21
 
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Con 138 si'. Abu Mazen: 'Crediamo nella pace'. Netanyahu: 'Discorso ostile e velenoso'
In una giornata che sarà ricordata nei libri di storia, la Palestina diventa "Stato osservatore" dell'Onu. Esattamente 65 anni dopo il voto sulla spartizione della Terra Santa in due Stati (era il 29 novembre del 1947, e persino un giovedì), l'Assemblea generale delle Nazioni Unite si rende protagonista di un'altra giornata memorabile, approvando con 138 voti su 193 una risoluzione che il presidente dell'Anp Abu Mazen ha voluto con forza. E che i vertici dell'Autorità nazionale palestinese considerano solo un primo passo verso la nascita di un vero e proprio Stato e verso il riconoscimento della Palestina come Paese membro a pieno titolo delle Nazioni Unite.

"La Palestina crede nella pace e il voto di oggi è l'ultima chance per salvare la soluzione dei due Stati", ha affermato il leader dell'Anp davanti all'Assemblea che lo ha accolto con un calorosissimo applauso. Assemblea a cui ha chiesto di dare alla Palestina "un certificato di nascita" come Stato. Per Abu Mazen si tratta di un'enorme vittoria diplomatica, che lo rafforza anche sul fronte interno e nei confronti di Hamas.

"Noi siamo qui mentre stiamo ancora seppellendo i martiri a Gaza", ha detto non rinunciando ad alcune battute polemiche nei confronti di Israele. Il sì alla Palestina da parte dell'Assemblea Onu, invece, consegna alla storia un mondo occidentale diviso: con gli Stati Uniti al fianco di Israele nel dire 'no' e i Paesi europei in ordine sparso, incapaci di parlare con una sola voce e di raggiungere una posizione comune. Posizione che aveva auspicato l'Italia, a cui fino all'ultimo ha lavorato la diplomazia del nostro Paese, che alla fine ha optato a favore della risoluzione insieme a Francia, Spagna e molti altri Stati della Ue. Provocando però la reazione dell'ambasciata israeliana a Roma che parla di "forte delusione".

"Abbiamo deciso di votare sì alla luce dell'approccio costruttivo del presidente Abu Mazen sulla ripresa senza condizione dei negoziati", ha spiegato l'ambasciatore Cesare Maria Ragaglini, rappresentante permanente al Palazzo di Vetro dal podio dell'Assemblea Generale. Altri Stati europei, come Germania e Regno Unito, si sono invece astenuti. Ma ai palestinesi - in festa con scene di vero tripudio per le strade di Ramallah - questo poco importa. Quello che conta oggi è lo storico riconoscimento, votato dalla gran parte della comunità internazionale. Questo nonostante il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, a poche ore dal voto sia tornato a ribadire con forza che la decisione dell'Assemblea delle Nazioni Unite "non avvicinerà la costituzione di uno Stato della Palestina. Anzi - ha sottolineato - l'allontanerà".

Ancora più dure le sue parole dopo che l'Assemblea Onu si è pronunciata, con l'intervento di Abu Mazen definito "ostile e velenoso" e dai toni che non si conciliano con la richiesta di pace. Sulla stessa linea gli Stati Uniti, con Hillary Clinton e la sua possibile erede al Dipartimento di Stato, l'ambasciatrice all'Onu Susan Rice, che hanno definito il voto "controproducente" e che "pone nuovi ostacoli alla pace".

Per gli israeliani, come per Washington, un vero e proprio Stato palestinese che viva in pace e sicurezza accanto ad Israele può scaturire solo da un negoziato che porti a un definitivo e duraturo accordo di pace. Netanyahu, quindi, assicura come il voto all'Onu di fatto non cambi nulla: "Non sarà costituito uno Stato palestinese senza il riconoscimento di Israele come Stato del popolo ebraico, senza la proclamazione della fine del conflitto e senza misure di sicurezza reali che difendano lo Stato di Israele e i suoi abitanti". Da domani però qualcosa cambia. E il neo 'Stato palestinese', per esempio, avrà accesso a molti trattati e organizzazioni internazionali che finora gli erano preclusi. A partire dalla Corte penale internazionale, davanti alla quale i palestinesi potrebbero decidere di portare Israele per denunciare la questione dei Territori Occupati.

Questo uno dei timori più grandi degli israeliani e di molti altri Paesi, anche se i vertici dell'Anp hanno assicurato che non compiranno tale passo automaticamente: dipenderà dalla politica che Israele deciderà di portare avanti sul fronte degli insediamenti. Intanto Abu Mazen guarda già alla prossima sfida, questa sì impossibile e simbolica: il sì alla Palestina Stato membro dell'Onu da parte del Consiglio di sicurezza. Una mossa già tentata dal presidente dell'Anp ma che si è inevitabilmente scontrata con il veto degli Stati Uniti. L'auspicio di tutti, però, è che dalla storica giornata al Palazzo di Vetro nasca una nuova spinta verso il dialogo. In questo senso il segretario generale dell'Onu, Ban ki-Moon ha lanciato un chiaro appello a israeliani e palestinesi: "E' giunta l'ora di rianimare il processo di pace". Un processo di pace in stallo da troppo tempo.

Che dite?
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30/11/2012 03:12
 
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Grande giorno.

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30/11/2012 08:06
 
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onestamente... fumo negli occhi

essere diventato "Stato osservatore" conta zero

certo, dal punto di vista dell'immagine è un gran passo avanti, ma da quello pratico non è cambiato assolutamente nulla

aumenta il peso politico della palestina? No, perchè quando si inizierà a decidere seriamente a riguardo, ci sarà sempre il veto degli Usa

da la possibilità alla palestina di denunciare israele? No, perchè israele non riconosce la corte penale internazionale

è stato un bello spettacolo ma purtroppo vuoto di contenuti
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30/11/2012 09:41
 
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Re:
KaiserSp, 30/11/2012 08:06:

onestamente... fumo negli occhi

essere diventato "Stato osservatore" conta zero

certo, dal punto di vista dell'immagine è un gran passo avanti, ma da quello pratico non è cambiato assolutamente nulla

aumenta il peso politico della palestina? No, perchè quando si inizierà a decidere seriamente a riguardo, ci sarà sempre il veto degli Usa

da la possibilità alla palestina di denunciare israele? No, perchè israele non riconosce la corte penale internazionale

è stato un bello spettacolo ma purtroppo vuoto di contenuti




Sono d'accordo, tutto molto bello in teoria, ma poi in pratica cambia nulla. Fosse la prima risoluzione non accettata da Israele.. [SM=x2584190]

Però è anche vero che se ne deve uscire in via diplomatica, i massacri peggiorano solo le cose e portano avanti negli anni i soliti irrisolti problemi, dunque bene l'ennesimo tentativo, ma da solo non basta, deve cambiare la testa degli Israeliani e di chi li appoggia.
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30/11/2012 09:47
 
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non è ne fumo negli occhi e ne può essere considerato "solo" un vantaggio d'immagine.


Israele e gli Stati Uniti sono stati isolati nella comunità internazionale.




non succede spesso, soprattutto non succede da decenni.
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Re:
The REAL Capt.Spaulding, 30/11/2012 09:47:

non è ne fumo negli occhi e ne può essere considerato "solo" un vantaggio d'immagine.


Israele e gli Stati Uniti sono stati isolati nella comunità internazionale.




non succede spesso, soprattutto non succede da decenni.



si ok, tutto molto bello, ma, parlando seriamente, quale grande stato si andrà a mettere di traverso agli Usa quando bisognerà decidere seri provvedimenti contro Israele? nessuno, siamo realisti

fino a quando si tratta di dare un contentino innocuo alla Palestina, perchè in fin dei conti di questo si tratta, sono tutti "difensori della pace e della democrazia" (nonostante diverse spaccature, vedi l'Europa)

quando poi però bisognerà iniziare a lavorare sul serio per risolvere la questione israelo-palestinese, scoprirai per magia che non è cambiato assolutamente nulla

perchè, ad esempio, non l'hanno voluta riconoscere direttamente come stato vero e proprio? perchè gli Usa avrebbero messo il veto, certo, ma siamo sicuri poi che gli Stati Uniti sarebbero stati gli unici ad essere contrari? penso proprio di no: basta vedere le analoghe votazioni precedenti sull'argomento

e agli Usa frega meno di zero di rimanere isolati nella comunità internazionale perchè hanno sempre fatto i loro porci comodi, senza dover dare conto a nessuno, come con l'invasione dell'Iraq, anche perchè a nessuno interessa inimicarsi politicamente gli Stati Uniti
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Re: Re:
KaiserSp, 30/11/2012 09:59:



si ok, tutto molto bello, ma, parlando seriamente, quale grande stato si andrà a mettere di traverso agli Usa quando bisognerà decidere seri provvedimenti contro Israele? nessuno, siamo realisti



Cina e, di riflesso, Russia.

Sono gli unici che possono fare la voce grossa.

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Re: Re: Re:
AtomBomb, 30/11/2012 10:09:


Cina e, di riflesso, Russia.

Sono gli unici che possono fare la voce grossa.





Per la Palestina? [SM=x2584264]
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Re: Re: Re: Re:
MatthewDeschain, 30/11/2012 10:23:




Per la Palestina? [SM=x2584264]


Non per la Palestina in sé, ma per mostrare i muscoli nei confronti negli USA.

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Re: Re: Re: Re: Re:
AtomBomb, 30/11/2012 10:42:


Non per la Palestina in sé, ma per mostrare i muscoli nei confronti negli USA.



se vogliono mostrare i muscoli, esistono ben altri argomenti per farlo (così come lo scudo spaziale e wikileaks), di certo non questo

così come gli Usa non si intromettono più di tanto nella questione siriana per non incrinare i rapporti con Cina e Russia, quest'ultimi non si intromettono più di tanto in quella israeliana
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
KaiserSp, 30/11/2012 10:53:



se vogliono mostrare i muscoli, esistono ben altri argomenti per farlo (così come lo scudo spaziale e wikileaks), di certo non questo

così come gli Usa non si intromettono più di tanto nella questione siriana per non incrinare i rapporti con Cina e Russia, quest'ultimi non si intromettono più di tanto in quella israeliana


A meno che nella questione non entri l'Iran.

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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
AtomBomb, 30/11/2012 10:56:


A meno che nella questione non entri l'Iran.




ma Siria o Iran non cambia nulla: entrambi sono sotto la protezione della Russia, così come Israele è sotto quella americana quindi si otterrà sempre un nulla di fatto agendo contro queste tre nazioni, a meno che i loro protettori non cambino idea

giusto per fare un esempio, in Siria ed in Libia l'escalation di violenze dell'ultimo anno partirono grosso modo nello stesso periodo

in Libia, tra notizie fasulle, prove inesistenti ed in barba al più basilare diritto internazionale, si scatenarono anatemi da tutte le parti del mondo ed entro pochi giorni si agì contro uno stato sovrano... praticamente fu un tacito atto di terrorismo

in Siria, dove la situazione è molto più grave ed è documentata al di fuori di ogni ragionevole dubbio, stanno ancora decidendo all'Onu se e come procedere
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Ma nessuno ha notato la frase di quello scappellato di merda che dice: "riconoscimento di Israele come Stato del popolo ebraico".
Per la serie: oramai si può parlare di stato a abse razziale ufficialmente senza più essere tacciati di nazi-fascismo?

Tipo, la Germania riconosciuta come stato del popolo ariano, no?
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la Repubblica Ceca che vota contro [SM=x2951570] [SM=x2951570]

Comunque penso sia un passo avanti nel riconoscimento sacrosanto dello stato Palestinese, certo non si risolveranno i problemi ma almeno è un passo avanti [SM=x3102791]
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30/11/2012 13:19
 
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israele è già lo stato del popolo ebraico se non nella forma, ma nella sostanza

è il fatto che vogliano gerusalemme come capitale che trovo molto più grave
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