00 22/10/2004 12:36
SANGUE MUTO DALL'UNIVERSO
Ed entravo nel particellare sanguinolento vibrare del mondo!!

Cosa sappiamo noi?
Nulla.... elementi di base, triste monotonia dell'essere provato e dimostrato.... Elementi di base in forme differenti.

Nel dimostrare scientificamente le ora viola fusioni di colore e profumo, da una massa dimensionale sopra lo spirito e concreto come il tatto ora si può arrivare a deriderne l'inutile futilità.

Ed entravo mentre io scorrevo ai lati di me stesso, abbandonando qualcosa di me per ritrovare quello che da sempre perdevo.

E non ero più io...
Nello stupore della drammaticità sicura del nostro sentire, affiorano i primi bisbigli di vita e i loro occhi sono tutti vicini...

Potrò mai capire il perchè la paura non mi apparteneva e vagava informe, liquida, già unita e parte integrante del mio nuovo mondo?
So ora che era li per me...

Salta, descrivi.. maneggia la mia coda!
Quì ora si possono sprigionare le creature del soffitto nero della psiche, i guardiani del dolore assordante...

Ciechi, incappuccaiti.. dalla pelle di legno bagato...

Tra le rovine scolpite nell'ossatura del pianeta si accendono gli intagli del sonno ed inducono sangue nero coaugulato su pietre dal riflesso spettrale e rassicurante.

Viaggiano senza leggi che regolano la successione temporale, discernendo il possibile dall'impossibile, carri di velluto con passeggeri ululanti.
Si affacciano senza prospettiva al calare,ad ogni cambiamento di luce e sussurrano al cervello parole mute di profumo incomprensibile.

Io so.

So che un giorno smisi di dormire la notte e incominciai ad essere perseguitato da un' unico grande strillo di dolore e sofferenza che proveniva dallo spazio.

So che una volta esisteva su un lontano pianeta una cosa strana che io sento turba ancora adesso i miei sogni.
Essa era una roccia sognante, che un giorno sanguinò di dolore e dovette piangere.

Un pietra verde ricoperta di foglie perenni.
Immobile e slenzioso il masso vegliava sui cattivi giochi di un bosco alieno tetro e minaccioso e lo rimproverava ad ogni suo gigno perverso di divertimento sul dolore provocato alle creature viventi che abitavano il bosco.

Il verde masso precipitato dal cielo fendeva la filtra coltre di tenebra che le foglie schiave richiamavano a se e un solo grande fascio di luce pulita affondava la sua perfetta linerità divina nel cupo buio spesso che il bosco emanava sbadigliando come la lama di una spada nella carne di un terribile mostro del male.

Poi il masso venne fatto tacere dalle piante deformi che formavano il bosco e dai nuovi fiori e le nuove piante terribilmente malformate ed esso non potè più sfdare con il suo amore quella cattiveria aleggiante del pianeta.

E così gli esseri vennero strappati in due e dilaniati dalle punte coriacee delle radici stupide.
E altre soffocate e altre ancora bruciate e spellate di tutta la loro incredibile e reale esistenza.

Poi il loro sangue si mescolò con il terriccio del bosco e venne impastato come da una grande mano violenta.
Il bosco bevvè i loro liquidì e masticò le loro vite che si spensero nel dolore.

A quel punto ricominciai a dormire sonni tranquilli...