A chiamata risponde, questo è il testo di Matteo letto a Bergamo, che a sua volta precisava osservazioni già fatte a Verona. Bisognerebbe però pensare anche a qualche estratto dell'"Acustica della campana", almeno per ciò che riguarda i toni parziali e le sagome. Di quelli però io non dispongo in versione elettronica, quindi lascerei al celebre calciatore Tacconi o a Sua Robustezza Ciccio Cavara di contattare Matteo e provvedere.
Buona lettura!
Matteo Padovani
Significato dei termini "CAMPANOLOGIA" e "CAMPANOLOGO"
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Per la prima volta, in Italia, si discute in modo specifico di "CAMPANOLOGIA".
Il termine, di notevole valenza al di là delle Alpi, nell'area della cosiddetta Mitteleuropa, non è mai stato finora preso in opportuna considerazione dalle nostre parti, ma è stato oggetto di interesse solo da parte di pochi esperti del settore.
In passato abbiamo organizzato alcuni incontri di valenza campanologica, vorrei soprattutto ricordare la memorabile giornata svoltasi a Verona il 9 Ottobre 2005, alla quale, tra i vari esperti presenti, ha partecipato anche il fonditore Grassmayr di Innsbruck.
Finora comunque, qui da noi, il termine Campanologia è quasi sempre risultato estraneo al modo comune di pensare. Anche fra esperti e addetti ai lavori, pur nella consapevolezza delle proprie capacità e competenze, raramente si è discusso con chiarezza sul significato del termine, forse perchè, in un certo senso, lo si dava come per scontato.
Ora però le cose stanno cambiando, e ci troviamo di fronte a nuove esigenze, provenienti da più persone e convergenti sul desiderio comune di una conoscenza più approfondita dell'argomento "campana". Tali esigenze sono da ritenersi senz'altro positive, ma con esse diventa necessario chiarire il significato del termine "Campanologia", per evitarne un inutile abuso o una perdita di significato.
Prima di dare definizioni, vorrei fare alcune riflessioni, partendo anche da un'esperienza personale. Da circa venti anni suono le campane ( a Sistema Veronese ) e conosco, in maniera più o meno approfondita, qualche centinaio di suonatori ( soprattutto veronesi e vicentini, ma anche lombardi ed emiliani ). Posso affermare che, fra tutti i suonatori di mia conoscenza, ce ne sono veramente pochissimi di affidabili dal punto di vista campanologico. Aggiungo inoltre che, in più occasioni, ho avuto più soddisfazione nell'intavolare discussioni sulle campane con persone musicalmente preparate quali professori, organisti, violinisti, maestri di canto, che non con la grande maggioranza dei suonatori.
Ritengo di avere sempre avuto un interesse nei confronti delle campane dal punto di vista culturale e musicale. Devo però ad alcuni amici l'essere dapprima stato introdotto alla campanologia, e l'avere poi avuto la possibilità di un confronto ed una crescita tuttora in evoluzione.
In Italia l'identità delle campane è prevalentemente espressa da coloro che, ancora oggi, si dedicano a suonarle. Sono infatti molteplici le tradizioni di suono, tuttora praticate da numerosi gruppi a loro volta riuniti in associazioni. Gli stessi suonatori però, pur dedicandosi con grande cuore e dignità al suono dei sacri bronzi, sono quasi sempre privi di un'adeguata preparazione, poiché è sempre mancata loro una formazione culturale in senso campanologico.
E poi, se si eccettua l'interesse da parte di chi le suona, le campane sono considerate come un accessorio, utile ma non indispensabile agli usi liturgici. I parroci, in genere, dedicano poco interesse alle campane, e varie ditte di manutenzione ed installazione approfittano spesso dell'ignoranza e del disinteresse dei committenti per eseguire lavori in modo superficiale o inadeguato. I limiti legislativi imposti dalle soprintendenze, molto precisi in materia di restauro e recupero, sono spesso latenti o difficilmente interpretabili in materia di campane.
I fonditori italiani attualmente in attività -fatta eccezione per pochissimi prodotti di buona qualità- lavorano su uno standard qualitativo mediocre o scadente, per poi illudere la clientela -a sua volta impreparata- di trovarsi davanti a chissà quali capolavori di arte fusoria!...
Ben altra musica ( è proprio il caso di dirlo!... ) è quella che si può udire in area mitteleuropea, dove suonatori ve ne sono molto pochi, ma dove da sempre vi è una cultura musicale superiore alla nostra, ed anche una maggiore sensibilità e attenzione nei confronti delle campane, le quali, oltre ad essere sistematicamente oggetto di studio, vengono considerate come veri e propri strumenti musicali della liturgia.
In paesi quali Germania, Austria, Svizzera, Francia, Olanda, Belgio, la cultura campanologica ha una grande valenza ed è attiva attraverso associazioni al cui interno operano esperti di fama internazionale. La campanologia pone le linee guida nello studio storico e tecnico-musicale, e introduce precisi vincoli progettuali con valenza legislativa nei restauri e nella fusione di nuove campane.
Dall'epoca medievale fino ai giorni nostri, i fonditori attivi in questi paesi sono stati e sono tuttora i più capaci in assoluto, e lo testimoniano le campane di ogni epoca che possiamo tuttora ascoltare. Ma la bravura dei fonditori, espressione di notevoli ricerche tecnico-scientifiche ininterrotte nei secoli, è stata sempre supportata in modo determinante dalle esigenze dei committenti. Attualmente, le ditte più preparate d'Oltralpe sono in grado di controllare l'intera struttura tonale delle campane, ed i margini di incertezza sul risultato finale risultano quasi del tutto assenti.
Il dizionario della lingua italiana non dà alcuna definizione di Campanologia, così come le più autorevoli enciclopedie musicali. La parola comunque, presa alla lettera, significa "studio della campana".
Rifacendomi alla mia esperienza personale, e soprattutto al significato che il termine assume qualche centinaio di chilometri più a nord, mi permetto di dare la seguente definizione:
CAMPANOLOGIA: DISCIPLINA CHE STUDIA LA CAMPANA NELLA SUA UNIVERSALITA' E IN TUTTI I SUOI ASPETTI.
Universalità: Valori e significati (religioso, comunitario, ecc...)
Aspetti: Tecnico - scientifico, storico, ecc...
Come si può intuire, l'argomento è di notevole vastità e complessità, e la Campanologia, per poter essere considerata tale, deve necessariamente rivolgere uno sguardo completo sulle campane.
Aggiungo ora la seguente definizione:
CAMPANOLOGO: COLUI CHE PERSEGUE, CON INTERESSE E PASSIONE, UNA CULTURA ED UNA FORMAZIONE CAMPANOLOGICA COMPLETA.
La Campanologia è una disciplina per certi versi personalizzabile, perchè vari possono essere gli interessi e le capacità individuali, e quindi ogni Campanologo può perseguire in modo soggettivo una specializzazione.
Però è necessaria una valida ed efficace preparazione su tutto, perchè nessun aspetto può essere separato dagli altri. Ne consegue, per esempio, che un ricercatore storico d'arte campanaria, se è disattento alle conoscenze scientifiche, non può essere considerato un Campanologo, così come non lo può essere considerato un bravo tecnico analista del suono se a sua volta ignora gli aspetti storici. E soprattutto, non ci si può accostare in modo appropriato alla campanologia se, accanto ai molteplici aspetti considerati, ci si dimentica di quello religioso, legato indissolubilmente alle campane come espressione di Fede Cristiana.
La scienza campanologica esprime giudizi certi ed inequivocabili sulla qualità delle campane. A mio parere, un giudizio di qualità è da ritenersi oggettivo ed assoluto per una percentuale indicativa dell'80%, mentre il restante 20% può variare in base alla soggettività del campanologo. In pratica, ogni campana viene sostanzialmente valutata in base ad indiscutibili metodologie scientifiche, ma è necessario considerare, anche se in minima parte, l'emozionalità e la soggettività dell'ascoltatore esperto.
Il campanologo, comunque, deve possedere una preparazione ed una maturità tali da consentirgli di distinguere sempre l'oggettività scientifica di giudizio dall'emozionalità d'ascolto, e di superare quei vincoli preferenziali dovuti a legami affettivi per determinate campane.
Orecchio assoluto: Consiste nella capacità di individuare, mediante il semplice ascolto, una nota musicale con minimi margini di incertezza, permettendo quindi, nel nostro specifico settore, l'assegnazione delle note musicali alle campane. L'orecchio assoluto è un dono di natura, raro, che se correttamente utilizzato risulta di validissimo aiuto, ma non costituisce una discriminante poiché si può essere campanologi anche senza di esso. In ogni caso, orecchio assoluto non significa orecchio esperto: chi è dotato dell'orecchio assoluto deve necessariamente perseguire un'educazione all'ascolto musicale con costanza e pazienza.
Mi avvio alla conclusione, ma vorrei aggiungere un'ultima riflessione. La campanologia non deve essere vissuta in modo esclusivo ed individuale, ma è un'esperienza di confronto e condivisione. Il mettere in comune i frutti del proprio personale impegno, mediante momenti opportuni di scambio ed aggiornamento, è fondamentale per la crescita personale e per l'arricchimento reciproco delle proprie conoscenze.
In campanologia, infine, bisogna essere consapevoli del proprio valore e delle proprie capacità, ma anche dei propri limiti, pertanto è necessaria anche la dote dell'umiltà. E' necessario saper valorizzare ogni osservazione fatta da altri, anche da parte di chi possiede una preparazione inferiore alla nostra, in quanto ogni pensiero può sempre generare nuovi approfondimenti e fornire nuovi stimoli di ricerca.
Infine, non esiste un punto di arrivo, poiché la ricerca campanologica non può e non deve mai arrestarsi.
Matteo Padovani, Aprile 2007
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[Modificato da Marvin.82 02/07/2007 18:24]