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SILENT HILL : Lost Innocence di Daniele Misischia

Ultimo Aggiornamento: 05/06/2012 16:21
28/05/2012 14:12
 
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TITOLO CORTOMETRAGGIO: Silent Hill - Lost Innocence



DURATA: 11 minuti
REGIA: Daniele Misischia
ATTORI PRINCIPALI: Serena Cacace, Francesca Vitelli, Chiara Nicolanti, Napila Zaharan
SCENEGGIATURA: Daniele Misischia
MUSICHE: Akira Yamaoka
FOTOGRAFIA: Giacomo Gabrielli
MONTAGGIO: Daniele Misischia

BREVE SINOSSI:
Heather, dopo la misteriosa morte del padre, ogni notte sogna di vagare nelle strade desolate di Silent Hill, la cittadina maledetta popolata da creature infernali. Stanca di tutti questi incubi e tutto questo orrore decide di recarsi di persona nella città fantasma per indagare sulla morte del padre.

BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA:
Daniele Misischia dal 2006 al 2012 realizza una manciata di cortometraggi e 3 lungometraggi indipendenti.
Muovendosi nel "genere" e raccontando storie a volte personali, a volte di pura fantasia, cercando sempre di percorrere la strada dell'intattenimento.

28/05/2012 16:41
 
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videogame!
Da quando ho iniziato a recensire questa edizione dello Short Horror Movie Award ho trovato quasi tutte pellicole derivative, e questa non fa eccezione. Del resto, l’intento del regista era proprio questo: fare una fan movie dedicato a Silent Hill.
Nel girare Fan Movie non c’è nulla di sbagliato. Ognuno di noi ha i suoi miti, e più li adora più grande è il suo desiderio di emularli in qualche modo: ci siamo passati tutti. E questo è appunto ciò che questo nostro regista ha fatto. Bravo.
Il problema, se un problema c’è, è però il fatto che in un concorso non è possibile tenere più di tanto in considerazione motivazioni quali il desiderio di emulazione, la giovane età, l’inesperienza o altre cose simili quando si tratta di dare un giudizio; ciò che va considerato è la “sostanza”; e ancora una volta devo ammettere che qui di sostanza ce n’è ben poca.

SH: LI mostra le solite scene girate con cognizione di causa…anzi no, con conoscenza tecnica, ma conoscenza che credo non nasca da un riflessione personale quanto da un’aderenza totale ai ritmi, alle scene, alla regia del videogioco, che peraltro conosco ben poco, mentre quello che avrei voluto vedere era un regista capace di mettere del suo in questo progetto, mettere una trama sensata, dei contenuti, e magari un po’ di personalità.
Partiamo dalla trama: assente ingiustificata. La nostra protagonista esordisce dicendo che era una ragazza come tante “prima che qualcuno uccidesse mio padre, da quel momento quel mondo così semplice (…) mi è crollato addosso, e tutti i miei incubi in quelle notti spaventose mi hanno portato qui…a Silent Hill.”
Segue lotta, alla fine della quale scopriamo di aver vissuto soltanto un altro incubo, dopo il quale la protagonista partirà finalmente per Silent Hill. E qui il film si chiude.
Chi ha ucciso il padre? Perché? E perché lei ha gli incubi? E perché proprio Silent Hill? Niente di questo ci viene spiegato, tanto che alla fine della visione la nostra impressione è di aver assistito semplicemente ad un prologo, o alla scena iniziale – appunto – di un videogioco.
Costa davvero così tanta fatica imbastire una trama che abbia un inizio, uno svolgimento ed una fine? Evidentemente questo non era tra gli intenti del nostro regista.
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Riguardo lo svolgimento, altre perplessità. Lungi da me criticare la mancanza di mezzi…l’autore ha fatto il possibile per non farlo notare, peraltro cavandosela bene con le inquadrature, i colpi di scena, il dosare la tensione etc etc. Eppure, nulla mi toglie dalla testa che di suo ci sia poco, e le scene siano mutuate pari pari dal videogioco. E come detto prima, se ha senso ripetere quando si sta emulando, la cosa non è vantaggiosa quando si deve essere giudicati. Non aiuta nemmeno il fatto che – credo – tutta la parte sonora sia stata prelevata di peso dal videogioco, dando un effetto di straniamento non molto piacevole.
Ambientazione: finta americana. Il problema è che non siamo in America, ma in Italia (si veda ad un certo punto, dietro la saracinesca, il posterino che annuncia un discorso di Vendola, l’11 marzo alle 11:30), e la cosa è faticosa da digerire. Come si fa a creare un’ambientazione quando tutto ciò che ti circonda ti fa pensare ad un’altra?
(e qui consiglio ai giovani registi: siamo in Italia, cerchiamo di fare un horror ambientato nel nostro paese invece di scimmiottare sempre e solo gli americani. Sfruttiamo quello che abbiamo; facendo l’opposto si rischia di soffrire sempre di inferiorità)
Svolgimento: da videogioco. La protagonista compare di colpo. Trova un’arma. Affronta una pazza. Poi ne affronta un’altra che compare alle sue spalle e (con mio rammarico) ne affronta una terza che compare di nuovo alle sue spalle. Le tre scene sono quasi del tutto identiche, soprattutto le ultime due. Tanto che la terza appare del tutto superflua. Che senso ha ripetere solo e soltanto la stessa scena? E anche i due indizi lasciati in giro non portano a nulla…forse approfondire quelli sarebbe stato più interessante. E se ad esempio sul finale si scoprisse che l’omicidio del padre non è ancora successo, e che sarà proprio la figlia, ammaliata dal richiamo di Silent Hill, ad ucciderlo prima di perdersi per sempre nelle nebbie della cittadina fantasma? Ecco: se non altro in questo modo il cortometraggio avrebbe avuto un senso, non limitandosi ad introdurre scene che non portano a nulla.
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Non c’è altro da dire. Come ho detto e ripetuto più di una volta, qualsiasi persona decida di staccare il proprio sedere dalla sedia per girare un corto, dando vita alle proprie fantasie, va comunque lodato a prescindere dai risultati; per cui anche qui un “Bravo” il nostro regista lo merita (e ripeto: la tecnica c’è, pur con tutti i limiti del caso. L’apparizione della terza infermiera, sebbene telefonata, mi ha sorpreso davvero!). Ma per il futuro ci attenderemmo qualcosa di più personale, con più contenuti, e possibilmente coerente e logico, tutti elementi che in Lost Innocence sono assenti, o presenti in dosi troppo minime per essere rilevanti.
28/05/2012 17:13
 
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Il bello di questo Festival è che quando credi di aver visto almeno un esempio di film per ogni categoria, poi immancabilmente arriva comunque qualcosa che va a toccare un genere al quale non avevi pensato. Questo è il caso di Silent Hill: Lost Innocence di Daniele Misischia, che ci propone addirittura un esempio di spin-off, ossia un video che non gode di una sceneggiatura inedita ma che invece si rifà nella narrazione a qualcosa di già esistente.
Nella fattispecie qui parliamo di Silent Hill, nota serie di videogame survival horror che già hanno dato origine a ben 2 adattamenti cinematografici nel corso degli anni.

Fare uno spin-off però comporta immediatamente grandi pregi e grandi rischi. I pregi ovviamente sono quelli di far leva sull’amore dei fan verso il prodotto di cui si parla, proponendo la “propria versione” di una vicenda, presentando personaggi luoghi e situazioni in grado di rievocare allo spettatore informato un senso di familiarità e di piacere. D’altro canto una produzione “solo per fan” come questa tende invece ad escludere quasi completamente chi del prodotto poco o nulla conosce.

Chi vi scrive per esempio non conosce nulla dell’universo di Silent Hill (il videogame, al quale questo corto pare ispirarsi) ma tutte le mie esperienze in merito all’argomento derivano solo dal modesto film del 2006 di Christophe Gans, che poco sembra essere collegato.
Non sono quindi in grado di giudicare del corto la sceneggiatura, o l’attinenza con il videogame, ma il mio giudizio si deve limitare solo all’aspetto tecnico.

Tecnicamente parlando il prodotto si presenta abbastanza bene per regia e trucco, e dimostra un impegno realizzativo notevole. Unico neo personale: per rappresentare una città morta e “demoniaca” è giustamente importante tentare di filmare in un luogo deserto (e qui è stato fatto) ma non basta, sinceramente, in quanto sarebbe stato preferibile anche effettuare le riprese in una giornata senza un sole di mezzogiorno in cielo, che fa perdere molto d’atmosfera alla scena. Sarebbe stato opportuno aggiungere un effetto in post-produzione per rendere la città più cupa, o girare semplicemente in una giornata nuvolosa, ma certamente il sole non aiuta a creare l’atmosfera cupa che ci si aspetterebbe dalla città di Silent Hill. La critica ovviamente non vale più per la seconda parte del corto, che non è girata all’aperto ma in un oppressivo (ed azzeccato) sotterraneo.

Reputo la performance della protagonista, seppur un po’ troppo giovanile, nel complesso convincente.

L’incedere della narrazione mi ha lasciato invece un po’ perplesso, in quanto il tutto è basato sull’andare a zonzo per delle strade e picchiare il “nemico” di turno che fa la sua comparsa, proprio come se si stesse guardando il livello di un videogame di combattimento, ma questo non è un gioco: è un film. Salva piuttosto bene la situazione il finale, che può in parte giustificare la linearità della sceneggiatura.

In definitiva il prodotto è di pregevole fattura e sicuramente si può guardare ed apprezzare, pur restando una visione da consigliare solo a chi sa di cosa si sta parlando: Silent Hill.


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Commento out-of-review:
Il poster con Kate Beckinsale di Underworld che si vede nella scena finale alle spalle della protagonista è lo stesso che adorna (assieme ad altri) una delle pareti di camera mia. Ottima scelta [SM=g27828]

05/06/2012 13:37
 
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invito i giurati a completare le recensioni in questo topic perchè sto per procedere allo spoglio delle votazioni per decidere i finalisti
05/06/2012 14:04
 
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Il corto di Misischia, spin off della saga cinevideoludica di Silent Hill, è tutto sommato un racconto godibile e senza crolli tecnici.
Il problema di optare per il soggetto derivativo porta con sè evidenti vantaggi, col recupero "paro paro" di personaggi, ambientazioni ed atmosfere (nonchè musiche) che hanno sancito il trionfo dell'originale. Questi elementi sono però nel contempo anche la croce del lavoro in questione, che al di là di essere un appassionato tributo, non lascia molto spazio a spunti originali e personali.
Finendo per risultare più un gingillo "da Youtube" che un prodotto horror di universale validità e significato.
Misischia sembra un regista valido, e proprio per questo la speranza è che in futuro si cimenti con qualcosa di personale.
05/06/2012 15:35
 
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Perchè alla fine di cortometraggio, diciamo, "d'atmosfera", dai ritmi altalentanti, a mio avviso abbastanza intenso, almeno per chi ha amato il videogioco, inserire una canzonica pop rock che, come direbbe Di Pietro, "che c'azzecca?".
Finita questa breve riflessione, scritta di getto, che dire...premesso che non ho amato molto il videogioco e che reputo il film di Christophe Gans come uno dei più inutili e brutti dello scorso decennio, questa sorta di "spin off" non mi è dispiaciuta.
Trasuda passione il videogioco, e questo è riscontrabile sia dall'abbigliamento, sia dai pensieri della protagonista, sia dalle singole inquadrature.
Il corto ( seppure evidentemente e credo volutamente "inconcludente" ) è un "semplice atto d'amore" per un qualcosa che ha fatto passare tante ore liete all'autore, una sorta di ringraziamento per il divertimento vissuto e quindi, credo che vada giudicato di conseguenza, senza farsi troppe domande.
I complimenti a Daniele Misischia per aver lavorato piuttosto bene nonostante un budget inesistente.
05/06/2012 16:21
 
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Una ragazza vuole scoprire perchè il babbo è morto e va a Silent Hill. Lì trova un luogo simil Careffour tutto chiuso con qualche infermiera zombie gnocca che si fa un po' i fatti suoi e sporadicamente tenta di fare del male alla protagonista che con poca fatica la abbatte.
Un fan film è una scelta lecita ma pericolosa, le buone intenzioni ci sono e si vede, ma è solo muscoli e niente cervello, per dirla da appuntamento al buio. Un bello scheletro ma senza carne, per dirla da medico legale.
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