CAMPANE D' ITALIA Gruppo volto alla tutela, allo studio e alla valorizzazione dello strumento Campana

Cos'è la Campanologia??

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    Flavioswing
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    00 02/07/2007 16:22
    I discorsi fatti fin'ora
    Penso sia importante inserire in questo post i discorsi fatti fin'ora che delineano il termine campanologia.

    Quindi,alberto e roberto inserite i vostri interventi di verona e bergamo,io vedo se riesco a trovare il mio,se qualcuno ha la versione digitale di quello di matteo meglio.. dubito di ricordarlo a memoria [SM=g7563]
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    tacco13051984
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    00 02/07/2007 17:44
    Conditio Sine qua non
    Questa è la definizione di Matteo Padovani che Roberto ha letto a Bergamo!


    CAMPANOLOGIA: DISCIPLINA CHE STUDIA LA CAMPANA NELLA SUA UNIVERSALITA E IN TUTTI I SUOI ASPETTI.

    Universalità: Valori e significati (religioso, comunitario, ecc...)
    Aspetti: Tecnico  scientifico, storico, ecc...


    CAMPANOLOGO: COLUI CHE PERSEGUE, CON INTERESSE E PASSIONE, UNA CULTURA ED UNA FORMAZIONE CAMPANOLOGICA COMPLETA.

    Credo che questa sia la nostra "Regola di vita campanologica".


    [Modificato da tacco13051984 02/07/2007 17:45]
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    Pruneri64
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    00 02/07/2007 18:00
    CAMPANOLOGIA E CAMPANOLOGO ( di Matteo Padovani )
    A chiamata risponde, questo è il testo di Matteo letto a Bergamo, che a sua volta precisava osservazioni già fatte a Verona. Bisognerebbe però pensare anche a qualche estratto dell'"Acustica della campana", almeno per ciò che riguarda i toni parziali e le sagome. Di quelli però io non dispongo in versione elettronica, quindi lascerei al celebre calciatore Tacconi o a Sua Robustezza Ciccio Cavara di contattare Matteo e provvedere.

    Buona lettura!


    Matteo Padovani


    Significato dei termini "CAMPANOLOGIA" e "CAMPANOLOGO"

    _______________________________________________________________________________________

    Per la prima volta, in Italia, si discute in modo specifico di "CAMPANOLOGIA".
    Il termine, di notevole valenza al di là delle Alpi, nell'area della cosiddetta Mitteleuropa, non è mai stato finora preso in opportuna considerazione dalle nostre parti, ma è stato oggetto di interesse solo da parte di pochi esperti del settore.

    In passato abbiamo organizzato alcuni incontri di valenza campanologica, vorrei soprattutto ricordare la memorabile giornata svoltasi a Verona il 9 Ottobre 2005, alla quale, tra i vari esperti presenti, ha partecipato anche il fonditore Grassmayr di Innsbruck.

    Finora comunque, qui da noi, il termine Campanologia è quasi sempre risultato estraneo al modo comune di pensare. Anche fra esperti e addetti ai lavori, pur nella consapevolezza delle proprie capacità e competenze, raramente si è discusso con chiarezza sul significato del termine, forse perchè, in un certo senso, lo si dava come per scontato.
    Ora però le cose stanno cambiando, e ci troviamo di fronte a nuove esigenze, provenienti da più persone e convergenti sul desiderio comune di una conoscenza più approfondita dell'argomento "campana". Tali esigenze sono da ritenersi senz'altro positive, ma con esse diventa necessario chiarire il significato del termine "Campanologia", per evitarne un inutile abuso o una perdita di significato.

    Prima di dare definizioni, vorrei fare alcune riflessioni, partendo anche da un'esperienza personale. Da circa venti anni suono le campane ( a Sistema Veronese ) e conosco, in maniera più o meno approfondita, qualche centinaio di suonatori ( soprattutto veronesi e vicentini, ma anche lombardi ed emiliani ). Posso affermare che, fra tutti i suonatori di mia conoscenza, ce ne sono veramente pochissimi di affidabili dal punto di vista campanologico. Aggiungo inoltre che, in più occasioni, ho avuto più soddisfazione nell'intavolare discussioni sulle campane con persone musicalmente preparate quali professori, organisti, violinisti, maestri di canto, che non con la grande maggioranza dei suonatori.
    Ritengo di avere sempre avuto un interesse nei confronti delle campane dal punto di vista culturale e musicale. Devo però ad alcuni amici l'essere dapprima stato introdotto alla campanologia, e l'avere poi avuto la possibilità di un confronto ed una crescita tuttora in evoluzione.

    In Italia l'identità delle campane è prevalentemente espressa da coloro che, ancora oggi, si dedicano a suonarle. Sono infatti molteplici le tradizioni di suono, tuttora praticate da numerosi gruppi a loro volta riuniti in associazioni. Gli stessi suonatori però, pur dedicandosi con grande cuore e dignità al suono dei sacri bronzi, sono quasi sempre privi di un'adeguata preparazione, poiché è sempre mancata loro una formazione culturale in senso campanologico.
    E poi, se si eccettua l'interesse da parte di chi le suona, le campane sono considerate come un accessorio, utile ma non indispensabile agli usi liturgici. I parroci, in genere, dedicano poco interesse alle campane, e varie ditte di manutenzione ed installazione approfittano spesso dell'ignoranza e del disinteresse dei committenti per eseguire lavori in modo superficiale o inadeguato. I limiti legislativi imposti dalle soprintendenze, molto precisi in materia di restauro e recupero, sono spesso latenti o difficilmente interpretabili in materia di campane.
    I fonditori italiani attualmente in attività -fatta eccezione per pochissimi prodotti di buona qualità- lavorano su uno standard qualitativo mediocre o scadente, per poi illudere la clientela -a sua volta impreparata- di trovarsi davanti a chissà quali capolavori di arte fusoria!...
    Ben altra musica ( è proprio il caso di dirlo!... ) è quella che si può udire in area mitteleuropea, dove suonatori ve ne sono molto pochi, ma dove da sempre vi è una cultura musicale superiore alla nostra, ed anche una maggiore sensibilità e attenzione nei confronti delle campane, le quali, oltre ad essere sistematicamente oggetto di studio, vengono considerate come veri e propri strumenti musicali della liturgia.
    In paesi quali Germania, Austria, Svizzera, Francia, Olanda, Belgio, la cultura campanologica ha una grande valenza ed è attiva attraverso associazioni al cui interno operano esperti di fama internazionale. La campanologia pone le linee guida nello studio storico e tecnico-musicale, e introduce precisi vincoli progettuali con valenza legislativa nei restauri e nella fusione di nuove campane.
    Dall'epoca medievale fino ai giorni nostri, i fonditori attivi in questi paesi sono stati e sono tuttora i più capaci in assoluto, e lo testimoniano le campane di ogni epoca che possiamo tuttora ascoltare. Ma la bravura dei fonditori, espressione di notevoli ricerche tecnico-scientifiche ininterrotte nei secoli, è stata sempre supportata in modo determinante dalle esigenze dei committenti. Attualmente, le ditte più preparate d'Oltralpe sono in grado di controllare l'intera struttura tonale delle campane, ed i margini di incertezza sul risultato finale risultano quasi del tutto assenti.


    Il dizionario della lingua italiana non dà alcuna definizione di Campanologia, così come le più autorevoli enciclopedie musicali. La parola comunque, presa alla lettera, significa "studio della campana".
    Rifacendomi alla mia esperienza personale, e soprattutto al significato che il termine assume qualche centinaio di chilometri più a nord, mi permetto di dare la seguente definizione:


    CAMPANOLOGIA: DISCIPLINA CHE STUDIA LA CAMPANA NELLA SUA UNIVERSALITA' E IN TUTTI I SUOI ASPETTI.

    Universalità: Valori e significati (religioso, comunitario, ecc...)
    Aspetti: Tecnico - scientifico, storico, ecc...

    Come si può intuire, l'argomento è di notevole vastità e complessità, e la Campanologia, per poter essere considerata tale, deve necessariamente rivolgere uno sguardo completo sulle campane.


    Aggiungo ora la seguente definizione:

    CAMPANOLOGO: COLUI CHE PERSEGUE, CON INTERESSE E PASSIONE, UNA CULTURA ED UNA FORMAZIONE CAMPANOLOGICA COMPLETA.


    La Campanologia è una disciplina per certi versi personalizzabile, perchè vari possono essere gli interessi e le capacità individuali, e quindi ogni Campanologo può perseguire in modo soggettivo una specializzazione.
    Però è necessaria una valida ed efficace preparazione su tutto, perchè nessun aspetto può essere separato dagli altri. Ne consegue, per esempio, che un ricercatore storico d'arte campanaria, se è disattento alle conoscenze scientifiche, non può essere considerato un Campanologo, così come non lo può essere considerato un bravo tecnico analista del suono se a sua volta ignora gli aspetti storici. E soprattutto, non ci si può accostare in modo appropriato alla campanologia se, accanto ai molteplici aspetti considerati, ci si dimentica di quello religioso, legato indissolubilmente alle campane come espressione di Fede Cristiana.


    La scienza campanologica esprime giudizi certi ed inequivocabili sulla qualità delle campane. A mio parere, un giudizio di qualità è da ritenersi oggettivo ed assoluto per una percentuale indicativa dell'80%, mentre il restante 20% può variare in base alla soggettività del campanologo. In pratica, ogni campana viene sostanzialmente valutata in base ad indiscutibili metodologie scientifiche, ma è necessario considerare, anche se in minima parte, l'emozionalità e la soggettività dell'ascoltatore esperto.
    Il campanologo, comunque, deve possedere una preparazione ed una maturità tali da consentirgli di distinguere sempre l'oggettività scientifica di giudizio dall'emozionalità d'ascolto, e di superare quei vincoli preferenziali dovuti a legami affettivi per determinate campane.

    Orecchio assoluto: Consiste nella capacità di individuare, mediante il semplice ascolto, una nota musicale con minimi margini di incertezza, permettendo quindi, nel nostro specifico settore, l'assegnazione delle note musicali alle campane. L'orecchio assoluto è un dono di natura, raro, che se correttamente utilizzato risulta di validissimo aiuto, ma non costituisce una discriminante poiché si può essere campanologi anche senza di esso. In ogni caso, orecchio assoluto non significa orecchio esperto: chi è dotato dell'orecchio assoluto deve necessariamente perseguire un'educazione all'ascolto musicale con costanza e pazienza.


    Mi avvio alla conclusione, ma vorrei aggiungere un'ultima riflessione. La campanologia non deve essere vissuta in modo esclusivo ed individuale, ma è un'esperienza di confronto e condivisione. Il mettere in comune i frutti del proprio personale impegno, mediante momenti opportuni di scambio ed aggiornamento, è fondamentale per la crescita personale e per l'arricchimento reciproco delle proprie conoscenze.
    In campanologia, infine, bisogna essere consapevoli del proprio valore e delle proprie capacità, ma anche dei propri limiti, pertanto è necessaria anche la dote dell'umiltà. E' necessario saper valorizzare ogni osservazione fatta da altri, anche da parte di chi possiede una preparazione inferiore alla nostra, in quanto ogni pensiero può sempre generare nuovi approfondimenti e fornire nuovi stimoli di ricerca.
    Infine, non esiste un punto di arrivo, poiché la ricerca campanologica non può e non deve mai arrestarsi.



    Matteo Padovani, Aprile 2007


    .
    [Modificato da Marvin.82 02/07/2007 18:24]
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    Flavioswing
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    00 02/07/2007 20:02
    Ecco qui il discorso di Verona:

    innanzi tutto voglio porvi il mio personale saluto e ritengo doveroso ringraziarvi tutti per il fervido scambio di questi ultimi mesi,scambio che ha portato a trovarci tutti qui oggi a Verona per conoscerci,confrontarci e gettare le basi di una nuova realtà italiana& lassociazione di campanologia!

    Lidea era già nellaria da qualche anno,ma laccelerata data dalla genuina e spontanea unanimità ha reso possibile questo incontro,mi auspico il primo di una lunghissima serie,che ci porterà nel tempo,speriamo senza intoppi a costituire di fatto lassociazione di campanologia.

    Mi ritengo veramente onorato,vista la mia giovane età,di poter intervenire come relatore per poter esporre le mie idee in materia.

    Per primo volevo esternare che cosa intendo io per campanologia:

    Questo termine,fortemente voluto da me e altri durante i primi scambi via mail, è molto semplice ed immediato. Il termie significa letteralmente studio della campana!!

    Il mondo della campana come tutti noi scopriamo giorno dopo giorno è vastissimo viste tutte le tante discipline che, (è proprio il caso di dire), ruotano attorno alla campana.

    Largomento CAMPANA è straordinariamente vario ed articolato, molto di più rispetto a quanto possa in apparenza sembrare. Pensiamo, ad esempio, allaspetto più importante, quello religioso, che identifica lo scopo e lutilizzo dei sacri bronzi, ma pensiamo anche ad aspetti di carattere scientifico (fisica acustica), quali il tecnico (metallurgia,meccanica,elettrotecnica,elettronica ed automazioni) o il musicale, o ancora, di carattere storico ed artistico..

    Per me la campanologia è tutto questo,per me è interessantissimo ogni singolo aspetto della materia,ovviamente in alcune cose mi diletto meglio,in altre meno,ma infondo lobbiettivo di riunirci in un gruppo è proprio quello di scambiarsi,materiale,idee,conoscenze per arricchirci personalmente per arricchire gli altri.



    Detto questo vorrei darvi unimmagine di come penso debba essere intesa la campanologia:

    La campanologia deve essere NECESSARIAMENTE un disciplina nettamente distaccata dal mondo dei suonatori di campane ed approcciarsi in modo scientifico alla materia. Penso che troverei estremamente degradante sentire un veneto,un emiliano e un lombardo parlare per ore per cercare di definire quale sia il sistema migliore di suono,ovviamente ognuno difendendo il suo pollaio& questa non è campanologia.. è campanilismo!!

    Poi credo che la campanolgia dovrebbe soffermarsi maggiormente su ciò che è la campana. Come ho detto prima attorno alla campana ruotano tantissime discipline,credo che tra queste però debbano spiccare maggiormente quelle strettamente correlate al vaso bronzeo,per esempio conoscere la struttura, e la dinamica della campana,il suo comportamento,perché si genera il suono e dove..

    Non perché voglia mettere in secondo piano le altre materie contraddirei ciò che ho detto pochi istanti fa,ma semplicemente perché lunica cosa che accomuna inequivocabilmente tutti è proprio la campana,che è sempre la stessa per tutta la penisola,anzi per tutto il resto del pianeta..

    Quindi campana in primo piano,poi a ruota tutto il resto!!

    Bene,detto questo,dopo aver dato lidea di che cosa intendo per campanologia, e perché, vorrei concludere soffermandomi sui 3 obbiettivi per me basilari che una ipotetica associazione come la nostra potrebbe avere:


    1. Prima di tutto,lassociazione è e deve essere un gruppo di persone,un gruppo di amici accomunate dalla stessa passione e dallo stesso desiderio! Credo fermamente nella forza di un gruppo,dunque è necessario che si formi una buona base di rapporti personali.

    2. Il censimento e la salvaguardia del patrimonio campanario. Per fare ciò dovremmo acquistare credito per poter lavorare fianco a fianco nelle varie diocesi,farsi apprezzare per la competenza,ed eventualmente dare dei consigli e direttive sia per il restauro sia per la fusione di nuovi complessi campanari. In pratica una sorta di ufficio sovrintendenza delle campane. Questa non è farina del mio sacco,ne tanto meno fantascienza ma è ciò che accade in paesi come la Germania,dove ogni diocesi ha a disposizoione uno o più esperti referenziati,che seguendo rigide regole non permettono il dialgare di aziende opportuniste e permettono alle campane di svolgere il proprio ruolo!! &non sarebbe male poter costruire una sezione operativa del genere.

    3. La divulgazione e la sensibilizzazione della materia. Credo che con qualche fondo a disposizione si potrebbero produrre testi,e supporti fonografici,traduzioni di opere esistenti da altre lingue allitaliano. Mi appello a chi nel tempo si è fatto inevitabilmente una biblioteca di volumi esteri.. non sarebbe meraviglioso disporre di alcuni di quei meravigliosi volumi in italiano?? Ciò sarebbe possibile! Il tutto questo per creare un background culturale che nel nostro paese

    a)non è mai stato troppo presente
    b)con il tempo rischia di scomparire!!


    Con questo credo di aver terminato il mio intervento,vi ringrazio per la pazienza che mi avete concesso,

    a tutti buon proseguimento di lavori!!


    Flavio Zambotto




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    maestrobozzo
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    00 02/07/2007 22:45
    quel poco che ricordo
    Avevo problemi con la stampante e ho parlato a braccio, ricordo di aver incentrato il mio discorsetto sul gusto del bello, sull'aspetto emotivo, su alcuni parametri che non possono essere modificati e su altri che invece sono più riferiti alla sensibilità, al gusto, al senso estetico di ognuno.
    Volto pagina e voglio tradurre qua e la cosa intendono per campanologia i nostri cugini nord europei.
    I francesi della Societè Française de Campanologie affermano che:
    La campanologia è lo studio dei diversi tipi di campane e campanelle, interessa in Francia un numero sempre più elevato di dilettanti e di professionisti dalle varie competenze: fonditori, installatori, tecnici acustici, carillonneurs, musicisti, etnologi, etnomusicologi, archéologi, campanologi, uniti da comuni interessi e responsabilità verso i problemi di conservazione, valorizzazione e tutela del patrimonio campanario. Questo patrimonio non comprende soltanto le campane vecchie o nuove (di chiesa o di torre civica), le suonerie ed i carillon, gli orologi monumentali ed i jaquemarts, le campanelle ad impugnatura e le ruote liturgiche, ma include anche la salvaguardia dei repertori musicali e delle tradizioni ancestrali, degli impieghi tanto civili quanto religiosi. Tutti questi aspetti costituiscono la ricchezza di un insieme indissociabile.
    Fin qui i francesi, sono molto simili anche tutte le altre etnie e, come si può constatare non vi sono grandi differenze da quello che già è stato scritto, forse un poca di apertura in più verso l'aspetto popolare che, d'altra parte, viaggia di pari passo con la vita delle campane. per ora mi congedo. A presto,
    vostro Alberto
  • zlegend
    00 03/07/2007 08:57
    SCIENZA CAMPANOLOGICA
    Volevo ringraziare il testo inserito da Pruneri64

    e soffermarmi sulla SCIENZA CAMPANOLOGICA di Matteo Padovani "ogni campana viene sostanzialmente valutata in base ad indiscutibili metodologie scientifiche"

    Vorrei lanciare una domanda un po' provocatoria, quante persone disposte a sottoscrivere lo statuto dell'associazione sono in grado di valutare con metodo scientifico e in maniera indiscutibile?

    Non me ne volete, perchè vi stimo tutti!

    Ciaooo Alessio [SM=g7576]
  • zlegend
    00 03/07/2007 11:53
    CAMPANOLOGO e CAMPANOLOGIA
    Porto degli esempi molto semplici, anzi aggiungo domande:

    chi è in grado di valutare in unincastellatura quali forze ci sono in gioco? e dimostrarlo!
    chi è in grado di dire che una campana suona male? e dimostrarlo!
    chi può dire che una fusione non è stata eseguita correttamente? e dimostrarlo!
    chi sa che un determinato elettrobattente è migliore? E dimostrarlo!
    chi è in grado di accordare gli armonici senza spostare la fondamentale? e riuscirci! (qualche fonderia estera)

    o ancora:
    chi sa come deve essere effettuato un batacchio per non rovinare una campana?
    chi sa come bilanciare una campana?
    chi sa le problematiche per costruire una campana?

    Lodevole la costituzione di unassociazione, ma penso che prima di guardare gli aspetti burocratici e legali servano le conoscenze, di qualcuno o anche più persone che messe assieme dicano  Noi sappiamo e siamo in grado di dimostrarlo, volete un consiglio e ve lo diamo sulla base di certezze, il nostro sistema è fondato su prove e studi, è provato. Forse un Michele certi calcoli riesce a farli, ma chi altri?

    probabilmente sarebbe necessario che allinterno dellassociazione ci fosse proprio un GrassMayer o qualcuno che tali conoscenze le abbia! Da parte mia, se dovessi entrare in tale associazione ne sarei onorato, ma lapporto che potrei dare sarebbe riduttivo a qualche suggerimento, tale è la mia ignoranza in campanologia! (spero mi vorrete lo stesso)

    Chi è campanologo? Chi ha una formazione Campanologica completa? (lo so, ditelo pure che ho fatto troppe domande [SM=g7531] )


    Ciaoo Alessio [SM=g8905]
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    lopi_lope
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    Età: 38
    00 03/07/2007 12:37
    sperando di non apparire ripetitivo..
    ..ma neanche aperitivo buahuahuaha...che cagata!
    No, scherzi a parte, caro Alessio il tuo approccio e i tuoi interrogativi sono estremamente lodevoli...ma taaanto...è per questo che tutti dovremmo imparare a porci le tue domande che rivelano la perenne incompletezza, ma contemporaneamente la perenne forza, di chi ha la grande capacità di dire: "non finirò mai di imparare!" (SO DI NON SAPERE...tu hai detto questo in fondo no?).
    Ma proprio la constatazione di ciò ci farà andare avanti e ci spingerà a documentarci diventando sempre più esperti.
    E soprattutto il lavoro di squadra, all'insegna della condivisione ci permetterà di scambiarci le conoscenze e le competenze!
    La condivisione...hai letto la mia presentazione? Finchè non potevo condividere con nessuno io non ho mai coltivato così a fondo le campane eppure la passione ce l'ho dall'età di 2 anni!! Questo ti dimostra che senza condivisione non c'è gusto!

    Però...Lancio una provocazione: tra meno di un mese vorrei smetterla di continuare a ribadire e discutere tutte queste basi, giustissime (per carità!) ma molto più filosofiche e di approccio, piuttosto che pratiche.
    Perchè a me quest'approccio mi è venuto naturale? Non me l'ha insegnato nessuno.
    Vorrei che per forza o per amore assorbissimo questi bellissimi principi del MATTEO del FLAVIO dell'ALBERTO e cercassimo di andare avanti. Chi c'è c'è, chi non c'è amen, non gli si può spaccare il cervello!! Anche perchè molti principi ribaditi dal Flavio e dal Padovani e concernenti più il buon senso nell'approccio (condivisione, imparzialità, oggettività-soggettività, umiltà, campaneria-campanologia), che gli aspetti meramente tecnici sono ovvi in qualsiasi altra scienza, perchè dovrebbero far parte di un impostazione più profonda della persona, che ahimè non si può insegnare.
    A scuola, queste linee-guida non ce le hanno mai insegnate ma le abbiamo capite solo dopo.
    E lo sapete perchè? Perchè noi queste cose le stiamo studiando solo per passione e non per forza e in parte (almeno in Italia) ne rappresentiamo i pionieri.
    E cmq per carità mai perdere di vista queste perle di saggezza anche perchè stiamo studiando una scienza di nicchia che ha le sue particolarità pratiche e di approccio. Però ooohh...poi basta!! Sbrighiamoci ad assorbirle perchè poi inizia il bello!
    Iniziano le pornografie!! [SM=g7760]
  • MDcampane
    00 03/07/2007 13:00
    Il Campanologo
    Per quello che è il mio lavoro consueto di Ingegnere ed Architetto nel restauro delle chiese, Alessio, Ti posso rispondere che:

    1) Analisi degli sforzi, tensioni e carichi. Calcolo strutturale delle tensioni nelle strutture lignee, lapidee, in laterizio, metalliche ed acciaio. OK (sia a mano che coi programmi di calcolo).

    2)Circa il suono di una campana posso dirti che essa può rispondere a buone caratteristiche timbriche quando confronto i parametri di frequenza "tipici di una certa nota" con quelli emessi dalla campana.
    Per ottenere ciò faccio eseguire una perizia tecnico-acustica sulla campana, facendo tracciare uno spettrogramma delle stesse frequenze mediante dispositivo di registrazione computerizzata. Questo aspetto lo svolge il collega ing. Gianni che collabora nel mio studio.

    3)Sulla fusione Ti posso dire qualche buona informazione, confrontando i dati della campana con i dati tecnici generali di una fusione realizzata attualmente (se la campana è moderna), oppure quelli del periodo storico specifico attraverso lo studio di carte d'archivio che forniscono nozioni sulla composizione utilizzata in quel periodo.
    Poi, se arrivo ad un confronto accettabile sulla massa di bronzo, mi soffermo sul "rilievo" della campana. Se presenta cricche o modellazioni errate dovute a vari fattori durante fusione (temperatura, ecc.).
    Se non ritengo sufficiente, l'analisi acustica mi individua i punti ove sicuramente all'interno mi devo aspettare una microfrattura, una bolla d'aria, ecc.
    Infine se i costi sono abbordabili faccio eseguire una radiografia oppure una termografia della campana. Questa mi da senz'ombra di dubbio la posizione delle parti non omogenee della campana.

    4) Elettrobattente: se mi soffermo sulla massa della campana, calcolando che da tabulati tecnici ormai consolidati il battente esterno deve cadere a 45 gradi (per esempio su un dato tipo di campana, il cui calcolo qui non riporto perché è lungo 3 pagine) poi attraverso tabelle di comparazione tra forma della campana e massa battente, ottengo il risultato voluto. Poi si guarda sul mercato se i battenti richiesti sono in commercio. In caso negativo, se la realizzazione della nuova forma non costa cara, la si fa preparare, diversamente si opta per il modello che si avvicina di più in difetto di peso. Perché se il battente è troppo duro o pesante, spacca la campana (Acciaio mangia il bronzo).

    5) L'accordo degli armonici: per la campana è necessario ricorrere alla prova acustico-timbrica dello stato di fatto. Poi si utilizza un programma di calcolo acustico: la campana viene riprodotta in 3D nel computer e poi, utilizzando un CAM (CAD meccanico), con una fresatrice a controllo numerico, la campana (di qualsiasi età) viene modellata perché assuma la nota giusta.
    Unico problema è il costo proibitivo dell'apparecchiatura che è superiore a 250mila euro. In Università, a Pavia, ce n'è un tipo simile più piccolo.
    Qualunque fonderia che voglia modernizzarsi e abbia un po' di soldi da investire può averla; in particolare una che conosco che opera dalle mie parti ce l'ha.

    6) Discorso batacchio è simile ad elettrobattente. Esso è 3% del peso della campana (nell'ambrosiano). Attraverso opportuni manuali di Ingegneria ed Architettura (un po' vecchi) è possibile progettarlo, di solito in ferro dolce. Le dimensioni longitudinali stanno in rapporto alla forma della campana e la boccia deve concentrare in essa una spinta di battuta sufficiente a imprimere il colpo in un unico punto senza strusciare e con velocità di caduta proporzionale al peso dello stesso x 9,8.
    Altri dati Te li riporto in un secondo tempo.

    7) A seconda del tipo di campana che devi installare, ambrosiano, romano, veronese, ecc., ci sono diverse posizioni in cui applichi l'asse di rotazione.
    Prendiamo l'ambrosiano.
    Il ceppo è posto in modo che la corona si trovi in alto per 1/3 della campana rispetto all'asse di rotazione.
    Occorre considerare il peso della campana reale, quello apparente rispetto all'asse, poi prendi in considerazione il materiale del ceppo. Supponi legno o ghisa.
    Entrambi devono avere una certa forma e un certo peso.
    Sapendo quanta massa occorre per uguagliare il peso della campana con quello del ceppo rispetto all'asse di rotazione, effettui un calcolo di equilibrio delle forze (= pesi) e trovi quanto materiale Ti serve.
    Fatto ciò calcoli il volume di materiale che ti da' quel peso e dai una forma al ceppo (tenendo conto della chioderia che vai applicando e tutti gli altri ingranaggi che aggiungi, che hanno anche loro un certo peso.
    Io ho calcolato un ceppo per una campana. In una pagina di questo forum ho inserito la fotografia della stessa. Ti garantisco che funziona perfettamente.

    8) Per costruire una campana Ti posso passare un vecchio testo che utilizzo per il calcolo strutturale-srchitettonico della stessa, che altro non è che un manuale di Ingegneria meccanica e termica, adatto per le fusioni in altoforno o in fonderia di elementi di bronzo, tra cui le campane. Insieme ad esso anche il manuale di saldatura del bronzo (che trovi anche nelle migliori librerie scientifiche di ingegneria).
    Non sto qua a raccontarteli perché vien lunga.

    ***

    Come dicevo mesi fa sulla ML, quelle che sono le mie conoscenze pratiche Ve le posso trasmettere fin da subito, naturalmente considerando che ci vuole un po' di tempo per organizzarVi le dispense, ma penso che in un annetto, tagliando al massimo quello che è troppo teorico, possa metterVi a disposizione un buon manualetto pratico per i casi che affrontate.

    Se vi accontentate che le passi piano piano, da lunedì comincio a postarVi su i rudimenti di ingegneria che Vi occorrono.
    Però poi occorre che li leggiate se no quello che viene dopo è più incasinato.
    Al termine di tutto pubblicherò il testo come "Vademecum ingegneristico del campanologo". In tale testo tutti coloro che hanno qualcosa da aggiungere di pratico e specifico saranno i benvenuti. Il loro nome comparirà e sarà la prima pubblicazione del genere in Italia, fatta dalla nostra associazione. Che ne dite?

    Alessio e tutti quelli che vogliono aumentare le proprie conoscenze, ci state a diventare se non campanologi, almeno "esperti"?
    Mi auguro di sì!

    Ed ora forza, Avanti! Che la strada è ancora lunga, ma molto interessante.

    Ciao

    Michele
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    00 03/07/2007 17:50
    la mia esperienza
    Caro Alessio,

    il mio parere è che al presente in Italia, tranne pochi nomi che conto sulle dita di una mano, nessuno potrebbe dirsi un campanologo completo, nel senso "mitteleuropeo" e in grado di affrontare con sicura competenza i quesiti fondamentali che tu poni.

    Il mio nome non è tra quelli che conto sulle dita della mia mano. Posso dirti che i doni innati che la Provvidenza mi ha regalato, sommati al tirocinio e all'esperienza, mi danno una certa competenza.
    Anzitutto non ho l'orecchio assoluto, ma "ho orecchio", tant'è vero che suono l'organo senza leggere e improvviso con facilità.
    Le campane che ascoltavo a 4 anni e che dicevo "che belle" oppure "che brutte", le ho riascoltate nel tempo, le ho fatte ascoltare ad amici più esperti di me, e non ho da cambiare parere: avevo indovinato.
    Ho imparato ad ascoltare i toni parziali, e mi pare che il mio cervello usi la stessa logica che scatta mentre improvviso e/o riproduco un'armonia solo ascoltata: "punto" ed isolo la nota che mi interessa, e la confronto.
    Ho imparato, ed è cosa che amo tantissimo, ad "auscultare" tante campane diverse, così da farmi un' idea delle diverse estetiche di suono: Pruneri, Ottolina Bergamo, Ottolina Seregno, Bizzozero, Monzini, Loffler, Cavadini, Bianchi, Schilling F.W., Otto, Bachert, Pfundner, Grassmayr, campane medioevali, campane barocche, ecc.

    Non ho preparazione specifica nel settore propriamente tecnico, ma cerco di "rubare il mestiere", imparando e confrontando.

    Potrei andare avanti ma non si sta parlando di me bensì delle campane...

    Credo tuttavia che oltre ai dati oggettivi incontrovertibili - per cui una campana se è brutta è brutta e basta - c'è un margine di soggettività, per cui ciò che piace ad altri non è detto che piaccia a me. Ne sanno qualcosa gli amici bergamaschi con cui facciamo scorribande campanarie e accese diatribe... Prendi il video di Ponte San Pietro in Youtube: sono campane oggettivamente mediocri, eppure io le trovo espressive, mi "dicono" qualcosa.

    Parafrasando un celebre pensatore, direi:

    LE CAMPANE HANNO DELLE RAGIONI CHE LA RAGIONE NON COMPRENDE.

    Purtroppo la maggioranza delle persone che in Italia si occupa di campane per lavoro, per non dire della "committenza", non solo non ha neanche questi "requisiti minimi", ma nemmeno si preoccupa di acquisirli.
    Faccio un solo esempio: a chi lo esortava a fare qualche esperimento, qualche studio, qualche miglioria, il titolare di una ditta ha risposto: "non ci interessa, tanto il nostro mercato ce l'abbiamo".

    Sic transit gloria mundi.

    [Modificato da Pruneri64 03/07/2007 17:56]
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    Flavioswing
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    Età: 39
    00 03/07/2007 20:30
    Caro Alessio,
    le domande che poni sono sacrosante,ed è giusto che ogniuno di noi sia in grado di gestire le diverse scienze che entrano forzatamente in gioco in maniera tale da risultare utili alla causa.

    Io non sono ne Architetto,ne tantomeno ingegnere,ma sicuramente conosco bene alcuni parametri che mi permettono di fare alcune valutazioni,forse perchè oltre che a rapportarmi in maniera scientifica mi rapporto anche con la conoscenza apporfondita sulla materia senza tralasciare particolari che un professionista a caso del settore potrebbe dimenticare..

    Non mi trovo però assolutamente d'accordo su quanto dice michele nel valutare il suono di una campana.

    bisogna necessariamente passare per un pc?? e se a brucia pelo qualcuno ti domanda "tu che sei un'intenditore come trovi questa campana?" cosa gli rispondo "eh,aspetta un'attimo che trovo il portatile??"

    Questa vuole essere solo una provocazione perchè in questo condivido Roberto,Alberto e Matteo grandi maestri,che semplicemente nel tempo mi hanno insegnato a sensibilizzare l'orecchio,a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Se trovo una camapana "settima" come la "stefèna" di Revò (TN) non posso escluderla da tutto solo perchè un'analizzatore di spettro mi dice che l'ottava inferiore non è conforme..

    cavolo una campana che mi fa commuovere qualcosa di buono ce lo avrà..

    che il gusto sia soggettivo,questo è chiaro però il gusto di tutti per giudicare una campana,e quindi per essere anche un buon campanologo, dovrebbe essere affinato sulle stesse campane,su quella "scuola di ascolto" fatta di esperienze locali e di una marea di cd..

    Penso che Michele se ci deve dare una dritta sugli sforzi meccanici di un castello sia la persona più adatta,se andate da grassmayr e domandate qualsiasi cosa sul bronzo sicuramente vi spiegherà tutto..(vero ale s.max??)trovo però che un alberto ci può far capire cosa di emozionale c'è in una campana,matteo e roberto ci insegnano come ascoltarla... leonardo ci insegna a capire che salisburgo dal vivo è tutta un'altra cosa che in registrazione...

    Vista la soggettività in relazione in un ascolto,è matematicamente impossibile riportare la bellezza di una campana in valore assoluto,quindi noi dobbiamo iniziare a capire cos'è giusto e cosa è sbagliato in relazione al periodo di fusione,all'equilibrio armonico,al tipo di sagoma,alla contestualità dell'ascolto.

    Così impareremo a capire che una campana ha comunque una sua "scientificità" di giudizio,facciamo al 70% e un 30% di gusto personale,e non ci saranno più possibilità di essere estremamente in disaccordo se una campana è bella o brutta,ma semplicemente discutere sulle varie caratteristiche che una campana "oggettivamente" bella ha in più o in meno di un'altra...

  • MDcampane
    00 03/07/2007 21:49
    Flavio OK
    Caro Flavio,
    è molto molto interessante quanto emotivamente affascinante la veduta del campanologo che descrivere.

    Mi sono dimenticato prima di specificare una cosa: dando risposta ad Alessio su materie strettamente "pratiche", ho fatto riferimento al lavoro pratico di studio che, pur essendo molto sofisticato è "freddo".

    E' evidente che in giro, con l'esperienza non ti servono le apparecchiature (non lo faccio neanche io quando vado a vedere un edificio per giudicarne la stabilità). In studio invece, quando approfondisci usi le macchine.

    In merito alla timbrica d'una campana, ho dato l'esempio pratico del lavoro "da studio" perchè è lì che valuto quale intervento realizzare.
    In quella sede non mi preoccupo inizialmente di decidere quale "miglioria tecnica" apportare finché non ho studiato a fondo la campana stessa dal punto di vista "statico acustico tecnico strutturale".
    Dopo aver preso tutti questi parametri, occorre ascoltarla (se possibile) oppure tentare una simulazione al PC per comprenderne la nota iniziale.
    Dopo sempre per simulazione fai entrare la componente emotiva che Ti fa giudicare a tavolino quale potrebbe essere la resa fonica migliore.

    E' evidente che un orecchio allenato (come il Tuo, o di altri) è in grado di "dare un giudizio" su una campana dal punto di vista scientifico-emotivo, per lo più emotivo tant'è che un certo tipo di suono piuttosto cupo e profondo fa piacere sentirlo (vedi se suoni nell'organo il contrabasso da 16 o 32 piuttosto potente... l'emozione è indescrivibile). E lo stesso è qui.

    Se mi permetti un paragone che traggo da un vecchio film muto ove si vedeva un gran campanone, TU RAPPRESENTI IL "CUORE" DELLA CAMPANOLOGIA, NEL SENSO DELL'ANIMA PIU' VICINA EMOTIVAMENTE AD UNA CAMPANA.
    Spero di essermi fatto capire abbastanza bene.

    Quando io Ti descrivo le operazioni tecniche "molto rigide", quelle vanno bene per "riparare o costruire materialmente la campana", per affrontare cioè la parte meramente "fredda" d'una campana o dei suoi accessori.

    TU INVECE SEI COME UNO SCULTORE CHE STA SCOLPENDO LA CAMPANA IDEALE CHE RAPPRESENTA LA PERFEZIONE DI VITA A CUI TU TENDI GIORNO PER GIORNO E SEI IN GRADO DI FAR PERCEPIRE AGLI ALTRI IL "CUORE PULSANTE" DI QUESTA SCULTURA, SENZA IL QUALE CUORE LA SCULTURA SAREBBE SI PERFETTA TECNICAMENTE MA MANCHEREBBE DI ANIMA.

    Quindi, carissimo Flavio, prosegui sulla strada che Ti stai tracciando: sei in gamba (Te lo dissi una volta in pvt tempo fa) e hai tutte le caratteristiche (permettimi il termine) fisico-tecniche-spirituali per affinarti nella Campanologia dell'Anima, che è tutto il succo di questa bella scienza.

    E' evidente che la parte materiale rigida servirà dal punto di vista pratico per fare esperienza, per operare nel restauro quanto nel nuovo, Te tuttavia hai quel qualcosa in più che va soltanto lievemente affinato e perfezionato... Col tempo, andando in là negli anni vedrai che sarà tutto automatico.

    Con grande stima, CIAO!

    Michele
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    maestrobozzo
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    00 09/07/2007 09:59
    considerazioni
    LE CAMPANE HANNO DELLE RAGIONI CHE LA RAGIONE NON COMPRENDE, ha scritto l'amico Roberto e credo che in sintesi abbia azzeccato in pieno quello che è da sempre il mio credo. Ho iniziato a pensarla in questo modo dopo molti ascolti, ho assistito a tentativi di correzione di parziali e toni alla battuta in moltissimi insiemi di campane, spesso ero io la persona di riferimento, poi, ad un certo punto ho deciso di non dedicarmi più a questo aspetto che, seppure affascinante, è altresì limitante. Fu da qui in poi che iniziai ad apprezzare il bello in un difetto di accordatura tra due campane e mi si è aperto un mondo fantastico! Questa affermazione potrebbe apparire come una provocaizone bell'e buona ma vi assicuro che è il risultato (detto in due parole ma molto approfondibile) della mia fortunata esperienza di viaggiatore curioso alla ricerca di campane.
    Non vorrei essere frainteso però, non dirò mai che un concerto alla veronese o allambrosiana-bergamasca se mal accordato è più bello. Laddove le campane vengono suonate con rintocchi ben distinti e distanziati è chiaro che laccordatura dovrebbe avvicinarsi il più possibile alla perfezione, anche se il concetto fisico di perfezione non viaggia quasi mai di pari passo con il concetto umano. Quante volte vi è capitato di sentirvi dire da qualche collega scandalizzato: Hai sentito come è stretto quel semitono?, Senti come cala la più grossa, la piccola invece è crescentissima&.e magari a voi tutto questo sembra sia accettabile e giusto così comè e che tutto sommato non siete in sintonia con quelle definizioni? O, più semplicemente, queste imperfezioni le sentite ma non vi danno fastidio alcuno? Questi sono i nostri limiti, queste sono le incomprensibili ragioni delle campane. Ma si tratta di scuola di pensiero!
    Un altro caso dove le campane devono rigorosamente essere accordate il più perfettamente possibile è il carillon. In questi casi dove le campane raggiungono a volte le oltre 70 unità, si devono assolutamente rispettare parametri molto rigorosi di perfezione fisico-acustica. Si parla di scale cromatiche e di suoni che devono produrre accordi, i fonditori sono sempre più attrezzati con materiale allavanguardia per questo tipo di strumenti. Le note più acute devono emettere suoni puri, monocromatici (quelli che si sentono al diapson). E comunque sorprendente come anche nel 1600 vi fossero grandi fonditori di campane da carillon che hanno ottenuto prodotti al limite del perfetto (ovviamente con i parametri barocchi), vedi i fratelli François e Pieter (Pierre) Hemony. Di questi fonditori vi sono ancora molti esemplari, il più celebre è il carillon di Utrecht, in Olanda.
    Di tutto il resto delle campane che si ascoltano, dalla mitteleuropa alla nostra bistrattata penisola, spesso si possono incontrare insiemi armonicamente non precisi tra loro, Salisburgo (tanto amata da Roberto e Leonardo) ne è lesempiò tra i più eclatanti, per non parlare delle campane a slancio di Utrecht che hanno 502 anni, opera del mitico De Wou, ascoltate singolarmente suscitano molte perplessità, messe insieme si impastano in una maniera da brividi!
    La scuola tedesca e quelle circostanti, non esigono campane accordate perfettamente tra loro ma che abbiano uno spettro armonico rigorosamente preciso, in pratica che i suoni parziali seguano una regola ben definita. Anche in questo caso la storia dimostra che vi sono correnti di pensiero diverse e, grazie a queste diversità, possiamo godere della perfezione assoluta delle campane Shilling di Friburgo e Wurzburg, delle imperfezioni di De Wou, affermando senza vergogna che per noi una tra le più belle campane dEuropa è la maggiore di San Pietro a Bologna.
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    vittoper
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    00 09/08/2007 12:13

    Campanografia d'oltralpe

    Ecco la Campanologia francese


    Vittorio
    [Modificato da vittoper 09/08/2007 12:14]
    GENTEM ACCERSO FERO TRISTIA LAETA CANO 1788
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    vittoper
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    00 09/08/2007 13:41
    Parole che fanno... luce.
    Ho cercato di tradurre una parte del testo precedente perché ne riconosco una illuminante bontà
    Vittorio

    Dalla campanografia alla campanologia: l'approccio campanografico è essenzialmente descrittivo: descrizione dimensionale, descrizione epigrafica e decorativa, contestualizzazione storica della committenza, della fabbricazione e dell'installazione della campana, addirittura la ripartizione geografica della produzione dei fonditori. Limita un po' la campana alla sua dimensione patrimoniale: è antichità ed oggetto di arte, oggetto metallico, oggetto metallico statico ed isolato dal suo ambiente naturale tecnico e musicale. È principalmente il campo degli archeologi, degli storici, degli archivisti. La campanologia allarga il campo di studio e prende in considerazione la dimensione acustica e musicale della campana, le considerazioni tecniche di installazione ed architettoniche, il suo ruolo sociale e gli usi, le regole, il linguaggio e la dimensione etnografica, il simbolismo della campana e la sua rappresentazione nell'immaginario, gli studi comparativi. La territorialità non è più dominante e gli strumenti di studio vanno al di là dell'oggetto osservato dall'esterno o dalla lettura del testo. Il materiale tecnico di analisi e la scienza sono mobilitati, come le conoscenze musicologiche ed etnografiche. L'estetica ed il paesaggio sonoro sono rievocati. L'approccio diventa multiforme e pluridisciplinare, talvolta trasversale, ciò che rende difficile il posizionamento della campanologia nel taglio accademico tradizionale. Lo studio campanologico prende in conto l'oggetto patrimoniale e le sue caratteristiche campanografiche dunque ma anche il suo contesto tecnico e musicale, si interessa all'oggetto dinamico e sonoro, al ceppo ed agli accessori di sospensione, alla fusione e al collocamento in movimento, alle incidenze vibratorie sul campanile e all'architettura, alla qualità acustica della campana, alla consonanza tra le campane di un stesso insieme o con gli insiemi campanari vicini geograficamente, iscrivendo la campana nel paesaggio sonoro della città, prendendo in considerazione gli usi ed il linguaggio delle tecniche campanarie locali. L'arte campanaria non è più solamente tecnica, ma anche dimensione musicale. Il campanologo è musicologo. L'oggetto lascia in qualche modo il museo per ritrovare il suo ruolo di strumento di comunicazione o di concerto. Ciò si è concretizzato alla fine degli anni ottanta del secolo scorso in seguito ad un nuovo compito della Commissione degli affari culturali incaricata di studiare la classificazione delle campane vecchie o notevoli. Più recentemente, la campanologia ha fatto la sua entrata all'università.
    Si deve molto al canonico Jean Ringue, di Strasburgo, lo sviluppo della campanologia francese moderna quindi a Eric Brottier, iniziatore dei primi convegni nazionali di campanologia di Chalons-en-Champagne nel 1989. Citiamo anche il lavoro di Alain Jouffray sulla simbologia e l'approccio completo all'arte campanaria. Occorrerebbe inserire tutti questi lavori francesi insieme a ciò che è stato fatto in altri paesi come la Germania, gli Stati Uniti, il Canada, i Paesi Bassi, l'Inghilterra... per citare soltanto alcuni esempi di paesi che sono stati precursori in materia di inventari campanografici (pensiamo ai particolareggiati atlanti campanari pubblicati in Germania e in Inghilterra) o di campanologia (studi o lavori di Percival Price, di Kurt Kramer, di André Lehr...).

    [SM=g7557] [SM=g7557] [SM=g7557]
    [Modificato da vittoper 09/08/2007 14:34]
    GENTEM ACCERSO FERO TRISTIA LAETA CANO 1788
  • MDcampane
    00 09/08/2007 13:54
    BRAVO VITTORIO!!
    Con questa bella traduzione hai reso PERFETTAMENTE l'idea di cosa dobbiamo fare (noi)in Italia.
    Qui c'è tutto il lungo e complesso Programma del Campanologo italiano: quanto andava detto e nulla più da aggiungere ne' da togliere.

    CIAO!

    Michele
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    vittoper
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    00 12/08/2007 18:21
    Questo si fa per gli organi, a quando per le campane?
    convegno organario Legambiente

    [SM=j7567] [SM=j7567] [SM=j7567]

    Vittorio
    [Modificato da vittoper 12/08/2007 18:22]
    GENTEM ACCERSO FERO TRISTIA LAETA CANO 1788
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    maestrobozzo
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    00 24/09/2007 06:31
    spulciando
    Ho trovato su un sito di traduzioni multilingua che la campanologia viene tradotta nelle varie lingue in maniere molto diverse, anche per il loro significato. ne viene fuori che
    i tedeschi usano il termine Glockenkunde
    gli inglesi la chiamano campanology
    i francesi campanologie (ma anche art du carillon)
    per gli italiani è arte campanaria
    gli spagnoli campanología
    in Olanda è campanologie o klokkenkunde
    portogallo campanologia
    Svezia klockspelskonst (che tradotto significa arte del carillon)

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    vittoper
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    00 22/11/2007 16:22
    Il documento di Matteo Padovani riguardante la Campanologia, in formato PDF
    Vittorio
    [Modificato da vittoper 22/11/2007 16:24]
    JUBILATE DEO IN LAETITIA
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    maestrobozzo
    Post: 1.034
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    00 22/11/2007 21:37
    piccole aggiunte ad una impeccabile relazione
    [...]un giudizio di qualità è da ritenersi oggettivo ed assoluto per una percentuale indicativa dell’80%,
    mentre il restante 20% può variare in base alla soggettività del campanologo. In pratica, ogni campana viene
    sostanzialmente valutata in base ad indiscutibili metodologie scientifiche, ma è necessario considerare, anche
    se in minima parte, l’emozionalità e la soggettività dell’ascoltatore esperto.
    [...] Così si esprime il mio carissimo amico Matteo.
    Ne ho già parlato in modo approfondito con lui e sa benissimo che io sostengo che la percentuale emotiva a mio avviso è superiore al 20% e mi spiego: per essere in grado di fornire un giudizio è indispensabile una base emotiva, come si può giudicare una campana senza essere coinvolti anche emotivamente? C'è uno stretto legame tra emozionalità e fisica, un legame a mio avviso indissolubile, ecco perché è difficile quantificare una percentuale precisa, oserei dire che non può esistere un aspetto senza l'altro, si riesce analizzare un suono solo se lo si sente prima di tutto dentro di noi. L'uso di strumenti poi è sicuramente vantaggioso, si raggiungono livelli di analisi irrilevabili a orecchio "nudo", ma senza l'apporto della nostra "esperienza acustica" la valutazione finale sarebbe un freddo grafico, una anonima compilazione di un foglio prestampato, le campane meritano di più.
    Aggiungo anche alcuni appunti inerenti l'orecchio assoluto. In questo caso esiste solo una spiegazione scientifica, tutte buone le considerazioni dell'amico Matteo, voglio solo aggiungere questi tre punti che aiutano ulteriormente a capire:
    * Orecchio assoluto è la capacità di riconoscere l'altezza o nome delle note grazie alla capacità di riconoscere il "colore" dei suoni.
    * Orecchio relativo è la capacità di riconoscere l'altezza delle note grazie al confronto tra le stesse; è la capacità di riconoscere la distanza tra le note che viene chiamata "intervallo"
    * Ear training significa allenamento dell'orecchio, cioè la pratica di riconoscimento delle note ed altri esercizi mirati allo sviluppo del senso del colore musicale e del rapporto tra i suoni.

    I tre punti racchiudono in sintesi tutto l'argomento inerente l'orecchio musicale. Possiamo concludere che un discreto livello, con impegno, lo possiamo raggiungere in molti. E nel mondo delle campane sarebbe auspicabile per tutti un buon orecchio relativo raggiungibile tramite l'Ear training.

    [Modificato da maestrobozzo 22/11/2007 21:40]
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