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A Siviglia per la Semana Santa

Ultimo Aggiornamento: 17/03/2012 22:52
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17/03/2012 22:52

Nulla è lasciato al caso, tutto segue uno scrupoloso rituale. Prima si avvolge il capo con il costal, una foulard di tela grezza (ricamato a punto croce) fornito di un cuscinetto per proteggere la testa dal peso delle statue. Poi si lega attorno alla vita la faja, una cintura larga abbastanza per mantenere dritta la colonna vertebrale ed evitare contraccolpi alla schiena. Quando tutti i costaleros sono pronti, via alle prove, per esercitarsi a portare sulle spalle le pesanti immagini religiose. Davanti al gruppo il capataz, l’uomo incaricato di tenere il passo dei costaleros e fare in modo che il peso venga ben distribuito sui volontari. Perché tenere lo stesso ritmo è fondamentale.
La Settimana Santa di Siviglia è uno degli appuntamenti religiosi più affascinanti del calendario spagnolo. Un evento in grado di attrarre un milione di persone da tutta Europa, fedeli e non, che vogliono assaporare il clima suggestivo che invade la città nella settimana prima di Pasqua. Otto giorni di processioni – quest’anno dall’1 all’8 aprile - a partire dalla Domenica delle Palme, durante i quali sfilano tra le vie 58 confraternite e 60mila fedeli travestiti da nazareni, penitenti, portantini e chierichetti. Tutti in fila attorno ai 116 misteri – rappresentazioni artistiche della morte e risurrezione di Cristo - portati in spalla dai costaleros dalle varie chiese di Siviglia fino alla Cattedrale. Diversi i percorsi per i vari cortei ma l’ultimo tratto di strada in comune: la carrera oficial, a partire da via Campana fino alla fine del percorso (l’unico a pagamento).
Il culmine della Semana Santa è nella notte tra il Giovedì e il Venerdì Santo con la Madrugada, quando a partire dalla mezzanotte sfilano per le strade le statue più venerate, a intervalli di mezz’ora: il Senor de la Sentenzia, la Madonna della Esperanza Macarena, il Jesus del Gran Poder, il Jesus de le Tres Caidas e la Madonna della Esperanza de Triana. Attorno persone con ceri, croci e turiboli per bruciare l’incenso, mentre dai balconi riecheggiano le saetas, motivi musicali cantati a cappella dai fedeli per omaggiare le immagini sacre. La sera del Venerdì Santo è la volta della Hermandad del Cachorro, il gruppo che porta in spalla il mistero dell’agonia di Cristo sulla croce, mentre il sabato la Hermandad del Santo Entierro sfila con l’urna del Cristo morto. A chiudere le celebrazioni, la processione del Cristo Risorto, all’alba della domenica di Pasqua..



di Sara Bovi
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