La storia di Kundar
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PARTE I: Le Origini Ignote
- La Nascita
In una valle di un regno non troppo distante e in mezzo ad un crocevia che conduceva ad alcune delle città più grandi di quel regno, esisteva un piccolo e modesto villaggio composto da umani di umili origini, principalmente contadini dediti ad una vita semplice fatta solo di lavoro e preghiera. All'esterno di questo villaggio, si trovava l’unica locanda presente nel raggio di parecchie miglia e dove i viaggiatori, da ogni parte del regno ed oltre, trovavano ristoro e riposo dopo un lungo viaggio.
1.
L'unico Regno accettato su LOM, salvo casi particolarissimi e filoni, è quello dell'Aengard inteso come tale. Eviterei l'aggiunta di un nuovo regno supponendo invece che sia al di fuori dei confini più noti dell'Aengard (che presumiamo continui oltre la nostra mappa con zone di scarso interesse come può essere tale villaggetto rurale)
Fu in questo luogo che giunse, durante una sera tranquilla di fine primavera, un giovane uomo dai capelli candidi e dalle orecchie leggermente appuntite, una rarità per quella comunità di umani che non aveva mai incontrato un mezzelfo. Fuggito dalla sua terra di origine, l’uomo aveva viaggiato per molto tempo ed era ormai allo stremo quando i suoi occhi si posarono sull'insegna della “
Rosa Spinata”. Incurante delle occhiate incuriosite o diffidenti dei clienti presenti nel locale, il mezzelfo si apprestò ad occupare un tavolo chiedendo da mangiare.
2.
Per lo stesso motivo un po' del punto 1 la varietà di razza non è troppo un mistero, siamo in un fantasy medievale. Pertanto correggerei il mai incontrato un mezzelfo lasciando intendre fosse un evento eccezionale alla norma ma non esattamente unico.
Nonostante la presenza del giovane avesse attirato l’attenzione di tutti i clienti, il maggior interesse per l’arrivo di quel mezzelfo fu di una donna dai lunghi capelli neri, seduta da sola ad un tavolo poco distante. La donna osservò a lungo il giovane appena giunto prima di muoversi nella sua direzione spinta dalla curiosità e
cogliendo un’opportunità per i propri scopi.
3.
questo è uno spoiler alert, poco effettivo. Nel senso, lascia intendere che la demone abbia degli scopi precisi, però poi non ne è fatta menzione se non quella di creare fastidio e scombussolare gli equilibri. Forse meglio optare per qualcosa di diverso dalla parola "scopi" che lascia un sentore di obiettivi.
<> chiese la donna incuriosita, rivelando di conoscere la sua razza ed affascinando immediatamente il mezzelfo con la propria bellezza
<>
<> decise di rispondere l’altro, ancora incantato
<Uner. Voi come vi chiamate?>>
<<Hiridiar>> rispose l’altra.
Desideroso di dimenticare i suoi problemi, il mezzosangue elfico accolse con gioia la compagnia di quella donna rimanendo affascinato dalla sua bellezza e dai suoi modi. Parlarono a lungo di vari argomenti prima di concludere la serata in una delle stanze della locanda.
Il mattino seguente, il mezzelfo si svegliò da solo in quel letto senza che fosse rimasta traccia della donna se non i segni che gli aveva lasciato sul corpo.
4.
è un po' amore a prima vista, okay l'interesse immediato ma i segni sul corpo lasciano presagire un atto sadomasochistico:
- se non è questo il caso i segni di una notte di passione, più che sul corpo, è più che sufficiente
-se è questo il caso (vista la scheda del demone ho il dubbio, puoi lasciare l'accenno ai segni sul corpo ma cerca di lasciarlo intendere meglio, magari i segni sul corpo d'una notte accesa... Altrimenti sembra che l'abbia meramente picchiato leggendo la cosa fuori dal contesto di un BG mutaforma in cui il lettore SA che arriverà un bebè a un certo punto.
Passarono parecchi mesi prima che l’uomo riuscisse ad incontrare nuovamente quella strana donna che, purtroppo, non era mai riuscito a dimenticare.
5.
Come mai? Non emerge nulla che giustifichi questa ossessione dell'uomo, meretrici e sesso occasionale non sono una rarità nel contesto fantasy storico della Land. O alleggerisci il tiro della natura con cui avrebbe avuto piacere a continuare quella conoscenza, o appesantisci il tiro del perchè additirruta una donna da una botta e via gli fosse indimenticabile.
Nel frattempo, stanco della sua fuga dal suo passato e
convinto dalle parole della donna durante la conversazione di quella sera nella locanda, (piuttosto del pezzo prima, uno "speranzoso di poterla rivedere" taglia la testa al toro sia al punto 5 che a questo pezzo, accennante a parole di cui non conosciamo natura, oppure spingi un po' di più su fatto che nel loro chiaccherare lei abbia provato a convincerlo a rimanere visto che emerge poi la ragione cercando di creare disordini in quel villaggio)
l’uomo aveva deciso di restare in modo permanente in quel villaggio assumendo definitivamente il nome di
Uner ed occupando una modesta casa sul confine del villaggio, dove iniziò l’attività di guaritore facendo uso sia delle sue conoscenze erboristiche sia delle sue abilità arcane.
Solo durante una fredda serata di inverno,
Hiridiar si presentò alla porta del guaritore in avanzato stato di gravidanza e rivelando all'altro di aspettare suo figlio. Quella notte stessa la donna partorì con l’aiuto di
Uner, dando alla luce un bambino con gli stessi capelli candidi del padre ma rivelando anche la sua vera natura malvagia.
<> disse la donna lanciando solo un’occhiata al neonato, già ripresa dalle fatiche dal parto e mostrando al mezzelfo i suoi occhi completamente neri
<Cundiar>>
Subito dopo sparì letteralmente nell'ombra, lasciando come unica testimonianza del suo passaggio il bambino in braccio ad
Uner.
6.
Qui viene la prima vera domandona. Perchè gli occhi neri? Insomma già il solo abbandono del bambino appena nato è un atto bello crudo in sè, non troppo onorevole in nessun clichè culturale, ma si ha la sensazione che lei VOGLIA rivelare la sua natura di demone al padre anche se poi si accenna al fatto che non lo sospettasse. Se è una scelta artistica vorrei che ci riflettessi, un demone vive comunque nell'ombra anche tra i mortali, così come un mezzodemone, si tratta di esseri consapevoli che il 90% della gente che incontra vorrebbe ucciderli, perchè rischiare, dopo aver fatto tanto per concepirlo e trarne il suo svagio, che il padre sospetti di lei e magari ammazzi il bambino stesso?
- Primi anni di vita
Nonostante avesse appreso della natura malvagia della donna, per quanto ignaro del fatto che fosse un demone, l’uomo crebbe il figlio con tutto l’amore possibile dandogli un nome personale e rifiutando quello che gli aveva attribuito la madre. Tutto sommato il bambino venne accolto in modo amorevole anche dai concittadini di quel villaggio; nello stesso modo in cui venne accettato il padre diventato ormai uno stimato guaritore.
Sin dall'inizio il demone aveva sperato che la presenza di un mezzelfo in un villaggio di soli umani potesse scatenare la discordia con relativa sofferenza e, per questo motivo, fu molto contrariato nel constatare la situazione quando fece ritorno qualche anno dopo.
Peggio ancora: il figlio che aveva generato non aveva creato nessuna discordia, venendo accettato tranquillamente tra quegli stolti contadini.
Fu allora che decise di vendicarsi ponendo in essere un piano di vendetta. Per circa un anno, fece in modo che nel villaggio accadessero tutta una serie di disgrazie ai poveri concittadini (l’incendio del piccolo tempio dove morirono una dozzina di fedeli, lo sterminio di parecchi animali di alcuni allevamenti, la caduta dell’oste dal tetto della locanda, la perdita delle botti di birra alla locanda, e così via) per poi iniziare a sussurrare nelle orecchie degli abitanti del villaggio, assumendo vari aspetti, come la causa di tutte quelle disgrazie fossero dovute alla presenza di
Uner e del suo figlio bastardo. Fu in questo modo che, in poco tempo, la stima del villaggio verso il proprio guaritore divenne disprezzo e, infine, pure odio.
Come se questo non bastasse, il demone fece anche in modo che le persone da cui
Uner era fuggito sin dal principio e di cui aveva strappato le informazioni durante la sera del loro primo incontro riuscissero a capire dove questo si trovasse.
Non passò molto tempo che il guaritore fu costretto letteralmente a fuggire, durante una notte tempestosa mentre la loro casa veniva data alle fiamme, con poche cose addosso e con il figlio di quasi sei anni da una folla inferocita di quel villaggio. Ma riuscì a notare ugualmente il viso del demone, nelle sembianze della donna conosciuta nella taverna, tra la folla che rideva follemente, perché era proprio di quella discordia e di quel dolore che essa si nutriva.
Purtroppo, per quanto fuggito dalla pazzia dei suoi vecchi concittadini, l’uomo era ancora inseguito dal suo passato ben sapendo che le sue sfortune sarebbero ricadute anche sul figlio. Per un po’ tempo viaggiarono di villaggio in villaggio, prima di arrivare in una piccola comunità di umani dove, a malincuore, il mezzelfo decise di abbandonare il figlio in un orfanotrofio, sperando che non venisse mai trovato dai suoi inseguitori.
PARTE II: Il Passato Conosciuto
- Orfanotrofio
Purtroppo per il bambino, gli anni vissuti nell'orfanotrofio non furono particolarmente felici poiché fu costantemente discriminato per la sua evidente discendenza elfica sia da parte degli altri orfani sia da tutti gli abitanti del villaggio, molto meno inclini ad accettare qualcuno di discendenza elfica a causa di un conflitto accaduto svariati anni prima. Di conseguenza, il bambino prese l’abitudine di tentare di celare la propria natura elfica aiutato dal direttore dell’istituto che era solito rasargli a zero i capelli per nascondere quel colorito strano. Alla fine, persino il bambino cominciò ad odiare la sua natura elfica crescendo con gli stessi pregiudizi dei suoi tutori e finendo per disprezzare tutta la stirpe elfica.
Non avendo ricordi precedenti all'orfanotrofio, se non un ricordo sfocato di una casa in fiamme durante una notte tempestosa, il bambino non conosceva neppure il suo nome e per molti anni gli fu affibbiato un appellativo che detestava profondamente. Soltanto dopo una notte in cui la demone lo ritrovò nell'orfanotrofio, ancora alla ricerca del padre fuggito per soddisfare il suo fabbisogno di sadismo, gli sussurrò il suo nome all'orecchio come dispetto al padre mezzelfo che aveva osato dargliene un altro.
Dal giorno seguente il bambino decise di chiamarsi
Kundar, storpiando leggermente il nome che aveva sentito durante la notte ed ignaro del suo vero significato.
- Una vita in viaggio
Durante gli anni della crescita, l’unica persona con cui strinse un vero legame di amicizia all'interno della sua vita all'orfanotrofio fu il suo migliore amico
Nathyel: un coetaneo umano dai capelli castani e gli occhi nocciola, di carattere gentile e che non l’aveva mai discriminato per la sua natura. Una volta raggiunta l’età dell’adolescenza, ormai stanchi dei soprusi subiti nell'orfanotrofio, i due amici decisero di scappare insieme iniziando a viaggiare. Sicuramente fu una vita semplice e stancante ma, per la prima volta da che ne avesse memoria, il giovane Kundar si sentii felice.
Proprio durante la permanenza in un villaggio della regione in cui si trovarono,
Kundar ebbe la fortuna di incontrare
Violet di cui si innamorò perdutamente. Anch'ella si unii al loro gruppo, formando questa stramba famiglia felice itinerante ed unendosi anche in matrimonio, qualche anno dopo, con
Kundar.
Purtroppo il destino fu crudele e quella felicità di quello strano gruppo non durò a lungo. Arrivato in un villaggio quasi deserto, vennero a sapere troppo tardi dell’epidemia che si era diffusa nella zona e che aveva decimato la popolazione.
Kundar fu fortunato sopravvivendo alla malattia, sua moglie e il migliore amico no.
Rimasto distrutto da quegli eventi, il mezzosangue visse a lungo senza uno scopo preciso, affogando troppo spesso il proprio dolore nei piaceri dell’alcol e in altri vizi. Trascorsero alcuni anni prima che l’ormai uomo riuscisse a ritornare la persona semplice di un tempo.
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(Violet - Nathyel)
PARTE III: Percorso recente
Rimasto da solo l’uomo riprese il suo viaggio per le varie terre soggiornando di solito solo pochi giorni nelle città che si trovava a visitare. Almeno fino a quando non giunse a Conca del Tuono. Qui cominciò a conoscere persone con cui iniziò a stringere nuovamente dei legami di amicizia e che gli permisero di riaprirsi al mondo.
Durante una breve permanenza a Galadorwen, l’uomo affrontò poi i suoi pregiudizi verso la razza elfica e la loro cultura e, nonostante continui a non amarli particolarmente, ha fatto pace con quella parte di sangue elfico che gli scorre in corpo. Desideroso di apprendere magico, il destino lo condusse verso le Colline Ventose dove si unì ai Guardiani delle Lacrime e dove, nonostante non fosse mai stato un credente durante i suoi anni precedenti, si scoprì legato alla dea Raswa-Ti.
Dopo una lunga prigionia alle Colline Ventosa,
Kundar ha fatto ora nuovamente ritorno a Conca del Tuono per seguire l’uomo da cui intende apprendere le abilità di creare pozioni e per riunirsi ad alcune delle persone a cui si sente legato. Qui ha deciso anche di stabilire la propria dimora, stanco di una vita da perenne nomade…
Alcune caratteristiche principali del carattere di Kundar:
-
Estrema curiosità. Non conoscendo il suo passato e le sue origini, è sempre stato spinto a scoprire nuove cose e a viaggiare. Per questo stesso motivo si è interessato alle arti magiche nonché alle pozioni e, di conseguenza, è divenuto fedele di Raswa-ti.
Nonostante possa vivere un momento di sofferenza nello scoprire la sua discendenza demoniaca, la curiosità di scoprire sé stesso nonché ciò che è in grado di fare lo potrebbe aiutare nell'accettazione della sua natura. Per altro, è già incuriosito dall'esistenza di altre razze avendo appreso dell’esistenza di alcune razze quali i sirenidi, i demoni, i draghi.
-
Senso di unità e famiglia. Non avendo mai avuto una vera famiglia e avendo perso quella che aveva formato con la sua sposa e il suo migliore amico, Kundar tende a cercare di tenere uniti i gruppi di cui fa parte. Questo vale per il gruppo di streghe di cui fa parte e varrebbe anche per il gruppo di Conca in cui si trova ora. Per quanto potrebbe arrabbiarsi con gli altri mutaforma per avergli mentito sulla loro natura e quasi reputandoli responsabili del fatto che lo sia anch’egli, potrebbe arrivare a superare questo astio iniziale trovando almeno conforto in un eventuale “famiglia” di mutaforma. Per questo stesso motivo, seppure provasse ad espiare le proprie colpe votandosi ad eliminare il male, non farebbe mai del male ad altri mutaforma che conosce e che gli sono cari. Sia perché non li reputerebbe responsabili per la loro natura sia perché li reputerebbe parte della loro famiglia.
-
Maniaco del controllo. Non essendo stato artefice molto spesso del proprio destino, Kundar non ama particolarmente ritrovarsi in situazioni fuori dal proprio controllo o meglio in condizioni in cui non possa gestire la situazione a proprio modo. In pratica, se fosse un capo di organizzazione o di una comunità, sarebbe un rompiscatole vero e proprio perché vorrebbe che le cose fossero effettuate come lui vorrebbe.
Ulteriori dettagli sul padre mezzelfo:
-
Uner: per quanto riguarda il passato di Uner sono rimasto volutamente sul vago, preferendo interessarmi solo di Kundar. In linea generale è un mezzelfo (figlio di un’elfo dei ghiacci e di un’umana), cresciuto in una famiglia benestante e acculturata secondo i principi elfici. Ha appreso dal padre le arti arcane mentre dalla madre le capacità di guaritore. A causa di una faida riguardante la propria dinastia elfica, i genitori e i fratelli sono stati uccisi e solo lui è riuscito a fuggire dai suoi cacciatori. Chiaramente Uner non è il suo vero nome e dovrebbe significare “Nessuno” in elfico (non l’ho aggiunto esplicitamente nel BG perché non sono sicuro potesse essere coerente con la lingua on della land).
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2- Una concisa ma chiara presentazione del genitore demone che possa donare un'idea della genesi; le ragioni che hanno spinto il demone a concepire.
Hiridiar è un demone che ama seminare discordia ed assistere alla sofferenza altrui, che sia fisica o mentale, soprattutto se generata da lei stessa. Non disdegna neanche distruggere il lavoro altrui. Per questi motivi ha preso la decisione di concepire un figlio quella sera alla locanda, affinché divenisse una causa di problemi e conflitto tra il mezzelfo e i cittadini di quel villaggio già diffidenti per la diversa natura di Uner. Una volta constatato che non si era generato nessun problema, grazie alle capacità sia di guaritore sia comunicative del mezzelfo, è intervenuta affinché gli abitanti del villaggio nonché gli inseguitori di Uner si accanissero su di lui e il figlio. Ha rintracciato Kundar all'orfanotrofio unicamente per mera curiosità verso il padre e gli ha sussurrato il nome scelto da lei quasi per dispetto verso il mezzelfo che aveva osato cambiarlo, ma perdendo poi qualsiasi interesse verso di lui. Sostanzialmente Hiridiar non ha nessuno interesse a incontrare nuovamente Kundar e quest’ultimo potrebbe tranquillamente non conoscere mai la sua identità.
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(aspetto mostrato di Hiridiar durante l'incontro alla locanda)
[Anche Hiridiar ha un proprio significato, allo stesso modo del padre non l’ho inserita nel BG perché non so se potesse essere coerente. In ogni caso Hiridiar significherebbe Regina di Sangue, da qui il nome del bambino Cundiar ovvero Principe di Sangue]
La caratteristica del genitore demoniaca potrebbe trasparire in Kundar come un desiderio ad amare la distruzione eil dolore, sia come forma di sadismo sia come masochismo. Ovviamente la mia intenzione sarebbe quella di far combattere questo istinto a Kundar: talvolta con successo, altre no.
3- Una descrizione di cosa è (per il candidato) un Mutaforma e quali dovrebbero essere i tratti distintivi del suo comportarsi.
A mio parere, l’unico vero tratto distintivo di un Mutaforma dovrebbe essere la lotta interiore tra la parte demoniaca e quella umanoide. Una lotta interna che potrebbe essere più o meno marcata seconda del carattere stesso del personaggio: un personaggio tendente ad un allineamento più negativo, potrebbe accettare più facilmente la propria natura e cedere senza problema agli istinti dovuti alla sua parte demoniaca; al contrario un personaggio tendente più ad un allineamento positivo (ed è il caso di Kundar) soffrirebbe per la sua stessa natura e sarebbe in continuo conflitto per il suo essere. In quest’ultimo caso, il mezzodemone potrebbe provare persino vergogna nei confronti di qualsiasi essere non demoniaco, reputandosi sporco al confronto. Ciò non implicherebbe che il mutaforma non possa mai cedere ai propri istinti demoniaci ma, qualora lo facesse, proverebbe rimorso e vergogna. Ovviamente una parte interessante del gestire la lotta di ogni singolo mutaforma è anche il modo in cui essa traspare nelle sue azioni e nel suo modo di rapportarsi con il resto del mondo.
4- Motivo per cui si ritiene il pg proposto adatto a far parte della razza Mutaforma.
Personalmente mi sono convinto a considerare adatto Kundar come possibile Mutaforma perché troverei interessante la gestione di un personaggio in un conflitto più marcato per le sue idee in completo contrasto con la parte demoniaca. Kundar non è un personaggio completamente positivo, crede attualmente che ci possa essere sia il bene che il male e che questi si alternino in un ciclo infinito. Tuttavia tende a preferire il bene, per quanto non sia un paladino che agisca di prima persona per il bene della comunità.
Gli aspetti più interessanti che potrei giocare potrebbero essere il modo in cui Kundar potrebbe cercare di espiare le proprie “colpe” nonché la curiosità di scoprire sé stesso e fare uso delle proprie capacità.
5- Prospettive di sviluppi di gioco in seguito ad un eventuale cambio razza, cosa cambierebbe del suo stato attuale e cosa comporterà per la psiche del Personaggio.
Premesso che è solo un’idea del probabile sviluppo di gioco poiché preferisco muovere Kundar a seconda del giocato in on senza restrizioni precedenti, l’idea sarebbe quella di giocare un Kundar in conflitto con sé stesso che arrivi a chiudersi in sé stesso vergognandosi per la sua natura. Laddove scoprisse la natura di mezzodemone di Aeden, Xante, Kaderin ed Elenie (e mi sembra scontata vista la sua permanenza a Conca), assumerebbe un atteggiamento inizialmente ostile verso i personaggi a cui è particolarmente legato (Xante e Aeden) fino ad arrivare a pensare che il problema sia Conca stesso, considerato che si trovano tutti li. Dopodiché potrebbe far pace con gli altri ma continuare a soffrire perduratamene, non accettandosi, fino ad arrivare a trovare un modo per espiare le sue “colpe” e volgendosi a caccia del male.
A mio parere gli unici modi in cui potrebbe, quindi, affrontare l’accettazione della propria parte demoniaca sono:
- Grazie all'aiuto di una comunità di mutaforma, per i motivi elencati precedentemente.
- Per uno spirito di curiosità e voglio di scoprirsi in un qualche modo
- Redimendo sé stesso, adoperandosi per affrontare il male qualora gli fosse possibile.
Non ho incluso alcuna informazione sul modo in cui Kundar possa scoprire progressivamente dell’esistenza dei mutaforma nonché della discendenza demoniaca perché mi sembra una questione che possa essere trattata ampiamente nel filone attuale di Conca.
Marchio demoniaco proposto:
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Avvolto attorno all'avambraccio sinistro in una spirale non chiusa, mobile principalmente tra la zona del gomito e ilposto in