Grazie per la lettura.E' singolare come i due "maschietti" evidenzino l'aspetto "tecnico" della poesìa, mentre le "ladies" manifestino espressioni che vanno oltre la forma.
Vedrò quanto prima,Rosanna, di raccontare qualche fiaba con prati verdi e magari qualche animaletto briccone.
Tina, hai perfettamente ragione.La vita è talmente ricca di imprevisti e mutazioni che nel momento in cui credi di essere nel "giusto" qualcuno ha già eretto nuove croci alle quali...legarti!Anche se, per quanto ti sforzi, non ne capisci il motivo, ma tant'è...
A Magda voglio raccontare la storia di uno dei miei primissimi amori:le pesche.Mi innamorai di loro appena le conobbi, da bambino, al punto che andavo persino a rubarle nell'orto del parroco.Detestavo, è vero, quell'OSSACCIO che portavano dentro, e che toglieva spazio alla polpa, ma poi capii che quella "cosa" era parte integrante del frutto, e se amavo le pesche dovevo accettarle così come erano state create.Senza quell'osso, ingombrante e fastidioso non sarebbero state pesche, ma qualcos'altro.Così continuai a rubarle nell'orto del parroco.Qualcuno mi disse che quell'osso conteneva una minima parte di cianuro, ma che importava? Ormai avevo capito che amare una pesca voleva dire amarla così com'era, osso compreso...
Giorgio
...regalerò a un menestrello
l'armonìa delle mie parole
che ne faccia Poesìa.
Io sarò senza suoni,
ma quel menestrello
mi racconterà...
Merlino