00 09/11/2019 12:37
Joon-ho Bong (Corea 2019)


È tempo di cinema coreano, quasi contemporaneamente vediamo sui nostri schermi tre film notevoli: “Burning”, “Mademoiselle” e “Parasite”. Questo ultimo addirittura vincitore della palma d'oro 2019, troppa grazia forse, è film valido quando non esagera ed esaspera, e gli capita spesso, specie nella seconda parte che non trova giusto equilibrio equilibrio tra farsa e realtà. Leitmotiv del trittico coreano è la lotta di classe, in Parasite rivediamo schemi già collaudati nella storia del cinema, i servitori soffrono confinati nei sotterranei, i ricchi padroni giocano e si divertono nei piani alti; i padroni sono di una ingenuità disarmante soprattutto la asessuata padroncina, così simpatica ed affabile che non riesce a farsi odiare, tanto sembra inconsapevole innocente della realtà sociale che la circonda. I servitori sono più furbi e più politicizzati, falsi e cortesi, curano cinicamente il loro interesse. L'esplosione splatter finale mi pare un po' campata in aria e non giustificata dallo svolgimento del film e non mi pare liberatoria, come invece lo era quella di “Burning”, film che comunque preferisco.