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[RPG 3] Scenario: Dentro Ognuno di noi

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    Raiden
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    00 26/04/2004 09:17
    Marco Bellero
    La figura continua ad atterrire la mia forza di volontà. Il modo con cui pronuncia l'ultima domanda è, per un semplice uomo come me, semplicemente insostenibile. La sua voce sembra martellare nelle mie orecchie senza sosta, incessante, come un maglio sull'incudine: non mi aspetto altro che di vedere esplodere la mia testa da un momento all'altro.

    Sforzandomi di guardare in volto la figura ammantata che si erge di fronte a me, tento con le mie scarse forze residue di dargli una risposta:
    "Siamo noi che vorremmo saperlo da te. Dipende tutto dal tipo di chiave che cerchi e da ciò che essa dovrebbe aprire".


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    Gornova
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    00 27/04/2004 18:36
    Tutti

    La figura tace.
    Sembra passare un eone.
    Sentite le pulsazioni dei vostri cuori, il battito nelle vostre menti, il peso di tutto quanto avete affrontato finora.
    La figura vi osserva, sembra giudicarvi, guardare dentro, Oltre la vostra mera parte fisica.. dentro, nello spirito, nell'anima, nella vostra storia passata, fino a ritrovare tutto quanto.
    Vi sentite appesanti, quando la voce parla ancora una volta, con più potenza:

    "VEDO CHE VOLETE LA CONOSCENZA, VOI TRE. PORTATE QUI LA CHIAVE ED IL CANCELLO VI SARA' APERTO."

    Tre?
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    Gornova
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    00 28/04/2004 14:26
    Falco

    Falco avanza verso il Custode con passo fermo e deciso, ma lentamente, cadenzando bene i passi.

    Osserva l'espressione incredula che si dipinge sul volto dei suoi compagni nel rivederlo, come quella di qualcuno che abbia appena visto un fantasma.

    "Ebbene sì, amici, sono proprio io... Falco, in carne ed ossa", dico abbozzando un sorriso.
    "Ora siamo nuovamente in tre..."

    Poi, la sua espressione cambia e diviene fiera e determinata quando si rivolge al Custode.
    "Il mio nome è Falco, Centurione della Gloriosa Roma. Ho perso tutto quello di più caro avessi per ottenere la conoscenza e, come loro, sono qui per chiederti di aprire il cancello e lasciarci passare...", dico estraendo Ex-Lvce e portandola alta davanti a me.

    La luce azzurra emanata dalla magica lama si irradia rapidamente per tutta la stanza, crescendo di intensità.
    "E' forse questa la chiave che cerchi, Custode?", dico tenendo Ex-Lvce ben stretta nel pugno.

    [Modificato da Gornova 28/04/2004 20.29]

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    Raiden
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    00 29/04/2004 10:47
    Marco Bellero
    Lo stupore è pari soltanto alla mia gioia nel rivedere Falco... quando io e Giusto ci eravamo riuniti la sua assenza era palpabile. Speravo in cuor mio che fosse rimasto attardato rispetto a noi due, ma temevo che guardare dentro se stesso lo avesse perduto.

    Evidentemente affrontare lo specchio del suo passato deve essere stato per lui molto più difficile che per me o Giusto. Ma so io quanto ho sofferto nell'incontrare me stesso: che razza di prova deve aver affrontato?

    Le parole non servono in questi momenti: uno sguardo complice, fra compagni che hanno condiviso le più grandi sofferenze di questo mondo, vale ben più di mille discorsi di Cicerone. Mi affianco semplicemente a Falco, tirando fuori anche il mio medaglione. Solo la sua vicinanza ha il potere di riscuotermi dal terrore in cui mi aveva precipitato l'aura del Custode di fronte a noi.

    "Pretoriano Marco Bellero, fedele servitore di Augusto e di Roma Caput Mundi. Anche io ho rinunciato a tutti i miei legami terreni per dischiudere la mia mente. Nei meandri della follia che più volte ho sfiorato ho visto e percepito misteri ed entità che avrebbero fatto vacillare chiunque... ma come vedi sono qui, pronto ad avere le risposte che cerco da 4 anni."

    Estraggo il medaglione da sotto le vesti, qualcosa mi dice che dovrebbe essere molto freddo al tatto.
    "E questa è la mia chiave..." concludo guardando Falco con un cenno di intesa.

    Giusto

    Senza un respiro, Giusto si para avanti ai suoi compagni, minuto nella sua piccola statura.

    "Esattamente come i miei compagni, io ho perso tutto. Anche il mio nome, in quanto esso è trapassato assieme alla mia umanità.
    Non ho da portare niente a testimonianza della mia fedeltà o del mio valore...in quanto non ne possiedo. Io sono qui solo per me stesso, e chiedo di passare."

    (metto qui il post di Pkrcel)

    [Modificato da Gornova 05/05/2004 10.11]

    [Modificato da Gornova 05/05/2004 10.11]

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    Gornova
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    00 03/05/2004 19:56
    Il Custode, fermo immobile, come sempre, si muove.
    Si alza improvvisamente, e si avvicina a voi: siete pietrificati, quando

    riabbassa il suo velo.

    "IL PORTALE D'ARGENTO E' APERTO. AVETE LA CHIAVE CON VOI PASSATE, SE COSI' VOLETE"

    E detto questo, il Custode torna al suo posto, ancora una volta.

    Falco

    Il suo volto.. terribile e adorabile.
    Morte e distruzione insieme.
    Vita e creazione insieme.
    Hai visto dentro te stesso, ed hai sentito quello che volevi sentire: "non é finito tutto quel giorno in cui hai incrociato la tua strada con quella del centurione Caesar Caio.. quando hai avuto l'EX-Lvce con te, quando lo Strisciante ti si é parato dinnanzi"
    Probabilmente non finirà neppure ora, anche se per un istante lo pensi, lo brami, lo DESIDERI.
    Le parole.. oh, quante parole:
    "Il mio nome è Falco, Centurione della Gloriosa Roma.."
    Gloriosa..
    Gloriosa..
    Gloriosa..
    Vedi la gloriosa Roma, la città eterna, in preda a delle grandi fiamme, la vedi assediata e razziata dai barbari che sono ancora molto lontani ai tuoi tempi.
    La vedi.. a pezzi.
    E mai più saprà risollevarsi alle stesse altezze che tu hai conosciuto: ma una domanda, a cui tu solo puoi dare risposta, ti sorge, nella mente.
    "E' Gloria quella di Roma, o non é Gloria?"
    "Ho servito una causa giusta, o ho portato solamente morte e distruzione attorno a me?"
    "Ho fatto qualcosa della mia vita?"
    Mentre le risposte faticano a venire, superi il portale d'argento, e la figura del custode.. seguito dai tuoi compagni.
    Le risposte.. sono forse sempre state DENTRO di te?

    Marco

    Sotto il velo, senti le parole, lontane di un tuo misterioso superiore:
    "Quello che troverete deve essere compreso, prima che distrutto.. tuo é questo compito.. ecco.. tieni, questo é l'ordine imperiale.."
    Hai visto dentro te stesso, ed hai sentito quello che volevi sentire: "non é finito tutto il giorno quando ho incrociato quello straniero, a Roma.. non é finito quando sono sprofondato nella disperazione, ad Iniax.. neppure davanti a mostri innominabili.. non é finito"
    Probabilmente non finirà neppure ora, anche se per un istante lo pensi, lo brami, lo DESIDERi.
    Le parole.. oh, quante parole:
    "Pretoriano Marco Bellero, fedele servitore di Augusto e di Roma Caput Mundi"
    Fedele..
    Fedele..
    Fedele..
    Vedi la tua fedeltà che ti porta alla morte, per mano di un sicario.. vedi Augusto morire, vedi il corpo dei pretoriani uccidere l'imperatore, per poter mettere qualcuno sullo scranno imperiale, qualcuno di più giusto.. qualcuno così fedele come te un tempo...
    Ma é la domanda, a cui tu solo puoi dare risposta, che ti sorge nella mente:
    "E' Fedeltà la mia verso Roma? O é solo un modo per nascondermi, per non prendere le mie responsabilità, per lasciare decidere agli altri il mio destino?"
    "Ho fatto qualcosa della mia vita?"
    Mentre le risposte faticano a venire, superi il portale d'argento, e la figura del custode.. seguito dai tuoi compagni.
    Le risposte.. sono forse sempre state DENTRO di te?


    Atto III: Attraverso le porte delle chiavi d'argento


    La fine.
    La risposta..
    La risposta..
    La verità...
    La verità...
    La verità...
    Il dubbio....
    Il dubbio....
    Il dubbio....
    Il dubbio....
    La paura.....
    La paura.....
    La paura.....
    La paura.....
    La paura.....
    Il senso......
    Il senso......
    Il senso......
    Il senso......
    Il senso......
    Il senso......
    Di tutto.......

    Una tavola imbandita.
    Un candeliere che getta luce sui di voi, sui vostri volti, sulle vostre vesti eleganti, sul buon cibo, sulle mura della stanza, riccamente adornate.
    Il dolce profumo del buon cibo sulla tavola, i riflessi di goccie di luna dell'argenteria, il sapore del vino appena sotto la vostra lingua, il sapore di un bacio appena sfiorato.
    L'oscurità attorno a voi, e quella luce, li davanti, che vi sembra osservare, sorridere, RIDERE di voi.
    La volontà di alzarsi, di affrontare la luce, di ..

    DI COSA?

    Una voce conosciuta, quella di un vecchio amico, seduto (o obbligato?) assieme a voi.
    Astrifone Argus, il druido, il mago, lo stregone ricercato da Roma per via della sua magia diversa, mostruosa.. pazza.

    "Salve.. e ben arrivati. "

    Vi guardate attorno.. nessun altro é con voi.
    Solo Falco, Giusto, Marco ed Astrifone.. anche se qualcosa nell'ombra si muove...

    [Modificato da Gornova 06/05/2004 20.30]

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    pkrcel
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    00 06/05/2004 15:02
    Giusto
    "Salute a voi Astrifone...."..dice Giusto con un filo di voce, sorpreso dall'imrpovvisa visione

    Una veloce occhiata ai dintorni: "Questa volta, sembra che siamo tutti" pensa, mentre scambia uno sguardo con Falco, preoccupato per ciò che sembra mouversi al loro contempo.

    Ripreso momentaneamente dalla sorpresa, torna a rivolgersi ad Astrifone, "Che accade druido? Se è possibile saperlo, dove ci troviamo?"

    [Modificato da pkrcel 07/05/2004 9.38]

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    Raiden
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    00 11/05/2004 09:07
    Marco Bellero
    Senza troppe cerimonie mi dirigo verso il tavolo a cui è seduto Astrifone, ma aspetto un suo invito prima di sedermi, preferendo rimanere in piedi di fronte a lui e la sedia. Stranamente, le ombre che si agitano dietro di noi non mi preoccupano affatto... "Un altro segno della mia umanità che se ne sta andando", penso. "Sto diventando come loro?"

    Alzo la mano verso il nostro interlocutore. "Salute, Astrifone Argus! Come vedi siamo riusciti a guardare dentro di noi e sconfiggere le nostre recondite paure! Ci siamo dimostrati degni di oltrepassare il Cancello d'Argento e tornare da te."

    "Una sola domanda ho intenzione di porti, e ti supplico di rispondermi nel modo più chiaro possibile: è questo il momento dei chiarimenti e delle risposte? O anche tu rappresenti una nuova prova, l'ennesima in questo interminabile viaggio?"


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    Gornova
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    Sciamano
    00 12/05/2004 09:22
    Falco
    Davanti a loro siede Astrifone, ma Falco prova una strana sensazione.
    Non si sente sicuro... Le ombre si agitano dietro di lui, inquietanti, ed Astrifone stesso emana un'aura minacciosa, quasi facessa parte stessa di quelle ombre...

    "Questo posto ha qualcosa di strano, qualcosa che non mi convince...", pensa il Centurione tra sè.

    Il suo sguardo perplesso incrocia quello di Giusto, indeciso sul da farsi.
    Poi Marco avanza verso Astrifone e Falco tenta inutilmente di fermarlo...

    Ombre danzano sulle pareti, sfuggendo rapide allo sguardo di chi le osserva...
    Lo sguardo del Centurione corre rapido dalle pareti della stanza ad Astrifone, per poi cadere sulla Ex-Lvce: una debole luce azzurrognola la accompagna in tutta la sua forma...

    Falco si avvicina a Giusto e gli sussurra: "Ex-Lvce...", spostando repentinamente la mano sull'impugnatura dell'arma.

    "Druido, ora credo di essere pronto ad avere le risposte...", dice Falco infine.
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    Gornova
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    Sciamano
    00 12/05/2004 09:58
    Il silenzio é opprimente. Alla fine vi siete abituati. Non esistono più pensieri dentro la vostra testa, ne sussurri..
    neppure il battito del cuore.
    Niente, nessun rumore.
    Poi l'eternità viene spezzata da Astrifone, che vi parla, con calma, con la sua solita voce e dice:
    "Io non sono una prova, e mi dispiace, amici, se così vi posso chiamare, che mi consideriate così. E' vero. La spada dice la
    verità quando dice che qui siamo in pericolo, ma non sono le ombre che portano al nostro annientamento.. saremo noi con le
    nostre decisioni"
    Astrifone si ferma, vi osserva, osserva la tavola imbandita, le ombre dietro di voi e dice:
    "Come vedete le ombre sono DIETRO di noi, lotane ormai da quello che eravamo. Il circolo di pietre, quella spada, la
    conoscenza di Giusto, il medaglione di Marco, LORO... Ci hanno cambiati, per sempre temo."
    "Io l'ho scelto, l'avevo scelto da molto tempo.. perchè? Perché obbligarmi in questo stato? Ancoran non capite, vero?"
    Astrifone sorride per un istante, poi continua dicendo:
    "Non v'era tempo, ma dovevo narrarvi la mia storia, per spiegarvi le mie scelte. Ora il tempo c'è. Effettivamente, essendo questo uno stato che non contempla il TEMPO come lo comprendevamo noi, possiamo farlo.. sedetevi, forza.. non serve stare in piedi", dice rivolto a Marco.

    "Tutto iniziò molti anni fa, in Grecia, ad Atene. Ero giovane, speranzoso, con gli occhi ancora coperti, e stavo assitendo,
    come molti miei contemporanei, alla guerra civile... Cesare contro i suoi avversari. Ho visto con questi occhi la repubblica cadere. E mi domando ancora dove la brava gente di Roma, quella che ha sempre lavorato per il bene suo e dei suoi alleati, abbia sbagliato. Probabilmente lo sbaglio sta tutto nel sangue versato. Già, tutto lì."
    "Ho conosciuto la tua maestra, Giusto, in quegli anni, e posso dire che avevamo molti in comune, molto di più di quanto ti
    abbia mai detto, temo. Noi, facevamo parte di un ordine, o meglio, un culto, dedicato a qualcosa di antico, di MOLTO Antico. Ma non ci importava. Il potere giungeva da quella fonte.. molto forte.. nascosto dietro il nome di Apollo, o il suo nome più antico.. il Custode. Probabilmente anche il vostro compagno, Detamargus, aveva sentito parlare dell'antico ordine di Apollo"
    "Questa entità esigeva molti tributi, anche in sangue, ma a quei tempi non attribuivo molta importanza al sangue degli
    schiavi.. troppo tardi ho compreso, temo. Sta di fatto che essere in quel culto, lentamente, ci portava alla follia.. a
    compiere atti al di fuori della natura umana, atti che neppure un folle poteva comprendere"
    Astrifone pare a disagio, quando ne parla, e si appoggia al tavolo con i gomiti, e si copre il volto con le mani.
    "Solo anni di isolamento, nella mia casa vicino a Treviri, vivendo come uno straccione, usando le mie poche conoscenze
    rimaste, mi hanno permesso di tornare ad essere un membro della nostra razza.. prima. Non lo so... non o so.."
    "Poi, venne quella notte.. io. Non ne posso parlare, capite: non perché non voglio dirvelo, ma perché non posso.. non posso
    per il vostro bene. Io ho VISTO chi stava dietro a tutto questo.. voi li avete chiamati LORO, ma vi sono cose
    che superano tutte le malvagità degli uomini, tutta i loro difetti... cose che non devono esistere, e non devono essere
    ricordate.. che ne sarà di noi, mi chiedo??"
    Astrifone tace,.. sembra aver finito il suo racconto quando all'improvviso toglie le mani dal suo volto, e continua dicendo:
    "La mia salvezza, era collegata al circolo di pietre.. ma quando seppi che a sud, a Cartagine, .. quello che avevate trovato, io uscii dal mio sonno. Sapete? Mi ero quasi convinto di essere stato un pazzo,... un PAZZO .. ma era tutta verità.
    Contattai il senatore, poverino.. lui non ha retto al peso delle rivelazioni.. e avevo dubbi anche su di voi.. ecco perché vi ho fatti passare per il cancello.. voi dovevate trovare da soli le forze di affrontare l'ORRORE che esiste, si vede, é tangibile, ma tutti non vedono.. capite?"
    La voce di Astrifone si fa secca, e mentre si sporge per prendere il boccale di vino, notate dei tatuaggi, sotto le sua
    vesti.. marchi a fuoco che non avete mai visto, e che non avreste mai voluto vedere..
    "Ora voi penserete, giustamente, che io sia il fulcro, l'assassino, il pazzo, il vile, che vi ha trascinati fin qui.. e vi dirò che avete ragione.. perché se é vero che la tua maestra, Giusto, é stata raggiunta dai loro emissari.. noi oramai siamo oltre la loro portata, perché siamo OLTRE."
    "Siamo.. come potete comprendere se non avete letto quegli scritti? Tu, Giusto, ne avrai sentito parlare.. Atlantide, viene chiamata.. la mitica isola che un tempo dominava il mondo.. ma non capite? Atlantide non é un luogo, é uno stato di ESISTENZA.. un passo che il piccolo essere umano ha compiuto nel corso della sua evoluzione..."
    "Qui", dice Astrifone mentre allarga le mani, "questa é la nostra Atlantide, e se esitono ancora delle ombre dietro di noi, attorno a noi, bene.. dopo che abbiamo sconfitto quelle DENTRO di noi.. é perchè noi lo vogliamo.. ognuno di noi."
    "Vi dico subito che esiste un modo per tornare indietro, alla vita di prima, anche se temo che il mondo non avrà mai più un senso per voi, un ordine, e che tutto sarà così INUTILE ai vostri occhi.. e che loro continueranno a tormentarvi.."
    Quando Astrifone finisce questa frase, notate una porta, in fondo alla stanza.. una porta che solamente pochi istanti prima non esisteva..
    "Quella é la porta, la via di uscita, il percorso che riporta a quella che era la vostra casa, oltre le porte dalle chiavi d'argento.. e la chiave.. la chiave é dentro di voi"
    "Ma vi é un'altra strada, che vi propongo.. quella della nostra felicità, dell'abbandono in questo nuovo stato di esistenza.. una strada che io bramo più di ogni altra cosa, perché ci permetterà di VEDERE oltre la nostra normale comprensione.. di capire e sopratutto di trovare la pace.. e se lo vorrete, di sconfiggere loro.."

    Dopo molte parole, Astrifone si ferma e vi pone LA domanda:

    "Che cosa volete voi dalla vostra esistenza?"

    [Modificato da Gornova 12/05/2004 10.00]

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    Raiden
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    00 12/05/2004 10:17
    Marco Bellero
    "Che cosa voglio io? Lo saprai subito, Astrifone. Farò quel che devo fare... quel che sognavo di fare da molto tempo."

    Detto questo mi alzo, noncurante delle ombre che ci danzano minacciose intorno e delle espressioni dei miei compagni, e mi reco alla piccola porticina che è comparsa a lato della stanza. Un sospiro lungo quanto un eone, e l'ho già aperta. Una fitta nebbia mi avvolge e toglie la mia figura dalla vista di Falco e Giusto.



    [Modificato da raiden il redentore 12/05/2004 10.25]

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    pkrcel
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    00 20/05/2004 16:41
    Giusto
    La determinazione del pretoriano lascia Giusto abbastanza perplesso..."sempre mi è parso un uomo che si faceva scudo di una maschera di determinazione, ma mai avrei pensato che potesse essere tanto impulsivo"..è il suo pensiero....

    Poi lo sguardo si posa verso Falco, che sembra essere anch'egli sorpreso, ma che nelgi occhi mostra comprensione...
    e le parole fluiscono con naturalezza, "E' vero, anche io capisco perchè Marco abbia fatto un tale, impulsivo gesto...noi tutti abbiamo bisogno di sentirci umani, padroni dei nostri destini, fautori di una scelta, una almeno, per la quale esita realtemnte il libero arbitrio!"

    Ecco il volto di Astrifone, tranquillo..."Druido, io intendo seguirti, se anche esiste una sola possibilità si seguire la strada che lei ha così fortemente voluto mostrarmi, io la sfrutterò, in qualcuno dovrò pure porre la mia fiducia..."


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    Gornova
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    Sciamano
    00 25/05/2004 13:41
    Astrifone guarda Marco, e poi distoglie lo sguardo, mentre scompare nella nebbia, e dopo pochi istanti riappare.
    E' come gli altri seduto intorno alla tavola imbandita, mentre Falco pare come perso in chissà quale ragionamento interiore..

    Astrifone, da parte sua, vi rivolge la domanda di prima..

    "Che cosa volete dalla vostra esistenza? Vi prego.. rispondete a questa domanda prima di tutte le altre.."
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    pkrcel
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    Nuclearizzato da Praga
    00 31/05/2004 09:23
    Giusto
    "Io voglio semplicemente capire perchè mi sono trovato su questa strada, cosa mi ha spinto a seguire il percorso della conoscenza..e credo che per farlo dovrò seguirti Astrifone, per raggiungere lei, o forse, per raggiungere ciò che lei avrebbe voluto mostrarmi..."


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    Raiden
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    00 31/05/2004 09:59
    Marco Bellero
    "Perdona il mio gesto nobile Astrifone, ed anche voi amici Falco e Giusto: sapete bene che non vi avrei mai abbandonato per nessun motivo, ma c'era un'ultima cosa che dovevo fare prima di seguirvi nell'ultimo atto di questo nostro lungo cammino. Volevo, anzi DOVEVO rivedere anche per un solo istante mia sorella Clarissa."

    "E' per lei se sono arrivato a Roma e sono diventato pretoriano, ed è sempre per lei e per la sua salvezza che mi sono incamminato consapevolmente su questa strada. Lei rappresentava il mio ultimo legame terreno e sentivo il bisogno di scioglierlo per essere preparato a seguirvi, ma per farlo mi era necessario rivederla un'ultima volta. Dovevo vincere le mie tentazioni."

    "Così è stato, o almeno credo, in quella nebbia che mi ha avvolto. Ho aperto la porta e dopo attimi che parevano interminabili l'ho scorta in lontananza, una figura pallida e sfocata che man mano si avvicinava e diventava nitida, viva, calda... rappresentava una parte della mia volontà che ha lottato disperatamente per trascinarmi fuori dal vortice di orrori in cui siamo precipitati."

    "Ma ho vinto, e senza difficoltà. Il pensiero di andarmene e tornare a casa non si è mai associato ad una tentazione pienamente comprensibile. L'ho vista come me la immaginavo: bella, adulta, matura, felice ed al sicuro. Lei non ha più bisogno di me in questo mondo: sono consapevole che potrò fare qualcos'altro per la sua felicità ma ad un altro livello."

    "Inoltre tutto questo l'ho vissuto anche per voi: volevo essere certo, una volta di più, di esservi effettivamente d'aiuto e non risultarvi un impiccio, un fastidio frenato dalle emozioni. E così dopo aver convissuto con le mie paure e coi miei ricordi sono pronto a seguirvi, FINO ALLA FINE."

    "Credo che questo risponda anche alla tua domanda, nobile Astrifone, ma voglio ribadirtelo ora e per sempre: come ho già detto al Custode della Porta io cerco le risposte, qualunque esse siano ed in qualunque forma mi vengano presentate. O sarebbe più corretto dire che cerco una parte di esse."

    "Cerco anche la felicità. Quello, come saggiamente hai spiegato pocanzi, è un sentimento che non mi appartiene più, come moltissimi altri: lo ritengo superfluo, almeno per la definizione che ne viene comunemente data. La felicità a cui aspiro è quella delle normali persone come Clarissa, e potrò dargliela soltanto espletando il mio compito: impedire che forze oscure, eterne ed immortali, possano nuocere al mondo. Con tutte le mie forze. Il mondo deve vivere nella sua ignoranza di quello che accade in realtà dietro le quinte: spetta a uomini come noi consentire che ciò accada."
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    Gornova
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    00 31/05/2004 11:24
    Atto IV: Siete ancora umani

    (tempo indefinito - luogo indefinito)

    Astrifone pare rilassarsi, sulla sua sedia.
    Le ombre, attorno a voi, che hanno continuato a muoversi fino ad ora, si rilassano.. e sembrano scomparire.
    Nulla si muove.
    Astrifone vi guarda, uno sguardo carico di compassione, ma anche di speranza.
    "Vi siete fidati di me, e nonostante tutto questo, io ho fallito, lo so. Non avete compreso e mai lo farete, temo."
    Astrifone si alza, e notate dietro di lui una porta che non c'era mai stata prima: si incammina verso di essa, la socchiude, prima, esitante, e poi vi guarda, uno ad uno.
    Il silenzio di Falco lo spaventa, é chiaro, ma non può fare
    altrimenti.
    Spalanca la porta ed insieme al lui vedete quello che c'è Oltre.

    Il buio.

    Il nulla.

    Il non senso.

    Le vostre stesse esistenze vengono strappate da quello che era la vostra umanità residua: sentite, percepite, più che vedere, l'enorme vortice oscuro, in mezzo a nulla.
    Il caos strisciante, così lo definisce la voce di Astrifone che é dentro la vostra testa.
    Intorno a lui danzano, al ritmo di blasfemi flauti creature senza nome, ne senso, senza vista ed idiote come il loro padrone.
    Azathoth, il demone sultano.
    Sull'orlo della follia capite non é Azathoth, assieme ad i suoi
    infiniti poteri, la minaccia che vi ha perseguitato, vi ha cambiato la vita, che vuole portare la follia sul mondo.
    E' in disparte, un uomo dalla pelle olivastra: vi domandate come potete percepire la sostanza del suo corpo, visto che voi stessi siete senza corpo.
    Vedete la sua malvagità, INFINITA, e CORROTTA dipinta su quel volto perfetto..ed in alcuni istanti vedete passare in rassegna tutte le sue forme.
    L'orribile, il blasfemo, é li davanti a voi.. la cosa più
    TERRIFICANTE di tutte, é la sua VIVIDA, INFINITA E MALVAGIA
    intelligenza.. il fulcro di tutto quanto.
    Nonostante i suoi poteri siano infiniti, incommensurabili.. potrebbe distruggere tutti voi, l'impero, Roma in un solo battito di mani: ma non lo fa, guidato dal maestoso e orripilante piano di rendere prima TUTTI consci del terrore che si cela oltre la realtà.

    Nyarlatothep.

    "Dunque, alla fine siete giunti fin qui.", dice l'essere, con voce tranquilla, normale, UMANA.. é questa la parte più orripilante, mostruosa.. terribile.. é come voi.. ma non lo é.
    "Cosa vi aspettate, dunque? Lo scontro finale contro di me? Con
    quali armi? Con quali conoscenze? O volete servire il Caos, così come io ho deciso? O volete tornare indietro? Potete rimanere qui per l'eternità e oltre, a godere dello splendore di quello che IO ho creato.. ed il vostro fato.. "
    L'essere ride, di una risata folle, senza nome.
    Vi sentite attratti nella spirale della pazzia.. quello che
    trattiene i vostri pensieri dal scivolare nel caos e nella pazzia é solamente una considerazione.
    "Siete ancora umani!", dice Astrifone, lì come sempre accanto a voi.
    "Voi pensate davvero d'essere importanti? Voi non SIETE NULLA. La razza UMANA non é nulla. E' inutile, senza senso, così come é stata creata da noi.. non é che un granello di polvere, un nulla in mezzo al caos delle stelle. Non potrà mai fare nulla, ed il suo fato é segnato, PER SEMPRE.
    Voi non siete nulla.. non importate, non riuscirete a fare nulla!"
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    lark
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    The Last Larkman
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    00 01/06/2004 14:22
    FALCO


    Falco, che era rimasto immerso nei suoi pensieri, si desta e osserva Astrifone.
    Gli si avvicina e gli posa una mano sulla spalla.

    Poi avanza di un passo ed inizia a parlare.

    <Hai ragione, noi umani non siamo nulla.
    Siamo impotenti di fronte a voi, al vostro potere... Abbiamo paura di voi, non posso negarlo.
    Ma è propria questa paura che vi permette di esistere, non è vero?

    E' per questo che ci temete, anche se non volete ammetterlo.
    Senza di noi voi non potreste essere, per questo non ci avete ancora distrutti.
    Avete paura della nostra mortalità e ci invidiate. Non è vero?

    Noi stupidi umani possiamo provare sensazioni e sentimenti che voi non conoscete più.
    Voi non potete vivere ogni singolo istante della vostra vita come fosse l'ultimo, non potete dare un senso ad ogni respiro, non conoscete la gioia ed il dolore perchè non conoscete la vita e la morte.
    Ma soprattutto, non conoscete l'amore... Ma voi non potete capire, no, non potete...

    Non potete assaporare la vostra esistenza fin nel più piccolo dettaglio, fin nella più piccola sfumatura, fin nel più piccolo soffio di vita... Non potete gioire come noi umani nè sentire il sangue pulsarvi nelle vene.

    Siete qui, confinati in questo stato di esistenza... E siete soli.
    Se nessuno crede in voi cessate di essere. Perchè è il pensiero che regola questo stato di esistenza non è forse così?
    Volere è potere ed io desidero con tutto me stesso che il genere umano continui ad esistere. Con i suoi pregi ed i suoi difetti gli uomini sono quanto di più perfetto esista.

    Voi non potrete mai fare a meno di noi...
    >

    Falco chiude gli occhi, cercando di guardare con gli occhi della mente invece che con quelli fisici.

    <Ho abbandonato la mia umanità da quando sono entrato in possesso di Ex-Lvce, ho dedicato tutto me stesso alla ricerca delle risposte, alla ricerca di quello che sono realmente, seguendo ciò in cui ho creduto.
    Ho lottato, ho sofferto, ho vissuto... Non temo la morte, non temo la vita. Ho avuto le risposte che cercavo proprio adesso, grazie a te. Sono pronto al compimento del mio fato...
    >

    <Il genere umano sarà anche inutile come dici tu, ma possiede un potere più forte di qualunque altro, la magia della vita.
    Io credo negli uomini e sono disposto a fare qualunque cosa pur di dare loro una possibilità di salvezza...
    >

    <Tu credi che io sia disarmato, ti chiedi come potrei mai affrontarti... Hai paura della mia vita Essere?>

    Detto questo Falco libera la mente e lentamente il canto di Ex-Lvce riaffiora dal più profondo del suo essere.
    Si fonde e cresce di intensità, unendosi alla vita del Centurione, fondendosi con la sua anima divenendo un solo corpo ed un solo spirito.

    Danza Centurione, danza.
    Che l'ultimo ballo abbia inizio...

    [Modificato da lark 01/06/2004 14.25]

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    pkrcel
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    Custode del Tempo
    Nuclearizzato da Praga
    00 03/06/2004 10:01
    Giusto
    Non esistono più le parole, non esiste più il tempo e non esiste più Giusto, così come era conosciuto.

    Egli nella sua nuova coscienza ascolta le parole dell'essere e successivamente le parole di Falco...una sola sensazione, un solo messaggio nei confronti di chi li schernisce con tale veemenza, disprezzo.

    "Di cosa dovrei avere paura? di cosa dovremmo spaventarci? Noi siamo ancora umani, e siamo qui, ciò oltre qualsiasi parola o intenzione è il messaggio più chiaro da parte nostra...NOI SIAMO QUI...non tutti è vero, ma poco importa, noi possiamo godere di un destino diverso per ciascuno di noi...noi NON siamo condannati all'inutilità gli uni per gli altri...viviamo nella coscienza, foss'anche illusoria, di poter fare qualcosa nel nostro tempo per noi e per chi ci sta attorno...e possiamo farlo in quanto umani...."

    Poi una risata..è Giusto che ride? o forse qualcun'altro?
    Di nuovo poco importa...

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    Raiden
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    00 03/06/2004 15:30
    Marco Bellero
    "Stavolta siamo giunti veramente alla parola fine" pensa Marco mentre le ombre intorno al gruppo lentamente si dissolvono. "Abbiamo superato anche la penultima prova, rappresentata dalla nostra volontà, dopo aver guardato nel profondo del nostro animo. Ormai più niente si frappone fra noi ed il nostro destino, qualunque esso sia. Ed esso ci attende oltre quella porta." La attraversiamo. Finalmente, dopo quattro anni di lunghe ricerche ed indicibili sofferenze, scopriremo la nostra ultima meta.

    Siamo entrati. Sono entrato. Improvvisamente, una sensazione che ho provato spesso: sono solo. Niente più Astrifone, Giusto, Falco. Niente più Detamargus, Caio, Aracus. Niente più Clarissa, Augusto, Roma, l'Impero. Niente di niente.
    Buio. Silenzio. Nulla. Dissolvenza. Tutto questo non esiste. "Anch'io non esisto".

    Riconosco ormai questo limbo, oserei dire che mi è familiare. La conoscenza. Così come mi è accaduto troppe altre volte in una situazione del genere, la mia mente, se ne ho ancora una, si spalanca. E finalmente tutti i miei sforzi vengono coronati.
    Ora vedo, ma non con gli occhi.
    Ora sento, ma non con il mio udito.
    Ora capisco, ma non grazie alla logica.
    Ora SO. HO LE RISPOSTE.

    Finalmente capisco appieno quello che abbiamo vanamente inseguito ad Iniax e nell'Isola delle Nebbie nei nostri corpi fisici, vagando come pecorelle smarrite senza alcuna speranza, senza alcun obiettivo. Tutti gli sforzi patiti, tutto quanto ora mi appare miseramente privo di senso, come se avessimo letteralmente sprecato il nostro tempo. "Non è stato così, Marco, e tu lo sai. Se sei arrivato alla destinazione finale è grazie a quel che sei stato. In nessun altro modo saresti potuto approdare fino a qui" elaboro dentro di me con una razionalità che mi era finora sconosciuta.

    Qualcosa si muove, qualcosa prende forma. Eppure non siamo in uno spazio fisico. Anche il mio corpo, nonostante la poca utilità che gli attribuisco, sembra condensarsi attorno al mio IO. E non sono più solo.
    Il centro dell'universo, il Demone Sultano, Azathoth. I flauti. I folli danzatori. Già nel sogno del circolo di pietre ero arrivato non lontano da qui, ma aveva ragione Astrifone nel non ritenermi pronto. Dovevo prima superare alcune prove. Ma ora l'ho fatto, e non tremo più. Ho con me fidi compagni. Non li vedo, ma li percepisco chiaramente come se li vedessi. E' una esperienza incredibile riuscire finalmente a scorgerli con gli occhi della mente.

    Ma questa volta la scena appare più nitida rispetto alla mia precedente esperienza. C'è un elemento nuovo, che stabilizza ciò che mi appare davanti. E capisco ulteriormente.
    Nyarlathotep, il Caos Strisciante. E' LUI la risposta a tutto. E' lui l'artefice, causa ed effetto di tutto. Le mie domande hanno finalmente trovato le risposte tanto attese.

    Nyarlathotep.
    Se ne sta in disparte, eppure domina il luogo. Servitore dell'entità suprema del tempo e dello spazio, ma al tempo stesso suo pari. Curiosamente, si forma nella mia mente l'immagine dell'Impero di Roma negli anni a venire: un Imperatore troppo giovane e imbelle per guidare Roma demanda il compito ad un astuto ed abilissimo viceré. "Chi dei due è in realtà il signore?", mi chiedo divertito. Roma, Augusto, quanto miserabile è il loro potere temporale di fronte a ciò che sto vivendo. Disporrei della forza per schiacciarli come insetti, ma a che pro? Che UTILITA' avrebbe un gesto del genere? Nessuna, l'immediata risposta.

    Il Dio parla. Il Dio si rivolge a noi. Il Dio ha voce ed aspetto umani. E' talmente affascinante da lasciarmi agghiacciato. Sembra un nobile faraone del passato, intriso di incommensurabile malvagità. E le sue parole, calme, perfettamente misurate ma taglienti come lame aguzze. Niente potrebbe farci più male di ciò che sta dicendo. Ci schernisce, conscio della sua manifesta superiorità. Siamo sempre stati i suoi burattini, in fondo. Ma...

    Astrifone si dimostra la nostra guida ideale. Basta una semplice frase per non abbandonarmi allo sconforto. Ha ragione, non ora che sono giunto fino a qui! Che miserabile sarei altrimenti? A che sarebbe servito tutto quanto?


    "Mi spiace deluderti" le parole -se di parole si tratta- sgorgano limpide e spontanee da quella che in un corpo normale si definirebbe bocca. "Mi spiace, ma forse per la prima volta nel corso della tua eterna esistenza hai sbagliato i calcoli. Nessuno degli uomini che vedi di fronte a te sarà mai una tua marionetta".

    "Sei onnipotente, eppure confinato in questo luogo sperduto. Fai parte di una schiera di divinità impronunciabili, eppure siete tutti dispersi nel tempo e nello spazio. E nonostante la vostra potenza, avete bisgno di noi miseri, insignificanti mortali. Avete bisogno di folli che protraggano il vostro culto blasfemo, inconsapevoli celebranti che vi venerino in maniera superficiale sperando di avere un granello del vostro immenso potere, sciocchi cultisti che ricordino il vostro nome. Per esistere vi è assolutamente necessario che qualcuno privo di senno vi veneri e vi riporti sulla Terra che avete abbandonato chissà quanti millenni or sono. Senza di noi NON SIETE NIENTE. NIENTE."

    "Hai calcolato che giungessimo qui per obbedire, impotenti e privi di umanità, al tuo turpe volere. Hai fatto in modo che diventassimo i tuoi emissari. Ma non hai considerato che noi uomini possediamo un cuore, una coscienza, una memoria. Tutte cose che brami e non potrai mai avere, per quanto ti sforzerai in tutta la tua eternità, se non come riflesso dei miserabili che ti serviranno."

    "Non hai minimamente previsto che serbassimo il ricordo per quanto accaduto in questi lunghi anni. Tu intendevi annichilire la nostra volontà ed il nostro IO, ma hai ottenuto lo scopo contrario: l'hai rafforzato. Non ci ha fermato la morte, la paura, il dolore, l'incertezza. E non riesce a piegarci ormai neppure la visione di questo luogo immondo."

    "Puoi sconfiggerci ed annientarci con un solo gesto, ma avrai sprecato quattro ottimi servitori. Dovrai ripartire da zero, sottoporre altre prove a nuovi potenziali adepti, ma intanto i tuoi progetti per quest'epoca subiranno un rallentamento. Ed è il massimo risultato a cui possiamo aspirare. La verità è che nonostante tu ci faccia a pezzi, hai perso questa partita. Tu, che sei un Dio, hai perso dai miserabili umani che disprezzi tanto."

    "Ed hai commesso un ultimo, gravissimo errore. L'orrore che rappresenti può essere incarnato in chissà quante mostruose forme, ma stavolta hai scelto quella sbagliata. Raffiguri un uomo, per quanto potente, un uomo di fronte a uomini che non temono più nulla. Ed ai miei occhi non sei più il maestoso faraone che parlava sprezzante, ma il vigliacco di nome Romeo Detamargus. E nella tua infinita sapienza certamente saprai che ho giurato di trapassarlo da parte a parte come un cane: una imponderabile, inconcepibile debolezza tipicamente umana..."

    "Pretoriano Marco Bellero, per servirti. Per Caio ed Aracus. E per la gloria di Roma eterna" conclude beffardo Marco, con una invocazione tipica di quanto nutriva interessi ed ambizioni terreni, mentre estrae la fidata spada dal fodero e stringe nell'altra mano il Medaglione degli Antichi, affiancandosi impavido ai compagni. Compagni per l'eternità, in ogni spazio ed in ogni tempo...
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    Gornova
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    Sciamano
    00 04/06/2004 11:04
    Epilogo
    Atto V: L’attesa ti sembra già fin da ora, interminabile.
    (25 a.c. – 2° Anno Augusteo – Mattina – 8.30)

    Roma.
    Lo splendore della più grande città di tutto il mondo conosciuto è davanti agli occhi di tutti: le vie sono affollate di gente, i palazzi sono maestosi, come del resto la potenza di Roma.
    Ti fermi un attimo, e ti guardi attorno: davanti a te, la scalinata che porta al palazzo che ha reso vero il sogno degli
    antenati che la lupa ha allattato con amore materno: il Senato.
    Qui viene governata Roma, e con essa, tutto il mondo: per un attimo tremi al pensiero che un folle possa prendere il potere
    in questo palazzo, e distruggere il mondo.. con Roma ai suoi piedi, ne avrebbe i mezzi.
    Mentre sali le gradinate del senato, vedi che una miriade di persone stanno facendo lo stesso, tutte perse nei loro progetti
    e nei loro problemi, sotto lo sguardo attento, ma annoiato dei soldati a difesa di questo luogo.
    Un raggio di sole ti acceca un attimo, e manca poco che tu non faccia un clamoroso volo giù dalla scalinata.. rapidamente ti
    riprendi, e noti che quel raggio di sole è forse l’ultimo che vedrai oggi.. infatti un temporale si avvicina velocemente dal
    mare, e vedi che anche i soldati guardano preoccupati il cielo che diventa via via più plumbeo e scuro.
    Comincia ad alazarsi un vento freddo, fuori stagione, notoriamente mite qui a Roma: ti affretti ad entrare nel palazzo, ma un gruppo di Pretoriani (le guardie scelte dell’Imperatore), ti bloccano la strada con le loro lance, e ti dicono, con tono che non ammette repliche:
    “Fermo: devi aspettare qui”
    Questa stupida guardia non sa chi sei, e quando tu estrai la pergamena su cui c’è il tuo lasciapassare, lo vedi diventare
    subito accondiscendente nei tuoi confronti, tanto che si offre di scortarti, assieme ad altre strane persone (di cui per
    adesso non ti curi), nella sala dove sei atteso.
    “Mi scusi signore..”, cerca di giustificarsi la guardia.
    Tu la guardi, sospiri, e gli dici “Non preoccupartene”, mentre pensi che le guardie rimarranno sempre delle semplici guardie.
    Lui si calma, e dopo un paio di incroci sbagliati (ti chiedi fino a che punto..) che rendono il cammino nelle sale del potere interminabile, finalmente arrivi nella stanza meta del tuo viaggio.
    Nella stanza c’è qualcuno che conosci molto bene (anche se di fama), che sta parlando:
    “Benvenuti al Senato: l’Imperatore Augusto sta parlando in questo momento all’assemblea, quindi dovremo aspettare che abbia finito.”
    E’ Caio Albertus, vecchio e ricco patrizio, che squadra, te, e i tuoi compagni, con i suoi occhi verde-azzurri, per poi
    riporre lo sguardo su quello che sai essere il suo figlio “adottivo”, Ceaser Caio, centurione, che ti squadra dalla sua splendente armatura, e con voce sicura dice al vecchio senatore:
    “Ah, salve.. Stiamo perdendo tempo prezioso, padre! Perché aspettare che quei vecchi approvino le decisioni di Augusto,
    quando sappiamo benissimo tutti che la repubblica è morta?”
    Vedi che il senatore, sorpreso da questa inopportuna uscita di suo “figlio”, gli molla un’occhiataccia, e subito Ceaser tace,
    e si mette a sedere, sbuffando.
    “Bene signori, che ne dite di presentarvi, o vi siete già conosciuti?”, ti esorta il senatore con un sorriso affabile, mentre si accomoda su una delle comode poltrone che ci sono nella stanza, facendovi segno di fare altrettanto, mentre dei servitori vi portano delle coppe di vino.
    L’attesa ti sembra già fin da ora, interminabile.

    .
    .
    .

    Attendere.. ancora ed ancora.

    Vi siete già conosciuti, in fondo: vi conoscete da tempo.
    Se c'è un inizio, non lo saprete mai.
    Se ci sarà mai una fine, non vi é dato saperlo.
    Quando il caos si desterà, dalla sua tomba, non lo comprenderete mai.
    Avete compreso, con il passare degli eoni, che la coscienza umana non é nulla: ma in qualche modo siete ancora umani.

    Inutile, assurdo: tutto quanto.
    "Lo sai, vero? Lo hai sempre saputo", mi dice l'artefice.

    Avete visto cadere l'Impero davanti alle barbarie, avete visto morire il mondo che conoscevate... avete sentito la disperazione di una razza che nonostante tutto non riesce ad arrendersi.
    Io piango ancora, pensando alla nostra forza.
    Mentre i millenni passavano, la terra mutava la sua forma, avete visto la razza chiamata uomo uccidersi con sempre più
    efficienza, sempre più brutalità.
    Sapete che dietro questo, oltre all'animo umano, c'è qualcosa, nascosto nell'oscurità, qualcosa che da quel momento (il tempo
    non ha più significato, ricordate, amici miei??) si é svelato nella sua totalità, nella sua infinita forma.
    Marco aveva ragione: Nyarlathotep, se é quello il vero nome di quella "cosa", ha compiuto un solo ed enorme errore..
    scegliere la forma umana. Così é sopportabile il ricordo di quella forma..
    Ma il passare del tempo vi ha costretto al ricordo di quella forma, di quella forma che condividevamo tutti quanti.. e penso
    oramai d'essere pazzo... voi come potete ancora sopportare quel ricordo?
    "Non sopportano nulla.. gli ho tolto questo peso dalle spalle e l'ho dato a te", mi dice l'artefice.
    Avessi ancora una forma, lo vorrei eradicato dalla mia mente, per sempre.
    Ora capisco il suo tranello.. Marco.. ti sei sbagliato.
    Lui si nasconde nelle pieghe della storia, eterno ed immutabile, instancabile a fare in modo che il demone sultano sia soddisfatto dell'ordine (parola curiosa associata a quel dio cieco ed idiota di nome Azathoth) di tutto.
    Mi domando.
    Siamo ancora umani? Non ci muoviamo forse anche noi attorno al demone sultano al seguito del canto cieco, stupido, ma
    travolgente, assurdo, impalpabile, incomprensibile.. Giusto.. ricordami le mie stesse parole, ti prego!
    "Siamo ancora umani, SIAMO ANCORA UMANI!"
    "Ne sei sicuro?", mi chiede l'artefice?
    A volte penso che queste parole non hanno significato, ne per me, ne per voi.
    NULLA, VUOTO, TERRORE.
    La razza umana é scomparsa, o meglio, una razza del passato, annientata dal potere di un'altra razza, ha trasferito le
    proprie menti con quelle umane, per poi abbandonarle.
    Ironico.
    La razza umana si é trovata catapultata nella realtà aliena che ha sempre cercato, che ha sempre bramato.
    Il sole é morto.
    "Perché, doveva vivere? Aveva uno scopo superiore? NO. Nulla oltre i nostri capricci", sentenzia l'artefice.
    La terra é una roccia senza senso.
    Le stelle si spengono una ad una: con grandi botti, ma molte, sempre di più, ne vuoto, da sole, senza dire nulla, senza
    lasciare nulla dietro di se.
    L'universo sta per morire.
    "Questo era lo scopo.. se così si può chiamare", afferma l'artefice
    Le altre razze, seguono lo stesso fato.. ovunque nel tempo e nello spazio.
    E noi danziamo.
    "Così come IO ho scelto per voi", dice l'artefice.



    Vedete ancora Falco, vero?
    Vedete ancora la sua inutile danza contro l'abitatore del buio, il burattinaio?
    Nyarlathotep si diverte con lui.. da quanto tempo? Mi chiedo, anzi oramai ne sono certo.
    La Ex-Lvce é una sua creazione: le armi di Atlantide e Mu le ha fatte creare lui.
    Ha reso pazzo Falco, lo ha soggiogato al suo volere. Provare ad uccidere ciò che non si può uccidere. Provare a distruggere
    ciò che non ha fine ne inizio.
    Impossibile.
    Ma Falco danza ancora.. mi chiedo.. riusciremo a fermarlo, noi che danziamo con lui?
    Questa danza, non é alla fine, senza senso?
    Può questa sua ultima danza avere fine?
    No.
    Si é condannato con le sue mani, e il burattinaio sa questo, mentre muovi i suoi fili, mentre faceva in modo che Falco
    cadesse sotto il suo controllo, uno per uno, dei suoi fili... mentre il blu attorno a Falco lo catapultava nella sua attesa
    eterna.
    L’attesa ti sembra già fin da ora, interminabile, vero Falco?



    Vedete ancora Marco, vero?
    cieco, sordo, muto, senza più logica.
    Ma con le sue risposte.
    Non accetta la realtà, se così é.
    Si aggrappa a quello che non esiste. Sa che Roma non c'è più.. ma combatte ancora per Roma, per il suo ideale.. quello che lo
    rende umano é questo?.
    Da solo, nel vuoto, nel silenzio dentro di se. La pazzia se l'è portato via.. mi domando se posso fare qualcosa per lui... si
    é convinto che tutto quello ci sta attorno é in funzione di noi, della nostra razza.. ma la nostra razza é distrutta,
    annientata dalla sua stessa follia, eppure.. non vi sono sostituti.. eppure.. niente.
    LORO ci sono ancora.
    Sono qui, attorno a noi.
    Si é condannato con le sue mani, ed il burattinaio sa questo, mentre muovi i suoi fili, mentre faceva in modo che Marco
    cadesse sotto il suo controllo, uno per uno, dei suoi fili... mentre Marco continuava a piantare il pugnale dentro la carne
    di quell'uomo.
    L’attesa ti sembra già fin da ora, interminabile, vero Marco?



    Vedete ancora Giusto, vero?
    Senza paura, ha davanti a se il potere che io cercavo, che la sua maestra bramava più di ogni cosa.
    Sa di essere QUI, lo so,.. ma non sa dove si trova realmente.
    Crede ancora che il tempo non sia passato, che ci sia ancora una vana speranza per chi era con noi, prima di entrare nel
    circolo di pietre.
    Nutre la speranza, fa piani, calcoli su calcoli, riti su riti, promettere potere, amministra la giustizia a suo modo... ma la
    nostra razza non esiste più. Il tempo non esiste più.. e lui non lo sa...
    Noi non siamo qui, eppure ci siamo.
    E anche Giusto danza al ritmo dei flauti blasfemi... come ha sempre fatto.. amore ed odio, attrazione e repulsione per quello che c'è attorno a lui.
    Ha aperto il vaso di Pandora, ci ha guardato dentro, e non riesce più a distogliere lo sguardo: mentre non vede più quello che c'è attorno a lui.
    Si é condannato con le sue mani, ed il burattinaio sa questo, mentre muovi i suoi fili, mentre faceva in modo che Giusto
    cadesse sotto il suo controllo, uno per uno, dei suoi fili... mentre alimentava la sua sete di potere, mentre gli mostrava il
    fato di Detamargus.. la strada che poteva seguire
    L’attesa ti sembra già fin da ora, interminabile, vero Giusto?



    Vedete ancora Astrifone, vero?
    Se ci fosse una giustizia divina, dovrei subirla in pieno.
    "Che dici?", dice l'artefice.
    Il gioco é valso tutto? Resterà qualcosa, un ricordo di quanto fatto in tutto questo tempo? O solo una vaga sensazione.. ma
    che tipo di sensazione?
    Disgusto, delusione, amore, terrore..
    "Solamente quello che era stato deciso", mi risponde l'artefice.
    Lo so.. solo mi domando.. perché loro tre?
    E gli altri?
    "Non lo saprai mai. Sono scomparsi nel libro della storia, un libro fatto a pezzi, bruciato, cancellato, e sotterrato da me stesso", ripete l'artefice incessante.
    Perché a me la peggiore delle punizioni? Dimmelo.. se sono parte di te, perché hai dato coscienza a te stesso dell'orrore che provochi ovunque tu vada?
    "Perché in termini umani é il mio piacere, il mio scopo", risponde l'artefice.
    Mi hai tenuto cosciente per tutto questo tempo, ti domando per l'infinita volta.. falla finita!
    Fammi scomparire! L'ade non é nulla in confronto a questo stato.. li ho portati qui da te, ho fatto quello per cui mi hai
    istruito e creato.. hai raggiunto il tuo obbiettivo, no?
    Danzano attorno al demone sultano, sono pazzi, e coscienti della loro pazzia ed inutilità.. mi domando, perché io, a che
    servo ancora?
    "Serve un perché? Credi che mi importi qualcosa? Non hai mai capito nulla. Tu sei me, io sono te"
    Astrifone guarda lo specchio, in una casa a Treviri, un luogo che non esiste più.
    Vede l'ombra dietro, davanti DENTRO di se.
    Si vede mentre viaggia fino a Iniax per comandare le creature, per scatenare contro i prescelti la furia dello shoggoth.
    Si vede portare alla follia terrena quelli che sembravano più deboli, non disposti a seguire la strada.
    Si vede trascinare Falco, Marco e Giusto verso il centro.
    Astrifone, l'artefice e Nyarlathotep.



    La stessa cosa.



    L'attesa ti sembra già fin da ora, interminabile, vero Astrifone?



    SI.




    FINE






    - Cthulhu PBF by Gornova -

    dal 17/3/2002 al 4/6/2004: 2 anni di Terrore, mostruosità e intrattenimento.

    Tutto in nome di un autore, grande ed immenso nella sua creazione.

    H.P.Lovecraft

    A te dobbiamo tutto questo: grazie.
    Questa storia é dedicata a tutti coloro che in 100 e passa anni hanno reso un mito e mi hanno permesso di conoscere tutto
    questo.. a chi ha curato i libri, a chi li ha letti, a chi li ha resi immortali nel più grande gdr horror di sempre.
    Grazie a tutti quanti
    Ringrazio i miei giocatori, in ordine sparso: avete sopportato tutto questo, senza fiatare.. anche se avevate grande libertà,
    vi siete gettati nel vortice della mia pazzia.
    Grazie.
    Non ho avuto mai migliori giocatori


    Gabryk, il primo Falco: forte, valoroso, pronto alla gloria. Ci é sempre un pò mancato :D Mi dispiace di non averti fatto
    rientrare a gioco avanzato.. ma come hai visto mancava poco..

    Badrel, il giovane Aracus: un onesto soldato, che ha reso tutto più reale e credibile. Ci é dispiaciuto tanto quando hai
    lasciato questo pbf.. speriamo di vederti un giorno! Fatti sentire!!

    Linketto, il primo Marco Bellero: Sarsha Link di Turlam, il pretoriano. Se un giorno passerai di qui, sappi che non sei stato dimenticato, pretoriano! La gloria di Roma ti ricorda!

    Lark, il secondo Falco: l'unico. Il giocatore con gli interventi più lunghi, sofferti e pensati della storia. Sostanza, interpretazione e sentimento. Grande Lark! Nonostante il lavoro, il capo, il caldo, il freddo, la stanchezza, in qualche modo é stato sempre presente. Grazie di cuore!

    Pkrcel, il primo ed unico Giusto: colui che é resistito. La crisi non l'ha toccato: ha continuato, ha resistito ed é stato
    premiato. La sua fedeltà é encomiabile :D Visto pk, ce l'abbiamo fatta ad arrivare in fondo !!!

    Raiden, il secondo Marco: capitato per caso, é diventato una delle colonne del gioco. Grazie a lui abbiamo compreso quello
    che si agitava dentro il pretoriano.. non avrà salvato il mondo, ma é un ottimo giocatore :D

    Agli amministratori del nucleo, ovvero Elwood e Snogar. Per il supporto logistico e perché amministrano e tengono a bada noi
    utenti scalzonati e pazzi :D

    A TheKeeper, che mi ha fatto conoscere il nucleo, e che ha avviato il primo pbf della storia di questo forum, Barbarian PBF: grazie a quel pbf ho imparato molto.
    Tnx Keep


    Grazie a me stesso, in fondo.
    Se siamo arrivati fin qui é perché vi ho spronato, continuato a rompere affinché si giocasse.
    Personalmente credo, e lo dico sapendo bene che pecco di superbia, che questo sia il pbf più sostanzioso, pronfondo e meglio giocato della Storia.
    Ci sono stati momenti di crisi, certo.. quando abbiamo perso giocatori, circa a metà. Ma i "nuovi" hanno dato quella marcia
    in più.
    Grazie ragazzi, a tutti: se fosse per me continuerei a giocare per sempre a questo e a tutti i giochi che ci accomunano

    Una sola domanda, alla fine rimane aperta: a quando la prossima partita?

    :D

    "Cthulhu n'fagna! IA! IA! Shub Nigurrath" :D
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