Previsioni sul futuro

Le Lettere di Berlicche

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    LettereDiBerlicche
    Post: 6
    Sesso: Femminile
    00 02/05/2008 00:18
    cap I

    Mio caro Malacoda,
    ho notato quanto mi dici sull'opportunità di dirigere le
    letture del paziente sottoposto alla tua cura, e di far sì
    che il più spesso possibile stia in compagnia di quel suo
    amico materialista. Ma non ti pare di essere un pochino
    ingenuo? Le tue parole fan pensare che tu sia d'opinione
    che la discussione sia il metodo per tenerlo lontano
    dalle grinfie del Nemico. Avrebbe potuto essere
    così se egli fosse vissuto alcuni secoli fa. A quei tempi
    gli uomini avevano una coscienza ancora abbastanza
    chiara di quando una cosa veniva provata e di quando
    no; e, se gli argomenti erano convincenti, la credevano
    veramente. Mantenevano ancora una relazione fra il pensare
    e l'agire, ed erano pronti, come risultato di una
    serie di ragionamenti, a mutar vita. Ma, un po' per
    mezzo della stampa settimanale, un po' con altre armi,
    siamo riusciti in gran parte a mutare questo stato di
    cose. Il tuo giovanotto è stato abituato, fin da ragazzo,
    ad avere nella testa una dozzina di filosofie irriconciliabili
    fra di loro, che danzano insieme allegramente. Non
    considera le dottrine come, in primo luogo, "vere" o
    "false", ma come "accademiche" o "pratiche", "superate"
    o "contemporanee", "convenzionali" o "audaci".

    Il gergo corrente, non la discussione, è il tuo alleato migliore
    per tenerlo lontano dalla chiesa. Non perder
    tempo nel tentare di fargli pensare che il materialismo
    è vero. Mettigli in mente che è forte, o robusto, o coraggioso
    - che è la filosofia del futuro. È di questo che
    si preoccupa.
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    LettereDiBerlicche
    Post: 6
    Sesso: Femminile
    00 25/05/2008 20:57


    IV.


    Mio caro Malacoda,
    le proposte da dilettante che appaiono nella tua ultima
    lettera mi suggeriscono che è ormai tempo che ti scriva
    esaurientemente sul penoso argomento della preghiera.
    Avresti potuto fare a meno di dire che il mio consiglio
    relativo alle sue preghiere per la madre « si è dimostrato
    singolarmente sfortunato ». Non sono cose che un
    nipote dovrebbe permettersi di scrivere a suo zio - e
    neppure un tentatore jr al Sottosegretario di una sezione.
    Quel tuo modo di fare rivela pure un desiderio
    spiacevole di scaricare le responsabilità. Devi imparare
    a pagare per le tue balordaggini.
    La cosa migliore, se fosse possibile, sarebbe di tenere
    il paziente completamente lontano da qualsiasi seria intenzione
    di pregare. Quando il paziente è un adulto riconvertito
    da poco al partito del Nemico, come il tuo
    giovanotto, la cosa migliore è di incoraggiarlo a ricordare,
    o di fargli pensare che ricorda il modo pappagallesco
    con il quale pregava quand'era fanciullo. Come
    reazione a ciò lo si potrebbe persuadere a tendere a
    qualcosa che sia del tutto spontaneo, interiore, non formalistico,
    non regolarizzato. Ciò, per un principiante
    come lui, significherebbe di fatto uno sforzo per produrre
    in se stesso un umore vagamente devoto in cui
    non avrebbe parte alcuna la vera concentrazione della
    volontà e dell'intelletto. Uno dei loro poeti, il Coleridge,
    ha lasciato scritto che egli non pregava « movendo le
    labbra e piegati i ginocchi », ma semplicemente con
    « lo spirito composto nell'amore » e indulgendo a « un
    sentimento di supplica ». Esattamente il genere di preghiera
    che vogliamo noi. E dal momento che esso presenta
    una rassomiglianza superficiale con la preghiera
    del silenzio praticata da coloro che sono assai progrediti
    nel servizio del Nemico, pazienti intelligenti e pigri possono
    venire irretiti da un tal genere di orazione per un
    tempo considerevole. Almeno li si può convincere che
    la posizione del corpo non ha influenza alcuna sulle loro
    preghiere; poiché essi dimenticano costantemente ciò
    che tu devi sempre ricordare, vale a dire che sono animali
    e che qualunque cosa i loro corpi facciano incide
    sulle loro anime.



    È buffo che i mortali ci rappresentino
    sempre come esseri che mettono loro in testa questa o
    quella cosa: in realtà il nostro lavoro migliore consiste
    nel tenere le cose fuori della loro testa.

    Se questo non riesce, devi ripiegare sopra un più sottile
    indirizzo sbagliato della sua intenzione. Ogni volta
    che essi stanno servendo direttamente al Nemico noi
    siamo sconfitti, ma vi sono molte maniere per impedire
    loro di farlo. La più semplice è di stornare il loro sguardo
    da Lui verso loro stessi.



    Fa' in modo che si preoccupino
    della loro mente tentando di suscitarvi sentimenti
    per mezzo della volontà.
    Quando avessero intenzione di
    chiedere a Lui la carità, fa' in modo, invece, che comincino
    a tentare di fabbricarsi da sé sentimenti caritatevoli
    senza aver coscienza di ciò che stanno facendo. Quando
    avessero l'intenzione di pregare per ottenere il coraggio,
    fa' in modo che di fatto si sforzino di sentirsi coraggiosi.
    Quando dicono che stanno pregando per
    ottenere il perdono, fa' in modo che si sforzino di sentirsi
    perdonati. Insegna loro a stimare il valore di ciascuna
    preghiera a seconda del successo di essa nel produrre
    il sentimento desiderato. E che non abbiano mai il sospetto
    che un successo o un insuccesso di quel genere
    dipendono in gran parte dal fatto che in quel momento
    si sentono bene o si sentono male, sono pieni d'energia
    oppure stanchi.


    Ma è chiaro che nel frattempo il Nemico non starà
    in ozio. Dove c'è preghiera c'è il pericolo della sua azione
    immediata. Egli è cinicamente indifferente alla dignità
    della Sua posizione, e della nostra, come puri spiriti,
    e agli animali umani che si mettono in ginocchio.
    Egli riserva la conoscenza di se stessi senz'alcun ritegno.
    Ma, dato pure che riesca a sconfiggere il tuo primo tentativo
    di direzione sbagliata, noi possediamo un'arma
    più sottile. Gli esseri umani non partono da quella percezione
    diretta di Lui che noi, sfortunatamente, non
    possiamo evitare. Essi non hanno mai conosciuto quella
    orrenda luminosità, quel bagliore lacerante e bruciante
    che forma lo sfondo del dolore perenne della nostra vita.
    (...)
    Ma di qualsivoglia
    natura sia quell'oggetto composto, bisogna che
    egli si fissi nel pregare ad esso — a quella cosa che egli
    stesso ha fatto, non alla Persona che ha fatto lui, che
    lo ha fatto uomo.
    Puoi giungere fino a incoraggiarlo a
    dare grande importanza alla correzione e al miglioramento
    dell'oggetto composto, e al tenerlo sempre fisso
    davanti all'immaginazione durante tutto il tempo della
    preghiera. Poiché, se mai giunge a fare la distinzione,
    se mai, con piena avvertenza, 'dirige le sue preghiere
    « non a ciò che io penso che tu sia, ma a ciò che tu sai
    di essere », la nostra situazione diventa, per quel momento,
    disperata. Una volta che tutti i suoi pensieri e
    tutte le sue immagini vengono cacciate da parte, o, se
    ancora ritenute, ritenute con la piena cognizione della
    loro natura puramente soggettiva, mentre pone la sua
    fiducia in quella Presenza perfettamente reale, esterna,
    invisibile, là nella stanza con lui, e che egli non conoscerà
    mai come invece viene conosciuto da essa - be',
    allora è proprio il momento che può capitare l'incalcolabile.


    Nel lavoro onde evitare codesta situazione - codesta
    vera nudità dell'anima in preghiera — sarai aiutato
    dal fatto che gli stessi uomini non la desiderano tanto
    quanto suppongono. Sì, esiste quella cosa che consiste
    nell'ottenere più di quanto s'è contrattato!
    Tuo affezionatissimo zio


    Berlicche

    Maura



    (Clive Staples Lewis 1898-1963, Le Lettere di berlicche, 1942)
    "è importante esserci, più importante condividere ma più di tutto lo è testimoniare"

    "Ogni regime totalitario è iniziato con la soppressione della libertà religiosa."
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    LettereDiBerlicche
    Post: 6
    Sesso: Femminile
    00 08/06/2008 01:26
    ​​​​ pag. 125,126 - uno degli spunti più interessanti. Quante volte
    abbiamo sentito l'espressione "guarda cosa è un realtà" riferendosi ai
    soli fatti fisici... Attenzione al termine "emotività"





    Probabilmente le scene delle quali è ora spettatore (parla della
    guerra) non offriranno materiale per un attacco intellettuale contro
    la,sua fede - i tuoi insuccessi precedenti ti hanno reso incapace di
    ottenere questo. Ma c'è una specie di attacco contro le emozioni che si
    può ancora tentare. Consiste nel fargli sentire, quando vedrà per la
    prima volta brandelli d'uomo appiccicati al muro, che questo è « ciò
    che il mondo è in realtà » e che tutta la sua religione non è che fantasia.
    T'accorgerai che noi li abbiamo completamente annebbiati sul
    significato della parola "realtà". Si dicono fra di loro, di qualche
    grande esperienza: « Tutto ciò che in realtà avvenne fu che tu hai
    ascoltato una musica in un palazzo illuminato »; qui "realtà" significa
    i nudi fatti fisici, separati dagli altri elementi nell'esperienza che
    hanno provato di fatto. D'altra parte, diranno anche: «Va tutto
    bene discutere quel tuffo dall'alto mentre stai qui seduto in poltrona,
    ma vacci tu là, e vedrai che cosa è in realtà »
    : il termine "realtà"

    viene usato in questo caso nel significato opposto, e vuol dire non i
    fatti fisici (che essi già conoscono mentre stanno discutendo seduti
    sulla poltrona) ma l'effetto emozionale che quei fatti avranno
    sulla coscienza umana. Entrambe le applicazioni del termine potrebbero
    essere difese: ma è nostro compito fare in modo che i due vadano
    insieme, sicché il valore emotivo della parola "realtà" possa essere
    messo una volta su una parte del conto, e un'altra volta sull'altra
    parte, come capita che ci convenga. La regola generale che abbiamo
    abbastanza ben radicata fra loro è che in tutte le esperienze che
    possono renderli più felici o migliori
    , soltanto i fatti fisici sono "reali", mentre gli elementi spirituali sono "soggettivi"; in tutte le esperienze che possono dar loro un senso di depressione, o corromperli, gli elementi spirituali sono la principale realtà e ignorarli significa essere di coloro che vogliono evadere.

    Così, nella nascita il sangue e il dolore sono "reali", mentre il godimento è un puro punto di vista soggettivo; nella morte il terrore e la bruttezza rivelano ciò che la morte "realmente significa". L'odiosità di una persona odiata e "reale" - nell'odio si vedono gli uomini come sono, senza pericoli d'illusioni; ma l'amabilità
    di una persona amata è soltanto una nebbia soggettiva che nasconde un
    "reale" intimo nucleo di appetito sessuale e di associazione economica
    . La guerra e la povertà sono "realmente" orribili; la pace e l'abbondanza puri fatti fisici sui quali avviene che gli uomini abbiano certi sentimenti. Le
    creature si accusano continuamente fra di loro di voler « mangiare la
    torta e di mantenerla intatta »: ma grazie alle nostre fatiche si
    trovano più spesso nella spiacevole situazione di pagare per la torta e
    di non mangiarla.
    II tuo paziente, trattato come si deve, non
    avrà difficoltà alcuna a considerare la sua emozione alla vista delle
    viscere umane come una rivelazione di "realtà", e la sua emozione alla
    vista di bambini felici o del bel tempo come puro sentimentb>

    Maura



    (Clive Staples Lewis 1898-1963, Le Lettere di berlicche, 1942)
    "è importante esserci, più importante condividere ma più di tutto lo è testimoniare"

    "Ogni regime totalitario è iniziato con la soppressione della libertà religiosa."
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    LettereDiBerlicche
    Post: 6
    Sesso: Femminile
    00 08/06/2008 01:27
    ​​​




    pag. 99,100 - l'identità religiosa costruita non da dentro ma a
    partire. L'idea di appartenere ad un circolo chiuso. Brutta tentazione!
    Brutta idea!






    Qui il successo dipende dal confonderlo. Se tenti di renderlo
    esplicitamente orgoglioso di essere cristiano, probabilmente farai
    fallimento. Gli ammonimenti del Nemico sono conosciuti troppo bene. Se,
    d'altra parte, lasci cadere del tutto l'idea del "noi cristiani" e gli
    suggerisci la compiacenza unicamente nel « suo gruppo », non
    produrrai in lui il vero orgoglio spirituale, ma soltanto una vanità
    sociale, che è, al paragone, un orpello, un peccatuccio da nulla. Tu
    devi fare in modo che un sottile felicitarsi si infiltri in tutti i
    suoi pensieri senza mai permettergli di sollevare questa domanda: « Di
    che cosa, precisamente, mi sto congratulando? ». L'idea di appartenere
    a un circolo chiuso, di far parte di un segreto, è molto dolce al suo
    palato. Pizzica quel nervo.
    Insegnagli, usando dell'influenza di codesta ragazza quando è nei momenti di maggiore stupidità, ad assumere un'aria di divertimento per le cose che dicono gli infedeli. Alcune teorie con le quali può venire in contatto nei moderni ambienti cristiani possono dimostrarsi qui di grande aiuto; le teorie, intendo dire, che ripongono

    la speranza della società in qualche circolo chiuso di "dotti", in qualche minoranza educata di teocrati. Non è affar tuo se quelle teorie sono vere o false. La cosa più importante è di fare del cristianesimo una religione misteriosa nella quale egli si senta uno degli iniziati.

    [Modificato da LettereDiBerlicche 08/06/2008 01:30]

    Maura



    (Clive Staples Lewis 1898-1963, Le Lettere di berlicche, 1942)
    "è importante esserci, più importante condividere ma più di tutto lo è testimoniare"

    "Ogni regime totalitario è iniziato con la soppressione della libertà religiosa."