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[RPG 3] Scenario: Dentro Ognuno di noi

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    Gornova
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    00 06/02/2004 11:14
    Atto I: L'altro me stesso

    E' come un sogno, eppure é reale. E' come sentire un suono lontano di flauti, che si perdono nelle tenebre infinite.
    Il corpo, se di corpo si poteva parlare un tempo, non esiste più: sono fuori dal ciclo della vita, della morte, della dannazione, della ressurrezione.
    Sono fuori dalla salvezza, sono dentro quello che non esiste, eppure é sempre con noi.

    Falco

    Lontano, un eco. Un lago blu, cristallino, un giorno di sole. Un corpo, delle sensazioni, una persona seduta su un tronco caduto, che affila una ascia.
    Noti subito che l'ascia stessa é appena servita per abbattere l'albero, e che l'albero é appena caduto, in mezzo ad un prato: NO.
    Non un prato, una palude, assoltata dal sole, una palude, in cui l'acqua ristagna: eppure vedi che ci sono isole asciutte, sicure, ma quante sono le buche dove si può sprofondare?
    "L'albero é abbattuto, Falco", dice l'uomo mentre si volta.
    E lo vedi, o meglio TI VEDI.
    "Ora tocca a te: fallo a pezzi, é per questo che sei venuto qui,no?"
    Dice l'altro Falco, porgendo l'ascia, appena affilata.
    Istintivamente la tua mano va sulla Ex-Lvce, ma é scomparsa.. forse qui non esiste neppure...

    Marco

    E' un freddo luogo, stretto, buio, quello in cui ti trovi.
    Una caverna, da quello che riesci a vedere.
    In lontananza c'è qualcosa... o meglio qualcuno.
    TI avvicini e senti, che sta parlando da solo:
    "Non volevo ucciderlo.. era solo per lei, per mia sorella!"
    Vedi il volto dell'uomo, e vedi te stesso, e capisci di cosa sta parlando.. comprendi all'istante.
    L'altro Marco ti guarda, e dice:
    "Devi perdonarmi, non dimenticare... capisci? Prendi questa torcia, e guidami fuori di qui, ti prego.."
    Ti guardi attorno, e realizzi che tu ed il tuo doppio siete intrappolati all'interno di un enorme sistema di gallerie.. come se fosse un complesso funerario...

    Giusto

    Il Libro é sul tavolo. Rilegato in pelle (umana? ha forse importanza oramai?), massiccio, enorme, contiene molte informazioni che farebbero impazzire i più.
    Ma non lui.
    Lo guardi, compiaciuto, e realizzi dal suo sguardo, lucido, preciso, tagliente, che ti sta guardando da molto tempo, attendendo la risposta ad una domanda di cui non comprendi il significato.
    Lui blocca ogni tua replica, ti avvicina il libro, appoggiandolo sul tavolo, e ti mostra un passo di quella pagina:

    "Non é morto ciò che in eterno può attendere, ma con il passare delle strane ere anche la morte può morire"

    e ancora

    "Cthulhu n'fagna Ryleh! Ya! Ya! Shub Niggurath!"

    E tu capisci.. vedi il nome del libro, un libro tradotto da qualche lingua antica.. Necronomicon.. ma come fa a esistere? L'altro Giusto, il te stesso, ti guarda, e lascia il libro sul tavolo, senza dire nulla, osservando la tua reazione....
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    Raiden
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    00 12/02/2004 09:53
    Marco Bellero
    "Ascolta il tuo cuore...". Queste erano le parole di Astrifone; sembrano ormai lontanissime, come se le avesse pronunciate secoli addietro e non pochi istanti prima.

    "Ascolta il tuo cuore...".
    Guardo il mio doppio tendermi la torcia. Sembra veramente me stesso. Eppure c'è qualcosa che non mi convince... in lui, nella sua apparizione, nel luogo in cui ci troviamo.

    "Ascolta il tuo cuore...". Il mio cuore non si fida! Ha visto troppe cose che ne hanno fatto vacillare ogni certezza, anche le più salde! Come può fidarsi ora di un se stesso e di un complesso di caverne mai viste?

    "Ascolta il tuo cuore...".
    Finalmente, dopo un interminabile istante, decido di rivolgergli la parola. "Ebbene, TU vorresti che ti guidassi fuori di qui? E così l'hai fatto per LEI, eh? Allora, non ti sarà difficile dirmi chi sei TU e tutto, ma proprio tutto, quello che sai di LEI e di ME, non è vero?"

    In realtà questa domanda ha un duplice obiettivo: oltre al rendermi conto se posso fidarmi di questa mia immagine, vorrei provare a scoprire quello che mi successe ad Iniax ed eventuali notizie su mia sorella. Chissà, forse sono informazioni che la mia mente ha rimosso o obliato, e l'unico modo per appurarlo è GUARDARE DENTRO DI ME, se quell'essere è veramente me.

    "Ascolta il tuo cuore..."...



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    pkrcel
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    00 23/02/2004 10:39
    Giusto
    "Il centro della spirale."

    "Sì questo deve essere il centro...o sono forse all'ultimo passo?"

    Uno sguardo alla ricerca di conferme....elgi si siede ed attende che il suo riflesso gli dica qualcosa...ma inutilmente.

    "Sì, ciò che mi attende è l'ultimo passo"

    Eppure, sedersi a questo tavolo, con davanti il libro.....una sensazione improvvisa...il vuoto!

    "Non devo cadere! Non ancora, non questa volta ancora!"

    Ancora una volta il viso riflesso del giovane laziale è imperturbabile...come a dire che la caduta è inevitabile....può un uomo sfidare la gravità?

    "No NO NOOOO, basta, non reggerò!"

    Ed ancora il vuoto si fa più insistente, la discesa è ora quasi verticale, tutti i muscoli sono tesi allo spasmo nella speranza di resistere, ma è vano lo sforzo fisico, Giusto si sente trascianre verso il basso....

    "Può un uomo sfidare la gravità? Averci provato è il segno della sconfitta, dell'ignoranza e dell'ingenuità....averci quantomeno.....provato"

    Il dolore è troppo, ed un istante è quanto serve per rilassare i muscoli e lasciarsi andare...cadere in questo vuoto infinito....o forse no, perchè un rumore segna la fine della caduta.

    Un leggero soffio, un rumore di pagine che strisciano l'una contro l'altra...quelle di un libro...aperto....al centor id un tavolo al quale siede Giusto, che avidamente ne legge il contenuto, sotto lo sguardo, inestpressivo per un osservatore disattento, di quel riflesso, che tutto ha voluto mostrare a Giusto.....

    ..."come arrivare al centro al centro della spirale".

    [Modificato da pkrcel 23/02/2004 10.40]

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    Gornova
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    00 24/02/2004 10:39
    Marco

    "Come puoi chiedermi di ricordare quei momenti? Io soffro, non lo vedi?"
    Il tuo doppio ti guarda per alcuni interminabili istanti, si rannicchia al suolo, ed iniiza a parlare:
    "Lei era mia sorella.. la mia stella, che io dovevo proteggere ad ogni costo, non era forse così? Noi ci volevamo bene, molto nostro padre era contento, ed erano giorni felici. Ma poi lui provò a metterle le mani addosso, ed io cosa potevo fare?
    LUI NON DOVEVA TOCCARLA.
    Quando mi ripresi, lui non era più. La mia furia omicidia lo aveva distrutto, no ? Allora perché mi tormento? L'HO FATTO PER LEI.. e lei da quel giorno non mi vede più come un fratello..."

    Giusto

    Il centro della spirale é caldo.
    Tranquillo, in silenzio.
    Insieme continuate nella vostra lettura.
    La conoscenza ti passa attraverso, come un fiume in piena: il libro ne é pieno. Pratiche che non hanno nulla di umano ti riempono la mente.
    Dopo un momento é troppo.
    La pazzia é arrivata a compimento, e la cosa peggiore di tutto, la cosa più terrificante.... é il suo sguardo.
    IL SUO SGUARDO ALLUCINANTE E PIENO DI MALVAGITA'.

    Il tuo sguardo, mentre osservi il te stesso sprofondato nel vortice della pazzia...


    [Modificato da Gornova 24/02/2004 10.46]

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    pkrcel
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    00 25/02/2004 09:22
    Giusto
    "Ecco...lo sguardo di un folle....ecco cosa deve aver visto Romeo quella sera...."

    Stranamente sereno, lucido e cosciente Giusto si avvicina a se' stesso....come guidato dalla stessa volontà, anche il suo riflesso si porta più vicino.

    Gli occhi iniettati di sangue.....e lo stesso gesto...quella mano che si porta vicino al volto.

    ...e le voci all'unisono...

    "perchè?"

    Mentre un sorriso malvagio si dipinge sul volto....

    ...sul volto di Giusto, mentre la mano scende poco più in basso, con l'intento di chiudersi in una morsa.


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    Raiden
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    00 02/03/2004 11:23
    Marco Bellero
    ''Che strana sensazione avere a che fare con me stesso. Era meno difficile trovarsi a contemplare quella enorme massa di malvagità al centro dell'Universo'', penso osservando la figura prostrata ai miei piedi, in preda ai suoi ricordi ed alle sue sofferenze.
    Che poi sono anche le MIE.

    Mi dirigo verso il mio sosia con fare amichevole, e prendo dalle sue mani la torcia esattamente come mi aveva richiesto.
    "Alzati, Pretoriano Marco Bellero!" gli intimo con tono deciso. "Cosa direbbe la tua... la NOSTRA Clarissa se ti vedesse strisciare a terra come un verme? Tu eri un esempio per lei, un modello di coraggio e orgoglio da seguire, ed adesso te ne stai rannicchiato al suolo a piangere come un plebeo qualsiasi?"

    "No. Non sarà questo il nostro destino. Noi ce ne andremo da qui. Falco, Giusto ed Astrifone ci stanno aspettando... da qualche parte. E prima che la mia carcassa biancheggi e vada ad ingrassare i vermi voglio trapassare con questa spada quel dannato traditore di Detamargus."

    "Tu stesso sai e senti quante cose ci rimangono ancora da fare, e ti lasci andare in preda allo sconforto ed alle lacrime? Ci sarà un tempo anche per quelle, se vorrai... per conto mio, io ormai le ho esaurite. E da tempo."

    "Alzati dunque, ed andiamo incontro al nostro fato. Qualunque esso sia". Detto questo gli porgo la mia mano.

    Mentre lo incoraggio ad alzarsi, torno a pensare fra me e me ''Strano. Eppure fino a pochi giorni fa anche io avrei reagito così se mi avessero brutalmente chiesto di mia sorella. Questa cerca mi ha dunque svuotato di ogni sentimento umano? Meglio così, almeno non avrò remore nell'attuare quello che ho in mente di fare... eppure, quanto vorrei rivedere per un'ultima volta la mia Clarissa...''



    "Ha mille nomi, mille aspetti, ma è sempre lo stesso e tende al medesimo fine"

    [Modificato da raiden il redentore 02/03/2004 11.24]

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    Gornova
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    00 09/03/2004 11:12
    Marco

    "Ma come hai fatto tu a superarlo? Come hai fatto a dimenticare quello?"
    Marco si alza prendendo la tua mano, ti guarda fisso negli occhi e dice:
    "Come fai a dire che qualcun altro é importante.. non é SOLO LEI importante per me, per te, per NOI?"
    Dice mentre ti guarda negli occhi...

    Giusto

    Non un gemito.
    Non un sussurro.
    Non una parole.
    Gli occhi si chiudono, le mani si stringono nella morsa attorno al collo.
    Inizi a stringere.
    "Cthulhu n'fagna! Yo! Yo! Shub Nigurrath! Nyarlathothep! LODE LODE LODE LODE LODE LODE..."
    Sussurra: "lode.. lode... lode..."
    Poi il gemito della morte, mentre il corpo perde il suo alito di vita.. e diventa inerme.. inerme e freddo..
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    Raiden
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    00 10/03/2004 10:48
    Marco Bellero
    "Marco... nulla al mondo sarà mai più importante della mia, della TUA, della NOSTRA Clarissa! Ovunque si trovi in questo momento, il mio pensiero è sempre rivolto a lei, e non passa giorno che non desideri disperatamente di rivederla."

    "Ma non sono soltanto un fratello ferito. Sono anche un soldato di Roma e di Augusto, e per quanto il suo potere si rivelerà effimero nella storia io debbo fare tutto quanto è nelle mie possibilità per proteggerlo dalla terribile minaccia che ci opprime. Inoltre salvando Augusto salverò sicuramente la mia dolce Clarissa: per questo non posso permettermi di tentennare, proprio ora che sono così vicino alla meta."

    "Io non ho superato, o tantomeno dimenticato nulla. Ma questo tremendo viaggio, iniziato quattro anni fa, ha prosciugato interamente la mia anima. Non credo che sarò mai più in grado di ridere in vita mia, dopo tutto ciò che ho visto ed affrontato. Ed allo stesso modo non credo neppure che le lacrime righeranno di nuovo il mio volto. Posso solo andare avanti, senza provare più stanchezza se non quella dello spirito, e riunirmi con i miei compagni. Ho ancora qualcosa da fare a questo mondo insieme a loro, e solo dopo esserci riuscito tenterò di abbandonarmi ancora ai pensieri. Purtroppo ho imparato a mie spese che ci sono cose che vanno al di là dell'umana comprensione, al cospetto delle quali l'affetto di un fratello non è che una misera formichina."

    "Io adesso me ne andrò da qui, Marco Bellero. Il tempo corre, ed ogni minuto sprecato in chiacchiere affretta la conclusione di tutto, di qualunque cosa si tratti. E con essa si avvicina anche la fine di Augusto, Clarissa, e del mondo come noi lo conosciamo. Sono uno dei tre uomini in grado di mettere la parola fine a questo orrore... non posso permettermi altri indugi. Seguimi, te ne prego. Il tempo delle parole è scaduto..."


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    pkrcel
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    00 30/03/2004 10:23
    Giusto
    "Libero"

    E' il suo unico pensiero....

    "E' tempo di risalire, di andarsene e di concludere ciò che è stato iniziato tempo fa, ora so...di non potr comprendere null'altro che il mio ruolo di pedina in questa enorme tavola, il giogo infertomi dalla nascita si spezzerà....forse solo in un dato momento...ma che sià alla fine, sia almeno questa una mia scelta".

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    Gornova
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    Sciamano
    00 30/03/2004 11:00
    Atto II: Il passaggio

    Marco

    "il tempo delle parole é scaduto"...
    Sembra un'eternità mentre finisci di dire queste parole, a te stesso, a noi stessi, ti dici dentro di te.
    Silenzio.
    Lontano il gocciolare dell'acqua dalla grotta.
    Poi una luce, distante, ma vicina. Ti senti attratto da questa luce e ti incammini verso di essa. Piano piano..
    Poi rivedi davanti a te Giusto.

    Giusto

    "sia almeno questa una mia scelta"...
    Le tue parole ti appaiono distanti, mentre ti allontani dal tuo cadavere, ora sei cambiato, ti dici dentro di te.
    Silenzio.
    Lontano il gocciolare dell'acqua dalla grotta.
    Poi una luce, distante, ma vicina. Ti senti attratto da questa luce e ti incammini verso di essa. Piano piano..
    Poi rivedi davanti a te Giusto.

    Tutti

    Vi trovate in una grande grotta, una immensa grotta, che dopo una rapida occhiata si svela essere un enorme costruzione, formata da blocchi di pietra dalle dimensioni titaniche.
    La temperatura é accettabile, l'aria pulita, libera da qualsiasi odore, e siete insieme, vestiti, nel pieno delle vostre forze fisiche e mentali.
    Le armi sono al loro posto.
    Falco no.
    La luce é poca, e sembra essere diffusa dall'alto, da un luogo lotano e irraggiungibile, oltre il cielo stesso.
    Molto lontano, oltre di voi, si stende un'enorme sala, che si allarga davanti a voi.
    In fondo a questa sala vi é una figura umanoide, vi sembra avvolta attorno a dei veli, che ne nascondono le forme e il volto.
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    pkrcel
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    00 30/03/2004 14:21
    Giusto
    "Pretoriano Bellero...mai avrei sperato di rivedervi....in verità, pensavo di non poter rivedere nessuno."


    Poche parole prima di rendersi conto di ciò che li circonda, poi il silenzio....nell'aria della grotta sale la tensione
    ..."cosa ci aspetta in fondo?"


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    Raiden
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    00 30/03/2004 14:45
    Marco Bellero
    "Giusto, non sai quanto ampia sia la mia gioia nel rivederti. Purtroppo anche il nobile Centurione Falco sembra non essere più qui con noi... che il destino abbia pietà del suo spirito e lo accolga nel paradiso che si addice a degli eroi!"

    "Così sembra che siamo giunti alla fine del nostro cammino", dico indicando la figura non molto lontana da noi. "Chissà quali parole potrebbe rivolgerci Astrifone in questo momento, ma anch'egli non è qui: dovremo cavarcela da soli."

    "Un'ultima raccomandazione, Giusto, prima di affrontare la prova finale: tu sei sicuramente il più erudito fra noi... a me spetterà il compito di coprirti le spalle se dovrai avanzare rapidamente verso il tuo destino. Non curarti di me, preoccupati solo di portare a termine il nostro compito."

    "Che gli astri ci siano propizi... e se questa è stata l'ultima occasione per parlarti, allora arrivederci, amico Giusto! Prima o poi ci ritroveremo, da qualche parte, in qualche tempo...


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    Gornova
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    Sciamano
    00 02/04/2004 19:07
    Falco
    La brezza leggera mi soffia tra i capelli, scostandomi la bianca ciocca dagli occhi.
    La giornata è limpida e soltanto qualche rada nuvola rompe la tranquillità del cielo...
    Il lago giace immobile, soltanto qualche increspatura rivela la presenza di vita in questo luogo.
    "Dove mi trovo?", si domanda Falco guardandosi attorno.
    Poi sente il ritmico battere di un ascia contro un tronco, seguito da un secco rumore.
    "L'albero è abbattuto...", pensa il centurione. "Ma quale albero?"
    Poi una cote inizia ad affilare l'acciaio...
    Falco si dirige nella direzione da cui proviene il rumore e si ritrova... Davanti a sè stesso!
    "Non è possibile! Quello sono io!?!"
    Questi sono i pensieri del centurione, vedendo la scena.
    L'altro Falco gli porge l'ascia e lui l'afferra.

    Superato lo stupore iniziale, Falco si riprende e domanda al suo alter-ego.


    ndG: Lark ha problemi di lavoro.
    Questo é cmq un suo post, in risposta a quello iniziale dello scenario. Quindi é ancora all'atto I. Andrà avanti in modo indipendente a voi, e forse un giorno.. chi lo sa? :D
    Cmq vi saluta tutti!
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    Gornova
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    Sciamano
    00 05/04/2004 10:01
    Giusto e Marco

    Vi avvicinante con cautela alla figura umanoide avvolta da pensanti vesti: man mano che vi avvicinante sentite una sensazione di opprimente pericolo che vi avvolge, vi trascina dentro l'abisso della paura.
    In un attimo, sentite, rivedete tutto quello che é successo.
    Lo strisciante, Iniax, la casa di Astrifone, il circolo di pietre, il vostro alter ego.
    Vi trovate in ginocchio, spinti dalle vostre debolezze, ad una decina di metri dalla figura.
    Il suo volto é coperto da un velo trasparente, e oltre questo velo vi pare di scorgere delle forme umane, almeno credete siano tali.
    La domanda vi pare così sciocca, ma così essenziale, che comprendente subito di non aver davanti quello che appare essere; il tono di voce della domanda é così profondo, antico così inumano che vi fa rabbrividire:
    "CHE COSA VOLETE?"

    Falco

    "Sono io"
    L'altro Falco ti guarda, e guarda l'ascia che tieni stretta nel tuo pugno, e dice:
    "Questo é l'altro albero: abbattilo, lo puoi fare solo tu, Falco"
    Ti guardi attorno, e poco lontano dall'altro albero, vicino alle acque cristalline, c'è un'altro albero. Con alcuni colpi di ascia ben piazzati pensi di poterlo abbattere senza fatica..
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    Gornova
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    Sciamano
    00 06/04/2004 16:57
    Falco


    Falco osserva sospettoso il suo alter-ego...

    Rappresenta forse tutto quello in cui credo, tutto quello che mi lega al mio passato?
    Non voglio abbandonare me stesso... Mi sono perso, aiutami a ritrovarmi ti prego...
    Dammi le risposte che cerco.>
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    Raiden
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    00 07/04/2004 11:51
    Marco Bellero
    Mi avvicino alla figura, ma avverto una spossatezza che mai avevo provato prima d'ora.

    Un passo.
    Una pulsazione.
    Disagio.

    Davanti a noi ci attendono le risposte che stiamo cercando da quattro anni "Chissà però in che forma ci verranno presentate" mi ritrovo a pensare mentre misuro i pochi passi che mi separano dall'essere ammantato.

    Un passo.
    Due pulsazioni.
    Ma come mai sto facendo tutta questa fatica?

    Un passo.
    Tre pulsazioni.
    Pesantezza.
    Molti attimi, così pare.

    Un passo.
    Quattro pulsazioni.
    Fatica.
    Molti attimi.

    Un passo.
    Cinque pulsazioni.
    Respiro affannoso.
    Un istante, un'eternità.

    Sono in ginocchio, annichilito dalla potenza che sprigiona la figura di fronte a me. Ogni singolo passo è stato per me un autentico calvario, che ha riportato alla mia mente questi ultimi quattro anni: Iniax... lo Strisciante... la centuria massacrata... Detamargus... Caio Albertus... il Senato... l'indovina... la fresca pioggia notturna di Roma... Astrifone... il braccio di Aracus... l'essere senza volto... me stesso... un maelstrom continuo ed infinito di orrori, un calderone mostruoso di follie per la mia mente già duramente provata.

    "CHE COSA VOLETE?"
    Se mi avessero trapassato con una spada avrei provato minori sofferenze. Il tono, il timbro vocale con cui vengono profferite queste semplici parole me le fanno apparire come una sentenza inappellabile. Sono annichilito di fronte al peso di questa figura e della sua voce, così profonda, così antica...

    Sarebbe meglio lasciarmi andare all'oblìo, chiudere gli occhi e dormire... da quanto tempo non dormo... ma ho promesso a Giusto che lo avrei protetto. Rinnegherei dunque una promessa fatta ad un amico?

    Non sia mai. Pianto la spada in terra e mi sorreggo ad essa. Digrigno i denti nello sforzo sovrumano di tirarmi su. Finalmente riesco a guardare i veli che nascondono l'essere di fronte a noi, e con molta sofferenza gli sibilo la mia risposta:

    "Vogliamo la verità... e le risposte".



    "Ha mille nomi, mille aspetti, ma è sempre lo stesso e tende al medesimo fine"

    [Modificato da raiden il redentore 07/04/2004 11.52]

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    Gornova
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    00 07/04/2004 15:12
    Falco

    "Se tu ti sei perso, allora mi sono perso anch'io"
    Dice l'altro Falco, mentre osserva il tuo ciuffo di capelli bianchi e si sofferma sulla spada mancante, alla vostra destra
    "Perché che cosa ci manca ancora? Abbiamo perso la nostra posizione, quasi la nostra sanità mentale, la nostra spada, i nostri compagni.
    Dimmi tu che ci rimane"
    Le acque blu e cristalline del lago attorno a voi si increspano, sospinte da un lieve sospiro della brezza, e l'altro Falco si ferma alcuni attimi a pensare.
    "Io non posso darti risposte che non sai già. Non lo capisci? Non posso, perché non so queste risposte. Oltre ce chi ti darà queste risposte, ma ti dico: abbatti questo albero, fallo per te, non per me. Perché io l'ho già fatto da tempo. O non farlo affatto, se vuoi. Cambierà qualcosa? Non lo so, forse."

    (risposta di Lark)

    Falco

    Falco soppesa pensieroso l'ascia...
    Quanto dice il suo alter-ego è vero. Ho perso tutto, non mi rimane nulla fuorchè il desiderio di sapere, di conoscere il mio ruolo in tutto questo...
    Un tempo ero un centurione, avevo una donna... Ora nulla di tutto ciò mi resta.
    Ho perso tutto... Ho mandato alla morte i miei uomini, ho perso la mia donna, gli amici e la fede.
    Non sono più nessuno, sto invecchiando e sono solo...
    Ho perso anche Ex-Lvce, l'unica ragione di vita che mi rimaneva, l'ultimo appiglio prima dell'oscurità che mi divora dall'interno.
    Solo la sete di conoscenza mi consente di proseguire, di fare un altro passo...
    Falco impugna l'ascia a due mani e con passo deciso si avvicina all'albero.


    Con queste parole Falco carica tutta la forza nelle braccia e colpisce la base del tronco...
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    pkrcel
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    00 08/04/2004 09:58
    Giusto
    Con Forza e molta feddezza Giusto segue di un passo il pretoriano, notando il suo disagio e la sua immensa fatica.

    "Egli è rimasto legato a quanto di aveva di terreno", pensa il laziale, mentre, nel momento in cui Marco cerca il sostegno nella sua spada e raccoglie la forza per ripsondere alla misteriosa figura, gli si affianca e posa su di lui uno sguardo carico di comprensione e di gratitudine.

    Al seguito delle flebili parole di Marco, Giusto ne aggiunge poche....e asciutte:

    "Vogliamo porre fine a tutto questo, sei tu in grado di indicarci come?"

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    Gornova
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    00 16/04/2004 12:10
    Giusto e Marco

    "Vogliamo la verità... e le risposte", dice Marco.
    "Vogliamo porre fine a tutto questo, sei tu in grado di indicarci come?"

    Il silenzio é allo stesso tempo rilassante e terrificante, sembra che queste domande riassumino tutto questo, tutto quanto, alla fine.
    La figura non si muove, non parla, per alcuni istanti, lunghi ed eterni.
    La luce, dall'alto, continua a scendere, imperturbabile.

    "AVETE CON VOI LA CHIAVE?"

    La voce, antica, inumana, profonda, pare provenire da un altro tempo, da un altro luogo...

    [Modificato da Gornova 16/04/2004 12.10]

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    Gornova
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    00 21/04/2004 14:21
    (L'altro Falco, risposta al post di Lark)

    Il tronco cade.
    Con pochi, singoli, precisi colpi di ascia, il tronco cade, con un tonfo sordo.
    L'altro Falco cade in ginocchio, ed inizia a piangere.
    "L'albero é caduto, alla fine. Abbiamo perso tutto, dici? Io non ne sono convinto!"
    Tutto succede in un attimo, mentre l'altro Falco ti salta alla gola, ed inizia a stringere, sempre più forte..
    TI VUOLE UCCIDERE!

    "BASTARDO! TU HAI DISTRUTTO IL TRONCO! HAI ABBATTUTO L'ALBERO! Perché?? Perché?? Perché non potevamo stare al nostro posto? Fare il nostro dovere? Dimmi perché hai creduto a quel folle del senatore.. dimmelo!"
    Mentre inizia a stringere ancora di più, senti la vita che scivola via, e comprendi che l'unica cosa che puoi fare, ancora una volta, é LOTTARE..

    (Post di Lark)

    Falco

    "Maledetto!", pensa Falco con rabbia...
    Cerca di levarselo di dosso con tutte le forze che gli restano.
    "Sì, è vero! Ho abbattuto l'albero, ma era necessario! Non te ne rendi conto?", grida Falco al suo alter-ego.
    "Tu saresti stato al tuo posto sapendo di essere soltanto una pedina? Ti saresti accontentato di vivere un bel sogno, continuando ad essere divorato dal dubbio e dalla paura?"
    "No, Falco, no... Noi siamo soldati, siamo veri figli di Roma! La nostra Grande Madre aveva bisogno di noi, soltanto noi potevamo aiutarla... E tu lo sai, lo sai VERO?"
    "Apri gli occhi Falco! Abbiamo perso tutto, è vero, ma ci resta la nostra vita... Senza di questa non saremmo più nulla, saremmo stati divorati dalle ombre e continueremmo a vagare senza meta nel mondo delle tenebre..."
    "Preferivi forse tenerti tutte le tue belle cose, la tua posizione, la tua donna e le tue convinzioni? Preferivi forse morire senza un motivo? EH?!?"
    "Ebbene Falco, IO ti ho dato quel motivo... Il Senatore ce l'ha dato e dobbiamo ringraziarlo. Ha sacrificato suo figlio per farci capire chi siamo realmente..."
    "No, noi non siamo Falco il Centurione, non siamo un insignificante vita in questo mondo! Noi siamo di più! Solo noi possiamo salvare Roma, soltanto noi siamo Falco, il Figlio di Roma!"

    (risposta al post di Lark)

    Atto II: Il passaggio

    L'altro falco molla la presa, visto che Falco gli ha afferrato i polsi, e lo ha desistito, sia con la sua forza,che con la forza delle sue parole dal suo proposito.
    "Se ne sei convinto, vai.. vai e finisci tutto questo. Io lo so, aspetterò, sempre qui, vicino al tronco caduto..."
    Il lago, il tronco, tutto quanto scompare, in un vortice azzurro... mentre la realtà stessa si ricompatta, ti trovi in una enorme sala, con delle enormi colonne, e davanti a te, sotto la luce che proviene lontana sopra la tua testa.. vedi due figure familiari (Marco? Giusto?), che stanno parlando con qualcosa che pare umano, ma che é coperto da così tanti veli, che potrebbe essere qualsiasi cosa.
    La Ex-Lvce é al tuo fianco, come sempre, ed irradia una luce azzurrognola...

    Falco

    Falco annuisce tristemente verso l'altro sè stesso, mentre la realtà attorno a lui si deforma, vorticando sempre più velocemente su sè stessa.
    "Tutto si può perdere, tutto può andare distrutto... Ma nulla può toglierci i ricordi, cancellare chi siamo e quello che abbiamo vissuto. Nessuno può toglierci la nostra identità!", urla in risposta il Centurione, immerso nel vortice azzurro.
    "E finchè tu resterai qui a tenere in vita il passato io potrò guardare avanti, senza paura di perdermi nuovamente..."
    Queste ultime parole escono come un sussurro dalle labbra di Falco, mentre gli ultimi frammenti di realtà si disgregano per poi ricompattarsi attorno a lui, rivelando un'enorme sala agli occhi del Centurione.
    Lentamente gli occhi di Falco si abituano alla forte luce che proviene da sopra di lui e distingue due sagome familiari che stanno parlando con un qualche cosa che pare anch'esso umano.
    Falco, istintivamente, porta la mano alla spada e si rende conto che cinge nuovamente Ex-Lvce al suo fianco. Una sensazione di sollievo avvolge il Centurione, ma la sua espressione muta rapidamente (divenendo nuovamente dura e severa) quando si rende conto che la magica lama emette un lieve bagliore azzurrognolo...
    Falco si sposta quindi dietro al colonnato, tenendosi al riparo dall'altrui vista e stringe forte l'elsa della spada, che tiene ancora nel fodero.
    Osserva quindi la provenienza della luce, prima di muoversi silenziosamente cercando di avvicinarsi ai tre uomini che ha scorto prima.
    Falco vuole verificare di chi si tratta ed ascoltare la loro conversazione prima di fare presente il suo arrivo..

    [Modificato da Gornova 21/04/2004 14.29]

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