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Razzismo, donna somala ingiuriata

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    00 03/10/2008 18:13

    Razzismo, donna somala ingiuriata
    e tenuta nuda per ore a Ciampino
    È stata accusata prima di rapimento di bambini, poi
    di traffico di clandestini, infine di traffico di droga


    ROMA - Amina Sheikh Said, una donna somala di 51 anni, sposata con l'italiano Luigi Mancuso, cittadina italiana, è stata «umiliata, maltrattata e oltraggiata, tenuta nuda per ore all'aeroporto di Ciampino». A denunciare il fatto è l'associazione Antigone.

    IN AEROPORTO - La donna, che tornava, a fine luglio, da un viaggio a Londra con quattro nipotini, «è stata accusata prima di rapimento di bambini, poi di traffico di clandestini, infine di essere un corriere della droga, ed è stata tenuta nuda per ore». Dopo quattro ore in cui personale dell'aeroporto ha cercato «ingiuriandola, chiamandola "negra" di convincerla ad una ispezione corporale, la donna - prosegue Antigone - è stata portata in ambulanza al Policlinico Casilino. La perquisiscono e non si trova niente. Nessuno le rilascia alcun verbale, delle perquisizioni effettuate non rimane traccia».

    IL RACCONTO - «Sono rimasta scioccata, non me lo aspettavo - ha poi raccontato la donna. Vivo in Italia dal 1984 ed una storia di razzismo come questa non mi era mai capitata e spero non mi capiterà più». In una conferenza stampa improvvisata nella sua abitazione al Villaggio Olimpico, al fianco del suo legale, Amina ha annunciato di aver sporto denuncia contro ignoti. «per ingiuria, minaccia, violenza privata, perquisizione arbitraria, con l'aggravante dell'odio razziale». «Non abbiamo fatto nomi - ha continuato - ma penso che il pubblico ministero abbia tutti gli elementi per recuperare i nomi delle persone coinvolte». Secondo quanto riferito dall'avvocato, membro dell'associazione Progetto-Diritti onlus che annuncia che se il processo andrà avanti si costituirà parte civile, l'operazione di verifica nei confronti della donna somala e di religione musulmana «è stata condotta congiuntamente da agenti della polizia di frontiera e dell'Agenzia delle Dogane» ha spiegato Santini. Accanto ad Amina, suo marito Luigi Mancuso, un giurista islamico che a Roma lavora nella Polizia Tributaria. Abdul Rahim Omar è il nome arabo dell'uomo di origine tunisina perché figlio di padre arabo. L'uomo, che all'aeroporto di Ciampino quel 21 luglio ha assistito a parte dell'episodio, ha raccontato di aver udito distintamente una delle tre donne che cercavano di perquisire la moglie dire: «Questa negra è pazza, se non fa quello che dico io la mando al centro per l'igiene mentale». Amina ha invece riferito di essere stata brutalmente offesa mentre cercava di opporsi alla perquisizione corporea. «Pazza negra ora ti meniamo, mi hanno detto» e ancora «te la faremo pagare».

    PRECEDENTI - Secondo Remo De Felice, dirigente dell'ufficio della polizia di frontiera aerea di Ciampino, «la donna somala ha precedenti specifici per traffico di stupefacenti. Per questo è stata sottoposta ad approfonditi accertamenti in aeroporto - spiega De Felice - perché aveva con sé quattro minori. Dai controlli è emerso che aveva precedenti specifici come 'ovulatrice' (chi trasporta droga nascosta in ovuli ingeriti). Per questo le è stato chiesto di sottoporsi a un'ispezione corporale». Ricostruzione smentita dall'avvocato Santini: «La mia assistita in passato non ha avuto alcuna condanna penale per possesso o uso di droga. E lo stesso vale per suo marito, che è stato assolto in un procedimento per differenti motivi. Nei loro confronti c'è stata solo una segnalazione per consumo di 'Chata edulis', una sostanza tipica somala blandamente eccitante che viene usata spesso alle feste o ai matrimoni locali da sempre lecita in Italia fino a qualche anno fa».


    03 ottobre 2008



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    Un altro caso "isolato"!