Honda Dominator Dominatoristi originali... dal 20/12/2004

Restaturo di una Dominator nx650 del 1989 sul balcone

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    David EsAd
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    Cinquantino truccato
    00 29/03/2016 01:23
    (REPOST)(ovvero come restaurare una moto senza garage)




    Ciao a tutti, mi hanno fatto notare che imageshack ha deciso di abbandonarci e cancellare tutte le foto che avevo hostato con questo servizio, quindi colgo l'occasione per riproporre in un unico post tutta la mia avventura di restauro appresso a quella paxxissima dominator che mi ritrovo!




    Restaturo di una Dominator nx650 del 1989 senza garage


    (ovvero come restaurare una moto sul balcone)









    Ciao!!

    Visto che potrebbe essere utile a qualcuno, vi racconterò in breve questa singolare esperienza nel quale mi sono cimentato avendo a disposizione un po di tempo libero d'esate ma sopratutto la voglia di conoscere veramente a fondo ciò che mi romba sotto il sedere (e nel cuore).




    Senza nessuna pretesa, spero che le difficoltà che ho incontrato servano come metro di misura per qualche altro pazzo che si cimenterà nell'impresa, in ogni caso le operazioni tecniche affrontate sono:


    -resaturo estetico
    -revisione ammortizzatori anteriori
    -registrazione delle valvole
    -sostituzione dell'albero a camme
    -sostituzione della catena di distribuzione
    -sostituzione olio-filtro





    DEASSEMBLAGGIO


    Parola d'ordine: ORGANIZZAZIONE della BULLONERIA



    Purtroppo non basta il buon senso, bisogna dividere e organizzare ogni vite e bullone che si separerà dalla moto, più che altro perchè nessuno ci dirà quale vite combacierà con quale bullone al momento del rimontaggio. (il manuale d'officina non è come un manuale ikea eheh)

    Purtroppo ho peccato di superbia ed il mio errore è stato quello di dividere la bulloneria in settori abbastanza grandi (sterzo, codone, cestello delle luci ecc), un errore che ho pagato perdendo giorni a capire dove andasse una determinata vite o dove andassero quelle che mi erano rimaste fuori.
    Questo può essere evitato con una mappa della moto collegata a settori numerati abbastanza piccoli di viti e bulloni (massimo 5 o 10), inoltre meglio lasciare ove possibile le viti nelle loro sedi. Per quanto mi riguardai è stato utile fare molte foto.



    INIZIAMO!



    Per prima cosa si smontano tutte le carene, purtroppo non ho molte foto di queste operazioni iniziali, ma è abbastanza semplice e deve essere fatto in questo ordine:
    -Si smontano i fianchetti e si rimuove la sella.
    -Si libera il serbatoio dalle viti laterali, dal bullone centrale, dal condotto della benzina (ricordandosi di chiudere il rubinetto), dai perni delle carene e si lascia scivolare verso dietro sulle sedi di gomma che lo tengono fermo.













    Si smonta il codone posteriore dopo aver segnato i cavi, scollegato la batteria e scollegato i cavi di alimentazione delle luci posteriori.






    Si smonta lo spoiler e si smonta il lunotto che circonda gli strumenti. Questa è un operazione delicata in quanto le viti che fermano il lunotto con le carene sono nascoste all'interno. Una volta liberato il lunotto si smontano le carene laterali, il risultato dovrebbe essere questo.









    Adesso si procede con lo smontare l'impianto elettrico e il cestello del faro. Nel rimontaggio mi sono trovato in difficoltà quindi è molto utile segnare con disegni (più che diagrammi) l'esatta posizione di ogni cavo e collegamento. Quelli da separare non sono molti in fin dei conti.

    La parte finale dell'impianto elettrico, collegata alla batteria e al regolatore di tensione.







    Il collegamento che va al pedale del freno e tutti gli altri collegamenti del cestello, della bobina della candela e del clacson












    Ricorda un po Alien, vero?







    Di seguito si smonta il filtro aria, liberandolo dalle viti, dai tubi e dal collettore che lo collega al carburatore. Per sfilarlo bisogna anche rimuovere il coperchio sul lato, inoltre in questa fase vale la pena smontare il supporto del serbatoio sul telaio.













    Poi si sfila il carburatore liberandolo a sua volta dai cavi e dal collettore.
    Per i cavi dell'accelleratore basta svitare i bulloni per allentare la tensione sui cavi per poi fare uscire dalle sedi i fermi degli stessi.
    Per il cavo dell'aria bisogna fare attenzione che la molla non schizzi via quando si estrae lo spillo











    Per il collettore bisogna stare attenti alla vite in basso e centrale perchè tende a spanarsi, quindi meglio avere molto spazio (assenza del carburatore) o in ogni caso una buona soluzione è utilizzare la prolunga del cricchetto, che eviterà la leggera torsione laterale che vediamo in foto (colpevole della spanatura)








    Ecco il carburatore pronto per la revisione.








    Di seguito si smontano le marmitte e i collettori. E' probabile che le marmitte siano saldate ai collettori, o per lo meno incastrate(le mie erano completamente arrugginite), bisogna tirare forte e dare qualche colpo con il martello gommato.









    A questo punto arriva la parte impegnativa. Purtroppo ho poche foto ma vi assicuro che l'unica cosa che serve sono buoni attrezzi e olio (di gomito).



    Lo spurgo dell'olio.


    Non è per niente complicato, tra tutte le operazioni è una delle più semplice, ci riuscirebbe chiunque, QUINDI ci sarà qualche intoppo, come OVVIAMENTE è successo a me. Ma prima vi racconterò un piccolo aneddoto che mi è capitato proprio prima di compiere questa operazione, anche se è un po OT, ma potete saltarla se volevete:

    (storia nella storia)
    Scendo di casa, il cielo è limpido, il sole splende; accendo la moto e mi avvio come tutti gli altri giorni verso l'università. All'improvviso, nel giro di qualche minuto il sole viene oscurato da un nuvolone nero perce che si staglia sul panorama del vesuvio, riesco intravedere un piccolo cono che vortica nel suo centro e ai primi goccioloni scelgo di accostare la moto in discesa e mettermi al riparo. Non faccio in tempo a spegnere il motore che inizia a diluviare come se non ci fosse un domani. Dal piccolo porticato che mi da un po di riparo vedo che la mia domy è raggiunta da una specie di fiumiciattolo che dopo qualche secondo diventa un vero e proprio torrente; come se non bastasse i detriti si incastrano sotto la ruota posteriore e quando questa specie di fiume aumenta la sua portata crea una specie di onda che va a finire al sua corsa proprio sopra le marmitte. La corrente è così forte che la moto cade sui paletti sul ciglio della strada(quasi in piedi per fortuna). Dopo qualche minuto finisce tutto e il fiume sparisce. Ripulisco la moto dai detriti, foglie e altro e dirigo la moto in salita per fare uscire l'acqua dalle marmitte. Stupidamente provo ad accendere e non succede niente. La moto muore e la porto dal mio meccanico lì vicino. La diagnosi è aqcua nel motore. A questo punto gliela lascio e la riprendo il pomeriggio stesso e la moto riparte!! Ma secondo voi il mio meccanico mi dice che non ha cambiato l'olio, candela e niente e si è pure preso 50 euro? No, e quindi dopo un chilometro mi devo fermare perchè la moto fa molta resistenza ed ad un certo punto si inchioda. Sono convinto di avere fuso, ma dopo una mezzoretta provo a riaccendere e riesco a fare il breve tratto che mi separa da casa.
    Apro il tappo dell'olio e trovo questo







    Si può capire che l'olio non 'è più nero ma semplicemente marrone, completamente emulsionato con l'acqua che è penetrata all'interno del motore. A questo punto scelgo di compiere queste operazioni:
    - eliminare completamente l'olio misto a acqua
    - far girare per qualche giorno il motore con olio usato
    - far girare un mese il motore con olio economico
    - procedere al tagliando sostituendo filtro e olio di qualità
    (Fine della storia nella storia, o meglio, dell'incubo)


    Ritornando allo spurgo dell'olio, come se non bastasse, ho insistito (visto l'urgenza di cambiare l'olio) con una chiave di cattiva qualità su un bullone in pessimo stato. La fretta è sempre cattiva consigliera.
    Il risultato è questo in foto, il che ha richeisto un bel lavoro per la rimozione, cioè recarsi con la moto dal mio meccanico che ha provveduto con una chiave di buona qualità e qualche colpo di martello per allentare il bullone. Come cavarsi un dente di bocca.






    Lasciando il tappo olio aperto, quindi svito i due bulloni:
    -il bullone sulla parte anteriore del telaio
    -il bullone sul fondo sel carter
    -si smonta il filtro olio
    Mi organizzo con delle bacinelle e dei contenitori vuoti di olio.
    Per far uscire completamente l'olio però non basta aspettare, infatti bisogna far giaciere la moto sul fianco per svuotare il piccolo serbtoio interno al motore.






    Completata questa fase, si può procedere al deassemblaggio di tutto il resto della moto, che comprende i tubi di collegamento olio, sistema frenante posteriore, le pedaline, manubrio e sistema frenante anteriore, catena, motore, ruota posteriore, forcella, ammortizzatore posteriore, forcella anteriore.
    In questa fase non ci sono particolari difficoltà. Gli intoppi sono sulle viti bloccate, incrostate, arrugginite; Per esempio ho piegato una chiave inglese!
    Per smontare il motore senza particolari problemi, ho poggiato la moto su un fianco e rimosso tutti i bulloni: è importante in fase di assemblaggio ricollocarli esattamente dove erano.
    Confermo che il motore pesa ben 45 chili ho dovuto caricarlo su un piccolo carrello della spesa per aiutarmi, legandolo con delle corde molto resistenti per spostarlo là dove il carrello non poteva passare.






    In questa fase ho usato due chiavi a crick da 3/8" per i bulloni normali e le viti e da 1/2" per i dadi grossi, aiutandomi con alcune chiavi inglesi per tenere fermi i dadi. Ho dovuto compreare alcune chiavi che mi mancavano tra cui: 17, 18, 22-20, 24, 27

    Diciamo che la nostra domy si smonta con poco [SM=g27990]



    CAPITOLO 2



    RESTAURO ESTETICO





    In questo secondo capitolo parlerò di quello che riguarda il recupero estetico della mia moto, ma lo farò da un punto di vista molto particolare. Il mio obiettivo all'inizio del progetto era quello di spendere il meno possibile, ma non per una mera questione economica, ma per scoprire nuove strade meno convenzionali e magari a portata di mano di tutti! (e poi per una mera questione economica, lo ammetto, ma sperimentare non fa mai male)
    Quindi ho preso una fiancatina e lentamente me la sono lavorata, pian piano, fino a renderla "perfetta", o quasi. L'obbiettivo è sempre quello di recuperare un pezzo della moto spendendo poco o niente, e devo dire di esserci riuscito. Il problema è il tempo e quello che potrebbe fare un carrozziere in 5 minuti con macchinari costosi noi ci metteremo sicuramente di più usando olio di gomito, ne vale la pena? la risposta è dentro ognuno di noi.
    Tuttavia vorrei provare a rispondere a questa domanda: perchè non farlo fare ad un carrozziere?
    Io ritengo che si possa ottenere degli ottimi risultati senza spendere una fortuna. Quello che costa veramente tanto, tuttavia, è proprio la vernice, e il carrozziere per quello che si prende e la qualità che offre potrebbe essere la strada più saggia da percorrere. Personalmente penso che sia "realmente" la strada più saggia da percorrere, a meno che di non essere provvisti di un buon armamentario con cui affrontare questa sfida e che il carrozziere sia onesto, faccia un buon lavoro e ad un prezzo ragionevole. Un buon armamentario con cui potrebbe iniziare a non avere più senso rivolgersi a terzi per un lavoro che potremmo benissimo fare da soli è questo:
    -Luogo chiuso non ventilato, sterile e senza polvere, dove verniciare e lasciare asciugare i propri pezzi
    -un buon compressore (opzionale, se siamo bravi con le bombolette)
    -un posto all'aperto dove sverniciare e preparare i pezzi.
    Questi sono sicuramente dei grossi punti a nostro favore e di certo sono cose difficili da reperire in città.





    INTRODUZIONE

    In una dominator quello che si rovina di più con il tempo sono i pezzi in plastica!
    Con tutte le vibrazioni e dopo vent'anni è facile trovare crepe e solchi di ogni genere. I pezzi in plastica sono anche le parti più delicate e laboriose da preparare, proprio perchè sono facili da rovinare con solventi e colle.
    In questo caso ho voluto cambiare completamente il colore della moto, da rossa a blu. Per farlo bisogna rimuovere completamente la vernice precedente, che nel mio caso era completamente rovinata e coperta di microcrepe, forse la moto era già stata verniciata con vernice scadente, chi lo sa... Se invece si intende riverniciare con lo stesso colore non è necessario rimuovere la vernice precedente, a patto di fare un buon lavoro di preparazione, dopo di che si "prepara" la superficie e si vernicia la moto. Facile a dirsi vero? [SM=g27990]






    Questa è la moto prima del restauro.





    Queste sono le classiche microcrepe che si creano con una cattiva verniciatura.




    Come vedete la vecchia vernice è completamente da rimuovere!


    La superfice è da preparare per rimuovere le tracce di ruggine.





    Come si può vedere le plastiche sono da rifare, forse la moto è stata incidentata, ma la riparazione è stata superficiale e inutile. I bozzi che si vedono sono la superficie di una spaccatura che ha tagliato in due tutto il pezzo. Tuttavia le due parti sono stati male allineate e il materiale usato per saldare i due pezzi di plastica hanno cominciato a deteriorarsi, iniziando a crepare la vernice. Anche per questo ho dovuto rimuovere tutta la vernice e stuccare d'accapo per rimuovere le imperfezioni.



    Questo è un dettaglio che amo di questa moto e volevo assolutamente ripristinare!








    Per verniciare il telaio bisogna smontarlo completamente! Questo mi ha permesso di riparare una crepa nel metallo vicino al cavalletto, inoltre mi sono reso conto che era storto ed è stato raddrizzato da chi si è occupato di riverniciarlo.
    E' evidente che la moto è stata incidentata almeno una volta, ma questo non mi ha impedito di recuperarla e dargli nuova vita.








    SVERNICIATURA

    La vernice precedente può anche non essere rimossa, a patto che sia di buona qualità e sia preparata a dovere: questo che vuol dire? Che la vernice ha bisogno di una base stabile dove poggiare e attaccarsi, altrimenti con le vibrazioni e i cicli di caldo/freddo si separerà subito dalla superficie su cui abbiamo verniciato oppure con il tempo appariranno delle microcrepe. Se non si vuol rimuovere completamente la vernice bisogna assicurarsi di rimuovere tutto il lucido per arrivare almeno a scoprire la vernice originale. Nel caso la vernice finale sia molto diversa da quella originale allora bisognerà rimuovere anche quella arrivando allo strato di fondo. Io ho preferito arrivare alla plastica per semplice curiosità, ma non lo rifarei, in quanto il fondo è facile da maneggiare e protegge la superficie sottostante. Insomma è un passaggio inutile in quanto bisognerà ripristinarlo di nuovo successivamente.

    Per sverniciare si usano varie tecniche, a seconda che il pezzo sia in plastica o metallo. Nel caso del metallo si può usare uno sverniciatore e grattarlo via con una paglietta, ma in questo caso bisogna stare attenti a rimuovere via ogni residuo di solvente dalla superficie, lavandola a fondo con uno sgrassatore o qualcosa di più potente, proprio per la difficoltà di rimozione.
    Se è così semplice per i metalli per la plastica è l'esatto opposto. Uno sverniciatore è in grado di attraversare gli strati di vernice e reagire con la plastica! Mi è capitato di fare una prova dove la plastica sembrava diventare gomma e si rimuoveva anche più facilemente della vernice, cambiando completamente consistenza. In questo caso la vernice si comportava come spugna e diffondeva lo sverniciatore direttamente sulla plastica. Dopo un certo periodo di essiccazione la plastica tornerà dura, ma di certo il processo avrà indebolito la plastica e il pezzo sverniciato non durerà molto.



    Per quanto mi riguarda ho usato uno sverniciatore molto leggero ( e naturale) per rimuovere gli strati immediatamente superficiali, rimuovendolo immediatamente per evitare l'effetto spugna della vernice, poi ho rimosso il resto con carta abrasiva grossa fino allo strato di fondo e poi sempre più fine arrivando alla plastica. E' stato un lavoro abbastanza lungo e non ho usato utensili per non rovinare le parti in plastica, anche se secondo me fino allo strato di fondo si può usare un utensile per aiutarsi facendo molta attenzione, se disponibile e adatto (io non ne disponevo :D)
    I problemi che ho avuto riguardano la polvere che si crea, molto fine e tossica. Questo è un lavoro che si può fare solo all'aperto e con una maschera. Io ovviamente l'ho fatto dentro casa e senza maschera, pentendomene amaramente, in quanto la polvere entra dappertutto! Ho mitigato il problema usando acqua, ma questo spugna la carta abrasiva e ne indebolisce l'azione.


    Questa è la fiancatina che ho riportato a nudo; come si vede è danneggiata nella parte dove si inserisce la vite, manca la piccola stanghetta che copre lo scarico e presenta una bella crepa nel lato centrale.



    Ecco gli scarichi completamente arrugginiti; la vernice ad alta temperature è veramente dura da rimuovere e mi sono aiutato con un dremel, con scarsi risultati; è stato come pulire il ponte di una nave con uno spazzolino.


    Ho fatto l'errore di pensare che il mangiaruggine fosse un buona idea ma mi sbagliavo. In pratica il mangiaruggine crea una pellicola protettiva viola che impedisce il formarsi di nuova ruggine, ma non impedisce alla ruggine di continuare a diffondersi verso l'interno. In questo caso, dopo aver dato una mano di vernice ad alta temperatura la pellicola del mangiaruggine si è cotta alla prima accensione, sbriciolandosi e lasciando in vista tutta la ruggine non rimossa. In ogni caso non ho potuto rimuovere la ruggine dagli scarichi come avrei voluto, visto che rimuovendola avrei creato un bel buco nel terminale. Ho penstato che fosse meglio coprirlo e attendere il momento fatale del suo cedimento. Ho visto su questo forum che è possibile tappare il buco che si crea di norma in questi scarichi saldandoci sopra una piastra. Buono a sapersi! In ogni caso ho rimosso quanta più ruggine mi è stato possibile.




    Anche la vernice dei carter è difficile da rimuovere, ma basta passare più mani di sverniciatore e grattare con una paglietta.
    Bisogna fare attenzione che i residui non vadano nei cuscineti bloccati nel carter.










    I pezzi sverniciati. Qualche residuo è davvero difficile da levare, ma non conviene insistere più di tanto perchè fornirà un valido appiglio per le mani superiori.











    PREPARAZIONE

    Questa è una fase fondamentale per una corretta verniciatura home made, per risparmiare tempo e per avere un risultato di qualità!
    L'obiettivo di questa fase è di rendere il pezzo adatto alla verniciatura, in modo che la vernice si attacchi ad una superficie regolare e senza difetti. Infatti la vernice non è riempitiva, ma copre e ne evidenzia i difetti. I carrozzieri non si soffermano molto su questa fase perchè hanno macchinari con cui lisciare e lucidare lo strato di lucido che coprirà la vernice, stuccando solo là dove necessario. Noi invece no, quindi dovremo premunirci.


    Prima di tutto dobbiamo assicurarci che la superficie sia integra e irrobustirla là dove ci siano crepe o altri difetti gravi. Ogni difetto è una sfida da risolvere in maniera creativa. Nel caso di solchi si usa lo stucco per auto ma nel caso di fratture bisogna ricorrere a colle che abbiano anche la capacità di ricostruire i pezzi mancanti e di aggrapparsi alle superfici saldamente. Lo stucco infatti tende a separarsi dalle superfici, creando delle crepe sotto la vernice, quindi conviene usarlo in stati sottili da levigare.

    In seguito si liscia la superficie con carta abrasiva sempre più fine ma non troppo. Questo favorirà l'azione del fondo, che aggrapperà meglio alla superficie in plastica e riempirà le minime imperfezioni.



    Ecco come l'ho fatto io:


    RICOSTRUIRE I PEZZI MANCANTI



    Per quanto riguarda il la stanghetta mancante sul lato dello scarico, la soluzione a cui ho pensato è stato quello di fare un calco della stanghetta gemella sull'altro lato, poi levigarla in modo che entrasse perfettamente e somigliasse il più possibile all'originale ormai perduta, dopo di che riempirlo di colla epossidica, che è la colla che si è dimostrata più utile, in quanto una volta seccata è durissima ma allo stesso tempo è elastica, così da non rompersi, simulando in qualche modo il comportamento della plastica. Io ho usato quella della pattex. Ce ne sono di più tipi in commercio e in questo caso ho usato quella trasparente (e non quella grigia) perchè è più fluida e più adatta a riempire le forme del calco. Per realizzare il calco ho utilizzato una plastica in grado di diventare plasmabile nell'acqua bollente e poi l'ho stretta intorno alla forma da copiare. Ecco le immagini del procedimento.


    Questa è la plastica per fare il calco.



    Qui dentro l'acqua bollente , come si vede diventa sempre più trasparente e malleabile.


    Ho usato una vecchia scheda telefonica per impedire che la forma si chiudesse , altrimenti non avrei potuto rimuovere il calco. La plastica infatti diventa dura come la ...plastica, e non è possibile rimuoverla se non mettendola di nuovo nell'acqua bollente o tagliandola con un attrezzo, rischiando di danneggiare l'oggetto della copia.




    Ecco il pezzo grezzo una volta inserita la colla e rimossa la plastica





    A questo punto si leviga e si fa combaciare perfettamente con la sede





    Per unire i pezzi poi ho usato il bicomponente della pattex a stato solido, una specie di pongo che diventa pietra in poco tempo. Dovrebbe chiamarsi riparatutto e si vende in tubetti cilindrici. E' perfetto per ricostruire le parti e frammenti mancanti e unire quei pezzi troppo distanti perchè la colla epossidica possa attaccare.



    Ho usato questa tecnica anche per il supporto della vite che tiene fermo il fianchetto. Per tutte queste operazioni è fondamentale levigare bene i pezzi per fare in modo che si incastrino bene, non ci siano cedimenti e la colla possa avere un saldo appiglio su cui fare leva







    Ci si può aiutare anche con dei supporti per rendere più rigida la parte interessata, come chiodi, occhielli e qualsiasi cosa sia utile per formare la "strutura ossea" dalla riparazione.




    Questo vale anche per i perni mancanti, con l'accortezza di prendere bene la "mira" riguardo la direzione dei perni. Per la struttura ossea ho usato dei bulloni che poi ho ricoperto di questo "pongo epossidico". Il risultato è ottimo e nonostante le mie preoccupazioni non vengono via nemmeno dopo molto tempo. E' fondamentale pulire bene la superficie e che si possa aggrappare da qualche parte saldamente








    RINFORZARE LE CREPE


    In questo caso mi sono sbizzarrito e ho cucito le parti con dei punti in fil di ferro duro ma allo stesso tempo molto elastico.
    Per far questo ho prima scavato nella plastica un bel solco per permettere alla colla epossidica di entrare bene. Per queste riparazioni ho usato marmo e acciaio della pattex, una colla epossidica grigia perfetta per questo tipo di interventi. E' importante scavare nella plastica (non più del necessario) per permettere alla crepa di fermarsi e alla colla di aggrapparsi con una buona tenuta.





    Non abbiate timore di usare molta colla, tanto dove necessario verrà grattata via e lisciata.








    Conviene prima aiutarsi con del nastro per allineare le superfici e riempire di colla la parte retrostante, poi inserire la colla anche sulla superficie esterna.



    In questo caso ho riparato e rinforzato anche tutte le crepe che ho notato.




    RIPORTARE LE SUPERFICI A ZERO

    Ora viene la parte delicata, dove tutte le superfici devono ritornare lisce e la colla in eccesso deve essere rimossa.
    Per rimuovere il grosso della colla potete usare carta abrasiva a grana grossa, ma più ci si avvicina al risultato voluto, più si deve stare attenti ad usare grane fini ed acqua se necessario.

    In questa fase bisogna stare attenti a tutti i difetti e usare dello stucco per carrozzieri se necessario. Lo stucco è utile perchè è molto fragile. Una volta unito al catalizzatore indurisce quasi subito. Ha una pura funzione estetica e ci serve per tappare le piccole imperfezioni come graffi, superfici ondulate o solchi leggeri. Non ha nessuna funzione strutturale ed essendo molto fragile è perfetto per essere carteggiato velocemente.






    Ecco un buon risultato! La superfice è completamente liscia e pronta per essere verniciata! (nonostante sia così liscia non mi ha soddisfatto perchè in controluce si nota una piccola imperfezione)





    Nei pezzi in metallo è importante rimuovere tutta la ruggine!





    PRESERVARE LE FILETTATURE

    Prima di verniciare è importante proteggere le parti delicate sulle quali non vogliamo la vernice finisca (sembra strano ma chi mi ha verniciato la moto non lo ha fatto, causandomi grossi problemi)















    VERNICIATURA


    A seconda del materiale si passa una leggera mano di "primer" per plastica o per il metallo adatto (ferro, alluminio ecc)

    Poi più mani di fondo: in questa fase bisogna fare attenzione a riparare tutti i difetti in quanto la verniciatura successiva tenderà ad evidenziarli. Per ripararli basta lisciare il fondo, che ha un azione riempitiva, fino a far diventare la superficie liscia come uno specchio.
    Quando ci sembrerà pronta passeremo più mani leggere di vernice, fino a quando la superficie non ci sembrerà abbastanza carica. E' importante lasciare asciugare le mani di vernice prima di passare quella successiva, in quanto i solventi in esse contenuti devono avere il tempo di evaporare per non restare intrappolati all'interno. E' importante che non ci sia sole diretto sulla vernice perchè questo creerebbe un microstrato rigido e impermeabile sulla superficie esterna della vernice che impedirebbe a quella sottostante di evaporare correttamente. Il risultato è che la vernice rimane morbida e si deforma (si possono imprimere le proprie impronte sulla superficie). Inoltre non bisogna aver paura se la spruzzatura lascia inizialmente delle onde, poco dopo la vernice si distenderà completamente.
    In questa fase è importante che non ci sia vento e non si depositi polvere sulla vernice.
    Per finire si passerà una mano finale di lucido, che proteggerà il colore dalle intemperie e dai graffi. Il lucido si può a sua volta lucidare con pasta abrasiva in modo da ottenere un risultato finale più pulito e a specchio.


    Questo è un primer per metalli



    Questo è il risultato dopo aver passato il fondo con la bomboletta. Questo risultato è normale e bisogna ricordarsi che il fondo va "sempre" lavorato e levigato nuovamente: infatti il fondo è fatto per evidenziare i difetti e là dove sia necessaro si può stuccare nuovamente, , levigare e ripassare uno strato di fondo. Una volta ottenuto il risultato desiderato, si può passare la successiva mano di vernice.




    Questo è il pezzo che ho verniciato da solo. Purtroppo non è andata come speravo. Mi hanno venduto una bomboletta lucido + colore che forse ho caricato troppo. Il risultato è che il pezzo è venuto bene ma non si è mai asciugato xD




    Personalmente consiglio di più le bombolette colore e lucido separati! Infatti ho verniciato con questo metodo gli steli ed i carter ed il risultato è magnifico!





    Nelle prossime puntate vi racconterò di come ho fatto verniciare la moto a qualcun'altro e mi sono pentito amaramente di averlo fatto!!!
    [SM=x653549]

    TERZO CAPITOLO


    In questo terzo capitolo vi racconterò del mio viaggio all'interno del motore della dominator e di tutte le difficoltà che ho incontrato durante il percorso; infatti scopriremo che entrare è facile, il difficile è uscirne!

    Per la cronaca ho deciso di smontare il motore per un rumore alla catena di distribuzione, probabilmente finita.
    Purtroppo nonostante la sostituzione della stessa il rumore è rimasto e non so proprio a cosa sia dovuto.
    Guardando all'interno sembra tutto regolare. Il meccanico mi ha detto che ho commesso un errore a non cambiare il tendicatena, ma a me sembrava perfettamente funzionante. Chissà.


    MOTORE

    SOSTITUZIONE DELLA CATENA DI DISTRIBUZIONE


    DE-ASSEMBLAGGIO
    Per smontare la catena di distribuzione bisogna smontare il carter laterale e il coperchio punterie. Tuttavia per poter procedere anche alla verniciatura dei carter, ho smontato un po di tutto. Preciso che la rimozione del motore è dovuta unicamente all'intenzione di verniciare il telaio, come descritto precedentemente. Questo però mi ha dato il vantaggio di avere il motore libero e trasportabile in una posizione di "sicurezza":il corridoio di casa. Questo, come vedremo, è stato un vantaggio non da poco! In quanto ho potuto seguire i miei ritmi e lasciare il motore aperto in caso di difficoltà non risolvibili immediatamente. Per un principiante (come me) questo è fondamentale, in quanto la nostra capacità di trovare una soluzione ad un problema è molto più lenta e complessa di quella di un meccanico, vuoi per la mancanza di attrezzi efficaci non immediatamente reperibili, vuoi per la semplice inesperienza che ci fa preoccupare inutilmente anche per i problemi più semplici, ovvero il fattore psicologico, molto più evidente in questi casi che nelle officine di un meccanico. In ogni caso nelle officine la fretta per chiudere un motore per dare la moto al cliente è molto più pericolosa dell'inesperienza di un principiante (con un pò di buon senso) , quindi io direi viva la lentezza! Prendiamoci i nostri tempi!



    SOMANTARE I CARTER
    Il viaggio inizia qui, quando bullone dopo bullone vediamo questi coperchi metallici rimossi e possiamo ammirare la bellezza di ciò che gelosamente mantenevano celati.
    Quello a cui bisogna stare attenti nella rimozione è non perdere i componenti mobili che saranno, così, liberi di cadere.

    Per esempio nella zona dello starter, si possono vedere le due rondelle semplicemente appoggiate.




    Qui invece abbiamo rimosso il carter del pignone, che mantiene nascosto anche il cavo del neutrale.


    Rimuoviamo anche il carter che copre il volano ed ecco qui come appare il lato sinistro scoperto


    Ora rimuoviamo anche quello destro, bisogna far attenzione a ricordare la posizione delle parti mobili, la rondella sulla destra e la boccola della pompa dell'olio sulla sinistra
    In queste foto io avevo già rimosso la copertura della frizione molle e dischi



    Fatto questo si rimuovono i cuscinetti e l'asta che spinge sulla leva frizione.



    Qui sotto i carter rimossi e il dado da svitare, che ha una specie di sicura che bisogna deformare con un cacciavite.

    10

    A questo punto possiamo arrivare alla mia preoccupazione da quando sono partito per questo viaggio. Rimuovere il cestello della frizione. In realtà non è difficile avendo gli strumenti giusti, ma un po' per eccesso di sicurezza nelle mie capacità di cavarmela, un po per fare economia, non ho voluto comprarli, anche perché è uno strumento che si usa solamente per questa operazione ed è abbastanza costoso. Ho quindi deciso di rischiare e cercare di spuntarla con un po di buonsenso.
    Il cestello frizione ha la particolarità di girare liberamente intorno al mozzo, quindi quando si tenterà di svitare il dado del mozzo, il cestello girerà solidalmente al dado e quindi alla chiave che staremo usando. La HONDA fornisce uno strumento leggendario per tenere fermo il cestello mentre si sblocca il dado, che sembra ben serrato, anche se il serraggio consigliato da manuale è basso.
    In parole povere dovevo cercare di tenere fermo il cestello in qualche modo. Così, come avevo pianificato ho provato a mettere un cacciavite tra i denti per incastrare il cestello. Purtroppo questo tentativo è fallito, il cestello è in un materiale leggero e fragile, che il cacciavite ha tagliato come burro una piccola parte di un dente, rischiando di romperlo. E ora? Il blocco.. Ricordo sempre con piacere le parole de "lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta", che non smetterò mai di citare, che racconta di come il "blocco" sia solo una condizione interiore, mentale, e che sta a noi cercare di abbattere le barriere della nostra mente che ci impediscono di trovare la soluzione giusta. Quindi mi guardo un po' attorno (per un bel po') e l'occhio alla fine finisce sulla corda che ho sotto il naso e che ho usato per trasportare il motore. Penso improvvisamente che sia perfetta per quello di cui ho bisogno: qualcosa che impedisca al cestello di girare e che allo stesso tempo resistente e morbida per non danneggiarlo. Così alla fine decido di usare la corda per imbrigliare il cestello. Cerco di fare in modo che la forza di torsione sia equivalente su tutta la corda, in modo che non si spezzi, o meglio che non si tagli con i lati del cestello.
    Ecco il risultato!


    VITTORIA!


    Un occhiata generale prima della rimozione di altri componenti.





    Adesso bisogna svitare il dado del secondo mozzo, stesso identico problema ma soluzione più semplice.



    Identico esito




    Come si può notare, la catena di distribuzione è in tensione e bisogna allentarla dalla parte superiore.
    Quindi cominciamo col rimuovere il coperchio punterie. Avverto che i bulloni potrebbero essere un po' duri.




    Rimuovere anche le canaline del sistema di raffreddamento/olio.






    Ecco, questo è un bello spettacolo e ripaga della fatica, uno spettacolo che oggi è appannaggio solo di meccanici e tipi avventurosi.

    Non so se avete notato ma manca un pezzo...
    Potete immaginare il mio stupore quando me ne sono accorto, ma per ora non ditemi niente, lasciatemi continuare a lavorare tranquillo xD





    Il prossimo passo è allentare la catena , in modo da liberare l'albero a camme. Quindi rimuoviamo il tendicatena: svitiamo il bullone che lo blocca e di seguito sfiliamo il perno che lo tiene in sede. Per il perno, molto duro da rimuovere, io ho usato uno strano strumento che avevo per le mani, che è una specie di tronchesi con le lame trasversali e non longitudinali al manico come quelle comuni.






    Questa la sede del tendicatena, un po' usurato.



    Una volta allentata la catena la mettiamo da parte per non farla cadere nel motore.
    Per farlo dobbiamo prima rimuovere l'albero a camme, svitando i bulloni che lo tengono fissato al suo pignone.




    Osserviamo l'usura all'interno del vano punterie.





    Uhm qui inizio a sospettare qualcosa e realizzo che sull'albero a camme manca un pezzo! Mi chiedevo dall'inizio che cosa fosse quel buco incastonato dentro il metallo. In realtà è un tubicino con una molla che serve a bloccare l'albero a camme per mezzo di un componente che però non riesco a trovare... chissà perchè...





    Si,a mancare è l'alzavalvole automatico che permette al motore di decomprimersi in fase di accensione, visto che la compressione di un monocilindrico di questa cilindrata non è uno scherzo. Purtroppo il precedente proprietario ha pensato bene di rimuoverlo, e a dir la verità io non me ne sono mai accorto, anche se non sempre il motorino di avviamento riusciva ad avviare il motore.

    Quindi ho deciso di comprare un altro albero a camme poco usurato con tutti i pezzi al loro posto. Nel frattempo saldo anche i cavi che si erano danneggiati nello smontaggio.




    Qui le 4 fasi corrette del nuovo albero
    Ho dovuto comprare anche la molla del piccolo tubicino in bronzo che blocca l'albero a camme secondo una certa logica: non ricordo se serve come dispositivo anti-scalcio per il meccanismo del cickstarter, oppure per impedire che l'alzavalvole ritorni indietro.












    Questo è il bullone che tiene fissato i pattini della catena di distribuzione.







    Rimontiamo tutto, facendo attenzione a rimettere il motore in fase. Mi raccomando PRIMA di reinserire la catena bisogna mettere in fase il pistone. Bisogna fare attenzione a montare correttamente l'albero al pignone, quindi controllare che la parte con scritto OUT sia rivolta verso l'esterno come in foto.
    L'albero a camme dovrebbe essere rivolto verso il basso.





    Una volta fatto questo bisogna controllare bene che la fase del motore sia in linea con l'albero a camme. Seguendo le istruzioni del manuale bisogna allineare i segni sul pignone dell'albero a camme con il punto di massima fase del pistone, indicata sul volano, montando il carter sinistro e guardando nello spioncino. Io mi sono aiutato anche inserendo un indicatore nel vano della candela, che mi indicasse quando il motore era nella sua massima espansione o contrazione.

    Una volta fatto questo e i segni sul pignone sono allineati al bordo del vano punterie, si può montare la catena di distribuzione.




    Mi raccomando di rivolgersi al manuale per capire dove aggiungere il frenafiletti.




    A questo punto vi parlerò del mio vero PANICO. L'unica vera volta che mi sono sentito BLOCCATO per davvero.
    E' un episodio chiave perché nasce unicamente dalla fretta di finire il lavoro.
    Il tutto avviene durante il rimontaggio del tendicatena, che è un operazione apparentemente semplice ma nasconde delle insidie che richiedono un po di abilità (o uno strumento honda speciale) per essere affrontate al meglio.
    Infatti il tendicatena quando è appoggiato sulla catena non può tornare indietro; è attraversato da un perno attorno al quale ruota solo in un verso, premendo costantemente sulla catena. Per questo l'unico modo di rimuovere il tendicatena è rimuovere il perno, fissato da un bullone alla sua estremità.
    Proprio in questa estremità, in questo spazio cavo dove inserire il bullone di fissaggio ho avuto i primi problemi: il bullone non voleva saperne di inserirsi correttamente.
    Bisogna sapere che per inserire il tendicatena nella sua sede è più semplice a dirsi che a farsi, in quanto bisogna prima premere il tendicatena e la sua molla verso il basso e allo stesso tempo inserire questo perno, che deve arrivare fino in fondo alla sua corsa e essere bloccato dal bullone di fissaggio, che entrerà nel buco alla fine del perno. Se viene inserito solo parzialmente il bullone finale non si inserirà. Se viene inserito storto, il bullone non si inserirà. Se viene inserito troppo, il bullone non si inserirà.
    Essendo io capitato in quest'ultima situazione, ho preferito al posto di rimuovere tutto, spingere leggermente fuori il perno, così da riuscire ad inserire il bullone.
    Così invece di spingere il tendicatena verso il basso per liberare il perno ho cercato di spingere con un piccolo cacciavite il perno verso l'esterno. Essendo la forza richiesta per spingere fuori il perno abbastanza importante per un piccolo cacciavite, immaginavo si potesse piegare. Ma il cacciavite era di materiali veramente scadenti e si è spezzato alla punta;lasciando cadere dentro il piccolo frammento di metallo per la forza di gravità.
    Cavolo! ho pensato," e ora come lo tiro fuori?"
    Ma ho pensato anche che tirando fuori il perno avrebbe trascinato con se anche il piccolo pezzetto di metallo rimasto nel buco del perno alla sua estremità. Quindi per tirare fuori il perno ho fatto come sempre, ovvero l'ho agganciato con la tenaglia, e ho ruotato a destra per permettere un più agevole sblocco. ERRORE, MORTE, DISTRUZIONE.
    Agendo in questo modo, il piccolo pezzo di metallo ha incastrato definitivamente il perno nel tendicatena. Infatti avevo erroneamente pensato che il vano del bullone finisse al livello del perno, mentre in verità c'era un piccolo vano oltre il perno, dove il bullone continuava ad avvitarsi. Il pezzetto di metallo è finito fra questo vano e il foro alla fine del perno. Ruotando il perno ha ghigliottinato questo pezzettino di metallo, di fatto non riuscendoci e rimanendo incastrato. Il vero problema è che il perno non può essere girato nel verso opposto, e quindi non solo rimane incastrato, ma incastra a sua volta anche il pezzetto di metallo, che è destinato a rimanere incastrato tra il perno e la sede del bullone di bloccaggio.
    UN INCUBO. Un minuscolo pezzettino di metallo in grado di distruggere un motore intero!Già pensavo a come tagliare la testata per liberare il perno, o meglio, lasciare tutto come stava tanto il tendicatena, bloccato dal bullone o da un pezzettino di metallo, poco cambiava.
    A questo punto mi prendo una lunga pausa, visto che non riuscivo più a ragionare per lo stress, l'ansia e il terrore puro.
    Una volta rinsavito, penso che ho dei margini di manovra, seppur minimi e con poche chance di successo, ma meglio di niente. Smonto il pignone della catena per alleviare la pressione sul tendicatena, stando attento che non torni indietro altrimenti stiamo punto e d'accapo. Così facendo riesco a girare un poco il perno ed aprirmi un piccolo spiraglio verso il fondo del vano bullone. E' una piccola apertura oscura , ma meglio di niente. Il pezzetto di metallo è ancora dentro. A questo punto non so cosa succede, ma riesco a rimuovere il pezzetto di metallo. Potrà sembrare strano ma me lo ritrovo per terra, fra le gambe. I tentativi che ho fatto prima di accorgermi che il pezzetto già lo avevo fra le mani sono questi: ho rovesciato il motore in avanti per far cambiare posizione da verticale ad un pò più che in orizzontale e ho provato a magnetizzare un tubicino di ferro con una normale calamita, sperando il materiale non fosse anti-magnetico.
    Ok, voi non potete immaginare che gioia ho provato ad averla scampata in maniera così gratuita e inaspettata.




    Qui si vede bene dove era finito quel pezzettino


    Di seguito la procedura che ho seguito per rimontare il tendicatena, che prevede l'inserimento in sede della molla tramite una superficie liscia (un coltello) e una chiave inglese regolabile per tenere la molla a pressione mentre si inserisce il perno. Una volta in sede si inserisce il bullone finale.










    Infine rimontiamo tutto





    Per l'occasione ho preso dei dischi nuovi.
    qui è interessante confrontare lo stato di usura.






    Nel cestello della frizione bisogna fare attenzione a stringere i bulloni in modo incrociato.







    la candela, un po sporca


    prima della chiusura


    Rimontiamo il carter sinistro e destro, facendo attenzione a sostituire i gaskett e sigillare le parti critiche , per esempio dove passano i cavi. Come sigillante ho usato un gaskett liquido.
    Per la copertura del vano punterie, che ha un gaskett metallico ho usato il gaskett liquido.
    Per il carter destro, visto che me ne avevano dato uno sbagliato, ho usato il gaskett liquido xD
















    Tutto bene fin qui, non è andata male, soprattutto se contiamo che era intorno al 15 agosto, ho dovuto fare moltissimi chilometri per recuperare la piccola molla del piccolo cilindro e l'albero a camme completo. Soprattutto se il rivenditore prima di chiudere definitivamente mi ha venduto una catena di distribuzione sbagliata! Ma mai scoraggiarsi in questi casi, la soluzione c'è sempre, anche se non è come ce l'aspettiamo e nel trovarla possiamo solo crescere e migliorare.

    [SM=x653540]




    [Modificato da David EsAd 29/03/2016 01:27]
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    David EsAd
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    Cinquantino truccato
    00 29/03/2016 01:27
    REVISIONE DEGLI STELI

    Ciao ragazzi, vi racconterò anche di come, con poca spesa, ho cambiato completamente approccio con la strada, passando da due steli di legno sotto al manubrio a due portentosi ammortizzatori che danno la sensazione che invece dell'asfalto ci sia della gomma, o dell'ovatta, insomma qualcosa di morbido.




    Prima di tutto ho separato gli steli dalla piastra dello sterzo che li teneva uniti



    Poi ho rimosso le molle, per misurare quanto liquido fosse rimasto dopo tanto tempo.
    Purtroppo non ricordo i valori, nè quelli adatti. Posso solo dirvi che erano abbastanza nella norma, nonostrante uno dei due steli perdesse. Tuttavia il cambio di qualità lo fa l'usura dell'olio, non la quantità (in caso di olio esausto)





    Poi si fa uscire l'olio vecchio in una bacinella.
    Per farlo uscire tutto bisogna pompare e lasciare gli steli un po di tempo, soprattutto se non si intende smontarli completamente. Io consiglio di smontarli completamente se non sono vincolati alla moto. Ci sono molte parti incrostate e nonostante si tratti di olio, ci sono molti residui.





    Si rimuovono tutte le parti interne partendo dai paraoli, dalle coperture, dalle boccole di rame per finire poi alle parti interne allo stelo.




    Qui tutte le parti smontate.







    Qui si può vedere la sequenza di rimontaggio


    Qui le incrostazioni lasciate dagli anni




    La cosa più difficile in queste operazioni è stato il rimontaggio delle parti intorno ai paraoli.(almeno per me)
    In particolare mi sono ritrovato nei guai con le boccole di rame, tanto che ero in dubbio sul rivolgermi ad un forcellista. Non a caso i forcellisti per inserire queste boccole si servono di una apposita mazzuola che circonda lo stelo e batte uniformente la superfice di boccole e paraloi per farli entrare perfettamente in sede con colpi secchi. Infatti anche qualche minima incertezza e questi componenti si incastreranno, senza entrare in sede.
    Per quanto mi riguarda ho usato molto grasso, ma soprattutto un po di ingegno per fare entrare in sede queste benedette boccole di rame: le ho lasciate una notte intera nel freezer, in modo da restringessere la loro dimensione e poi ho dato dei colpetti minimi tutt'intorno per lasciarli entrare uniformemente, sfruttando anche la base in ferro dei paraolio, in modo che il colpo si distribuisse su tutta la boccola. Nonostante non ci credessi più di tanto, alla fine sono entrati in sede.
    I paraolio sono altrettanto tosti da inserire e facili da danneggiare. Bisogna inserirli piano e con cautela, uniformemente. Altrimenti si incastreranno e sarà molto difficile farli entrare.








    E' anche difficile dire se sono entrati del tutto opure no. Io mi sono regolato osservando le dimensioni dell'altro parapolio.




    Di seguito si inserisce l'olio, nella misura indicata nel manuale per avere una risposta più pronta o più morbida.



    Il livello dell'olio va sempre misurato senza molle.







    Spero che i dettagli sul grado di difficoltà per affrontare questi lavori siano utili a qualcuno, oltre che interessanti [SM=g27988]




    EXTRA








    [Modificato da David EsAd 29/03/2016 01:36]
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    giugio84
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    Cinquantino
    00 15/04/2019 16:47
    Complimenti, bravissimo!
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    David EsAd
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    Cinquantino truccato
    00 15/04/2019 22:59
    Grazie, è bello vedere che dopo tanto tempo questo post è letto da qualcuno; mi sono anche accorto che è impossibile commentare. Per farlo ho cancellato un
    "lastPost" nella pagina attraverso gli strumenti di sviluppatore di google chrome;

    a distanza di anni direi che in alcuni passaggi sono stato un incoscente; direi anche fortunatissimo, visto che uso questa moto tutti i giorni e non da segni di volersi fermare. Devo segnalare che la rvisione alle forcelle non è andata a buon fine e dopo un paio d'anni continuo a perdere olio dall'ammortizzatore destro, prima o poi le aggiusterò. Anche le marmitte ho dovuto continuare a scrostarle dalla rugine quasi ogni due anni, evidentemente non basta la vernice ad alta temperatura per proteggerle, la parte che si danneggia di più è dove si accoppiano con i collettori. Devo dire anche che lavorare su questa moto mi ha isegnato moltissimo, cose che mi tornano utili anche in altri ambiti della mia vita. ✌
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    Leorus2009
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    Mastro Dominatore
    00 16/04/2019 10:46
    complimenti [SM=x653535]
    non solo sei stato bravissimo nel restauro ma anche nell'avere la cura e la pazienza di rimettere a posto il posto così da poterne beneficiare tutta la comunità

    Grazie e ancora complimenti

    p.s. è bellissima [SM=g7831]


    Leandro (da Milano)
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    Cinquantino truccato
    00 19/04/2019 11:26
    I miei complimenti per il lavoro fatto, la filosofia e il metodo di approccio ai vari problemi. Ti ringrazio per aver voluto condividere la tua esperienza.




    Honda NX650 Dominator - RD02 / 1993
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    Cinquantino
    00 04/08/2019 12:02
    Complimenti per il lavoro e la passione con cui l’hai fatto. Il colore della moto è tra i miei preferiti. Ti auguro buone avventure con il tuo Dominator 🤗
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    .mE
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    Cinquantino
    00 22/06/2020 10:54
    Odio riesumare dall'oltretomba però voglio esprimere l'apprezzamento per questo thread!

    Oltre alla passione dimostrata, per i non-meccanici è una guida fantastica.
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    Dominatore esperto
    00 22/06/2020 12:59
    Confermo quanto sopra dell'ultimo post, BRAVISSIMO, anzi di più!!! [SM=x653535] [SM=g28002] [SM=g27987]
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    David EsAd
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    Cinquantino truccato
    00 22/06/2020 18:10
    Grazie, devo precisare che più che una guida è più un diario di viaggio. Infatti dopo tanto tempo direi che alcune cose non le rifarei, o le farei diversamente, ma semplicemente perchè adesso sono un altra persona e con un diverso tipo di esperienza, molte soluzioni che adottai non funzionarono, per esempio:

    - Non prenderei una moto così vecchia senza un garage o un posto "tranquillo" dove lavorare: le moto lasciate alle intemperie (come la mia) si rovinano, e ciò che è rovinato va ripristinato. C'è bisogno di cura e tempo di sperimentare. Se una soluzione non funziona bisogna avere il tempo e il posto per porvi rimedio, altrmenti si corre il rischio di girare con una moto perennemente sfasciata come la mia, a meno che di non lasciare il lavoro ai professionisti del settore , non sempre infallibili, investendo sulla moto (che non essendo di particolare valore storico forse non ha molto senso come discorso). Preciso che la mia dominator anche se sfasciata non mi ha mai lasciato a piedi e la uso 24/24 per lavoro, è la mia moto da battaglia per tutti gli usi e la poca affidabilità (rispetto ad una moto nuova) è ripagata dai bassi costi di gestione di assicurazione e bollo.
    - Estetica: due sono le strade, o si investe sulla moto e si lascia il lavoro ai professionisti o si fa il lavoro in proprio. La via di mezzo pe risparmiare non esiste, la mia moto ne ha pagato le conseguenze. Dopo 4-5 anni i miei carter sono ancora intatti , un lavoro veloce e frettoloso ma pulito e senza errori. Invece volendo risparmiare dal professionista-ladro di turno(mea culpa) ho semplicemente rovinato la moto e oggi è tutta opaca, che quando la lavi sembra peggio di prima. Prima o poi mi deciderò a verniciare le plastiche come dico io, ma prima devo risolvere i problemi "funzionali" della moto (una volta il clacson, una volta il carburatore, insomma non rimane mai il tempo). Inoltre le riparazioni sulle plastiche dopo qualche anno non hanno retto, e lungo le riparazioni sono sorte delle crepe. L'unica soluzione che sopravvive dopo anni , se fatta con intelligenza, è la vetroresina: rimane lì ferma per anni senza muoversi o invecchiare. Tuttavia essendo rigida potrebbero sorgere delle crepe se posta su materiali più elastici come la plastica.
    - Chiave dinamometrica: Se vuoi smontare la moto da cima a fondo, almeno investi 100 euro e compra un paio di dinamometriche. Giusto ieri ho impiegato varie ore a smontare l'ammortizzatore posteriore perchè dovevo portarlo a revisionare. Avevo pianificato al massimo un oretta e mi sono trovato bloccato (come sempre ) sull'ultima vite , bloccata , con il rischio di spanarla. Se una vite è stretta troppo stai sicuro che in futuro, dopo anni di fango , intemperie e battaglie varie, ti farà passare le pene dell'inferno e maledirai il momento in cui hai deciso di stringerla a morte "per sicurezza, tanto prima che la smonto ....".
    - Bulloneria: non restaurare la buolloneria, è inutile, come resa/costi è molto meglio scendere dal ferramenta e comprare perni e dadi da pochi centesimi in acciaio inox. Questo perchè se si rimuove la ruggine da un perno ossidato originale, si rimuove anche lo strato protettivo che ne riduce l'ossidazione. Insomma tutti i miei perni dopo pochi mesi si arrugginiscono di nuovo! Non so se vale investire ricomprando i perni alla honda, che hanno un costo esorbitante, ma a parità di acciaio inox conviene sostituirli direttamente con dei nuovi, magari cercando dei perni più aggraziati di quelli del ferramenta in qualche negozio specializzato che vende anche al dettaglio. Farei un eccezione su quelli del motore e delle parti più delicate, coem motore , ciclistica ecc



    Io la mia moto l'ho "adottata", se non avessi passione verso questo genere di cose avrei già dato forfè, dato che più passa il tempo più aumentano gli svantaggi e diminuiscono i vantaggi. Per esempio mi sono preso una bicicletta elettica e mi trovo molto bene, considerando che in città con il traffico ci metto appena 10 minuti in più per tornare a casa, ma non pago assicurazione o benzina. Credo che la mia moto rimarrà ferma per un po.