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Onore al Colonnello Gheddafi!

Ultimo Aggiornamento: 28/10/2012 09:41
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20/10/2011 - 20/10/2012 Primo anniversario della morte.


"Non sono un presidente, ma un leader rivoluzionario". Con queste parole, il leader libico Gheddafi ha apostrofato il suo pensiero alla tv di stato libica. È il 22 febbraio del 2011 e in Libia è da qualche giorno iniziata una nuova guerra organizzata dalla NATO per tentare di sovvertire il potere del Profeta dell’Africa Unita, della Guida della rivoluzione contro il colonialismo, dell'uomo che tra il comunismo e il capitalismo aveva trovato una nuova strada: il socialismo! [SM=x1583472]
Com'è andata a finire lo sapete...non aggiungo altro, soltanto:

Onore al Colonnello Muammar Gheddafi!!!

N.b. Questo video ha un titolo e delle immagini iniziali che non ci azzeccano niente con il tributo al Colonnello (che vedrete dopo pochi secondi)...il "trucchetto" è stato necessario per far visite su youtube!

[Modificato da ilpoeta59 16/10/2012 11:05]





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[SM=x611851] Credi che ci sono arrivati alle scuse finali del tuo video quelli che cercavano quelle cose?

Beh, 226 visite in 3 giorni non è male, anzi, credo 227 con la mia, volevo leggere i commenti [SM=x611851] .















baldo.jpg







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Si, lo so Baldo, chi cerca solo la figa chiude subito i fake, senza perdere tempo! Però io confido in quel 10% di persone che in internet sono curiose un pò di tutto e che magari sono pure abbastanza intelligenti da soffermarsi su certi discorsi!





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Credo che saranno anche meno del 10%.












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BREVE BIOGRAFIA DI GHEDDAFI
Primavera 1942: le forze corazzate dell'Afrikakorps tedesca e le unità mobili italiane stavano sferrando una massiccia offensiva contro l'VIII armata britannica. Era il capolavoro tattico di Erwin Rommel, che a giugno al suo arrivo ad el-Alamein, a breve distanza dal Nilo, venne poi promosso feldmaresciallo.
Con scarsi mezzi e uomini in numero inferiore al nemico riuscì a tamponare le falle dell'esercito italiano in piena ritirata nell'arido deserto della Cirenaica, dove le potenze europee stavano contendendosi il possedimento coloniale riservato all'Italia, lo "scatolone di sabbia", come era stato definito da Francesco Saverio Nitti in un discorso al Parlamento nel 1911.

La posizione strategica della Libia e dei suoi mille e ottocento chilometri di costa, a breve distanza dall'Europa meridionale, la rendeva l'oggetto del desiderio dei due fronti contrapposti. Spettatori di una guerra a loro estranea,i berberi di Libia, che nel corso dei secoli avevano visto la loro terra invasa da fenici, greci, romani, vandali, bizantini, arabi, normanni, spagnoli, Cavalieri dell'Ordine di Malta e turchi, prima dell'avventura italiana.

Il nome LIBIA era stato riesumato dal governo fascista nel 1934, quando venne presa la decisione di unificare le tre province di Tripolitania, Cirenaica e Fezzan, realizzando un unico corpo statale di quasi due milioni di chilometri quadrati. Libia, infatti, era il termine con cui i Greci chiamavano tutte le terre conosciute ad occidente dell'Egitto, al di là della civiltà sorta sulle fertili rive del Nilo.

Mentre decine di migliaia di soldati si rincorrevano nel deserto, arretrando ed avanzando come pedine, in una tenda di pelli di capra a venti chilometri a sud di Sirte, nasceva Muammar Gheddafi, figlio di due poveri beduini nomadi analfabeti. Il giorno esatto della nascita non è stato mai accertato, in quanto non esisteva l'obbligo di registrare la nascita dei neonati. Fin dalla più tenera età all'unico figlio maschio della famiglia era assegnato il compito di far pascolare le capre e i cammelli, di raccogliere l'orzo ed il grano ed era concesso l'onore di imparare a leggere il Corano, il libro sacro dell'Islam, nelle lezioni tenute all'ombra di un ulivo da un fghih, un maestro che passava da un accampamento di beduini all'altro, vivendo delle offerte ricevute.

All'età di sei anni, mentre stava giocando nei campi con alcuni coetanei, una mina lasciata dagli italiani, come ricorderà spesso negli anni seguenti Gheddafi, esplose all'improvviso, causando la morte di due suoi cugini e lasciando indelebile sul suo avambraccio destro una lunga cicatrice.

Tra il 1956 ed il 1961 (mentre il continente africano stava lottando duramente per l'indipendenza tanto agognata), Gheddafi frequentò le scuole islamiche a Sirte e a Sebha, il capoluogo del Fezzan, la regione più desertica e meno popolata del paese. La famiglia non poteva permettersi spese e così Gheddafi dormiva nella moschea, tornando a dare una mano ai propri genitori, come raccontato dalla madre con orgoglio, il giovedì e il venerdì i due giorni sacri, percorrendo a piedi i trenta chilometri di deserto che separavano la costa dalla tenda errante in cui era nato. Nonostante alcuni rimproveri e sospensioni (una mattina in classe invitò l'insegnante
madrelingua inglese ad andarsene dal paese), terminò la carriera scolastica e si iscrisse all'Accademia militare di Bengasi, concludendo il corso brillantemente nel 1968, dopo un breve periodo di specializzazione a Beaconsfield, in Gran Bretagna.

La personalità che, negli anni dell'adolescenza, più influì
sulla maturazione del pensiero di Gheddafi fu senza dubbio l'egiziano Gamal
Abdel Nasser, l'uomo che aveva guidato il colpo di Stato che nel 1952 rovesciò
re Faruk. Quattro anni prima aveva combattuto nella guerra di Palestina e
nel 1956 reagì in modo lusinghiero all'attacco militare sferrato contro
l'Egitto dall'esercito di Israele, appoggiato da quello britannico e francese,
pur non potendo evitare una cocente sconfitta.



Nasser cercò di modificare le istituzioni e le strutture sociali dell'Egitto
e promosse una politica estera tesa all'uscita dagli ultimi retaggi coloniali
e alla cooperazione attiva tra i paesi arabi, dalle coste dell'Oceano Atlantico
del Marocco sino al Golfo Arabico. Nel 1956, per reperire i fondi necessari
alla costruzione della diga di Assuan sul Nilo, procedette alla nazionalizzazione
della Compagnia Internazionale del Canale di Suez, passaggio obbligato delle
rotte commerciali tra Europa ed Asia, che provocò la dura reazione
di Francia e Gran Bretagna.



Dal 1958 al 1961 Nasser fu Presidente della Repubblica Araba Unita, nata dall'unione
di Egitto e Siria. La stella di Nasser si spense solitaria in seguito alla
delusione per la disfatta egiziana nel conflitto con Israele nel 1967 che offuscò il suo carisma,
fino allora indiscusso. Proprio il riformismo sociale, il panarabismo e l'attiva
opposizione ai paesi coloniali saranno le linee guida della politica di Gheddafi
dopo la presa del potere nel 1969.



Infatti, il 1 settembre 1969, mentre il sovrano Idris I si trovava a Bursa,
in Turchia, in un complesso termale con la moglie Fatima ed un seguito di
trentacinque persone, in Libia venne effettuato un colpo di Stato militare,
incruento non soltanto a Bengasi, centro della sollevazione, ma anche negli
altri punti nodali del paese: la capitale Tripoli, Tobruk, il piccolo porto
fatale a Rommel nella Seconda Guerra Mondiale, Derna, Beida e Sebha, dove
tra i banchi di scuola era nata la rivoluzione.



Alcuni giovani ufficiali di tendenze progressiste sancirono la fine della
monarchia: il potere venne assunto dal Comando della Rivoluzione, guidato
da un Consiglio composto di dodici uomini, con a capo il Colonnello MUAMMAR
GHEDDAFI. A poco più di ventisette anni, era il più giovane
Capo di Stato del mondo.



La Costituzione provvisoria definiva la Libia "una Repubblica araba libera
e democratica". Il nuovo governo venne subito riconosciuto da Egitto,
Sudan, Iraq e Siria, ma non tardarono le note ufficiali anche di Unione Sovietica,
Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia ed Italia: il Paese doveva abbandonare
il regime corrotto e cercare di modernizzarsi, lasciandosi alle spalle le
lotte tribali, che ancora si scatenavano nelle zone meno controllate dal potere
centrale.



La Libia aveva riacquistato l'indipendenza il 24 dicembre 1951, quando una
deliberazione delle neonate Nazioni Unite, diede vita al regno di Idris I
al-Sanusi, che in gioventù aveva combattuto contro l'Italia coloniale.
La monarchia assunse posizioni vicine alla Gran Bretagna, con cui stipulò
un'alleanza ventennale, e agli Stati Uniti, con cui nel 1954 venne stabilito
il mantenimento della base militare di Wheelus Field.



Esattamente quattrocento anni prima era iniziata la dominazione turca, sotto
i Giannizzeri, durata sino al 1911, quando l'Italia giolittiana subentrò
al malato Impero Ottomano, prossimo alla dissoluzione. L'atteggiamento del
nuovo corso nei confronti del precedente regime fu fin da subito ambivalente:
da un lato un'aspra condanna della gestione dello Stato, della corruzione
e degli sperperi; dall'altro il ricordo sentito per i combattenti caduti in
nome dell'indipendenza a partire dai primi anni del secolo e il rispetto ossequioso
per gli ideali religiosi tradizionali. La Libia aveva cessato di essere considerata
uno "scatolone di sabbia" nel giugno 1959: a Zelten, in pieno deserto,
era stato rinvenuto un enorme giacimento di petrolio, completando gli sforzi
degli ingegneri italiani, che nel 1914 avevano toccato alcune gocce di petrolio
a Sidi Mesri, presso Tripoli.

Lo scoppio della Prima Guerra mondiale aveva però interrotto le ricerche.



Grazie ai petrodollari (la Libia era il maggior produttore del continente
africano ed i suoi commerci non dovevano dipendere dal canale di Suez, che
l'Egitto riaprì solo nel 1975), il nuovo governo rivoluzionario procedette
alle prime riforme: i salari minimi vennero raddoppiati e gli emolumenti dei
ministri dimezzati, per dimostrare come la ristrutturazione radicale della
società libica dovesse comprendere anche le alte sfere. Venne promossa
la partecipazione dei lavoratori nelle imprese, vennero creati ospedali ed
ambulatori rurali, per eliminare alcune epidemie facilmente curabili. Certamente
il disegno di Gheddafi fu facilitato dall'esiguità della popolazione,
che superava di poco i due milioni di abitanti. L'alcool fu bandito, i locali
notturni ed i casinò vennero chiusi: scomparvero i caratteri latini
dalle insegne e nelle scuole fu vietato l'insegnamento delle lingue straniere.
Venne restaurata la Sharia, la legge islamica che nasce direttamente dal Corano.
Le parole d'ordine furono censura di tutto quello che fosse estraneo alla
morale islamica ed all'austerità. Lo stesso Gheddafi rifiutò
qualsiasi concessione al lusso e continuò ad abitare in una caserma
di Tripoli.



In ottobre furono stracciati i trattati capestro che erano stati stipulati
con le potenze occidentali: fu annullato un accordo con Londra per l'installazione
di un sistema di difesa aereo e furono evacuate tutte le basi militari britanniche,
alcune delle quali erano servite come punto di appoggio durante l'attacco
congiunto di Gran Bretagna, Francia ed Israele contro l'Egitto il 29 ottobre
1956.

In dicembre il governo di Tripoli raggiunse un accordo con quello di Washington
per l'abbandono della base di Wheelus Field, utilizzata da Israele contro
l'Egitto durante la guerra dei sei giorni nel giugno 1967, quando
l'esercito israeliano guidato dal generale Moshe Dayan avanzò in profondità
nel Sinai e nel Golan. A soli sette chilometri dalla capitale, infatti, in
un'enorme area di oltre cinquemila ettari erano ospitati ben dodicimila persone,
tra soldati statunitensi e i loro familiari.



Nell'estate dell'anno seguente, con l'esproprio dei beni degli italiani residenti
in Libia e l'espulsione di ventimila cittadini italiani, furono eliminate
le ultime vestigia del colonialismo italiano. Dalla confisca si salvarono
le società dipendenti dall'ENI e dalla FIAT, con cui il governo libico
avrà sempre un rapporto privilegiato (nel 1976 per quattrocento quindici
milioni di dollari, la Libia acquisterà il 10% delle azioni della casa
automobilistica di Torino).

L'Italia divenne il primo partner commerciale della Libia: negli anni Settanta
si diceva che un automobile su tre viaggiasse sulle strade italiane con petrolio
libico. L'obiettivo primario era quindi quello di ripristinare la sovranità
di uno Stato formalmente indipendente, ma che nella realtà dipendeva
politicamente ed economicamente dall'esterno. Gli altissimi proventi dell'oro
nero, la produzione libica superava infatti quella di Iraq e Kuwait, sarebbero
stati destinati, si diceva, alla crescita del paese, con infrastrutture e
vie di comunicazione: le banche furono trasformate in aziende miste, in cui
lo Stato deteneva almeno il cinquanta per cento delle azioni; le compagnie
petrolifere (tra cui la britannica BP Exploration Co. Lybia e la statunitense
Bunker Hunt) vennero nazionalizzate dietro indennizzo.



Fin dai primi discorsi emerse l'ascendenza e la matrice nasseriana del pensiero
di Gheddafi: la promozione dell'unione di tutti gli Stati arabi del Maghreb
(che in arabo significa ponente) e del Mashrek (levante) e l'accesa esaltazione
del panarabismo e del nazionalismo arabo, come linea di condotta di tutti
i paesi musulmani della regione. "L'umanità", si
legge nel Libro Verde, un piccolo volume, compendio delle idee di Gheddafi,
"continuerà ad essere arretrata finché rimarrà
incapace di esprimersi in un'unica lingua"
.

In un incontro con alcuni studenti, ricordò i tempi in cui astronomi
arabi scoprirono, tanti secoli fa, le stelle che portano ancora il loro nome;
esaltò le scoperte scientifiche e matematiche degli scienziati arabi,
che inventarono, ad esempio, l'algebra. Il tutto velato dall'immensa nostalgia
di quando il Mar Mediterraneo era un mare arabo e la civiltà islamica,
con il pensiero di Avicenna ed Averroè, era al suo culmine. Riecheggiava
nelle sue parole l'intuizione di Braudel, che definì l'Islam un'unica
strada che dall'Oceano Atlantico arriva sino al Pacifico, passando per la
parte meridionale dell'antica massa continentale europea; un'unica strada
resa percorribile ed uniforme dal Corano.



Storicamente i paesi musulmani si estendono dalle aride coste senegalesi sino
all'India, ma nuclei consistenti di diaspora si hanno in Cina e nelle ex repubbliche
sovietiche dell'Asia. Essi disegnano sulla cartina geografica una sorta di
falce allungata, che ricorda l'hilal, la luna nel suo primo quarto, divenuta
nel tempo il simbolo dell'Islam. Furono avviate fervide trattative con l'Egitto
di Anwar el-Sadat, con la Siria di Hafez al-Assad e con la Tunisia di Habib
Bourghiba. Sadat e Gheddafi si impegnarono a dar vita ad uno Stato unitario
a decorrere dal 1 settembre 1973, in modo da eliminare i 1.115 chilometri
di frontiera artificiale, tracciata nel deserto dai governi europei nel periodo
coloniale.

Quasi quotidianamente Gheddafi lanciava strali contro Israele, accusato di
essere un corpo estraneo in un contesto di paesi arabi, e i paesi che lo sostenevano:
venne approvato un cospicuo sostegno finanziario all'Organizzazione per la
Liberazione della Palestina (OLP) guidata da Yasser
Arafat e furono vendute alcune batterie di missili Sam-9, che il governo
del Libano dispose lungo la frontiera con Israele.



Uno dei punti di svolta del governo rivoluzionario libico è avvenuto
sicuramente con il discorso che Gheddafi tenne il 15 aprile 1973 a Zuàra,
piccola cittadina costiera della Tripolitania orientale non distante dal confine
con la Tunisia. Nel giorno del mawlud, ossia della nascita di Maometto, venne
annunciata ad una piazza brulicante di persone una rivoluzione culturale in
nome del Corano, i versetti dettati dall'arcangelo Gabriele e trasmessi da
Maometto (Qur'an in arabo significa lettura ad alta voce) ai suoi discepoli
dopo l'Egira. I seimila versetti divisi in 114 surat, ossia capitoli, avrebbero
dovuto da lì in avanti orientare la vita quotidiana e rappresentare
l'unica fonte di saggezza per tutti i musulmani. A differenza del Cristianesimo,
infatti, che divide religione e politica, l'Islam le considera inscindibili:
il Corano, libro di comportamenti, non di precetti religiosi, è anche
Codice civile e penale.



E non solo: Gheddafi più volte rivolse ai Paesi non islamici l'invito
ad apprendere gli insegnamenti dei versetti sacri: "Il Corano",
disse in un'intervista, "non è monopolio degli arabi; esortiamo
l'intera umanità a studiarlo".
A metà maggio Gheddafi
espose quella che passerà alla storia come la "terza teoria
internazionale"
, alternativa al comunismo totalitario e al capitalismo
sfruttatore e neutrale tra le alleanze militari della Nato e del Patto di
Varsavia. "La scienza",
disse, "nonostante le sue meravigliose realizzazioni,
non ha dato tutte le risposte al significato della vita. Il Corano dà
queste risposte.[…] Che tutti i popoli venerino Dio, invece che creature
mortali come Lenin e Stalin in Russia, oppure vacche e idoli come in India,
oppure macchine e ricchezze, come in molte parti d'Oriente e d'Occidente".




Mettendo in dubbio l'effettiva democraticità del sistema parlamentare
e della democrazia rappresentativa, Gheddafi propose l'unica soluzione all'annoso
problema del rapporto tra governanti e governanti: la democrazia diretta,
ispirata alla democrazia ateniese del quarto e terzo secolo prima di Cristo.
I Congressi Popolari sparsi capillarmente sul territorio, sarebbero stati
preposti a prendere le decisioni davvero importanti per l'intera nazione.
Inoltre si esortava un rapido processo che conducesse alla piena proprietà
dell'abitazione, dei mezzi di trasporto e della terra che ogni libico deve
possedere per godere di libertà effettiva. "Il
punto di arrivo"
, si legge nel Libro Verde,
costituito dall'avvento della nuova società socialista, quando spariranno
lucro e denaro, mediante la trasformazione della società in una società
di piena produzione e mediante il raggiungimento della soddisfazione delle
necessità materiali dei membri di questa società"
.




Per quanto riguarda il socialismo islamico, Gheddafi chiarì subito
che sarebbe stata rifiutata la lotta di classe, si sarebbe tenuta nel massimo
rispetto la proprietà privata, così come ingiunge il Corano,
ma lo Stato avrebbe goduto di privilegi per poter contribuire attivamente
allo sviluppo del paese.

Il 1973 si concluse in modo contraddittorio: da un lato, dopo la scomparsa
nel giro di pochi anni dei più autorevoli esponenti del terzo mondo,
Jawaharlal Nehru, Ahmed Sukarno, Kwame Nkrumah e Nasser, al quarto vertice
dei paesi non allineati di Algeri emerse la personalità di Gheddafi,
apprezzato per la sua spregiudicatezza, per il tentativo di dare spazio alla
fede musulmana e per la decisa volontà anticolonialista.

Egli, come ricordato, era nato e cresciuto mentre gli eserciti di Germania
e Gran Bretagna devastavano il territorio libico; alcuni suoi parenti erano
stati uccisi nella lotta contro la colonizzazione italiana; infine, la maturazione
del suo pensiero si ebbe durante i primi anni Sessanta, quando la maggior
parte dei paesi dell'Africa raggiunse l'indipendenza, dopo tanti anni di dipendenza
coloniale. Dall'altro, l'unione con l'Egitto non si concluse, in quanto all'ultimo
momento Sadat respinse il progetto. Inoltre il 6 ottobre il Presidente egiziano
ed il Presidente siriano Assad, nel giorno dedicato dagli ebrei all'espiazione
(jom Kippur), ossia la più solenne celebrazione dell'anno liturgico
ebraico, decisero, all'insaputa degli altri leader dei paesi arabi, di sferrare
un deciso attacco contro Israele.



Gheddafi criticò l'azione isolata, che favorì l'ennesima vittoria
militare dell'esercito israeliano (il quale, dopo un inizio difficoltoso giunse
a minacciare Il Cairo), e affermò che la tecnologia bellica libica
avrebbe potuto procurare al sistema difensivo di Israele gravi perdite. I
rapporti tra Libia ed Egitto peggiorarono anno dopo anno. Nel 1977 si ebbero
pesanti scontri alla frontiera e quando a Camp David, il 17 settembre 1978,
fotografi di tutto il mondo immortalarono la stretta di mano tra Sadat ed
il primo ministro israeliano Begin, si arrivò quasi alla rottura delle
relazioni diplomatiche con l'Egitto.

Gheddafi non perdonò mai l'affronto a suo parere fatto da Sadat all'intero
mondo arabo. Intanto però l'oasi di Aouzou, lungo la frontiera meridionale
libica, generava una disputa ventennale con il Ciad, che si risolse solamente
nel 1994 con la restituzione dell'oasi al governo di N'Djamena. Gheddafi si
convinse che il progetto di unità araba poteva realizzarsi soltanto
facendo un passo alla volta: nel giro di pochi anni egli cercò, invano,
di favorire l'unione con la Tunisia, con la Siria e con il Marocco di re Hassan.
L'immensa ricchezza della Libia (il reddito pro capite libico era tra i primi
dieci al mondo) poteva ben amalgamarsi con popolazioni ben più numerose
e con territori ricchi di altre materie prime, diversi dall'arido deserto
libico.



Nel 1977, Gheddafi decise di saldare ulteriormente i legami tra politica e
religione con l'istituzione della Jamahiriya (che in arabo significa Stato
alle masse
) Libica Araba Socialista. La Rivoluzione islamica, che si
propose il ridimensionamento del potere degli ulema, i dottori di diritto
e teologia, attorno ai quali ruotavano le forze dell'Islam radicale, prevedeva
la nazionalizzazione dei beni religiosi, mentre si stabilì che solo
il Corano costituiva l'unica fonte della fede musulmana: la Sunna
(tradizione) e gli Hadith (detti del Profeta) non avrebbero più
avuto alcun valore normativo. "La sola legge della Jamahiriya è
il santo Corano"
, affermò senza remore Gheddafi. La data
tradizionale dell'inizio dell'era islamica venne considerata non più
l'Egira dalla Mecca a Medina nel 622, bensì la morte di Maometto nel
632. Uno dei cinque pilastri della fede, il pellegrinaggio alla Mecca ed al
santuario dove è custodita la pietra nera deposta da Abramo, venne
reso non obbligatorio: rimasero la professione di fede, le cinque preghiere
giornaliere, l'elemosina ed il digiuno durante il mese del Ramadan, ossia
il nono mese lunare.



La reazione degli ulema non si fece attendere: agitazioni nelle moschee e
aperta contestazione al regime, che reagì duramente. Lo sceicco al-Bishti,
che disponeva di un saldo seguito in Tripolitania, perse la vita in prigione
dopo essere stato ripetutamente torturato; molti luoghi di culto, considerati
pericolosi, vennero chiusi o distrutti; le organizzazioni islamiche non fedeli
alla linea governativa furono perseguitate, come ricorda il Rapporto di Amnesty
International del 1998, che riferisce di numerosi imputati condannati all'ergastolo
e detenuti in luoghi segreti. Due furono in questi anni i tentativi eclatanti
di uccidere Gheddafi, che rinunciò formalmente a tutte le cariche pubbliche
ufficiali, conservando, oltre ad un immenso potere, il solo appellativo di
guida della rivoluzione.



Nell'ottobre 1979 durante una parata militare, un pilota dell'aviazione libica
si diresse con il proprio velivolo sulle tribune su cui si trovava Gheddafi:
fu abbattuto all'ultimo istante. La primavera seguente una guardia del corpo
lo ferì alla spalla con un colpo di pistola.

Gli anni Ottanta si aprono in Italia con un mistero: il 18 luglio 1980 un
Mig-23 libico venne ritrovato nei pressi di Castel Silano, in provincia di
Catanzaro. L'autopsia praticata dal dottor Rondanelli e dal dottor Zulo sul
corpo del pilota, dichiarò che la morte risaliva a circa venti giorni
prima.

Il 27 giugno un DC-9 dell'Itavia diretto da Bologna a Palermo era esploso
in volo nel cielo di Ustica, provocando la morte di ottantuno persone. Sul
perché due velivoli fossero precipitati a così breve distanza,
non venne data spiegazione e le indagini furono fin da subito oggetto di depistaggi
e di silenzi omertosi.



Questa è la versione di Gheddafi: il suo aereo personale stava sorvolando
i cieli di Ustica "diretto in Italia per riparazioni". I servizi
segreti statunitensi, che avevano progettato di ucciderlo, pensavano che egli
fosse a bordo e cercarono di abbatterlo. Invece di colpire il giusto bersaglio,
"hanno abbattuto l'aereo italiano e un altro aereo libico".
Due missili raggiunsero il Mig-23, che fu poi ritrovato sulla Sila, e la carlinga
dell'aereo civile italiano, facendolo inabissare con i suoi segreti nel Mar
Tirreno.



I due decenni seguenti registrarono moltissimi episodi di forte attrito tra
la Libia e la comunità internazionale, soprattutto il governo di Washington.
Nel 1981 Jimmy Carter lasciava la carica di Presidente degli Stati Uniti al
repubblicano Ronald Reagan. La politica estera della nuova Amministrazione
fu fin da subito più aggressiva, cercando di colmare in qualche modo
il vuoto e lo shock lasciato all'interno del paese dalla sconfitta in Vietnam.
Negli ultimi mesi, inoltre, la vicenda dell'ambasciata statunitense a Teheran,
dove studenti islamici avevano duramente contestato la presenza occidentale
in Iran, occupando l'ambasciata americana e prendendo in ostaggio cinquantatré
membri del suo personale, aveva screditato ancor più l'immagine del
più potente paese mondiale, che aveva dovuto sopportare l'onta del
fallimento del goffo tentativo di liberare i cittadini statunitensi.



I rapporti tra Reagan e Gheddafi, nonostante la Libia continuasse ad esportare
oltre il quaranta per cento del proprio petrolio verso gli Stati Uniti, furono
fin da subito tempestosi: il 19 agosto 1981, pochi giorni dopo che a Roma
il governo Spadolini aveva reso esecutiva la decisione del Parlamento di approvare
l'installazione di centododici missili Cruise nella base militare della Nato
a Comiso, in Sicilia, nel cielo della Sirte due F-14 Tomcat, decollati dalla
portaerei statunitense Nimitz, abbatterono due caccia libici Sukhoi-22 di
fabbricazione sovietica. La maggior parte degli armamenti e della tecnologia
militare libica era infatti comprata (in contanti come fu spesso ripetuto)
dagli arsenali militari sovietici, soprattutto dopo il viaggio di Gheddafi
a Mosca nel 1976, quando era stato trionfalmente accolto da Breznev, Kossighin
e Podgorni.



Gheddafi reagì accusando Reagan di essere uno sceriffo assetato di
distruzione; la stampa statunitense individuò il nemico da combattere,
"l'uomo più pericoloso al mondo", titolò
Newsweek.



I rapporti con l'Italia, già tesi per la vicenda dei ventitré
pescatori italiani di Mazara del Vallo (detenuti in carcere a Tripoli con
l'accusa di essere sconfinati in acque territoriali libiche) ed irrigiditi
dal tentativo di destabilizzare la Tunisia e dalla caccia agli oppositori
al regime libico, con delitti commessi anche sul suolo italiano, peggiorarono
anche per la pressioni fatte da Washington, che cercò di isolare economicamente
e politicamente la Libia. Gheddafi cercava di usare l'equipaggio del peschereccio
italiano come pedina di scambio per ottenere dai servizi segreti italiani
i recapiti dei dissidenti libici rifugiati in Italia e poter procedere a fare
giustizia, sommaria a parere delle autorità italiane, legittima, a
parere di quelle libiche.



Seguirono cinque anni di relativa calma, finché il 15 aprile 1986,
dopo ripetute esercitazioni della Sesta Flotta nel Golfo della Sirte oltre
il trentaduesimo parallelo (considerato dal governo di Tripoli il limite delle
proprie acque territoriali), cacciabombardieri dell'aviazione degli Stati
Uniti attaccarono due postazioni militari libiche, Tripoli, Bengasi e la residenza
privata di Gheddafi a Bab al'Aziziyyah, causando la morte di decine di civili,
tra cui la figlia adottiva della guida della rivoluzione. Pochi giorni prima
una bomba esplosa in locale tedesco frequentato da militari statunitensi,
aveva provocato morti e feriti. E i servizi segreti libici furono subito i
principali indiziati. Il conflitto armato sanciva così l'epilogo delle
accuse rivolte al governo di Tripoli di fomentare e finanziare il terrorismo
internazionale.



La rappresaglia libica non si fece attendere: "Missili su Lampedusa"
titolò Il Messaggero il giorno seguente: due Scud-B, diretti alla
base di ascolto statunitense Loran-C, caddero a poca distanza dalle coste
italiane. I difficili rapporti tra i due Paesi furono ricomposti con paziente
diplomazia, essendo vitali per le due economie i numerosi accordi commerciali
già stipulati.



Il 21 dicembre 1988 nel cielo sopra la cittadina scozzese di Lockerbie un
Boeing 747 della Pan Am esplodeva in volo, causando la morte di duecento settanta
persone. Il 19 settembre dell'anno seguente stessa sorte toccava nei cieli
del Ciad ad un DC-10 dell'UTA. Principali indiziati furono subito i servizi
segreti libici, impegnati nella loro guerra sotterranea con gli Stati Uniti
e decisi a mandare un forte e sanguinario monito alla Francia, impegnata ad
appoggiare la sua ex colonia nella disputa di frontiera con la Libia. Il 21
gennaio 1992 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite approvò
la Risoluzione 731, che ingiungeva alla Libia di consegnare due cittadini
libici, sospettati delle due stragi, alle autorità britanniche o statunitensi.
Il netto e categorico rifiuto libico portò al blocco delle comunicazioni
aeree e all'embargo sulle forniture di aerei ed armi, sanciti dalla successiva
Risoluzione 748.



Seguirono sette anni di forte isolamento internazionale, durante i quali gli
Stati Uniti accusarono la Libia di produrre iprite e gas nervino nell'impianto
industriale e farmaceutico di Rabta. Soltanto nella primavera del 1999, dopo
la consegna alla giustizia scozzese dei due indiziati della strage di Lockerbie
grazie alla fondamentale mediazione di Nelson Mandela e al versamento di 2,7 miliardi di dollari ai parenti delle vittime, la Libia venne riammessa
a far parte della comunità internazionale.



Nelle numerose interviste concesse ai giornalisti di tutto il mondo negli
ultimi trent'anni, le risposte date dal Colonnello non sono state sempre convincenti,
ma a volte in tono provocatorio, altre volte tracciando scenari decisamente
improbabili, Gheddafi ha cercato di illustrare il proprio progetto politico
e la propria visione del mondo. E, vestito sempre con una camicia ad onde
verdi e marroni ed una casacca nera sulle spalle, a piedi nudi come i beduini
da cui discende, sempre e soltanto dalla sua dimora, una tenda diventata una
casa viaggiante, dove l'odore dell'incenso si mescola con quello del sandalo.
Scortata da alcuni Caravan, più di cento Toyota e due pulmini, che
portano i generatori per l'illuminazione, essa viene piantata dovunque, nel
deserto o nei giardini dei palazzi che ospitano gli incontri internazionali
con gli altri leader arabi.



Proprio il dialogo con gli altri paesi della regione è stato sempre
caratterizzato da avvicinamenti ed incomprensioni: il vecchio progetto del
ghaneano Nkrumah, uno dei padri fondatori dell'Africa, di unire in un saldo
legame i paesi del continente è ammirato, ma scatena in molti animi
instabilità ed incertezza. Gheddafi fu uno dei primi a sostenere la
causa di Nelson Mandela in Sud Africa e quella di Yasser Arafat in Palestina:
"Il deserto del Sahara", ricordò
ad Abuja nel 1991, in occasione della nascita della Comunità Economica
Africana, "da sempre barriera di immensità
per linguaggi e culture diverse, oggi è diventato un ponte naturale
tra il Nord Africa ed i paesi al di là […]. La malattia dell'Africa
è soprattutto la solitudine e l'isolamento".




In un'altra occasione propose la nascita di una moneta unica africana in parità
con yen ed euro. Finalmente nell'estate del 1999 ben trentasei leader africani
hanno firmato la prima parte di un trattato con cui si intese sostituire l'ormai
obsoleta Organizzazione dell'Unità Africana, in vigore senza troppi
successi dal 1962, con un organismo più dinamico ed in grado di affrontare
in modo autonomo i gravi problemi che ancor oggi minano lo sviluppo nel continente.



Per quanto concerne la politica interna, replicando alle numerose accuse di
soffocare con la forza il dissenso interno, Gheddafi ha risposto candidamente
che "l'Africa non necessita di democrazia,
ma di pompe d'acqua. La popolazione ha bisogno di cibo e medicine"
.

Nei primi anni duemila, gli ultimi sviluppi della politica libica di Gheddafi hanno portato ad un riavvicinamento agli USA e alle democrazie europee, con un parallelo allontanamento dall'integralismo islamico. Grazie a questi passi l'allora presidente statunitense George W. Bush decise di togliere la Libia dalla lista degli Stati Canaglia (in cui rimangono invece l'Iran, la Siria e la Corea del Nord) portando al ristabilimento di pieni rapporti diplomatici tra Libia e Stati Uniti.

Nel 2004, il Mossad, CIA e Sismi individuarono una nave che trasportava la prova che Gheddafi possedeva un arsenale di armi di distruzione di massa. Invece di rendere pubblica la scoperta e sollevare uno scandalo, Stati Uniti e Italia, posero a Gheddafi un ultimatum che questi accettò.

Il 10 giugno 2009 si è recato per la prima volta in Italia in visita di Stato; Gheddafi ha soggiornato tre giorni in Italia, seppur fra molte polemiche e contestazioni...incredibile ma vero, nei giardini di Villa Pamphili si alza una tenda da beduino. Il leader libico si è recato al Campidoglio, a La Sapienza (dove ha ricevuto la contestazione degli studenti del movimento dell'Onda), alla sede di Confindustria e ha incontrato le massime cariche italiane. Durante la visita di stato ha mostrato, appuntata sulla divisa militare, una foto dell'eroe della resistenza libica anti italiana Omar al-Mukhtar, suscitando interesse e qualche perplessità.Il 16 novembre 2009 Gheddafi torna in Italia, a Roma, per partecipare a un incontro della Fao.

Il 29 agosto 2010 Gheddafi inizia un nuovo soggiorno in Italia per celebrare il secondo anniversario della firma del Trattato di Amicizia fra Italia e Libia.

Mentre i maggiori capi di stato gli stringevano la mano (ivi compresi Obama, Sarkozy e Cameron) e qualcuno addirittura glie la baciava (Berlusconi), il Colonnello era già stato condannato a morte dall'occidente colonialista.
Nel febbraio 2011 scoppia in Libia una guerra cammuffata da rivolta popolare ma in realtà organizzata dalla NATO, un colpo di stato che costerà la vita a migliaia di persone e a Gheddafi che viene assassinato il 20/10/2011.
[Modificato da ilpoeta59 18/10/2012 13:05]





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Re:
ilpoeta59, 16/10/2012 18.50:


I rapporti con l'Italia, già tesi per la vicenda dei ventitré
pescatori italiani di Mazara del Vallo (detenuti in carcere a Tripoli con
l'accusa di essere sconfinati in acque territoriali libiche) ed irrigiditi
dal tentativo di destabilizzare la Tunisia e dalla caccia agli oppositori
al regime libico, con delitti commessi anche sul suolo italiano, peggiorarono



Quà mi ricorda molto il fatto dei 2 Marò.

ilpoeta59, 16/10/2012 18.50:



E, vestito sempre con una camicia ad onde
verdi e marroni ed una casacca nera sulle spalle, a piedi nudi come i beduini
da cui discende, sempre e soltanto dalla sua dimora, una tenda diventata una
casa viaggiante, dove l'odore dell'incenso si mescola con quello del sandalo.
Scortata da alcuni Caravan, più di cento Toyota e due pulmini, che
portano i generatori per l'illuminazione, essa viene piantata dovunque, nel
deserto o nei giardini dei palazzi che ospitano gli incontri internazionali
con gli altri leader arabi.


[SM=x611851] Quì anche l'ha fatto, se non ricordo male era il 2009 e l'aveva messa a Villa Pamphili nel centro di Roma

ilpoeta59, 16/10/2012 18.50:



Per quanto concerne la politica interna, replicando alle numerose accuse di
soffocare con la forza il dissenso interno, Gheddafi ha risposto candidamente
che "l'Africa non necessita di democrazia,
ma di pompe d'acqua. La popolazione ha bisogno di cibo e medicine"
.


Per questa cosa, l'Africa ha bisogno di pompe d'acqua, cibo e medicine, nel loro modo di "chiedere" queste cose, andrà a finire che l'Africa avrà più bisogno di altri cimiteri, visto che loro fanno guerre da anni per queste cose.

Ah, i link non sono funzionanti, mica solo a me non funzionano le cose, [SM=x611856]
[Modificato da Baldo@@ 16/10/2012 19:32]
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18/10/2012 12:57
 
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Ah, i link non sono funzionanti, mica solo a me non funzionano le cose



Figurati che per fare le cose come si deve ho fatto il copia/incolla dell'html della pagina e non della sola scrittura! Però non sempre l'html funge su tutte le piattaforme! [SM=x611870]
Cmq adesso i link li ho eliminati (anche se li avrei potuti aggiustare)...già è tanto se la gente legge questa paginetta, figurati se si mette a studiare tutta la storia!!! [SM=x611915]





18/10/2012 13:17
 
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Paginetta??? [SM=x611829]
So solo che Gheddafi è morto durante la tua assenza [SM=x611825]
Mi vuoi bene lo stesso se non leggo il post..one? [SM=x611851]

Riguardo il trucchetto, conosci bene i gusti del popolo del web...

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18/10/2012 19:20
 
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Genocidio: "Una negazione del diritto alla vita di gruppi umani, gruppi razziali, religiosi, politici o altri, che siano stati distrutti in tutto o in parte".

I crimini americani contro l'umanità non sono cominciati con Bush e non finiranno con Obama!
Vi voglio rammentare soltanto alcuni genocidii: quello dei pellerossa d'America, dei vietnamiti, dei coreani, dei giapponesi (Hiroshima e Nagasaki), dei kosovani, degli iraqueni, degli afghani, dei libici!!!

Voglio riflettere con voi sulla "sindrome della superpotenza" che si arroga il diritto di distruggere il nemico con qualsiasi mezzo, che non accetta di misurarsi alla pari, che fa volare i suoi droni telecomandati, che vuol far sentire il peso della propria forza militare considerata superiore ad ogni sfida. E in nome di questa superiorità, George W. Bush, in un suo storico discorso del 29 gennaio 2002, ebbe a concludere dicendo che "l’unico modello superstite di progresso umano è quello statunitense". E in nome di questa cultura del più forte "che non deve render conto a nessuno", a suo tempo è stato bombardato anche il nostro Paese e sono morti 64.000 italiani!


[Modificato da ilpoeta59 18/10/2012 19:28]





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18/10/2012 20:39
 
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Per capire meglio quanto è successo alla Libia, trasformata da stato sovrano a mera area geografica, guardatevi questi video che ho creato e messo su youtube!

http://www.youtube.com/playlist?list=PLE1C2F86F231EEB60&feature=plcp

Non dimenticate mai che l'Italia è soltanto una fottutissima colonia americana!!! [SM=x1572506]





18/10/2012 21:33
 
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Hai fatto un'ottimo lavoro di ricerca Poeta!

In quanto agli americani, si sono scannati anche fra di loro con la guerra di secessione, con la scusa dello schiavismo, là, nel sud, hanno ammazzato oltre l'esercito anche i civili.
Si sono inventati nuovi fucili a ripetizione sostituendoli al famoso Winchester.
La storia vera è molto meno romantica che vista nei films dove i buonihanno la meglio sui cattivi.
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19/10/2012 10:05
 
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La storia vera è molto meno romantica che vista nei films dove i buoni hanno la meglio sui cattivi.



Hai ragione carissima, nella realtà i cattivi hanno sempre la meglio e non c'è nessun lieto fine! I mass-media embedded (servi dei padroni) occultano la verità e raccontano versioni di comodo di quanto succede nel mondo...e ovviamente spacciano i buoni per cattivi e viceversa! [SM=x611878]





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19/10/2012 10:20
 
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Il video che vi propongo quì sotto è il più significativo della playlist, l'ho creato quando la NATO ha legittimato il governo posticcio della Libia "liberata" e il Colonnello Gheddafi era in fuga da un bunker all'altro sotto una pioggia di bombe che ha ucciso gran parte dell'esercito regolare libico e una moltitudine di civili che non ci azzeccavano un cazzo...compresi donne e bambini!

"Le operazioni condotte nel 2011 sui cieli libici hanno rappresentato per l’Aeronautica Militare italiana l’impegno più imponente dopo il 2° Conflitto Mondiale”. È orgogliosissimo il Capo di Stato maggiore delle forze aeree, generale Giuseppe Bernardis!

L’Italia repubblicana ha conosciuto i teatri di guerra dell’Iraq, della Somalia, del Libano, dei Balcani, dell’Afghanistan e del Pakistan, ma mai avevamo sganciato tante bombe e tanti missili aria-terra come abbiamo fatto in Libia per spodestare e consegnare alla morte l’ex alleato e socio d’affari Muammar Gheddafi. I nostri cacciabombardieri hanno martoriato gli obiettivi libici con 710 tra bombe e missili teleguidati. Una guerra record di cui però è meglio non andare fieri!!! [SM=x1583473]








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20/10/2012 12:06
 
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Onore al Colonnello Gheddafi! [SM=x1583472]





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24/10/2012 12:41
 
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Ancora altri disperati salvati dal Mediterraneo mentre erano in fuga dalla Libia "liberata" (ma secondo il pinocchietto Frattini non era Gheddafi ad usarli come arma di ricatto? [SM=x611878] ) e ancora altre notizie di stragi, di torture e di vendette provenienti da quella che era la grande Jamahiriya socialista di Gheddafi! Il paese è senza governo, bande armate di tagliagole comandano ciascuna in un proprio territorio con frequenti scontri tra di loro, l'economia langue, la ricostruzione è lontana e l'occidente sta in agguato per andare a colonizzare!!! [SM=x611919] [SM=x611917]
[Modificato da ilpoeta59 24/10/2012 12:43]





25/10/2012 04:57
 
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Ogni secolo ha avuto il suo tiranno e qualcuno gli ha baciato pure le mani, quando è arrivato in Italia
non dimentichiamolo!
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25/10/2012 18:36
 
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Ogni cosa ha ragion d'essere a suo tempo e nel suo contesto: quando Berlusconi ha baciato la mano a Gheddafi, ne aveva ben donde! Anche gli altri capi di stato leccavano il culo al Colonnello...e nel frattempo avevano già deciso la sua condanna a morte! Non c'era scelta nei confronti dei "tiranni" africani e medio-orientali...o bisognava continuare ad ossequiarli o bisognava fargli la guerra ed eliminarli! È stata quest'ultima la scelta degli occidentali! Giorno verrà che un'unica, terribile dittatura globale targata USA soppianterà tutte le piccole dittature...e allora sarà veramente la fine!!! [SM=x611870]





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Adorabile la Libia.
L'abbiamo conquistata (vabbè... ci han dato il permesso di stare li un po')
Gli abbiamo costruito strade, strutture, insegnato a lavorare e coltivare...
Poi ci hanno mandati via perchè ormai stavano bene...

La mattina dopo il petrolio è cominciato a uscire pure dai rubinetti... XD




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