00 31/05/2005 22:50
Il termine potrebbe derivare da merenghè, che era il nome di un dolce tipico dominicano, fatto con uova e zucchero. Secondo alcuni dizionaristi (Devoto-Oli) siamo in presenza di una voce creola, derivata dal francese 'meringue' che significa meringa. Altri studiosi scrivono merenguè, per sottolinare il legame con la lingua francese.

Ho trovato il termine merengue in un tango di Enrique Santos Discepolo, datato 1935, intitolato Cambalache (Bottega del rigattiere): "Vivimos revolcados en un merengue y en el mismo lodo todos manoseaos". (muraca elisabetta, Il Tango. Sentimento e Filosofia di Vita, Milano, Xenia, 2000). In questo verso merengue significa pasticcio ("Viviamo rivoltati in un pasticcio e nel medesimo fango tutti sporchi").

Tre ipotesi sulle origini:

Il merengue era ballato dagli schiavi di origine africana che, a decorrere dalla metà del 1500, furono portati a lavorare in catene nei campi di canna da zucchero, sotto la dominazione spagnola, in quell'isola che oggi si chiama Repubblica Dominicana. Le catene ai piedi non consentivano grandi movimenti; ma non impedirono di inventare il passo del merengue, che consisteva nel trasferire ritmicamente il peso del corpo da un piede all'altro.

Il tipico passo 'trascinato' fu lanciato (si fa per dire) da uno schiavo che era insorto contro gli Spagnoli ed era rimasto ferito ad una gamba: durante una festa in suo onore si era esibito nel ballare, nonostante l'invalidità. Gli amici lo imitarono nei movimenti e, senza volerlo, inventarono un nuovo ballo.

Prima ancora di essere ballato nell'isola dominicana, il merengue era stato inventato ad Haiti.

La Repubblica Dominicana è uno Stato dell'America Centrale che occupa la parte centro-orientale dell'isola di Hispaniola (nella parte occidentale abbiamo la Repubblica di Haiti). L'isola di Hispaniola (la seconda come grandezza delle Grandi Antille) fu scoperta da Cristoforo Colombo nel 1492, quando era abitata da popolazioni caribi. Con l'occupazione spagnola la popolazione fu decimata dalle repressioni e dalle malattie. Nell'ambito della politica coloniale della Spagna, l'intera isola fu trasformata in colonia: a tale fine furono introdotti consistenti gruppi di schiavi africani che si portarono appresso le abitudini ritmiche e coreiche. Con il trattato di Ryswick del 1697, la parte occidentale fu ceduta dalla Spagna alla Francia. Da quel momento si determinò sull'isola una duplice linea di sviluppo razziale: la parte francese (Haiti) vide la predominanza negra; la parte spagnola (Repubblica Dominicana) favorì la componente creola. Nel 1795, la Repubblica Dominicana passò alla Francia, con il Trattato di Basilea. Nel 1801 il capo dei negri di Haiti, Toussaint Louverture, occupò Santo Domingo, unificando il governo di tutta l'isola. La storia successiva è ancora lunga, piena di guerre e di rivolte, fino ai nostri giorni. Ma a noi interessa fermarci nel momento in cui la repubblica Dominicana divenne francese, perchè fu proprio allora (come pare) che fu introdotto, da Haiti, il merengue di derivazione africana. Questo ballo fu molto amato dalla popolazione creola, che lo adottò come proprio e lo sviluppò, trasformandolo nella danza più importante dell'intera comunità. Ci sono prove che già nel 1918, il merengue era ufficialmente riconosciuto nel mondo come ballo tradizionale della Repubblica Dominicana.

Il merengue ha avuto nel corso dei secoli una triplice impostazione:

ballo di gruppo

ballo di coppia

ballo individuale

Come ballo di gruppo, era finalizzato al corteggiamento: si formava un cerchio di uomini e donne, possibilmente alternati, e in mezzo si poneva (a turno) una giovane donna in età da marito. Mentre il cerchio si muoveva sul ritmo musicale, i vari maschi della compagnia lanciavano il proprio cappello verso la donna posta al centro. La quale decideva se accogliere o meno il cappello del pretendente che di volta in volta si proponeva.

Come ballo di coppia ha mantenuto le caratteristiche sensuali ed erotiche della danza di corteggiamento. Naturalmente c'è stata, nel tempo, una evoluzione coreografica, non sempre condivisa: inizialmente il ballo si svolgeva in un contatto permanente (corpo a corpo) di dama e cavaliere. La guida, da parte dell'uomo, era esclusivamente corporea. Non esistevano (e non servivano) figure codificate. In altre parole, si trattava di una danza senza vincoli: istinto e fantasia erano il carburante naturale per un ballo avente come oggetto e come scopo l'amore in senso fisico. Attualmente il merengue si presenta con un corredo di centinaia di figure, elaborate a livello mondiale. Secondo alcuni questo è un arricchimento della danza; secondo altri, è uno snaturamento. Sta di fatto che oggi ci siamo abituati a vedere, sempre più spesso, cavalieri che dimostrano la loro abilità nel gestire il corpo della dama attraverso giri, contro-giri, arrotolamenti, volteggiamenti, casquè, ecc.

Come ballo individuale ha conservato il valore simbolico di danza libera che, su un unico passo base, consente di eseguire tutta una serie di movimenti improvvisati.

Dal punto di vista musicale, diversi sono stati gli strumenti utilizzati per tale ritmo (2/4, sincopato, molto veloce). All'inizio del XX secolo, oltre al tamburo e all'organetto, per accompagnare l'immancabile voce solista, si usava il guiro (cubano) che si componeva di due elementi:

una zucca vuota che in superficie portava un foro e delle striature,

una bacchetta di legno che, sfregata sulle striature, produceva un suono particolare.

Dopo il 1930 il merengue recepì elementi di jazz che ne arricchirono la composizione; e come ballo fu usato anche su basi di samba e ritmi afro-cubani in genere.

Nella Repubblica Dominicana il merengue divenne danza nazionale agli inizi del Novecento. Il ballo era amato da larghi strati della popolazione, per diversi motivi: era coinvolgente, di facile esecuzione e, soprattutto consentiva ai partners di danzare abbracciati. Questo modo di ballare piaceva particolarmente ai giovani perchè favoriva indubbiamente il corteggiamento in un contesto di naturale intimità. Leggiamo ne L'abc del ballo (Milano, Mondadori, 1997) che, una volta constatato il favore che tale ballo "incontrava presso la gente locale, il dittatore Radamès Leònidas Trujillo y Molina, che guidò la Repubblica Dominicana dal 1930 al 1961, decise di favorire la nascita di alcune orchestre di merengue. L'iniziativa sortì l'effetto che, a partire dagli anni '50, il ballo si diffuse nei vicini Stati Uniti e poi in Europa". Gli autori Regazzoni, Rossi, Sfragano ricordano, infine, che "negli anni '70, il cantante Johnny Ventura e il musicista Wilfrido Vargas propongono un merengue quasi sfrenato e più disinibito nei movimenti" Da quando è diventato un ballo di moda, è stato sottoposto ad accurati trattamenti estetici e stilistici: sono state codificate precise figure con tanto di passi contati e concatenati fra di loro. Ciò non toglie comunque spazio alla inventiva dei ballerini. Basti pensare che, oltre che nelle balere, da qualche anno, è entrato regolarmente nelle discoteche.

Da quando è diventato un ballo di moda, è stato sottoposto ad accurati trattamenti estetici e stilistici: sono state codificate precise figure con tanto di passi contati e concatenati fra di loro. Ciò non toglie comunque spazio alla inventiva dei ballerini. Basti pensare che, oltre che nelle balere, da qualche anno, è entrato regolarmente nelle discoteche.

Il MERENGUE è inserito, assieme a MAMBO e SALSA nella disciplina italiana denominata DANZE CARAIBICHE, secondo l'articolazione voluta dalle Associazioni dei Maestri di ballo che costituiscono il CIDS. La FIDS, invece, ha istituito la disciplina BALLI SUDAMERICANI, aggiungendo alle tre danze suddette Bachata e Rueda. La IDO (International Dance Organization) inserisce i tre balli Mambo, Merengue, Salsa nel gruppo DANZE TRADIZIONALI INTERNAZIONALI, assieme ad altre danze (vedi settore IDO&WRRC).






Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana e non sono sicura della prima