Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.

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- RECE - Nuovo Album (se non mò, quannò?)

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    00 12/07/2011 18:13
    Beh, direi che in vista dei prossimi ascolti si potrebbe aprire il topic dei topic...ovvero la recensione al nuovo album.

    Io non lo ho ancora preso... ma provvederò nelle prossime 24 ore.
    Mi sa che a sto giro faccio l'uomo contemporaneo e lo compro via itunes.

    Comunque dopo un'attesa da album pinkfloydiano (5 annazzi quasi) finalmente riusciamo ad avere nuovi (quasi) inediti...
    In 5 anni abbiamo assistito a ben 2 album dei radiohead (sono riusciti a battere anche loro in quanto attesa), al triste ritorno dei guns'n'roses, ad un nuovo governo berlusconiano, a obama, a qualche centinaio di capelli bianchi in più (i miei) e tante altre belle cose...

    Dal poco che ho sentito, senza sbilanciarmi, mi pare di assistere all'ennesima trasformazione della band...alcune cose mi sono piaciute, altre meno...ma devo ascoltarlo per bene e, soprattutto, TUTTO!

    Quindi la mia personalissima rece è posticipata a qualche giorno.
    Largo a chi lo ha già sentito-assimilato-risentito-vomitato-adorato...



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    00 15/07/2011 11:54

    Per fare una sorta di recensione per questo nuovo lavoro dei 5 di calabasas ho dovuto far prima un paio di cose.
    Prendere tutti i bei cd comprati dal 99 ad oggi del suddetto quintetto e chiuderli in cantina (tranne LG, quello un posto nella monnezza ancora lo rischia);
    Ravanare nel disco fisso del computer e su itunes e cancellare ogni traccia pre 2011, comprese b-sides, rarità, cover, scoregge e qualsiasi altra cosa prodotta da loro in passato.

    Ecco, se ascolto questo lavoro dopo aver fatto tutto ciò riesco con molta probabilità ad apprezzare quello che di buono e di cattivo c'è qui dentro.

    Ma leviamoci subito il dente:

    IF NOT NOW, WHEN? è sicuramente molto più riuscito di LIGHT GRENADES… quest'ultimo un album prodotto senza troppa ispirazione e ammiccando troppo al pop radiofonico più che a quel rock alternativo dal quale loro traggono origine.

    Non che INNW? sia un ritorno a sonorità più sperimentali e alternative, anzi, è una specie di chiusura completa con tutto quello che è stato fatto in passato.
    LG era un polpettone pop-rock per le masse ma riusciva ancora ad avere qualche elemento (vagamente) riconducibile agli incubus pre 2004 (soprattutto quelli di ACLOTM)
    INNW? ,invece, degli incubus che furono non ha assolutamente nulla… e questo, va detto non è solo un male.

    Difatti nel 2011 non si può pretendere da loro un ritorno alle origini e al crossover-misto-rock-misto-metal… vuoi perché i 5 sono cresciuti e sono più vicini ai 40 che ai 20, vuoi perché quel genere di cui loro erano maestri ad oggi risulterebbe terribilmente anacronistico (SCIENCE è stato un grande album ma pubblicato ora sarebbe più fuori moda di un paio di pantaloni a zampa floreali).

    Comunque dicevamo di INNW? …ai primi ascolti, prima di soffermarsi su ogni canzone, una cosa che si percepisce e un pò fa rimanere male è l'omogeneità delle composizioni …tutte (o quasi) più o meno sullo stesso ritmo da litania-ballatona. Uno si aspetta un cambio tra una traccia e l'altra e invece nulla. Questo durante i primi ascolti mi ha lasciato, e non poco, l'amaro in bocca.
    Ascoltandolo attentamente comunque si ci può soffermare su alcuni momenti indubbiamente riusciti dell'album, il brano di apertura (che a parte l'inizio alla Phil Collins anni 80, ha un bel momento centrale), il primo singolo adolescent di cui abbiamo già parlato, la seconda parte di The Original e soprattutto "the company of wolves" dove anche qui è la seconda parte (la più strumentale) ad alzare il livello. (menzione speciale per Rebel Girl che a me non dispiace affatto ma ufficialmente non è un brano dell'album e che probabilmente se fosse stata messa al posto di uno dei sottocitati brani forse avrebbe solo giovato al tutto).

    Mi risultano abbastanza deludenti, per non dire "indifferenti" le varie Promises, Promises - Isadore - Defiance e soprattutto Switchblade dove si ha l'impressione di voler ricalcare certi loro ritmi passati ma in una chiave più "matura". Risultato: pessima.

    A mio modesto parere il problema di INNW? è proprio qui: c'è troppo Brandon-togliti-la-camicia-Boyd.
    Ho come l'impressione che da quando ha iniziato a imparare a cantare (cosa iniziata da MV e man mano evoluta) Brandon si sia ritagliato fin troppo spazio all'interno delle composizioni e il rischio in questi casi è che il tutto possa suonare più come un album solista che l'album di una band.
    "The company of wolves" la apprezzo perchè è uno dei momenti in cui emerge di più la band a discapito di Brandon e dei suoi oooouuuuuhhh oooooh, che va detto, a una certa scassano la minghia come una dibattito sui tamburi Batavi.

    Forse la loro strada, quella per evolversi ma allo stesso tempo non tradire certe origini era proprio lì, esaltare certi talenti (e voglio dire, tra josè e mike di talento ce n'è)
    ed equilibrare di più gli apporti di ognuno….chris kilmore che fine ha fatto? ok, fare il DJ in una rock band è roba dello scorso decennio e quindi si è evoluto in una specie di tastierista-polistrumentista…ma il suo apporto, almeno da quel che si ascolta, è pressoché minimo….Mike e Josè in alcuni momenti del disco quasi spariscono e Ben…beh, nulla mi toglierà dalla testa il fatto che questo cambiamento sia in parte dovuto al suo apporto…lui e Brandon mi sembrano, in questo, culo e camicia…a dispetto degli altri 3 che sembrano più venir trascinati da loro che coinvolti in pieno.

    Comunque in conclusione. Riconosco agli incubus un non volersi ripetere e soprattutto il fatto di essersi staccati dal post LG che sembrava aver sancito, lato artistico, il loro completo declino verso musichette facili e ballatone in target post teenagers.
    Avrei preferito qualcosa di più "osato" come in passato ci avevano piacevolmente abituato …continuare sulla falsa riga di quel che avevano fatto con MV mischiato a quello che di buono sanno fare attualmente.
    Se daranno più spazio alla band e meno al solo Brandon potrebbero ancora fare cose interessanti.


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    Ziby
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    00 15/07/2011 12:45
    Recensione onesta Massi. Ci sono molti punti che condivido in pieno! Poi a breve scrivere anche io una recensione ufficiale dell'album. Fin'ora posso solo ripetere che fortunatamente c'è un salto (in positivo) dal precedente album che, diciamolodaisiamonesticonnoistessi, fa galibare a parte 3 massimo 4 pezzi!


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    What are you waiting for? A certain shade of green?

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    00 15/07/2011 17:38
    vai sid aspetto tue postribolazioni e disamine tecnico tattiche sulle 11 tracce...anche una recensione sul guardaroba di mike è ben accetta :)

    anche da joshua azthinketc... e nice
    A claudio gli ho chiesto sue disamine ma di pubblicarle qui non ne vuole sapere :D


    p.s. ma ora che ci penso, Rebel girls ha un inizio che mi ricordava qualcosa...poi l'illuminazione...mettici la voce di dave gahan e ti ritrovi "home" dei depeche mode. L'inizio è davvero molto simile.

    p.p.s. minghia ma da ora al prossimo album passeranno altri 5 anni?
    eccheccazz non ho tutta questa voglia di ascoltare del nuovo materiale quando avrò 36 maledetti anni (e i 5 saranno dei felici quarantenni)


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    pandYna
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    00 15/07/2011 18:55
    io per adesso passo...forse dirò la mia più in là!


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    "In the name of God, impure souls of the living dead shall be banished into eternal damnation, amen."
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    Alienaccia
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    00 17/07/2011 00:07
    La recensione di "If not know, when?" scritta da me, sul mio blog di music reporter
    Enjoy!!!!!!



    E’ ora di crescere: If not now, when?

    Premessa:
    Ho letto decine di recensioni da web magazine italiani, scritte chiaramente da incompetenti e qualunquisti di professione, che per riempire le righe non sanno fare altro che tirare fuori squallide battute sullo strabismo del dj Kilmore o della bellezza del cantante che sa eccitare le folle di ragazzine. Cose vere, per carità, ma andiamo un po’ in profondità, per favore.
    Per la par condicio e per cercare di capire se proprio solo in Italia questo album non è stato capito e apprezzato, mi sono messa a leggere un po’ di recensioni prese da webzine straniere e – sorpresa o sospiro di sollievo – le opinioni e il registro letterario erano molto diverse e migliori.
    Anni fa feci anche io questo sporco “mestiere” del recensore di dischi, che abbandonai piuttosto presto per mancanza di tempo e grande ispirazione, perché quello che sapevo e so fare meglio è fotografare, e non scrivere. Tuttavia posso dire di sapere quanto sia difficile questo ruolo. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, l’ascolto viene fatto in modo superficiale e difficilmente si conoscono tutti i retroscena della band.
    Sono una fan degli Incubus da 10 anni ormai, amministro il forum di Incubus Italia e di recente ho anche incontrato la band al loro ultimo concerto in Europa, un mese fa, il 17 giugno a Berlino: se permettete qualcosa ne so e vorrei dire la mia…

    “If not now, when?” esce dopo 5 anni rispetto il loro ultimo lavoro “Light Grenades”, che possiamo onestamente classificare come il loro peggior album della carriera.
    Avevamo già intuito da tempo, quindi, il cambio di rotta verso melodie più tranquille e pop.
    Ma nei testi c’era ancora molta rabbia e astio, molto probabilmente causati dalla rottura sentimentale tra il cantante Brandon Boyd e la modella Caroline Murphy.
    In questi anni le cose sono cambiate: Brandon ha trovato il vero amore equilibrato, il batterista Josè è diventato padre, il chitarrista Mike si è laureato in fisica all’Università di Hardward come un vero nerd, discutendo anche al Cern di Ginevra con i maggiori fisici.
    Mi fanno ridere quelli che ancora sperano in un ritorno a “S.C.I.E.N.C.E.”, il loro disco più “nu-metal” (o definitelo come vi pare) uscito nel 1997.
    Chi li conosce un po’, infatti, sa che ogni loro disco è diverso, è un cambiar rotta come un pirata ubriaco, robe da far invidia a Jack Sparrow.
    A riguardo di questo disco, Brandon Boyd ha recentemente dichiarato a MTV news:

    "Sì, ci siamo divisi in quote - Adoro quella parola, e così pesantemente connotata - durante gli scorsi cinque anni. E non è che ci fossimo stancati di essere una band o di essere questa band; credo che tutti ci siamo accorti di non esserci staccati da questo mostro che abbiamo creato, che avrebbe iniziato a consumarci.
    E per essere in grado di tornare a scrivere musica che continuasse ad essere pura nella sua etica, per noi come persone creative, dovevamo prenderci un bel pezzo di vita reale. C'è una maniera ancora migliore per spiegarlo. Dovevamo disfare le valigie, fondamentalmente.
    Dovevamo piantare delle radici, per evitare che iniziassimo a scrivere canzoni sul vivere in tour su un bus. Perciò dovevamo innamorarci, mettere su casa...il nostro batterista ha avuto una bambina, Michael ha finito la scuola, io ho esplorato a fondo le mie tendenze creative. Non siamo stati a casa a girarci i pollici o cose del genere; ognuno di noi ha avuto un gran da fare. E alla fine siamo arrivati al punto in cui abbiamo detto: - E' il momento-".


    IS TIME.

    Eh già. E’ ora.
    Il nuovo album inizia proprio con la canzone che dà nome al disco: “If not now, when?” tradotto all’istante nel nostro “Se non ora quando?” – che ricorda subito il tormentone utilizzato dal popolo rosa contro gli scandali del nostro Premier, ma gli Incubus non si sono di certo ispirati a questo movimento.
    Torniamo sulla giusta rotta:

    I've waited all my life
    If not now, when will I?
    We've been good
    Even a blast, but
    Don't you feel like something's missing here?
    Don't you dare

    I've waited all my life
    If not now, when will I?
    Stand up and face the bright light
    Don't hide your eyes
    It's time”


    In queste due strofe è racchiuso il nuovo inno della band, il grido disperato della voglia di cambiare, della consapevolezza che c’era qualcosa che mancava nelle loro vite (e, sostanzialmente, anche nelle nostre), della paura di osare che spesso di impedisce di esprimerci al meglio.
    Ci invitano ad alzare la testa e a smettere di nasconderci: è ora di agire.

    Promises, promises” è una ballata ispirata dalla storia di una giovane ragazza ferita dall’amore, la quale si nasconde dalla vita reale dietro ad una corazza e preferisce seguire la band e improvvisare giochi di magia per loro.
    Qualche mese fa, prima che il singolo uscisse, la band ha indetto un concorso per i fan, postando solo il testo e la partitura, e ha chiesto loro di interpretarla a proprio piacimento. Inoltre tutto il materiale fornito dalla band più alcuni disegni di Josè è stato rilegato in un quaderno e messo all’asta su Ebay per raccogliere fondi per i terremotati di Fukushima tramite la loro associazione benefica Make Yourself Foundation. L’asta si è conclusa a 2.500 $.

    “Friend and lovers” è una dichiarazione d’amore bellissima e per niente banale.
    “What's wrong with you is good
    for what's wrong with me
    and I think maybe we should stick together.
    Because in the end, we are friends and lovers
    We are friends and lovers. “


    - Quello che c’è di sbagliato in te va bene con quello che c’è di sbagliato in me. E credo che insieme combaceremmo bene. Perché, in fin dei conti, siamo amici e amanti. -
    Semplice, ma perfetta.

    Con “Thieves” cambiamo registro, sia musicalmente sia concettualmente. Si parla di ladri che si godono la vita più di tutti e sanno venderci l’acqua sulla riva di un fiume. Ma le ombre si attaccano su tutti noi,
    anche su quelli convinti di essere protetti e immuni.

    Isadore” parla di un amore lesbico, è un viaggio ai confini del mondo a bordo di una mongolfiera per toccare la luna e le stelle. Ma nel viaggio il loro amore si dissolve e una volta arrivate in cima si accorgono che c’è un solo paracadute…è arrivata l’ora di dirsi addio.

    The Original” è un esempio da seguire, è una persona dalla mente originale, non comune ad altri, che sa incantare e domare una mente irrequieta e piena di fantasmi.

    Defiance” – “disprezzo” – è la canzone meno riuscita del disco. Ad un testo così duro sarebbero state più adatte delle sonorità più adeguate, più rock, e non un lamento sottotono.

    Se siete vecchi fans alla ricerca di un po’ di movimento, siete arrivati a questo punto del disco e vi siete già stufati di ascoltarlo, andate avanti, perché presto rimarrete sorpresi.

    Arriva infatti il capolavoro “In the company of wolves”: un viaggio psichedelico di sette minuti e mezzo, con sonorità spiazzanti e allucinanti, soprattutto nella seconda parte. La mia preferita di questo disco. L’ho ascoltata in anteprima live il 17 giugno a Berlino ed è pura goduria per orecchie raffinate e non per sporche orecchie intasate di cerume.

    Finalmente si balla con “Switchblade” e “Adolescents”, le due canzoni più “vecchio Incubus style” del disco.
    Sembra di aver cambiato disco e di essere tornati indietro nel tempo.

    “Tomorrow’s Food” è una canzone che il chitarrista Mike Einziger scrisse più di 2 anni fa, musicalmente la paragono alla “Aqueous Transmission” che chiudeva “Morning View”, il loro quarto disco uscito nel 2001: è una canzone che ci fa riflettere sulla fine del mondo e del fatto che tutti noi siamo “il cibo del domani”.

    In conclusione, riassumendo le mie impressioni su questo disco, posso dire che ammiro e amo questa band proprio perché osa cambiare sempre genere musicale e tematiche.
    Li amo perché non sopportano essere etichettati e fanno sempre un po’ come gli pare.
    E’ vero che le sonorità sono più pop rispetto ad ogni loro album mai fatto e che le melodie sono semplici, ma è un disco tuttavia di qualità, perché la semplicità è ricercata con intelligenza. Lo ha dichiarato la stessa band: queste erano le loro intenzioni. Tutto questo potrebbe fare storcere il naso a moltissimi fans, pure a me, che adoro più le sonorità dure e scatenate e che sono l’antiromanticismo per eccellenza. Ma vi dirò: questo album mi ha fatto venire voglia di innamorarmi di nuovo, di distruggere tutti gli scheletri del mio armadio e di affrontare le mie paure. E’ ora di cambiare, di crescere.
    Mike Einziger ha recentemente dichiarato in un’intervista:

    “Sono arrivato ad una certa età - circa 14, 15 anni - in cui la gente iniziava a identificarsi socialmente a seconda della musica che ascoltava. Del tipo "Ascolto questa musica, perciò esco con questa gente. E la band stampata sulla tua maglietta fa schifo. Mi piace quest'altra band". Per me è stato sempre strano che la gente si dividesse in gruppi e formasse la propria identità in base alla musica che piaceva loro. La ragione per cui mi sembrava strano era perchè ho sempre visto che la musica è tutta musica. Perchè c'è bisogno d'indossare una maglietta e diventare sinonimo di un certo gruppo di persone? Per me era tutto unito.
    Perciò, in un certo modo, ho sentito che la nostra band è po' così - non c'identifichiamo realmente in un determinato gruppo di persone. Siamo un agglomerato di tutta quella roba, fuori ai margini. E penso che questo ci abbia permesso di essere ancora qui dopo vent'anni. Fermamente. E' come se non ci adattiamo a niente. Alcuni direbbero sia una cosa negativa, ma noi lo siamo. Siamo ancora qui.”


    Ecco, la maggior parte delle persone ha inteso questa scelta come una cosa negativa, ma io no: mi piace pensare che gli Incubus rimarranno per sempre una band per alieni come me, corvi al di fuori del proprio stormo.
    P.s. Questa recensione è stata scritta senza la previa assunzione di sostanze stupefacenti.

    Valentina D.


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    -Lav-
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    00 22/07/2011 02:18
    ....perchè " Thieves " mi ricorda "Depende" dei Jarabe de palo?!?!?!!?
    Sarà la strofa...l'incipit proprio.



    HAVE A NICE INCUBUS


    [SM=g1436965] -Lav-
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    samuele_sammieboy
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    00 22/07/2011 04:21
    La mia sulla band e sul disco
    Sono d'accordissimo con Valentina su tutto quello che scrive...mi permetto di elevare al cubo ogni sua parola. Io ascolto gli Incubus da 6 anni circa, li ho conosciuti con Are You In che un amico mi passò su un disco-dati assieme al video del brano. Li ho dunque conosciuti attraverso delle sonorità pop...ma mi piacevano, non so perchè mi piacevano, in quel periodo ascoltavo HipHop...ero ahimè fermo su quella fascia, ma loro mi piacquero subito. Grazie a loro è arrivata in me una sorta di "maturità musicale" che mi ha spinto ad aprirmi a qualsiasi genere di ascolto e a comprare dischi ad occhi chiusi (ed ovviamente acquistare anche tutti i dischi della band presenti sul mercato). Li considero come una salvezza, ho apprezzato ogni disco, magari qualcuno mi è piaciuto meno, qualcuno molto di più e se tutti noi ci ricordiamo di ACLOTM è proprio perchè è stato uno, non il primo o l'ultimo di una serie e qui mi collego con quello che dice Valentina: ogni loro cambiamento è apportato con intelligenza. Collegandomi invece con quello che diceva version: è verissimo, i primi brani del disco sembrano gli stessi, proprio l'altro giorno ero in macchina con la mia ragazza (anche lei un'incubina) ed ascoltavamo il disco e, mai fatto in vita mia nei confronti degli Incubus, mi sono permesso di dire "...ma sto disco è tutto uguale" almeno i primi quattro o cinque brani, stesse composizioni, stesse chitarre...Non sono un grandissimo esperto dell'inglese e prometto che presto farò delle ricerche dei testi tradotti, magari l'aliena può darmi una mano che ormai con la band è imparentata :P (quanto t'invidioooo), mi permetto infatti di dare la mia sulla parte musicale, dato che anche io provo a fare la mia musica e a cantarla. Detto questo non posso che apprezzare dopo 5 anni di assenza questo lavoro che fortunatamente è un crescendo attraverso la sua tracklist, quindi ho imparato ad apprezzare quella monotonia dei primi brani sicuramente voluta e non campata in aria (ogni tracklist che si rispetti è la selezione di una trentina e anche più di brani inediti). Mi piace il percorso che segue e non voglio aspettarmi che abbia un suo seguito (ormai tutti sappiamo che il prossimo lavoro seguirà un differente tracciato)


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    ---Liz---
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    00 25/07/2011 16:58
    Mi ero già espressa ad aprile sul disco, dopo mesi di ascolto compulsivo è giunto il momento di sbilanciarsi di più! ;-)

    Li abbiamo aspettati 5 anni, un'infinità di tempo se si è abituati a vivere a pane e Incubus. Penelope e Ulisse, noi a casa a tessere la tela e loro alle prese con peripezie varie. Nonostante bramassi con trepidazione il loro ritorno, ho sempre pensato che la scelta di prendersi del tempo per vivere la propria vita al di fuori della band fosse saggia. Dopo aver superato la trentina ed essere stati in tour per anni un periodo di decompressione ci voleva, un'artista deve essere messo nella condizione di esprimersi quando si sente pronto, questo nell'interesse sia di chi crea, sia di chi ascolta. Dopo aver staccato la spina per un po' evidentemente i tempi erano maturi per tornare a scrivere nuovo materiale... :-) Entro nel merito...

    IF NOT NOW, WHEN?: questa per me non è una canzone, questa per me è una preghiera in musica. Quando l'ascolto è come se venissi travolta da una cascata di luce, se si potesse dare forma e sostanza all'ispirazione INNW? sarebbe una degna rappresentazione. La voce di Brandon è bella come non mai. Probabilmente uno dei pezzi più raffinati e sontuosi che abbiano mai composto.

    PROMISES, PROMISES: la prima volta che ho ascoltato il disco non mi aveva particolarmente impressionata, dopo poco però è diventata una droga! Mike l'ha definita una canzone semplice, e in effetti lo è, non ha niente di rivoluzionario eppure trovo che sia perfetta esattamente così com'è. E' una corrente d'acqua che scorre lenta, non devi far altro che lasciarti trasportare. Testo e musica sono fatti per stare insieme, si completano in modo superlativo.
    Mi è capitato di leggere stroncature feroci verso questa canzone (non qui), per qualcuno non è altro che una canzonetta melensa di poco valore... non me ne capacito, ma in fin dei conti i gusti son gusti e la musica mica la si può spiegare... non mi rimane che farmene una ragione. :D

    FRIENDS AND LOVERS: istintivamente questa canzone mi ha fatto pensare ai Coldplay, in particolare la parte relativa alle percussioni. Canzone appassionata e disarmante, verso metà ha un cambio di registro interessante, preludio di uno di quei rari attimi che se catturato dà i brividi... minuto 3'8'': è come sentir esplodere la primavera.

    THIEVES: canzone orecchiabile, non mi esalta più di tanto, le tastiere che compaiono in vari momenti del pezzo un po' mi urtano, secondo me è molto più bello il testo che la canzone in sé.

    ISADORE: intro suggestiva, canzone carina ma senza slanci particolari. Per me all'interno del disco viene schiacciata da pezzi di caratura superiore.

    THE ORIGINAL: questa è una canzone che sorprende, ha un'evoluzione inaspettata, è una parabola ascendente. Ottimo esempio di canzone pop-rock ben riuscita.

    DEFIANCE: Bran e Mike che se la cantano e se la suonano mi piacciono, per carità... però a dirla tutta questa canzone mi lascia insoddisfatta... non so, forse avrei preferito un arrangiamento più corposo. Musica e testo vivono di vita propria, non che sia necessariamente un difetto, però in questo caso la scelta acustica non enfatizza sufficientemente le parole.

    IN THE COMPANY OF WOLVES: esagero se parlo di capolavoro? Beh, correrò il rischio. Questo brano per me è stratosferico, racchiude tutta la passione e le doti tecniche di cui il nostro amato quintetto è capace. La prima parte d'ispirazione coldplaiana è di una malinconia devastante, e per questo mi piace da morire (masochistaaa!! :D Il verso “Something's wrong when it all remains the same” riecheggia nella mia testa da tempi immemori oramai... e non se ne vuole andare...); verso metà, in un crescendo di suspance, accade qualcosa di misterioso; la seconda parte è da gustare con rigore religioso.

    SWITCHBLADE: qua per me c'è solo da godere. Adoro tutto di questa canzone, si sente subito che ha il loro marchio di fabbrica, del tipo che ascolti questo pezzo e sai che sono loro e che non potrebbe essere nessun altro. All'interno del disco è' una mosca bianca ma sono felice che l'abbiano inserita.

    ADOLESCENTS: confesso che questa canzone all'inizio mi ha lasciata abbastanza indifferente, (più che il gradimento verso il pezzo c'era l'entusiasmo per il loro ritorno), non che la trovassi brutta, tuttavia è riuscita a smorzare non poco le aspettative verso il nuovo disco. Sì lo so, non ci si dovrebbe aspettare mai niente... inconsciamente però dagli Incubus mi aspettavo e pretendevo tutto. Volevo un disco che mi togliesse il fiato, e questa Adolescents aveva un che di già sentito che mi lasciava l'amaro in bocca... per essere il singolo che ne decretava il ritorno sono rimasta delusa. Diciamo che volevo essere stupita e questa canzone non era in grado di farlo.
    Dopo circa un trilione di ascolti e dopo averla sentita live, sono passata da “canzone senza infamia e senza lode” a “canzone gradevole”. E' pur sempre qualcosa, magari fra un altro trilione di ascolti sarà la mia preferita. XD

    TOMORROW'S FOOD: brano etereo in cui padroneggiano loop ipnotici e una linea vocale maestosa. La parte strumentale mi ricorda l'esperimento che i ragazzi hanno fatto in occasione del cd bonus di Look Alive; molto bella anche l'idea/teoria da cui prende ispirazione il testo. Finale di altissimo livello.

    Tirando le somme trovo che questo If not now, when? sia un disco dalle atmosfere oniriche estremamente ispirato e raffinato. Colgo una precisa scelta stilistica improntata a sottrarre per dare risalto ad ogni elemento, piuttosto che aggiungere per risultare a tutti i costi in linea con le aspettative, e questo mi piace, denota coraggio.
    Paradossalmente nella sua semplicità - termine da intendere nella sua accezione più alta - è molto complesso, è un disco che si fa scoprire un po' alla volta, che richiede capacità di ascolto per riuscire a cogliere le infinite sfumature che presenta.
    La voce di Brandon innegabilmente è la colonna portante, questo in un certo senso era già successo con LG, all'interno del quale a mio avviso certi pezzi si salvavano solo grazie al suo contributo; questa volta però il discorso è diverso: qua la voce di Brandon non è ridimensionata al ruolo di ancora di salvataggio, ma è il mezzo in grado di esaltare i sentimenti che animano l'album. Non credo che la centralità della sua voce sia dovuta a smanie di protagonismo, cantare estremamente bene non può essere una nota di demerito, se lo fosse significherebbe elogiare la mediocrità. Tutti potenzialmente possono dare il 100%, se ipoteticamente non succede non si può dare la colpa a chi invece ci riesce.

    Diverse recensioni che girano su internet (ci siamo cimentate in questo giochino perverso su HQ...) stroncano il disco. Leggendo certe argomentazioni onestamente sorgono dubbi sull'attendibilità di alcuni giudizi, comunque per fortuna esiste la libertà di pensiero e ognuno può dire quello che crede... anche se si tratta di una “puttanata elevata al cubo”. XD
    Di solito si parte dal presupposto che far casino è sinonimo di qualità, mentre tutto ciò che si discosta da questa massima è noioso. (Secondo questa logica Nick Drake fa schifo e i Tokio Hotel sono una band strafiga). Tendenzialmente le critiche si possono riassumere così: “eh però Science spaccava di brutto, 'sto if not nao, uen? che du' palle....”. Quando leggo queste riflessioni così ardite non posso far a meno di immaginare un ragazzotto sulla trentina, esaltato dall'idea di giocare al critico musicale, che pensa che gli Incubus siano una band scandinava che inneggia a spiriti demoniaci e compie sacrifici pagani... XD Perle ai porci. -.-

    [Modificato da ---Liz--- 26/07/2011 12:47]


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    00 25/07/2011 19:13

    Penso che la teoria casino=figo e lento=cacca sia da attribuire al massimo a qualche pargolo in piena crisi ormonale che si avvicina per la prima volta ai green day pensando elevandoli a padri del punk e paladini del rock suonato bene. Se un minimo si ha una conoscenza musicale è più facile innamorarsi di sonorità ricercate e accattivanti piuttosto che ascoltare uno stuolo di chitarre che fraccassa gli zebedei.

    Personalmente non ho un genere preferito non so quindi cosa mi può piacere a priori. Nell'ultimo anno i migliori album che ho ascoltato per la prima volta sono stati: beautiful freak (eels), un paio di album di zappa dei 60 che non avevo ancora mai ascoltato, IMAX (omonimo), Trouth mask replica (captain beefheart), Wasting light (foo fighters).
    L'unico album tra quelli su che si può definire rock con le proprie schitarrate è quello dei Foo e fra i 5 è quello che mi è piaciuto meno (anche se li adoro).
    Adesso, gli incubus hanno deciso di cambiare nuovamente territorio musicale...perfetto.
    Lo fanno da circa 12 anni, perchè non rifarlo?

    Il disco si lascia ascoltare, è innegabile, dopotutto non è che stiamo ascoltando ballate neomelodiche. Però non credo che una band possa cambiare pelle così tanto senza non fare un errore di percorso o inciampare. Ecco, io non credo che quest'album sia un "errore", però mi rendo conto che i 5 sono stati bravissimi 15 anni fa col crossover (science), poi sono stati bravi con un misto di rock-grunge (MY+ACLOTM), poi sono stati bravi anche con il rock più traditional (MV)...arrivati ad ora mi rendo conto che in questa fase sono meno brillanti. Probabilmente (e il parere è personalissimo) la loro strada maestra dove sanno darci dentro è un altra (e secondo me era quella di Morning View) e infatti i momenti migliori di quest'album sono quelli che MV vagamente lo ricordano. Poi il problema qui non è che il disco è LENTO ma che non ha un suo apice o un suo momento accattivante. è tutto sullo stesso piano come fosse una lunga canzone interrotta da 3 secondi di pause.

    Io quest'album non lo stronco...lo ascolto pure spesso (cosa che non mi capita con LG) ma a differenza di tanta gente pur ascoltandolo molte volte non mi cambia il giudizio.
    Alla 40esima volta magari riesco a cogliere certe sfumature di suono e riesco pure a sentire josè che ne butta una tra un ritornello e la strofa, ma la sostanza rimane quella che ascoltavo già dalla seconda terza volta. I testi sono innegabilmente scritti bene (ok tranne adolescent che mi pare un pò tirato via) ma qua parliamo di musica, quindi il testo deve essere accompagnato da un'amalgama di suoni che mi soddisfi...se il testo è bello e la musica no, non la reputo una buona canzone, la reputo una poesia musicata ma a quel punto non varrebbe la pena di comprarsi un libro di poesie variegate?

    Anch'io ho letto un pò di rece in giro...
    mi sembra alquanto riduttivo prendersela con un critico solo perchè non vede la cosa come la vuoi vedere tu, o chiunque altro.
    Preferisco chi le critiche le fa (costruttive chiaramente perchè dire che un disco fa cagare equivale a dare poi delle spiegazioni) rispetto ad attestati d'amore e stima verso una band o un album in particolare perchè allora a quel punto vien da pensare che pure ad una compilation di peti della suddetta band ci si inchini e prostri.

    Comunque liz..non ce l'ho con te [SM=g6934]
    è solo un piccolo-lungo appunto dedicato a vari commenti letti in gro sulla rete che a volte perdono un pò il lume dell'obbiettività...

    p.s. dopo questa spataffiata intrisa di filosofia spicciola mi concetro e ascolto con devozione l'album di shakira

    [Modificato da version 25/07/2011 22:18]


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    00 25/07/2011 21:52
    si version che i tipi che fanno le recensioni abbiano un parere diverso da chi lo legge ci sta...però ci sono state delel recensioni che tiravano in ballo lo strabismo di kilmore e insulti vari...questo non è essere professionali-> http://www.panopticonmag.com/recensioni/rockville/1336-incubus-2011-if-not-now-when.html
    [Modificato da pandYna 25/07/2011 21:53]


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    00 26/07/2011 12:58
    Re:
    version, 25/07/2011 19.13:

    Comunque liz..non ce l'ho con te [SM=g6934]




    Non l'ho mai pensato! :) Siamo qua pour parler... ;)

    Anch'io preferisco una critica ragionata e motivata ad un elogio incondizionato, purtroppo però in alcune webzine musicali ci sono recensori talmente incompetenti che a leggere tutto quell'ammasso di luoghi comuni viene da sbarrare gli occhi...
    Se a qualcuno non piace il disco va benissimo, certe argomentazioni però fanno cascare le braccia... la questione è semplice: la persona che scrive quella recensione non ha competenze sufficienti per farlo. Oh poi per carità, chissenefrega, non muore mica nessuno, è solo fastidioso sentir pronunciare con tanta spocchia tutte quelle frasi fatte...
    L'esempio che è stato linkato è scandaloso... purtroppo ce ne sono altre di recensioni scadenti in giro... Ripeto: il giudizio negativo è legittimo, l'offesa gratuita camuffata da critica è penosa. (Tra l'altro mi chiedevo... ma il tipo che ha scritto quella recensione avrà capito qual è MV?! XD)
    A qualcuno possono piacere di più gli Incubus degli esordi, e va bene, ci sta, però parlare di gruppo finito, nuovo album inesistente, vocalità scadente... boh, a me sembra assurdo...
    A prescindere dal giudizio sul disco, credo si debba riconoscere che gli Incubus sono disposti a rischiare. Nel bene o nel male non si sono mai ripetuti, e questa qualità, oltre ad essere rara, dimostra anche un estro non comune: la volontà di non fossilizzarsi sullo stesso genere ce la possono avere in tanti, poi però bisogna vedere se si è in grado di farlo... Mia modestissima opinione, ovviamente. :)


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    00 26/07/2011 13:39
    liz penso la stessa identica cosa


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    00 26/07/2011 14:38
    Ho letto le vostre recensioni, gran belle quelle di version, vale e Liz, ammirevoli in quanto quasi imparziali, come se non foste fans degli incubus, fatte con criterio e intelligenza e sono queste le cose che vorrei leggere su un disco, sono queste le cose che scrive una persona che ascolta la musica sul serio. Purtroppo nel XXI secolo l'utenza sul web è aumentata del millemila% appoggiandosi sulle illimitate risorse del mondo informatico. Questo porta alla nascita di un'infinità di blog inutili in cui "l'idiota di turno" scrive il cazzo che vuole fingendosi critico dei miei stivali. Ho letto ora la recensione sul link che ha postato pandyna...Lo strabismo di Chris Kilmore ovviamente non è argomento di recensione, ed è evidente che la persona che scrisse il tutto non capisce nulla di musica in quanto Kilmore non ha mai fatto finta di campionare nulla, Kilmore non campionava, utilizzava dei campioni (cosa ben diversa dal processo di campionatura), degli fx presenti sui suoi vinili, i quali attraverso il mixer e altra roba modulava come voleva...inoltre era e continua ad essere un turnablist attraverso lo scratching anche se da LG in poi non si è sentito più nulla, ora è tastierista e a me piace molto questo nuovo ruolo! Ancora complimenti per le recensioni che continuo a leggere con piacere!


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    pandYna
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    00 26/07/2011 15:48
    a dire il vero l'aveva trovata la vale la recensione e ne stavamo già discutendo su HQ da un pò..e stavamo discutendo anche altre recensioni fatte coi piedi...certo questa linkata è proprio il peggio del peggio quindi mi sono sentita in dovere di condividerla anche qui


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    samuele_sammieboy
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    00 26/07/2011 20:29
    Re:
    pandYna, 26/07/2011 15.48:

    a dire il vero l'aveva trovata la vale la recensione e ne stavamo già discutendo su HQ da un pò..e stavamo discutendo anche altre recensioni fatte coi piedi...certo questa linkata è proprio il peggio del peggio quindi mi sono sentita in dovere di condividerla anche qui




    Hai fatto più che bene! mi hai dato l'opportunità di inorridirmi per quei 5-10 minuti!


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    nicetoknowyou86
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    00 27/07/2011 10:31
    da Groovebox.it (http://www.groovebox.it/testorece.asp?Titolo=1182&-INCUBUS-IF-NOT-NOW-WHEN)

    Bocciare in partenza questo nuovo album degli Incubus solo per una più marcata presenza di influenze pop rispetto al passato sarebbe decisamente sbagliato e soprattutto poco rispettoso nei confronti di una delle formazioni più significative del panorama alternative rock internazionale.
    Lo si dice già da un paio di anni ma questa volta è proprio arrivato il momento di dare l’addio definitivo alla band autrice di autentici capolavori discografici che rispondono ai nomi di “S.C.I.E.N.C.E.” e “Make Yourself”, e mettersi dunque il cuore in pace accettandone il nuovo corso musicale iniziato con il precedente “Light Grenades”.
    “If Not Now When?”, settimo lavoro sulla lunga distanza del sestetto di Calabasas , è un disco che si discosta nettamente dai suoi predecessori ed abbraccia, come già prima anticipato, sonorità molto più accessibili, senza soffocare troppo quella vena sperimentale che è ormai intrinseca nel DNA di questi talentuosi musicisti.
    Abbiamo a che fare con 11 canzoni di pregevole fattura, costruite su melodie orecchiabili ma non per questo motivo banali, che sapranno conquistarvi anche grazie alla sempre impeccabile performance del cantante Brandon Boyd, la cui splendida voce si è trasformata negli anni in un vero e proprio strumento capace di assumere diverse sfumature, ormai vero fulcro della musica del gruppo.
    Ritroviamo il solito Dj Kilmore a curare le atmosfere di sottofondo, il neo-papà Josè Pasillas a dettare i tempi con l’aiuto del bassista Ben Kenney, mentre il chitarrista Mike Enziger si limita qua a dirigere un’orchestra nella quale sembra esserci (purtroppo) non più molto spazio per i suoi preziosi virtuosismi, per le sue divagazioni in territori psichedelici che riecheggiano solamente in rari episodi (come nella jam finale di “In The Company Of Wolves”, uno dei brani più originali dell’album).
    Se canzoni come “Promises, Promises” o “The Original” ci svelano il lato più romantico e raffinato della band, i momenti più energici sono ridotti alla frizzante “Switchblade”, al primo singolo “Adolescents” (forse l’unico ponte di collegamento con le vecchie produzioni) ed alla riuscitissima “Isadore”, anche se nel complesso si riscontra una certa compattezza e coesione tra le varie tracce che di certo non può che giovare al risultato finale.
    In definitiva “If Not Now When?” è un disco con il quale gli Incubus ci danno ulteriore conferma del proprio valore, ci mostrano come non abbiano alcuna paura nello spingersi oltre i confini del proprio stile originale, muovendo un passo decisivo verso un nuovo sound che forse non piacerà agli ascoltatori più nostalgici ma la cui qualità non può per alcun motivo esser messa in discussione.

    Whitelocust


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    Dani79bs
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    00 31/12/2011 19:17
    Re:
    ---Liz---, 25/07/2011 16.58:

    Mi ero già
    FRIENDS AND LOVERS: istintivamente questa canzone mi ha fatto pensare ai Coldplay, in particolare la parte relativa alle percussioni. Canzone appassionata e disarmante, verso metà ha un cambio di registro interessante, preludio di uno di quei rari attimi che se catturato dà i brividi... minuto 3'8'': è come sentir esplodere la primavera.



    Ho letto tutta la tua recensione, sono d'accordo su tanto, ma su questa traccia non posso fare a meno di quotarti.
    Al primo ascolto mi ha detto il nulla, poco di più nei successivi, ma oggi, sarà anche la stagione, mi sconquassa letteralmente.
    Mi sembra una traccia che starebbe da Dio in "Automatic for the people" dei R.E.M..
    Ecco per gli amanti storici degli Incubus questo forse non è cosa buona, però ho come l'impressione che a loro, gli Incubus intendo, la cosa sarebbe presa come un gran complimento.
    Il tempo passa per tutti, una cosa è avere vent'anni e voler spaccare il mondo, una'altra è averne quaranta, un'altra ancora è averne di più (vedi i R.e.m.).
    Tornando al cd, al primo ascolto l'ho levato dal caricatore (ascolto quasi tutto bene solo in macchina), il disorientamento è stato profondo, la prima reazione è stata negativissima.
    Poi dopo un paio di mesi ci ho riprovato ed oggi mi piace tantissimo.
    Un album diverso, ma molto maturo, un album di cuore, autunnale (appunto come "Automatic for the people" definito da un critico come l'album ideale per l'autunno, come stagione, ma anche come periodo di vita), che sa suscitare sensazioni.
    Certo gli Incubus per come li ho conosciuti ed amati, han fatto cose di altro tipo, che adoro in toto dall'inizio fino ad oggi, adoro la loro energia, il loro essere energici, ma non dozzinali, il loro saper sempre rinnovarsi ed evolversi.
    Probabilmente il futuro sarà su questa strada, intanto fino a quando faranno concerti come l'ultimo a Milano, il saper coniugare ritmo ed emozioni sarà una qualità in cui eccelleranno (magari u4/5 song in più non sarebbe male, visto anche il loro enorme repertorio).
    [SM=g8308]