2° appuntamento con il gruppo S.A.T. di Lavarone che ringrazio ancora per la possibilità offertami e per l' ospitalità.
Roberto, l'addetto stampa, e Silvio il capogita nonché membro CNSAA, e l' amico Cambretta (spero sia giusto) mi hanno atteso per oltre un' ora a quota 2500... ma andiamo per ordine.
Sono partito alle 6.30 di sabato mattina, direzione Solda (384 km) e dopo 6 ore di viaggio senza sosta sono arrivato al parcheggio della funivia. Chiamo Roberto e gli dico che sto per arrivare. Mi cambio, prendo lo zaino e...la porta della funivia è chiusa (pausa pranzo)...vabbè aspetto 1 ora mentre mi gusto uno strudel con sullo sfondo i ghiacciai...stupendo...
Alle 14 prendo la funivia e arrivo a quota 2500 .
Saluto gli amici che gentilmente mi hanno aspettato e in 10 minuti scarsi siamo sul ghiacciaio...stupendo...non avevo mai visto prima ghiacciai così grandi e tutto sommato in ottima salute, complice anche la nevicata del giorno prima.
Subito ci leghiamo, ci ramponiamo e piccozziamo, e facciamo una cordata da 4. La salita non è difficile e la nostra meta è il rifugio Casati, quota 3269, prevediamo 2 orette e perciò siamo tranquilli.
Il ghiacciaio è abbastanza crepacciato perciò l' attenzione è obbligatoria.
Procediamo bene finché non arriviamo ad una selletta, poi scopriremo essere un po' troppo a destra di dove saremmo dovuti essere.
Scendiamo di quota (70/80 metri) per un sentiero rotto e ghiacciato in vari punti (fra l'altro abbastanza pendente 35-40° forse) e siamo nuovamente sul ghiacciaio che ci porterà al rifugio casati, posto ai piedi del monte Cevedale.
Nei pressi del rifugio si vedono ancora resti di un vecchio skilift usato nel passato per lo sci estivo...
Alla fine abbiamo impiegato 3 ore scarse ... in rifugio troviamo altri 6 del SAT di Lavarone che erano saliti prima, prendiamo posto nella cameretta da 6, e ammiriamo il panorama, davvero suggestivo.
Il rifugio è posto ai piedi del Cevedale e dall'altro lato spicca la normale del Gran Zebru', mi dicono essere una scalata per alpinisti seri.
Scatto un bel po' di foto e alle 18.30 cena, un po' di chiacchiere e alle 21.30 a letto. Dormire non è stato facile, anzi, penso di aver dormito 3 ore in tutto.
La quota non mi ha dato problemi né di affaticamento né di fisici; però i battiti erano più alti del solito (e non di poco) ed il respiro (almeno a letto) più affannoso e così la notte mi sono rigirato parecchio nella brandina, ma poi scopro che è stato per tutti così.
Sveglia alle 6, colazione alle 6.30 e alle 7.30 partiamo.
Il nostro gruppo ha fatto 3 cordate da 3 persone.
Il tempo è splendido, neanche una nuvola a 360°, il gran zebru' sempre lì maestoso, e il monte Cevedale davanti a noi...non è lontano.
Fa freddo, -6 al rifugio perciò io che son freddoloso son vestito come in pieno inverno.
La salita comincia prima oltrepassando alcune serie di crepacci, con leggera pendenza, poi c'è un pezzo in piano dove i crepacci non si vedono, anche perché stiamo salendo di quota e ci sono 20-25 cm di neve nuova, ottima, invernale, poi c'è il pezzo più impegnativo, una rampa inclinata e abbastanza esposta (mi dicono essere poco esposta) , a me ha fatto un po' di impressione, io direi sui 40° superata la quale si arriva praticamente sotto la cresta. Poi in breve si è sulla cima, seguendo una cresta non troppo affilata.
Tempo totale per salire i 500 metri , una ora e mezza.
Panorama da urlo, neanche a dire, ghiacciai a perdita d'occhio, mi hanno fatto vedere il giro delle 13 cime, (da fare chissà, fra qualche anno) . In quota 3769 c'è un vento pazzesco, ed io che sono abituato alla bora triestina direi raffiche di almeno 60/70 km/h. Stiamo fermi 30 minuti (anche troppo per i miei gusti) e procediamo in discesa.
Ancora più attenzione della salita nell’unico pezzo tosto, ed in un’oretta scarsa siamo nuovamente al rifugio.
Sono le 10.30, ci sono ancora cordate che stanno salendo, ma noi ci riposiamo un po’ e riprendiamo la discesa verso la funivia.
Percorriamo a ritroso quanto fatto il giorno prima, rimanendo però più bassi di quota per evitare il canalino rognoso.
In compenso ne troviamo un altro, in alcuni tratti vetrato, e procediamo legati utilizzando le punte dei ramponi per superare le difficoltà.
In 2 ore siamo alla funivia.
Saluto e ringrazio ancora gli amici del SAT Lavarone , con la promessa di organizzare, ormai per l’anno venturo, una gita nelle mie zone, le montagne friulane, e mi avvio perché la strada e lunga e trafficata, saranno 5 ore e mezza.
Stanco, cotto e stracotto, ma felice.
Dopo sto romanzo e le foto (che spero vi piacciano) aspetto numerosi commenti, repliche, insulti e quant’altro.
Stefano Pasca