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I FOLLI...SIETE VOI! (animi morbus) di Vincenzo Bellini

Ultimo Aggiornamento: 05/06/2012 13:59
28/05/2012 12:39
 
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LOCANDINA DEL CORTOMETRAGGIO:


DURATA: 25 minuti

REGIA: VINCENZO BELLINI

ATTORI PRINCIPALI: ANDREA PAOSELLI, ANNA PERI, ANNY SCIALDONE, DANNY DI FIORE, FRANCESCA MARIANI, IRENE BELLINI, IVANO BALDI, IVANO PERI, MARCO CURRADI, PAOLO BELLINI, PAOLO PINZAUTI, RAFFAELLA ADAMI, ROSSELLA SINAGRA, SIMONA SINAGRA.
SCENEGGIATURA: ANNA PERI, VINCENZO BELLINI

MUSICHE: CESARE SPINELLI, VINCENZO BELLINI

FOTOGRAFIA: PAOLO BELLINI

MONTAGGIO: IRENE BELLINI, VINCENZO BELLINI

SINOSSI: Una villa ormai fatiscente, adibita un tempo a clinica Psichiatrica, viene messa in vendita, il proprietario, l'allora direttore della struttura, ritorna sul posto per un'ultima visita,.........un viaggio angosciante tra i suoi cupi ricordi.

BIOGRAFIA: Nel 2006 per gioco giro il mio primo cortometraggio "I bambini perduti nel bosco", la cosa mi ha divertito ed ho continuato a giocare, realizzando diversi cortometraggi di vario genere, il corto in questione si è concluso in questi giorni ed è l'ultimo lavoro della icarusfilm.

28/05/2012 16:52
 
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Quando ognuno di noi si reca al cinema c’è la possibilità che si imbatta nella visione di un film della durata di 80 minuti come pure in quella di un kolossal da 180. Entrambi sono considerati lungometraggi, nonostante l’enorme differenza di durata. Allo stesso modo al festival di quest’anno sono stati presentati cortometraggi della durata di appena un paio di minuti oppure lavori come questo di Vincenzo Bellini, della lunghezza massima consentita per l’ammissione (25 minuti). Ci troviamo quindi di fronte ad un “kolossal” del suo genere.

A parere di chi scrive, un cortometraggio così lungo potrebbe correre il rischio, se avesse poco da raccontare (o se lo si raccontasse male) di diventare ad un certo punto lento o noioso, ma sono felice di dire che non è questo il caso. Animi morbus grazie ad una regia dinamica, piena di spunti, alle belle musiche e alla voglia che trasmette allo spettatore di vedere come andrà a finire, fa volare via i 25 minuti di video di cui è composto e lo ripeto, non sono certo pochi per uno short.

I folli siete voi di Vincenzo Bellini si può annoverare nella categoria dei mad doctor, ma a renderlo speciale c’è una narrazione non lineare, fatta di flashback e memorie, molto interessante e davvero ben realizzata. Ottimi gli spunti visivi nella seconda metà del corto, con un innesto quasi paranormale e con effetti molto anni ‘80 che dimostra che Bellini di cinema ne ha visto parecchio.

Alcuni difetti nel corto ci sono, e non sarei obiettivo a non ammetterli. Per esempio nei momenti di flashback si notano le debolezze di budget associabili ad un prodotto di questo tipo (debolezze legittime, sia chiaro). Parlo della clinica “del passato”, che altro non è che quella fatiscente dei giorni nostri, solo che con degli infermieri che ci camminano dentro. Insomma, la clinica non sembra mai a tutti gli effetti una clinica in funzione, perché ben si nota quanto sia malandata, anche se l’effetto “sfumato” aiuta un po’ a mascherare la cosa. Per lo stesso motivo ho trovato anche il mad doctor non troppo credibile nei flashback, nemmeno grazie alla parrucca alla quale viene dato l’ingrato compito di ringiovanire l’attore di decine di anni. In ogni caso nessuno chiedeva al regista Bellini di fare una ristrutturazione della villa o di trovare un sosia più giovane del mad doctor, entrambe cose molto difficili, quindi sono "imprecisioni tecniche" più che scusabili.

Ottimo lavoro, nonché originale.

[Modificato da boskoz 28/05/2012 16:54]
28/05/2012 17:18
 
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la parrucca!
Sono molto contento di ritrovare Vincenzo Bellini tra i concorrenti di quest’anno: sebbene il corto con cui partecipò nel 2011 non mi avesse convinto per vari motivi, mi era rimasta di lui un’immagine molto valida; immagine che sono contento di ritrovare ora, oltretutto in una veste assai migliore.
Si, perché devo dire che – nonostante un avvio incerto e alcune ingenuità - il suo nuovo cortometraggio mi ha veramente convinto.
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Prima di iniziare la critica vera e propria c’è però un grosso sasso che mi devo togliere da una scarpa: Signor Bellini, suvvia! Quella parrucca in testa al Medico! Dia retta a me, la bruci, la elimini! In certi momenti avevo la inquietantissima sensazione di veder recitare Panariello quando imitava Renato Zero, il che – devo ammetterlo – era abbastanza distraente….
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Scherzo, ovviamente (anche se la parrucca va comunque bruciata), e passo subito alla recensione.
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Cosa dire…Togliamoci di torno per prime le cose negative, così non ci pensiamo più. Prima di tutto, ovviamente, la mancanza di fondi, che ha costretto la troupe a scelte obbligate, in certi casi poco felici, riguardo ambientazioni e ricostruzioni. Si è cercato di ovviare in tutti i modi, ma l’approssimazione con cui è stata ricreata la clinica fa capolino un po’ dappertutto, contribuendo a rovinare un po’ l’atmosfera che il corto crea. Secondariamente, una certa approssimazione nel narrare il passato di questo medico (impelagato in misteriosissimi quanto fumosi e mai specificati…esperimenti? Omicidi? Torture? Ai danni di vari pazienti) e della sua tremenda equipe di infermieri (praticamente un gruppo di psicopatici degni di un Lager Nazista, ma forse un po’ troppo esagerati in un contesto così quotidiano) Terzo dubbio riguardo gli attori, non molto dotati. Quarto e ultimo dubbio a proposito di alcune scelte stilistiche e modi di narrare che sanno un po’ di “Fiction di Rai Uno”, poco personali e molto “popolari” (cosa che per certi versi può essere un pregio: a livello di regia questo corto non sfigura per nulla; anzi, se paragonato a certi prodotti che passano i canali di stato, per certe cose è sicuramente superiore), e a volte troppo sbrigativi e ingenui (penso soprattutto al ritrovamento del diario della madre…)
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Le cose positive, ora. E sono molte. Innanzitutto la regia, solida come non mai. Il registro narrativo, sempre chiaro, costante e mai sospeso tra opposti come era nel corto precedente. La fotografia, molto elegante. I tempi, lunghi, lenti,sospesi, che costringono il frenetico spettatore moderno ad adattarsi a loro, ma lo ripagano poi alla fine, e con gli interessi. Ancora, il bel ritratto del dottore ormai anziano, che ripercorre i suoi ricordi senza pentimenti ma con vaga nostaglia. Di solito ci si aspetterebbe che a farlo fosse un placido nonno amico di tutti, ed invece qui ci troviamo nel caso opposto. Bello.
Buono l’uso dei flashback: buone, anche se non tutte riuscite, le scene ambientate nel passato, con i vari pazienti e la sottotrama dell’infermiera e della moglie. Bello anche l’inserimento del figlio del medico (anche se la recitazione lascia a desiderare), al quale di punto in bianco (anche se in modo un po’ traballante) viene sfilata ogni certezza riguardo quella che è stata la sua vita e la sua famiglia. Buoni i ritmi, il soffermarsi sui vari elementi, la ripetizione mai esasperata, e la creazione del messaggio, mai urlato ma sempre suggerito con arte.
Buona la sigla iniziale, buone le musiche, buono lo scambio di battute finale durante la sigla, e buono l’ultimo flash psichedelico.

Infine, un plauso per il finale, capace di associare alla perfezione l’orrore più vero con quel senso di malinconia che aleggia fin dall’inizio del cortometraggio, e che mi pare il motivo portante dell’intero progetto. Le note di un pianoforte che non esiste più evocano vite che anch’esse non esistono più, e sebbene la punizione finale ci sia, essa ci viene mostrata senza compiacimento, quasi con rassegnazione. Svegliati per un istante dal loro sogno eterno, i morti si presentano, risorgono, agiscono… ma presto ritornano placidi al loro nulla, dato che ormai niente, neanche la più crudele delle vendette, può cambiare quello che è stato, può cancellare il passato, e cambiare la loro condizione. Per loro ormai il mondo è ormai lontano, così come nel cuore dei vivi ogni dolore si affievolisce con gli anni.
In effetti, il punto di maggior forza dell’intera pellicola credo sia questo. La vendetta, per una volta, è presentata non come grande punto di forza, non come culmine, come azione da celebrare e da ricercare a tutti i costi (e più sanguinolenta è meglio è), bensì come forza per nulla potente: non può cancellare, non può riscrivere, può solo offrire un vago senso di “closure” che comunque non cambia il passato, il presente e non cambierà il futuro di chi la ottiene e di chi ne sopporterà – direttamente o indirettamente – le conseguenze. La vendetta non è un colpo di spugna che cancella una macchia su un vetro, è una mano di vernice passata su un muro crollato, e questo cortometraggio lo illustra alla perfezione.
Non so se questa mia interpretazione corrisponde alle vere intenzioni del regista, ma devo dire che il messaggio comunicato (se è proprio quello) è davvero forte e ben riuscito. Con calma, senza esagerazioni, senza strepiti, prendendosi tutto il tempo che vuole, questo breve film arriva lì dove centinaia di mannaie e pistole non sono mai riusciti ad arrivare.
Complimenti dunque al Signor Bellini, capace di svuotare la Vendetta Horror di ogni suo senso più banale e scontato per poi ripresentarcela colma di significati del tutto nuovi, illuminata da una luce diversa, figlia di un modo di fare cinema che oggi – nei ruggenti anni 2000 – si fa sempre più raro.
Peccato certe ingenuità e approssimazioni nelle scene, negli attori, nelle ricostruzioni…ci andava speso più tempo. Ma per il resto, un corto nobilissimo.

PS: visto che lei è toscano, Signor Bellini, ha mai pensato di girare un corto nel meraviglioso castello di Sammezzano vicino a Reggello? Vi troverebbe un’ambientazione adattissima a lei!
Un saluto cordiale.
28/05/2012 19:00
 
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Un uomo spietato, che gestisce una clinica psichiatrica come peggio non potrebbe. A distanza di anni torna e viene aggredito dai fantasmi del passato. L’orrore è veicolato attraverso suggestioni e non scene esplicite (questo è apprezzabile). Le belle locations sono vivde e eclissano i protagonisti (compreso il simil-Rupert Sciamenna). Qualche sbandata giunge nelle dolorose musiche e nei dialoghi talvolta involontariamente esilaranti. L’idea complessiva è che sia un progetto ambizioso e “massiccio”, realizzato un po’ così così. Il soggetto meritava maggior attenzione nei dettagli.
29/05/2012 11:31
 
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Ringrazio i giurati per le critiche e per la chiarezza con cui hanno individuato le pecche e i limiti del corto, condivido pienamente.
La parrucca del mad dottor, del simil- Rupert Sciamenna………. , che dire…… avete toccato un tasto dolente non ho scusanti, è la cosa su cui mi sono scontrato, anche duramente, con alcuni componenti del cast, quella parrucca è da bruciare.
"In certi momenti avevo la inquietantissima sensazione di veder recitare Panariello quando imitava Renato Zero" ahahahahah, bellissima sintesi.
Purtroppo non sono riuscito ad impormi, ad offrire un'alternativa e questo alla fine dei conti è solo colpa mia.
Le condizioni in cui è stato girato il corto non erano ottimali, ma questo fa parte anche del nostro modo di procedere, le "Location" che scelgo per girare i nostri corti, sono molto spesso abbastanza precarie e l'accesso non sempre consentito.
In questo caso, l'accesso è stato possibile per un breve periodo di tempo e alcune scene che avrei voluto perfezionare non abbiamo potuto realizzarle.
Con questo non sto cercando scusanti, sono i rischi che comporta questo modo di operare e li accetto consapevolmente.
Come ho detto altre volte, faccio questo perché mi diverto e perché ho la possibilità di esprimere quelli che sono i miei pensieri i miei sogni le mie paure, la tecnica, se c'è, dovrebbe essere al servizio di questo e non un qualcosa di edonisticamente fine a se stessa.
"La vendetta non è un colpo di spugna che cancella una macchia su un vetro, è una mano di vernice passata su un muro crollato". Devo essere sincero, hai sintetizzato a parole quello che inconsciamente ho cercato di trasmettere con questo corto. "Con calma, senza esagerazioni, senza strepiti", la vendetta, in questo caso, diventa una forma di giustizia, un modo necessario per riequilibrare le cose.
La Giustizia Vera non può che essere pacata, triste, malinconica, consapevole del fatto che comunque colpirà una persona e che "non può cancellare, non può riscrivere, può solo offrire un vago senso di “closure” che comunque non cambia il passato, il presente e non cambierà il futuro di chi la ottiene e di chi ne sopporterà – direttamente o indirettamente – le conseguenze."

.....sono soddisfatto, grazie.

(in settimana farò visita al castello di Sammezzano, grazie per l'indicazione)
29/05/2012 12:35
 
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per boskoz
Il corto inizialmente durava più di 27 minuti questo mi ha costretto, per rientrare nei termini del concorso, ad una revisione del progetto, cosa che alla fine, è risultata molto più positiva di quello che pensavo.
Hai ragione quando dici "un cortometraggio così lungo potrebbe correre il rischio, se avesse poco da raccontare (o se lo si raccontasse male) di diventare ad un certo punto lento o noioso" essere riuscito a non renderlo tale non può che farmi piacere e questo grazie anche a quei tagli che sono stato costretto a fare.
Per quanto riguarda le critiche nulla da dire, le condivido.
vincenzo
29/05/2012 15:45
 
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Signor Bellini, di certo è tenuto in conto che chi fa film nell'amatoriale spesso deve lottare per trovare una ambientazione degna dei propri progetti...e altrettanto spesso non ci riesce. La cosa è dunque ben tenuta in considerazione...anche se purtroppo gli effetti di ciò non possono che essere fatti notare. E' logico che il vero motore di tutto sia il divertimento, e lei è riuscito a divertirsi e a far divertire. Meglio di così!

Riguardo al castello di Sammezzano, è normalmente CHIUSO al pubblico, e viene aperto solo in occasioni speciali. Lo cerchi su facebook, dove troverà la pagina dei volontari che si occupano di tutto, nonchè delle foto che le faranno capire cosa si trova al suo interno. Se riuscisse a convincere tali volontari a darle il permesso di girare qualcosa lì dentro io credo che lei potrebbe dar vita ad un grande corto!!! Mi verrebbe quasi voglia di scriverglielo io!!!
Un saluto!
30/05/2012 11:17
 
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Dammi pure del tu,"il Signor Bellini" m' imbarazza, dopotutto, a dispetto dell'età, sono un "giovane filmaker".
Ho visto le foto del castello FANTASTICO!!!, non vedo l'ora di fare un sopralluogo e se davvero c'è la possibilità di poter girare……. non potrebbe che farmi piacere una tua collaborazione!
30/05/2012 14:30
 
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"(impelagato in misteriosissimi quanto fumosi e mai specificati…esperimenti? Omicidi? Torture? Ai danni di vari pazienti)"
La figura del professore in maniera velata, rappresenta per me, l'arroganza di un certo tipo di scienza o più in generale l'arroganza di chi detiene un potere.
La scena iniziale, dove si vede un paziente sottoposto ad elettroshock, è tratta da un vecchio documentario, che illustrava varie terapie usate per curare i malati di mente, in pratica questi pazienti erano delle cavie umane. Quindi, Il professore io lo vedo come uno sperimentatore/torturatore e la frase, che nel finale egli dice a giustificazione del suo operato "Io l'ho fatto per la scienza" avrebbe dovuto chiarire questo aspetto.
30/05/2012 23:30
 
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In rigoroso ordine:
1. il mio Lei non è tanto "anagrafico" quanto un rispettoso ed amichevole omaggio ad un regista che mi ricorda un tipo di cinema oggi meno utilizzato ma non certo inferiore agli altri. Ma non ho ovviamente nessun problema al passare al Tu.
2. Sammezzano è davvero un ottimo posto, e se sfruttato a dovere potrebbe davvero offrire molto. E' essenziale contattare i volontari e vedere se permettono di girare al suo interno...non so se sarà possibile, visto che la proprietà è divisa tra comune, regione, forestale etc etc...ma so che una televisione tedesca ci girò una sorta di documentario, e in fondo un cortometraggio è pur sempre una forma di pubblicità per un posto che sta decadendo ed ha un grande bisogno di restauri. Riguardo la collaborazione...sono molto tentato (tempo permettendo). Ci risentiremo sicuramente.
3. E' ovvio che lei abbia - che tu abbia - voluto rappresentare la Cattiva Medicina in generale...la metafora si capisce, e la mia critica non era tanto alla metafora quanto al fatto che in effetti volendo forse rappresentare tutte le Medicine, in realtà il Medico Cattivo non ne rappresentava nessuna, rendendo difficile identificare la sua figura, rendendo troppo casuale e apparentemente privo di senso il suo operare. Occhi cavati, elettrochoc, chirurgia, psichiatria....a mio parere anche le metafore vanno riassunte: è più facile che il Particolare rimandi al Generale che viceversa, e volendo significare tutto contemporaneamente si può ingenerare confusione nello spettatore, il quale NON vede i film vedendo le Metafore in essi contenute, ma parte dal contesto realistico, e chiede coerenza e chiarezza narrativa prima di tutto.
Cmq dico questo solo per chiarire un concetto generale, l' "errore" che ti ho tributato è davvero di poco conto.
Ci sentiamo presto.
31/05/2012 04:01
 
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I luoghi sono spugne che assorbono gli eventi del passato, per risputarli addosso a chi torna a trovarli nel presente. Così accade a un uomo ormai anziano che, tornato nel vecchio manicomio dove "curava" in modo poco consono i suoi pazienti, deve fare i conti con le sue paure. Nonostante la trama sia tutt'altro che allegra, devo ammettere che l'incredibile somiglianza con Renato Zero del protagonista, ha introdotto intermezzi comici laddove non erano richiesti. Ma questo, dal mio punto di vista, non è altro che un bene. Il luogo scelto come silenzioso custode delle torture, è calzante e suggestivo (ha aiutato a smorzare le mie risate e a concedermi quei minuti di serietà necessari a seguire con interesse la trama). Non si puo dire lo stesso di alcune parti di dialogo (gli infermieri che portano via la moglie del direttore, sembrano usciti da un film porno). Nel complesso però è un prodotto godibile e di buon impatto visivo.
31/05/2012 12:39
 
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Ti ringrazio per la critica e se "Renato Zero" ti ha strappato qualche risata, alla fine dei conti non me ne dispiace, il corto sarà ricordato per la micidiale parrucca!
La scena porno a cui accenni, non tanto a quella del trascinamento della moglie ( non la trovo tale), è quella dove i due infermieri rimasti soli con la paziente ne abusano. la scena che segue, i due infermieri che escono dalla stanza e nel corridoio e si tirano su i pantaloni, illustra la loro volgarità, è voluta e cercata, non è così assurda ne fuori posto.
Tanti anni fa, ho conosciuto alcuni infermieri dell'ospedale Psichiatrico di San Salvi a Firenze che di queste cose si vantavano, pratica che anche oggi, ogni tanto, viene alla luce.
31/05/2012 13:15
 
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Forse spesso uso eccessiva ironia, ma non mi fraintendere, nel complesso non mi è dispiaciuto, anzi. Immaginavo che i dialoghi fossero volutamente volgari ma nel contesto, a parer mio, stonavano mettendo troppa carne sul fuoco. Prima di bruciare quella parrucca potreste girarci un corto grottesco, magari con Renato come protagonista. Così se ne andrà eroicamente.
31/05/2012 13:43
 
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Prima di bruciare quella parrucca potreste girarci un corto grottesco



Ideona: qui serve uno spin-off!
Si chiamerà "La folle...era la parrucca!" e si scopre che quell'ammasso di capelli sintetici appoggiati sul capo del dottore (che in gioventù voleva coprire una prematura alopecia) in realtà ne controllava la mente e le azioni malvagie, e che quindi è lei la responsabile di tutto.

Sisi, mi piace già.
[Modificato da boskoz 31/05/2012 13:44]
31/05/2012 14:22
 
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Boskoz, il tuo commento mi fa schiantare dalle risate, bravissimo.
Devo essere sincero la tua idea è fantastica e a pensarci bene non molto distante dalla realtà.
Il nostro professore, mio fratello, quando si metteva questa micidiale parrucca cambiava totalmente la sua personalità......., la parrucca finiva per dominare la sua già vacillante psiche!
( se vuoi renderti conto di quello che dico ti consiglio di guardare questo filmato:
www.youtube.com/watch?v=I-AjEmnr0_A
31/05/2012 19:52
 
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C'è anche un piccolo episodio di Body Bags (Carpenter) in cui il protagonista fa una cura per farsi crescere i capelli e piano piano loro lo possiedono. Decisamente trash, consiglio vivamente.
Ci sto, facciamolo!!!!
01/06/2012 16:12
 
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La parrucca
Si, sono io l'attore che ha recitato a tutte le ore in questo film con passione.

In verità io vi dico che ciò che voi avete scritto e detto è stato colto nel segno, e or son qui a pensare a cosa devo fare.

Si l'ho ammetto, la parrucca mi ha dato forza e ne ho tratto diletto,
e or' che l'ho abbandonata ho gli incubi per tutta la giornata.
Come voi dite io l'ho devo fare, per ritornare in santa pace,
sul rogo la devo bruciare.

P.S.
Grazie, grazie dei vostri commenti e suggerimenti.
So che la mia recitazione è di basso livello, non sono un attore, ma, assieme al gruppo della Icarusfilm, tutto questo lo faccio per divertirmi e, se trovo una parrucca che mi da forza e vigore, affronterò le vostre ire … e anche quelle del regista, ma sempre da gran' signore.

01/06/2012 17:06
 
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Ho letto i commenti soltanto dopo aver visto il cortometraggio.
Ho notato che lo spetto di Panariello che imita Renato Zero è stata una considerazione che non ho fatto solo io.
Purtroppo questo "dettaglio", unito a un accento toscano piuttosto evidente ( e lo dice un lucchese...), rende davvero molto poco credibile il personaggio del "Mad doctor".
Le sue espressioni facciali mi sono piaciute ( tranne quando guarda il contenitore con gli occhi dentro...)però, forse, avrei costruito su di lui un personaggio diverso.
Il cortometraggio è ambizioso ( mi ha ricordato in alcune occasioni film come "Session 9" o "Il mistero della casa sulla collina" ) ma forse non regge perfettamente il peso dei 25 minuti.
Il commento sonoro a tratti mi è parso poco adeguato ( esempio la musica che si sente quando i fantasmi del passato ritornano per vendicarsi, oppure ancora la canzoncina "infantile" vorrebbe inquietare ma, a mio avviso non riesce nel suo intento ).
Interessanti i momenti di flashback, un po' meno quelli "in tempo reale"...forse alcune scene andavano girate con meno luce per cercare di dare maggiore atmosfera. Purtroppo, nonostante gli intenti, la tensione è minima e la paura pure...
In conclusione direi un progetto ambizioso, nel quale ho notato una certa cura nelle inquadrature e nel montaggio che però, per ovvi motivi, non centra in pieno l'obiettivo.
01/06/2012 18:00
 
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Le location dove è girato il corto sono Toscane, la clinica psichiatrica è proprio una struttura adibita un tempo alla cura di malattie mentali in Toscana, riporto qui di seguito una descrizione reale tratta da……….: "A metà dell'Ottocento era solo una grande villa, con un grande e bellissimo parco su di un'altura che guarda ……… Era la grande e bellissima villa del Sig. …….,un uomo molto ricco che aveva un figliolo matto che per tutta la vita aveva cercato di curare. In punto di morte, decise di devolvere tutti i suoi possedimenti ad un'opera pia che assistesse i malati di mente, persino la villa che aveva abitato per tutta una vita, cosicché suo figlio, benché recluso, si potesse sentire a casa. L'atmosfera è surreale per i tanti edifici così diversi fra loro e sorti in epoche diverse per esigenze di espansione.. ma La Villa è maestosa. Ha ancora l'altezzosità di nobile dimora, con tutti i suoi affreschi "vivi" su ogni muro e su ogni volta del soffitto. Ha ancora gli immancabili segni di una recente attività manicomiale e di segregazione con tutte le sue sbarre alle finestre, le sue porte massicce a chiudere le celle di contenzione.. (dismessa totalmente nel 1990)". I personaggi che qui si muovono sono Toscani,…… è naturale che parlino Toscano.
(Ho volutamente tralasciato l'indicazione dei luoghi e delle persone non vorrei incorrere in qualche problema).
La canzoncina "infantile" non vuole assolutamente inquietare ma anzi….. il contrario
Superato lo shock micidiale della parrucca, il corto vola verso le sue ambizioni, …..forse troppo grandi?…… hai ragione, …….ma che importa…., Vincenzo, te vola!
Per il resto niente da obiettare.
grazie per la tua critica
01/06/2012 21:13
 
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L'ironia di questo corto trasuda da tutte le parti ed è proprio questa la sua forza.Bellini sa raccontare divertendosi ma soprattutto divertendo.(E' evidente che tutto ciò che fa lo fa con persone a cui vuole bene e che mettono un gran cuore in tutto il progetto).Forza Bellini io simpatizzo per te.Sandro
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