Due passi nel Mistero Archeologia misteriosa,simbologia,scienza,calendario eventi...

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    Marisa2003
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    00 13/04/2003 22:04
    ROMA - IL MISTERO DELLA MASCHERA D'APOLLO
    E' il ritrovamento del secolo, un tesoro del passato come in Italia non se ne sono mai visti. Davanti alla maschera d'Apollo e ai reperti in avorio presentati a Roma, gli esperti e il ministro Giuliano Urbani restano senza parole. Per il Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico e' un altro successo dopo una lunga indagine.

    Mentre il caso e' ancora aperto, il ministro e il comandante Ugo Zottin hanno mostrato alla stampa gli straordinari reperti (ora all'Icr per il restauro) recuperati a febbraio, che hanno come precedenti solo le tre teste d'avorio, rinvenute a Delfi prima della seconda guerra mondiale.

    Per fattura, materiale (statue d'avorio erano molto rare in antichita' e per la loro fragilita' sono giunte fino a noi solo in pochissimi casi) e tecnica, il ritrovamento e' di eccezionale valore, ma i reperti, relativi ad almeno due figure, sono ancora avvolti nel mistero. Anche perche' la vicenda giudiziaria che ha riportato in Italia un centinaio di frammenti di varie dimensioni, tra cui appunto la maschera crisoelefantina, braccia, mani di squisita fattura, e' ancora in pieno sviluppo. Le prime voci a conferma dell'esistenza di questo tesoro, trafugato da una tomba e finito nei canali del mercato illecito, sono arrivate ai carabinieri del Nucleo di Tutela nel 1998, ha detto il comandante Zottin, anche se il fatto era noto da diversi anni.

    Mentre le indagini si estendevano su tutto il territorio nazionale, in Germania, Svizzera, Cipro, le confessioni di un tombarolo hanno portato sulle tracce del detentore che i carabinieri del Nucleo per la Tutela hanno individuato in Gran Bretagna.

    Intanto scavatori clandestini, ricettatori e trafficanti d'arte sono stati messi sotto inchiesta dalla Procura della Repubblica di Roma, anche se per fare chiarezza sono altresi' necessarie nuove indagini sui reperti e sul luogo del ritrovamento. Secondo il tombarolo, la meravigliosa Maschera d'Apollo sarebbe venuta alla luce nella zona di Anguillara o nel comune di Roma. Saranno presto lanciate nuove campagne di scavi, ha detto il ministro Urbani, ''al fine di portare alla luce quanto piu' possibile i tesori che il nostro sottosuolo conserva e sottrarre cosi' simili reperti all'attivita' criminale e al mercato illecito''.


    Ma sara' fondamentale individuare il punto esatto dove sono stati rinvenuti i reperti in avorio per capire in che contesto erano collocate le statue. In Italia non si e' mai visto niente del genere, ha detto Antonio Giuliano incaricato da giudice per la perizia, e ci vorranno molti studi e 3 anni di rilevamenti per cominciare a capirci qualcosa. La datazione e' incerta. Puo' trattarsi di un originale greco del III secolo a.C., come di una copia romana del IV secolo d.C., solo la diagnostica sul delicatissimo avorio potra' dire qualcosa. Per forgiare quel volto, gli artisti antichi si sono comunque serviti di avorio non fossile, probabilmente animale, un'unica zanna di elefante di dimensioni eccezionali, lunga 2,5 metri. La statua di Apollo, destinata forse ad una dimora imperiale, doveva essere alta un paio di metri e ricoperta d'oro (come la leggendaria Atena di Fidia), con pietre preziose al posto degli occhi. Le decorazioni auree in nessun caso hanno superato le razzie dei secoli.
    Dopo il restauro, ha detto Urbani, i reperti potrebbero essere esposti al pubblico e si stanno valutando i luoghi piu' idonei.
    Fonte: ANSA
    Articolo inserito il 31/03/03



    MESSICO - Coltivazioni a terrazze.
    Con il declino della popolazione, si è innescata l'erosione del terreno.
    Quando la popolazione di una regione aumenta eccessivamente, sembra naturale che la terra ne soffra: la deforestazione, per esempio, porta all’erosione dello strato superficiale del suolo. Un gruppo di ricercatori ha scoperto che nell’antico Messico è avvenuto l’esatto contrario: il paesaggio è andato in pezzi quando la popolazione è drasticamente calata.
    Il popolo di Tarascan ha dominato il Messico occidentale per secoli, fino all’arrivo degli Spagnoli. La terra, a quel tempo, era in condizioni pessime, ma finora non ne erano mai state individuate le cause. Recentemente, grazie all’abbassamento delle acque di 10 metri nel lago Pátzcuaro, l’archeologo Christopher Fisher della Kent State University dell’Ohio ha potuto investigare la storia dell’erosione in quell’area negli ultimi 2000 anni.
    Fra il 120 e il 775, mentre venivano costruiti i villaggi, i sedimenti sono finiti nel lago a un tasso di 15 millimetri all’anno. In seguito, l’erosione è calata anche del 90 per cento, nonostante la popolazione della zona continuava a crescere da 20 fino a più di 300 abitanti per chilometro quadrato. Fisher ritiene che l’introduzione delle terrazze permise agli abitanti di coltivare il terreno senza provocare ulteriore erosione.
    Ma dopo l’arrivo degli europei, attorno al 1520, la situazione mutò in modo drammatico. I tassi di erosione salirono alle stelle, nonostante la popolazione fosse stata decimata dalle malattie portate dagli spagnoli.
    Secondo Fisher, proprio il calo della popolazione fu la causa della sciagura: non erano rimaste abbastanza persone per mantenere in funzione e in buono stato le terrazze. I muri si sgretolarono e non contennero più l’erosione, ricoprendo di sedimenti il fondo del lago. Come se non bastasse, nel secolo successivo le piogge più pesanti e le orde di maiali introdotte dall’Europa peggiorarono la situazione.
    Fonte: Le Scienze
    Marisa
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    Marisa2003
    Post: 51
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    00 16/04/2003 20:41
    ERCOLANO (NA) - APRE LA "VILLA DEI PAPIRI"

    Un finanziamento straordinario permise l’avvio dell’iter preparatorio dello scavo a cielo aperto di un settore della villa dei Papiri di Ercolano e dell’antico Lido. Gli scavi sono stati eseguiti, fra il 1996 ed il 1998, su un’area di circa 14 mila metri quadrati posta nel cuore della moderna città. Il complesso è a 30 metri sotto l’abitato moderno, a 4 metri sotto il livello del mare (la linea di costa antica sprofondò in seguito all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.) e incide su una falda acquifera. Elementi questi che tanto hanno fatto discutere sull’opportunità di quest’operazione. Lo sbancamento, inevitabile per il recupero, è di forte impatto. Un sistema di pompe di aspirazione perennemente in funzione è elemento determinante per la conservazione del sito. L’area di scavo è stata riconsegnata formalmente alla Soprintendenza Archeologica di Pompei (SAP) nell’agosto del 1999. Sono stati necessari due interventi di bonifica ambientale, realizzati a partire dall’estate del 2002, e la sinergia tra regione Campania, SAP e Comune di Ercolano, per permettere l’accesso ai visitatori. Il presidente Carlo Azeglio Ciampi ha inaugurato il percorso nel gennaio di quest’anno seguito dal principe Carlo d’Inghilterra. Da sabato 1 marzo, rivivrà e si ripopolerà, dopo duemila anni, la villa dei Papiri, o dei “Pisoni”, dal nome del presunto proprietario Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, nota per i suoi rotoli carbonizzati che una volta aperti hanno restituito testi greci d’inestimabile valore. Aperti al pubblico: il piano inferiore con ambiente affrescato, il piano nobile con atrio e mosaici, la Natatio con Ninfeo e altre strutture appartenenti alle insulae nord occidentali dove è visibile anche lo scheletro di un cavallo.
    Al percorso si potrà accedere solo attraverso la prenotazione online da effettuarsi sul sito della società Arethusa.
    Un cantiere archeologico diventa meta di turismo e intanto proseguiranno i lavori di recupero affidati ad un team delle università di Napoli e Roma tre. Sono attualmente in corso ricerche volte a produrre uno studio di fattibilità per lo scavo archeologico nella sua interezza, per la cui realizzazione è necessario un riassetto dell’attuale tessuto abitativo di Ercolano e Portici che non può non tener conto del paesaggio storico vesuviano e della sua conformazione morfologica.
    L’evento apertura però non si limita alla fruizione del sito archeologico. I reperti rinvenuti recentemente ad Ercolano, tra cui la Testa di Amazzone e la Statua di Hera, saranno esposti per la prima volta al pubblico in occasione della mostra: Storie da un’eruzione – Pompei, Ercolano, Oplontis che si inaugurerà il 20 marzo prossimo al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
    http://www.arethusa.net



    Articolo inserito il 16/04/03
    SOMMA VESUVIANA (NA) - Imponenti strutture di una villa romana.
    Nel settembre del 2002 si sono svolti i primi scavi della villa romana detta "augustea" in località Starza della Regina attribuita dall'archeologo M. Della Corte all'imperatore C. Ottaviano Augusto.
    La villa già portata alla luce negli anni del ventennio fascista, ma in seguito abbandonata, è stata oggetto di interesse archeologico e scientifico non solo da parte di studiosi italiani, come i docenti A. De Simone e U. Pappalardo, ma anche da parte dagli archeologi dell'Università di Tokyo che attualmente sono i promotori del progetto di scavo. Finora è stato portato in luce un imponente portico costituito da archi a tutto sesto sorretti da quattro pilastri in trachite binati, alcuni resti degli architravi e un capitello corinzio.
    I lavori di scavo riprenderanno nella prossima estate.



    NOLA (NA) - Nuovi ritrovamenti nella necropoli in località Torricelle
    Una nuova struttura funeraria di età romana è stata scoperta grazie a dei lavori di pubblica utilità.
    Nell'area archeologica sono presenti ben due mausolei funerari in opera incerta; 0quest'ultimo ritrovamento ha contribuito all'arricchimento del sito di un ulteriore mausoleo funerario del periodo romano.

    Marisa
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    Mariomar
    Post: 13
    Registrato il: 08/04/2003
    Utente Junior
    00 26/04/2003 14:47
    Ciao Marisa!Ti aiuto ad inserire alcune notizie che ho letto in questi giorni,mi paioni interessanti:Articolo inserito il 24/04/03

    CINA - SCOPERTA SCRITTURA DI 8.600 ANNI FA

    Segni incisi nel carapace di tartarughe risalenti ad 8.600 anni fa potrebbero essere la scrittura piu' vecchia del mondo, secondo gli archeologi che li hanno ritrovati, nella Cina occidentale.

    Ne da' notizia il servizio on line della Bbc sottolineando che questi simboli precedono di oltre 2.000 anni i piu' antichi esempi di scrittura finora conosciuti, provenienti dalla Mesopotamia.

    In 24 tombe di eta' neolitica scoperte a Jiahu, nella provincia di Henan, gli archeologi hanno rinvenuto diversi gusci di tartaruga sepolti insieme a dei resti umani. Gli esami al radiocarbonio hanno datato il sito fra il 6600 e il 6200 a. C.. Nei gusci sono intagliati dei segni che sembrano avere affinita' con i caratteri della scrittura usata migliaia di anni piu' tardi durante la dinastia Shang (1700-1100 dopo Cristo).

    Gli studiosi della universita' della Scienza e tecnologia di Pechino, guidati dal professor Garman Harbotte del Brookhaven national laboratory di New York, hanno identificato 11 simboli diversi, fra i quali il carattere corrispondente al concetto di 'occhio'. Il professor David Keightley dell'universita' di Berkeley ha peraltro gettato acqua sul fuoco, invitando alla cautela soprattutto per quanto riguarda l'asaserito legame con la molto piu' recente scrittura Shang. ''C'e' un salto di 5.000 anni - ha osservato - e una connessione sembra incredibile''. ''Non possiamo chiamare scrittura questi segni finche' non avremo altre prove'', ha concluso Keightley.

    Accanto ai carapaci intagliati sono stati rinvenuti dei sassolini, il che ha fatto pensare che due gusci potessero contenerli, formando una sorta di 'maracas', il cui suono poteva accompagnare dei riti sciamanici.

    In altre sepolture tornate alla luce nella stessa zona sono stati trovati, nel 1999, alcuni flauti ricavati da ossa umane che si ritiene siano i piu' antichi strumenti musicali del mondo.



    Fonte: ANSA



    Mario
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    Marisa2003
    Post: 77
    Registrato il: 13/03/2003
    Utente Junior
    00 06/05/2003 00:05
    Articolo inserito il 05/05/03

    SPAGNA - Granada - Microbi per salvare tesori archeologici.

    Alcuni ricercatori hanno identificato una varietà di batteri che aiuterebbero a conservare in modo naturale preziosi edifici e antichi manufatti in pietra. I microbi verranno ora sperimentati in Spagna all’interno dell’Alhambra, un celebre palazzo del nono secolo, per determinare la portata delle loro capacità.

    Rocce come il calcare, la dolomia e il marmo sono particolarmente suscettibili all’erosione e all’inquinamento perché sono porose ed espongono agli elementi una grande area superficiale. In anni recenti, gli scienziati hanno tentato di usare batteri in grado di produrre carbonati per rivestire i manufatti più delicati con uno strato resistente di carbonato di calcio. Ma il minerale depositato spesso ostruisce i pori della pietra anziché semplicemente foderarli, impedendo così la circolazione dell’umidità e accelerando il decadimento.

    Ora un gruppo guidato dal mineralogo Carlos Rodriguez-Navarro dell’Università di Granada afferma di aver ottenuto risultati promettenti in seguito a esperimenti con un batterio che si trova comunemente nel terreno, Myxococcus xanthus, su campioni di calcare simile a quello usato in molti edifici storici della Spagna. Il batterio produce cristalli di carbonato che formano un cemento in grado di legarsi ai grani di calcite già esistenti, foderando le pareti dei pori senza ostruirli. La calcite così depositata, chimicamente identica al materiale originale, rispetta l’orientazione dei cristalli già esistenti e le molecole organiche la induriscono, rendendola persino più robusta della roccia originale.





    Marisa
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    Fabri58
    Post: 78
    Registrato il: 11/03/2003
    Utente Junior
    00 31/05/2003 19:55
    Scoperte archeologiche a S.Eulalia
    Importanti scoperte sono state fatte negli ultimi tempi sotto la chiesa di S. Eulalia. L'ultima è stata quella di un "complesso fortificato alto medievale di grandi dimensioni". Gli studiosi non sono in grado di affermare quale fosse il suo uso...si pensa ad un palazzo sede del potere oppure ad una fortificazione per contrastare eventuali attacchi di conquistatori. La scoperta dell'utilizzo che se ne faceva avrebbe importanza al fine di stabilire il ruolo della zona di marina nei secoli scorsi. La costruzione "ha un alzato di quasi 2 metri".

    La zona di via del Collegio è famosa anche per altri scavi relativi alla strada sacra, datata tra il I e il II secolo d.C.,
    costituita da un lastricato fiancheggiato da mura di abitazioni e che sembra allargarsi a far intendere l'esistenza di una piazza.

    fonte: "L'UNIONE SARDA"

    Fabrizio [SM=g27829]

    [Modificato da Fabri58 01/06/2003 0.09]

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    Franco66
    Post: 3
    Registrato il: 19/03/2003
    Utente Junior
    00 02/06/2003 17:12
    i crops sono antichi di miglia di anni??????
    Dai "Rotoli del Mar Morto": un account sul primo Crop Circle?


    Geometrie dell'ignoto tracciate sulle messi: a quando risalgono effettivamente le prime attestazioni di questi straordinari fenomeni di cui oggi tanto si parla?

    Il presente lavoro prende spunto dall'analisi di un frammento facente parte dei famosi "Rotoli del Mar Morto", corpus di manoscritti redatti in ebraico ed in aramaico -la lingua dell'antica Palestina- rinvenuti fra il 1947 ed il 1956 in grotte site nei pressi della località di Qumram, non lontano da Gerusalemme. La fonte è una delle pietre angolari della ricca bibliografia stesa intorno a quest'affascinante tema : Eisenman/Wise "The Dead Sea Scrolls uncovered" (Penguin 1993)trad italiana "Manoscritti segreti di Qumram", Ed Piemme
    Muovendo da un'approfondita disanima, volta per volta accompagnata dal testo originale, con relativo supporto filologico, gli autori passano in rassegna oltre cinquanta documenti ripercorrenti i momenti chiave delle antiche scritture, dal Vecchio Testamento ai prodromi del Cristianesimo, sottolineando il contenuto estraneo all'esegesi biblica tradizionale di questi scritti, e la loro valenza potenzialmente destabilizzante agli occhi di quest'ultima.

    Sul piano generale Eisenman and Wise dimostrano che molti dei manoscritti presentano inequivocabili elementi collegati alla Cabbala, la dottrina "esoterica" dell'Ebraismo, asserendo inoltre che la comunità di Qumram, costituita dagli Zeloti o "Zelanti per la Legge",così denominati in quanto propugnatori con ferocia "fondamentalista" della "Legge mosaica" e nemici dichiarati delle usanze straniere, dei matrimoni misti etc...era un nucleo iniziatico nazionalista e militarista volto a contrastare con ogni mezzo l'occupazione romana e la "collaborazionistica" dinastia erodiana, della quale preconizzavano l'imminente "fine" in coincidenza con l'avvento di un "messia davidico"

    Ma veniamo al brano: trattasi di un frammento noto come "La nascita di Noè" E' opportuno premettere che i Qumraniti avevano un altissimo concetto di Noè, o Noah, in quanto figura "prescelta" da Dio per la costruzione dell'Arca, e che in virtù di tale condizione poteva avere accesso ai Grandi Misteri. Come Enoch ed Ezechiele, "Noè", scrivono Eisenman e Wise "è infatti personaggio protagonista delle ascensioni o viaggi al cielo o almeno un uomo che conosce i segreti dei più alti degli Angeli...anche Paolo in 2 Cor 12, 1-5 parla delle sue personali visioni e afferma di conoscere qualcuno che fu RAPITO fino al terzo cielo" Per queste ragioni, concludono, Noè è definito in ebraico un "Zaddik", "il Giusto" ossia l'"Eletto da Dio"; un maestro della futura "Alleanza dei Giusti". A sua volta da "Zaddik" deriva "Sadoq", designazione dei sommi sacerdoti leviti dei tempi di Davide e Salomone". Gli appartenenti a questa stirpe che invocava discendenza diretta da Aronne,
    erano detti "Figli di Sadoq" o Sadociti o Sadducei, "coloro che attendono il giudizio finale" si fusero con gli "Zelanti per la Legge", formando il movimento Zelota/Sadocita, ala estremista del messianismo giudaico.


    TESTO:
    i punti di sopsensione indicano piccole porzioni di testo mancanti nell'originale)


    "... will be great... [H]oly Ones will remem[ber ...] ... lig[hts] will be
    revealed to him ... they [will] teach him everything that ... human
    [Wi]sdom, and every wise ma[n] ... in the lands (?), and he shall be great.."
    "... it lef[t] a mark from high on barley [and] lentils... and tiny marks on
    his thigh ... [After tw]o years he will be able to discern one thing from
    another ... In his youth he will be ... all of them ... [like a ma]n who
    does not know anyth[ing, until] the time when he shall have come to know the
    Three Books. [Th]en he will become wise and will be disc[rete ...] a vision
    will come to him while upon [his] knees (in prayer). And with his father and
    his forefa[th]ers ... life and old age; he will acquire counsel and
    prudence, [and] he will know the Secrets of mankind. His Understanding will
    spread to all peoples, and he will know the Secrets of all living things...
    since he is the Chosen" (p.p. 33-37.)

    TRADUZIONE:
    "...egli sarà...i Santi ricorderanno...Le LUCI si riveleranno a lui ...per
    insegnarli ogni cosa che ...la saggezza umana...nelle terre, ed egli sarà
    grande"
    "...esso lasciò un MARCHIO DALL'ALTO SULL'ORZO E SULLE LENTICCHIE
    E piccoli MARCHI SULLA SUA COSCIA...Dopo due anni sarà in grado di
    discernere una cosa dall'altra ...nella sua giovinezza egli sarà...tutto di
    loro...come un uomo che non sa nulla fino al tempo in cui avrà conosciuto i
    Tre Libri. Allora diverrà saggio e prudente ...UNA VISIONE VERRA' SU DI LUI
    mentre sarà sulle ginocchia in preghiera E con suo padre ed i suoi antenati
    vita e vecchiaia acquisirà e con lui saranno consiglio e prudenza e
    conoscerà i segreti dell'umanità.
    La sua Conoscenza si estenderà a tutti i popoli e conoscerà i segreti di
    tutti i viventi...Perchè egli è l'Eletto"

    Del brano dedicato all'iniziazione divina di Noè colpisce indubbiamente la concatenazione degli eventi di cui fu protagonista il futuro patriarca biblico: la saggezza appresa dal contatto con "le Luci", il "marchio di Dio" sulle messi e i segni sulla gamba. Di certo non si tratta di concetti citati a caso, ma di fatti cui veniva attribuita una certa importanza, desumibile dal tono enfatico della descrizione. Il tutto oggi riveste un particolare significato in ambito ufologico, soprattutto se ricordiamo che di Noè si parla esplicitamente come di colui che "venne rapito" in cielo. Oggi sappiamo delle strane incisioni che si riscontrano sugli addotti, sappiamo dei crop circles e sappiamo infine del mutamento spirituale vissuto da coloro che sperimentano di prima persona questi eventi straordinari. Non penso che tutto questo emergente oggigiorno da documenti sepolti per oltre duemila anni nelle sabbie del Deserto di Giudea, sia una mera coincidenza.

    Gianfranco Degli Esposti


    (www.cifas.net )
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    Lord Khabirus
    Post: 111
    Registrato il: 21/03/2003
    Utente Junior
    00 02/06/2003 19:59
    Quindi un nuovo eletto arriverà?? Guarda caso in questi anni hanno fatto il film Matrix.....e il proseguo...

    mah!!!! Neo di qua, One di là,Eletto di su,anticristo di giù.....

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    NOI SIAMO I BORG...ABBASSATE GLI SCUDI E ARRENDETEVI...NON OPPONETE RESISTENZA!!LA VITA COME VOI LA CONCEPITE E'FINITA!!ASSIMILEREMO LE VOSTRE PECULIARTA'BIOLOGICHE E TECNOLOGICHE ALLE NOSTRE..LA VOSTRA CULTURA SI ADATTERA'A SERVIRE LA NOSTRA...LA RESISTENZA E' INUTILE!!!
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    Location: Shaolin Temple - AreA 9999 - Bunker 23 - Ophyucus Protectorate - BerenicE AuriferA - BERENIX PANCRION -

    RadamantiSdiLot

    °§°AlB:uS3D3L3S3d3K3TS3d3K3l3....4nG3l0 d3ll4 G:uST4 P0t3nZ4 C0eS:v4 - S3R4F:N0 S0GN4NT3 - SerafinO SognantE, I°CIELO, I°gerarchia
    °§°
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    Mariomar
    Post: 36
    Registrato il: 08/04/2003
    Utente Junior
    00 24/06/2003 21:43
    BELGRADO - Trovata la più antica sfera oracolare?


    Una missione del “Prehistory Knowledge Project” ha ritrovato nel deposito archeologico della Facoltà di Filosofia di Belgrado un oggetto sferico, di quattro centimetri, perforato in senso longitudinale, scoperto inizialmente in un villaggio preistorico (6400 a.C.) dell’area balcanica.

    La sfera è divisa in sezioni da linee verticali e orizzontali, ed ogni sezione contiene dei segni – segni, di scrittura ancora non si può parlare –, si suppone oracolari (sulla base anche di un confronto con le calligrafie cinesi). L’oggetto sarebbe quindi stato fatto ruotare attorno ad un bastoncino – secondo l’ipotesi avanzata – attendendo così l’oracolo.
    Mario
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    Marisa2003
    Post: 130
    Registrato il: 13/03/2003
    Utente Junior
    00 25/06/2003 16:39
    Grazie a te Mario che sei sempre all'erta(quando puoi ovviamente).Questa notizia è curiosa davvero,di sfere ne vengono ritrovate spesso e in vari luoghi del mondo...questa,se ho ben capito,ha un foro che la attraversa,come fosse da infilarsi in una sorta di collana o bracciale...di che materiale è costituita?

    E i segni incisi vert.e orizz.?Ricordano i meridiani e i paralleli...un piccolo Mondo Antico?

    Bisognerebbe proprio vederla.E'sì probabile che sia uno strumento propiziatorio o da portarsi come amuleto o talismano...



    Altre news di questo mese:



    Visto che è periodo di vacanze,utile per chi magari si trova nei paraggi:



    ASSISI. APRE AL PUBBLICO LA CASA ROMANA DI PROPERZIO



    La casa romana di Assisi, detta di Properzio, apre al pubblico. Una fruizione limitata, data la tipologia della struttura, al primo sabato di ogni mese. Un appuntamento che ha in ogni caso intasato il calendario delle prenotazioni predisposto dalla Soprintendenza.
    Si tratta di un edificio pertinente ad una domus del primo secolo d.C., posto sotto la chiesa di Santa Maria Maggiore. Dopo i recenti restauri, resi necessari dagli eventi sismici, il sito, mai aperto al pubblico, diviene dunque visitabile.
    La domus presenta tre ambienti comunicanti che conservano il pavimento originario e resti di una raffinatissima decorazione parietale. L'attribuzione al poeta latino si basa su un graffito, databile al 367 d.C. in cui l'ignoto autore sostiene di aver baciato la casa della musa. Un'allusione, secondo alcuni, riferibile a Properzio, la cui dimora sarebbe stata meta di pellegrinaggi anche in età successive.



    Fonte: CulturalWeb Autore: Marco Saioni


    TORINO: MOSTRA SULL'ANTICO EGITTO AL SUPERMERCATO


    Arriva a Torino, alla Galleria Auchan-Gruppo Rinascente, da oggi al 28 giugno, la mostra itinerante 'La corona del Faraone - Alla scoperta degli egizi', che attraverso 52 pezzi originali e una mostra iconografica permette di scoprire i misteri di una delle principali civiltà del passato. I reperti provengono dal Museo Egizio di Firenze e la mostra è realizzata in collaborazione con il ministero dei Beni culturali e con il coordinamento della Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana.



    Poteva mancare POMPEI?


    Articolo inserito il 18/06/03
    UN AFFRESCO POMPEIANO VISIBILE DURANTE IL RESTAURO


    L'iniziativa rientra nell'ambito del percorso ''Pompei, Ercolano, Oplontis, Storie di un'eruzione'', la mostra ideata e curata dalla Soprintendenza archeologica di Pompei, visibile al Museo archeologico di Napoli. Grazie all'allestimento di un piccolo cantiere di lavoro nella sala della Meridiana - si legge in una nota della soprintendenza archeologica di Pompei - i visitatori assisteranno alle operazioni di integrazione pittorica del dipinto e potranno seguire l'evoluzione dell'intervento sino alla sua ultimazione che coinciderà, a fine agosto, con la chiusura della Mostra.
    L'opera sulla quale si interviene e' un affresco proveniente dalla casa del bracciale d'oro in Pompei, recuperato in frammenti in una campagna di scavo degli anni 1982/1983. Le operazioni che verranno eseguite in mostra sono la conclusione dell'intervento iniziato con lo scavo e proseguito nel laboratorio di restauro della Soprintendenza archeologica di Pompei. L'intervento in mostra e' diretto da Stefano Vanacore ed eseguito da Stefania Giudice e Manuela Valentini del laboratorio di restauro affreschi della soprintendenza archeologica di Pompei.

    Marisa
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    Marisa2003
    Post: 199
    Registrato il: 13/03/2003
    Utente Junior
    00 04/09/2003 23:20
    INGHILTERRA: SCAVI RIVELANO UNA SCONOSCIUTA DEA ROMANA


    La mitologia romana conta una nuova divinita': si tratta di Senua, una dea di probabile origine celtica emersa dalle terre della contea dell'Hertfordhire (sud dell'Inghilterra) dov'era rimasta sepolta per oltre 1.600 anni.
    A testimoniare la sua esistenza e' una statuetta d'argento senza volto e senza braccia recuperata l'anno scorso nel corso di scavi archeologici nella regione. Con essa sono venuti alla luce anche due dozzine di reperti d' oro e argento identificati come i tesori di un tempio eretto in onore della dea.
    Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano britannico 'The Guardian', i preziosi cimeli potrebbero essere stati sotterrati da un devoto nel corso del III secolo d.C. per proteggerli da un imminente disastro del quale sarebbe rimasto vittima lo stesso fedele. ''Questo e' un ritrovamento enormemente significativo, d'importanza nazionale ed internazionale'', ha dichiarato Ralph Jackson, curatore del British Museum di Londra, dove da novembre i reperti saranno esposti in una mostra intitolata 'Buried Treasure' (Tesoro Sepolto). ''Dare alla Gran Bretagna una nuova dea e' straordinario'', ha sottolineato Jackson.
    Il curatore ritiene che Senua fosse probabilmente un'antica divinità celtica adottata poi dai Romani che la gemellarono con Minerva. Il santuario della dea forse era un luogo di pellegrinaggio dove i devoti portavano le offerte, come testimonia il ritrovamento di targhe d'oro e d'argento e gioielli, tra i quali spicca una spilla decorata con l'incisione di un leone. Jackson, ha trascorso mesi interi a decifrare i nomi incisi sulle targhe ex voto lasciate dai fedeli della dea: tra gli altri, Cariata, Celsus, Firmanus, Lucilia e Servandus. Sono state proprio queste placche a rivelare attraverso un esame con i raggi X il nome del tutto sconosciuto della divinità. ''E' stato un momento straordinario”, ha dichiarato Jackson. ''Come se vedessi la dea rinascere davanti ai miei occhi'', ha aggiunto.

    Il tesoro nascosto era stato inizialmente individuato in un campo vicino a Baldock (Hertfordshire) da un archeologo dilettante con il metal detector. L'evento aveva attirato l'attenzione di archeologi del British Museum che avevano iniziato gli scavi nel sito dopo aver pagato una ricompensa da 50.000 euro allo scopritore e al proprietario del terreno. Nel corso degli scavi è emersa la base spezzata di una statuetta d'argento successivamente identificata come Senua. Di questa solo il retro è rimasto intatto e raffigura una donna graziosa con la chioma raccolta in uno chignon.
    I lavori di recupero non sono ancora conclusi e si ritiene che il sito possa nascondere altri segreti.



    Fonte: CulturalWeb 01/09/2003

    Vedi che il METALDETECTOR a volte produce i 'suoi'effetti![SM=g27832] Dai,Enzo,che una volta o l'altra...[SM=g27811]
    Marisa
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    Marisa2003
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    00 05/10/2003 17:53
    CREMONA: Il più antico battistero presente sul territorio.


    Ecco affiorare, dopo una ricerca, l’interessante scoperta di un antico battistero. Estate 2000, è la curia cremonese a diffondere la notizia.
    Durante alcune operazioni presso le fondamenta del Duomo sono stati ritrovati dei resti di un edificio a pianta ottagonale con doppia cinta muraria. Al centro della struttura è presente un pozzo, probabile “cisterna” d'acqua santa. Alla prima scoperta si è aggiunto un secondo ritrovamento: una stanza o aula di forma “rettangolare irregolare”, costruita con le medesime lastre stradali che coprivano la strada romana della città; l'aggiunta dovrebbe essere datata fra il VI e il VII secolo.

    Marisa
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    Marisa2003
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    00 10/01/2004 12:56
    RUSSIA: La più antica scultura in legno del mondo.


    La piu' antica scultura in legno del mondo e' esposta presso il museo Etnografico Regionale di Iekaterinburg, nella regione degli Urali.
    Secondo quanto riferisce l'agenzia Itar-Tass, la scultura, che si ritiene rappresenti un'antica divinita' locale e che e' stata chiamata dai ricercatori 'Idolo di Scighir', e' in legno di larice e con i suoi 9500 anni e' considerata' piu' vecchia delle piramidi egizie.

    Fu trovata, intorno al 1880, da alcuni cercatori d'oro nelle torbiere presso il lago di Scighir, sempre sugli Urali. Oggi e' custodita in una teca di vetro (costruita appositamente da specialisti dell'industria spaziale) e vista la sua estrema fragilita' e' esposta in una sala lontana dai raggi del sole, con una temperatura di 16 gradi e un tasso di umidita' controllato. Al fine di non mutare le particolari condizioni necessarie per la conservazione dell'Idolo di Scighir, per la visita vengono ammessi, uno alla volta, solo piccoli gruppi formati da poche persone.




    Fonte: CulturalWeb

    GONUR (Turkmenistan): Importante scoperta archeologica.


    Una spedizione archeologica russa ha annunciato di aver riportato alla luce le rovine di un grande complesso nella citta' reale (3.000 a.c.) di Gonur, capitale dell'antica terra di Margush cui sono legate le origini dello zoroastrismo.
    La scoperta di ''un complesso monumentale costruito attorno al palazzo reale'' e' stata annunciata dall'archeologo Viktor Sarianidi, che ha guidato gli scavi, al presidente del Turkmenistan Saparmurat Niyazov, secondo quanto riferiscono i media russi.

    Secondo Sarianidi il complesso, vasto oltre 10 ettari e' circondato da mura con un gran numero di torri di guardia.

    Gli scavi a Gonur vanno avanti da tempo ed hanno gia' portato in passato alla luce le rovine di molti templi e palazzi.




    POMPEI (Na): Devastata da alluvioni prima del 79 d.C.


    La scoperta è stata fatta da un gruppo di studio che ha indagato l'area prossima a Porta Vesuvio e Porta Nola, a Nord della città. Ingenti i danni provocati agli edifici dalla furia delle acque. Forse si contarono vittime.
    Furono almeno tre le alluvioni che si abbatterono su Pompei, tra il VII e il II secolo a.C.. La lava di acqua, pietre e fango fu provocata dall'esondazione di un ramo laterale del fiume Sarno che, staccandosi dal corso principale, aggirava l'area a nord della città e si gettava nel golfo di Napoli a circa un chilometro dalla principale e attuale foce, situata a sud di Pompei.

    Un elemento importantissimo, il ritrovamento di questo tracciato fluviale, sino ad ora sconosciuto, che se da un lato e attraverso canalizzazioni portava l'acqua in città e ai poderi coltivati nel "Pagus", d'altro canto avrebbe provocato le devastazioni scoperte dagli studiosi. Sulla ipotesi, poi confermta dai risultati sul campo, hanno lavorato Maria Rosaria Senatore, professore di Geologia stratigrafica all'Università del Sannio; Tullio Pescatore, docente di Geologia all'Ateneo di Benevento e all'Università Parthenope di Napoli; Annamaria Ciarallo, responsabile del Laboratorio di ricerche archeambientali della Soprintendenza Archeologica di Pompei e Daniel Stanley, ricercatore dello Smithsonian Institute di Washington.

    La datazione degli eventi è stata fatta sui resti degli animali rinvenuti nei sedimenti alluvionali. In questo modo è stato possibile fissre la prima alluvione intorno alla seconda metà del VII secolo a.C., data che coinciderebbe con quella della fondazione della città di Pompei. L'ultimo livello di sedimenti, invece, è stato datato al I secolo a.C.. Tra i due eventi, una terza alluvione (non sicuramente precista, anche se si dovrebbe attestare intorno al III secolo a.C.) che produsse notevoli danni agli edifici cittadini.

    Tanto che una delle domus investite dal fiume di fango e situata in prossimità di Porta Vesuvio, venne successivamente ricostruita su un livello di sedimento superiore al precedente di circa un metro. Ma non fu solo l'edilizia cittadina a soffrire per la catastrofe. Secondo gli studiosi, la stessa economia pompeiana, basata su traffici e commerci, fu penalizzata al punto da dover segnare il passo per un periodo abbastanza lungo. In effetti, e in tal modo si spegherebbe il perché delle alluvioni, quel periodo storico era caratterizzato da una situazione climatica sicuramente poco favorevole per l'elevata piovosità.

    Altri dati interesanti dello studio, sono stati forniti dalle analisi dei sedimenti, permettendo di accertarne la provenienza dalla pareti rocciose di tipo calcareo dei monti che originano il fiume Sarno. Infine, sulle ipotesi formulate circa la scomparsa del secondo tracciato fluviale, si ritiene che siano stati gli stessi pompeiani ad eliminarlo per evitare altre catastrofi alla città.


    Fonte:Archeomedia
    [SM=g27838]
    Marisa
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    Mariomar
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    00 03/02/2004 19:11
    Ogni tanto ritorno anch'io [SM=g27828] ed è un piacere ritrovare sempre vecchi e nuovi appassionati del 'mistero'(ma perchè,Hermione,lasciare la luce per le tenebre[SM=g27833] )


    Proprio vero che non si finisce mai di stupirsi! Ricordate il VASO PORTLAND,che è conservato attualmente a Londra,nel prestigioso British Museum come uno dei manufatti più preziosi? [SM=g27832] Sarebbe un FALSOe roba da epoca Rinascimentale[SM=g27812] (invece che un reperto del 1^ secolo d.C.)


    Già era stato mal intepretato nelle sue figurazioni,come succede spesso quando non si sa che dire...si brancola un po' per dire qualcosa!Ogni esperto dice la sua,ma forse anche questo ennesimo 'esperto d'arte' che lo indica come falso sarà in errore? Chi lo può dire!


    Comunque questo è quanto pare a lui:"Lo studioso ritiene che l'artista del Cinquecento autore del vaso, forse un intagliatore di cammei, si sia ispirato ad un rilievo di Marte e Rea Silvia di un sarcofago romano di marmo dei primi del III secolo d.c., originariamente rinvenuto nella Villa Mattei di Roma, stravolgendone alcune caratteristiche.

    Lo studioso,di nome Eisenberg, presentera' i risultati del suo studio questo mese al XVI congresso internazionale di archeologia classica all'universita' di Harvard a Boston.

    La sua ricerca inoltre verra' pubblicata il mese prossimo sulla rivista di arte antica 'Minerva'.
    Ma dal british museum arrivano secche smentite
    [SM=g27818]

    Mario
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    Marisa2003
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    00 06/07/2004 23:49
    RIVALTA (To): Ritrovamento dei resti di un’abbazia e di una chiesa precedente.
    Articolo inserito il 02/07/04 dalla newsletter di www.archeomedia.net/

    RIVALTA (To): Ritrovamento dei resti di un’abbazia e di una chiesa precedente.



    Il ruolo che Rivalta ebbe nel passato, celato sotto strati di terra, è stato svelato a partire da un semplice lavoro di rimozione della pavimentazione della Cappella del monastero.
    La struttura rinvenuta consiste nei resti di una chiesa a tre navate absidate legata ad un’antica abbazia che per tutto il Medioevo, ed anche successivamente, ebbe un grande peso politico ed economico.

    I ritrovamenti fatti all’esterno della Cappella hanno permesso di verificare le ipotesi sul complesso abbaziale, fondato nel 1096, ma hanno addirittura superato le aspettqative iniziali. La novità, infatti, consiste nella scoperta dei resti della struttura di una chiesa preesistente a quella abbaziale, di cui non si possiedono fonti scritte né reperti ceramici utili alla datazione.

    A differenza della chiesa più recente, costruita con tecniche accurate, proprie dell’architettura romanica del XII secolo, la più antica si caratteriza per il mancato uso di mattoni ed altre caratteristiche che potrebbero far pensare all’età carolingia: composta di un’unica navata e da un’abside a semicerchio, sarebbe stata in seguito ampliata con un avancorpo, una navata laterale a sud ed un ambiente quadrangolare a nord. La mancanza di ceramiche e la scarsità dei reperti non consentono ancora di formulare ipotesi valide sull’edificio e sulla sua datazione; solo dopo l’accurato vaglio dei documenti d’archivio e lo studio dei dati di scavo si potrà fare chiarezza. Inoltre, l’analisi degli scheletri e di alcune tombe ritrovate potrà far luce sul periodo e sulle condizioni di vita della popolazione.

    Sulla chiesa abbaziale esistono invece numerose prove, come i quattro capitelli scolpiti dal rinomato Maestro di Rivalta, di area piacentino-lombarda, che ebbe sicuramente contatti con Nicolò, l’artista che tra l’XI ed il XII secolo scolpì il “Portale dello Zodiaco” alla Sacra di San Michele. L’utilizzo della pietra verde nella costruzione sia della Sacra che dell’Abbazia rivaltese fa inoltre ipotizzare che la nascita delle due realtà fosse parallela.




    Marisa
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    Marisa2003
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    00 28/07/2004 22:23
    Via libera del Giappone alla clonazione umana
    Tre settimane dopo che la Francia aveva approvato la ricerca sulle cellule staminali di embrioni umani per un periodo limitato di test, anche il Giappone ha preso la stessa strada: il Consiglio per la politica scientifica e tecnologica ha approvato il 23 luglio le linee orientative che dovrebbero permettere agli scienziati di produrre embrioni umani clonati per la ricerca scientifica.
    Le raccomandazioni permetteranno ai ricercatori giapponesi di usare e produrre embrioni umani clonati, ma solo per la ricerca di base. Gli embrioni non verranno usati per curare pazienti, avrebbe affermato Tomohiko Arai, un rappresentante del governo.
    Il Consiglio, presieduto dal primo ministro Junichiro Koizumi, chiederà al ministro della Salute, del Lavoro e del Benessere e al ministro dell'Istruzione, Cultura, Sport, Scienza e tecnologia di approntare specifiche linee orientative che regolino la produzione e l'uso degli embrioni clonati, ha aggiunto Arai.
    Il Consiglio ha anche approvato la produzione di ovuli fertilizzati, da usare esclusivamente nella medicina riproduttiva.
    La produzione di embrioni umani clonati era stata vietata in Giappone dal 2001, ma i ricercatori erano stati autorizzati ad usare embrioni umani non clonati. Il Consiglio ha raccomandato che solo le strutture di ricerca designate dallo Stato possano partecipare alla ricerca sulla clonazione e che spetti allo Stato decidere se la produzione deve o no essere autorizzata.
    'Quello degli embrioni umani clonati, è un argomento difficile da affrontare, ma estremamente importante. Voglio che i ministri e le agenzie responsabili coordinino strettamente le loro attività e diano una risposta soddisfacente', ha detto Koizumi.

    [SM=g27819]
    Marisa
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    Marisa2003
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    00 16/09/2004 00:20
    CINA (Qinghai Xining): Ritrovati resti di antichi europei.



    Gli archeologi hanno confermato che gli scheletri umani scoperti lo scorso maggio nella Provincia nord-occidentale cinese di Qinghai appartenevano a tre europei che vissero in Cina oltre 1900 anni or sono.
    ”Le caratteristiche fisiche delle ossa mostrano si tratti di una tipica razza europea”, ha dichiarato Wang Minghui, un esperto dell’Istituto Archeologico dell’Accademia Cinese di Scienze Sociali.
    Gli scheletri si trovavano sparsi per la città di Zhongchuan, della province orientali di Minhe Hui e Tu.
    Qinghai si trova sulla sezione meridionale del corridoio di terra noto nel mondo come “Via della Seta”, che collegava la Cina con l’Asia Centrale ed Occidentale e con le coste orientali del Mediterraneo, a partire dall’estremità nord-occidentale del paese, correndo per 7000 chilometri.
    Utilizzata come importante ponte per gli scambi economici e culturali tra l’Oriente e l’Occidente, la vitale arteria di traffico di beni e persone, era frequentata da Indiani, Persiani, Arabi, Greci e Romani.

    La forma delle tombe, gli articoli funerari ed il modo di disposizione all’interno delle tombe sono tipici della Dinastia Han Orientale (25-220), il che prova che i tre occidentali vissero in zona per un lungo periodo di tempo e si abituarono alle tradizioni ed ai costumi locali.




    http://www.xinhuanet.com/english/index.htm - Autore: Eleonora Carta
    Marisa
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    Marisa2003
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    00 02/10/2004 16:34
    Articolo inserito il 27/09/2004

    CANADA: Scoperte impronte di raptor e un guscio di tartaruga fossilizzato

    Un team di geologi ha scoperto un fossile che potrebbe contribuire a risolvere il mistero dell'eventuale presenza di dinosauri su quella che oggi è la costa canadese dell'Oceano Pacifico. Lo comunica una nota dell'agenzia Reuters. Alcune orme di dinosauri e un guscio di tartaruga fossilizzato, che si stima risalgano a 125 milioni di anni fa, sono state scoperte a nord di Terrace, nella Columbia britannica, durante un'esplorazione di routine alla ricerca di fonti energetiche.
    "Sono rimasto sconvolto per un paio di giorni", ha commentato il geologo Mike Boddy, ammettendo di aver creduto in un primo momento che il guscio fosse una felce fossilizzata. Il guscio ha poi portato alla scoperta delle impronte da parte di Peter Mustard della Simon Fraser University.
    Prima d'ora, in Canada non erano mai state rinvenute tracce di dinosauro così a ovest. Anche se in Alberta, a est delle Montagne Rocciose, sono state recuperate grandi quantità di fossili, gli scienziati avevano ipotizzato che una caratteristica geologica (una catena montuosa o il ramo di un oceano) avesse impedito il passaggio dei dinosauri.
    Le dimensioni delle impronte suggeriscono che i dinosauri nella Columbia britannica fossero probabilmente raptor, predatori poco più alti di un essere umano. Le tracce sono state lasciate dal passaggio degli animali sulla sabbia lungo un fiume o una pianura allagata, e sono state poi ricoperte da strati di sedimenti.



    Fonte: Le Scienze on line

    Marisa
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    Marisa2003
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    00 02/10/2004 16:39
    Vi ricordate dell'obelisco di Roma che si vuole restituire all'Etiopia?
    E' ancora negli hangar![SM=g27829] [SM=g27832] [SM=g27818] [SM=g27816]

    ETIOPIA: L’obelisco di Axum.



    Per gli Etiopi è quel che i marmi del Partenone sono per i Greci: una chiave della loro identità, la cui assenza ha a lungo leso il carattere dei rapporti con il paese che lo aveva rimosso indebitamente.
    Per più di 60 anni il monumento, un obelisco del IV secolo saccheggiato dall’antico sito cristiano di Axum, fu tenuto in una piazza romana nel pieno centro cittadino.

    Ma lo scorso novembre, dopo che il governo italiano aveva ceduto a decenni di pressioni da parte del governo di Addis Abeba, la sacra colonna è stata meticolosamente divisa in sezioni per il suo ritorno in Etiopia, dove fu promessa l’istituzione di una festa nazionale per il giorno del suo arrivo.

    Nove mesi più tardi, quel giorno non è ancora arrivato.

    Non solo. L’obelisco di 21 metri non si trova nell’hangar di un aeroporto militare, ad attendere il suo imbarco. Il “Corriere della Sera” ha riportato che si troverebbe invece nel retro di una caserma dei Carabinieri, avvolto nei suoi imballaggi e legato da una strana combinazione di complicazioni internazionali.

    Questi includono la guerra in Iraq, le tensioni internazionali del Corno d’Africa, e problemi di carattere economico.

    L’episodio rischia di diventare fonte di imbarazzo in Italia. Il progetto era quello di riportare l’obelisco a casa via mare, proprio come era arrivato. Ma i soli porti attraverso i quali potrebbe essere sbarcato si trovano in Eritrea, le cui relazioni con la vicina Etiopia sono tali, che usarli è fuori questione.

    L’aeroporto di Addis Abeba si trova a più di 600 miglia da Axum, e si ritiene che l’obelisco non possa sopportare un tragitto così lungo, per di più su strade sconnesse. Nel corso del viaggio di andata, nel 1937, la sommità del monumento andò in pezzi.

    Per via di tutte queste complicazioni, una superstruttura di metallo è stata costruita attorno alla colonna in Italia ed un nuovo aeroporto è in via di costruzione ad Axum.

    Secondo il Ministero per gli Affari Esteri Italiano, il solo aereo in grado di portare i massicci pezzi di granito sarebbe un C-5 Galaxy dell’Aviazione Statunitense, e questi attualmente sono tutti impegnati per la crisi in Iraq.

    La compagnia che ha smantellato l’obelisco, invece sostiene che sarebbe necessario un diverso tipo di aereo, e che il problema reale sarebbe rappresentato dai monsoni e dal tempo necessario per rimpiazzare la superstruttura metallica con una più leggera.

    Questa versione degli eventi è stata sottoscritta dal Ministero della Cultura italiano, ma un ufficiale ha dichiarato che difficilmente il monumento sarà spostato nel futuro immediato, dal momento che l’operazione costerebbe circa 10 milioni di euro e che i fondi non sono stati allocati dal Ministero del Tesoro.

    Persino se il denaro fosse disponibile, una consegna sicura dell’obelisco non è per questo assicurata.

    A più di 2000 metri, l’area rarefatta di Axum presenta considerevoli difficoltà per i piloti che trasportano carichi ingenti. Il peso massimo che può essere imbarcato in condizioni di sicurezza si stima essere 55 tonnellate. L’obelisco ha un solo segmento del peso di 87.




    Fonte: Newsletter Archeologica - newsarcheo@yahoo.it
    Marisa
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    Marisa2003
    Post: 469
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    Utente Senior
    00 13/10/2004 20:53
    ETIOPIA: Nuove scoperte archeologiche.
    Terza spedizione archeologica per la Societa' naturalistica speleologica maremmana di Grosseto.

    E' stata realizzata nella regione del Wolayta, nell'Etiopia meridionale, dai componenti dell'associazione culturale che da anni collabora con il Museo di Storia naturale della Maremma e con l'Universita' di Firenze.

    Durante una campagna di scavo effettuata nel 2002, nel sito preistorico Harurona Cave (Gesuba, Wolayta), gia' documentato dall'associazione nel 1995, vennero alla luce migliaia di strumenti in ossidiana che gli esperti hanno collocato cronologicamente in un periodo di oltre 12.000 anni fa.

    Considerata l'importanza di questa scoperta fu presentato un progetto di ricognizione di tutto il territorio circostante, autorizzato dal ministero del Turismo etiope e parzialmente finanziato dal nostro ministero degli Affari Esteri. Importante il coinvolgimento della nostra Ambasciata d'Italia in Etiopia che, tramite il Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura, Emiliano Longhi, ha curato i rapporti diplomatici con le autorita' locali.

    Il team della spedizione, composto da otto studiosi, e' partito per Addis Abeba il 17 novembre 2003 ed e' tornato in Italia il 7 dicembre. Facevano parte della squadra il coordinatore Carlo Cavanna, il direttore scientifico Luca Bachechi, gli archeologi Debora Moretti, Roberto Torre, Antonio Landi, gli speleologi Gildo Lombardi, Igino Castelli e Giovanni Cannavale.

    La ricognizione vera e propria si e' svolta in gran parte a piedi, per la mancanza di vie transitabili con mezzi meccanici o animali, e con il determinante ausilio di guide locali. In questo periodo di tempo sono state visitate e documentate numerose localita' di interesse preistorico, speleologico e naturalistico; tra queste sono stati individuati 21 nuovi siti di archeologia preistorica: 17 siti con stele falliche, singole o multiple, 2 localita' con rappresentazioni d'arte rupestre all'aperto e 2 grotte, una delle quali con presenza di incisioni rupestri.

    Sono stati, inoltre, individuati un ponte naturale scavato dal torrente Menisa nella roccia vulcanica, tre cascate che precipitano per circa duecento metri ognuna, una rupe dove la leggenda vuole che un antico re locale facesse dei sacrifici umani, delle misteriose e lunghissime muraglie che si snodano lungo l'altopiano, l'affascinante fiume Omo che solo nel 1896 Vittorio Bottego riusci' a cartografare.

    Al ritorno in Italia e' stato realizzato un sito web che documenta le scoperte e le testimonianze storiche e archeologiche dei siti. Vi si puo' trovare la mappa dell'area, i tratti da percorrere, le posizioni geografiche, i tempi di percorrenza e tante fotografie.

    Il sito è visitabile all'indirizzo: [URL]www.ethiopiatrekking.com.[=URL]www.ethiopiatrekking.com.


    Un bellissimo ritrovamento[SM=g27827]
    Marisa
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    elenix
    Post: 153
    Registrato il: 23/03/2003
    Utente Junior
    00 30/10/2004 13:46
    Ominide "pigmeo" contemporaneo di Homo sapiens!
    La rivista britannica "Nature" ha annunciato nel numero di ottobre una stupefacente scoperta antropologica: una squadra di ricercatori australiani ed indonesiani, guidata da Peter Brown, ha scoperto una nuova specie di ominide fossile ritrovato in una grotta dell'isola di Flores (Indonesia).  
    Il team ha scoperto i resti ossei di una decina di individui, della taglia di un metro, per un peso stimato dai 20 a 30 kg, inferiore a quello dei più piccoli australopitechi. (Come la famosa "Lucy").
    Tuttavia queste creature sono dei veri uomini in miniatura, come dimostrano il loro cranio globuloso, i loro denti umani e le ossa del bacino che hanno indotto Peter Brown ed i suoi colleghi a battezzare la nuova scoperta con il nome di Homo floresiensis.
    La cosa più stupefacente è che queste creature non sono databili a milioni di anni, come nel caso degli australopitechi, ma risalgono dai 38.000 ai 18.000 (e forsa ancora più recentemente) anni fa, il che li rende contemporanei dell'Homo sapiens.

    Per leggere il seguito della news e andare al link della rivista Nature, cliccate qui.

    (è il sito di criptozoo.com, la criptozoologia "seria" italiana... cioè l'unica e sola criptozoologia degna di questo nome)

    ely
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    Sono un cartone animato. E il cucchiaio non esiste. Almeno, così mi dicono.
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