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Candidatura per Razza Mutaforma - Kundar

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    Phoenixwhite
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    00 25/01/2019 14:26
    La storia di Kundar


    [IMG]http://i64.tinypic.com/sr36.jpg[/IMG]


    PARTE I: Le Origini Ignote


    - La Nascita

    In una valle di un regno non troppo distante e in mezzo ad un crocevia che conduceva ad alcune delle città più grandi di quel regno, esisteva un piccolo e modesto villaggio composto da umani di umili origini, principalmente contadini dediti ad una vita semplice fatta solo di lavoro e preghiera. All'esterno di questo villaggio, si trovava l’unica locanda presente nel raggio di parecchie miglia e dove i viaggiatori, da ogni parte del regno ed oltre, trovavano ristoro e riposo dopo un lungo viaggio.

    Fu in questo luogo che giunse, durante una sera tranquilla di fine primavera, un giovane uomo dai capelli candidi e dalle orecchie leggermente appuntite, una rarità per quella comunità di umani che non aveva mai incontrato un mezzelfo. Fuggito dalla sua terra di origine, l’uomo aveva viaggiato per molto tempo ed era ormai allo stremo quando i suoi occhi si posarono sull'insegna della “Rosa Spinata”. Incurante delle occhiate incuriosite o diffidenti dei clienti presenti nel locale, il mezzelfo si apprestò ad occupare un tavolo chiedendo da mangiare.

    Nonostante la presenza del giovane avesse attirato l’attenzione di tutti i clienti, il maggior interesse per l’arrivo di quel mezzelfo fu di una donna dai lunghi capelli neri, seduta da sola ad un tavolo poco distante. La donna osservò a lungo il giovane appena giunto prima di muoversi nella sua direzione spinta dalla curiosità e cogliendo un’opportunità per i propri scopi.

    <<Cosa ci fa un mezzelfo da queste parti?>> chiese la donna incuriosita, rivelando di conoscere la sua razza ed affascinando immediatamente il mezzelfo con la propria bellezza <<Chi sei?>>
    <<Sono soltanto un viaggiatore..>> decise di rispondere l’altro, ancora incantato <<Io sono… Uner. Voi come vi chiamate?>>
    <<Hiridiar>> rispose l’altra.

    Desideroso di dimenticare i suoi problemi, il mezzosangue elfico accolse con gioia la compagnia di quella donna rimanendo affascinato dalla sua bellezza e dai suoi modi. Parlarono a lungo di vari argomenti prima di concludere la serata in una delle stanze della locanda.
    Il mattino seguente, il mezzelfo si svegliò da solo in quel letto senza che fosse rimasta traccia della donna se non i segni che gli aveva lasciato sul corpo.

    Passarono parecchi mesi prima che l’uomo riuscisse ad incontrare nuovamente quella strana donna che, purtroppo, non era mai riuscito a dimenticare. Nel frattempo, stanco della sua fuga dal suo passato e convinto dalle parole della donna durante la conversazione di quella sera nella locanda, l’uomo aveva deciso di restare in modo permanente in quel villaggio assumendo definitivamente il nome di Uner ed occupando una modesta casa sul confine del villaggio, dove iniziò l’attività di guaritore facendo uso sia delle sue conoscenze erboristiche sia delle sue abilità arcane.

    Solo durante una fredda serata di inverno, Hiridiar si presentò alla porta del guaritore in avanzato stato di gravidanza e rivelando all'altro di aspettare suo figlio. Quella notte stessa la donna partorì con l’aiuto di Uner, dando alla luce un bambino con gli stessi capelli candidi del padre ma rivelando anche la sua vera natura malvagia.

    <<Ah, peccato. Speravo in una femmina..>> disse la donna lanciando solo un’occhiata al neonato, già ripresa dalle fatiche dal parto e mostrando al mezzelfo i suoi occhi completamente neri <<In questo caso… il suo nome è Cundiar>>
    Subito dopo sparì letteralmente nell'ombra, lasciando come unica testimonianza del suo passaggio il bambino in braccio ad Uner.


    - Primi anni di vita

    Nonostante avesse appreso della natura malvagia della donna, per quanto ignaro del fatto che fosse un demone, l’uomo crebbe il figlio con tutto l’amore possibile dandogli un nome personale e rifiutando quello che gli aveva attribuito la madre. Tutto sommato il bambino venne accolto in modo amorevole anche dai concittadini di quel villaggio; nello stesso modo in cui venne accettato il padre diventato ormai uno stimato guaritore.

    Sin dall'inizio il demone aveva sperato che la presenza di un mezzelfo in un villaggio di soli umani potesse scatenare la discordia con relativa sofferenza e, per questo motivo, fu molto contrariato nel constatare la situazione quando fece ritorno qualche anno dopo.
    Peggio ancora: il figlio che aveva generato non aveva creato nessuna discordia, venendo accettato tranquillamente tra quegli stolti contadini.

    Fu allora che decise di vendicarsi ponendo in essere un piano di vendetta. Per circa un anno, fece in modo che nel villaggio accadessero tutta una serie di disgrazie ai poveri concittadini (l’incendio del piccolo tempio dove morirono una dozzina di fedeli, lo sterminio di parecchi animali di alcuni allevamenti, la caduta dell’oste dal tetto della locanda, la perdita delle botti di birra alla locanda, e così via) per poi iniziare a sussurrare nelle orecchie degli abitanti del villaggio, assumendo vari aspetti, come la causa di tutte quelle disgrazie fossero dovute alla presenza di Uner e il suo figlio bastardo. Fu in questo modo che, in poco tempo, la stima del villaggio verso il proprio guaritore divenne disprezzo e, infine, pure odio.

    Come se questo non bastasse, il demone fece anche in modo che le persone da cui Uner era fuggito sin dal principio e di cui aveva strappato le informazioni durante la sera del loro primo incontro riuscissero a capire dove questo si trovasse.

    Non passò molto tempo che il guaritore fu costretto letteralmente a fuggire, durante una notte tempestosa mentre la loro casa veniva data alle fiamme, con poche cose addosso e con il figlio di quasi sei anni da una folla inferocita di quel villaggio. Ma riuscì a notare ugualmente il viso del demone, nelle sembianze della donna conosciuta nella taverna, tra la folla che rideva follemente, perché era proprio di quella discordia e di quel dolore che essa si nutriva.

    Purtroppo, per quanto fuggito dalla pazzia dei suoi vecchi concittadini, l’uomo era ancora inseguito dal suo passato ben sapendo che le sue sfortune sarebbero ricadute anche sul figlio. Per un po’ tempo viaggiarono di villaggio in villaggio, prima di arrivare in una piccola comunità di umani dove, a malincuore, il mezzelfo decise di abbandonare il figlio in un orfanotrofio, sperando che non venisse mai trovato dai suoi inseguitori.


    PARTE II: Il Passato Conosciuto


    - Orfanotrofio

    Purtroppo per il bambino, gli anni vissuti nell'orfanotrofio non furono particolarmente felici poiché fu costantemente discriminato per la sua evidente discendenza elfica sia da parte degli altri orfani sia da tutti gli abitanti del villaggio, molto meno inclini ad accettare qualcuno di discendenza elfica a causa di un conflitto accaduto svariati anni prima. Di conseguenza, il bambino prese l’abitudine di tentare di celare la propria natura elfica aiutato dal direttore dell’istituto che era solito rasargli a zero i capelli per nascondere quel colorito strano. Alla fine, persino il bambino cominciò ad odiare la sua natura elfica crescendo con gli stessi pregiudizi dei suoi tutori e finendo per disprezzare tutta la stirpe elfica.

    Non avendo ricordi precedenti all'orfanotrofio, se non un ricordo sfocato di una casa in fiamme durante una notte tempestosa, il bambino non conosceva neppure il suo nome e per molti anni gli fu affibbiato un appellativo che detestava profondamente. Soltanto dopo una notte in cui la demone lo ritrovò nell'orfanotrofio, ancora alla ricerca del padre fuggito per soddisfare il suo fabbisogno di sadismo, gli sussurrò il suo nome all'orecchio come dispetto al padre mezzelfo che aveva osato dargliene un altro.

    Dal giorno seguente il bambino decise di chiamarsi Kundar, storpiando leggermente il nome che aveva sentito durante la notte ed ignaro del suo vero significato.

    - Una vita in viaggio

    Durante gli anni della crescita, l’unica persona con cui strinse un vero legame di amicizia all'interno della sua vita all'orfanotrofio fu il suo migliore amico Nathyel: un coetaneo umano dai capelli castani e gli occhi nocciola, di carattere gentile e che non l’aveva mai discriminato per la sua natura. Una volta raggiunta l’età dell’adolescenza, ormai stanchi dei soprusi subiti nell'orfanotrofio, i due amici decisero di scappare insieme iniziando a viaggiare. Sicuramente fu una vita semplice e stancante ma, per la prima volta da che ne avesse memoria, il giovane Kundar si sentii felice.

    Proprio durante la permanenza in un villaggio della regione in cui si trovarono, Kundar ebbe la fortuna di incontrare Violet di cui si innamorò perdutamente. Anch'ella si unii al loro gruppo, formando questa stramba famiglia felice itinerante ed unendosi anche in matrimonio, qualche anno dopo, con Kundar.

    Purtroppo il destino fu crudele e quella felicità di quello strano gruppo non durò a lungo. Arrivato in un villaggio quasi deserto, vennero a sapere troppo tardi dell’epidemia che si era diffusa nella zona e che aveva decimato la popolazione. Kundar fu fortunato sopravvivendo alla malattia, sua moglie e il migliore amico no.

    Rimasto distrutto da quegli eventi, il mezzosangue visse a lungo senza uno scopo preciso, affogando troppo spesso il proprio dolore nei piaceri dell’alcol e in altri vizi. Trascorsero alcuni anni prima che l’ormai uomo riuscisse a ritornare la persona semplice di un tempo.

    [IMG]http://i67.tinypic.com/xnsu51.jpg[/IMG][IMG]http://i67.tinypic.com/14t08r4.jpg[/IMG]

    (Violet - Nathyel)


    PARTE III: Percorso recente


    Rimasto da solo l’uomo riprese il suo viaggio per le varie terre soggiornando di solito solo pochi giorni nelle città che si trovava a visitare. Almeno fino a quando non giunse a Conca del Tuono. Qui cominciò a conoscere persone con cui iniziò a stringere nuovamente dei legami di amicizia e che gli permisero di riaprirsi al mondo.

    Durante una breve permanenza a Galadorwen, l’uomo affrontò poi i suoi pregiudizi verso la razza elfica e la loro cultura e, nonostante continui a non amarli particolarmente, ha fatto pace con quella parte di sangue elfico che gli scorre in corpo. Desideroso di apprendere magico, il destino lo condusse verso le Colline Ventose dove si unì ai Guardiani delle Lacrime e dove, nonostante non fosse mai stato un credente durante i suoi anni precedenti, si scoprì legato alla dea Raswa-Ti.

    Dopo una lunga prigionia alle Colline Ventosa, Kundar ha fatto ora nuovamente ritorno a Conca del Tuono per seguire l’uomo da cui intende apprendere le abilità di creare pozioni e per riunirsi ad alcune delle persone a cui si sente legato. Qui ha deciso anche di stabilire la propria dimora, stanco di una vita da perenne nomade…


    Alcune caratteristiche principali del carattere di Kundar:

    - Estrema curiosità. Non conoscendo il suo passato e le sue origini, è sempre stato spinto a scoprire nuove cose e a viaggiare. Per questo stesso motivo si è interessato alle arti magiche nonché alle pozioni e, di conseguenza, è divenuto fedele di Raswa-ti.
    Nonostante possa vivere un momento di sofferenza nello scoprire la sua discendenza demoniaca, la curiosità di scoprire sé stesso nonché ciò che è in grado di fare lo potrebbe aiutare nell'accettazione della sua natura. Per altro, è già incuriosito dall'esistenza di altre razze avendo appreso dell’esistenza di alcune razze quali i sirenidi, i demoni, i draghi.

    - Senso di unità e famiglia. Non avendo mai avuto una vera famiglia e avendo perso quella che aveva formato con la sua sposa e il suo migliore amico, Kundar tende a cercare di tenere uniti i gruppi di cui fa parte. Questo vale per il gruppo di streghe di cui fa parte e varrebbe anche per il gruppo di Conca in cui si trova ora. Per quanto potrebbe arrabbiarsi con gli altri mutaforma per avergli mentito sulla loro natura e quasi reputandoli responsabili del fatto che lo sia anch’egli, potrebbe arrivare a superare questo astio iniziale trovando almeno conforto in un eventuale “famiglia” di mutaforma. Per questo stesso motivo, seppure provasse ad espiare le proprie colpe votandosi ad eliminare il male, non farebbe mai del male ad altri mutaforma che conosce e che gli sono cari. Sia perché non li reputerebbe responsabili per la loro natura sia perché li reputerebbe parte della loro famiglia.

    - Maniaco del controllo. Non essendo stato artefice molto spesso del proprio destino, Kundar non ama particolarmente ritrovarsi in situazioni fuori dal proprio controllo o meglio in condizioni in cui non possa gestire la situazione a proprio modo. In pratica, se fosse un capo di organizzazione o di una comunità, sarebbe un rompiscatole vero e proprio perché vorrebbe che le cose fossero effettuate come lui vorrebbe.



    Ulteriori dettagli sul padre mezzelfo:

    - Uner: per quanto riguarda il passato di Uner sono rimasto volutamente sul vago, preferendo interessarmi solo di Kundar. In linea generale è un mezzelfo (figlio di un’elfo dei ghiacci e di un’umana), cresciuto in una famiglia benestante e acculturata secondo i principi elfici. Ha appreso dal padre le arti arcane mentre dalla madre le capacità di guaritore. A causa di una faida riguardante la propria dinastia elfica, i genitori e i fratelli sono stati uccisi e solo lui è riuscito a fuggire dai suoi cacciatori. Chiaramente Uner non è il suo vero nome e dovrebbe significare “Nessuno” in elfico (non l’ho aggiunto esplicitamente nel BG perché non sono sicuro potesse essere coerente con la lingua on della land).
    [IMG]http://i67.tinypic.com/3480fo9.jpg[/IMG]



    2- Una concisa ma chiara presentazione del genitore demone che possa donare un'idea della genesi; le ragioni che hanno spinto il demone a concepire.

    Hiridiar è un demone che ama seminare discordia ed assistere alla sofferenza altrui, che sia fisica o mentale, soprattutto se generata da lei stessa. Non disdegna neanche distruggere il lavoro altrui. Per questi motivi ha preso la decisione di concepire un figlio quella sera alla locanda, affinché divenisse una causa di problemi e conflitto tra il mezzelfo e i cittadini di quel villaggio già diffidenti per la diversa natura di Uner. Una volta constatato che non si era generato nessun problema, grazie alle capacità sia di guaritore sia comunicative del mezzelfo, è intervenuta affinché gli abitanti del villaggio nonché gli inseguitori di Uner si accanissero su di lui e il figlio. Ha rintracciato Kundar all'orfanotrofio unicamente per mera curiosità verso il padre e gli ha sussurrato il nome scelto da lei quasi per dispetto verso il mezzelfo che aveva osato cambiarlo, ma perdendo poi qualsiasi interesse verso di lui. Sostanzialmente Hiridiar non ha nessuno interesse a incontrare nuovamente Kundar e quest’ultimo potrebbe tranquillamente non conoscere mai la sua identità.

    [IMG]http://i64.tinypic.com/rand6c.jpg[/IMG]

    (aspetto mostrato di Hiridiar durante l'incontro alla locanda)


    [Anche Hiridiar ha un proprio significato, allo stesso modo del padre non l’ho inserita nel BG perché non so se potesse essere coerente. In ogni caso Hiridiar significherebbe Regina di Sangue, da qui il nome del bambino Cundiar ovvero Principe di Sangue]

    La caratteristica del genitore demoniaca potrebbe trasparire in Kundar come un desiderio ad amare la distruzione eil dolore, sia come forma di sadismo sia come masochismo. Ovviamente la mia intenzione sarebbe quella di far combattere questo istinto a Kundar: talvolta con successo, altre no.


    3- Una descrizione di cosa è (per il candidato) un Mutaforma e quali dovrebbero essere i tratti distintivi del suo comportarsi.

    A mio parere, l’unico vero tratto distintivo di un Mutaforma dovrebbe essere la lotta interiore tra la parte demoniaca e quella umanoide. Una lotta interna che potrebbe essere più o meno marcata seconda del carattere stesso del personaggio: un personaggio tendente ad un allineamento più negativo, potrebbe accettare più facilmente la propria natura e cedere senza problema agli istinti dovuti alla sua parte demoniaca; al contrario un personaggio tendente più ad un allineamento positivo (ed è il caso di Kundar) soffrirebbe per la sua stessa natura e sarebbe in continuo conflitto per il suo essere. In quest’ultimo caso, il mezzodemone potrebbe provare persino vergogna nei confronti di qualsiasi essere non demoniaco, reputandosi sporco al confronto. Ciò non implicherebbe che il mutaforma non possa mai cedere ai propri istinti demoniaci ma, qualora lo facesse, proverebbe rimorso e vergogna. Ovviamente una parte interessante del gestire la lotta di ogni singolo mutaforma è anche il modo in cui essa traspare nelle sue azioni e nel suo modo di rapportarsi con il resto del mondo.



    4- Motivo per cui si ritiene il pg proposto adatto a far parte della razza Mutaforma.

    Personalmente mi sono convinto a considerare adatto Kundar come possibile Mutaforma perché troverei interessante la gestione di un personaggio in un conflitto più marcato per le sue idee in completo contrasto con la parte demoniaca. Kundar non è un personaggio completamente positivo, crede attualmente che ci possa essere sia il bene che il male e che questi si alternino in un ciclo infinito. Tuttavia tende a preferire il bene, per quanto non sia un paladino che agisca di prima persona per il bene della comunità.
    Gli aspetti più interessanti che potrei giocare potrebbero essere il modo in cui Kundar potrebbe cercare di espiare le proprie “colpe” nonché la curiosità di scoprire sé stesso e fare uso delle proprie capacità.



    5- Prospettive di sviluppi di gioco in seguito ad un eventuale cambio razza, cosa cambierebbe del suo stato attuale e cosa comporterà per la psiche del Personaggio.

    Premesso che è solo un’idea del probabile sviluppo di gioco poiché preferisco muovere Kundar a seconda del giocato in on senza restrizioni precedenti, l’idea sarebbe quella di giocare un Kundar in conflitto con sé stesso che arrivi a chiudersi in sé stesso vergognandosi per la sua natura. Laddove scoprisse la natura di mezzodemone di Aeden, Xante, Kaderin ed Elenie (e mi sembra scontata vista la sua permanenza a Conca), assumerebbe un atteggiamento inizialmente ostile verso i personaggi a cui è particolarmente legato (Xante e Aeden) fino ad arrivare a pensare che il problema sia Conca stesso, considerato che si trovano tutti li. Dopodiché potrebbe far pace con gli altri ma continuare a soffrire perduratamene, non accettandosi, fino ad arrivare a trovare un modo per espiare le sue “colpe” e volgendosi a caccia del male.

    A mio parere gli unici modi in cui potrebbe, quindi, affrontare l’accettazione della propria parte demoniaca sono:
    - Grazie all'aiuto di una comunità di mutaforma, per i motivi elencati precedentemente.
    - Per uno spirito di curiosità e voglio di scoprirsi in un qualche modo
    - Redimendo sé stesso, adoperandosi per affrontare il male qualora gli fosse possibile.


    Non ho incluso alcuna informazione sul modo in cui Kundar possa scoprire progressivamente dell’esistenza dei mutaforma nonché della discendenza demoniaca perché mi sembra una questione che possa essere trattata ampiamente nel filone attuale di Conca.


    Marchio demoniaco proposto:
    [IMG]http://i63.tinypic.com/2e6eotc.jpg[/IMG]
    Avvolto attorno all'avambraccio sinistro in una spirale non chiusa, mobile principalmente tra la zona del gomito e ilposto in


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    Keiko
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    00 25/01/2019 16:08
    Re:
    Buongiorno,

    anche se come è ovvio questa candidatura non è una sorpresa per me ti ringrazio come sempre per l'interesse esposto per questa bellissima razza.

    Ciò detto leggendo la tua candidatura accolgo il tuo esame. Il format è molto carino, anche l'uso delle immagini, rispecchia un impegno ed una cura di dettagli, il voler vedere in forum qualcosa di ben fatto e invitante alla lettura.

    Complessivamente a una prima rapida lettura al BG mi sembra una buona base, tanti piccoli punti da curare che andiamo a rivedere.

    Inizio partendo da alcuni punti. Per rivedere tutto il BG ci vorranno tempo e pazienza quindi cerco di fermarmi a un numero di punti limitato volta per volta.
    Ti prego poi di riportare nuovamente l'intero evidenziando le parti corrette, così potrò proseguire su quelle non riviste. In questa prima rettifica mi fermo alla prima sezione.

    Buon lavoro


    Phoenixwhite, 25/01/2019 14.26:

    La storia di Kundar


    [IMG]http://i64.tinypic.com/sr36.jpg[/IMG]


    PARTE I: Le Origini Ignote


    - La Nascita

    In una valle di un regno non troppo distante e in mezzo ad un crocevia che conduceva ad alcune delle città più grandi di quel regno, esisteva un piccolo e modesto villaggio composto da umani di umili origini, principalmente contadini dediti ad una vita semplice fatta solo di lavoro e preghiera. All'esterno di questo villaggio, si trovava l’unica locanda presente nel raggio di parecchie miglia e dove i viaggiatori, da ogni parte del regno ed oltre, trovavano ristoro e riposo dopo un lungo viaggio.

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    Fu in questo luogo che giunse, durante una sera tranquilla di fine primavera, un giovane uomo dai capelli candidi e dalle orecchie leggermente appuntite, una rarità per quella comunità di umani che non aveva mai incontrato un mezzelfo. Fuggito dalla sua terra di origine, l’uomo aveva viaggiato per molto tempo ed era ormai allo stremo quando i suoi occhi si posarono sull'insegna della “Rosa Spinata”. Incurante delle occhiate incuriosite o diffidenti dei clienti presenti nel locale, il mezzelfo si apprestò ad occupare un tavolo chiedendo da mangiare.

    2.


    Nonostante la presenza del giovane avesse attirato l’attenzione di tutti i clienti, il maggior interesse per l’arrivo di quel mezzelfo fu di una donna dai lunghi capelli neri, seduta da sola ad un tavolo poco distante. La donna osservò a lungo il giovane appena giunto prima di muoversi nella sua direzione spinta dalla curiosità e cogliendo un’opportunità per i propri scopi.

    3.


    <> chiese la donna incuriosita, rivelando di conoscere la sua razza ed affascinando immediatamente il mezzelfo con la propria bellezza <>
    <> decise di rispondere l’altro, ancora incantato <Uner. Voi come vi chiamate?>>
    <<Hiridiar>> rispose l’altra.

    Desideroso di dimenticare i suoi problemi, il mezzosangue elfico accolse con gioia la compagnia di quella donna rimanendo affascinato dalla sua bellezza e dai suoi modi. Parlarono a lungo di vari argomenti prima di concludere la serata in una delle stanze della locanda.
    Il mattino seguente, il mezzelfo si svegliò da solo in quel letto senza che fosse rimasta traccia della donna se non i segni che gli aveva lasciato sul corpo.

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    Passarono parecchi mesi prima che l’uomo riuscisse ad incontrare nuovamente quella strana donna che, purtroppo, non era mai riuscito a dimenticare.

    5.


    Nel frattempo, stanco della sua fuga dal suo passato e convinto dalle parole della donna durante la conversazione di quella sera nella locanda, (piuttosto del pezzo prima, uno "speranzoso di poterla rivedere" taglia la testa al toro sia al punto 5 che a questo pezzo, accennante a parole di cui non conosciamo natura, oppure spingi un po' di più su fatto che nel loro chiaccherare lei abbia provato a convincerlo a rimanere visto che emerge poi la ragione cercando di creare disordini in quel villaggio)

    l’uomo aveva deciso di restare in modo permanente in quel villaggio assumendo definitivamente il nome di Uner ed occupando una modesta casa sul confine del villaggio, dove iniziò l’attività di guaritore facendo uso sia delle sue conoscenze erboristiche sia delle sue abilità arcane.

    Solo durante una fredda serata di inverno, Hiridiar si presentò alla porta del guaritore in avanzato stato di gravidanza e rivelando all'altro di aspettare suo figlio. Quella notte stessa la donna partorì con l’aiuto di Uner, dando alla luce un bambino con gli stessi capelli candidi del padre ma rivelando anche la sua vera natura malvagia.

    <> disse la donna lanciando solo un’occhiata al neonato, già ripresa dalle fatiche dal parto e mostrando al mezzelfo i suoi occhi completamente neri <Cundiar>>
    Subito dopo sparì letteralmente nell'ombra, lasciando come unica testimonianza del suo passaggio il bambino in braccio ad Uner.

    6.


    - Primi anni di vita

    Nonostante avesse appreso della natura malvagia della donna, per quanto ignaro del fatto che fosse un demone, l’uomo crebbe il figlio con tutto l’amore possibile dandogli un nome personale e rifiutando quello che gli aveva attribuito la madre. Tutto sommato il bambino venne accolto in modo amorevole anche dai concittadini di quel villaggio; nello stesso modo in cui venne accettato il padre diventato ormai uno stimato guaritore.

    Sin dall'inizio il demone aveva sperato che la presenza di un mezzelfo in un villaggio di soli umani potesse scatenare la discordia con relativa sofferenza e, per questo motivo, fu molto contrariato nel constatare la situazione quando fece ritorno qualche anno dopo.
    Peggio ancora: il figlio che aveva generato non aveva creato nessuna discordia, venendo accettato tranquillamente tra quegli stolti contadini.

    Fu allora che decise di vendicarsi ponendo in essere un piano di vendetta. Per circa un anno, fece in modo che nel villaggio accadessero tutta una serie di disgrazie ai poveri concittadini (l’incendio del piccolo tempio dove morirono una dozzina di fedeli, lo sterminio di parecchi animali di alcuni allevamenti, la caduta dell’oste dal tetto della locanda, la perdita delle botti di birra alla locanda, e così via) per poi iniziare a sussurrare nelle orecchie degli abitanti del villaggio, assumendo vari aspetti, come la causa di tutte quelle disgrazie fossero dovute alla presenza di Uner e del suo figlio bastardo. Fu in questo modo che, in poco tempo, la stima del villaggio verso il proprio guaritore divenne disprezzo e, infine, pure odio.

    Come se questo non bastasse, il demone fece anche in modo che le persone da cui Uner era fuggito sin dal principio e di cui aveva strappato le informazioni durante la sera del loro primo incontro riuscissero a capire dove questo si trovasse.

    Non passò molto tempo che il guaritore fu costretto letteralmente a fuggire, durante una notte tempestosa mentre la loro casa veniva data alle fiamme, con poche cose addosso e con il figlio di quasi sei anni da una folla inferocita di quel villaggio. Ma riuscì a notare ugualmente il viso del demone, nelle sembianze della donna conosciuta nella taverna, tra la folla che rideva follemente, perché era proprio di quella discordia e di quel dolore che essa si nutriva.

    Purtroppo, per quanto fuggito dalla pazzia dei suoi vecchi concittadini, l’uomo era ancora inseguito dal suo passato ben sapendo che le sue sfortune sarebbero ricadute anche sul figlio. Per un po’ tempo viaggiarono di villaggio in villaggio, prima di arrivare in una piccola comunità di umani dove, a malincuore, il mezzelfo decise di abbandonare il figlio in un orfanotrofio, sperando che non venisse mai trovato dai suoi inseguitori.


    PARTE II: Il Passato Conosciuto


    - Orfanotrofio

    Purtroppo per il bambino, gli anni vissuti nell'orfanotrofio non furono particolarmente felici poiché fu costantemente discriminato per la sua evidente discendenza elfica sia da parte degli altri orfani sia da tutti gli abitanti del villaggio, molto meno inclini ad accettare qualcuno di discendenza elfica a causa di un conflitto accaduto svariati anni prima. Di conseguenza, il bambino prese l’abitudine di tentare di celare la propria natura elfica aiutato dal direttore dell’istituto che era solito rasargli a zero i capelli per nascondere quel colorito strano. Alla fine, persino il bambino cominciò ad odiare la sua natura elfica crescendo con gli stessi pregiudizi dei suoi tutori e finendo per disprezzare tutta la stirpe elfica.

    Non avendo ricordi precedenti all'orfanotrofio, se non un ricordo sfocato di una casa in fiamme durante una notte tempestosa, il bambino non conosceva neppure il suo nome e per molti anni gli fu affibbiato un appellativo che detestava profondamente. Soltanto dopo una notte in cui la demone lo ritrovò nell'orfanotrofio, ancora alla ricerca del padre fuggito per soddisfare il suo fabbisogno di sadismo, gli sussurrò il suo nome all'orecchio come dispetto al padre mezzelfo che aveva osato dargliene un altro.

    Dal giorno seguente il bambino decise di chiamarsi Kundar, storpiando leggermente il nome che aveva sentito durante la notte ed ignaro del suo vero significato.

    - Una vita in viaggio

    Durante gli anni della crescita, l’unica persona con cui strinse un vero legame di amicizia all'interno della sua vita all'orfanotrofio fu il suo migliore amico Nathyel: un coetaneo umano dai capelli castani e gli occhi nocciola, di carattere gentile e che non l’aveva mai discriminato per la sua natura. Una volta raggiunta l’età dell’adolescenza, ormai stanchi dei soprusi subiti nell'orfanotrofio, i due amici decisero di scappare insieme iniziando a viaggiare. Sicuramente fu una vita semplice e stancante ma, per la prima volta da che ne avesse memoria, il giovane Kundar si sentii felice.

    Proprio durante la permanenza in un villaggio della regione in cui si trovarono, Kundar ebbe la fortuna di incontrare Violet di cui si innamorò perdutamente. Anch'ella si unii al loro gruppo, formando questa stramba famiglia felice itinerante ed unendosi anche in matrimonio, qualche anno dopo, con Kundar.

    Purtroppo il destino fu crudele e quella felicità di quello strano gruppo non durò a lungo. Arrivato in un villaggio quasi deserto, vennero a sapere troppo tardi dell’epidemia che si era diffusa nella zona e che aveva decimato la popolazione. Kundar fu fortunato sopravvivendo alla malattia, sua moglie e il migliore amico no.

    Rimasto distrutto da quegli eventi, il mezzosangue visse a lungo senza uno scopo preciso, affogando troppo spesso il proprio dolore nei piaceri dell’alcol e in altri vizi. Trascorsero alcuni anni prima che l’ormai uomo riuscisse a ritornare la persona semplice di un tempo.

    [IMG]http://i67.tinypic.com/xnsu51.jpg[/IMG][IMG]http://i67.tinypic.com/14t08r4.jpg[/IMG]

    (Violet - Nathyel)


    PARTE III: Percorso recente


    Rimasto da solo l’uomo riprese il suo viaggio per le varie terre soggiornando di solito solo pochi giorni nelle città che si trovava a visitare. Almeno fino a quando non giunse a Conca del Tuono. Qui cominciò a conoscere persone con cui iniziò a stringere nuovamente dei legami di amicizia e che gli permisero di riaprirsi al mondo.

    Durante una breve permanenza a Galadorwen, l’uomo affrontò poi i suoi pregiudizi verso la razza elfica e la loro cultura e, nonostante continui a non amarli particolarmente, ha fatto pace con quella parte di sangue elfico che gli scorre in corpo. Desideroso di apprendere magico, il destino lo condusse verso le Colline Ventose dove si unì ai Guardiani delle Lacrime e dove, nonostante non fosse mai stato un credente durante i suoi anni precedenti, si scoprì legato alla dea Raswa-Ti.

    Dopo una lunga prigionia alle Colline Ventosa, Kundar ha fatto ora nuovamente ritorno a Conca del Tuono per seguire l’uomo da cui intende apprendere le abilità di creare pozioni e per riunirsi ad alcune delle persone a cui si sente legato. Qui ha deciso anche di stabilire la propria dimora, stanco di una vita da perenne nomade…


    Alcune caratteristiche principali del carattere di Kundar:

    - Estrema curiosità. Non conoscendo il suo passato e le sue origini, è sempre stato spinto a scoprire nuove cose e a viaggiare. Per questo stesso motivo si è interessato alle arti magiche nonché alle pozioni e, di conseguenza, è divenuto fedele di Raswa-ti.
    Nonostante possa vivere un momento di sofferenza nello scoprire la sua discendenza demoniaca, la curiosità di scoprire sé stesso nonché ciò che è in grado di fare lo potrebbe aiutare nell'accettazione della sua natura. Per altro, è già incuriosito dall'esistenza di altre razze avendo appreso dell’esistenza di alcune razze quali i sirenidi, i demoni, i draghi.

    - Senso di unità e famiglia. Non avendo mai avuto una vera famiglia e avendo perso quella che aveva formato con la sua sposa e il suo migliore amico, Kundar tende a cercare di tenere uniti i gruppi di cui fa parte. Questo vale per il gruppo di streghe di cui fa parte e varrebbe anche per il gruppo di Conca in cui si trova ora. Per quanto potrebbe arrabbiarsi con gli altri mutaforma per avergli mentito sulla loro natura e quasi reputandoli responsabili del fatto che lo sia anch’egli, potrebbe arrivare a superare questo astio iniziale trovando almeno conforto in un eventuale “famiglia” di mutaforma. Per questo stesso motivo, seppure provasse ad espiare le proprie colpe votandosi ad eliminare il male, non farebbe mai del male ad altri mutaforma che conosce e che gli sono cari. Sia perché non li reputerebbe responsabili per la loro natura sia perché li reputerebbe parte della loro famiglia.

    - Maniaco del controllo. Non essendo stato artefice molto spesso del proprio destino, Kundar non ama particolarmente ritrovarsi in situazioni fuori dal proprio controllo o meglio in condizioni in cui non possa gestire la situazione a proprio modo. In pratica, se fosse un capo di organizzazione o di una comunità, sarebbe un rompiscatole vero e proprio perché vorrebbe che le cose fossero effettuate come lui vorrebbe.



    Ulteriori dettagli sul padre mezzelfo:

    - Uner: per quanto riguarda il passato di Uner sono rimasto volutamente sul vago, preferendo interessarmi solo di Kundar. In linea generale è un mezzelfo (figlio di un’elfo dei ghiacci e di un’umana), cresciuto in una famiglia benestante e acculturata secondo i principi elfici. Ha appreso dal padre le arti arcane mentre dalla madre le capacità di guaritore. A causa di una faida riguardante la propria dinastia elfica, i genitori e i fratelli sono stati uccisi e solo lui è riuscito a fuggire dai suoi cacciatori. Chiaramente Uner non è il suo vero nome e dovrebbe significare “Nessuno” in elfico (non l’ho aggiunto esplicitamente nel BG perché non sono sicuro potesse essere coerente con la lingua on della land).
    [IMG]http://i67.tinypic.com/3480fo9.jpg[/IMG]



    2- Una concisa ma chiara presentazione del genitore demone che possa donare un'idea della genesi; le ragioni che hanno spinto il demone a concepire.

    Hiridiar è un demone che ama seminare discordia ed assistere alla sofferenza altrui, che sia fisica o mentale, soprattutto se generata da lei stessa. Non disdegna neanche distruggere il lavoro altrui. Per questi motivi ha preso la decisione di concepire un figlio quella sera alla locanda, affinché divenisse una causa di problemi e conflitto tra il mezzelfo e i cittadini di quel villaggio già diffidenti per la diversa natura di Uner. Una volta constatato che non si era generato nessun problema, grazie alle capacità sia di guaritore sia comunicative del mezzelfo, è intervenuta affinché gli abitanti del villaggio nonché gli inseguitori di Uner si accanissero su di lui e il figlio. Ha rintracciato Kundar all'orfanotrofio unicamente per mera curiosità verso il padre e gli ha sussurrato il nome scelto da lei quasi per dispetto verso il mezzelfo che aveva osato cambiarlo, ma perdendo poi qualsiasi interesse verso di lui. Sostanzialmente Hiridiar non ha nessuno interesse a incontrare nuovamente Kundar e quest’ultimo potrebbe tranquillamente non conoscere mai la sua identità.

    [IMG]http://i64.tinypic.com/rand6c.jpg[/IMG]

    (aspetto mostrato di Hiridiar durante l'incontro alla locanda)


    [Anche Hiridiar ha un proprio significato, allo stesso modo del padre non l’ho inserita nel BG perché non so se potesse essere coerente. In ogni caso Hiridiar significherebbe Regina di Sangue, da qui il nome del bambino Cundiar ovvero Principe di Sangue]

    La caratteristica del genitore demoniaca potrebbe trasparire in Kundar come un desiderio ad amare la distruzione eil dolore, sia come forma di sadismo sia come masochismo. Ovviamente la mia intenzione sarebbe quella di far combattere questo istinto a Kundar: talvolta con successo, altre no.


    3- Una descrizione di cosa è (per il candidato) un Mutaforma e quali dovrebbero essere i tratti distintivi del suo comportarsi.

    A mio parere, l’unico vero tratto distintivo di un Mutaforma dovrebbe essere la lotta interiore tra la parte demoniaca e quella umanoide. Una lotta interna che potrebbe essere più o meno marcata seconda del carattere stesso del personaggio: un personaggio tendente ad un allineamento più negativo, potrebbe accettare più facilmente la propria natura e cedere senza problema agli istinti dovuti alla sua parte demoniaca; al contrario un personaggio tendente più ad un allineamento positivo (ed è il caso di Kundar) soffrirebbe per la sua stessa natura e sarebbe in continuo conflitto per il suo essere. In quest’ultimo caso, il mezzodemone potrebbe provare persino vergogna nei confronti di qualsiasi essere non demoniaco, reputandosi sporco al confronto. Ciò non implicherebbe che il mutaforma non possa mai cedere ai propri istinti demoniaci ma, qualora lo facesse, proverebbe rimorso e vergogna. Ovviamente una parte interessante del gestire la lotta di ogni singolo mutaforma è anche il modo in cui essa traspare nelle sue azioni e nel suo modo di rapportarsi con il resto del mondo.



    4- Motivo per cui si ritiene il pg proposto adatto a far parte della razza Mutaforma.

    Personalmente mi sono convinto a considerare adatto Kundar come possibile Mutaforma perché troverei interessante la gestione di un personaggio in un conflitto più marcato per le sue idee in completo contrasto con la parte demoniaca. Kundar non è un personaggio completamente positivo, crede attualmente che ci possa essere sia il bene che il male e che questi si alternino in un ciclo infinito. Tuttavia tende a preferire il bene, per quanto non sia un paladino che agisca di prima persona per il bene della comunità.
    Gli aspetti più interessanti che potrei giocare potrebbero essere il modo in cui Kundar potrebbe cercare di espiare le proprie “colpe” nonché la curiosità di scoprire sé stesso e fare uso delle proprie capacità.



    5- Prospettive di sviluppi di gioco in seguito ad un eventuale cambio razza, cosa cambierebbe del suo stato attuale e cosa comporterà per la psiche del Personaggio.

    Premesso che è solo un’idea del probabile sviluppo di gioco poiché preferisco muovere Kundar a seconda del giocato in on senza restrizioni precedenti, l’idea sarebbe quella di giocare un Kundar in conflitto con sé stesso che arrivi a chiudersi in sé stesso vergognandosi per la sua natura. Laddove scoprisse la natura di mezzodemone di Aeden, Xante, Kaderin ed Elenie (e mi sembra scontata vista la sua permanenza a Conca), assumerebbe un atteggiamento inizialmente ostile verso i personaggi a cui è particolarmente legato (Xante e Aeden) fino ad arrivare a pensare che il problema sia Conca stesso, considerato che si trovano tutti li. Dopodiché potrebbe far pace con gli altri ma continuare a soffrire perduratamene, non accettandosi, fino ad arrivare a trovare un modo per espiare le sue “colpe” e volgendosi a caccia del male.

    A mio parere gli unici modi in cui potrebbe, quindi, affrontare l’accettazione della propria parte demoniaca sono:
    - Grazie all'aiuto di una comunità di mutaforma, per i motivi elencati precedentemente.
    - Per uno spirito di curiosità e voglio di scoprirsi in un qualche modo
    - Redimendo sé stesso, adoperandosi per affrontare il male qualora gli fosse possibile.


    Non ho incluso alcuna informazione sul modo in cui Kundar possa scoprire progressivamente dell’esistenza dei mutaforma nonché della discendenza demoniaca perché mi sembra una questione che possa essere trattata ampiamente nel filone attuale di Conca.


    Marchio demoniaco proposto:
    [IMG]http://i63.tinypic.com/2e6eotc.jpg[/IMG]
    Avvolto attorno all'avambraccio sinistro in una spirale non chiusa, mobile principalmente tra la zona del gomito e ilposto in






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    00 25/01/2019 20:48
    Re:
    Phoenixwhite, 25/01/2019 14.26:

    La storia di Kundar


    [IMG]http://i64.tinypic.com/sr36.jpg[/IMG]


    PARTE I: Le Origini Ignote


    - La Nascita

    In una valle di una zona remota e poco conosciuta dell'Aengard, esisteva un piccolo e modesto villaggio composto da umani di umili origini, principalmente contadini dediti ad una vita semplice fatta solo di lavoro e preghiera. All'esterno di questo villaggio, si trovava l’unica locanda presente nel raggio di parecchie miglia e dove i viaggiatori [pezzo eliminato] trovavano ristoro e riposo dopo un lungo viaggio.

    Fu in questo luogo che giunse, durante una sera tranquilla di fine primavera, un giovane uomo dai capelli candidi e dalle orecchie leggermente appuntite, una rarità per quella comunità di umani che difficilmente aveva a che fare con le altre razze. Fuggito dalla sua terra di origine, l’uomo aveva viaggiato per molto tempo ed era ormai allo stremo quando i suoi occhi si posarono sull'insegna della “Rosa Spinata”. Incurante delle occhiate incuriosite o diffidenti dei clienti presenti nel locale, il mezzelfo si apprestò ad occupare un tavolo chiedendo da mangiare.

    Nonostante la presenza del giovane avesse attirato l’attenzione di tutti i clienti, il maggior interesse per l’arrivo di quel mezzelfo fu di una donna dai lunghi capelli neri, seduta da sola ad un tavolo poco distante. La donna osservò a lungo il giovane appena giunto prima di muoversi nella sua direzione spinta dalla curiosità e dalle opportunità che ne poteva trarne.

    <Cosa ci fa un mezzelfo da queste parti?> chiese la donna,[pezzo eliminato] affascinando immediatamente il mezzelfo con la propria bellezza <Chi sei?>
    <Sono soltanto un viaggiatore..> decise di rispondere l’altro, ancora incantato <Io sono… Uner. Voi come vi chiamate?>
    <Hiridiar>rispose.

    Desideroso di dimenticare i suoi problemi, il mezzosangue elfico accolse con gioia la compagnia di quella donna rimanendo affascinato dalla sua bellezza e dai suoi modi. Avendo viaggiato da solo per molto tempo, il mezzelfo riuscì a sfogarsi per la prima volta con qualcuno arrivando a discutere persino del suo passato; allo stesso modo, la donna tentò di convincerlo a lungo del fatto che non c'era bisogno che continuasse a fuggire e di iniziare una nuova vita in quel luogo. Non fu una sorpresa che conclusero poi la serata in una camera della locanda.
    Il mattino seguente, tuttavia, la donna scomparve nel nulla lasciando che il mezzelfo si svegliasse da solo nel proprio letto con le sole prove della notte di ardente passione appena trascorsa e i lasciti che questa aveva lasciato sulla sua pelle.

    4


    [pezzo eliminato]
    Dopo la lunga chiacchierata della sera precedente con quella donna, tuttavia, il mezzelfo si lasciò convincere a rimanere in quel villaggio assumendo definitivamente il nome di Uner ed occupando una modesta casa sul confine del villaggio, dove iniziò l’attività di guaritore facendo uso sia delle sue conoscenze erboristiche sia delle sue abilità arcane.

    Solo durante una fredda serata di inverno, Hiridiar si presentò alla porta del guaritore in avanzato stato di gravidanza e rivelando all'altro di aspettare suo figlio. Quella notte stessa la donna partorì con l’aiuto di Uner, dando alla luce un bambino con gli stessi capelli candidi del padre ma riferendo anche di appartenere ad una dinastia di streghe oscure.

    <Ah, peccato. Speravo in una femmina..> disse la donna lanciando solo un’occhiata al neonato, già ripresa dalle fatiche dal parto e mostrando al mezzelfo gli occhi completamente neri <In questo caso… il suo nome è Cundiar>
    Subito dopo sparì letteralmente nell'ombra, lasciando come unica testimonianza del suo passaggio il bambino in braccio ad Uner.

    6



    - Primi anni di vita

    Nonostante avesse appreso della natura malvagia della donna, per quanto ignaro del fatto che fosse un demone, l’uomo crebbe il figlio con tutto l’amore possibile dandogli un nome personale e rifiutando quello che gli aveva attribuito la madre. Tutto sommato il bambino venne accolto in modo amorevole anche dai concittadini di quel villaggio; nello stesso modo in cui venne accettato il padre diventato ormai uno stimato guaritore.

    Sin dall'inizio il demone aveva sperato che la presenza di un mezzelfo in un villaggio di soli umani potesse scatenare la discordia con relativa sofferenza e, per questo motivo, fu molto contrariato nel constatare la situazione quando fece ritorno qualche anno dopo.
    Peggio ancora: il figlio che aveva generato non aveva creato nessuna discordia, venendo accettato tranquillamente tra quegli stolti contadini.

    Fu allora che decise di vendicarsi ponendo in essere un piano di vendetta. Per circa un anno, fece in modo che nel villaggio accadessero tutta una serie di disgrazie ai poveri concittadini (l’incendio del piccolo tempio dove morirono una dozzina di fedeli, lo sterminio di parecchi animali di alcuni allevamenti, la caduta dell’oste dal tetto della locanda, la perdita delle botti di birra alla locanda, e così via) per poi iniziare a sussurrare nelle orecchie degli abitanti del villaggio, assumendo vari aspetti, come la causa di tutte quelle disgrazie fossero dovute alla presenza di Uner e il suo figlio bastardo. Fu in questo modo che, in poco tempo, la stima del villaggio verso il proprio guaritore divenne disprezzo e, infine, pure odio.

    Come se questo non bastasse, il demone fece anche in modo che le persone da cui Uner era fuggito sin dal principio e di cui aveva strappato le informazioni durante la sera del loro primo incontro riuscissero a capire dove questo si trovasse.

    Non passò molto tempo che il guaritore fu costretto letteralmente a fuggire, durante una notte tempestosa mentre la loro casa veniva data alle fiamme, con poche cose addosso e con il figlio di quasi sei anni da una folla inferocita di quel villaggio. Ma riuscì a notare ugualmente il viso del demone, nelle sembianze della donna conosciuta nella taverna, tra la folla che rideva follemente, perché era proprio di quella discordia e di quel dolore che essa si nutriva.

    Purtroppo, per quanto fuggito dalla pazzia dei suoi vecchi concittadini, l’uomo era ancora inseguito dal suo passato ben sapendo che le sue sfortune sarebbero ricadute anche sul figlio. Per un po’ tempo viaggiarono di villaggio in villaggio, prima di arrivare in una piccola comunità di umani dove, a malincuore, il mezzelfo decise di abbandonare il figlio in un orfanotrofio, sperando che non venisse mai trovato dai suoi inseguitori.


    PARTE II: Il Passato Conosciuto


    - Orfanotrofio

    Purtroppo per il bambino, gli anni vissuti nell'orfanotrofio non furono particolarmente felici poiché fu costantemente discriminato per la sua evidente discendenza elfica sia da parte degli altri orfani sia da tutti gli abitanti del villaggio, molto meno inclini ad accettare qualcuno di discendenza elfica a causa di un conflitto accaduto svariati anni prima. Di conseguenza, il bambino prese l’abitudine di tentare di celare la propria natura elfica aiutato dal direttore dell’istituto che era solito rasargli a zero i capelli per nascondere quel colorito strano. Alla fine, persino il bambino cominciò ad odiare la sua natura elfica crescendo con gli stessi pregiudizi dei suoi tutori e finendo per disprezzare tutta la stirpe elfica.

    Non avendo ricordi precedenti all'orfanotrofio, se non un ricordo sfocato di una casa in fiamme durante una notte tempestosa, il bambino non conosceva neppure il suo nome e per molti anni gli fu affibbiato un appellativo che detestava profondamente. Soltanto dopo una notte in cui la demone lo ritrovò nell'orfanotrofio, ancora alla ricerca del padre fuggito per soddisfare il suo fabbisogno di sadismo, gli sussurrò il suo nome all'orecchio come dispetto al padre mezzelfo che aveva osato dargliene un altro.

    Dal giorno seguente il bambino decise di chiamarsi Kundar, storpiando leggermente il nome che aveva sentito durante la notte ed ignaro del suo vero significato.

    - Una vita in viaggio

    Durante gli anni della crescita, l’unica persona con cui strinse un vero legame di amicizia all'interno della sua vita all'orfanotrofio fu il suo migliore amico Nathyel: un coetaneo umano dai capelli castani e gli occhi nocciola, di carattere gentile e che non l’aveva mai discriminato per la sua natura. Una volta raggiunta l’età dell’adolescenza, ormai stanchi dei soprusi subiti nell'orfanotrofio, i due amici decisero di scappare insieme iniziando a viaggiare. Sicuramente fu una vita semplice e stancante ma, per la prima volta da che ne avesse memoria, il giovane Kundar si sentii felice.

    Proprio durante la permanenza in un villaggio della regione in cui si trovarono, Kundar ebbe la fortuna di incontrare Violet di cui si innamorò perdutamente. Anch'ella si unii al loro gruppo, formando questa stramba famiglia felice itinerante ed unendosi anche in matrimonio, qualche anno dopo, con Kundar.

    Purtroppo il destino fu crudele e quella felicità di quello strano gruppo non durò a lungo. Arrivato in un villaggio quasi deserto, vennero a sapere troppo tardi dell’epidemia che si era diffusa nella zona e che aveva decimato la popolazione. Kundar fu fortunato sopravvivendo alla malattia, sua moglie e il migliore amico no.

    Rimasto distrutto da quegli eventi, il mezzosangue visse a lungo senza uno scopo preciso, affogando troppo spesso il proprio dolore nei piaceri dell’alcol e in altri vizi. Trascorsero alcuni anni prima che l’ormai uomo riuscisse a ritornare la persona semplice di un tempo.

    [IMG]http://i67.tinypic.com/xnsu51.jpg[/IMG][IMG]http://i67.tinypic.com/14t08r4.jpg[/IMG]

    (Violet - Nathyel)


    PARTE III: Percorso recente


    Rimasto da solo l’uomo riprese il suo viaggio per le varie terre soggiornando di solito solo pochi giorni nelle città che si trovava a visitare. Almeno fino a quando non giunse a Conca del Tuono. Qui cominciò a conoscere persone con cui iniziò a stringere nuovamente dei legami di amicizia e che gli permisero di riaprirsi al mondo.

    Durante una breve permanenza a Galadorwen, l’uomo affrontò poi i suoi pregiudizi verso la razza elfica e la loro cultura e, nonostante continui a non amarli particolarmente, ha fatto pace con quella parte di sangue elfico che gli scorre in corpo. Desideroso di apprendere magico, il destino lo condusse verso le Colline Ventose dove si unì ai Guardiani delle Lacrime e dove, nonostante non fosse mai stato un credente durante i suoi anni precedenti, si scoprì legato alla dea Raswa-Ti.

    Dopo una lunga prigionia alle Colline Ventosa, Kundar ha fatto ora nuovamente ritorno a Conca del Tuono per seguire l’uomo da cui intende apprendere le abilità di creare pozioni e per riunirsi ad alcune delle persone a cui si sente legato. Qui ha deciso anche di stabilire la propria dimora, stanco di una vita da perenne nomade…


    Alcune caratteristiche principali del carattere di Kundar:

    - Estrema curiosità. Non conoscendo il suo passato e le sue origini, è sempre stato spinto a scoprire nuove cose e a viaggiare. Per questo stesso motivo si è interessato alle arti magiche nonché alle pozioni e, di conseguenza, è divenuto fedele di Raswa-ti.
    Nonostante possa vivere un momento di sofferenza nello scoprire la sua discendenza demoniaca, la curiosità di scoprire sé stesso nonché ciò che è in grado di fare lo potrebbe aiutare nell'accettazione della sua natura. Per altro, è già incuriosito dall'esistenza di altre razze avendo appreso dell’esistenza di alcune razze quali i sirenidi, i demoni, i draghi.

    - Senso di unità e famiglia. Non avendo mai avuto una vera famiglia e avendo perso quella che aveva formato con la sua sposa e il suo migliore amico, Kundar tende a cercare di tenere uniti i gruppi di cui fa parte. Questo vale per il gruppo di streghe di cui fa parte e varrebbe anche per il gruppo di Conca in cui si trova ora. Per quanto potrebbe arrabbiarsi con gli altri mutaforma per avergli mentito sulla loro natura e quasi reputandoli responsabili del fatto che lo sia anch’egli, potrebbe arrivare a superare questo astio iniziale trovando almeno conforto in un eventuale “famiglia” di mutaforma. Per questo stesso motivo, seppure provasse ad espiare le proprie colpe votandosi ad eliminare il male, non farebbe mai del male ad altri mutaforma che conosce e che gli sono cari. Sia perché non li reputerebbe responsabili per la loro natura sia perché li reputerebbe parte della loro famiglia.

    - Maniaco del controllo. Non essendo stato artefice molto spesso del proprio destino, Kundar non ama particolarmente ritrovarsi in situazioni fuori dal proprio controllo o meglio in condizioni in cui non possa gestire la situazione a proprio modo. In pratica, se fosse un capo di organizzazione o di una comunità, sarebbe un rompiscatole vero e proprio perché vorrebbe che le cose fossero effettuate come lui vorrebbe.



    Ulteriori dettagli sul padre mezzelfo:

    - Uner: per quanto riguarda il passato di Uner sono rimasto volutamente sul vago, preferendo interessarmi solo di Kundar. In linea generale è un mezzelfo (figlio di un’elfo dei ghiacci e di un’umana), cresciuto in una famiglia benestante e acculturata secondo i principi elfici. Ha appreso dal padre le arti arcane mentre dalla madre le capacità di guaritore. A causa di una faida riguardante la propria dinastia elfica, i genitori e i fratelli sono stati uccisi e solo lui è riuscito a fuggire dai suoi cacciatori. Chiaramente Uner non è il suo vero nome e dovrebbe significare “Nessuno” in elfico (non l’ho aggiunto esplicitamente nel BG perché non sono sicuro potesse essere coerente con la lingua on della land).
    [IMG]http://i67.tinypic.com/3480fo9.jpg[/IMG]



    2- Una concisa ma chiara presentazione del genitore demone che possa donare un'idea della genesi; le ragioni che hanno spinto il demone a concepire.

    Hiridiar è un demone che ama seminare discordia ed assistere alla sofferenza altrui, che sia fisica o mentale, soprattutto se generata da lei stessa. Non disdegna neanche distruggere il lavoro altrui. Per questi motivi ha preso la decisione di concepire un figlio quella sera alla locanda, affinché divenisse una causa di problemi e conflitto tra il mezzelfo e i cittadini di quel villaggio già diffidenti per la diversa natura di Uner. Una volta constatato che non si era generato nessun problema, grazie alle capacità sia di guaritore sia comunicative del mezzelfo, è intervenuta affinché gli abitanti del villaggio nonché gli inseguitori di Uner si accanissero su di lui e il figlio. Ha rintracciato Kundar all'orfanotrofio unicamente per mera curiosità verso il padre e gli ha sussurrato il nome scelto da lei quasi per dispetto verso il mezzelfo che aveva osato cambiarlo, ma perdendo poi qualsiasi interesse verso di lui. Sostanzialmente Hiridiar non ha nessuno interesse a incontrare nuovamente Kundar e quest’ultimo potrebbe tranquillamente non conoscere mai la sua identità.

    [IMG]http://i64.tinypic.com/rand6c.jpg[/IMG]

    (aspetto mostrato di Hiridiar durante l'incontro alla locanda)


    [Anche Hiridiar ha un proprio significato, allo stesso modo del padre non l’ho inserita nel BG perché non so se potesse essere coerente. In ogni caso Hiridiar significherebbe Regina di Sangue, da qui il nome del bambino Cundiar ovvero Principe di Sangue]

    La caratteristica del genitore demoniaca potrebbe trasparire in Kundar come un desiderio ad amare la distruzione eil dolore, sia come forma di sadismo sia come masochismo. Ovviamente la mia intenzione sarebbe quella di far combattere questo istinto a Kundar: talvolta con successo, altre no.


    3- Una descrizione di cosa è (per il candidato) un Mutaforma e quali dovrebbero essere i tratti distintivi del suo comportarsi.

    A mio parere, l’unico vero tratto distintivo di un Mutaforma dovrebbe essere la lotta interiore tra la parte demoniaca e quella umanoide. Una lotta interna che potrebbe essere più o meno marcata seconda del carattere stesso del personaggio: un personaggio tendente ad un allineamento più negativo, potrebbe accettare più facilmente la propria natura e cedere senza problema agli istinti dovuti alla sua parte demoniaca; al contrario un personaggio tendente più ad un allineamento positivo (ed è il caso di Kundar) soffrirebbe per la sua stessa natura e sarebbe in continuo conflitto per il suo essere. In quest’ultimo caso, il mezzodemone potrebbe provare persino vergogna nei confronti di qualsiasi essere non demoniaco, reputandosi sporco al confronto. Ciò non implicherebbe che il mutaforma non possa mai cedere ai propri istinti demoniaci ma, qualora lo facesse, proverebbe rimorso e vergogna. Ovviamente una parte interessante del gestire la lotta di ogni singolo mutaforma è anche il modo in cui essa traspare nelle sue azioni e nel suo modo di rapportarsi con il resto del mondo.



    4- Motivo per cui si ritiene il pg proposto adatto a far parte della razza Mutaforma.

    Personalmente mi sono convinto a considerare adatto Kundar come possibile Mutaforma perché troverei interessante la gestione di un personaggio in un conflitto più marcato per le sue idee in completo contrasto con la parte demoniaca. Kundar non è un personaggio completamente positivo, crede attualmente che ci possa essere sia il bene che il male e che questi si alternino in un ciclo infinito. Tuttavia tende a preferire il bene, per quanto non sia un paladino che agisca di prima persona per il bene della comunità.
    Gli aspetti più interessanti che potrei giocare potrebbero essere il modo in cui Kundar potrebbe cercare di espiare le proprie “colpe” nonché la curiosità di scoprire sé stesso e fare uso delle proprie capacità.



    5- Prospettive di sviluppi di gioco in seguito ad un eventuale cambio razza, cosa cambierebbe del suo stato attuale e cosa comporterà per la psiche del Personaggio.

    Premesso che è solo un’idea del probabile sviluppo di gioco poiché preferisco muovere Kundar a seconda del giocato in on senza restrizioni precedenti, l’idea sarebbe quella di giocare un Kundar in conflitto con sé stesso che arrivi a chiudersi in sé stesso vergognandosi per la sua natura. Laddove scoprisse la natura di mezzodemone di Aeden, Xante, Kaderin ed Elenie (e mi sembra scontata vista la sua permanenza a Conca), assumerebbe un atteggiamento inizialmente ostile verso i personaggi a cui è particolarmente legato (Xante e Aeden) fino ad arrivare a pensare che il problema sia Conca stesso, considerato che si trovano tutti li. Dopodiché potrebbe far pace con gli altri ma continuare a soffrire perduratamene, non accettandosi, fino ad arrivare a trovare un modo per espiare le sue “colpe” e volgendosi a caccia del male.

    A mio parere gli unici modi in cui potrebbe, quindi, affrontare l’accettazione della propria parte demoniaca sono:
    - Grazie all'aiuto di una comunità di mutaforma, per i motivi elencati precedentemente.
    - Per uno spirito di curiosità e voglio di scoprirsi in un qualche modo
    - Redimendo sé stesso, adoperandosi per affrontare il male qualora gli fosse possibile.


    Non ho incluso alcuna informazione sul modo in cui Kundar possa scoprire progressivamente dell’esistenza dei mutaforma nonché della discendenza demoniaca perché mi sembra una questione che possa essere trattata ampiamente nel filone attuale di Conca.


    Marchio demoniaco proposto:
    [IMG]http://i63.tinypic.com/2e6eotc.jpg[/IMG]
    Avvolto attorno all'avambraccio sinistro in una spirale non chiusa, mobile principalmente tra la zona del gomito e ilposto in






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    00 25/01/2019 22:52
    Bueno...bueno
    Mi sono presa tempo per leggere un po' tutto. Ci sono cose che mi piacciono, altre in cui preferirei un confronto. Vorrei specificare , prima di questa risposta e per evitare che desti scalpore, che non parto dal presupposto che la mia idea è meglio della tua perchè è mia. Ma ci sono alcune cose che mi piacerebbe approfondire.



    Phoenixwhite, 25/01/2019 14.26:

    La storia di Kundar


    [IMG]http://i64.tinypic.com/sr36.jpg[/IMG]


    PARTE I: Le Origini Ignote


    - La Nascita

    In una valle di una zona remota e poco conosciuta dell'Aengard, esisteva un piccolo e modesto villaggio composto da umani di umili origini, principalmente contadini dediti ad una vita semplice fatta solo di lavoro e preghiera. All'esterno di questo villaggio, si trovava l’unica locanda presente nel raggio di parecchie miglia e dove i viaggiatori [pezzo eliminato] trovavano ristoro e riposo dopo un lungo viaggio.

    Fu in questo luogo che giunse, durante una sera tranquilla di fine primavera, un giovane uomo dai capelli candidi e dalle orecchie leggermente appuntite, una rarità per quella comunità di umani che difficilmente aveva a che fare con le altre razze. Fuggito dalla sua terra di origine, l’uomo aveva viaggiato per molto tempo ed era ormai allo stremo quando i suoi occhi si posarono sull'insegna della “Rosa Spinata”. Incurante delle occhiate incuriosite o diffidenti dei clienti presenti nel locale, il mezzelfo si apprestò ad occupare un tavolo chiedendo da mangiare.

    Nonostante la presenza del giovane avesse attirato l’attenzione di tutti i clienti, il maggior interesse per l’arrivo di quel mezzelfo fu di una donna dai lunghi capelli neri, seduta da sola ad un tavolo poco distante. La donna osservò a lungo il giovane appena giunto prima di muoversi nella sua direzione spinta dalla curiosità e dalle opportunità che ne poteva trarne.

    chiese la donna,[pezzo eliminato] affascinando immediatamente il mezzelfo con la propria bellezza
    decise di rispondere l’altro, ancora incantato Uner. Voi come vi chiamate?>
    <Hiridiar>rispose.

    Desideroso di dimenticare i suoi problemi, il mezzosangue elfico accolse con gioia la compagnia di quella donna rimanendo affascinato dalla sua bellezza e dai suoi modi. Avendo viaggiato da solo per molto tempo, il mezzelfo riuscì a sfogarsi per la prima volta con qualcuno arrivando a discutere persino del suo passato; allo stesso modo, la donna tentò di convincerlo a lungo del fatto che non c'era bisogno che continuasse a fuggire e di iniziare una nuova vita in quel luogo. Non fu una sorpresa che conclusero poi la serata in una camera della locanda.
    Il mattino seguente, tuttavia, la donna scomparve nel nulla lasciando che il mezzelfo si svegliasse da solo nel proprio letto con le sole prove della notte di ardente passione appena trascorsa e i lasciti che questa aveva lasciato sulla sua pelle.


    Dopo la lunga chiacchierata della sera precedente con quella donna, tuttavia, il mezzelfo si lasciò convincere a rimanere in quel villaggio assumendo definitivamente il nome di Uner ed occupando una modesta casa sul confine del villaggio, dove iniziò l’attività di guaritore facendo uso sia delle sue conoscenze erboristiche sia delle sue abilità arcane.

    Solo durante una fredda serata di inverno, Hiridiar si presentò alla porta del guaritore in avanzato stato di gravidanza e rivelando all'altro di aspettare suo figlio. Quella notte stessa la donna partorì con l’aiuto di Uner, dando alla luce un bambino con gli stessi capelli candidi del padre ma riferendo anche di appartenere ad una dinastia di streghe oscure.

    disse la donna lanciando solo un’occhiata al neonato, già ripresa dalle fatiche dal parto e mostrando al mezzelfo gli occhi completamente neri Cundiar>
    Subito dopo sparì letteralmente nell'ombra, lasciando come unica testimonianza del suo passaggio il bambino in braccio ad Uner.

    1



    - Primi anni di vita

    Nonostante avesse appreso della natura malvagia della donna, per quanto ignaro del fatto che fosse un demone, l’uomo crebbe il figlio con tutto l’amore possibile dandogli un nome personale e rifiutando quello che gli aveva attribuito la madre. Tutto sommato il bambino venne accolto in modo amorevole anche dai concittadini di quel villaggio; nello stesso modo in cui venne accettato il padre diventato ormai uno stimato guaritore.

    Sin dall'inizio il demone aveva sperato che la presenza di un mezzelfo in un villaggio di soli umani potesse scatenare la discordia con relativa sofferenza e, per questo motivo, fu molto contrariato nel constatare la situazione quando fece ritorno qualche anno dopo.
    Peggio ancora: il figlio che aveva generato non aveva creato nessuna discordia, venendo accettato tranquillamente tra quegli stolti contadini.

    Fu allora che decise di vendicarsi ponendo in essere un piano di vendetta. Per circa un anno, fece in modo che nel villaggio accadessero tutta una serie di disgrazie ai poveri concittadini (l’incendio del piccolo tempio dove morirono una dozzina di fedeli, lo sterminio di parecchi animali di alcuni allevamenti, la caduta dell’oste dal tetto della locanda, la perdita delle botti di birra alla locanda, e così via) per poi iniziare a sussurrare nelle orecchie degli abitanti del villaggio, assumendo vari aspetti, come la causa di tutte quelle disgrazie fossero dovute alla presenza di Uner e il suo figlio bastardo. Fu in questo modo che, in poco tempo, la stima del villaggio verso il proprio guaritore divenne disprezzo e, infine, pure odio.

    Come se questo non bastasse, il demone fece anche in modo che le persone da cui Uner era fuggito sin dal principio e di cui aveva strappato le informazioni durante la sera del loro primo incontro riuscissero a capire dove questo si trovasse.

    2


    Non passò molto tempo che il guaritore fu costretto letteralmente a fuggire, durante una notte tempestosa mentre la loro casa veniva data alle fiamme, con poche cose addosso e con il figlio di quasi sei anni da una folla inferocita di quel villaggio. Ma riuscì a notare ugualmente il viso del demone, nelle sembianze della donna conosciuta nella taverna, tra la folla che rideva follemente, perché era proprio di quella discordia e di quel dolore che essa si nutriva.

    Purtroppo, per quanto fuggito dalla pazzia dei suoi vecchi concittadini, l’uomo era ancora inseguito dal suo passato ben sapendo che le sue sfortune sarebbero ricadute anche sul figlio. Per un po’ tempo viaggiarono di villaggio in villaggio, prima di arrivare in una piccola comunità di umani dove, a malincuore, il mezzelfo decise di abbandonare il figlio in un orfanotrofio, sperando che non venisse mai trovato dai suoi inseguitori.


    PARTE II: Il Passato Conosciuto


    - Orfanotrofio

    Purtroppo per il bambino, gli anni vissuti nell'orfanotrofio non furono particolarmente felici poiché fu costantemente discriminato per la sua evidente discendenza elfica sia da parte degli altri orfani sia da tutti gli abitanti del villaggio, molto meno inclini ad accettare qualcuno di discendenza elfica a causa di un conflitto accaduto svariati anni prima. Di conseguenza, il bambino prese l’abitudine di tentare di celare la propria natura elfica aiutato dal direttore dell’istituto che era solito rasargli a zero i capelli per nascondere quel colorito strano. Alla fine, persino il bambino cominciò ad odiare la sua natura elfica crescendo con gli stessi pregiudizi dei suoi tutori e finendo per disprezzare tutta la stirpe elfica.

    Non avendo ricordi precedenti all'orfanotrofio, se non un ricordo sfocato di una casa in fiamme durante una notte tempestosa, il bambino non conosceva neppure il suo nome e per molti anni gli fu affibbiato un appellativo che detestava profondamente. Soltanto dopo una notte in cui la demone lo ritrovò nell'orfanotrofio, ancora alla ricerca del padre fuggito per soddisfare il suo fabbisogno di sadismo, gli sussurrò il suo nome all'orecchio come dispetto al padre mezzelfo che aveva osato dargliene un altro.

    Dal giorno seguente il bambino decise di chiamarsi Kundar, storpiando leggermente il nome che aveva sentito durante la notte ed ignaro del suo vero significato.


    3.

    - Una vita in viaggio

    Durante gli anni della crescita, l’unica persona con cui strinse un vero legame di amicizia all'interno della sua vita all'orfanotrofio fu il suo migliore amico Nathyel: un coetaneo umano dai capelli castani e gli occhi nocciola, di carattere gentile e che non l’aveva mai discriminato per la sua natura. Una volta raggiunta l’età dell’adolescenza, ormai stanchi dei soprusi subiti nell'orfanotrofio, i due amici decisero di scappare insieme iniziando a viaggiare. Sicuramente fu una vita semplice e stancante ma, per la prima volta da che ne avesse memoria, il giovane Kundar si sentii felice.

    Proprio durante la permanenza in un villaggio della regione in cui si trovarono, Kundar ebbe la fortuna di incontrare Violet di cui si innamorò perdutamente. Anch'ella si unii al loro gruppo, formando questa stramba famiglia felice itinerante ed unendosi anche in matrimonio, qualche anno dopo, con Kundar.

    Purtroppo il destino fu crudele e quella felicità di quello strano gruppo non durò a lungo. Arrivato in un villaggio quasi deserto, vennero a sapere troppo tardi dell’epidemia che si era diffusa nella zona e che aveva decimato la popolazione. Kundar fu fortunato sopravvivendo alla malattia, sua moglie e il migliore amico no.

    Rimasto distrutto da quegli eventi, il mezzosangue visse a lungo senza uno scopo preciso, affogando troppo spesso il proprio dolore nei piaceri dell’alcol e in altri vizi. Trascorsero alcuni anni prima che l’ormai uomo riuscisse a ritornare la persona semplice di un tempo.

    4.


    5-

    [IMG]http://i67.tinypic.com/xnsu51.jpg[/IMG][IMG]http://i67.tinypic.com/14t08r4.jpg[/IMG]

    (Violet - Nathyel)


    PARTE III: Percorso recente


    Rimasto da solo l’uomo riprese il suo viaggio per le varie terre soggiornando di solito solo pochi giorni nelle città che si trovava a visitare. Almeno fino a quando non giunse a Conca del Tuono. Qui cominciò a conoscere persone con cui iniziò a stringere nuovamente dei legami di amicizia e che gli permisero di riaprirsi al mondo.

    Durante una breve permanenza a Galadorwen, l’uomo affrontò poi i suoi pregiudizi verso la razza elfica e la loro cultura e, nonostante continui a non amarli particolarmente, ha fatto pace con quella parte di sangue elfico che gli scorre in corpo. Desideroso di apprendere magico, il destino lo condusse verso le Colline Ventose dove si unì ai Guardiani delle Lacrime e dove, nonostante non fosse mai stato un credente durante i suoi anni precedenti, si scoprì legato alla dea Raswa-Ti.

    Dopo una lunga prigionia alle Colline Ventosa, Kundar ha fatto ora nuovamente ritorno a Conca del Tuono per seguire l’uomo da cui intende apprendere le abilità di creare pozioni e per riunirsi ad alcune delle persone a cui si sente legato. Qui ha deciso anche di stabilire la propria dimora, stanco di una vita da perenne nomade…


    Alcune caratteristiche principali del carattere di Kundar:

    - Estrema curiosità. Non conoscendo il suo passato e le sue origini, è sempre stato spinto a scoprire nuove cose e a viaggiare. Per questo stesso motivo si è interessato alle arti magiche nonché alle pozioni e, di conseguenza, è divenuto fedele di Raswa-ti.
    Nonostante possa vivere un momento di sofferenza nello scoprire la sua discendenza demoniaca, la curiosità di scoprire sé stesso nonché ciò che è in grado di fare lo potrebbe aiutare nell'accettazione della sua natura. Per altro, è già incuriosito dall'esistenza di altre razze avendo appreso dell’esistenza di alcune razze quali i sirenidi, i demoni, i draghi.

    6.


    - Senso di unità e famiglia. Non avendo mai avuto una vera famiglia e avendo perso quella che aveva formato con la sua sposa e il suo migliore amico, Kundar tende a cercare di tenere uniti i gruppi di cui fa parte. Questo vale per il gruppo di streghe di cui fa parte e varrebbe anche per il gruppo di Conca in cui si trova ora. Per quanto potrebbe arrabbiarsi con gli altri mutaforma per avergli mentito sulla loro natura e quasi reputandoli responsabili del fatto che lo sia anch’egli, potrebbe arrivare a superare questo astio iniziale trovando almeno conforto in un eventuale “famiglia” di mutaforma. Per questo stesso motivo, seppure provasse ad espiare le proprie colpe votandosi ad eliminare il male, non farebbe mai del male ad altri mutaforma che conosce e che gli sono cari. Sia perché non li reputerebbe responsabili per la loro natura sia perché li reputerebbe parte della loro famiglia.

    7.


    - Maniaco del controllo. Non essendo stato artefice molto spesso del proprio destino, Kundar non ama particolarmente ritrovarsi in situazioni fuori dal proprio controllo o meglio in condizioni in cui non possa gestire la situazione a proprio modo. In pratica, se fosse un capo di organizzazione o di una comunità, sarebbe un rompiscatole vero e proprio perché vorrebbe che le cose fossero effettuate come lui vorrebbe.



    Ulteriori dettagli sul padre mezzelfo:

    - Uner: per quanto riguarda il passato di Uner sono rimasto volutamente sul vago, preferendo interessarmi solo di Kundar. In linea generale è un mezzelfo (figlio di un’elfo dei ghiacci e di un’umana), cresciuto in una famiglia benestante e acculturata secondo i principi elfici. Ha appreso dal padre le arti arcane mentre dalla madre le capacità di guaritore. A causa di una faida riguardante la propria dinastia elfica, i genitori e i fratelli sono stati uccisi e solo lui è riuscito a fuggire dai suoi cacciatori. Chiaramente Uner non è il suo vero nome e dovrebbe significare “Nessuno” in elfico (non l’ho aggiunto esplicitamente nel BG perché non sono sicuro potesse essere coerente con la lingua on della land).
    [IMG]http://i67.tinypic.com/3480fo9.jpg[/IMG]



    2- Una concisa ma chiara presentazione del genitore demone che possa donare un'idea della genesi; le ragioni che hanno spinto il demone a concepire.

    Hiridiar è un demone che ama seminare discordia ed assistere alla sofferenza altrui, che sia fisica o mentale, soprattutto se generata da lei stessa. Non disdegna neanche distruggere il lavoro altrui. Per questi motivi ha preso la decisione di concepire un figlio quella sera alla locanda, affinché divenisse una causa di problemi e conflitto tra il mezzelfo e i cittadini di quel villaggio già diffidenti per la diversa natura di Uner. Una volta constatato che non si era generato nessun problema, grazie alle capacità sia di guaritore sia comunicative del mezzelfo, è intervenuta affinché gli abitanti del villaggio nonché gli inseguitori di Uner si accanissero su di lui e il figlio. Ha rintracciato Kundar all'orfanotrofio unicamente per mera curiosità verso il padre e gli ha sussurrato il nome scelto da lei quasi per dispetto verso il mezzelfo che aveva osato cambiarlo, ma perdendo poi qualsiasi interesse verso di lui. Sostanzialmente Hiridiar non ha nessuno interesse a incontrare nuovamente Kundar e quest’ultimo potrebbe tranquillamente non conoscere mai la sua identità.

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    (aspetto mostrato di Hiridiar durante l'incontro alla locanda)


    [Anche Hiridiar ha un proprio significato, allo stesso modo del padre non l’ho inserita nel BG perché non so se potesse essere coerente. In ogni caso Hiridiar significherebbe Regina di Sangue, da qui il nome del bambino Cundiar ovvero Principe di Sangue]

    La caratteristica del genitore demoniaca potrebbe trasparire in Kundar come un desiderio ad amare la distruzione eil dolore, sia come forma di sadismo sia come masochismo. Ovviamente la mia intenzione sarebbe quella di far combattere questo istinto a Kundar: talvolta con successo, altre no.


    3- Una descrizione di cosa è (per il candidato) un Mutaforma e quali dovrebbero essere i tratti distintivi del suo comportarsi.

    A mio parere, l’unico vero tratto distintivo di un Mutaforma dovrebbe essere la lotta interiore tra la parte demoniaca e quella umanoide. Una lotta interna che potrebbe essere più o meno marcata seconda del carattere stesso del personaggio: un personaggio tendente ad un allineamento più negativo, potrebbe accettare più facilmente la propria natura e cedere senza problema agli istinti dovuti alla sua parte demoniaca; al contrario un personaggio tendente più ad un allineamento positivo (ed è il caso di Kundar) soffrirebbe per la sua stessa natura e sarebbe in continuo conflitto per il suo essere. In quest’ultimo caso, il mezzodemone potrebbe provare persino vergogna nei confronti di qualsiasi essere non demoniaco, reputandosi sporco al confronto. Ciò non implicherebbe che il mutaforma non possa mai cedere ai propri istinti demoniaci ma, qualora lo facesse, proverebbe rimorso e vergogna. Ovviamente una parte interessante del gestire la lotta di ogni singolo mutaforma è anche il modo in cui essa traspare nelle sue azioni e nel suo modo di rapportarsi con il resto del mondo.



    4- Motivo per cui si ritiene il pg proposto adatto a far parte della razza Mutaforma.

    Personalmente mi sono convinto a considerare adatto Kundar come possibile Mutaforma perché troverei interessante la gestione di un personaggio in un conflitto più marcato per le sue idee in completo contrasto con la parte demoniaca. Kundar non è un personaggio completamente positivo, crede attualmente che ci possa essere sia il bene che il male e che questi si alternino in un ciclo infinito. Tuttavia tende a preferire il bene, per quanto non sia un paladino che agisca di prima persona per il bene della comunità.
    Gli aspetti più interessanti che potrei giocare potrebbero essere il modo in cui Kundar potrebbe cercare di espiare le proprie “colpe” nonché la curiosità di scoprire sé stesso e fare uso delle proprie capacità.



    5- Prospettive di sviluppi di gioco in seguito ad un eventuale cambio razza, cosa cambierebbe del suo stato attuale e cosa comporterà per la psiche del Personaggio.

    Premesso che è solo un’idea del probabile sviluppo di gioco poiché preferisco muovere Kundar a seconda del giocato in on senza restrizioni precedenti, l’idea sarebbe quella di giocare un Kundar in conflitto con sé stesso che arrivi a chiudersi in sé stesso vergognandosi per la sua natura. Laddove scoprisse la natura di mezzodemone di Aeden, Xante, Kaderin ed Elenie (e mi sembra scontata vista la sua permanenza a Conca), assumerebbe un atteggiamento inizialmente ostile verso i personaggi a cui è particolarmente legato (Xante e Aeden) fino ad arrivare a pensare che il problema sia Conca stesso, considerato che si trovano tutti li. Dopodiché potrebbe far pace con gli altri ma continuare a soffrire perduratamene, non accettandosi, fino ad arrivare a trovare un modo per espiare le sue “colpe” e volgendosi a caccia del male.

    A mio parere gli unici modi in cui potrebbe, quindi, affrontare l’accettazione della propria parte demoniaca sono:
    - Grazie all'aiuto di una comunità di mutaforma, per i motivi elencati precedentemente.
    - Per uno spirito di curiosità e voglio di scoprirsi in un qualche modo
    - Redimendo sé stesso, adoperandosi per affrontare il male qualora gli fosse possibile.


    Non ho incluso alcuna informazione sul modo in cui Kundar possa scoprire progressivamente dell’esistenza dei mutaforma nonché della discendenza demoniaca perché mi sembra una questione che possa essere trattata ampiamente nel filone attuale di Conca.


    Marchio demoniaco proposto:
    [IMG]http://i63.tinypic.com/2e6eotc.jpg[/IMG]
    Avvolto attorno all'avambraccio sinistro in una spirale non chiusa, mobile principalmente tra la zona del gomito e ilposto in





    Nb. Modificato l'incipit perché scrivendo dal cellulare mi sono resa conto non si capisse nulla😅

    [Modificato da Keiko 25/01/2019 23:33]

    *~*~*~*
    Keiko
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    00 26/01/2019 13:43
    Giusto per rispondere all'incipit, ovviamente non ho cambiando alcune parti semplicemente perché penso che io debba sottostare ai tuoi pareri XD Obiettivamente, rileggendo quei pezzi, mi sono reso conto che avevi ragione (tipo la notte di passione che sembrava una notte di botte XD). In altri casi, avevo il dubbio che fosse una cosa da correggere sin dal principio (ad esempio, quella del regno lontano).


    La storia di Kundar


    [IMG]http://i64.tinypic.com/sr36.jpg[/IMG]


    PARTE I: Le Origini Ignote


    - La Nascita

    In una valle di una zona remota e poco conosciuta dell'Aengard, esisteva un piccolo e modesto villaggio composto da umani di umili origini, principalmente contadini dediti ad una vita semplice fatta solo di lavoro e preghiera. All'esterno di questo villaggio, si trovava l’unica locanda presente nel raggio di parecchie miglia e dove i viaggiatori trovavano ristoro e riposo dopo un lungo viaggio.

    Fu in questo luogo che giunse, durante una sera tranquilla di fine primavera, un giovane uomo dai capelli candidi e dalle orecchie leggermente appuntite, una rarità per quella comunità di umani che difficilmente aveva a che fare con le altre razze. Fuggito dalla sua terra di origine, l’uomo aveva viaggiato per molto tempo ed era ormai allo stremo quando i suoi occhi si posarono sull'insegna della “Rosa Spinata”. Incurante delle occhiate incuriosite o diffidenti dei clienti presenti nel locale, il mezzelfo si apprestò ad occupare un tavolo chiedendo da mangiare.

    Nonostante la presenza del giovane avesse attirato l’attenzione di tutti i clienti, il maggior interesse per l’arrivo di quel mezzelfo fu di una donna dai lunghi capelli neri, seduta da sola ad un tavolo poco distante. La donna osservò a lungo il giovane appena giunto prima di muoversi nella sua direzione spinta dalla curiosità e dalle opportunità che ne poteva trarne.

    <Cosa ci fa un mezzelfo da queste parti?> chiese la donna, affascinando immediatamente il mezzelfo con la propria bellezza <Chi sei?>
    <Sono soltanto un viaggiatore..> decise di rispondere l’altro, ancora incantato <Io sono… Uner. Voi come vi chiamate?>
    <Hiridiar>rispose.

    Desideroso di dimenticare i suoi problemi, il mezzosangue elfico accolse con gioia la compagnia di quella donna rimanendo affascinato dalla sua bellezza e dai suoi modi. Avendo viaggiato da solo per molto tempo, il mezzelfo riuscì a sfogarsi per la prima volta con qualcuno arrivando a discutere persino del suo passato; allo stesso modo, la donna tentò di convincerlo a lungo del fatto che non c'era bisogno che continuasse a fuggire e di iniziare una nuova vita in quel luogo. Non fu una sorpresa che conclusero poi la serata in una camera della locanda.
    Il mattino seguente, tuttavia, la donna scomparve nel nulla lasciando che il mezzelfo si svegliasse da solo nel proprio letto con le sole prove della notte di ardente passione appena trascorsa e i lasciti che questa aveva lasciato sulla sua pelle.


    Dopo la lunga chiacchierata della sera precedente con quella donna, tuttavia, il mezzelfo si lasciò convincere a rimanere in quel villaggio assumendo definitivamente il nome di Uner ed occupando una modesta casa sul confine del villaggio, dove iniziò l’attività di guaritore facendo uso sia delle sue conoscenze erboristiche sia delle sue abilità arcane.

    Solo durante una fredda serata di inverno, Hiridiar si presentò alla porta del guaritore in avanzato stato di gravidanza e rivelando all'altro di aspettare suo figlio. Quella notte stessa la donna partorì con l’aiuto di Uner, dando alla luce un bambino con gli stessi capelli candidi del padre ma riferendo anche di appartenere ad una dinastia di streghe oscure.

    <Ah, peccato. Speravo in una femmina..> disse la donna lanciando solo un’occhiata al neonato, già ripresa dalle fatiche dal parto [pezzo eliminato] <In questo caso… il suo nome è Cundiar>
    Subito dopo sparì letteralmente nell'ombra, lasciando come unica testimonianza del suo passaggio il bambino in braccio ad Uner.

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    - Primi anni di vita

    Nonostante avesse appreso della natura malvagia della donna, per quanto ignaro del fatto che fosse un demone, l’uomo crebbe il figlio con tutto l’amore possibile dandogli un nome personale e rifiutando quello che gli aveva attribuito la madre. Tutto sommato il bambino venne accolto in modo amorevole anche dai concittadini di quel villaggio; nello stesso modo in cui venne accettato il padre diventato ormai uno stimato guaritore.

    Sin dall'inizio il demone aveva sperato che la presenza di un mezzelfo in un villaggio di soli umani potesse scatenare la discordia con relativa sofferenza e, per questo motivo, fu molto contrariato nel constatare la situazione quando fece ritorno qualche anno dopo.
    Peggio ancora: il figlio che aveva generato non aveva creato nessuna discordia, venendo accettato tranquillamente tra quegli stolti contadini.

    Fu allora che decise di vendicarsi ponendo in essere un piano di vendetta. Per circa un anno, fece in modo che nel villaggio accadessero tutta una serie di disgrazie ai poveri concittadini (l’incendio del piccolo tempio dove morirono una dozzina di fedeli, lo sterminio di parecchi animali di alcuni allevamenti, la caduta dell’oste dal tetto della locanda, la perdita delle botti di birra alla locanda, e così via) per poi iniziare a sussurrare nelle orecchie degli abitanti del villaggio, assumendo vari aspetti, come la causa di tutte quelle disgrazie fossero dovute alla presenza di Uner e il suo figlio bastardo. Fu in questo modo che, in poco tempo, la stima del villaggio verso il proprio guaritore divenne disprezzo e, infine, pure odio.

    Come se questo non bastasse, il demone fece anche in modo che le persone da cui Uner era fuggito sin dal principio e di cui aveva strappato le informazioni durante la sera del loro primo incontro riuscissero a capire dove questo si trovasse.

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    Non passò molto tempo che il guaritore fu costretto letteralmente a fuggire, durante una notte tempestosa mentre la loro casa veniva data alle fiamme, con poche cose addosso e con il figlio di quasi sei anni da una folla inferocita di quel villaggio. Ma riuscì a notare ugualmente il viso del demone, nelle sembianze della donna conosciuta nella taverna, tra la folla che rideva follemente, perché era proprio di quella discordia e di quel dolore che essa si nutriva.

    Purtroppo, per quanto fuggito dalla pazzia dei suoi vecchi concittadini, l’uomo era ancora inseguito dal suo passato ben sapendo che le sue sfortune sarebbero ricadute anche sul figlio. Per un po’ tempo viaggiarono di villaggio in villaggio, prima di arrivare in una piccola comunità di umani dove, a malincuore, il mezzelfo decise di abbandonare il figlio in un orfanotrofio, sperando che non venisse mai trovato dai suoi inseguitori.


    PARTE II: Il Passato Conosciuto


    - Orfanotrofio

    Purtroppo per il bambino, gli anni vissuti nell'orfanotrofio non furono particolarmente felici poiché fu costantemente discriminato per la sua evidente discendenza elfica sia da parte degli altri orfani sia da tutti gli abitanti del villaggio, molto meno inclini ad accettare qualcuno di discendenza elfica a causa di un conflitto accaduto svariati anni prima. Di conseguenza, il bambino prese l’abitudine di tentare di celare la propria natura elfica aiutato dal direttore dell’istituto che era solito rasargli a zero i capelli per nascondere quel colorito strano. Alla fine, persino il bambino cominciò ad odiare la sua natura elfica crescendo con gli stessi pregiudizi dei suoi tutori e finendo per disprezzare tutta la stirpe elfica.

    Non avendo ricordi precedenti all'orfanotrofio, se non un ricordo sfocato di una casa in fiamme durante una notte tempestosa, il bambino non conosceva neppure il suo nome e per molti anni gli fu affibbiato un appellativo che detestava profondamente. Soltanto dopo una notte in cui la demone lo ritrovò nell'orfanotrofio, ancora alla ricerca del padre fuggito per soddisfare il suo fabbisogno di sadismo, gli sussurrò il suo nome all'orecchio come dispetto al padre mezzelfo che aveva osato dargliene un altro.

    Dal giorno seguente il bambino decise di chiamarsi Kundar, storpiando leggermente il nome che aveva sentito durante la notte ed ignaro del suo vero significato.

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    - Una vita in viaggio

    Durante gli anni della crescita, l’unica persona con cui strinse un vero legame di amicizia all'interno della sua vita all'orfanotrofio fu il suo migliore amico Nathyel: un coetaneo umano dai capelli castani e gli occhi nocciola, di carattere gentile e che non l’aveva mai discriminato per la sua natura. Una volta raggiunta l’età dell’adolescenza, ormai stanchi dei soprusi subiti nell'orfanotrofio, i due amici decisero di scappare insieme iniziando a viaggiare. Sicuramente fu una vita semplice e stancante ma, per la prima volta da che ne avesse memoria, il giovane Kundar si sentii felice.

    Proprio durante la permanenza in un villaggio della regione in cui si trovarono, Kundar ebbe la fortuna di incontrare Violet di cui si innamorò perdutamente. Anch'ella si unii al loro gruppo, formando questa stramba famiglia felice itinerante ed unendosi anche in matrimonio, qualche anno dopo, con Kundar.

    Purtroppo il destino fu crudele e quella felicità di quello strano gruppo non durò a lungo. Arrivato in un villaggio quasi deserto, vennero a sapere troppo tardi dell’epidemia che si era diffusa nella zona e che aveva decimato la popolazione. Kundar fu fortunato sopravvivendo alla malattia, sua moglie e il migliore amico no.

    Rimasto distrutto da quegli eventi, il mezzosangue visse a lungo senza uno scopo preciso, affogando troppo spesso il proprio dolore nei piaceri dell’alcol e in altri vizi. Trascorsero alcuni anni prima che l’ormai uomo provasse a ritornare la persona semplice di un tempo, nascondendo le cicatrici lasciate dalla perdita di quelle persone care.

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    [IMG]http://i67.tinypic.com/xnsu51.jpg[/IMG][IMG]http://i67.tinypic.com/14t08r4.jpg[/IMG]

    (Violet - Nathyel)


    PARTE III: Percorso recente


    Rimasto da solo l’uomo riprese il suo viaggio per le varie terre soggiornando di solito solo pochi giorni nelle città che si trovava a visitare. Almeno fino a quando non giunse a Conca del Tuono. Qui cominciò a conoscere persone con cui iniziò a stringere nuovamente dei legami di amicizia e che gli permisero di riaprirsi al mondo.

    Durante una breve permanenza a Galadorwen, l’uomo affrontò poi i suoi pregiudizi verso la razza elfica e la loro cultura e, nonostante continui a non amarli particolarmente, ha fatto pace con quella parte di sangue elfico che gli scorre in corpo. Desideroso di apprendere magico, il destino lo condusse verso le Colline Ventose dove si unì ai Guardiani delle Lacrime e dove, nonostante non fosse mai stato un credente durante i suoi anni precedenti, si scoprì legato alla dea Raswa-Ti.

    Dopo una lunga prigionia alle Colline Ventosa, Kundar ha fatto ora nuovamente ritorno a Conca del Tuono per seguire l’uomo da cui intende apprendere le abilità di creare pozioni e per riunirsi ad alcune delle persone a cui si sente legato. Qui ha deciso anche di stabilire la propria dimora, stanco di una vita da perenne nomade…


    Alcune caratteristiche principali del carattere di Kundar:

    - Estrema curiosità. Non conoscendo il suo passato e le sue origini, è sempre stato spinto a scoprire nuove cose e a viaggiare. Per questo stesso motivo si è interessato alle arti magiche nonché alle pozioni e, di conseguenza, è divenuto fedele di Raswa-ti.
    Nonostante possa vivere un momento di sofferenza nello scoprire la sua discendenza demoniaca, la curiosità di scoprire sé stesso nonché ciò che è in grado di fare lo potrebbe aiutare nell'accettazione della sua natura. Per altro, è già incuriosito dall'esistenza di altre razze avendo appreso dell’esistenza di alcune razze quali i sirenidi, i demoni, i draghi.

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    - Senso di unità e famiglia. Non avendo mai avuto una vera famiglia e avendo perso quella che aveva formato con la sua sposa e il suo migliore amico, Kundar tende a cercare di tenere uniti i gruppi di cui fa parte. Questo vale per il gruppo di streghe di cui fa parte e varrebbe anche per il gruppo di Conca in cui si trova ora. Per quanto potrebbe arrabbiarsi con gli altri mutaforma per avergli mentito sulla loro natura e quasi reputandoli responsabili del fatto che lo sia anch’egli, potrebbe arrivare a superare questo astio iniziale trovando almeno conforto in un eventuale “famiglia” di mutaforma. Per questo stesso motivo, seppure provasse ad espiare le proprie colpe votandosi ad eliminare il male, non farebbe mai del male ad altri mutaforma che conosce e che gli sono cari. Sia perché non li reputerebbe responsabili per la loro natura sia perché li reputerebbe parte della loro famiglia.

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    - Maniaco del controllo. Non essendo stato artefice molto spesso del proprio destino, Kundar non ama particolarmente ritrovarsi in situazioni fuori dal proprio controllo o meglio in condizioni in cui non possa gestire la situazione a proprio modo. In pratica, se fosse un capo di organizzazione o di una comunità, sarebbe un rompiscatole vero e proprio perché vorrebbe che le cose fossero effettuate come lui vorrebbe.



    Ulteriori dettagli sul padre mezzelfo:

    - Uner: per quanto riguarda il passato di Uner sono rimasto volutamente sul vago, preferendo interessarmi solo di Kundar. In linea generale è un mezzelfo (figlio di un’elfo dei ghiacci e di un’umana), cresciuto in una famiglia benestante e acculturata secondo i principi elfici. Ha appreso dal padre le arti arcane mentre dalla madre le capacità di guaritore. A causa di una faida riguardante la propria dinastia elfica, i genitori e i fratelli sono stati uccisi e solo lui è riuscito a fuggire dai suoi cacciatori. Chiaramente Uner non è il suo vero nome e dovrebbe significare “Nessuno” in elfico (non l’ho aggiunto esplicitamente nel BG perché non sono sicuro potesse essere coerente con la lingua on della land).
    [IMG]http://i67.tinypic.com/3480fo9.jpg[/IMG]



    2- Una concisa ma chiara presentazione del genitore demone che possa donare un'idea della genesi; le ragioni che hanno spinto il demone a concepire.

    Hiridiar è un demone che ama seminare discordia ed assistere alla sofferenza altrui, che sia fisica o mentale, soprattutto se generata da lei stessa. Non disdegna neanche distruggere il lavoro altrui. Per questi motivi ha preso la decisione di concepire un figlio quella sera alla locanda, affinché divenisse una causa di problemi e conflitto tra il mezzelfo e i cittadini di quel villaggio già diffidenti per la diversa natura di Uner. Una volta constatato che non si era generato nessun problema, grazie alle capacità sia di guaritore sia comunicative del mezzelfo, è intervenuta affinché gli abitanti del villaggio nonché gli inseguitori di Uner si accanissero su di lui e il figlio. Ha rintracciato Kundar all'orfanotrofio unicamente per mera curiosità verso il padre e gli ha sussurrato il nome scelto da lei quasi per dispetto verso il mezzelfo che aveva osato cambiarlo, ma perdendo poi qualsiasi interesse verso di lui. Sostanzialmente Hiridiar non ha nessuno interesse a incontrare nuovamente Kundar e quest’ultimo potrebbe tranquillamente non conoscere mai la sua identità.

    [IMG]http://i64.tinypic.com/rand6c.jpg[/IMG]

    (aspetto mostrato di Hiridiar durante l'incontro alla locanda)


    [Anche Hiridiar ha un proprio significato, allo stesso modo del padre non l’ho inserita nel BG perché non so se potesse essere coerente. In ogni caso Hiridiar significherebbe Regina di Sangue, da qui il nome del bambino Cundiar ovvero Principe di Sangue]

    La caratteristica del genitore demoniaca potrebbe trasparire in Kundar come un desiderio ad amare la distruzione eil dolore, sia come forma di sadismo sia come masochismo. Ovviamente la mia intenzione sarebbe quella di far combattere questo istinto a Kundar: talvolta con successo, altre no.


    3- Una descrizione di cosa è (per il candidato) un Mutaforma e quali dovrebbero essere i tratti distintivi del suo comportarsi.

    A mio parere, l’unico vero tratto distintivo di un Mutaforma dovrebbe essere la lotta interiore tra la parte demoniaca e quella umanoide. Una lotta interna che potrebbe essere più o meno marcata seconda del carattere stesso del personaggio: un personaggio tendente ad un allineamento più negativo, potrebbe accettare più facilmente la propria natura e cedere senza problema agli istinti dovuti alla sua parte demoniaca; al contrario un personaggio tendente più ad un allineamento positivo (ed è il caso di Kundar) soffrirebbe per la sua stessa natura e sarebbe in continuo conflitto per il suo essere. In quest’ultimo caso, il mezzodemone potrebbe provare persino vergogna nei confronti di qualsiasi essere non demoniaco, reputandosi sporco al confronto. Ciò non implicherebbe che il mutaforma non possa mai cedere ai propri istinti demoniaci ma, qualora lo facesse, proverebbe rimorso e vergogna. Ovviamente una parte interessante del gestire la lotta di ogni singolo mutaforma è anche il modo in cui essa traspare nelle sue azioni e nel suo modo di rapportarsi con il resto del mondo.



    4- Motivo per cui si ritiene il pg proposto adatto a far parte della razza Mutaforma.

    Personalmente mi sono convinto a considerare adatto Kundar come possibile Mutaforma perché troverei interessante la gestione di un personaggio in un conflitto più marcato per le sue idee in completo contrasto con la parte demoniaca. Kundar non è un personaggio completamente positivo, crede attualmente che ci possa essere sia il bene che il male e che questi si alternino in un ciclo infinito. Tuttavia tende a preferire il bene, per quanto non sia un paladino che agisca di prima persona per il bene della comunità.
    Gli aspetti più interessanti che potrei giocare potrebbero essere il modo in cui Kundar potrebbe cercare di espiare le proprie “colpe” nonché la curiosità di scoprire sé stesso e fare uso delle proprie capacità.



    5- Prospettive di sviluppi di gioco in seguito ad un eventuale cambio razza, cosa cambierebbe del suo stato attuale e cosa comporterà per la psiche del Personaggio.

    Premesso che è solo un’idea del probabile sviluppo di gioco poiché preferisco muovere Kundar a seconda del giocato in on senza restrizioni precedenti, l’idea sarebbe quella di giocare un Kundar in conflitto con sé stesso che arrivi a chiudersi in sé stesso vergognandosi per la sua natura. Laddove scoprisse la natura di mezzodemone di Aeden, Xante, Kaderin ed Elenie (e mi sembra scontata vista la sua permanenza a Conca), assumerebbe un atteggiamento inizialmente ostile verso i personaggi a cui è particolarmente legato (Xante e Aeden) fino ad arrivare a pensare che il problema sia Conca stesso, considerato che si trovano tutti li. Dopodiché potrebbe far pace con gli altri ma continuare a soffrire perduratamene, non accettandosi, fino ad arrivare a trovare un modo per espiare le sue “colpe” e volgendosi a caccia del male.

    A mio parere gli unici modi in cui potrebbe, quindi, affrontare l’accettazione della propria parte demoniaca sono:
    - Grazie all'aiuto di una comunità di mutaforma, per i motivi elencati precedentemente.
    - Per uno spirito di curiosità e voglio di scoprirsi in un qualche modo
    - Redimendo sé stesso, adoperandosi per affrontare il male qualora gli fosse possibile.


    Non ho incluso alcuna informazione sul modo in cui Kundar possa scoprire progressivamente dell’esistenza dei mutaforma nonché della discendenza demoniaca perché mi sembra una questione che possa essere trattata ampiamente nel filone attuale di Conca.


    Marchio demoniaco proposto:
    [IMG]http://i63.tinypic.com/2e6eotc.jpg[/IMG]
    Avvolto attorno all'avambraccio sinistro in una spirale non chiusa, mobile principalmente tra la zona del gomito e ilposto in






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    00 26/01/2019 14:43
    Re:
    Phoenixwhite, 26/01/2019 13.43:



    La storia di Kundar


    [IMG]http://i64.tinypic.com/sr36.jpg[/IMG]


    PARTE I: Le Origini Ignote


    - La Nascita

    In una valle di una zona remota e poco conosciuta dell'Aengard, esisteva un piccolo e modesto villaggio composto da umani di umili origini, principalmente contadini dediti ad una vita semplice fatta solo di lavoro e preghiera. All'esterno di questo villaggio, si trovava l’unica locanda presente nel raggio di parecchie miglia e dove i viaggiatori trovavano ristoro e riposo dopo un lungo viaggio.

    Fu in questo luogo che giunse, durante una sera tranquilla di fine primavera, un giovane uomo dai capelli candidi e dalle orecchie leggermente appuntite,una rarità per quella comunità di umani che difficilmente aveva a che fare con le altre razze. Fuggito dalla sua terra di origine, l’uomo aveva viaggiato per molto tempo ed era ormai allo stremo quando i suoi occhi si posarono sull'insegna della “Rosa Spinata”. Incurante delle occhiate incuriosite o diffidenti dei clienti presenti nel locale, il mezzelfo si apprestò ad occupare un tavolo chiedendo da mangiare.

    Nonostante la presenza del giovane avesse attirato l’attenzione di tutti i clienti, il maggior interesse per l’arrivo di quel mezzelfo fu di una donna dai lunghi capelli neri, seduta da sola ad un tavolo poco distante. La donna osservò a lungo il giovane appena giunto prima di muoversi nella sua direzione spinta dalla curiosità e dalle opportunità che ne poteva trarne.

    chiese la donna, affascinando immediatamente il mezzelfo con la propria bellezza
    decise di rispondere l’altro, ancora incantato Uner. Voi come vi chiamate?>
    <Hiridiar>rispose.

    Desideroso di dimenticare i suoi problemi, il mezzosangue elfico accolse con gioia la compagnia di quella donna rimanendo affascinato dalla sua bellezza e dai suoi modi. Avendo viaggiato da solo per molto tempo, il mezzelfo riuscì a sfogarsi per la prima volta con qualcuno arrivando a discutere persino del suo passato; allo stesso modo, la donna tentò di convincerlo a lungo del fatto che non c'era bisogno che continuasse a fuggire e di iniziare una nuova vita in quel luogo. Non fu una sorpresa che conclusero poi la serata in una camera della locanda.
    Il mattino seguente, tuttavia, la donna scomparve nel nulla lasciando che il mezzelfo si svegliasse da solo nel proprio letto con le sole prove della notte di ardente passione appena trascorsa e i lasciti che questa aveva lasciato sulla sua pelle.

    Dopo la lunga chiacchierata della sera precedente con quella donna, tuttavia, il mezzelfo si lasciò convincere a rimanere in quel villaggio assumendo definitivamente il nome di Uner ed occupando una modesta casa sul confine del villaggio, dove iniziò l’attività di guaritore facendo uso sia delle sue conoscenze erboristiche sia delle sue abilità arcane.

    Solo durante una fredda serata di inverno, Hiridiar si presentò alla porta del guaritore in avanzato stato di gravidanza e rivelando all'altro di aspettare suo figlio. Quella notte stessa la donna partorì con l’aiuto di Uner, dando alla luce un bambino con gli stessi capelli candidi del padre ma riferendo anche di appartenere ad una dinastia di streghe oscure.

    disse la donna lanciando solo un’occhiata al neonato, già ripresa dalle fatiche dal parto Cundiar>
    Subito dopo sparì letteralmente nell'ombra, lasciando come unica testimonianza del suo passaggio il bambino in braccio ad Uner.

    1



    - Primi anni di vita

    Nonostante avesse appreso della natura malvagia della donna, per quanto ignaro del fatto che fosse un demone, l’uomo crebbe il figlio con tutto l’amore possibile dandogli un nome personale e rifiutando quello che gli aveva attribuito la madre. Tutto sommato il bambino venne accolto in modo amorevole anche dai concittadini di quel villaggio; nello stesso modo in cui venne accettato il padre diventato ormai uno stimato guaritore.

    Sin dall'inizio il demone aveva sperato che la presenza di un mezzelfo in un villaggio di soli umani potesse scatenare la discordia con relativa sofferenza e, per questo motivo, fu molto contrariato nel constatare la situazione quando fece ritorno qualche anno dopo.
    Peggio ancora: il figlio che aveva generato non aveva creato nessuna discordia, venendo accettato tranquillamente tra quegli stolti contadini.

    Fu allora che decise di vendicarsi ponendo in essere un piano di vendetta. Per circa un anno, fece in modo che nel villaggio accadessero tutta una serie di disgrazie ai poveri concittadini (l’incendio del piccolo tempio dove morirono una dozzina di fedeli, lo sterminio di parecchi animali di alcuni allevamenti, la caduta dell’oste dal tetto della locanda, la perdita delle botti di birra alla locanda, e così via) per poi iniziare a sussurrare nelle orecchie degli abitanti del villaggio, assumendo vari aspetti, come la causa di tutte quelle disgrazie fossero dovute alla presenza di Uner e il suo figlio bastardo. Fu in questo modo che, in poco tempo, la stima del villaggio verso il proprio guaritore divenne disprezzo e, infine, pure odio.

    Come se questo non bastasse, il demone fece anche in modo che le persone da cui Uner era fuggito sin dal principio e di cui aveva strappato le informazioni durante la sera del loro primo incontro riuscissero a capire dove questo si trovasse.

    2


    Non passò molto tempo che il guaritore fu costretto letteralmente a fuggire, durante una notte tempestosa mentre la loro casa veniva data alle fiamme, con poche cose addosso e con il figlio di quasi sei anni da una folla inferocita di quel villaggio. Ma riuscì a notare ugualmente il viso del demone, nelle sembianze della donna conosciuta nella taverna, tra la folla che rideva follemente, perché era proprio di quella discordia e di quel dolore che essa si nutriva.

    Purtroppo, per quanto fuggito dalla pazzia dei suoi vecchi concittadini, l’uomo era ancora inseguito dal suo passato ben sapendo che le sue sfortune sarebbero ricadute anche sul figlio. Per un po’ tempo viaggiarono di villaggio in villaggio, prima di arrivare in una piccola comunità di umani dove, a malincuore, il mezzelfo decise di abbandonare il figlio in un orfanotrofio, sperando che non venisse mai trovato dai suoi inseguitori.


    PARTE II: Il Passato Conosciuto


    - Orfanotrofio

    Purtroppo per il bambino, gli anni vissuti nell'orfanotrofio non furono particolarmente felici poiché fu costantemente discriminato per la sua evidente discendenza elfica sia da parte degli altri orfani sia da tutti gli abitanti del villaggio, molto meno inclini ad accettare qualcuno di discendenza elfica a causa di un conflitto accaduto svariati anni prima. Di conseguenza, il bambino prese l’abitudine di tentare di celare la propria natura elfica aiutato dal direttore dell’istituto che era solito rasargli a zero i capelli per nascondere quel colorito strano. Alla fine, persino il bambino cominciò ad odiare la sua natura elfica crescendo con gli stessi pregiudizi dei suoi tutori e finendo per disprezzare tutta la stirpe elfica.

    Non avendo ricordi precedenti all'orfanotrofio, se non un ricordo sfocato di una casa in fiamme durante una notte tempestosa, il bambino non conosceva neppure il suo nome e per molti anni gli fu affibbiato un appellativo che detestava profondamente. Soltanto dopo una notte in cui la demone lo ritrovò nell'orfanotrofio, ancora alla ricerca del padre fuggito per soddisfare il suo fabbisogno di sadismo, gli sussurrò il suo nome all'orecchio come dispetto al padre mezzelfo che aveva osato dargliene un altro.

    Dal giorno seguente il bambino decise di chiamarsi Kundar, storpiando leggermente il nome che aveva sentito durante la notte ed ignaro del suo vero significato.

    3


    - Una vita in viaggio

    Durante gli anni della crescita, l’unica persona con cui strinse un vero legame di amicizia all'interno della sua vita all'orfanotrofio fu il suo migliore amico Nathyel: un coetaneo umano dai capelli castani e gli occhi nocciola, di carattere gentile e che non l’aveva mai discriminato per la sua natura. Una volta raggiunta l’età dell’adolescenza, ormai stanchi dei soprusi subiti nell'orfanotrofio, i due amici decisero di scappare insieme iniziando a viaggiare. Sicuramente fu una vita semplice e stancante ma, per la prima volta da che ne avesse memoria, il giovane Kundar si sentii felice.

    Proprio durante la permanenza in un villaggio della regione in cui si trovarono, Kundar ebbe la fortuna di incontrare Violet di cui si innamorò perdutamente. Anch'ella si unii al loro gruppo, formando questa stramba famiglia felice itinerante ed unendosi anche in matrimonio, qualche anno dopo, con Kundar.

    Purtroppo il destino fu crudele e quella felicità di quello strano gruppo non durò a lungo. Arrivato in un villaggio quasi deserto, vennero a sapere troppo tardi dell’epidemia che si era diffusa nella zona e che aveva decimato la popolazione. Kundar fu fortunato sopravvivendo alla malattia, sua moglie e il migliore amico no.

    Rimasto distrutto da quegli eventi, il mezzosangue visse a lungo senza uno scopo preciso, affogando troppo spesso il proprio dolore nei piaceri dell’alcol e in altri vizi. Trascorsero alcuni anni prima che l’ormai uomo provasse a ritornare la persona semplice di un tempo, nascondendo le cicatrici lasciate dalla perdita di quelle persone care.

    4


    [IMG]http://i67.tinypic.com/xnsu51.jpg[/IMG][IMG]http://i67.tinypic.com/14t08r4.jpg[/IMG]

    (Violet - Nathyel)


    PARTE III: Percorso recente


    Rimasto da solo l’uomo riprese il suo viaggio per le varie terre soggiornando di solito solo pochi giorni nelle città che si trovava a visitare. Almeno fino a quando non giunse a Conca del Tuono. Qui cominciò a conoscere persone con cui iniziò a stringere nuovamente dei legami di amicizia e che gli permisero di riaprirsi al mondo.

    Durante una breve permanenza a Galadorwen, l’uomo affrontò poi i suoi pregiudizi verso la razza elfica e la loro cultura e, nonostante continui a non amarli particolarmente, ha fatto pace con quella parte di sangue elfico che gli scorre in corpo. Desideroso di apprendere magico, il destino lo condusse verso le Colline Ventose dove si unì ai Guardiani delle Lacrime e dove, nonostante non fosse mai stato un credente durante i suoi anni precedenti, si scoprì legato alla dea Raswa-Ti.

    Dopo una lunga prigionia alle Colline Ventosa, Kundar ha fatto ora nuovamente ritorno a Conca del Tuono per seguire l’uomo da cui intende apprendere le abilità di creare pozioni e per riunirsi ad alcune delle persone a cui si sente legato. Qui ha deciso anche di stabilire la propria dimora, stanco di una vita da perenne nomade…


    Alcune caratteristiche principali del carattere di Kundar:

    - Estrema curiosità. Non conoscendo il suo passato e le sue origini, è sempre stato spinto a scoprire nuove cose e a viaggiare. Per questo stesso motivo si è interessato alle arti magiche nonché alle pozioni e, di conseguenza, è divenuto fedele di Raswa-ti.
    Nonostante possa vivere un momento di sofferenza nello scoprire la sua discendenza demoniaca, la curiosità di scoprire sé stesso nonché ciò che è in grado di fare lo potrebbe aiutare nell'accettazione della sua natura. Per altro, è già incuriosito dall'esistenza di altre razze avendo appreso dell’esistenza di alcune razze quali i sirenidi, i demoni, i draghi.

    - Senso di unità e famiglia. Non avendo mai avuto una vera famiglia e avendo perso quella che aveva formato con la sua sposa e il suo migliore amico, Kundar tende a cercare di tenere uniti i gruppi di cui fa parte. Questo vale per il gruppo di streghe di cui fa parte e varrebbe anche per il gruppo di Conca in cui si trova ora. Per quanto potrebbe arrabbiarsi con gli altri mutaforma per avergli mentito sulla loro natura e quasi reputandoli responsabili del fatto che lo sia anch’egli, potrebbe arrivare a superare questo astio iniziale trovando almeno conforto in un eventuale “famiglia” di mutaforma. Per questo stesso motivo, seppure provasse ad espiare le proprie colpe votandosi ad eliminare il male, non farebbe mai del male ad altri mutaforma che conosce e che gli sono cari. Sia perché non li reputerebbe responsabili per la loro natura sia perché li reputerebbe parte della loro famiglia.


    - Maniaco del controllo. Non essendo stato artefice molto spesso del proprio destino, Kundar non ama particolarmente ritrovarsi in situazioni fuori dal proprio controllo o meglio in condizioni in cui non possa gestire la situazione a proprio modo. In pratica, se fosse un capo di organizzazione o di una comunità, sarebbe un rompiscatole vero e proprio perché vorrebbe che le cose fossero effettuate come lui vorrebbe.


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    6.

    Ulteriori dettagli sul padre mezzelfo:

    - Uner: per quanto riguarda il passato di Uner sono rimasto volutamente sul vago, preferendo interessarmi solo di Kundar. In linea generale è un mezzelfo (figlio di un’elfo dei ghiacci e di un’umana), cresciuto in una famiglia benestante e acculturata secondo i principi elfici. Ha appreso dal padre le arti arcane mentre dalla madre le capacità di guaritore. A causa di una faida riguardante la propria dinastia elfica
    7.
    , i genitori e i fratelli sono stati uccisi e solo lui è riuscito a fuggire dai suoi cacciatori. Chiaramente Uner non è il suo vero nome e dovrebbe significare “Nessuno” in elfico (non l’ho aggiunto esplicitamente nel BG perché non sono sicuro potesse essere coerente con la lingua on della land).
    [IMG]http://i67.tinypic.com/3480fo9.jpg[/IMG]



    2- Una concisa ma chiara presentazione del genitore demone che possa donare un'idea della genesi; le ragioni che hanno spinto il demone a concepire.

    Hiridiar è un demone che ama seminare discordia ed assistere alla sofferenza altrui, che sia fisica o mentale, soprattutto se generata da lei stessa. Non disdegna neanche distruggere il lavoro altrui. Per questi motivi ha preso la decisione di concepire un figlio quella sera alla locanda, affinché divenisse una causa di problemi e conflitto tra il mezzelfo e i cittadini di quel villaggio già diffidenti per la diversa natura di Uner. Una volta constatato che non si era generato nessun problema, grazie alle capacità sia di guaritore sia comunicative del mezzelfo, è intervenuta affinché gli abitanti del villaggio nonché gli inseguitori di Uner si accanissero su di lui e il figlio. Ha rintracciato Kundar all'orfanotrofio unicamente per mera curiosità verso il padre e gli ha sussurrato il nome scelto da lei quasi per dispetto verso il mezzelfo che aveva osato cambiarlo, ma perdendo poi qualsiasi interesse verso di lui. Sostanzialmente Hiridiar non ha nessuno interesse a incontrare nuovamente Kundar e quest’ultimo potrebbe tranquillamente non conoscere mai la sua identità.

    [IMG]http://i64.tinypic.com/rand6c.jpg[/IMG]

    (aspetto mostrato di Hiridiar durante l'incontro alla locanda)


    [Anche Hiridiar ha un proprio significato, allo stesso modo del padre non l’ho inserita nel BG perché non so se potesse essere coerente. In ogni caso Hiridiar significherebbe Regina di Sangue, da qui il nome del bambino Cundiar ovvero Principe di Sangue]

    La caratteristica del genitore demoniaca potrebbe trasparire in Kundar come un desiderio ad amare la distruzione e il dolore, sia come forma di sadismo sia come masochismo. Ovviamente la mia intenzione sarebbe quella di far combattere questo istinto a Kundar: talvolta con successo, altre no.

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    3- Una descrizione di cosa è (per il candidato) un Mutaforma e quali dovrebbero essere i tratti distintivi del suo comportarsi.

    A mio parere, l’unico vero tratto distintivo
    9.
    di un Mutaforma dovrebbe essere la lotta interiore tra la parte demoniaca e quella umanoide. Una lotta interna che potrebbe essere più o meno marcata seconda del carattere stesso del personaggio: un personaggio tendente ad un allineamento più negativo, potrebbe accettare più facilmente la propria natura e cedere senza problema agli istinti dovuti alla sua parte demoniaca; al contrario un personaggio tendente più ad un allineamento positivo (ed è il caso di Kundar) soffrirebbe per la sua stessa natura e sarebbe in continuo conflitto per il suo essere. In quest’ultimo caso, il mezzodemone potrebbe provare persino vergogna nei confronti di qualsiasi essere non demoniaco, reputandosi sporco al confronto. Ciò non implicherebbe che il mutaforma non possa mai cedere ai propri istinti demoniaci ma, qualora lo facesse, proverebbe rimorso e vergogna. Ovviamente una parte interessante del gestire la lotta di ogni singolo mutaforma è anche il modo in cui essa traspare nelle sue azioni e nel suo modo di rapportarsi con il resto del mondo.



    4- Motivo per cui si ritiene il pg proposto adatto a far parte della razza Mutaforma.

    Personalmente mi sono convinto a considerare adatto Kundar come possibile Mutaforma perché troverei interessante la gestione di un personaggio in un conflitto più marcato per le sue idee in completo contrasto con la parte demoniaca. Kundar non è un personaggio completamente positivo, crede attualmente che ci possa essere sia il bene che il male e che questi si alternino in un ciclo infinito. Tuttavia tende a preferire il bene, per quanto non sia un paladino che agisca di prima persona per il bene della comunità.
    Gli aspetti più interessanti che potrei giocare potrebbero essere il modo in cui Kundar potrebbe cercare di espiare le proprie “colpe” nonché la curiosità di scoprire sé stesso e fare uso delle proprie capacità.



    5- Prospettive di sviluppi di gioco in seguito ad un eventuale cambio razza, cosa cambierebbe del suo stato attuale e cosa comporterà per la psiche del Personaggio.

    Premesso che è solo un’idea del probabile sviluppo di gioco poiché preferisco muovere Kundar a seconda del giocato in on senza restrizioni precedenti, l’idea sarebbe quella di giocare un Kundar in conflitto con sé stesso che arrivi a chiudersi in sé stesso vergognandosi per la sua natura. Laddove scoprisse la natura di mezzodemone di Aeden, Xante, Kaderin ed Elenie (e mi sembra scontata vista la sua permanenza a Conca), assumerebbe un atteggiamento inizialmente ostile verso i personaggi a cui è particolarmente legato (Xante e Aeden) fino ad arrivare a pensare che il problema sia Conca stesso, considerato che si trovano tutti li. Dopodiché potrebbe far pace con gli altri ma continuare a soffrire perduratamene, non accettandosi, fino ad arrivare a trovare un modo per espiare le sue “colpe” e volgendosi a caccia del male.

    A mio parere gli unici modi in cui potrebbe, quindi, affrontare l’accettazione della propria parte demoniaca sono:
    - Grazie all'aiuto di una comunità di mutaforma, per i motivi elencati precedentemente.
    - Per uno spirito di curiosità e voglio di scoprirsi in un qualche modo
    - Redimendo sé stesso, adoperandosi per affrontare il male qualora gli fosse possibile.


    Non ho incluso alcuna informazione sul modo in cui Kundar possa scoprire progressivamente dell’esistenza dei mutaforma nonché della discendenza demoniaca perché mi sembra una questione che possa essere trattata ampiamente nel filone attuale di Conca.


    Marchio demoniaco proposto:
    [IMG]http://i63.tinypic.com/2e6eotc.jpg[/IMG]
    Avvolto attorno all'avambraccio sinistro in una spirale non chiusa, mobile principalmente tra la zona del gomito e ilposto in








    Mi fermo al punto 8 prima di Continuare, potendo già esprimermi in parte sul BG prima di passare al tecnico.

    è un buon BG, si concentra su Kundar, non sfora sui genitori più del dovuto ma fa capire sia la concezione del demone e dei fattic he hanno portato all'esistenza di Kundar. Sistema quelle ultime cose che ho appuntato e posso considerarlo completo, almeno per la parte che riguarda lo storico del personaggio ed il suo carattere attuale.

    Buon Lavoro


    [Modificato da Keiko 26/01/2019 14:46]

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    Re:
    La storia di Kundar


    [IMG]http://i64.tinypic.com/sr36.jpg[/IMG]


    PARTE I: Le Origini Ignote


    - La Nascita

    In una valle di una zona remota e poco conosciuta dell'Aengard, esisteva un piccolo e modesto villaggio composto da umani di umili origini, principalmente contadini dediti ad una vita semplice fatta solo di lavoro e preghiera. All'esterno di questo villaggio, si trovava l’unica locanda presente nel raggio di parecchie miglia e dove i viaggiatori trovavano ristoro e riposo dopo un lungo viaggio.

    Fu in questo luogo che giunse, durante una sera tranquilla di fine primavera, un giovane uomo dai capelli candidi e dalle orecchie leggermente appuntite, una rarità per quella comunità di umani che difficilmente aveva a che fare con le altre razze. Fuggito dalla sua terra di origine, l’uomo aveva viaggiato per molto tempo ed era ormai allo stremo quando i suoi occhi si posarono sull'insegna della “Rosa Spinata”. Incurante delle occhiate incuriosite o diffidenti dei clienti presenti nel locale, il mezzelfo si apprestò ad occupare un tavolo chiedendo da mangiare.

    Nonostante la presenza del giovane avesse attirato l’attenzione di tutti i clienti, il maggior interesse per l’arrivo di quel mezzelfo fu di una donna dai lunghi capelli neri, seduta da sola ad un tavolo poco distante. La donna osservò a lungo il giovane appena giunto prima di muoversi nella sua direzione spinta dalla curiosità e dalle opportunità che ne poteva trarne.

    <Cosa ci fa un mezzelfo da queste parti?> chiese la donna, affascinando immediatamente il mezzelfo con la propria bellezza <Chi sei?>
    <Sono soltanto un viaggiatore..> decise di rispondere l’altro, ancora incantato <Io sono… Uner. Voi come vi chiamate?>
    <Hiridiar>rispose.

    Desideroso di dimenticare i suoi problemi, il mezzosangue elfico accolse con gioia la compagnia di quella donna rimanendo affascinato dalla sua bellezza e dai suoi modi. Avendo viaggiato da solo per molto tempo, il mezzelfo riuscì a sfogarsi per la prima volta con qualcuno arrivando a discutere persino del suo passato; allo stesso modo, la donna tentò di convincerlo a lungo del fatto che non c'era bisogno che continuasse a fuggire e di iniziare una nuova vita in quel luogo. Non fu una sorpresa che conclusero poi la serata in una camera della locanda.
    Il mattino seguente, tuttavia, la donna scomparve nel nulla lasciando che il mezzelfo si svegliasse da solo nel proprio letto con le sole prove della notte di ardente passione appena trascorsa e i lasciti che questa aveva lasciato sulla sua pelle.


    Dopo la lunga chiacchierata della sera precedente con quella donna, tuttavia, il mezzelfo si lasciò convincere a rimanere in quel villaggio assumendo definitivamente il nome di Uner ed occupando una modesta casa sul confine del villaggio, dove iniziò l’attività di guaritore facendo uso sia delle sue conoscenze erboristiche sia delle sue abilità arcane.

    Solo durante una fredda serata di inverno, Hiridiar si presentò alla porta del guaritore in avanzato stato di gravidanza e rivelando all'altro di aspettare suo figlio. Quella notte stessa la donna partorì con l’aiuto di Uner, dando alla luce un bambino con gli stessi capelli candidi del padre.

    <Ah, peccato. Speravo in una femmina..> disse la donna lanciando solo un’occhiata al neonato, già ripresa dalle fatiche dal parto <In questo caso… il suo nome è Cundiar>
    Solo a questo punto punto riferì al mezzelfo di come appartenesse ad una dinastia maledetta di streghe oscure e che il bambino fosse destinato a diventare tale. Dopodiché sparì letteralmente nell'ombra, lasciando come unica testimonianza del suo passaggio il bambino in braccio ad Uner.

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    - Primi anni di vita

    Nonostante avesse appreso della natura malvagia della donna, per quanto ignaro del fatto che fosse un demone, l’uomo crebbe il figlio con tutto l’amore possibile dandogli un nome personale e rifiutando quello che gli aveva attribuito la madre. Tutto sommato il bambino venne accolto in modo amorevole anche dai concittadini di quel villaggio; nello stesso modo in cui venne accettato il padre diventato ormai uno stimato guaritore.

    Sin dall'inizio il demone aveva sperato che la presenza di un mezzelfo in un villaggio di soli umani potesse scatenare la discordia con relativa sofferenza e, per questo motivo, fu molto contrariato nel constatare la situazione quando fece ritorno qualche anno dopo.
    Peggio ancora: il figlio che aveva generato non aveva creato nessuna discordia, venendo accettato tranquillamente tra quegli stolti contadini.

    Fu allora che decise di vendicarsi ponendo in essere un piano di vendetta. Per circa un anno, fece in modo che nel villaggio accadessero tutta una serie di disgrazie ai poveri concittadini (l’incendio del piccolo tempio dove morirono una dozzina di fedeli, lo sterminio di parecchi animali di alcuni allevamenti, la caduta dell’oste dal tetto della locanda, la perdita delle botti di birra alla locanda, e così via) per poi iniziare a sussurrare nelle orecchie degli abitanti del villaggio, assumendo vari aspetti, come la causa di tutte quelle disgrazie fossero dovute alla presenza di Uner e il suo figlio bastardo. Fu in questo modo che, in poco tempo, la stima del villaggio verso il proprio guaritore divenne disprezzo e, infine, pure odio.

    Come se questo non bastasse, il demone fece anche in modo che le persone da cui Uner era fuggito sin dal principio e di cui aveva strappato le informazioni durante la sera del loro primo incontro riuscissero a capire dove questo si trovasse.

    2


    Non passò molto tempo che il guaritore fu costretto letteralmente a fuggire, durante una notte tempestosa mentre la loro casa veniva data alle fiamme, con poche cose addosso e con il figlio di quasi sei anni da una folla inferocita di quel villaggio. Ma riuscì a notare ugualmente il viso del demone, nelle sembianze della donna conosciuta nella taverna, tra la folla che rideva follemente, perché era proprio di quella discordia e di quel dolore che essa si nutriva.

    Purtroppo, per quanto fuggito dalla pazzia dei suoi vecchi concittadini, l’uomo era ancora inseguito dal suo passato ben sapendo che le sue sfortune sarebbero ricadute anche sul figlio. Per un po’ tempo viaggiarono di villaggio in villaggio, prima di arrivare in una piccola comunità di umani dove, a malincuore, il mezzelfo decise di abbandonare il figlio in un orfanotrofio, sperando che non venisse mai trovato dai suoi inseguitori.


    PARTE II: Il Passato Conosciuto


    - Orfanotrofio

    Purtroppo per il bambino, gli anni vissuti nell'orfanotrofio non furono particolarmente felici poiché fu costantemente discriminato per la sua evidente discendenza elfica sia da parte degli altri orfani sia da tutti gli abitanti del villaggio, molto meno inclini ad accettare qualcuno di discendenza elfica a causa di un conflitto accaduto svariati anni prima. Di conseguenza, il bambino prese l’abitudine di tentare di celare la propria natura elfica aiutato dal direttore dell’istituto che era solito rasargli a zero i capelli per nascondere quel colorito strano. Alla fine, persino il bambino cominciò ad odiare la sua natura elfica crescendo con gli stessi pregiudizi dei suoi tutori e finendo per disprezzare tutta la stirpe elfica.

    Non avendo ricordi chiari precedenti all'orfanotrofio, il bambino non conosceva neppure il suo nome e per molti anni gli fu affibbiato un appellativo che detestava profondamente. Soltanto dopo una notte in cui la demone lo ritrovò nell'orfanotrofio, ancora alla ricerca del padre fuggito per soddisfare il suo fabbisogno di sadismo, gli sussurrò il suo nome all'orecchio come dispetto al padre mezzelfo che aveva osato dargliene un altro.

    Dal giorno seguente il bambino decise di chiamarsi Kundar, storpiando leggermente il nome che aveva sentito durante la notte ed ignaro del suo vero significato.

    3


    - Una vita in viaggio

    Durante gli anni della crescita, l’unica persona con cui strinse un vero legame di amicizia all'interno della sua vita all'orfanotrofio fu il suo migliore amico Nathyel: un coetaneo umano dai capelli castani e gli occhi nocciola, di carattere gentile e che non l’aveva mai discriminato per la sua natura. Una volta raggiunta l’età dell’adolescenza, ormai stanchi dei soprusi subiti nell'orfanotrofio, i due amici decisero di scappare insieme iniziando a viaggiare. Sicuramente fu una vita semplice e stancante ma, per la prima volta da che ne avesse memoria, il giovane Kundar si sentii felice.

    Proprio durante la permanenza in un villaggio della regione in cui si trovarono, Kundar ebbe la fortuna di incontrare Violet di cui si innamorò perdutamente. Anch'ella si unii al loro gruppo, formando questa stramba famiglia felice itinerante ed unendosi anche in matrimonio, qualche anno dopo, con Kundar.

    Purtroppo il destino fu crudele e quella felicità di quello strano gruppo non durò a lungo. Arrivato in un villaggio quasi deserto, vennero a sapere troppo tardi dell’epidemia che si era diffusa nella zona e che aveva decimato la popolazione. Kundar fu fortunato sopravvivendo alla malattia, sua moglie e il migliore amico no.

    Rimasto distrutto da quegli eventi, il mezzosangue visse a lungo senza uno scopo preciso, affogando troppo spesso il proprio dolore nei piaceri dell’alcol e in altri vizi. Trascorsero alcuni anni prima che l’ormai uomo provasse a ritornare la persona semplice di un tempo, nascondendo le cicatrici lasciate dalla perdita di quelle persone care.


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    [IMG]http://i67.tinypic.com/xnsu51.jpg[/IMG][IMG]http://i67.tinypic.com/14t08r4.jpg[/IMG]

    (Violet - Nathyel)


    PARTE III: Percorso recente


    Rimasto da solo l’uomo riprese il suo viaggio per le varie terre soggiornando di solito solo pochi giorni nelle città che si trovava a visitare. Almeno fino a quando non giunse a Conca del Tuono. Qui cominciò a conoscere persone con cui iniziò a stringere nuovamente dei legami di amicizia e che gli permisero di riaprirsi al mondo.

    Durante una breve permanenza a Galadorwen, l’uomo affrontò poi i suoi pregiudizi verso la razza elfica e la loro cultura e, nonostante continui a non amarli particolarmente, ha fatto pace con quella parte di sangue elfico che gli scorre in corpo. Desideroso di apprendere magico, il destino lo condusse verso le Colline Ventose dove si unì ai Guardiani delle Lacrime e dove, nonostante non fosse mai stato un credente durante i suoi anni precedenti, si scoprì legato alla dea Raswa-Ti.

    Dopo una lunga prigionia alle Colline Ventosa, Kundar ha fatto ora nuovamente ritorno a Conca del Tuono per seguire l’uomo da cui intende apprendere le abilità di creare pozioni e per riunirsi ad alcune delle persone a cui si sente legato. Qui ha deciso anche di stabilire la propria dimora, stanco di una vita da perenne nomade…


    Alcune caratteristiche principali del carattere di Kundar:

    - Estrema curiosità. Non conoscendo il suo passato e le sue origini, è sempre stato spinto a scoprire nuove cose e a viaggiare. Per questo stesso motivo si è interessato alle arti magiche nonché alle pozioni e, di conseguenza, è divenuto fedele di Raswa-ti.
    Nonostante possa vivere un momento di sofferenza nello scoprire la sua discendenza demoniaca, la curiosità di scoprire sé stesso nonché ciò che è in grado di fare lo potrebbe aiutare nell'accettazione della sua natura. Per altro, è già incuriosito dall'esistenza di altre razze avendo appreso dell’esistenza di alcune razze quali i sirenidi, i demoni, i draghi.


    - Senso di unità e famiglia. Non avendo mai avuto una vera famiglia e avendo perso quella che aveva formato con la sua sposa e il suo migliore amico, Kundar tende a cercare di tenere uniti i gruppi di cui fa parte. Questo vale per il gruppo di streghe di cui fa parte e varrebbe anche per il gruppo di Conca in cui si trova ora. Per quanto potrebbe arrabbiarsi con gli altri mutaforma per avergli mentito sulla loro natura e quasi reputandoli responsabili del fatto che lo sia anch’egli, potrebbe arrivare a superare questo astio iniziale trovando almeno conforto in un eventuale “famiglia” di mutaforma. Per questo stesso motivo, seppure provasse ad espiare le proprie colpe votandosi ad eliminare il male, non farebbe mai del male ad altri mutaforma che conosce e che gli sono cari. Sia perché non li reputerebbe responsabili per la loro natura sia perché li reputerebbe parte della loro famiglia.


    - Maniaco del controllo. Non essendo stato artefice molto spesso del proprio destino, Kundar non ama particolarmente ritrovarsi in situazioni fuori dal proprio controllo o meglio in condizioni in cui non possa gestire la situazione a proprio modo. In pratica, se fosse un capo di organizzazione o di una comunità, sarebbe un rompiscatole vero e proprio perché vorrebbe che le cose fossero effettuate come lui vorrebbe.

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    Ulteriori dettagli sul padre mezzelfo:

    - Uner: per quanto riguarda il passato di Uner sono rimasto volutamente sul vago, preferendo interessarmi solo di Kundar. In linea generale è un mezzelfo (figlio di un’elfo dei ghiacci e di un’umana), cresciuto in una famiglia benestante e acculturata secondo entrambe le culture. Ha appreso dal padre le arti arcane mentre dalla madre le capacità di guaritore. A causa di una faida con la famiglia materna, sempre contraria all'unione tra le due razze, i genitori e i fratelli sono stati uccisi e solo lui è riuscito a fuggire dai suoi cacciatori. Chiaramente Uner non è il suo vero nome e dovrebbe significare “Nessuno” in elfico (non l’ho aggiunto esplicitamente nel BG perché non sono sicuro potesse essere coerente con la lingua on della land).
    [IMG]http://i67.tinypic.com/3480fo9.jpg[/IMG]


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    2- Una concisa ma chiara presentazione del genitore demone che possa donare un'idea della genesi; le ragioni che hanno spinto il demone a concepire.

    Hiridiar è un demone che ama seminare discordia ed assistere alla sofferenza altrui, che sia fisica o mentale, soprattutto se generata da lei stessa. Non disdegna neanche distruggere il lavoro altrui. Per questi motivi ha preso la decisione di concepire un figlio quella sera alla locanda, affinché divenisse una causa di problemi e conflitto tra il mezzelfo e i cittadini di quel villaggio già diffidenti per la diversa natura di Uner. Una volta constatato che non si era generato nessun problema, grazie alle capacità sia di guaritore sia comunicative del mezzelfo, è intervenuta affinché gli abitanti del villaggio nonché gli inseguitori di Uner si accanissero su di lui e il figlio. Ha rintracciato Kundar all'orfanotrofio unicamente per mera curiosità verso il padre e gli ha sussurrato il nome scelto da lei quasi per dispetto verso il mezzelfo che aveva osato cambiarlo, ma perdendo poi qualsiasi interesse verso di lui. Sostanzialmente Hiridiar non ha nessuno interesse a incontrare nuovamente Kundar e quest’ultimo potrebbe tranquillamente non conoscere mai la sua identità.

    [IMG]http://i64.tinypic.com/rand6c.jpg[/IMG]

    (aspetto mostrato di Hiridiar durante l'incontro alla locanda)


    [Anche Hiridiar ha un proprio significato, allo stesso modo del padre non l’ho inserita nel BG perché non so se potesse essere coerente. In ogni caso Hiridiar significherebbe Regina di Sangue, da qui il nome del bambino Cundiar ovvero Principe di Sangue]

    La caratteristica del genitore demoniaca potrebbe trasparire in Kundar come un desiderio a creare discordia in un gruppo o tra diverse comunità, nonchè apprezzamento per la distruzione e il dolore, sia come forma di sadismo sia come masochismo. Ovviamente la mia intenzione sarebbe quella di far combattere questo istinto a Kundar: talvolta con successo, altre no.

    8


    3- Una descrizione di cosa è (per il candidato) un Mutaforma e quali dovrebbero essere i tratti distintivi del suo comportarsi.

    A mio parere, il principale tratto distintivo di un Mutaforma dovrebbe essere la lotta interiore tra la parte demoniaca e quella umanoide. Una lotta interna che potrebbe essere più o meno marcata seconda del carattere stesso del personaggio: un personaggio tendente ad un allineamento più negativo, potrebbe accettare più facilmente la propria natura e cedere senza problema agli istinti dovuti alla sua parte demoniaca; al contrario un personaggio tendente più ad un allineamento positivo (ed è il caso di Kundar) soffrirebbe per la sua stessa natura e sarebbe in continuo conflitto per il suo essere. In quest’ultimo caso, il mezzodemone potrebbe provare persino vergogna nei confronti di qualsiasi essere non demoniaco, reputandosi sporco al confronto. Ciò non implicherebbe che il mutaforma non possa mai cedere ai propri istinti demoniaci ma, qualora lo facesse, proverebbe rimorso e vergogna. Ovviamente una parte interessante del gestire la lotta di ogni singolo mutaforma è anche il modo in cui essa traspare nelle sue azioni e nel suo modo di rapportarsi con il resto del mondo.

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    4- Motivo per cui si ritiene il pg proposto adatto a far parte della razza Mutaforma.

    Personalmente mi sono convinto a considerare adatto Kundar come possibile Mutaforma perché troverei interessante la gestione di un personaggio in un conflitto più marcato per le sue idee in completo contrasto con la parte demoniaca. Kundar non è un personaggio completamente positivo, crede attualmente che ci possa essere sia il bene che il male e che questi si alternino in un ciclo infinito. Tuttavia tende a preferire il bene, per quanto non sia un paladino che agisca di prima persona per il bene della comunità.
    Gli aspetti più interessanti che potrei giocare potrebbero essere il modo in cui Kundar potrebbe cercare di espiare le proprie “colpe” nonché la curiosità di scoprire sé stesso e fare uso delle proprie capacità.



    5- Prospettive di sviluppi di gioco in seguito ad un eventuale cambio razza, cosa cambierebbe del suo stato attuale e cosa comporterà per la psiche del Personaggio.

    Premesso che è solo un’idea del probabile sviluppo di gioco poiché preferisco muovere Kundar a seconda del giocato in on senza restrizioni precedenti, l’idea sarebbe quella di giocare un Kundar in conflitto con sé stesso che arrivi a chiudersi in sé stesso vergognandosi per la sua natura. Laddove scoprisse la natura di mezzodemone di Aeden, Xante, Kaderin ed Elenie (e mi sembra scontata vista la sua permanenza a Conca), assumerebbe un atteggiamento inizialmente ostile verso i personaggi a cui è particolarmente legato (Xante e Aeden) fino ad arrivare a pensare che il problema sia Conca stesso, considerato che si trovano tutti li. Dopodiché potrebbe far pace con gli altri ma continuare a soffrire perduratamene, non accettandosi, fino ad arrivare a trovare un modo per espiare le sue “colpe” e volgendosi a caccia del male.

    A mio parere gli unici modi in cui potrebbe, quindi, affrontare l’accettazione della propria parte demoniaca sono:
    - Grazie all'aiuto di una comunità di mutaforma, per i motivi elencati precedentemente.
    - Per uno spirito di curiosità e voglio di scoprirsi in un qualche modo
    - Redimendo sé stesso, adoperandosi per affrontare il male qualora gli fosse possibile.


    Non ho incluso alcuna informazione sul modo in cui Kundar possa scoprire progressivamente dell’esistenza dei mutaforma nonché della discendenza demoniaca perché mi sembra una questione che possa essere trattata ampiamente nel filone attuale di Conca.


    Marchio demoniaco proposto:
    [IMG]http://i63.tinypic.com/2e6eotc.jpg[/IMG]
    Avvolto attorno all'avambraccio sinistro in una spirale non chiusa, mobile principalmente tra la zona del gomito e il polso




    [Modificato da Phoenixwhite 26/01/2019 23:12]

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    00 27/01/2019 13:31
    Re: Re:
    Intanto grazie per le rettifiche, man mano se non ne parlo più vuol dire che vanno bene

    Phoenixwhite, 26/01/2019 23.03:

    La storia di Kundar


    [IMG]http://i64.tinypic.com/sr36.jpg[/IMG]


    PARTE I: Le Origini Ignote


    - La Nascita

    In una valle di una zona remota e poco conosciuta dell'Aengard, esisteva un piccolo e modesto villaggio composto da umani di umili origini, principalmente contadini dediti ad una vita semplice fatta solo di lavoro e preghiera. All'esterno di questo villaggio, si trovava l’unica locanda presente nel raggio di parecchie miglia e dove i viaggiatori trovavano ristoro e riposo dopo un lungo viaggio.

    Fu in questo luogo che giunse, durante una sera tranquilla di fine primavera, un giovane uomo dai capelli candidi e dalle orecchie leggermente appuntite, una rarità per quella comunità di umani che difficilmente aveva a che fare con le altre razze. Fuggito dalla sua terra di origine, l’uomo aveva viaggiato per molto tempo ed era ormai allo stremo quando i suoi occhi si posarono sull'insegna della “Rosa Spinata”. Incurante delle occhiate incuriosite o diffidenti dei clienti presenti nel locale, il mezzelfo si apprestò ad occupare un tavolo chiedendo da mangiare.

    Nonostante la presenza del giovane avesse attirato l’attenzione di tutti i clienti, il maggior interesse per l’arrivo di quel mezzelfo fu di una donna dai lunghi capelli neri, seduta da sola ad un tavolo poco distante. La donna osservò a lungo il giovane appena giunto prima di muoversi nella sua direzione spinta dalla curiosità e dalle opportunità che ne poteva trarne.

    chiese la donna, affascinando immediatamente il mezzelfo con la propria bellezza
    decise di rispondere l’altro, ancora incantato Uner. Voi come vi chiamate?>
    <Hiridiar>rispose.

    Desideroso di dimenticare i suoi problemi, il mezzosangue elfico accolse con gioia la compagnia di quella donna rimanendo affascinato dalla sua bellezza e dai suoi modi. Avendo viaggiato da solo per molto tempo, il mezzelfo riuscì a sfogarsi per la prima volta con qualcuno arrivando a discutere persino del suo passato; allo stesso modo, la donna tentò di convincerlo a lungo del fatto che non c'era bisogno che continuasse a fuggire e di iniziare una nuova vita in quel luogo. Non fu una sorpresa che conclusero poi la serata in una camera della locanda.
    Il mattino seguente, tuttavia, la donna scomparve nel nulla lasciando che il mezzelfo si svegliasse da solo nel proprio letto con le sole prove della notte di ardente passione appena trascorsa e i lasciti che questa aveva lasciato sulla sua pelle.


    Dopo la lunga chiacchierata della sera precedente con quella donna, tuttavia, il mezzelfo si lasciò convincere a rimanere in quel villaggio assumendo definitivamente il nome di Uner ed occupando una modesta casa sul confine del villaggio, dove iniziò l’attività di guaritore facendo uso sia delle sue conoscenze erboristiche sia delle sue abilità arcane.

    Solo durante una fredda serata di inverno, Hiridiar si presentò alla porta del guaritore in avanzato stato di gravidanza e rivelando all'altro di aspettare suo figlio. Quella notte stessa la donna partorì con l’aiuto di Uner, dando alla luce un bambino con gli stessi capelli candidi del padre.

    disse la donna lanciando solo un’occhiata al neonato, già ripresa dalle fatiche dal parto Cundiar>
    Solo a questo punto punto riferì al mezzelfo di come appartenesse ad una dinastia maledetta di streghe oscure e che il bambino fosse destinato a diventare tale. Dopodiché sparì letteralmente nell'ombra, lasciando come unica testimonianza del suo passaggio il bambino in braccio ad Uner.



    - Primi anni di vita

    Nonostante avesse appreso della natura malvagia della donna, per quanto ignaro del fatto che fosse un demone, l’uomo crebbe il figlio con tutto l’amore possibile dandogli un nome personale e rifiutando quello che gli aveva attribuito la madre. Tutto sommato il bambino venne accolto in modo amorevole anche dai concittadini di quel villaggio; nello stesso modo in cui venne accettato il padre diventato ormai uno stimato guaritore.

    Sin dall'inizio il demone aveva sperato che la presenza di un mezzelfo in un villaggio di soli umani potesse scatenare la discordia con relativa sofferenza e, per questo motivo, fu molto contrariato nel constatare la situazione quando fece ritorno qualche anno dopo.
    Peggio ancora: il figlio che aveva generato non aveva creato nessuna discordia, venendo accettato tranquillamente tra quegli stolti contadini.

    Fu allora che decise di vendicarsi ponendo in essere un piano di vendetta. Per circa un anno, fece in modo che nel villaggio accadessero tutta una serie di disgrazie ai poveri concittadini (l’incendio del piccolo tempio dove morirono una dozzina di fedeli, lo sterminio di parecchi animali di alcuni allevamenti, la caduta dell’oste dal tetto della locanda, la perdita delle botti di birra alla locanda, e così via) per poi iniziare a sussurrare nelle orecchie degli abitanti del villaggio, assumendo vari aspetti, come la causa di tutte quelle disgrazie fossero dovute alla presenza di Uner e il suo figlio bastardo. Fu in questo modo che, in poco tempo, la stima del villaggio verso il proprio guaritore divenne disprezzo e, infine, pure odio.

    Come se questo non bastasse, il demone fece anche in modo che le persone da cui Uner era fuggito sin dal principio e di cui aveva strappato le informazioni durante la sera del loro primo incontro riuscissero a capire dove questo si trovasse.

    Non passò molto tempo che il guaritore fu costretto letteralmente a fuggire, durante una notte tempestosa mentre la loro casa veniva data alle fiamme, con poche cose addosso e con il figlio di quasi sei anni da una folla inferocita di quel villaggio. Ma riuscì a notare ugualmente il viso del demone, nelle sembianze della donna conosciuta nella taverna, tra la folla che rideva follemente, perché era proprio di quella discordia e di quel dolore che essa si nutriva.

    Purtroppo, per quanto fuggito dalla pazzia dei suoi vecchi concittadini, l’uomo era ancora inseguito dal suo passato ben sapendo che le sue sfortune sarebbero ricadute anche sul figlio. Per un po’ tempo viaggiarono di villaggio in villaggio, prima di arrivare in una piccola comunità di umani dove, a malincuore, il mezzelfo decise di abbandonare il figlio in un orfanotrofio, sperando che non venisse mai trovato dai suoi inseguitori.


    PARTE II: Il Passato Conosciuto


    - Orfanotrofio

    Purtroppo per il bambino, gli anni vissuti nell'orfanotrofio non furono particolarmente felici poiché fu costantemente discriminato per la sua evidente discendenza elfica sia da parte degli altri orfani sia da tutti gli abitanti del villaggio, molto meno inclini ad accettare qualcuno di discendenza elfica a causa di un conflitto accaduto svariati anni prima. Di conseguenza, il bambino prese l’abitudine di tentare di celare la propria natura elfica aiutato dal direttore dell’istituto che era solito rasargli a zero i capelli per nascondere quel colorito strano. Alla fine, persino il bambino cominciò ad odiare la sua natura elfica crescendo con gli stessi pregiudizi dei suoi tutori e finendo per disprezzare tutta la stirpe elfica.

    Non avendo ricordi chiari precedenti all'orfanotrofio, il bambino non conosceva neppure il suo nome e per molti anni gli fu affibbiato un appellativo che detestava profondamente. Soltanto dopo una notte in cui la demone lo ritrovò nell'orfanotrofio, ancora alla ricerca del padre fuggito per soddisfare il suo fabbisogno di sadismo, gli sussurrò il suo nome all'orecchio come dispetto al padre mezzelfo che aveva osato dargliene un altro.

    Dal giorno seguente il bambino decise di chiamarsi Kundar, storpiando leggermente il nome che aveva sentito durante la notte ed ignaro del suo vero significato.


    - Una vita in viaggio

    Durante gli anni della crescita, l’unica persona con cui strinse un vero legame di amicizia all'interno della sua vita all'orfanotrofio fu il suo migliore amico Nathyel: un coetaneo umano dai capelli castani e gli occhi nocciola, di carattere gentile e che non l’aveva mai discriminato per la sua natura. Una volta raggiunta l’età dell’adolescenza, ormai stanchi dei soprusi subiti nell'orfanotrofio, i due amici decisero di scappare insieme iniziando a viaggiare. Sicuramente fu una vita semplice e stancante ma, per la prima volta da che ne avesse memoria, il giovane Kundar si sentii felice.

    Proprio durante la permanenza in un villaggio della regione in cui si trovarono, Kundar ebbe la fortuna di incontrare Violet di cui si innamorò perdutamente. Anch'ella si unii al loro gruppo, formando questa stramba famiglia felice itinerante ed unendosi anche in matrimonio, qualche anno dopo, con Kundar.

    Purtroppo il destino fu crudele e quella felicità di quello strano gruppo non durò a lungo. Arrivato in un villaggio quasi deserto, vennero a sapere troppo tardi dell’epidemia che si era diffusa nella zona e che aveva decimato la popolazione. Kundar fu fortunato sopravvivendo alla malattia, sua moglie e il migliore amico no.

    Rimasto distrutto da quegli eventi, il mezzosangue visse a lungo senza uno scopo preciso, affogando troppo spesso il proprio dolore nei piaceri dell’alcol e in altri vizi. Trascorsero alcuni anni prima che l’ormai uomo provasse a ritornare la persona semplice di un tempo, nascondendo le cicatrici lasciate dalla perdita di quelle persone care.


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    (Violet - Nathyel)


    PARTE III: Percorso recente


    Rimasto da solo l’uomo riprese il suo viaggio per le varie terre soggiornando di solito solo pochi giorni nelle città che si trovava a visitare. Almeno fino a quando non giunse a Conca del Tuono. Qui cominciò a conoscere persone con cui iniziò a stringere nuovamente dei legami di amicizia e che gli permisero di riaprirsi al mondo.

    Durante una breve permanenza a Galadorwen, l’uomo affrontò poi i suoi pregiudizi verso la razza elfica e la loro cultura e, nonostante continui a non amarli particolarmente, ha fatto pace con quella parte di sangue elfico che gli scorre in corpo. Desideroso di apprendere magico, il destino lo condusse verso le Colline Ventose dove si unì ai Guardiani delle Lacrime e dove, nonostante non fosse mai stato un credente durante i suoi anni precedenti, si scoprì legato alla dea Raswa-Ti.

    Dopo una lunga prigionia alle Colline Ventosa, Kundar ha fatto ora nuovamente ritorno a Conca del Tuono per seguire l’uomo da cui intende apprendere le abilità di creare pozioni e per riunirsi ad alcune delle persone a cui si sente legato. Qui ha deciso anche di stabilire la propria dimora, stanco di una vita da perenne nomade…


    Alcune caratteristiche principali del carattere di Kundar:

    - Estrema curiosità. Non conoscendo il suo passato e le sue origini, è sempre stato spinto a scoprire nuove cose e a viaggiare. Per questo stesso motivo si è interessato alle arti magiche nonché alle pozioni e, di conseguenza, è divenuto fedele di Raswa-ti.
    Nonostante possa vivere un momento di sofferenza nello scoprire la sua discendenza demoniaca, la curiosità di scoprire sé stesso nonché ciò che è in grado di fare lo potrebbe aiutare nell'accettazione della sua natura. Per altro, è già incuriosito dall'esistenza di altre razze avendo appreso dell’esistenza di alcune razze quali i sirenidi, i demoni, i draghi.


    - Senso di unità e famiglia. Non avendo mai avuto una vera famiglia e avendo perso quella che aveva formato con la sua sposa e il suo migliore amico, Kundar tende a cercare di tenere uniti i gruppi di cui fa parte. Questo vale per il gruppo di streghe di cui fa parte e varrebbe anche per il gruppo di Conca in cui si trova ora. Per quanto potrebbe arrabbiarsi con gli altri mutaforma per avergli mentito sulla loro natura e quasi reputandoli responsabili del fatto che lo sia anch’egli, potrebbe arrivare a superare questo astio iniziale trovando almeno conforto in un eventuale “famiglia” di mutaforma. Per questo stesso motivo, seppure provasse ad espiare le proprie colpe votandosi ad eliminare il male, non farebbe mai del male ad altri mutaforma che conosce e che gli sono cari. Sia perché non li reputerebbe responsabili per la loro natura sia perché li reputerebbe parte della loro famiglia.


    - Maniaco del controllo. Non essendo stato artefice molto spesso del proprio destino, Kundar non ama particolarmente ritrovarsi in situazioni fuori dal proprio controllo o meglio in condizioni in cui non possa gestire la situazione a proprio modo. In pratica, se fosse un capo di organizzazione o di una comunità, sarebbe un rompiscatole vero e proprio perché vorrebbe che le cose fossero effettuate come lui vorrebbe.



    Ulteriori dettagli sul padre mezzelfo:

    - Uner: per quanto riguarda il passato di Uner sono rimasto volutamente sul vago, preferendo interessarmi solo di Kundar. In linea generale è un mezzelfo (figlio di un’elfo dei ghiacci e di un’umana), cresciuto in una famiglia benestante e acculturata secondo entrambe le culture. Ha appreso dal padre le arti arcane mentre dalla madre le capacità di guaritore. A causa di una faida con la famiglia materna, sempre contraria all'unione tra le due razze, i genitori e i fratelli sono stati uccisi e solo lui è riuscito a fuggire dai suoi cacciatori. Chiaramente Uner non è il suo vero nome e dovrebbe significare “Nessuno” in elfico (non l’ho aggiunto esplicitamente nel BG perché non sono sicuro potesse essere coerente con la lingua on della land).
    [IMG]http://i67.tinypic.com/3480fo9.jpg[/IMG]





    2- Una concisa ma chiara presentazione del genitore demone che possa donare un'idea della genesi; le ragioni che hanno spinto il demone a concepire.

    Hiridiar è un demone che ama seminare discordia ed assistere alla sofferenza altrui, che sia fisica o mentale, soprattutto se generata da lei stessa. Non disdegna neanche distruggere il lavoro altrui. Per questi motivi ha preso la decisione di concepire un figlio quella sera alla locanda, affinché divenisse una causa di problemi e conflitto tra il mezzelfo e i cittadini di quel villaggio già diffidenti per la diversa natura di Uner. Una volta constatato che non si era generato nessun problema, grazie alle capacità sia di guaritore sia comunicative del mezzelfo, è intervenuta affinché gli abitanti del villaggio nonché gli inseguitori di Uner si accanissero su di lui e il figlio. Ha rintracciato Kundar all'orfanotrofio unicamente per mera curiosità verso il padre e gli ha sussurrato il nome scelto da lei quasi per dispetto verso il mezzelfo che aveva osato cambiarlo, ma perdendo poi qualsiasi interesse verso di lui. Sostanzialmente Hiridiar non ha nessuno interesse a incontrare nuovamente Kundar e quest’ultimo potrebbe tranquillamente non conoscere mai la sua identità.

    [IMG]http://i64.tinypic.com/rand6c.jpg[/IMG]

    (aspetto mostrato di Hiridiar durante l'incontro alla locanda)


    [Anche Hiridiar ha un proprio significato, allo stesso modo del padre non l’ho inserita nel BG perché non so se potesse essere coerente. In ogni caso Hiridiar significherebbe Regina di Sangue, da qui il nome del bambino Cundiar ovvero Principe di Sangue]

    La caratteristica del genitore demoniaca potrebbe trasparire in Kundar come un desiderio a creare discordia in un gruppo o tra diverse comunità, nonchè apprezzamento per la distruzione e il dolore, sia come forma di sadismo sia come masochismo. Ovviamente la mia intenzione sarebbe quella di far combattere questo istinto a Kundar: talvolta con successo, altre no.

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    3- Una descrizione di cosa è (per il candidato) un Mutaforma e quali dovrebbero essere i tratti distintivi del suo comportarsi.

    A mio parere, il principale tratto distintivo di un Mutaforma dovrebbe essere la lotta interiore tra la parte demoniaca e quella umanoide. Una lotta interna che potrebbe essere più o meno marcata seconda del carattere stesso del personaggio: un personaggio tendente ad un allineamento più negativo, potrebbe accettare più facilmente la propria natura e cedere senza problema agli istinti dovuti alla sua parte demoniaca; al contrario un personaggio tendente più ad un allineamento positivo (ed è il caso di Kundar) soffrirebbe per la sua stessa natura e sarebbe in continuo conflitto per il suo essere. In quest’ultimo caso, il mezzodemone potrebbe provare persino vergogna nei confronti di qualsiasi essere non demoniaco, reputandosi sporco al confronto. Ciò non implicherebbe che il mutaforma non possa mai cedere ai propri istinti demoniaci ma, qualora lo facesse, proverebbe rimorso e vergogna. Ovviamente una parte interessante del gestire la lotta di ogni singolo mutaforma è anche il modo in cui essa traspare nelle sue azioni e nel suo modo di rapportarsi con il resto del mondo.

    3.


    4- Motivo per cui si ritiene il pg proposto adatto a far parte della razza Mutaforma.

    Personalmente mi sono convinto a considerare adatto Kundar come possibile Mutaforma perché troverei interessante la gestione di un personaggio in un conflitto più marcato per le sue idee in completo contrasto con la parte demoniaca. Kundar non è un personaggio completamente positivo, crede attualmente che ci possa essere sia il bene che il male e che questi si alternino in un ciclo infinito. Tuttavia tende a preferire il bene, per quanto non sia un paladino che agisca di prima persona per il bene della comunità.
    Gli aspetti più interessanti che potrei giocare potrebbero essere il modo in cui Kundar potrebbe cercare di espiare le proprie “colpe” nonché la curiosità di scoprire sé stesso e fare uso delle proprie capacità.



    5- Prospettive di sviluppi di gioco in seguito ad un eventuale cambio razza, cosa cambierebbe del suo stato attuale e cosa comporterà per la psiche del Personaggio.

    Premesso che è solo un’idea del probabile sviluppo di gioco poiché preferisco muovere Kundar a seconda del giocato in on senza restrizioni precedenti, l’idea sarebbe quella di giocare un Kundar in conflitto con sé stesso che arrivi a chiudersi in sé stesso vergognandosi per la sua natura. Laddove scoprisse la natura di mezzodemone di Aeden, Xante, Kaderin ed Elenie (e mi sembra scontata vista la sua permanenza a Conca), assumerebbe un atteggiamento inizialmente ostile verso i personaggi a cui è particolarmente legato (Xante e Aeden) fino ad arrivare a pensare che il problema sia Conca stesso, considerato che si trovano tutti li. Dopodiché potrebbe far pace con gli altri ma continuare a soffrire perduratamene, non accettandosi, fino ad arrivare a trovare un modo per espiare le sue “colpe” e volgendosi a caccia del male.

    A mio parere gli unici modi in cui potrebbe, quindi, affrontare l’accettazione della propria parte demoniaca sono:
    - Grazie all'aiuto di una comunità di mutaforma, per i motivi elencati precedentemente.
    - Per uno spirito di curiosità e voglio di scoprirsi in un qualche modo
    - Redimendo sé stesso, adoperandosi per affrontare il male qualora gli fosse possibile.


    Non ho incluso alcuna informazione sul modo in cui Kundar possa scoprire progressivamente dell’esistenza dei mutaforma nonché della discendenza demoniaca perché mi sembra una questione che possa essere trattata ampiamente nel filone attuale di Conca.

    4.


    Marchio demoniaco proposto:
    [IMG]http://i63.tinypic.com/2e6eotc.jpg[/IMG]
    Avvolto attorno all'avambraccio sinistro in una spirale non chiusa, mobile principalmente tra la zona del gomito e il polso








    5.



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    00 27/01/2019 20:55
    Re: Re:
    La storia di Kundar


    [IMG]http://i64.tinypic.com/sr36.jpg[/IMG]


    PARTE I: Le Origini Ignote


    - La Nascita

    In una valle di una zona remota e poco conosciuta dell'Aengard, esisteva un piccolo e modesto villaggio composto da umani di umili origini, principalmente contadini dediti ad una vita semplice fatta solo di lavoro e preghiera. All'esterno di questo villaggio, si trovava l’unica locanda presente nel raggio di parecchie miglia e dove i viaggiatori trovavano ristoro e riposo dopo un lungo viaggio.

    Fu in questo luogo che giunse, durante una sera tranquilla di fine primavera, un giovane uomo dai capelli candidi e dalle orecchie leggermente appuntite, una rarità per quella comunità di umani che difficilmente aveva a che fare con le altre razze. Fuggito dalla sua terra di origine, l’uomo aveva viaggiato per molto tempo ed era ormai allo stremo quando i suoi occhi si posarono sull'insegna della “Rosa Spinata”. Incurante delle occhiate incuriosite o diffidenti dei clienti presenti nel locale, il mezzelfo si apprestò ad occupare un tavolo chiedendo da mangiare.

    Nonostante la presenza del giovane avesse attirato l’attenzione di tutti i clienti, il maggior interesse per l’arrivo di quel mezzelfo fu di una donna dai lunghi capelli neri, seduta da sola ad un tavolo poco distante. La donna osservò a lungo il giovane appena giunto prima di muoversi nella sua direzione spinta dalla curiosità e dalle opportunità che ne poteva trarne.

    <Cosa ci fa un mezzelfo da queste parti?> chiese la donna, affascinando immediatamente il mezzelfo con la propria bellezza <Chi sei?>
    <Sono soltanto un viaggiatore..> decise di rispondere l’altro, ancora incantato <Io sono… Uner. Voi come vi chiamate?>
    <Hiridiar>rispose.

    Desideroso di dimenticare i suoi problemi, il mezzosangue elfico accolse con gioia la compagnia di quella donna rimanendo affascinato dalla sua bellezza e dai suoi modi. Avendo viaggiato da solo per molto tempo, il mezzelfo riuscì a sfogarsi per la prima volta con qualcuno arrivando a discutere persino del suo passato; allo stesso modo, la donna tentò di convincerlo a lungo del fatto che non c'era bisogno che continuasse a fuggire e di iniziare una nuova vita in quel luogo. Non fu una sorpresa che conclusero poi la serata in una camera della locanda.
    Il mattino seguente, tuttavia, la donna scomparve nel nulla lasciando che il mezzelfo si svegliasse da solo nel proprio letto con le sole prove della notte di ardente passione appena trascorsa e i lasciti che questa aveva lasciato sulla sua pelle.


    Dopo la lunga chiacchierata della sera precedente con quella donna, tuttavia, il mezzelfo si lasciò convincere a rimanere in quel villaggio assumendo definitivamente il nome di Uner ed occupando una modesta casa sul confine del villaggio, dove iniziò l’attività di guaritore facendo uso sia delle sue conoscenze erboristiche sia delle sue abilità arcane.

    Solo durante una fredda serata di inverno, Hiridiar si presentò alla porta del guaritore in avanzato stato di gravidanza e rivelando all'altro di aspettare suo figlio. Quella notte stessa la donna partorì con l’aiuto di Uner, dando alla luce un bambino con gli stessi capelli candidi del padre.

    <Ah, peccato. Speravo in una femmina..> disse la donna lanciando solo un’occhiata al neonato, già ripresa dalle fatiche dal parto <In questo caso… il suo nome è Cundiar>
    Solo a questo punto punto riferì al mezzelfo di come appartenesse ad una dinastia maledetta di streghe oscure e che il bambino fosse destinato a diventare tale. Dopodiché sparì letteralmente nell'ombra, lasciando come unica testimonianza del suo passaggio il bambino in braccio ad Uner.




    - Primi anni di vita

    Nonostante avesse appreso della natura malvagia della donna, per quanto ignaro del fatto che fosse un demone, l’uomo crebbe il figlio con tutto l’amore possibile dandogli un nome personale e rifiutando quello che gli aveva attribuito la madre. Tutto sommato il bambino venne accolto in modo amorevole anche dai concittadini di quel villaggio; nello stesso modo in cui venne accettato il padre diventato ormai uno stimato guaritore.

    Sin dall'inizio il demone aveva sperato che la presenza di un mezzelfo in un villaggio di soli umani potesse scatenare la discordia con relativa sofferenza e, per questo motivo, fu molto contrariato nel constatare la situazione quando fece ritorno qualche anno dopo.
    Peggio ancora: il figlio che aveva generato non aveva creato nessuna discordia, venendo accettato tranquillamente tra quegli stolti contadini.

    Fu allora che decise di vendicarsi ponendo in essere un piano di vendetta. Per circa un anno, fece in modo che nel villaggio accadessero tutta una serie di disgrazie ai poveri concittadini (l’incendio del piccolo tempio dove morirono una dozzina di fedeli, lo sterminio di parecchi animali di alcuni allevamenti, la caduta dell’oste dal tetto della locanda, la perdita delle botti di birra alla locanda, e così via) per poi iniziare a sussurrare nelle orecchie degli abitanti del villaggio, assumendo vari aspetti, come la causa di tutte quelle disgrazie fossero dovute alla presenza di Uner e il suo figlio bastardo. Fu in questo modo che, in poco tempo, la stima del villaggio verso il proprio guaritore divenne disprezzo e, infine, pure odio.

    Come se questo non bastasse, il demone fece anche in modo che le persone da cui Uner era fuggito sin dal principio e di cui aveva strappato le informazioni durante la sera del loro primo incontro riuscissero a capire dove questo si trovasse.

    Non passò molto tempo che il guaritore fu costretto letteralmente a fuggire, durante una notte tempestosa mentre la loro casa veniva data alle fiamme, con poche cose addosso e con il figlio di quasi sei anni da una folla inferocita di quel villaggio. Ma riuscì a notare ugualmente il viso del demone, nelle sembianze della donna conosciuta nella taverna, tra la folla che rideva follemente, perché era proprio di quella discordia e di quel dolore che essa si nutriva.

    Purtroppo, per quanto fuggito dalla pazzia dei suoi vecchi concittadini, l’uomo era ancora inseguito dal suo passato ben sapendo che le sue sfortune sarebbero ricadute anche sul figlio. Per un po’ tempo viaggiarono di villaggio in villaggio, prima di arrivare in una piccola comunità di umani dove, a malincuore, il mezzelfo decise di abbandonare il figlio in un orfanotrofio, sperando che non venisse mai trovato dai suoi inseguitori.


    PARTE II: Il Passato Conosciuto


    - Orfanotrofio

    Purtroppo per il bambino, gli anni vissuti nell'orfanotrofio non furono particolarmente felici poiché fu costantemente discriminato per la sua evidente discendenza elfica sia da parte degli altri orfani sia da tutti gli abitanti del villaggio, molto meno inclini ad accettare qualcuno di discendenza elfica a causa di un conflitto accaduto svariati anni prima. Di conseguenza, il bambino prese l’abitudine di tentare di celare la propria natura elfica aiutato dal direttore dell’istituto che era solito rasargli a zero i capelli per nascondere quel colorito strano. Alla fine, persino il bambino cominciò ad odiare la sua natura elfica crescendo con gli stessi pregiudizi dei suoi tutori e finendo per disprezzare tutta la stirpe elfica.

    A causa della sua giovane età, il bambino aveva pochi ricordi della sua vita precedente all'orfanotrofio: ricordava vagamente la casa d'infanzia, l'aspetto del padre, il fatto che molte persone visitavano la loro casa. Tra tutti questi ricordi, tuttavia, non riusciva a rimembrare il proprio nome e, per questo motivo, gli fu affibbiato un appellativo che detestava profondamente. Soltanto dopo una notte in cui la demone lo ritrovò nell'orfanotrofio, ancora alla ricerca del padre fuggito per soddisfare il suo fabbisogno di sadismo, gli sussurrò il suo nome all'orecchio come dispetto al padre mezzelfo che aveva osato dargliene un altro.

    Dal giorno seguente il bambino decise di chiamarsi Kundar, storpiando leggermente il nome che aveva sentito durante la notte ed ignaro del suo vero significato.

    1



    - Una vita in viaggio

    Durante gli anni della crescita, l’unica persona con cui strinse un vero legame di amicizia all'interno della sua vita all'orfanotrofio fu il suo migliore amico Nathyel: un coetaneo umano dai capelli castani e gli occhi nocciola, di carattere gentile e che non l’aveva mai discriminato per la sua natura. Una volta raggiunta l’età dell’adolescenza, ormai stanchi dei soprusi subiti nell'orfanotrofio, i due amici decisero di scappare insieme iniziando a viaggiare. Sicuramente fu una vita semplice e stancante ma, per la prima volta da che ne avesse memoria, il giovane Kundar si sentii felice.

    Proprio durante la permanenza in un villaggio della regione in cui si trovarono, Kundar ebbe la fortuna di incontrare Violet di cui si innamorò perdutamente. Anch'ella si unii al loro gruppo, formando questa stramba famiglia felice itinerante ed unendosi anche in matrimonio, qualche anno dopo, con Kundar.

    Purtroppo il destino fu crudele e quella felicità di quello strano gruppo non durò a lungo. Arrivato in un villaggio quasi deserto, vennero a sapere troppo tardi dell’epidemia che si era diffusa nella zona e che aveva decimato la popolazione. Kundar fu fortunato sopravvivendo alla malattia, sua moglie e il migliore amico no.

    Rimasto distrutto da quegli eventi, il mezzosangue visse a lungo senza uno scopo preciso, affogando troppo spesso il proprio dolore nei piaceri dell’alcol e in altri vizi. Trascorsero alcuni anni prima che l’ormai uomo provasse a ritornare la persona semplice di un tempo, nascondendo le cicatrici lasciate dalla perdita di quelle persone care.


    [IMG]http://i67.tinypic.com/xnsu51.jpg[/IMG][IMG]http://i67.tinypic.com/14t08r4.jpg[/IMG]

    (Violet - Nathyel)


    PARTE III: Percorso recente


    Rimasto da solo l’uomo riprese il suo viaggio per le varie terre soggiornando di solito solo pochi giorni nelle città che si trovava a visitare. Almeno fino a quando non giunse a Conca del Tuono. Qui cominciò a conoscere persone con cui iniziò a stringere nuovamente dei legami di amicizia e che gli permisero di riaprirsi al mondo.

    Durante una breve permanenza a Galadorwen, l’uomo affrontò poi i suoi pregiudizi verso la razza elfica e la loro cultura e, nonostante continui a non amarli particolarmente, ha fatto pace con quella parte di sangue elfico che gli scorre in corpo. Desideroso di apprendere magico, il destino lo condusse verso le Colline Ventose dove si unì ai Guardiani delle Lacrime e dove, nonostante non fosse mai stato un credente durante i suoi anni precedenti, si scoprì legato alla dea Raswa-Ti.

    Dopo una lunga prigionia alle Colline Ventosa, Kundar ha fatto ora nuovamente ritorno a Conca del Tuono per seguire l’uomo da cui intende apprendere le abilità di creare pozioni e per riunirsi ad alcune delle persone a cui si sente legato. Qui ha deciso anche di stabilire la propria dimora, stanco di una vita da perenne nomade…


    Alcune caratteristiche principali del carattere di Kundar:

    - Estrema curiosità. Non conoscendo il suo passato e le sue origini, è sempre stato spinto a scoprire nuove cose e a viaggiare. Per questo stesso motivo si è interessato alle arti magiche nonché alle pozioni e, di conseguenza, è divenuto fedele di Raswa-ti.
    Nonostante possa vivere un momento di sofferenza nello scoprire la sua discendenza demoniaca, la curiosità di scoprire sé stesso nonché ciò che è in grado di fare lo potrebbe aiutare nell'accettazione della sua natura. Per altro, è già incuriosito dall'esistenza di altre razze avendo appreso dell’esistenza di alcune razze quali i sirenidi, i demoni, i draghi.


    - Senso di unità e famiglia. Non avendo mai avuto una vera famiglia e avendo perso quella che aveva formato con la sua sposa e il suo migliore amico, Kundar tende a cercare di tenere uniti i gruppi di cui fa parte. Questo vale per il gruppo di streghe di cui fa parte e varrebbe anche per il gruppo di Conca in cui si trova ora. Per quanto potrebbe arrabbiarsi con gli altri mutaforma per avergli mentito sulla loro natura e quasi reputandoli responsabili del fatto che lo sia anch’egli, potrebbe arrivare a superare questo astio iniziale trovando almeno conforto in un eventuale “famiglia” di mutaforma. Per questo stesso motivo, seppure provasse ad espiare le proprie colpe votandosi ad eliminare il male, non farebbe mai del male ad altri mutaforma che conosce e che gli sono cari. Sia perché non li reputerebbe responsabili per la loro natura sia perché li reputerebbe parte della loro famiglia.


    - Maniaco del controllo. Non essendo stato artefice molto spesso del proprio destino, Kundar non ama particolarmente ritrovarsi in situazioni fuori dal proprio controllo o meglio in condizioni in cui non possa gestire la situazione a proprio modo. In pratica, se fosse un capo di organizzazione o di una comunità, sarebbe un rompiscatole vero e proprio perché vorrebbe che le cose fossero effettuate come lui vorrebbe.


    Ulteriori dettagli sul padre mezzelfo:

    - Uner: per quanto riguarda il passato di Uner sono rimasto volutamente sul vago, preferendo interessarmi solo di Kundar. In linea generale è un mezzelfo (figlio di un’elfo dei ghiacci e di un’umana), cresciuto in una famiglia benestante e acculturata secondo entrambe le culture. Ha appreso dal padre le arti arcane mentre dalla madre le capacità di guaritore. A causa di una faida con la famiglia materna, sempre contraria all'unione tra le due razze, i genitori e i fratelli sono stati uccisi e solo lui è riuscito a fuggire dai suoi cacciatori. Chiaramente Uner non è il suo vero nome e dovrebbe significare “Nessuno” in elfico (non l’ho aggiunto esplicitamente nel BG perché non sono sicuro potesse essere coerente con la lingua on della land).
    [IMG]http://i67.tinypic.com/3480fo9.jpg[/IMG]




    2- Una concisa ma chiara presentazione del genitore demone che possa donare un'idea della genesi; le ragioni che hanno spinto il demone a concepire.

    Hiridiar è un demone che ama seminare discordia ed assistere alla sofferenza altrui, che sia fisica o mentale, soprattutto se generata da lei stessa. Non disdegna neanche distruggere il lavoro altrui. Per questi motivi ha preso la decisione di concepire un figlio quella sera alla locanda, affinché divenisse una causa di problemi e conflitto tra il mezzelfo e i cittadini di quel villaggio già diffidenti per la diversa natura di Uner. Una volta constatato che non si era generato nessun problema, grazie alle capacità sia di guaritore sia comunicative del mezzelfo, è intervenuta affinché gli abitanti del villaggio nonché gli inseguitori di Uner si accanissero su di lui e il figlio. Ha rintracciato Kundar all'orfanotrofio unicamente per mera curiosità verso il padre e gli ha sussurrato il nome scelto da lei quasi per dispetto verso il mezzelfo che aveva osato cambiarlo, ma perdendo poi qualsiasi interesse verso di lui. Sostanzialmente Hiridiar non ha nessuno interesse a incontrare nuovamente Kundar e quest’ultimo potrebbe tranquillamente non conoscere mai la sua identità.

    [IMG]http://i64.tinypic.com/rand6c.jpg[/IMG]

    (aspetto mostrato di Hiridiar durante l'incontro alla locanda)


    [Anche Hiridiar ha un proprio significato, allo stesso modo del padre non l’ho inserita nel BG perché non so se potesse essere coerente. In ogni caso Hiridiar significherebbe Regina di Sangue, da qui il nome del bambino Cundiar ovvero Principe di Sangue]

    La caratteristica del genitore demoniaca potrebbe trasparire in Kundar come un desiderio a creare discordia in un gruppo o tra diverse comunità, nonchè apprezzamento per la distruzione e il dolore, sia come forma di sadismo sia come masochismo. Ovviamente la mia intenzione sarebbe quella di far combattere questo istinto a Kundar: talvolta con successo, altre no.

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    3- Una descrizione di cosa è (per il candidato) un Mutaforma e quali dovrebbero essere i tratti distintivi del suo comportarsi.

    A mio parere, il principale tratto distintivo di un Mutaforma dovrebbe essere la lotta interiore tra la parte demoniaca e quella umanoide. Una lotta interna che potrebbe essere più o meno marcata seconda del carattere stesso del personaggio: un personaggio tendente ad un allineamento più negativo, potrebbe accettare più facilmente la propria natura e cedere senza problema agli istinti dovuti alla sua parte demoniaca; al contrario un personaggio tendente più ad un allineamento positivo (ed è il caso di Kundar) soffrirebbe per la sua stessa natura e sarebbe in continuo conflitto per il suo essere. In quest’ultimo caso, il mezzodemone potrebbe provare persino vergogna nei confronti di qualsiasi essere non demoniaco, reputandosi sporco al confronto. Ciò non implicherebbe che il mutaforma non possa mai cedere ai propri istinti demoniaci ma, qualora lo facesse, proverebbe rimorso e vergogna. Ovviamente una parte interessante del gestire la lotta di ogni singolo mutaforma è anche il modo in cui essa traspare nelle sue azioni e nel suo modo di rapportarsi con il resto del mondo.


    4- Motivo per cui si ritiene il pg proposto adatto a far parte della razza Mutaforma.

    Personalmente mi sono convinto a considerare adatto Kundar come possibile Mutaforma perché troverei interessante la gestione di un personaggio in un conflitto più marcato per le sue idee in completo contrasto con la parte demoniaca. Kundar non è un personaggio completamente positivo, crede attualmente che ci possa essere sia il bene che il male e che questi si alternino in un ciclo infinito. Tuttavia tende a preferire il bene, per quanto non sia un paladino che agisca di prima persona per il bene della comunità.
    Gli aspetti più interessanti che potrei giocare potrebbero essere il modo in cui Kundar potrebbe cercare di espiare le proprie “colpe” nonché la curiosità di scoprire sé stesso e fare uso delle proprie capacità.

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    5- Prospettive di sviluppi di gioco in seguito ad un eventuale cambio razza, cosa cambierebbe del suo stato attuale e cosa comporterà per la psiche del Personaggio.

    Premesso che è solo un’idea del probabile sviluppo di gioco poiché preferisco muovere Kundar a seconda del giocato in on senza restrizioni precedenti, l’idea sarebbe quella di giocare un Kundar in conflitto con sé stesso che arrivi a chiudersi in sé stesso vergognandosi per la sua natura. Laddove scoprisse la natura di mezzodemone di Aeden, Xante, Kaderin ed Elenie (e mi sembra scontata vista la sua permanenza a Conca), assumerebbe un atteggiamento inizialmente ostile verso i personaggi a cui è particolarmente legato (Xante e Aeden) fino ad arrivare a pensare che il problema sia Conca stesso, considerato che si trovano tutti li. Dopodiché potrebbe far pace con gli altri ma continuare a soffrire perduratamene, non accettandosi, fino ad arrivare a trovare un modo per espiare le sue “colpe” e volgendosi a caccia del male.

    A mio parere gli unici modi in cui potrebbe, quindi, affrontare l’accettazione della propria parte demoniaca sono:
    - Grazie all'aiuto di una comunità di mutaforma, per i motivi elencati precedentemente.
    - Per uno spirito di curiosità e voglio di scoprirsi in un qualche modo
    - Redimendo sé stesso, adoperandosi per affrontare il male qualora gli fosse possibile.


    Non ho incluso alcuna informazione sul modo in cui Kundar possa scoprire progressivamente dell’esistenza dei mutaforma nonché della discendenza demoniaca perché mi sembra una questione che possa essere trattata ampiamente nel filone attuale di Conca.

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    Marchio demoniaco proposto:
    [IMG]http://i63.tinypic.com/2e6eotc.jpg[/IMG]
    Avvolto attorno all'avambraccio sinistro in una spirale non chiusa, mobile principalmente tra la zona del gomito e il polso


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    [Modificato da Phoenixwhite 27/01/2019 20:57]

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    Re: Re: Re:
    Phoenixwhite, 27/01/2019 20.55:

    La storia di Kundar


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    PARTE I: Le Origini Ignote


    - La Nascita

    In una valle di una zona remota e poco conosciuta dell'Aengard, esisteva un piccolo e modesto villaggio composto da umani di umili origini, principalmente contadini dediti ad una vita semplice fatta solo di lavoro e preghiera. All'esterno di questo villaggio, si trovava l’unica locanda presente nel raggio di parecchie miglia e dove i viaggiatori trovavano ristoro e riposo dopo un lungo viaggio.

    Fu in questo luogo che giunse, durante una sera tranquilla di fine primavera, un giovane uomo dai capelli candidi e dalle orecchie leggermente appuntite, una rarità per quella comunità di umani che difficilmente aveva a che fare con le altre razze. Fuggito dalla sua terra di origine, l’uomo aveva viaggiato per molto tempo ed era ormai allo stremo quando i suoi occhi si posarono sull'insegna della “Rosa Spinata”. Incurante delle occhiate incuriosite o diffidenti dei clienti presenti nel locale, il mezzelfo si apprestò ad occupare un tavolo chiedendo da mangiare.

    Nonostante la presenza del giovane avesse attirato l’attenzione di tutti i clienti, il maggior interesse per l’arrivo di quel mezzelfo fu di una donna dai lunghi capelli neri, seduta da sola ad un tavolo poco distante. La donna osservò a lungo il giovane appena giunto prima di muoversi nella sua direzione spinta dalla curiosità e dalle opportunità che ne poteva trarne.

    chiese la donna, affascinando immediatamente il mezzelfo con la propria bellezza
    decise di rispondere l’altro, ancora incantato Uner. Voi come vi chiamate?>
    <Hiridiar>rispose.

    Desideroso di dimenticare i suoi problemi, il mezzosangue elfico accolse con gioia la compagnia di quella donna rimanendo affascinato dalla sua bellezza e dai suoi modi. Avendo viaggiato da solo per molto tempo, il mezzelfo riuscì a sfogarsi per la prima volta con qualcuno arrivando a discutere persino del suo passato; allo stesso modo, la donna tentò di convincerlo a lungo del fatto che non c'era bisogno che continuasse a fuggire e di iniziare una nuova vita in quel luogo. Non fu una sorpresa che conclusero poi la serata in una camera della locanda.
    Il mattino seguente, tuttavia, la donna scomparve nel nulla lasciando che il mezzelfo si svegliasse da solo nel proprio letto con le sole prove della notte di ardente passione appena trascorsa e i lasciti che questa aveva lasciato sulla sua pelle.


    Dopo la lunga chiacchierata della sera precedente con quella donna, tuttavia, il mezzelfo si lasciò convincere a rimanere in quel villaggio assumendo definitivamente il nome di Uner ed occupando una modesta casa sul confine del villaggio, dove iniziò l’attività di guaritore facendo uso sia delle sue conoscenze erboristiche sia delle sue abilità arcane.

    Solo durante una fredda serata di inverno, Hiridiar si presentò alla porta del guaritore in avanzato stato di gravidanza e rivelando all'altro di aspettare suo figlio. Quella notte stessa la donna partorì con l’aiuto di Uner, dando alla luce un bambino con gli stessi capelli candidi del padre.

    disse la donna lanciando solo un’occhiata al neonato, già ripresa dalle fatiche dal parto Cundiar>
    Solo a questo punto punto riferì al mezzelfo di come appartenesse ad una dinastia maledetta di streghe oscure e che il bambino fosse destinato a diventare tale. Dopodiché sparì letteralmente nell'ombra, lasciando come unica testimonianza del suo passaggio il bambino in braccio ad Uner.




    - Primi anni di vita

    Nonostante avesse appreso della natura malvagia della donna, per quanto ignaro del fatto che fosse un demone, l’uomo crebbe il figlio con tutto l’amore possibile dandogli un nome personale e rifiutando quello che gli aveva attribuito la madre. Tutto sommato il bambino venne accolto in modo amorevole anche dai concittadini di quel villaggio; nello stesso modo in cui venne accettato il padre diventato ormai uno stimato guaritore.

    Sin dall'inizio il demone aveva sperato che la presenza di un mezzelfo in un villaggio di soli umani potesse scatenare la discordia con relativa sofferenza e, per questo motivo, fu molto contrariato nel constatare la situazione quando fece ritorno qualche anno dopo.
    Peggio ancora: il figlio che aveva generato non aveva creato nessuna discordia, venendo accettato tranquillamente tra quegli stolti contadini.

    Fu allora che decise di vendicarsi ponendo in essere un piano di vendetta. Per circa un anno, fece in modo che nel villaggio accadessero tutta una serie di disgrazie ai poveri concittadini (l’incendio del piccolo tempio dove morirono una dozzina di fedeli, lo sterminio di parecchi animali di alcuni allevamenti, la caduta dell’oste dal tetto della locanda, la perdita delle botti di birra alla locanda, e così via) per poi iniziare a sussurrare nelle orecchie degli abitanti del villaggio, assumendo vari aspetti, come la causa di tutte quelle disgrazie fossero dovute alla presenza di Uner e il suo figlio bastardo. Fu in questo modo che, in poco tempo, la stima del villaggio verso il proprio guaritore divenne disprezzo e, infine, pure odio.

    Come se questo non bastasse, il demone fece anche in modo che le persone da cui Uner era fuggito sin dal principio e di cui aveva strappato le informazioni durante la sera del loro primo incontro riuscissero a capire dove questo si trovasse.

    Non passò molto tempo che il guaritore fu costretto letteralmente a fuggire, durante una notte tempestosa mentre la loro casa veniva data alle fiamme, con poche cose addosso e con il figlio di quasi sei anni da una folla inferocita di quel villaggio. Ma riuscì a notare ugualmente il viso del demone, nelle sembianze della donna conosciuta nella taverna, tra la folla che rideva follemente, perché era proprio di quella discordia e di quel dolore che essa si nutriva.

    Purtroppo, per quanto fuggito dalla pazzia dei suoi vecchi concittadini, l’uomo era ancora inseguito dal suo passato ben sapendo che le sue sfortune sarebbero ricadute anche sul figlio. Per un po’ tempo viaggiarono di villaggio in villaggio, prima di arrivare in una piccola comunità di umani dove, a malincuore, il mezzelfo decise di abbandonare il figlio in un orfanotrofio, sperando che non venisse mai trovato dai suoi inseguitori.


    PARTE II: Il Passato Conosciuto


    - Orfanotrofio

    Purtroppo per il bambino, gli anni vissuti nell'orfanotrofio non furono particolarmente felici poiché fu costantemente discriminato per la sua evidente discendenza elfica sia da parte degli altri orfani sia da tutti gli abitanti del villaggio, molto meno inclini ad accettare qualcuno di discendenza elfica a causa di un conflitto accaduto svariati anni prima. Di conseguenza, il bambino prese l’abitudine di tentare di celare la propria natura elfica aiutato dal direttore dell’istituto che era solito rasargli a zero i capelli per nascondere quel colorito strano. Alla fine, persino il bambino cominciò ad odiare la sua natura elfica crescendo con gli stessi pregiudizi dei suoi tutori e finendo per disprezzare tutta la stirpe elfica.

    A causa della sua giovane età, il bambino aveva pochi ricordi della sua vita precedente all'orfanotrofio: ricordava vagamente la casa d'infanzia, l'aspetto del padre, il fatto che molte persone visitavano la loro casa. Tra tutti questi ricordi, tuttavia, non riusciva a rimembrare il proprio nome e, per questo motivo, gli fu affibbiato un appellativo che detestava profondamente. Soltanto dopo una notte in cui la demone lo ritrovò nell'orfanotrofio, ancora alla ricerca del padre fuggito per soddisfare il suo fabbisogno di sadismo, gli sussurrò il suo nome all'orecchio come dispetto al padre mezzelfo che aveva osato dargliene un altro.

    Dal giorno seguente il bambino decise di chiamarsi Kundar, storpiando leggermente il nome che aveva sentito durante la notte ed ignaro del suo vero significato.

    1



    - Una vita in viaggio

    Durante gli anni della crescita, l’unica persona con cui strinse un vero legame di amicizia all'interno della sua vita all'orfanotrofio fu il suo migliore amico Nathyel: un coetaneo umano dai capelli castani e gli occhi nocciola, di carattere gentile e che non l’aveva mai discriminato per la sua natura. Una volta raggiunta l’età dell’adolescenza, ormai stanchi dei soprusi subiti nell'orfanotrofio, i due amici decisero di scappare insieme iniziando a viaggiare. Sicuramente fu una vita semplice e stancante ma, per la prima volta da che ne avesse memoria, il giovane Kundar si sentii felice.

    Proprio durante la permanenza in un villaggio della regione in cui si trovarono, Kundar ebbe la fortuna di incontrare Violet di cui si innamorò perdutamente. Anch'ella si unii al loro gruppo, formando questa stramba famiglia felice itinerante ed unendosi anche in matrimonio, qualche anno dopo, con Kundar.

    Purtroppo il destino fu crudele e quella felicità di quello strano gruppo non durò a lungo. Arrivato in un villaggio quasi deserto, vennero a sapere troppo tardi dell’epidemia che si era diffusa nella zona e che aveva decimato la popolazione. Kundar fu fortunato sopravvivendo alla malattia, sua moglie e il migliore amico no.

    Rimasto distrutto da quegli eventi, il mezzosangue visse a lungo senza uno scopo preciso, affogando troppo spesso il proprio dolore nei piaceri dell’alcol e in altri vizi. Trascorsero alcuni anni prima che l’ormai uomo provasse a ritornare la persona semplice di un tempo, nascondendo le cicatrici lasciate dalla perdita di quelle persone care.


    [IMG]http://i67.tinypic.com/xnsu51.jpg[/IMG][IMG]http://i67.tinypic.com/14t08r4.jpg[/IMG]

    (Violet - Nathyel)


    PARTE III: Percorso recente


    Rimasto da solo l’uomo riprese il suo viaggio per le varie terre soggiornando di solito solo pochi giorni nelle città che si trovava a visitare. Almeno fino a quando non giunse a Conca del Tuono. Qui cominciò a conoscere persone con cui iniziò a stringere nuovamente dei legami di amicizia e che gli permisero di riaprirsi al mondo.

    Durante una breve permanenza a Galadorwen, l’uomo affrontò poi i suoi pregiudizi verso la razza elfica e la loro cultura e, nonostante continui a non amarli particolarmente, ha fatto pace con quella parte di sangue elfico che gli scorre in corpo. Desideroso di apprendere magico, il destino lo condusse verso le Colline Ventose dove si unì ai Guardiani delle Lacrime e dove, nonostante non fosse mai stato un credente durante i suoi anni precedenti, si scoprì legato alla dea Raswa-Ti.

    Dopo una lunga prigionia alle Colline Ventosa, Kundar ha fatto ora nuovamente ritorno a Conca del Tuono per seguire l’uomo da cui intende apprendere le abilità di creare pozioni e per riunirsi ad alcune delle persone a cui si sente legato. Qui ha deciso anche di stabilire la propria dimora, stanco di una vita da perenne nomade…


    Alcune caratteristiche principali del carattere di Kundar:

    - Estrema curiosità. Non conoscendo il suo passato e le sue origini, è sempre stato spinto a scoprire nuove cose e a viaggiare. Per questo stesso motivo si è interessato alle arti magiche nonché alle pozioni e, di conseguenza, è divenuto fedele di Raswa-ti.
    Nonostante possa vivere un momento di sofferenza nello scoprire la sua discendenza demoniaca, la curiosità di scoprire sé stesso nonché ciò che è in grado di fare lo potrebbe aiutare nell'accettazione della sua natura. Per altro, è già incuriosito dall'esistenza di altre razze avendo appreso dell’esistenza di alcune razze quali i sirenidi, i demoni, i draghi.


    - Senso di unità e famiglia. Non avendo mai avuto una vera famiglia e avendo perso quella che aveva formato con la sua sposa e il suo migliore amico, Kundar tende a cercare di tenere uniti i gruppi di cui fa parte. Questo vale per il gruppo di streghe di cui fa parte e varrebbe anche per il gruppo di Conca in cui si trova ora. Per quanto potrebbe arrabbiarsi con gli altri mutaforma per avergli mentito sulla loro natura e quasi reputandoli responsabili del fatto che lo sia anch’egli, potrebbe arrivare a superare questo astio iniziale trovando almeno conforto in un eventuale “famiglia” di mutaforma. Per questo stesso motivo, seppure provasse ad espiare le proprie colpe votandosi ad eliminare il male, non farebbe mai del male ad altri mutaforma che conosce e che gli sono cari. Sia perché non li reputerebbe responsabili per la loro natura sia perché li reputerebbe parte della loro famiglia.


    - Maniaco del controllo. Non essendo stato artefice molto spesso del proprio destino, Kundar non ama particolarmente ritrovarsi in situazioni fuori dal proprio controllo o meglio in condizioni in cui non possa gestire la situazione a proprio modo. In pratica, se fosse un capo di organizzazione o di una comunità, sarebbe un rompiscatole vero e proprio perché vorrebbe che le cose fossero effettuate come lui vorrebbe.


    Ulteriori dettagli sul padre mezzelfo:

    - Uner: per quanto riguarda il passato di Uner sono rimasto volutamente sul vago, preferendo interessarmi solo di Kundar. In linea generale è un mezzelfo (figlio di un’elfo dei ghiacci e di un’umana), cresciuto in una famiglia benestante e acculturata secondo entrambe le culture. Ha appreso dal padre le arti arcane mentre dalla madre le capacità di guaritore. A causa di una faida con la famiglia materna, sempre contraria all'unione tra le due razze, i genitori e i fratelli sono stati uccisi e solo lui è riuscito a fuggire dai suoi cacciatori. Chiaramente Uner non è il suo vero nome e dovrebbe significare “Nessuno” in elfico (non l’ho aggiunto esplicitamente nel BG perché non sono sicuro potesse essere coerente con la lingua on della land).
    [IMG]http://i67.tinypic.com/3480fo9.jpg[/IMG]




    2- Una concisa ma chiara presentazione del genitore demone che possa donare un'idea della genesi; le ragioni che hanno spinto il demone a concepire.

    Hiridiar è un demone che ama seminare discordia ed assistere alla sofferenza altrui, che sia fisica o mentale, soprattutto se generata da lei stessa. Non disdegna neanche distruggere il lavoro altrui. Per questi motivi ha preso la decisione di concepire un figlio quella sera alla locanda, affinché divenisse una causa di problemi e conflitto tra il mezzelfo e i cittadini di quel villaggio già diffidenti per la diversa natura di Uner. Una volta constatato che non si era generato nessun problema, grazie alle capacità sia di guaritore sia comunicative del mezzelfo, è intervenuta affinché gli abitanti del villaggio nonché gli inseguitori di Uner si accanissero su di lui e il figlio. Ha rintracciato Kundar all'orfanotrofio unicamente per mera curiosità verso il padre e gli ha sussurrato il nome scelto da lei quasi per dispetto verso il mezzelfo che aveva osato cambiarlo, ma perdendo poi qualsiasi interesse verso di lui. Sostanzialmente Hiridiar non ha nessuno interesse a incontrare nuovamente Kundar e quest’ultimo potrebbe tranquillamente non conoscere mai la sua identità.

    [IMG]http://i64.tinypic.com/rand6c.jpg[/IMG]

    (aspetto mostrato di Hiridiar durante l'incontro alla locanda)


    [Anche Hiridiar ha un proprio significato, allo stesso modo del padre non l’ho inserita nel BG perché non so se potesse essere coerente. In ogni caso Hiridiar significherebbe Regina di Sangue, da qui il nome del bambino Cundiar ovvero Principe di Sangue]

    La caratteristica del genitore demoniaca potrebbe trasparire in Kundar come un desiderio a creare discordia in un gruppo o tra diverse comunità, nonchè apprezzamento per la distruzione e il dolore, sia come forma di sadismo sia come masochismo. Ovviamente la mia intenzione sarebbe quella di far combattere questo istinto a Kundar: talvolta con successo, altre no.


    3- Una descrizione di cosa è (per il candidato) un Mutaforma e quali dovrebbero essere i tratti distintivi del suo comportarsi.

    A mio parere, il principale tratto distintivo di un Mutaforma dovrebbe essere la lotta interiore tra la parte demoniaca e quella umanoide. Una lotta interna che potrebbe essere più o meno marcata seconda del carattere stesso del personaggio: un personaggio tendente ad un allineamento più negativo, potrebbe accettare più facilmente la propria natura e cedere senza problema agli istinti dovuti alla sua parte demoniaca; al contrario un personaggio tendente più ad un allineamento positivo (ed è il caso di Kundar) soffrirebbe per la sua stessa natura e sarebbe in continuo conflitto per il suo essere. In quest’ultimo caso, il mezzodemone potrebbe provare persino vergogna nei confronti di qualsiasi essere non demoniaco, reputandosi sporco al confronto. Ciò non implicherebbe che il mutaforma non possa mai cedere ai propri istinti demoniaci ma, qualora lo facesse, proverebbe rimorso e vergogna. Ovviamente una parte interessante del gestire la lotta di ogni singolo mutaforma è anche il modo in cui essa traspare nelle sue azioni e nel suo modo di rapportarsi con il resto del mondo.


    4- Motivo per cui si ritiene il pg proposto adatto a far parte della razza Mutaforma.

    Personalmente mi sono convinto a considerare adatto Kundar come possibile Mutaforma perché troverei interessante la gestione di un personaggio in un conflitto più marcato per le sue idee in completo contrasto con la parte demoniaca. Kundar non è un personaggio completamente positivo, crede attualmente che ci possa essere sia il bene che il male e che questi si alternino in un ciclo infinito. Tuttavia tende a preferire il bene, per quanto non sia un paladino che agisca di prima persona per il bene della comunità.
    Gli aspetti più interessanti che potrei giocare potrebbero essere il modo in cui Kundar potrebbe cercare di espiare le proprie “colpe” nonché la curiosità di scoprire sé stesso e fare uso delle proprie capacità.

    5- Prospettive di sviluppi di gioco in seguito ad un eventuale cambio razza, cosa cambierebbe del suo stato attuale e cosa comporterà per la psiche del Personaggio.

    Premesso che è solo un’idea del probabile sviluppo di gioco poiché preferisco muovere Kundar a seconda del giocato in on senza restrizioni precedenti, l’idea sarebbe quella di giocare un Kundar in conflitto con sé stesso che arrivi a chiudersi in sé stesso vergognandosi per la sua natura. Laddove scoprisse la natura di mezzodemone di Aeden, Xante, Kaderin ed Elenie (e mi sembra scontata vista la sua permanenza a Conca), assumerebbe un atteggiamento inizialmente ostile verso i personaggi a cui è particolarmente legato (Xante e Aeden) fino ad arrivare a pensare che il problema sia Conca stesso, considerato che si trovano tutti li. Dopodiché potrebbe far pace con gli altri ma continuare a soffrire perduratamene, non accettandosi, fino ad arrivare a trovare un modo per espiare le sue “colpe” e volgendosi a caccia del male.

    A mio parere gli unici modi in cui potrebbe, quindi, affrontare l’accettazione della propria parte demoniaca sono:
    - Grazie all'aiuto di una comunità di mutaforma, per i motivi elencati precedentemente.
    - Per uno spirito di curiosità e voglio di scoprirsi in un qualche modo
    - Redimendo sé stesso, adoperandosi per affrontare il male qualora gli fosse possibile.


    Non ho incluso alcuna informazione sul modo in cui Kundar possa scoprire progressivamente dell’esistenza dei mutaforma nonché della discendenza demoniaca perché mi sembra una questione che possa essere trattata ampiamente nel filone attuale di Conca.


    Marchio demoniaco proposto:
    [IMG]http://i63.tinypic.com/2e6eotc.jpg[/IMG]
    Avvolto attorno all'avambraccio sinistro in una spirale non chiusa, mobile principalmente tra la zona del gomito e il polso





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    *~*~*~*
    Keiko
    *~*~*~*


    Rendez-vous rendez-vous, rendez-vous au prochain règlement,
    rendez-vous rendez-vous, rendez-vous sûrement aux prochaines règles
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    00 29/01/2019 17:04
    Mi sembra che non ci sia null'altro da correggere sul BG, per questo non continuo a quotarlo. Altrimenti lo riprendo alla prossima risposta.

    2. Onestamente, nel periodo immediatamente successivo ad un eventuale cambio di razza, non me lo vedo cambiare dal giorno alla notte come se nulla fosse. Sicuramente lo immagino abbastanza impaurito perchè non capisce cosa succeda e interessato a comprendersi, principalmente.
    Al massimo, mi giocherei un piacere immotivato per le liti altrui o sofferenze, seguito da un'interrogazione personale riguardo tali istinti. (Ho approfittato del punto seguente, per fare esempi in diversi momenti)
    Magari un altro esempio può essere quello relativo agli esperimenti con Xante: ieri sera Kundar si è rifiutato di usare in prima persona la pozione sulla vittima e ha sofferto per il dolore di quest'ultimo; un Kundar mutaforma potrebbe aver accettato la richiesta di Xante di usare la pozione ma provando poi un senso di colpa per il piacere che abbia provato alle urla della vittima.

    3. Elenco vari possibili momenti.

    Ipotesi 1. Dopo un eventuale cambiorazza, Kundar non sa ancora cosa sia e di cosa è capace.

    [Accademia del Gusto | Ingresso] Desideroso di un po’di compagnia dopo una lunga giornata solitaria dedita solo ai propri studi e alla ricerca di risposte, il mezzosangue ha deciso di recarsi presso la locanda della cittadina di Conca del Tuono sperando di incontrare qualcuno delle sue conoscenze. Non avendo fretta di arrivare alla sua destinazione e godendosi quella brezza leggera che soffia tra le strade, il mezzosangue procede lentamente verso la porta d’ingresso e, nel contempo, continua a sperimentare quell'inspiegabile capacità visiva comparsa durante le ore notturne. Lo sguardo continua a spostarsi sulla zona circostante, notando una differenza abissale rispetto a ciò che riusciva a vedere fino a qualche giorno prima nelle medesime condizione di luce. Solo giunto nei pressi della porta, inizia a percepire un piacevole pizzicore presso il marchio comparso sul proprio avambraccio sinistro. Di botto, l’uomo si ferma a pochi passi della porta, spostandovisi appena per lasciare libero il passaggio agli altri clienti, e si arrotola velocemente la manica per controllare visivamente il marchio.[Ma che diavolo succede?] mormora, quindi, assumendo un’espressione perplessa e mordendosi distrattamente il labbro inferiore. Improvvisamente è più desideroso di fare il proprio ingresso nel locale e, per questo motivo, dopo aver coperto il marchio, si accinge a fare il suo ingresso spingendo la porta. Il suo vestiario è composto dal medesimo completo di morbido cuoiame con cui è solito incontrarlo, nulla di particolare porta indossa. Nel contempo, il bastardo mantiene in allerta i propri sensi per percepire eventuali mutamenti nelle trame magiche dei dintorni.

    [Accademia del Gusto | Sala] Giunto nella sala principale della locanda, il mezzosangue avanza soltanto di qualche passo prima di spostare il proprio sguardo su tutta la clientela presente. Non cancella ancora quell'espressione perplessa sul proprio viso, non riuscendo a capire a cosa sia dovuta quella sensazione ma riesce a notare Aeden seduto presso il bancone, sia attirato dalle trame magiche smosse dai suoi monile sia dalla discussione che sta avendo con il povero oste. Non notando altri conoscenti, l'uomo decide di muoversi verso il mutaforma per godere della sua compagnia; dopotutto era proprio per la compagnia che si era recato il tal luogo. [Ciao, Ezra] gli vocifera con tono cordiale e indossando un sorriso sul proprio volto. Non trattenendosi, si concede solo uno sguardo veloce del ragazzo prima di ritornare ad osservare nuovamente il resto del locale, quasi stesse cercando qualcosa nella folla. Un sospiro abbandona poi la propria bocca, arrendendosi al fatto che non riesca a capire a cosa siano dovuti questi strani fenomeni che lo stanno riguardando. [Come va la serata?] chiede poi al ragazzo, andando ad occupare lo sgabello vicino al suo e dando le spalle al resto della sala. Entrambi gli avambracci vanno ad essere appoggiati sul piano del bancone e la mano destra potrebbe sfiorare accidentalmente la mano dell'altro uomo. [Non la smetti mai di tormentare il povero Nicodemus, eh?] chiede poi, spostando lo sguardo dall'uno all'altro. [Mhm..] si ferma poi, non capendo perché trovi piacevole il fatto che i due stessero discutendo. {Skill innate - Perc. Magica}

    [Accademia del Gusto | Sala] Dopo aver ascoltato le parole dell'altro, il mezzosangue gli risponde soltanto con un accenno del capo spostando poi il proprio sguardo verso l'oste con l'intenzione di ordinare qualcosa. Tuttavia, quando la mano destra del bastardo va a toccare quella dell'altro uomo appoggiata sul bancone, una sensazione di piacere inonda nella sua persona e, sorpreso da quella sensazione, proverebbe a stringere con una presa più sicura l'altra mano e tornando a fissarlo. Dapprima si gode unicamente quella sensazione di maggiore completezza, che non pensava neanche di aver bisogno fino a quel momento, ma poi è la curiosità e il dubbio a diffondersi nel suo animo. [..Cosa..] proverebbe a dire prima di iniziare a percepire le sensazione e i pensieri dell'altro mutaforma. Istintivamente si avvicinerebbe anche con lo sgabello alla posizione di Aeden, per goderne di una maggiore vicinanza. {cosa significa?} proverebbe così a comunicare all'altro tramite il loro contatto, mentre il proprio sangue demoniaco gode di quell'unione e le sensazioni dell'uno vengono percepite dall'altro. Gli occhi rimangono fissi sul volto del giovane, dimentico ormai del resto della clientela del locale e di qualsiasi giudizio essi possano dare ad una tale vicinanza. A questo punto, il sanguemisto sposta anche la mano sinistra per porla anch'essa sulla mano del ragazzo. {Skill innate e Percezione Magica attiva}

    Ipotesi 2: Kundar ha appreso di essere un mutaforma, sta vivendo una fase di rigetto e di diniego della propria condizione

    [Accademia del Gusto | Sala] Avendo percepito il marchio pizzicare sin dal suo avvicinarsi alla locanda, il mezzosangue non si meraviglia nel notare Aeden seduto presso il bancone a dare fastidio, come sempre, al povero oste. Nel notare tale scena, un sorriso di soddisfazione appare sul suo volto per qualche istante prima di essere scacciato via, rendendosi conto di come possa essere dovuto alla propria essenza demoniaca. Non avendo altra scelta e notando come l'altro uomo l'abbia già notato al suo ingresso, il bastardo demoniaco si muove lentamente e di malavoglia verso il bancone per congiungersi al parirazza. [Ciao, Ezra..] gli vocifera poi con un tono neutro prendendo poi posto nello sgabello vicino. Conscio del suo desiderio intrinseco di avvicinarsi maggiormente e andare a toccare l'altro per condividerne i piaceri del proprio sangue demoniaco, il mezzosangue preferisce intrecciare le braccia al petto in una stretta decisa e mantenere un'adeguata distanza di sicurezza tra i due sgabelli. Un sospiro di sofferenza abbandona, tuttavia, la sua bocca; sintomo di quella situazione interna che lo affligge. [Come va la serata?] Per tutto il tempo, tuttavia, l'ibrido preferisce non porre il proprio sguardo su di lui e continua a spostarlo sugli altri clienti ma evitando di incrociarne direttamente gli sguardi. Dall'espressione che porta in viso non sembra particolarmente contento: quando era solo in stanza, desiderava la compagnia altrui; ora che è in mezzo alla gente, si vergogna di esservi temendo che lo stiano fissando e possano percepire la sua natura peccaminosa. {Skill innate e Percezione Magica attiva}

    Ipotesi 3: Kundar ha superato una fase di non accettazione totale della propria condizione, ha iniziato a esplorare sè stesso ma continua a vivere un conflitto interno.

    [Accademia del Gusto | Sala] Avendo percepito il marchio pizzicare sin dal suo avvicinarsi alla locanda, il mezzosangue non si meraviglia nel notare Aeden seduto presso il bancone a dare fastidio, come sempre, al povero oste. Nel notare tale scena, un sorriso di soddisfazione appare sul suo volto per qualche istante prima di essere scacciato via, rendendosi conto di come possa essere dovuto alla propria essenza demoniaca. Desideroso di avere compagnia e notando come l'altro uomo l'abbia già notato al suo ingresso, il bastardo demoniaco si muove tranquillo verso il bancone per congiungersi al parirazza. [Ciao, Ezra..] gli vocifera poi con un tono neutro prendendo poi posto nello sgabello vicino. Arrendendosi al suo desiderio intrinseco di avvicinarsi maggiormente e andare a toccare l'altro per condividerne i piaceri del proprio sangue demoniaco, il mezzosangue andrebbe ad allungare immediatamente la mano destra verso la sinistra di Aeden per stringerla in una presa salda ma delicata e diminuendo, nel contempo, la distanza tra i due sgabelli. Un sospiro di sofferenza abbandona, tuttavia, la sua bocca; sintomo di quella situazione interna che lo affligge. {Sempre a tormentare l'oste?} comunicherebbe poi all'altro tramite il legame speciale del loro sangue, trasmettendogli sia una sensazione di piacere dovuta agli effetti del proprio sangue demoniaco sia una sensazione di fondo di perenne conflitto per la mancata accettazione della propria natura. Solo a questo punto, si concede uno sguardo dei presenti per controllare che nessuno li stia guardando. {Skill Innate e Perc. Magica attiva}


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    00 30/01/2019 11:40
    Re:
    Ho alcune perplessità sul piano tecnico. Anche se comprendo che per un personaggio puramente neutrale/positivo come Kundar possa essere complicato da gestire vorrei un po' più di chiarezza su alcuni punti.


    Phoenixwhite, 29/01/2019 17.04:

    Mi sembra che non ci sia null'altro da correggere sul BG, per questo non continuo a quotarlo. Altrimenti lo riprendo alla prossima risposta.

    2. Onestamente, nel periodo immediatamente successivo ad un eventuale cambio di razza, non me lo vedo cambiare dal giorno alla notte come se nulla fosse. Sicuramente lo immagino abbastanza impaurito perchè non capisce cosa succeda e interessato a comprendersi, principalmente.
    Al massimo, mi giocherei un piacere immotivato per le liti altrui o sofferenze, seguito da un'interrogazione personale riguardo tali istinti. (Ho approfittato del punto seguente, per fare esempi in diversi momenti)
    Magari un altro esempio può essere quello relativo agli esperimenti con Xante: ieri sera Kundar si è rifiutato di usare in prima persona la pozione sulla vittima e ha sofferto per il dolore di quest'ultimo; un Kundar mutaforma potrebbe aver accettato la richiesta di Xante di usare la pozione ma provando poi un senso di colpa per il piacere che abbia provato alle urla della vittima.


    1.



    3. Elenco vari possibili momenti.

    Ipotesi 1. Dopo un eventuale cambiorazza, Kundar non sa ancora cosa sia e di cosa è capace.

    [Accademia del Gusto | Ingresso] Desideroso di un po’di compagnia dopo una lunga giornata solitaria dedita solo ai propri studi e alla ricerca di risposte, il mezzosangue ha deciso di recarsi presso la locanda della cittadina di Conca del Tuono sperando di incontrare qualcuno delle sue conoscenze. Non avendo fretta di arrivare alla sua destinazione e godendosi quella brezza leggera che soffia tra le strade, il mezzosangue procede lentamente verso la porta d’ingresso e, nel contempo, continua a sperimentare quell'inspiegabile capacità visiva comparsa durante le ore notturne. Lo sguardo continua a spostarsi sulla zona circostante, notando una differenza abissale rispetto a ciò che riusciva a vedere fino a qualche giorno prima nelle medesime condizione di luce. Solo giunto nei pressi della porta, inizia a percepire un piacevole pizzicore presso il marchio comparso sul proprio avambraccio sinistro. Di botto, l’uomo si ferma a pochi passi della porta, spostandovisi appena per lasciare libero il passaggio agli altri clienti, e si arrotola velocemente la manica per controllare visivamente il marchio.[Ma che diavolo succede?] mormora, quindi, assumendo un’espressione perplessa e mordendosi distrattamente il labbro inferiore. Improvvisamente è più desideroso di fare il proprio ingresso nel locale e, per questo motivo, dopo aver coperto il marchio, si accinge a fare il suo ingresso spingendo la porta. Il suo vestiario è composto dal medesimo completo di morbido cuoiame con cui è solito incontrarlo, nulla di particolare porta indossa. Nel contempo, il bastardo mantiene in allerta i propri sensi per percepire eventuali mutamenti nelle trame magiche dei dintorni.

    [Accademia del Gusto | Sala] Giunto nella sala principale della locanda, il mezzosangue avanza soltanto di qualche passo prima di spostare il proprio sguardo su tutta la clientela presente. Non cancella ancora quell'espressione perplessa sul proprio viso, non riuscendo a capire a cosa sia dovuta quella sensazione ma riesce a notare Aeden seduto presso il bancone, sia attirato dalle trame magiche smosse dai suoi monile sia dalla discussione che sta avendo con il povero oste. Non notando altri conoscenti, l'uomo decide di muoversi verso il mutaforma per godere della sua compagnia; dopotutto era proprio per la compagnia che si era recato il tal luogo. [Ciao, Ezra] gli vocifera con tono cordiale e indossando un sorriso sul proprio volto. Non trattenendosi, si concede solo uno sguardo veloce del ragazzo prima di ritornare ad osservare nuovamente il resto del locale, quasi stesse cercando qualcosa nella folla. Un sospiro abbandona poi la propria bocca, arrendendosi al fatto che non riesca a capire a cosa siano dovuti questi strani fenomeni che lo stanno riguardando. [Come va la serata?] chiede poi al ragazzo, andando ad occupare lo sgabello vicino al suo e dando le spalle al resto della sala. Entrambi gli avambracci vanno ad essere appoggiati sul piano del bancone e la mano destra potrebbe sfiorare accidentalmente la mano dell'altro uomo. [Non la smetti mai di tormentare il povero Nicodemus, eh?] chiede poi, spostando lo sguardo dall'uno all'altro. [Mhm..] si ferma poi, non capendo perché trovi piacevole il fatto che i due stessero discutendo. {Skill innate - Perc. Magica}

    [Accademia del Gusto | Sala] Dopo aver ascoltato le parole dell'altro, il mezzosangue gli risponde soltanto con un accenno del capo spostando poi il proprio sguardo verso l'oste con l'intenzione di ordinare qualcosa. Tuttavia, quando la mano destra del bastardo va a toccare quella dell'altro uomo appoggiata sul bancone, una sensazione di piacere inonda nella sua persona e, sorpreso da quella sensazione, proverebbe a stringere con una presa più sicura l'altra mano e tornando a fissarlo. Dapprima si gode unicamente quella sensazione di maggiore completezza, che non pensava neanche di aver bisogno fino a quel momento, ma poi è la curiosità e il dubbio a diffondersi nel suo animo. [..Cosa..] proverebbe a dire prima di iniziare a percepire le sensazione e i pensieri dell'altro mutaforma. Istintivamente si avvicinerebbe anche con lo sgabello alla posizione di Aeden, per goderne di una maggiore vicinanza. {cosa significa?} proverebbe così a comunicare all'altro tramite il loro contatto, mentre il proprio sangue demoniaco gode di quell'unione e le sensazioni dell'uno vengono percepite dall'altro. Gli occhi rimangono fissi sul volto del giovane, dimentico ormai del resto della clientela del locale e di qualsiasi giudizio essi possano dare ad una tale vicinanza. A questo punto, il sanguemisto sposta anche la mano sinistra per porla anch'essa sulla mano del ragazzo. {Skill innate e Percezione Magica attiva}

    Ipotesi 2: Kundar ha appreso di essere un mutaforma, sta vivendo una fase di rigetto e di diniego della propria condizione

    [Accademia del Gusto | Sala] Avendo percepito il marchio pizzicare sin dal suo avvicinarsi alla locanda, il mezzosangue non si meraviglia nel notare Aeden seduto presso il bancone a dare fastidio, come sempre, al povero oste. Nel notare tale scena, un sorriso di soddisfazione appare sul suo volto per qualche istante prima di essere scacciato via, rendendosi conto di come possa essere dovuto alla propria essenza demoniaca. Non avendo altra scelta e notando come l'altro uomo l'abbia già notato al suo ingresso, il bastardo demoniaco si muove lentamente e di malavoglia verso il bancone per congiungersi al parirazza. [Ciao, Ezra..] gli vocifera poi con un tono neutro prendendo poi posto nello sgabello vicino. Conscio del suo desiderio intrinseco di avvicinarsi maggiormente e andare a toccare l'altro per condividerne i piaceri del proprio sangue demoniaco, il mezzosangue preferisce intrecciare le braccia al petto in una stretta decisa e mantenere un'adeguata distanza di sicurezza tra i due sgabelli. Un sospiro di sofferenza abbandona, tuttavia, la sua bocca; sintomo di quella situazione interna che lo affligge. [Come va la serata?] Per tutto il tempo, tuttavia, l'ibrido preferisce non porre il proprio sguardo su di lui e continua a spostarlo sugli altri clienti ma evitando di incrociarne direttamente gli sguardi. Dall'espressione che porta in viso non sembra particolarmente contento: quando era solo in stanza, desiderava la compagnia altrui; ora che è in mezzo alla gente, si vergogna di esservi temendo che lo stiano fissando e possano percepire la sua natura peccaminosa. {Skill innate e Percezione Magica attiva}


    Ipotesi 3: Kundar ha superato una fase di non accettazione totale della propria condizione, ha iniziato a esplorare sè stesso ma continua a vivere un conflitto interno.

    [Accademia del Gusto | Sala] Avendo percepito il marchio pizzicare sin dal suo avvicinarsi alla locanda, il mezzosangue non si meraviglia nel notare Aeden seduto presso il bancone a dare fastidio, come sempre, al povero oste. Nel notare tale scena, un sorriso di soddisfazione appare sul suo volto per qualche istante prima di essere scacciato via, rendendosi conto di come possa essere dovuto alla propria essenza demoniaca. Desideroso di avere compagnia e notando come l'altro uomo l'abbia già notato al suo ingresso, il bastardo demoniaco si muove tranquillo verso il bancone per congiungersi al parirazza. [Ciao, Ezra..] gli vocifera poi con un tono neutro prendendo poi posto nello sgabello vicino. Arrendendosi al suo desiderio intrinseco di avvicinarsi maggiormente e andare a toccare l'altro per condividerne i piaceri del proprio sangue demoniaco, il mezzosangue andrebbe ad allungare immediatamente la mano destra verso la sinistra di Aeden per stringerla in una presa salda ma delicata e diminuendo, nel contempo, la distanza tra i due sgabelli. Un sospiro di sofferenza abbandona, tuttavia, la sua bocca; sintomo di quella situazione interna che lo affligge. {Sempre a tormentare l'oste?} comunicherebbe poi all'altro tramite il legame speciale del loro sangue, trasmettendogli sia una sensazione di piacere dovuta agli effetti del proprio sangue demoniaco sia una sensazione di fondo di perenne conflitto per la mancata accettazione della propria natura. Solo a questo punto, si concede uno sguardo dei presenti per controllare che nessuno li stia guardando. {Skill Innate e Perc. Magica attiva}





    Ho sottolineato alcune frasi come puoi vedere, pensieri in azione nudi e crudi, spesso sterili, cosa a cui mi riferisco quando abbiamo accennato al fatto che bisogna lavorare su questo fronte. Posso capire la tua intenzione e quello che vuoi dire ma troppo spesso oltre a non aver valenza in gioco questi pensieri non hanno foce di spunto, ad esempio l'ultimo "non si meraviglia di trovarlo lì" che spunto ha un PNG? nessuno. Se eprò mi scrivi che quando entri "non appare meravigliato nel trovare Aeden" io master sono autorizzato a muovere un oste che idealizza vi siate messi d'accordo per incontrarvi (esempio random eh).


    Nell'intera azione in grassetto vorrei che la riformulassi ricordando 3 cose:
    -Kundar è sempre Kundar
    -Se in qualcosa avverte una diversità, un piacere, io voglio vederlo come qualcosa di sì intimo, ma non fine a sè stesso, se vuoi trapelare un conflitto tra la sua natura demoniaca e il fatto che lui sia comunque una persona di fondo buona non è in quel modo che devo leggerlo
    -La vergogna è unos tato psicofisico, qualcosa di visibile all'occhio, scrivermi che si vergogna toglie il fine all'azione. Ci sono già passata in passato e eviterò in futuro di dover rivedere postume delle azioni in cui i PG si mostrano spavaldi e poi scrivono "e dentro sè ha tanta paura". è sempre fondamentale leggere una coerenza tra quel che fa il personaggio e quello che c'è nel pensiero dello stesso, se proprio va messo.

    Non sono contraria al pensiero in azione in generale, ma se c'è dev0'essere curato, un contorno coerente, non una frase buttata lì fine a sè stessa spero tu capisca cosa intendo.

    Buon lavoro!



    *~*~*~*
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    00 01/02/2019 17:02
    Innanzitutto mi scuso per il ritardo ma, per questioni lavorative, non sono riuscito a scrivere prima. Sul pensato nelle azioni ne abbiamo già parlato, è il mio errore principale purtroppo. Provo a prestare maggiore attenzione su questo aspetto.

    1. Per quanto riguarda la scelta di cedere alla richiesta di Xante, non è motivato da un cambio di mentalità di Kundar bensì dall'intenzione di volere testare un eventuale cambiamento nella propria persona. Ho pensato fosse plausibile che, qualora venisse a scoprire di essere un mezzodemone, Kundar vorrebbe sperimentare se ci fosse stato un cambiamento nella propria persona dal risveglio del proprio sangue demoniaco. Del tipo: se ora il sangue demoniaco è più forte, sono pure più.. cattivo? Quale occasione migliore se non testarlo su qualcuno già "condannato" a priori?

    Di conseguenza, fare un'azione di questo tipo:

    [Casa Xante] Dopo aver udito la richiesta del Cavaliere a lanciare personalmente quella pozione contro la povera vittima dell'esperimento, il mezzosangue demoniaco rimane fermo per qualche istante ad osservare la pozione stretta nella mano destra dell’altro uomo. [Ehm.. veramente…] inizia a dire a bassa voce, tormentandosi le dita di entrambe le mani e senza alzare lo sguardo sull'altro. [Ecco. Non mi sembra il caso…] Per svariati istanti, l’uomo non aggiunge null'altro ma si morde distrattamente il labbro inferiore preso dai propri pensieri. Solo dopo un profondo sospiro, decide di alzare lo sguardo sull'altro mutaforma andandogli a vociferare poche parole. [Va bene. Voglio capire una cosa…] Spinto dal desiderio di comprendere se il risveglio del proprio sangue demoniaco lo abbia mutato anche come persona, il bastardo afferra dunque la pozione con la mano destra per poi posare lo sguardo esitante sulla figura dell’elfo imprigionato. Non la lancia subito: dal modo in cui si stringe nelle spalle e continua ad osservare la vittima dell’esperimento, è facilmente intuibile il suo nervosismo. Abbassa un'ultima volta il proprio sguardo sulla pozione per poi decidersi a lanciarla con forza ai piedi della vittima, pronto ad assistere agli eventi effetti di quella sostanza.

    2. Per quanto riguarda le altre azioni, ho provato a correggere il tiro.

    [Periodo immediatamente successivo ad un risveglio del sangue, in cui Kundar non sa cosa gli stia accadendo e non sa di essere un mutaforma.]

    [Accademia del Gusto | Ingresso] Desideroso di un po’di compagnia dopo una lunga giornata solitaria dedita soltanto alla ricerca di risposte sulla sua attuale situazione, il mezzosangue ha deciso di recarsi presso la locanda della cittadina di Conca del Tuono, sperando di incontrare qualcuno delle sue conoscenze. Non avendo fretta di arrivare alla sua destinazione e godendosi quella brezza leggera che soffia tra le strade, il mezzosangue procede lentamente verso la porta d’ingresso e, nel contempo, continua a sperimentare quell'inspiegabile capacità visiva comparsa durante le ore notturne. Lo sguardo continua a spostarsi sulla zona circostante, notando una differenza sostanziale rispetto a ciò che riusciva a vedere fino a qualche giorno prima nelle medesime condizioni di luce. Solo giunto nei pressi della porta d'ingresso, il mutaforma inizia a percepire un piacevole pizzicore presso il marchio comparso sul proprio avambraccio sinistro. Di botto, si ferma a pochi passi della porta, spostandovisi appena di lato per lasciare libero il passaggio agli altri clienti, e si arrotola velocemente la manica per controllare visivamente il marchio. [Ma che diavolo succede?] mormora, quindi, assumendo un’espressione perplessa e mordendosi distrattamente il labbro inferiore. Non riuscendo a capirne le cause, decide di fare ugualmente il suo ingresso nel locale ma prima si copre il segno con la manica della giacca. Il suo vestiario è composto dal medesimo completo di morbido cuoiame con cui è solito incontrarlo, nulla di particolare porta indosso. Nel contempo, il bastardo mantiene in allerta i propri sensi per percepire eventuali mutamenti nelle trame magiche dei dintorni.

    [Accademia del Gusto | Sala] Avendo fatto il suo ingresso nella sala principale della locanda, il mezzosangue avanza soltanto di qualche passo prima di posare il proprio sguardo su tutta la clientela presente. Non cancella ancora quell'espressione perplessa sul proprio volto, non riuscendo a capire a cosa sia dovuta quella sensazione, ma riesce a notare Aeden seduto presso il bancone, sia attirato dalle trame magiche smosse dai suoi monili sia dalla discussione che sta avendo con il povero oste. Non notando altri conoscenti, il mezzosangue decide di muoversi verso il parirazza per godere della sua compagnia. [Ciao, Ezra] gli vocifera con tono cordiale e indossando un sorriso sul proprio volto. Ancora con un’espressione perplessa, si concede solo uno sguardo rapido del ragazzo prima di ritornare ad osservare nuovamente il resto del locale, alla ricerca di una possibile spiegazione a quel sintomo. Un sospiro abbandona poi la propria bocca, arrendendosi al fatto che non riesca a capirci nulla. [Come va la serata?] chiede poi ad Aeden, andando ad occupare lo sgabello vicino al suo e dando le spalle al resto della sala. Entrambi gli avambracci vanno ad essere appoggiati sul piano del bancone e la mano destra potrebbe sfiorare accidentalmente la mano dell'altro uomo. [Non la smetti mai di tormentare il povero Nicodemus, eh?] chiede poi, spostando lo sguardo dall'uno all'altro. {Skill innate - Perc. Magica}

    [Accademia del Gusto | Sala] Dopo aver ascoltato le parole dell'altro, il mezzosangue gli risponde soltanto con un accenno del capo spostando poi il proprio sguardo verso l'oste con l'intenzione di ordinare qualcosa. Tuttavia, quando la mano destra del bastardo va a toccare quella dell'altro uomo appoggiata sul bancone, un brivido di piacere gli percorre il corpo e, sorpreso da quella sensazione, l’uomo proverebbe a stringere con una presa più sicura la mano dell'altro. Dapprima rimane silente a godersi quella sensazione di maggiore completezza socchiudendo gli occhi, ma poi è la curiosità e il dubbio a diffondersi nel suo animo. [..Cosa..] proverebbe a dire prima di iniziare a percepire le sensazioni dell'altro mutaforma. Istintivamente si avvicinerebbe anche con lo sgabello alla posizione di Aeden, voltandosi maggiormente nella sua direzione. {cosa significa?} proverebbe così a comunicare all'altro tramite il loro contatto. Una volta riaperti, gli occhi rimangono fissi sul volto del giovane, dimentico ormai del resto della clientela del locale e di qualsiasi giudizio essi possano dare ad una tale vicinanza. A questo punto, il sanguemisto sposta anche la mano sinistra per porla anch'essa sulla mano del ragazzo. [Non capisco..] Ancora un’espressione dubbiosa fa la sua comparsa sul suo volto. {Skill innate e Percezione Magica attiva}

    [Ipotesi successiva in cui Kundar ha appreso di essere un mezzodemone. Vergognandosi di questa cosa, ha trascorso un periodo isolato da tutti e si è sforzato di recarsi in locanda per non rimanere per sempre isolato]

    [Accademia del Gusto | Sala] Appena varcata la porta d’ingresso della locanda, con un passo incerto, il mezzosangue si sforza a lanciare uno sguardo veloce della sala principale e della clientela presente, soffermandosi immediatamente sulla figura di Aeden intento a litigare con l’oste presso il bancone. Considerato che aveva iniziato a percepire come il marchio avesse iniziato a pizzicare piacevolmente dal suo avvicinarsi al locale, tuttavia, l’uomo non appare sorpreso di vederlo. Un sospiro abbandona la sua bocca come segno della propria frustrazione e del desiderio di non incontrare altri suoi simili in quella serata. Per evitare di andargli incontro, inizialmente, il bastardo demoniaco si sofferma sugli altri clienti per pochi istanti ma poi è costretto a muoversi verso Aeden, quando si accorge di come questi lo abbia già notato. [Su… andiamo] si incoraggia per un istante prima di avanzare verso la figura del parirazza, mantenendo lo sguardo abbassato e continuando a tormentarsi le dita delle mani. [Hey, Ezra] gli vocifera poi prendendo posto sullo sgabello prossimo alla sua persona, senza alzare mai lo sguardo. Le azzurre iridi vanno ad osservare la mano dell’altro mutaforma appoggiata sul piano del bancone, lo stesso sul quale appoggia le sue. Per un breve istante, allunga la mano destra verso l'altro desideroso di ritrovare quella sensazione di appartenenza reciproca che il proprio sangue demoniaco ritrova in presenza di altri parirazza. Un'altro sospiro abbandona, tuttavia, la sua bocca quando decide di ritrarre la mano riportandola sulla sinistra. [Come..va?] fatica poi a dire, senza alzare ancora lo sguardo.


    [Ipotesi in cui Kundar ha superato il periodo di vergogna ma, di fondo, continua a non apprezzare il fatto di essere un mezzodemone]


    [Accademia del Gusto] Avendo percepito il marchio pizzicare sin dal suo avvicinarsi alla locanda, il mezzosangue non si mostra meravigliato nel notare Aeden seduto presso il bancone a dare fastidio, come sempre, al povero oste. Desideroso di avere compagnia e notando come l'altro uomo l'abbia già notato al suo ingresso, il bastardo demoniaco si muove tranquillo verso il bancone per congiungersi al parirazza. [Ciao, Ezra..] gli vocifera poi con un tono neutro prendendo poi posto nello sgabello vicino. Arrendendosi al suo desiderio intrinseco di avvicinarsi maggiormente e andare a toccare l'altro per condividerne i piaceri del proprio sangue demoniaco, il mezzosangue andrebbe ad allungare immediatamente la mano destra verso la sinistra di Aeden per sfiorare la mano dell’altro e diminuendo, nel contempo, la distanza tra i due sgabelli. Un sospiro di sofferenza abbandona, tuttavia, la sua bocca; sintomo di quella situazione interna che lo affligge. {Sempre a tormentare l'oste?} comunicherebbe poi all'altro tramite il legame speciale del loro sangue, trasmettendogli sia quella piacevole sensazione di appartenenza reciproca dovuta agli effetti del proprio sangue demoniaco sia una sensazione di fondo di perenne conflitto per la mancata accettazione della propria natura. Solo a questo punto, si concede uno sguardo dei presenti per controllare che nessuno li stia guardando. {Skill Innate e Perc. Magica attiva}

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    Keiko
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    00 01/02/2019 19:04
    Ho letto. Mi prendo tempo per riflettere e seguirò il filone in corso.

    Mentre rumurgino ho una curiosità, dettata dal fatto che ultimamente sei un po' circondato da mutaforma. Di quel che hai visto c'è una skill che ti fa particolarmente gola? Se si perché?

    Hai mai usato in chat una concentrazione? Da regolamento come la gestisci? Oso supporre che il tuo PG sia arcano quindi mi limito a questa fetta di gioco. Sappi che sono molto rigida su alcuni punti del regolamento e pretendo che sia rispettato in modo eccelso a prescindere dal master di turno che fa concentrare poeti e cantori del parlato in azione. Pensi che la tua preparazione su questi aspetti sia adeguata? A prescindere dal carattere di kundar che abbiamo visto ritieni che sapresti generare un incanto in maniera corretta? Inoltre, tra un cast da pannello base e un cast da pannello mutaforma che differenze potresti fare in on?

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    Phoenixwhite
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    00 02/02/2019 00:13
    Onestamente non avevo pensato a questa cosa fino a questo momento. Ho assistito all'uso di alcune skill ma non ho una vera preferenza per una piuttosto che per un'altra. Forse potrei dire che mi fa gola semplicemente "Mutare Forma" perché è quella più caratteristica della razza e quella che richiede uno studio preciso e lungo nel giocato delle possibili mutazioni da apprendere.

    Per quanto riguarda la concentrazione, temo di no. Da regolamento so che ci sono turni di concentrazione (il cui numero varia in base all'abilità specifica) per richiamare l'Ars, in cui non puoi fare assolutamente null'altro (nè parlare, nè muoverti) e poi il turno di lancio effettivo dell'abilità magica.

    Se penso che la mia preparazione sia adeguata? Purtroppo devo dire di no. Per quanto riguarda la differenza tra un cast da pannello base e una da pannello muaforma, credo dipenda dall'abilità specifica. Ad esempio con il Ruaki, che è l'unica che conosco bene, credo si richiami principalmente la propria essenza demoniaca.
    In genere, comunque, mi viene da pensare che nel secondo caso si attinga principalmente alla propria essenza demoniaca o alla Discrepanza. (ma ripeto che non ho una visione chiara delle abilità del mutaforma)
    [Modificato da Phoenixwhite 02/02/2019 00:14]

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    00 03/02/2019 13:49
    Diciamo che apprezzo la sincerità sulla concentrazione. Non credo sia utile chiedere un test di concentrazione in questa sede ma ti avviso che sono molto rigida e non esito ad intervenire personalmente su una concentrazione malfatta di un mio razziato a prescindere del dove e quando.

    Restando sul tecnico per vedere se almeno il regolamento è chiaro anche se non l'atto pratico
    Sai dirmi la differenza tra concentrazione arcana e razziale? Per cosa si usa la seconda? Bonus e malus delle due?

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    00 06/02/2019 12:15
    Re:
    Koko_, 03/02/2019 13.49:

    Diciamo che apprezzo la sincerità sulla concentrazione. Non credo sia utile chiedere un test di concentrazione in questa sede ma ti avviso che sono molto rigida e non esito ad intervenire personalmente su una concentrazione malfatta di un mio razziato a prescindere del dove e quando.

    Restando sul tecnico per vedere se almeno il regolamento è chiaro anche se non l'atto pratico
    Sai dirmi la differenza tra concentrazione arcana e razziale? Per cosa si usa la seconda? Bonus e malus delle due?




    La concentrazione arcana servirebbe a richiamare l'Ars e, di conseguenza, per effettuare incantesimi o richiamare poteri magici di determinati oggetti; la concentrazione razziale per attingere al potere intrinseco della propria razza e, di conseguenza, utilizzare le abilità di razza .

    In entrambi i casi, nelle azioni di concentrazione bisogna dedicarsi unicamente a questo senza compiere altri gesti. Non si può parlare, né compiere movimenti, né prestare attenzione ai discorsi altrui.
    Qualora si venisse interrotti nella propria concentrazione o non ci si riesca a concentrare per qualsiasi motivo, per ritentare di porre in essere un incanto o un'abilità razziale, bisogna ricominciare dal principio. Questo penso sia il principale MALUS della Concentrazione (in entrambi i casi).

    Di Bonus effettivi della concentrazione non me ne vengono, sinceramente, in mente se non quello di rendere credibile tutta la gestione dell'uso di incanti o abilità di razza.

    Una volta effettuati i turni di concentrazione, c'e' poi il turno effettivo di lancio della skill arcana o di razza. Ovviamente tutta questa operazione comporta un affaticamento effettivo per il pg, tale stanchezza deve essere giocata.

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    00 06/02/2019 18:14
    Cosa intendi per
    Abilità di razza?

    Fammi un esempio specifico.
    Comunque per me non hai risposto alla domanda, quindi ti rifarei esattamente la stessa domanda invitandoti
    1- alla documentazione di razza, tutta.
    2- a pensare che ci sono delle skill sulla concentrazione, semplicemente da pannello

    Non aspetto il turno 3 perchè è così grave e risaputo che lo dico io, così lo continuo a urlare al mondo intero: la concentrazione di RAZZA non è percepibile. Poi per cosa si usa aspetto che me lo dica tu :D 🧙‍♀️🧙‍♀️🧙‍♀️🧙‍♀️

    *~*~*~*
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    Phoenixwhite
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    00 07/02/2019 12:48
    Ammetto in pubblica piazza che non avevo capito un cavolo della domanda prima.😓 Spero di aver connesso propriamente il cervello ora.

    Sia con la Concentrazione Arcana sia con quella Razziale, il mutaforma non può muoversi né parlare perché deve dedicarsi unicamente a ciò che sta facendo isolandosi completamente dal resto e non essere vittima delle proprie emozioni. Solo nel primo caso, ci sono delle eccezioni.

    La Concentrazione Razziale di Mutazione non è percepibile magicamente perché non si fa utilizzo di Ars, ma il mutaforma si concentra sul controllo di ogni singola cellula del proprio corpo da mutare nella forma, nel colore ecc.. La concentrazione necessaria minima per una Mutazione è di due turni ma, soltanto in alcuni casi a descrizione del Master, può durare un solo turno se riguardante una piccola parte del proprio corpo. Non si può dimezzare in altro modo.

    Considerando che la Concentrazione Razziale non è percepibile magicamente, qualora venga interrotta, nessuno altro personaggio può capire che il mutaforma si stesse concentrando; mentre qualora una Concentrazione Arcana venga interrotta, è comunque intuibile dagli altri dotati di percezione magica che il mutaforma si stesse preparando a qualche magia.

    In generale, durante la concentrazione razziale di mutazione, non si può far MAI uso di nessuna altra skill. Nello specifico, durante la Concentrazione per la Mutazione, non si può far uso di skill quale Concentrazione Rapida, perché questa skill permette di dimezzare i turni di concentrazione relativi al lancio soltanto di una magia. Non si può fare utilizzo neanche di Concentrazione Ferrea, perché durante i turni della concentrazione necessaria perla Mutazione è obbligatorio rimanere immobili e silenti per dedicarsi solo al controllo delle proprie cellule.

    La Concentrazione Arcana è sempre percepibile, per propria natura, da coloro che possiedono la Percezione Magica perché si richiamano effettivamente le trame magiche. Di conseguenza, ad esempio, un nemico potrebbe accorgersi che ci si stia preparando ad un attacco magico e tentare di interrompere la concentrazione. I turni di questo tipo di concentrazione (che variano a secondo dell’incanto da usare) possono essere dimezzati con Concentrazione Rapida. Soltanto con questo tipo di concentrazione si può far uso della Concentrazione Ferrea, quindi rispondere con brevi frasi o TENTARE di difendersi da un attacco senza compiere grandi manovre.

    [Modificato da Phoenixwhite 07/02/2019 12:51]

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    Keiko
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    00 05/03/2019 15:17
    Esito Candidatura
    Ad ormai quasi un mese del gioco visto accolgo la candidatura IN OSSERVAZIONE.

    Per quanto riguarda il BG mi è piaciuta la forma, lo spunto in sè ha avuto bisogno di smussamenti, ma ho avuto l'impressione di un confronto costruttivo. Ho potuto comunque vedere un BG già dall'inizio studiato, ben posto e ben scritto.

    Sono abbastanza coinvolta ed interessata ai risvolti futuri di questo risveglio per un personaggio (finalmente direi) puramente neutrale con caoticità positive, uno slancio è stato questo approccio che si differenzia agli altri della razza nella maggior parte. Queste sono cose che in gioco non vedo l'ora di leggere.

    La conoscenza tecnica della razza è sufficiente, quella tecnica generale un po' meno. Evito di esprimermi sul fatto che non ti abbia potuto vedere concentrarti in gioco visto il livello ormai raggiunto ed il ruolo, mi sono quindi limitata ad osservare l'utilizzo delle skill innate durante questo mese, per tale ragione, quando il master ti riterrà pronto con il decorso ON cambierò il simbolo MA le skill ARCANE NON innate sono bloccate fino ad analisi ulteriore del livello di gioco in questo senso. Non è la prima volta che concedo un periodo iniziale di questo tempo e ho potuto vedere che, per quelle candidature più si che nì, un periodo in cui potersi concentrare sulla parte delle innate e fisiche, che sono il grosso della formazione mentale di un Mutaforma, può essere più incentivante.

    Congratulazioni quindi per il tuo esame, benvenuto in razza, a seguito del cambio razza e simbolo verrà esplicitato in condizioni fisiche il blocco delle skill.


    *~*~*~*
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