Egittophilìa Forum dedicato all'antico Egitto e all'Egittologia. Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.

Le false porte, le navi dei morti ed il viaggio nell'oltre tomba

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    Nepente(1977)
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    EgiTToPhiLo/a
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    00 13/10/2011 08:56
    Allora eccoci qua, vi espongo il mio problemuccio:

    in ambito mediterraneo, sono numerose le culture che adottano in ambito funerario il simbolo della falsa porta. Alcuni esempi di mia conoscenza: culture sarde preistoriche, etruschi ad esempio nella necropoli di Chiusi; poi considero che possa essere una falsa porta quella che si vede nel sarcofago di Haghia triada, di cultura minoica.

    per adesso sono fermo a questi esemp più gli esempi egizi, ma senz'altro il simbolo in questione fu più diffuso di quanto adesso ci appaia, o di quanto io per adesso, non sappia.

    Nelle predette culture, la falsa porta è associata, sempre all'ambito funerario, nelle pitture etrusche la vediamo associata ai Simposia, plausibilmente funebri; in ambito minoico, se la mia interpretazione fosse corretta, la falsa porta si nota nella scena nella quale degli uomini portano in processione un modellino di nave, e dei vitelli ad una figura variamente interpretata come statua, "spirito del defunto", "salma".


    è proprio l'associazione di modellino di nave falsa porta ad avermi incuriosito.

    la falsa porta è sempre interpretata come soglia di passaggio tra il mondo dei vivi e mondo dei morti. non è casuale se dinanzi alla falsa porta, vengono depositate le offerte ai morti.

    dunque la connessione modellino di nave -falsa porta, rimanda necessariamente al viaggio dei morti verso l'al di là.

    veniamo all'ambit egiziano e alle dmande che ho da porti in qualità di esperti [SM=x822712]

    nel libro seagoing ships and seamanship in bronze age levant, ho letto che, la più antica ancora egiziana sin qui rinvenut, è una falsa porta, riutilizzata come ancora, dedicata a Kehotep, altre ancore egizie, sono state rinvenute in varie Mastaba, e persino in un templi di Ugarit.

    L'uso di deporre ancore nei templi fu diffuso anche a Cipro (che io ricordi, ma dovrei verificare ancora la notizia).

    dunque: conoscendo tale usanza, la grandissima diffusione delle false porte nella architettura templare egiziana, e l'usanza di deporre modellini ( a parte le ben note navi solari in scala 1:1 [SM=g1619695] ) di navi nelle tombe egizie, mi chiedevo se negli affreschi egiziani, o nei testi sacri, fossero presenti connessioni dirette ed esplicite tra falsa porta, e nave dei morti, e dunque una spiegazione religiosa (egiziana ovviamente) di tale connessione...

    confido....con sicurezza...nel vostro apporto [SM=x822712]
    bye [SM=g999100] [SM=g999100]



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    Nepente(1977)
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    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 13/10/2011 09:09
    porti = porvi, perdonate questo e altri errori di battitura: avete impostato dei tempi strettissimi di modifica dei messaggi.

    vedrò di scrivere su word e poi postare.
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    pizia.
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    - ShemsetRa -
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    00 13/10/2011 16:04
    Re:
    Nepente(1977), 13/10/2011 08.56:


    ...
    nel libro seagoing ships and seamanship in bronze age levant, ho letto che, la più antica ancora egiziana sin qui rinvenut, è una falsa porta, riutilizzata come ancora, dedicata a Kehotep, altre ancore egizie, sono state rinvenute in varie Mastaba, e persino in un templi di Ugarit.
    ...




    Alla faccia degli errori di battitura, [SM=g1361799] scusa ma proprio non riesco a capire il discorso qui sopra, puoi chiarirlo?
    Che gli egizi abbiano usato, ma cosa dico, inventato ( [SM=g1621247] !!) le false porte, non vi è dubbio, ne hanno fatto sempre un grande uso, a partire dai tempi più antichi, cioé dal IV millennio a.C.
    Anche il viaggio funerario per nave verso l'aldilà è molto egizio, però non sono altrettanto sicura del primato: le navi trovate nelle tombe come modellini non sono le uniche tesimonianze, ma esistono anche delle raffigurazioni graffite sulle rocce in cui le barche hanno questa sacra funzione, sempre databili al IV millennio a.C.
    In tali casi barche e porte non sono in stretta associazione, però è vero che entrambe riguardano il culto funerario, se ti interessano i riti e i miti a cui fanno riferimento, possiamo parlarne più approfonditamente.
    Non so se presso le altre civiltà del Mediterraneo si possano trovare materiali paragonabili, tali da attestare una vera e propria tradizione in tempi così antichi, ma ne dubito molto. [SM=x822706]

    [SM=x822746] the first in the world [SM=g999108]

    [Modificato da pizia. 13/10/2011 18:56]
  • Kareni
    Viandante
    00 13/10/2011 18:52
    Interessante il paragone con le altre culture, magari potresti postare le immagini dei reperti a cui fai riferimento? (in particolare di quella con il modellino di nave) grazie.
    E anche io, come Pizia, non ho ben capito quel passaggio.

    Per quanto riguarda le false porte: allora, l’arte funeraria egizia, a differenza di altre, è essenzialmente pragmatica e non decorativa; questo è il riflesso della mentalità egizia: ogni cosa rappresentata in un tomba, per esempio scene di contadini al lavoro, di intimità familiare, di battute di caccia, le stesse iscrizioni geroglifiche, ecc. non avevano, per quanto splendide che fossero, tanto lo scopo di abbellire le pareti ma piuttosto di poterne usufruire, di poter rivivere quelle care scene di vita, dopo la morte.

    Nepente(1977), 13/10/2011 08.56:


    la falsa porta si nota nella scena nella quale degli uomini portano in processione un modellino di nave, e dei vitelli ad una figura variamente interpretata come statua, "spirito del defunto", "salma".



    Questa era una reale convinzione legata strettamente alla concezione che gli egizi avevano del “Ka”.

    il Ka non era solo “il doppio del defunto” ma anche di qualsiasi altra cosa, oggetto, testo scritto, raffigurazione, animale che fosse…
    Una falsa porta dunque, o un’offerta di pane, rifletteva il proprio doppio, che il ka del defunto poteva varcare o, nel caso dell'offerta, poteva nutrirsene...

    A proposito delle formule di offerta (sempre incise sulle false porte) riporto una parte di una mia traduzione dal museo egizio di Torino: “(…) d=tn n=j pr.t-ḫrw (m) jt, ḥ(n)q.t, jḥ.w, 3pd.w, mrw, ḫ.t nb.t nfr.(t), w’b.(t), ‘nḫ(w.t) ntr jm=sn (…)”
    “ (…) Che voi doniate a me offerte invocatorie in orzo, birra, bovini, uccelli, olio e ogni cosa buona e pura, di cui vive un dio (…)”

    Dell’ importanza attribuita al ka, in ambito funerario, sono testimoni le cosidette statue del ka, rappresentanti le reali fattezze del defunto e spesso molto realistiche, grazie soprattutto all’impiego della pasta vitrea per gli occhi. A esse venivano portate offerte, che sarebbero state consumate secondo le dinamiche dette prima.

    upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/54/Ka_Statue_of_horawibra.jpg/220px-Ka_Statue_of_horaw...

    (da notare che le due braccia aperte verso l'alto, simboleggianti il ka e corrispondenti al segno geroglifico, sono poste sopra la testa della statua facendole sembrare due corna…e toro in egiziano si dice…Ka! :) uno dei tanti giochetti della lingua egizia).

    Tornando alla tua domanda, sicuramente il viaggio oltremondano via nave è tipicamente egiziano (e non solo), non poteva che essere la nave, del resto, il mezzo più indicato per affrontarlo.
    Ecco, per portare una citazione, la conclusione del testo di un sarcofago (Torino), direi anche piuttosto poetica, che ho tradotto:

    (…) ḫd=j m Sḫ.t-J3r.w, ḫd=j m Sḫ.t-ḥtp! “Possa io navigare nei Campi Dei Giunchi, e navigare (anche) nella campagna di Hotep” (entrambe località dell’aldilà)
    x
    d
    P1

    (...) il verbo "navigare, navigare verso nord, verso valle" con la barca in funzione di determinativo.

    Che io sappia, però, nei testi religiosi non sono specificate connessioni dirette tra false porte e imbarcazioni.
    Seppur (per dirla alla Platone :) partecipano entrambe dell' idea di aldilà egiziano.
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    -Kiya-
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    S3t n m3't -
    00 13/10/2011 19:42

    Nepente(1977), 13/10/2011 08.56:


    ...
    nel libro seagoing ships and seamanship in bronze age levant, ho letto che, la più antica ancora egiziana sin qui rinvenut, è una falsa porta, riutilizzata come ancora, dedicata a Kehotep, altre ancore egizie, sono state rinvenute in varie Mastaba, e persino in un templi di Ugarit.
    ...




    Alla faccia degli errori di battitura, [SM=g1361799] scusa ma proprio non riesco a capire il discorso qui sopra, puoi chiarirlo?





    Nel testo in questione, a dire il vero, si legge che un frammento d'ancora fu utilizzato come architrave della falsaporta di Kehotep e non il contrario.
    L'autore scrive, inoltre, che è stata trovata un'ancora impiantata nel pavimento della Cappella Cerimoniale di Mereruka, a Saqqara, e che un altro (presunto) frammento di ancora è stato individuato nella tomba di Ptahhotep, anch'essa a Saqqara. Tutte queste tombe risalgono alla V e VI Dinastia.
    [Modificato da -Kiya- 13/10/2011 19:44]
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    EgiTToPhiLo/a
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    00 13/10/2011 19:55
    Re:
    -Kiya-, 13/10/2011 19.42:



    Nel testo in questione, a dire il vero, si legge che un frammento d'ancora fu utilizzato come architrave della falsaporta di Kehotep e non il contrario.
    L'autore scrive, inoltre, che è stata trovata un'ancora impiantata nel pavimento della Cappella Cerimoniale di Mereruka, a Saqqara, e che un altro (presunto) frammento di ancora è stato individuato nella tomba di Ptahhotep, anch'essa a Saqqara. Tutte queste tombe risalgono alla V e VI Dinastia.


    [SM=x822713]

    Grazie Kiya avevo letto in fretta ed avevo compreso male! L'ancora usata come architrave della falsa porta forse è ancora più significativa, anche se purtroppo è un singolo caso isolato.

    completo la serie delle ancore egizie trovate in luoghi sacri, citando un ancora rinvenuta a Biblo con un cartiglio "nfr"
    Un altra ancora nel templio di Ugart dedicato a Baal, la stele del santuario di Ankhow, formata da ben sette ancore, nei pressi nel predetto sito v'è il santuario di Antefoker con un ancora come piedistallo.



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    00 13/10/2011 20:16
    Re: Re:
    pizia., 13/10/2011 16.04:



    Alla faccia degli errori di battitura, [SM=g1361799] scusa ma proprio non riesco a capire il discorso qui sopra, puoi chiarirlo?
    Che gli egizi abbiano usato, ma cosa dico, inventato ( [SM=g1621247] !!) le false porte, non vi è dubbio, ne hanno fatto sempre un grande uso, a partire dai tempi più antichi, cioé dal IV millennio a.C.
    Anche il viaggio funerario per nave verso l'aldilà è molto egizio, però non sono altrettanto sicura del primato: le navi trovate nelle tombe come modellini non sono le uniche tesimonianze, ma esistono anche delle raffigurazioni graffite sulle rocce in cui le barche hanno questa sacra funzione, sempre databili al IV millennio a.C.
    In tali casi barche e porte non sono in stretta associazione, però è vero che entrambe riguardano il culto funerario, se ti interessano i riti e i miti a cui fanno riferimento, possiamo parlarne più approfonditamente.
    Non so se presso le altre civiltà del Mediterraneo si possano trovare materiali paragonabili, tali da attestare una vera e propria tradizione in tempi così antichi, ma ne dubito molto. [SM=x822706]

    [SM=x822746] the first in the world [SM=g999108]




    A quale età si data la prima falsa porta? Io sapevo che la prima falsa porta egizia risalisse a Snefru,che wikipedia [SM=x822707] mi da al 2600 a.C; è corretto?


    non voglio gareggiare, ma le false porte neolitiche sarde sono assai antiche, risalendo alla cultura ozieri 3200 a.C circa. vengono riprodotte anche in periodo calcolitico e nuragico.
    (e con questo non mi sogno di dire che l'abbiano inventata i sardi!)

    Sarebbe quindi interessante capire quale sia la falsa porta più antica del IV millennio, per studiarne la simbologia. tra l'altro, ma dovrei cercare, ricordo che vi fossero false porte già a CatalHouyuk, ma se dovessi ricordare bene, le false porte sarebbero ancora più antiche del IV millennio.

    Interessante, e parecchio, è la considerazione che fai sulla con presenza nelle tombe di false porte e navi. Secondo me , basta questo per statuire una qualche correlazione, non importa che siano contigue, anche se ovviamente questo sarebbe ancor più significativo.

    potresti darmi qualche esempio?

    mi piacerebbe tantissimo discutere dei riti e dei miti associati a questi due elementi. [SM=x822719]
    vorresti concedermi l'onore?

    le sepolture in imbarcazioni sono diffuse in molte culture: ricordo un esempio di sepoltura su canoa monossile in Europa del Nord dell'età del bronzo.






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    00 13/10/2011 21:14
    Re:
    Kareni, 13/10/2011 18.52:

    Interessante il paragone con le altre culture, magari potresti postare le immagini dei reperti a cui fai riferimento? (in particolare di quella con il modellino di nave) grazie.
    E anche io, come Pizia, non ho ben capito quel passaggio.

    Per quanto riguarda le false porte: allora, l’arte funeraria egizia, a differenza di altre, è essenzialmente pragmatica e non decorativa; questo è il riflesso della mentalità egizia: ogni cosa rappresentata in un tomba, per esempio scene di contadini al lavoro, di intimità familiare, di battute di caccia, le stesse iscrizioni geroglifiche, ecc. non avevano, per quanto splendide che fossero, tanto lo scopo di abbellire le pareti ma piuttosto di poterne usufruire, di poter rivivere quelle care scene di vita, dopo la morte.

    Nepente(1977), 13/10/2011 08.56:


    la falsa porta si nota nella scena nella quale degli uomini portano in processione un modellino di nave, e dei vitelli ad una figura variamente interpretata come statua, "spirito del defunto", "salma".



    Questa era una reale convinzione legata strettamente alla concezione che gli egizi avevano del “Ka”.

    il Ka non era solo “il doppio del defunto” ma anche di qualsiasi altra cosa, oggetto, testo scritto, raffigurazione, animale che fosse…
    Una falsa porta dunque, o un’offerta di pane, rifletteva il proprio doppio, che il ka del defunto poteva varcare o, nel caso dell'offerta, poteva nutrirsene...

    A proposito delle formule di offerta (sempre incise sulle false porte) riporto una parte di una mia traduzione dal museo egizio di Torino: “(…) d=tn n=j pr.t-ḫrw (m) jt, ḥ(n)q.t, jḥ.w, 3pd.w, mrw, ḫ.t nb.t nfr.(t), w’b.(t), ‘nḫ(w.t) ntr jm=sn (…)”
    “ (…) Che voi doniate a me offerte invocatorie in orzo, birra, bovini, uccelli, olio e ogni cosa buona e pura, di cui vive un dio (…)”

    Dell’ importanza attribuita al ka, in ambito funerario, sono testimoni le cosidette statue del ka, rappresentanti le reali fattezze del defunto e spesso molto realistiche, grazie soprattutto all’impiego della pasta vitrea per gli occhi. A esse venivano portate offerte, che sarebbero state consumate secondo le dinamiche dette prima.

    upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/54/Ka_Statue_of_horawibra.jpg/220px-Ka_Statue_of_horaw...

    (da notare che le due braccia aperte verso l'alto, simboleggianti il ka e corrispondenti al segno geroglifico, sono poste sopra la testa della statua facendole sembrare due corna…e toro in egiziano si dice…Ka! :) uno dei tanti giochetti della lingua egizia).

    Tornando alla tua domanda, sicuramente il viaggio oltremondano via nave è tipicamente egiziano (e non solo), non poteva che essere la nave, del resto, il mezzo più indicato per affrontarlo.
    Ecco, per portare una citazione, la conclusione del testo di un sarcofago (Torino), direi anche piuttosto poetica, che ho tradotto:

    (…) ḫd=j m Sḫ.t-J3r.w, ḫd=j m Sḫ.t-ḥtp! “Possa io navigare nei Campi Dei Giunchi, e navigare (anche) nella campagna di Hotep” (entrambe località dell’aldilà)
    x
    d
    P1

    (...) il verbo "navigare, navigare verso nord, verso valle" con la barca in funzione di determinativo.

    Che io sappia, però, nei testi religiosi non sono specificate connessioni dirette tra false porte e imbarcazioni.
    Seppur (per dirla alla Platone :) partecipano entrambe dell' idea di aldilà egiziano.




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    pizia.
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    00 14/10/2011 10:25
    Re: Re: Re:
    Nepente(1977), 13/10/2011 20.16:



    Io sapevo che la prima falsa porta egizia risalisse a Snefru,che wikipedia [SM=x822707] mi da al 2600 a.C; è corretto?
    ...


    No, ai tempi di Sneferu è già stato percorso un notevole cammino nella storia delle false porte egizie, per citare un esempio grandioso, a Saqqara, nel complesso piramidale di Djoser risalente alla III Dinastia, solo nel muro di cinta ci sono (se non erro, così a memoria) 14 false porte e una sola vera, da cui si entra ancora adesso.
    Ma non è l'esempio più antico.

    Nepente(1977), 13/10/2011 20.16:


    non voglio gareggiare, ma le false porte neolitiche sarde sono assai antiche, risalendo alla cultura ozieri 3200 a.C circa. vengono riprodotte anche in periodo calcolitico e nuragico.
    (e con questo non mi sogno di dire che l'abbiano inventata i sardi!)

    Sarebbe quindi interessante capire quale sia la falsa porta più antica del IV millennio, per studiarne la simbologia. tra l'altro, ma dovrei cercare, ricordo che vi fossero false porte già a CatalHouyuk, ma se dovessi ricordare bene, le false porte sarebbero ancora più antiche del IV millennio.


    Ok, lasciamo perdere le gare, intanto ognuno cerca solo di portare acqua al proprio mulino. Probabilmente qualcuno potrebbe rilanciare con false porte ancora più antiche ritrovate nel proprio cortile di casa, citate da un sito internet di uno studioso del tutto irreperibile, nel migliore dei casi... [SM=x822706]

    Nepente(1977), 13/10/2011 20.16:


    Interessante, e parecchio, è la considerazione che fai sulla con presenza nelle tombe di false porte e navi. Secondo me , basta questo per statuire una qualche correlazione, non importa che siano contigue, anche se ovviamente questo sarebbe ancor più significativo.

    potresti darmi qualche esempio?


    Come dice Kareni, che salta a piè pari il periodo dell'origine per tuffarsi in quello imperiale:
    "Seppur (per dirla alla Platone :) partecipano entrambe dell' idea di aldilà egiziano. "
    Non posso che essere d'accordo.

    E allora discutiamone, ma lascia perdere l'onore, è che siamo qui apposta [SM=g999103]

    La tipologia delle sepolture predinastiche ci rivela importanti indizi sulla metafisica egizia.
    Le tombe dei personaggi importanti sono costituite da una o più camere sotterranee trattate in modo da imitare il palazzo in cui costoro abitarono in vita, i muri sono rivestiti in mattoni crudi intonacati e dipinti, oppure coperti dalle tipiche stuoie usate per i tamponamenti.
    Quando esiste una sovrastruttura anch'essa è realizzata ad imitazione del palazzo, con il tipico motivo ad aggetti e rientranze, ma da nessuna parte vi è traccia di un passaggio per entrare.
    Ciò significa che il rituale non prevedeva in questa fase la rifrequentazione della tomba da parte di sudditi, parenti, celebranti e fedeli.
    Però l'interno era colmato da viveri e oggetti di uso quotidiano messi a disposizione del defunto per la sua vita nell'aldilà, quindi egli poteva raggiungere ugualmente queste cose, evidentemente grazie alla sua nuova consistenza incorporea che gli permetteva di passare attraverso le pareti come agli umani non sarebbe stato concesso.
    Nella tomba j del cimitero U di Umm el-Kab, datata al regno di Scorpione I (?XXXIV secolo a.C.) ci sono sottili fessure fra una stanza all'altra atte a permettere il passaggio del defunto, che possono essere intese come la forma embrionale dalla falsa porta come sviluppata in seguito.
    E come già hanno anticipato Kareni e Kiya, in seguito si formerà un'idea ben precisa su quale fosse l'entità in grado di passare dove l'uomo in vita non può, ed è il ka, una delle "anime" dell'uomo detta anche "forza vitale", che sopravvive alla morte del corpo e necessita di essere continuamente nutrita e curata.
    Questo modo di spiegare la vita dopo la morte appartiene ad un filone particolare della cultura egizia e proviene da una delle tante componenti amalgamate nella nazione faraonica e mai dimenticata (per questo ho parlato di "anime"), esattamente come tanti altri differenti e a volte contrastanti, al punto da mettere a dura prova l'opera dei teologi ufficiali di corte!

    La tradizione delle barche funerarie invece, ci è stata tramandata prima ancora dei modellini trovati nelle tombe, dai petroglifi del deserto, ben più abbondanti.
    Le navi graffite sulle pareti di roccia sembrano essere i mezzi di trasporto delle divinità, in un'epoca in cui (Toby Wilkinson nel suo La Genesi dei Faraoni parla di periodo Badariano!) le divinità probabilmente erano gli antenati.
    In tali raffigurazioni, i viaggiatori al posto d'onore sulla barca sembrano assumere l'aspetto crisalidiforme che il dio Osiride avrà nel periodo dinastico, oppure appaiono sdraiati all'interno di una cabina allestita sul ponte, da cui escono solo i piedi.
    Se ti può interessare possiamo fare altre osservazioni sull'origine del viaggio del defunto nell'antico Egitto, perché c'è molto da dire, tutti questi particolari hanno condotto a particolari deduzioni.

    Adesso arrivo alle ancore: in fondo si tratta solo di blocchi di pietra, legati ad una corda, sufficientemente pesanti da non permettere alla corrente del fiume di portare via la leggera barca di papiro quando non è ormeggiata.
    Esse talvolta compaiono nelle rappresentazioni delle barche sia su roccia che su ceramica, sono quindi un elemento costituivo cui dare risalto, come del resto ogni parte caratterizzante le imbarcazioni, di cui gli egizi danno grandi prove di conoscenza: in un passo del Libro dei Morti (ma qui sono io che sto sconfinando in un periodo troppo recente) il defunto per superare una delle prove del viaggio nell'aldilà (qui rigorosamente documentato via acqua), deve saper nominare tutte le parti di cui è composta l'imbarcazione.
    Può darsi che in qualche caso il loro riutilizzo abbia una valenza simbolica, ma secondo me, vista la differente tradizione delle due credenze funerarie, si tratta solo del razionale reimpiego di un prezioso materiale.

    Non mi dilungo oltre, non vorrei annoiare...



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    EgiTToPhiLo/a
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    00 15/10/2011 17:35
    Re: Re: Re: Re:
    No dai le gare no, [SM=g999108] ee neppure voglio portare cqua al mulino di nessuno, tranqui. Solo: se veramente la cultura egizia fosse la culla della falsa porta, devo pormi il problema dell'ideologia egiziana e delle eventuali somiglianze/dissomiglianze con le altre culture.

    il cruccio è questo.


    Come dice Kareni, che salta a piè pari il periodo dell'origine per tuffarsi in quello imperiale:
    "Seppur (per dirla alla Platone :) partecipano entrambe dell' idea di aldilà egiziano. "
    Non posso che essere d'accordo.


    E allora discutiamone, ma lascia perdere l'onore, è che siamo qui apposta

    [SM=g999103]


    La tipologia delle sepolture predinastiche ci rivela importanti indizi sulla metafisica egizia.
    Le tombe dei personaggi importanti sono costituite da una o più camere sotterranee trattate in modo da imitare il palazzo in cui costoro abitarono in vita, i muri sono rivestiti in mattoni crudi intonacati e dipinti, oppure coperti dalle tipiche stuoie usate per i tamponamenti.
    Quando esiste una sovrastruttura anch'essa è realizzata ad imitazione del palazzo, con il tipico motivo ad aggetti e rientranze, ma da nessuna parte vi è traccia di un passaggio per entrare.


    estremamente affascinante, ecco cosa intendevo poco sopra: nelle domus de janas neolitiche la situazione è esattamente la medesima: maniacale riproduzione delle dimore dei vivi; direi che anche nelle tombe etrusche successive, la situazione sia identica: quaindidirei che abbiamo già una costante in un ideologia panmediterranea, elaborata in Egitto.

    ancora non son riuscito a controllare la situazione per il mondo greco.
    @ Kareni ecco il sarcofago di haghia triada, con sulla destra, la porta:
    Sarcofago Minoico

    falsa porta in domus de janas

    falsa porta etrusca dipinta
    anche gli etruschi possedevano la tradizione del viaggio nell'al di là con la barca, a cui sovraintendeva una divinità assimilabile a Caronte.


    Ciò significa che il rituale non prevedeva in questa fase la rifrequentazione della tomba da parte di sudditi, parenti, celebranti e fedeli.


    ecco questa è una differenza importante, per le altre culture citate, non saprei dire, ma per qualla neolitica sarda, dovremmo essere all'opposto c'era una frequentazione e un uso comunitario della tomba nel neolitico, ma soprattutto in periodo nuragico.



    Nella tomba j del cimitero U di Umm el-Kab, datata al regno di Scorpione I (?XXXIV secolo a.C.) ci sono sottili fessure fra una stanza all'altra atte a permettere il passaggio del defunto, che possono essere intese come la forma embrionale dalla falsa porta come sviluppata in seguito.


    esistono foto?


    Questo modo di spiegare la vita dopo la morte appartiene ad un filone particolare della cultura egizia e proviene da una delle tante componenti amalgamate nella nazione faraonica e mai dimenticata (per questo ho parlato di "anime"),


    fammi capire un aspetto: nella regione geografica in cui si originò la dottrina del Ka, collima con la zona nella quale si originò la falsa porta, a partire dal Re Scorpione?


    La tradizione delle barche funerarie invece, ci è stata tramandata prima ancora dei modellini trovati nelle tombe, dai petroglifi del deserto, ben più abbondanti.
    Le navi graffite sulle pareti di roccia sembrano essere i mezzi di trasporto delle divinità, in un'epoca in cui (Toby Wilkinson nel suo La Genesi dei Faraoni parla di periodo Badariano!)


    anche qui, mi piacerebbe vedere una foto. la faccenda dell'arte rupestre egizia in cui sono dipinte navi, non la conoscevo. I nordici dell'età del bronzo facevano altrettanto.

    potresti quantificarmi in secoli il periodo badariano?
    il primo modellino di nave a quando risale?

    perdona il Quarto Grado.... [SM=x822714] ma tranquilla, non sei su Rete4 a parlare di omicidi.. [SM=g1619695]



    le divinità probabilmente erano gli antenati.
    In tali raffigurazioni, i viaggiatori al posto d'onore sulla barca sembrano assumere l'aspetto crisalidiforme che il dio Osiride avrà nel periodo dinastico, oppure appaiono sdraiati all'interno di una cabina allestita sul ponte, da cui escono solo i piedi.
    Se ti può interessare possiamo fare altre osservazioni sull'origine del viaggio del defunto nell'antico Egitto, perché c'è molto da dire, tutti questi particolari hanno condotto a particolari deduzioni.



    le sepolture in periodo badariano, in cosa consistevano? erano singole o comuni?

    in un passo del Libro dei Morti (ma qui sono io che sto sconfinando in un periodo troppo recente) il defunto per superare una delle prove del viaggio nell'aldilà (qui rigorosamente documentato via acqua), deve saper nominare tutte le parti di cui è composta l'imbarcazione.


    magari dirò una stupidaggine, ma questa forma di giudizio, si deve al fatto che il defunto, per viaggiare, doveva costruirsi da se la propria imbarcazione celeste? Ho letto che il libro dei morti serviva come pro-memoria proprio a questo: istruzioni per l'uso, in modo da raggiungere l'ultima dimora.

    quindi ci sta che contenesse anche le istruzioni per creare la barca; probabilmente seguendo la logica magica, mentre il defunto la citazione della componentistica della nave, equivaleva a costruirla per l'ultimo viaggio. Esiste qualcuno che abbia ipotizzato questo?


    Può darsi che in qualche caso il loro riutilizzo abbia una valenza simbolica, ma secondo me, vista la differente tradizione delle due credenze funerarie, si tratta solo del razionale reimpiego di un prezioso materiale.



    mmmmmmm mi consente di dubitare? reimpiego sì, ma mirato direi, soprattutto tenendo conto di quanto sopra. Bisognerebbe valutare caso per caso, ma suppongo che trasportare un ancora da reimpiegare in monumenti religiosi, avevsse anche un costo senz'altro superiore dal reperire pietre in loco. Se questo fosse, il senso del tuo discorso... [SM=x822713]


    Non mi dilungo oltre, non vorrei annoiare...



    che cavolo dici Willis?!
    [SM=x822723] [SM=x822723]

    bellissimo...grazie mille Pizia. attendo altre risposte come quetsa per un ulteriore quarto grado, se mi concedi sempre l'onore...





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