Visto che l'esimio Le Bon sta accumulando COLLINE di PALANCHE con i suoi fatti di cronaca, provo anch'io a rimpolpare il portafoglio... tanto poi paga Barnabino...
Ritorno SOLO per un ATTIMO in me, l'argomento richiede serietà:
In questi ultimi giorni la cronaca tratta di omicidi orripilanti, e NON c'è parola che possa narrare, nè tantomeno giustificare un atto così drammatico e snaturato di quello compiuto dalle moderne Medee (madri che si sbarazzano violentemente dei propri figli), o di quei giovani che avvelenano o massacrano i propri parenti e famigliari, apparentemente per futili motivi o di stress. Ragazzi che con efferata ferocia massacrano anche i propri genitori (e viceversa) come, ad esempio, per assecondare la propria ansia di benessere a tutti i costi, o perchè abbagliati da convinzioni cieche che li rendono schiavi di quelle giustificazioni (le loro) nate dal vuoto interiore e dall'incomprensione da cui si sentono da sempre circondati.
Bisogna prenderne atto: è una dilagante "mania di distruzione", sia materiale che morale e che interessa ogni componente sociale, con storie di macerie interiori che sprofondano nell'animo umano. Sono spesso i fatti di cronaca più cruenti, inaspettati, illogici e per questo apparentemente ingiustificabili, che ci colpiscono al cuore, e che svelano un abisso latente che, come un'ombra inesorabile accompagna l'esistenza di ogni individuo.
La domanda sorge spontanea diceva un ometto televisivo: da dove nasce la volontà di distruzione che porta persone apparentemente normali, a compiere atti efferati anche verso i propri famigliari?