00 09/10/2016 10:15
Monte Romano - Annullata la sentenza per un pescatore condannato per porto abusivo d'arma

Andate a pesca con un coltello? Niente paura. Nessuno potrà mai incriminarvi per porto abusivo di arma. Parola di Cassazione.


La Suprema Corte ha annullato la sentenza di condanna di un 37enne, reo di essere uscito di casa con un coltello a serramanico. 


I carabinieri lo fermano a Monte Romano il 6 ottobre 2011. Perquisito, gli trovano in tasca il coltello, dalla lama lunga dieci centimetri. In realtà, è lui a mostrarlo spontaneamente ai carabinieri: “E’ per una battuta di pesca”, spiega. Ma il tribunale di Viterbo non gli crede: il coltello è in tasca e non insieme a tutti gli altri arnesi da pesca e viene trovato in un orario definito dalla sentenza “non compatibile” con quell’attività. Il giudice applica la lieve entità e lo condanna a 800 euro di ammenda. Ma il 37enne non ci sta. E la Cassazione gli dà ragione. 


I magistrati della Suprema Corte hanno riconosciuto che, in tal caso, sussiste il “giustificato motivo”. La normativa italiana sulle armi, all’articolo 4, spiega che “senza giustificato motivo, non possono portarsi fuori della propria abitazione o delle appartenenze di essa bastoni muniti di puntale acuminato, strumenti da punta o da taglio atti a offendere, mazze, tubi, catene, fionde, bulloni, sfere metalliche, nonché qualsiasi altro strumento non considerato espressamente come arma”. Ma se c’è un giustificato motivo, allora si può. E il 37enne poteva:“E’ evidente – conclude la Cassazione – che il coltello era detenuto nella tasca insieme ad ami, filo e piombo”. Nessuna scusa, insomma, “essendo notoria la necessità, per un soggetto dedito alla pesca di tagliare sia il filo sia le esche”. Quindi, condanna annullata. 

fonte: tusciaweb.eu