00 25/01/2006 15:09
Il sole era gà alto, nel cielo, quando Kamui si svegliò. I capelli scuri eternamente disordinati, quell' aria particolarmente seria che faceva impazzire le ragazze della sua scuola, i suoi ochi sempre così dannatamente fieri, non erano cambiati dalla grande battaglia per cui era stato predestinato.

Ma ora c'era un dolore unico, dentro.

Per chi sapesse individuarlo, quel dolore era grande.

-Kotori...- disse Kamui, sottovoce.

Sarebbe cambiato qualcosa, se lui non fosse stato il predestinato?

Forse, svegliandosi, l'avrebbe avuta vicino, i capelli biondi sparsi sul cuscino, gli occhi dolci chiusi, la mente ancora in un mondo di sogni.

Avrebbero fatto colazione insieme, sorridenti, e sarebbero andati a scuola, lui che pedalava in bici, le dietro, con 'uniforme ordinata, ma cosa più importante, il suo bel sorriso fiorente sul volto.

Kamui si alzò.

Per quanto fosse bello pensarle, non poteva.

Era ora di smettere di sognare, e di tornare ad affrontare la dura, pesante realtà.

Uscito dal bagno, si infilò la divisa, prese la cartella e uscì di casa. Le strade erano deserte.

I ciliegi erano in fiore, con i loro petali rosa, bellissimi, che volavano nell'aria, e quel profumo dolce e particolare dei fiori che crescevano agli angoli delle strade gli saliva alle narici.

Camminava, tranquillo, quando la vide. I suoi occhi si spalancarono.

Era lei?

-Kotori?-

La ragazza si avvicinò.

Aveva un bel vestito bianco, di toulle, orlato d'oro sul seno e sulle spalle.

I capelli biondi sembravano evanescere sotto la luce del sole. Ma Kamui ne era sicuro.

Lei era li, reale.

-Kamui...- disse, sorridendo con dolcezza.

Lui lasciò cadere a terra la sua cartellina, abbracciandola forte, il viso solcato da lacrime di gioia -Kotori! Sei tu...o, Kotori....-

Tante volte aveva immaginato la scena nella sua mente, ma ora l'emozione lo travolgeva così forte che le parole gli morivano in gola.

Lei era lì.

Dolcemente vera, sempre magrissima, il suo corpo caldo, in un certo senso vivo.

-Kamui...io non sono viva-

L'attimo si irruppe.

Kamui la lasciò, tenedola però per le spalle, come per avere la certezza che fosse viva.

Lei lo fissava, triste -Lo vorrei tanto ache io, Kamui, credimi...ma non posso...- disse, chinando il volto

-Ma tu sei...reale.- disse il ragazzo, incredulo

-Si Kamui, ma solo per oggi. Solo per te. Poi tornerò ad essere un angelo. Il tuo angelo custode. Quindi, godiamoci questa giornata.- disse. Kamui acconsentì.

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-Certo che ci siamo divertiti è?- disse Kamui.

Stavano seduti su un bel prato verde, contornato dai fiori, ad osservare il tramonto.

Avevano fatto colazione con i maritozzi al cioccolato e panna, avevano fatto il giro della città in bici, erano andati al luna park, e poi si erano fermati, allegri.

Ora lui la teneva stretta a se, con delicatezza, quasi per paura che si spezzasse.

Kotori osservava il sole scendere.

Se ne sarebbe dovuta andare a momenti e quel momento tanto temuto sarebbe arrivato.

Si sarebbero separati, per mai più rivedersi.

- Kamui...dammi un baicio, pria che me ne vada. -disse lei.

Kamui sorrise, e trasse a se il viso candido della ragazza.

Tutto attorno, il tempo si fermò, i rumori cessarono.

C'erano solo loro, prigionieri del loro stesso amore.

Lei si staccò dolcemente.

Era arrivato il momento. Lo guardò un ultima volta negli occhi. Kamui piangeva.

Piangeva anche lei.

-Veglierò su di te, te lo prometto. Addio, Kamui- disse, prima di scomparire tra alcne deboli scintille bianche.

Kamui si asciugò le lacrime, alzandosi.

Era pronto ad andarsene,triste come non mai, ma anche felice dopo tanto tempo.

Poi notò una cosa a terra.

Elegante e pura, c'era una piuma bianca.

La piuma delle ali di un angelo.

Kamui sorrie, infilandola in tasca, mentre tornava a casa.